ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00568

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 241 del 09/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO SANDRA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 06/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAENZI MONICA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/06/2014
PARISI MASSIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 06/06/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00568
presentato da
SAVINO Sandra
testo di
Lunedì 9 giugno 2014, seduta n. 241

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   con riferimento ai recenti dati pubblicati dall'ISTAT, sulla disoccupazione giovanile cresciuta in Italia al 46 per cento, raggiungendo nel primo trimestre dell'anno, livelli massimi che non si registravano dal 1977, gli interpellanti evidenziano il preoccupante aumento dell'impiego dei lavoratori stagionali stranieri nel nostro Paese, che provengono dai Paesi dell'Est facenti parte dell'Unione europea, i cui effetti stanno indebolendo le assunzioni dei lavoratori italiani, in particolare quelli delle regioni di confine come il Friuli Venezia Giulia;
   gli interpellanti segnalano, altresì, che fra le diverse cause che hanno influito in modo negativo ad aggravare tale fenomeno, emerge un elemento distorsivo, imputabile alla promozione sul mercato italiano da parte delle agenzie internazionali di lavoro interinale, di reclutamento di cittadini provenienti da Stati dell'Unione europea come Romania e Bulgaria con gli stessi stipendi dei medesimi Paesi, per la definizione di un rapporto di lavoro pari a 21 euro all'ora per un italiano e 7 euro per uno straniero, anche se comunitario;
   gli effetti altamente svantaggiosi, di tale «dumping contrattuale» che determina l'estromissione (dalla stagione in particolare quella estiva), dei lavoratori italiani, costringendo i datori di lavoro ad una gara al ribasso, oppure alla perdita dell'occupazione, accrescendo i costi sociali ormai insostenibili, si manifestano in maniera rilevante in tutta l'area nazionale ed in particolare, proprio all'interno delle regioni a cavallo della frontiera fra due Stati diversi;
   gli interpellanti evidenziano, inoltre, come le attività commerciali e turistiche all'interno del tratto transfrontaliero italo-sloveno, siano influenzate dall'elevata presenza di lavoratori che svolgono la professione di camerieri e addetti alla ristorazione di nazionalità straniera, emarginando in concreto, come in precedenza esposto, i lavoratori italiani ed in particolare la fascia giovanile, ed escludendo in maniera evidente dal mercato, un settore che in passato consentiva opportunità dignitose ad una significativa fascia di lavoratori;
   a giudizio degli interpellanti, quanto suesposto conferma come dalle rilevazioni trimestrali per il 2014 fornite dall'ISTAT, sulla disoccupazione, emergano rilievi sfavorevoli che non sono derivati soltanto dalla congiuntura economica negativa, ma anche dalle precise conseguenze di un'integrazione europea che non ha tenuto in considerazione gli interessi della comunità nazionale, che, anche per questo, avverte spesso l'Unione europea come un soggetto istituzionale avverso ed ostile, piuttosto che un'opportunità di crescita e di sviluppo;
   la Confederazione italiana sindacato dei lavoratori-Cisl, analizzando il fenomeno del «dumping contrattuale,» ha evidenziato come esso sia diffuso in modo esteso nel nostro Paese, in considerazione del fatto che soltanto l'80 per cento dei lavoratori italiani, sono garantiti da un contratto nazionale, mentre il restante 20 per cento è costituito da precari, soprattutto di giovane età, assunti spesso con false partite Iva o Co.Co.Pro;
   all'interno di tale contesto, s'inserisce proprio la suesposta controversia dei lavoratori stranieri, spesso quelli comunitari, provenienti come in precedenza indicato dall'Est europeo, spesso sottopagati o pagati in maniera irregolare, per i quali a giudizio degli interpellanti, è necessario un adeguamento della legislazione europea, che faccia da riferimento normativo al «diritto dell'equo compenso», in virtù del quale i salari nazionali siano determinati tramite una contrattazione nazionale;
   in tale ambito la direttiva 2006/123/CE, meglio nota come «direttiva Bolkestein» relativa ai servizi nel mercato interno, ha consentito la possibilità di assumere attraverso l'intermediazione delle agenzie internazionali di lavoro interinale, aventi sede all'estero e filiale in Italia, i servizi dei propri compatrioti, con uno stipendio più ridotto, permettendo, di conseguenza, che i contributi siano versati da parte delle imprese italiane nel Paese d'origine, e determinando pertanto un intollerabile danno (con effetti secondo gli interpellanti discriminatori) sia previdenziale che economico per il sistema occupazionale nazionale a discapito dei lavoratori italiani;
   tale processo ha inciso pertanto in maniera estremamente sfavorevole sull'economia italiana, condizionando pesantemente il tasso di disoccupazione nazionale e le variazioni congiunturali;
   a giudizio degli interpellanti, il fenomeno risulta essere di estrema gravità, in considerazione del fatto che gli effetti penalizzanti si manifestano, oltre che nelle regioni transfrontaliere, anche in quelle ad alta vocazione turistica come la Sardegna, sovvertendo le dinamiche del comparto medesimo e dei servizi, in cui un elevatissimo numero di figure professionali denominati low cost (dai baristi, agli addetti delle pulizie e alla cucina), risulta proprio provenire da quei Paesi dell'Est europeo in precedenza indicati;
   interventi mirati e rigorosi anche in sede europea, volti ad interrompere un processo quale quello in precedenza esposto, particolarmente grave per la tutela dei livelli occupazionali del sistema-Paese, in grado di invertire un trend così negativo, risultano a giudizio degli interpellanti indifferibili, per far cessare un fenomeno quale il «dumping contrattuale» così pervasivo e nocivo per l'economia italiana, la cui concorrenza sleale produce effetti devastanti per le imprese sane e deve essere contrastata severamente –:
   quali orientamenti intendano esprimere, nell'ambito delle rispettive competenze, con riferimento a quanto esposto in premessa;
   quale sia il numero complessivo attuale dei contratti stipulati riferiti ai lavoratori stagionali stranieri provenienti dai Paesi dell'Est facenti parte dell'Unione europea;
   se intendano assumere iniziative per rivedere il ruolo di promozione svolto dalle agenzie internazionali di lavoro interinale, nell'ambito delle assunzioni stagionali dei suddetti lavoratori, all'interno del mercato del lavoro italiano, la cui indennità risulta essere pari a 7 euro all'ora, rispetto ai 21 euro all'ora, nel caso la retribuzione riguardasse un lavoratore italiano;
   in caso affermativo, se non ritengano urgente ed opportuno, in considerazione dei livelli di criticità esposti in premessa, prevedere adeguate iniziative anche in sede comunitaria, volte a modificare l'attuale disciplina normativa della direttiva 2006/123/CE, meglio nota come «direttiva Bolkestein» relativa ai servizi nel mercato interno, i cui effetti altamente penalizzanti sia in termini occupazionali, economici, contribuiscono ad aggravare l'attuale situazione sociale, economica ed occupazionale del Paese, il cui tasso di disoccupazione come esposto in premessa ha raggiunto livelli intollerabili.
(2-00568) «Sandra Savino, Faenzi, Parisi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

direttiva

lavoro temporaneo

regione di frontiera

lavoro stagionale

lavoratore frontaliero

conservazione del posto di lavoro

mercato del lavoro

politica comunitaria dell'occupazione

disoccupazione