ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00556

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 234 del 27/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 27/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELLAI LORENZO PER L'ITALIA 27/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 27/05/2014
Stato iter:
19/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/06/2014
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 19/06/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 19/06/2014
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/06/2014

SVOLTO IL 19/06/2014

CONCLUSO IL 19/06/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00556
presentato da
BINETTI Paola
testo presentato
Martedì 27 maggio 2014
modificato
Giovedì 19 giugno 2014, seduta n. 249

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   in Italia, in base ai dati Istat, la prevalenza del diabete riferita all'anno 2012, stimata su tutta la popolazione, è pari al 5,5 per cento, pari a circa 3,3 milioni di persone di cui oltre il 90 per cento affette da diabete di tipo 2, alle quali va aggiunta una quota stimabile di circa un milione di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza; la prevalenza nelle donne in età fertile è di circa l'1 per cento di cui il 39,2 per cento è in sovrappeso ed il 26,3 per cento obesa;
   la prevalenza del diabete è cresciuta dal 3,7 al 5,5 per cento, negli ultimi 12 anni, per cui è ragionevole ritenere che, rispetto al 2002, ci siano oggi oltre un milione di persone in più affette da diabete;
   i dati Istat pubblicati nel 2010 indicano nella popolazione italiana una percentuale di sovrappeso e obesità nella popolazione con età inferiore ai 18 anni, rispettivamente del 36,1 per cento e 10,3 per cento, in aumento rispetto al 2001. Se si considera la sola popolazione femminile, la frequenza è rispettivamente del 27,7 per cento e del 9,3 per cento, di cui circa il 20 per cento in età riproduttiva; l'8,7 delle donne in sovrappeso ed il 16,7 per cento delle donne obese sono affette da diabete;
   negli ultimi anni si è osservato un significativo incremento del numero delle gravidanze complicate da diabete sia per l'incremento della frequenza del diabete tipo 2 in età riproduttiva (Diabetes Res Clin Pract 2008;80:2-7; Diabet Med 2011;28:1074-7; Diabetes Nutr Metab 2004;17:358-367), sia per l'incremento della frequenza del sovrappeso-obesità in età fertile;
   i dati epidemiologici italiani risalenti agli anni Ottanta-Novanta indicavano una frequenza di diabete gestazionale nella popolazione italiana del 6-7 per cento, con notevoli differenze fra le varie casistiche (2,2 per cento - 12,8 per cento) (Diabetes Nutr Metab 2004;17:358-367); non sono disponibili dati recenti, ma le stime degli ultimi anni dopo l'introduzione delle nuove linee guida ministeriali per lo screening e la diagnosi del diabete gestazionale in Italia indicano una frequenza fra il 12-15 per cento delle gravidanze (Diabet Med 2011;28:1074-7; Diabetes Care 1998;21 (Suppl 2):B161-B167; Diagnosi del diabete gestazionale, pag 169-173);
   il diabete gestazionale, anche nelle sue forme lievi, se non diagnosticato e, quindi, non trattato, comporta rischi rilevanti sia per la madre (ipertensione e più frequente ricorso al parto cesareo), sia per il feto, per il neonato (aumentata incidenza di macrosomia, iperbilirubinemia, ipocalcemia, policitemia, ipoglicemia) ed i figli in età adulta (sovrappeso e sindrome metabolica) (Diabetes Care 1998;21(Suppl 2):B79-B84; J Gin Endocrinol Metab 94:2464-2470, 2009);
   due grandi trial randomizzati - uno australiano (ACHOIS, 2005) (N Erigi J Med 2005;352:2477-96) e l'altro statunitense, multicentrico, condotto attraverso una rete di strutture di terapia intensiva neonatale (NICHD – MFMU) (Diabetes N Erigi J Med 2009;361:1339-48) – hanno chiaramente dimostrato che il trattamento del diabete gestazionale riduce l'incidenza degli esiti avversi della gravidanza, anche nelle forme con lievi alterazioni metaboliche. La diagnosi del diabete gestazionale è, pertanto, rilevante per l'esito della gravidanza e rappresenta, inoltre, un'importante occasione di prevenzione della malattia diabetica nella madre (Lancet 2009,373:1773-1779);
   il follow-up del diabete gestazionale dopo il parto rappresenta un aspetto critico, in considerazione dell'elevata frequenza di sviluppo di diabete tipo 2, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari dopo il parto, ed è oggi insufficiente in quanto la percentuale di donne che dopo il parto esegue la curva da carico di glucosio (inferiore al 30-40 per cento) (Scientific Committee of GISOGD Group.Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol.2009 145(2): 149-53);
