ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00758

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 338 del 25/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 25/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/11/2014
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/11/2014
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/11/2014
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/11/2014
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 25/11/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00758
presentato da
DURANTI Donatella
testo di
Martedì 25 novembre 2014, seduta n. 338

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   in data 21 novembre 2014, il sito internet del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato il contratto con l'americana «Lockheed Martin» per l'acquisizione di 43 velivoli F 35;
   dal contratto si apprende che il Governo italiano acquisterà, precisamente il settimo e l'ottavo dell'VIII lotto;
   il costo unitario, in dollari 94,8 milioni ad aereo nella sua versione «A» convenzionale, senza motore, è stato annunciato da Joe Dellavedova il portavoce del programma F35 per il Dipartimento della difesa americano, spiegando che la versione «B» dell'F35, quella a decollo corto e atterraggio verticale di cui l'Italia dovrebbe comprarne 30 esemplari, avrà un costo unitario di 102 milioni di dollari, vale a dire circa 82 milioni di euro, sempre senza il motore;
   il valore del contratto appena sottoscritto, comprensivo esclusivamente dei motori «Pratt & Whitney», si aggira intorno ai 200 milioni di euro. Considerando invece anche i costi per l'armamento e la manutenzione nel corso dell'intero ciclo, ogni cacciabombardiere verrebbe a costare non meno di mezzo miliardo di euro;
   in base a quanto previsto dal «Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2014-2016», nello specifico nel paragrafo dedicato allo Sviluppo e sostegno del velivolo Joint Strike Fighter e predisposizioni nazionali, vengono stanziati per il 2014, per il programma in parola, 359,1 milioni di euro e nella nota si legge che: «(...)le poste finanziarie previsionali allocate sul programma in parole negli EF 2015 e 2016 sono rispettivamente pari a 644,3 M Euro e 735,7 M Euro. Il correlato profilo finanziario è quello approvato nella pianificazione in vigore. Le disponibilità assegnate rimangono al momento sospese, nelle more delle discendenti decisioni in merito alla modalità di prosecuzione del programma che saranno esplicitate con la redazione del Libro Bianco della Difesa»;
   la stessa Ministra della difesa, con diverse dichiarazioni nel marzo scorso e riportate dalla stampa nazionale, ha annunciato il congelamento del programma F-35 ufficializzando il blocco della tranche dei pagamenti relativi ai contratti per i velivoli di prossima acquisizione;
   il 24 settembre 2014 sono state discusse le mozioni sul programma F 35 e la Camera, tra le altre approvava le mozioni: 1-00586 Scanu; 1-00593 Brunetta; 1-00590 Cicchitto; 1-00578 Causin;
   in particolare, con la mozione 1-00586 Scanu la Camera impegnava il Governo «a riesaminare l'intero programma F-35 per chiarirne criticità e costi con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, così come indicato dal documento approvato dalla Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati a conclusione dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, tenendo conto dei ritorni economici e di carattere industriale da esso derivanti»;
   in particolare, nel dibattito che precedeva tale votazione, il Viceministro all'economia e alle finanze, Morando ha dichiarato di non poter procedere a tale dimezzamento in ragione di «impegni contrattuali già assunti dall'Italia»;
   a seguito della diffusione del contratto pubblicato dal dipartimento della difesa degli Stati Uniti, in data 23 novembre il Ministero della difesa diramava la seguente nota: «Delle 4 mozioni presentate alla Camera le 3 approvate lo scorso 24 settembre, con il parere favorevole del Governo, richiedono tutte che si proceda con il programma, adottando una particolare attenzione per massimizzare i ritorni economici. Il Governo sta operando esattamente in tale direzione, procedendo con i più bassi livelli di oneri economici necessari a mantenere pienamente operativa la Faco di Cameri, anche in vista di future commesse internazionali»;
