ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01163

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 521 del 13/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: PAGANO ALESSANDRO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 13/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 13/11/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01163
presentato da
PAGANO Alessandro
testo di
Venerdì 13 novembre 2015, seduta n. 521

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   seguendo un copione ormai consueto e già sperimentato in numerosi istituti scolastici italiani, la preside dell'istituto comprensivo Biagio Siciliano di Capaci, Giovanna Genco, utilizzando impropriamente la normativa contro la violenza di genere e il contrasto al bullismo, ha organizzato presso l'istituto una serie di eventi ed incontri, nell'ambito dei quali l'Arcigay, col placet anche del presidente del consiglio di istituto Vincenzo Vassallo, ha avuto modo di diffondere le proprie teorie socio-psicoanalitiche, ad avviso dell'interpellante, prive di qualunque base scientifica;
   si rinnova una prassi consueta consistente nel fatto che ai genitori dei ragazzi viene data una comunicazione parziale, per non dire del tutto scorretta e i ragazzi si ritrovano a partecipare a tutt'altro; una metodologia, che appare all'interpellante, arbitraria e prevaricante e che ha prodotto le reazioni dei genitori, nate sull'onda di quanto riferito dai ragazzi in merito a ciò che realmente era accaduto a scuola;
   tutto comincia a novembre 2014. La scuola organizza un programma di due giorni dal titolo «Stop alla violenza e alla discriminazione, la scuola apre la porta al dialogo» che coinvolge tutti i ragazzi dalla prima alla terza media. Si sono tenuti laboratori diversi, fra cui alcuni giochi di ruolo sul tema del bullismo, della discriminazione e dei pregiudizi di ogni tipo;
   nel giro di pochi giorni una mamma inizia a raccontare un'altra versione dei fatti a radio e giornali. «Mia figlia ha chiesto di poter chiamare a casa perché non si sentiva bene. ... La bambina ha cominciato a dire che due persone omosessuali in classe parlavano di famiglia gay e della possibilità di avere figli con l'inseminazione artificiale...»; un'altra bambina di seconda media ha raccontato alla madre che in classe si era parlato di masturbazione. Si parla anche di «visione di filmati con scene di omosessuali in intimità»;
   violente e sopra le righe, ma tuttavia più che giustificate, sono le reazioni dei genitori sui social media, giustamente rimosse dalla polizia postale; l'unico attività di natura giudiziaria che si segnala è un esposto alla procura della Repubblica da parte della preside, che si è sentita «aggredita»;
   sono quindi questi i risultati della norma contro la «discriminazione di genere» contenuta nell'ancora vigente articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119: invece di insegnare la tolleranza e il rispetto verso la diversità, a giudizio dell'interpellante, si fa propaganda e indottrinamento;
   è anche opportuno ricordare che nei «giochi di ruolo sul tema, della discriminazione e dei pregiudizi di ogni tipo» accade che gli alunni sono costretti a cambiar sesso, tramite i vestiti o il trucco, a simulare tendenze omosessuali e a fare dichiarazioni «sentimentali» ai propri compagni; di questo esiste ampia documentazione riportata anche in atti di sindacato ispettivo;
   si ricorda che il 19 giugno 2015 il sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca Davide Faraone ha chiesto di mandare gli ispettori all'Istituto comprensivo «P. A. Micheli» di Roma perché le preside aveva inviato una circolare ai genitori degli alunni che frequentano l'istituto per metterli in guardia sulla teoria «Gender»;
   il 20 maggio 2015 il Governo ha accolto, in sede di approvazione del disegno di legge sulla «buona scuola» l'ordine del giorno 9/2994-A/46 che impegna il Governo medesimo a garantire che l'attività di sensibilizzazione di docenti, studenti e famiglie sulla parità dei sessi, contro la violenza di genere e tutte le discriminazioni, venga condotta in conformità dell'articolo 30 della Costituzione e delle convenzioni internazionali; questa parte politica contesterà e contrasterà puntualmente, sino ad invocare il blocco della didattica e a denunciare i trasgressori, qualsiasi atto o fatto posti in essere in violazione del diritto dei genitori, stabilito dai citati atti, ad indirizzare l'educazione dei propri figli e ad essere perfettamente e preventivamente edotti su cosa viene insegnato agli stessi;
   in termini generali, sarebbe opportuno che il Ministro prendesse atto che:
    a) non si rileva, negli indirizzi ministeriali e negli istituti scolastici, altrettanta sollecitudine nel proporre attività scolastiche di approfondimento riguardanti la famiglia tradizionale e la maternità e paternità responsabili (in un Paese dover si assiste al crollo delle nascite);
    b) le norme di contrasto alla violenza di genere, ad avviso dell'interpellante, sono state erroneamente utilizzate non per insegnare la non violenza e la tolleranza nella diversità, ma l'intolleranza in una sorta di eguaglianza forzosamente indotta –:
   se non ritenga opportuno inviare gli ispettori ministeriali all'istituto comprensivo Biagio Siciliano di Capaci:
    a) per comprendere cosa realmente sia accaduto rispetto a quanto esposto in premessa, ascoltando non solo le parole dei dirigenti scolastici, ma anche quelle delle famiglie e dei ragazzi;
    b) per valutare, anche ai fini dell'emanazione di una circolare esplicativa, quali differenze si siano verificate tra le comunicazioni inviate alla famiglia e le attività realmente tenutesi e, se del caso, per promuovere le necessarie iniziative disciplinari;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per vietare:
    a) qualsiasi «gioco di ruolo» nelle attività scolastiche destinate al contrasto della discriminazione di genere, in quanto forieri di generare sconcerto nelle famiglie e soprattutto nelle menti in formazione degli studenti;
    b) l'adozione di qualunque strumento didattico, quantomeno fino alle classi liceali, che comporti richiami sessuali (libri a sfondo sessuale o omosessuale, kit di peluche riproducenti organi maschili e femminili, insegnamenti su masturbazione e penetrazione e altro);
    c) l'adozione di richiami alla teoria del gender o di orientamenti tendenti a dimostrare la sua validità nei libri di testo di altre materie;
    d) l'accesso a scopo «didattico» di esponenti di associazioni omosessuali nelle scuole, salvo che non sia bilanciato dal contestuale accesso di esponenti di associazioni o di realtà culturali che propugnano punti di vista diversi, anche totalmente diversi;
   se possa chiarire sulla base di quale evidenza scientifica, non limitata evidentemente alla sola presa di posizione di gruppi di psicologi, ma comprovata ed accettata a livello multidisciplinare da tutta la comunità scientifica internazionale, le differenze di sesso non debbano generare differenze di comportamenti;
   sulla base del principio di precauzione, come sia possibile che il Ministro accetti senza discutere ed applichi sui bambini, teorie psicologiche ancora da dimostrare, con l'aggravante del rischio di manipolazione delle menti in formazione;
   se il Ministro condivida l'equazione della «lobby» gay in base alla quale trattare i temi della famiglia costituzionalmente tutelata deve considerarsi «attività omofoba».
(2-01163) «Pagano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violenza sessuale

delitto contro la persona

minoranza sessuale