   il diabete pregestazionale (diabete tipo 1 e tipo 2) è gravato da una serie di complicanze materne e fetali fra le quali le più significative sono le frequenti malformazioni. Numerosi studi hanno, infatti, dimostrato come il rischio di malformazioni aumenti in relazione al grado di compenso metabolico nei periodi precedenti ed immediatamente successivi al concepimento (Diabetes Diabetes Care 2003;26:2990-299; Nutr Metab & Cardiovasc Dis. 2008);
   nel diabete pregestazionale l'attenta programmazione della gravidanza, con l'ottimizzazione del controllo metabolico, permette di ridurre sensibilmente il rischio di malformazioni congenite e la morbilità materno-fetale legata al diabete come dimostrato da numerosi studi (JAMA 1991;265:731-736);
   in Italia la percentuale di gravidanze programmate risulta inferiore al 50 per cento nelle donne con diabete tipo 1 e al 40 per cento in quelle con diabete tipo 2 (Nutr Metab & Cardiovasc Dis. 2008);
   la mancata programmazione della gravidanza e la carenza di centri di riferimento dedicati (Diabet Med 2008;25:379-380) e integrati con gli ostetrici fa sì che la situazione italiana sia ancora lontana dagli standard ottimali indicati dalla dichiarazione di St. Vincent: rendere l'esito della gravidanza diabetica simile a quella della gravidanza fisiologica. Ciò spiega, almeno in parte, sia l'incidenza di malformazioni 5-10 volte maggiore nella popolazione diabetica rispetto la popolazione generale, sia l'elevata incidenza di parti pretermine e cesarei;
   è ben dimostrato che l'obesità in gravidanza si associa a complicanze sia materne, quali aborto, tromboembolia, diabete gestazionale, ipertensione, preeclampsia-eclampsia, parto pretermine, taglio cesareo, emorragia post parto, infezioni post parto, sia fetali quali macrosomia, distocia di spalla, malformazioni, mortalità neonatale (London CEMACH 2007). Ci sono, inoltre, evidenze che l'obesità è un fattore di rischio di mortalità materna. Il report del Confidential Enquiry into Maternal and Child Healths mostra che negli anni 2000-2003 il 28 per cento delle madri decedute erano obese (London CEMACH 2007);
   è, quindi, di fondamentale importanza non solo assicurare uno stretto follow up alle donne obese in gravidanza, ma operare in termini di prevenzione delle complicanze legate all'obesità in gravidanza con un'attività di counseling preconcezionale (SIO-ADI Standard italiani per la cura dell'obesità 2012-2013);
   in data 26 marzo 2014, nel corso dell'evento web hangout 5 azioni (www.5azioni.it) dedicato al diabete e alla gravidanza, realizzato sulla piattaforma digitale google plus e trasmesso sul portale youtube, cui hanno partecipato medici ed operanti del settore e madri che hanno dovuto gestire il diabete in gravidanza, si è svolto un forte dibattito via web da parte di community di madri (diventaremamme.it; mammegiardinicavour.blogspot.com; mammiferadigitale.blogspot.it; periodofertile.it; blogmamma.it; romagnamamma.it; genitorichannel.it; mammeduepuntozero.it; ciaomamme.it; pianetamamma.it; dolceattesa.it.rcs.it) sulle necessità e le problematiche che una donna con diabete o con diabete gestazionale si trova ad affrontare –:
   se non si ritenga opportuno intervenire con urgenza al fine di:
    a) implementare lo screening, la diagnosi ed il follow up del diabete gestazionale che dovrebbero essere gratuiti su tutto il territorio nazionale, individualizzando uno specifico codice di esenzione da utilizzare;
    b) implementare il follow up postparto delle donne affette da diabete gestazionale per identificare precocemente le donne ad elevato rischio di diabete o con alterazioni della glicemia o diabetiche, rendendo la prima curva da carico di glucosio postparto gratuita;
    c) promuovere da parte del Ministero della salute campagne informative/educative sul diabete gestazionale, la sua prevenzione e le sue complicanze a breve e lungo termine;
    d) promuovere da parte del Ministero della salute campagne informative/educative sui rischi della gravidanza nella donna obesa al fine di promuovere un corretto stile di vita prima della gravidanza per migliorare il peso prima del concepimento;
    e) promuovere percorsi nascita integrati diabetologi-ostetrici per le gravidanze complicate da diabete.
(2-00556) «Binetti, Dellai».