   a questo riguardo si rileva che le mozioni presentate in quel dibattito erano 7 e non 4 come indicato dal comunicato del Dicastero, di conseguenza si rileva che le Mozioni approvate risultano essere 4 e non 3;
   sorge il dubbio agli interpellanti che il Ministero, alla luce della nota sopra citata, abbia considerato nella completezza quanto votato il 24 ottobre 2014 in occasione della discussione sulle mozioni sul programma F 35;
   nel febbraio 2014 la campagna «Taglia le ali alle armi», che dal 2009 si occupa di sottolineare le problematiche del programma degli F-35 in vista della cancellazione della partecipazione italiana allo stesso, ha portato a pubblicare il dossier «Caccia F-35 la verità oltre l'opacità» come nuovo contributo di approfondimento. Nel rapporto si evidenzia come il costo medio attualmente desumibile dalla documentazione di bilancio Usa (e dai dati dei recenti contratti di acquisto italiani) si attesti sui 135 milioni di euro, oltre le altre spese, tra cui quelle di manutenzione;
   secondo il rapporto, il costo complessivo del programma per l'Italia (se confermati a questo punto 90 caccia) è in minima ascesa ad oltre 14 miliardi di euro e la proiezione di costo totale «a piena vita» del progetto rimane stimata in oltre 52 miliardi di euro;
   dal dettaglio di tutti i contratti sottoscritti dall'Italia con gli Stati Uniti, fino ad inizio 2014, si dimostra come siano già stati spesi 721 milioni di euro nelle fasi di acquisto (oltre ai 2,7 miliardi di euro per lo sviluppo e la linea di assemblaggio Faco);
   di media, sono 126 i milioni di euro già spesi per i primi tre caccia confermati dal nostro Paese (lotto VI), sforando qualsiasi precedente stima del Ministero della difesa al riguardo;
   il rapporto di «Taglia le ali alle armi» mostra come i dati relativi al ritorno industriale, estrapolati da diverse fonti e confermati anche da Lockheed Martin, confermano ad oggi un rientro per le aziende del nostro Paese di circa il 19 per cento in confronto all'investimento pubblico (meno di 700 milioni di euro sui 3,4 miliardi di euro già spesi dal Governo italiano), una situazione che difficilmente renderà possibile il ritorno di oltre 13 miliardi di euro, che sfiora il 100 per cento di rientro, più volte sbandierato dai Governi di questi anni;
   fonti governative e militari negli anni hanno ipotizzato l'arrivo di 10.000 posti di lavoro, mentre secondo stime sindacali si tratterebbe al massimo di circa 2.000 posti e per di più sarebbero ricollocazioni di lavoratori precedentemente impegnati con l’Eurofighter nella Faco di Cameri, dove sono impiegati meno di 1.000 addetti;
   lo stanziamento complessivo destinato all'acquisto di caccia dei prossimi lotti, previsto per il triennio 2014-2016, sarà di 1950 milioni di euro (circa 650 milioni di euro annuali in media), se non interverranno modifiche alle tabelle di procurement;
   a fine marzo 2013 è stato reso pubblico un nuovo rapporto del Government accountability office sul programma Joint Strike Fighter che ha confermato un ritardo di sette anni ed uno sforamento del budget di più di 160 miliardi di dollari rispetto alle previsioni iniziali;
   per completare il programma nei termini stabiliti il dipartimento della difesa americano dovrebbe procedere ad un incremento costante nel finanziamento per i prossimi 5 anni, con una media di costo annuale di 12,6 miliardi di dollari fino al 2037. Il picco di costo supererà, per molti anni, i 15 miliardi di dollari, ma «un finanziamento annuale di questa grandezza pone chiaramente dei problemi di sostenibilità a lungo termine, considerata l'attuale situazione fiscale» secondo il Government accountability office;
   nell'ultima richiesta di bilancio, l'Air Force Usa ha allocato circa 1,4 miliardi di dollari in cinque anni (ma altri fondi saranno poi richiesti successivamente) per risolvere problematiche sui vecchi lotti. Si tratta di una procedura che andrà poi ad interessare anche i lotti VI, VII ed VIII, i quali comprendono pure gli aerei acquisiti dall'Italia. Nella lista di priorità dettagliata dell'aviazione Usa sono incluse, tra le altre cose: le componenti per migliorare la protezione contro i fulmini, le prestazioni del seggiolino eiettabile, l'illuminazione sulle punte delle ali del jet, la zona preposta ad accogliere missili ed armi, il sistema di gestione termica e di potenza del velivolo, i condotti d'aria per il motore prodotto da Pratt & Whitney, la resistenza delle paratie ed, infine, il complicato sistema di display digitale montato dall'avveniristico casco;
   a fronte dei calcoli effettuati dal Government accountability office resta irrealistica la proiezione in decrescita entro il 2019 sui costi unitari degli aerei presentata dal produttore Lockheed Martin. Secondo le stime del Government accountability office, affinché ciò accada per la versione A, si dovrà ottenere una riduzione di oltre 40 milioni di dollari ad aereo rispetto al costo a consuntivo definitivo degli aerei prodotti nel 2013. Un «recupero» di oltre il 33 per cento in 5-6 anni;
   a riguardo dei costi, nel documento, si nota quindi come «il finanziamento attuale e le quantità previste nel programma indicano che i costi unitari nel 2019 potrebbero effettivamente essere superiore agli obiettivi»;
   in questi giorni il Pentagono ha deciso di bloccare il pagamento di 231 milioni di dollari a Lockheed Martin fino alla completa implementazione di modifiche necessarie per gli F-35 già consegnati, incluse le ormai famose protezioni contro i fulmini;
   l'Italia partecipa al progetto sin dal suo inizio, nel 1998, con una richiesta iniziale di 131 aerei, ridotta poi nel 2012 a 90 velivoli, considerati dalle Forze armate «indispensabili», perché andrebbero a sostituire tre linee di velivoli: i Tornado, gli AM-X e gli AV-8 B, ma senza tuttavia fornire alcuna spiegazione circa il ruolo di un aereo tanto sofisticato, anche alla luce degli impegni internazionali del nostro Paese;
   nel 2009 le Commissioni difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, esprimendo parere favorevole al programma, avevano già posto alcune condizioni, che ora sono riprese dalla già citata nota del Ministero del 29 novembre 2014, in particolare il primo punto: la conclusione di accordi industriali e governativi che consentano un ritorno industriale per l'Italia proporzionale alla sua partecipazione finanziaria, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali; la fruizione da parte dell'Italia dei risultati delle attività di ricerca relative al programma; la preventiva individuazione di adeguate risorse finanziarie che non incidano sugli stanziamenti destinati ad assicurare l'efficienza della componente terrestre e, più in generale, dell'intero strumento militare;
   il programma dell'F-35 è diventato un progetto dal costo elevato a fronte di prestazioni peraltro incerte e non corrispondente alle esigenze difensive del nostro Paese, con ricadute industriali ed occupazionali molto lontane dalle aspettative, che rischia anche di compromettere le politiche di disarmo utili invece a gestire in maniera corretta le crisi internazionali –:
   se non si intenda chiarire gli impegni del Governo sul programma F 35, anche alla luce delle votazioni alla Camera sulle mozioni concernenti il programma in parola e come intenda procedere in particolare sull'impegno del dimezzamento delle risorse programmate;
   se non si ritenga di chiarire quali siano i costi complessivi del programma anche tenendo conto delle considerazioni esposte in premessa, chiarendo definitivamente gli impegni assunti dal nostro Paese;
   se non consideri opportuno fornire i contratti d'acquisto sinora sottoscritti;
   se non intenda sospendere immediatamente qualsiasi attività contrattuale, di accordo tra le parti o di ulteriore acquisizione, nei confronti del Joint Strike Fighter program office, del progetto fino alla definizione di tutte le procedure e decisioni che possano rendere effettiva la scelta di cancellazione o ridefinizione della partecipazione italiana al programma.
(2-00758) «Duranti, Marcon, Scotto, Piras, Fratoianni, Palazzotto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto

prezzo unitario

aereo