ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00316

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 125 del 26/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: BONAFEDE ALFONSO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 26/11/2013
ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 26/11/2013
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 26/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 26/11/2013
Stato iter:
06/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/12/2013
Resoconto BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2013
Resoconto GIRLANDA ROCCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 06/12/2013
Resoconto BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 27/11/2013

DISCUSSIONE IL 06/12/2013

SVOLTO IL 06/12/2013

CONCLUSO IL 06/12/2013

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00316
presentato da
BONAFEDE Alfonso
testo presentato
Martedì 26 novembre 2013
modificato
Venerdì 6 dicembre 2013, seduta n. 133

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il settore valutazione di impatto ambientale/valutazione ambientale strategica della direzione tecnica Arpat (Azienda regionale per la protezione ambientale della Toscana) ha recentemente elaborato una nota, riferita alla valutazione dei dati e dei report di monitoraggio idrogeologico trasmessi da Italferr relativi al periodo 1o gennaio 2012-31 marzo 2013 ed inerente all'attività dei cantieri per il nodo ferroviario alta velocità di Firenze;
   la citata nota denuncia una condizione particolarmente allarmante sotto il profilo della sostenibilità idrogeologica dei cantieri certificando che, pur in presenza di lavori sostanzialmente fermi e con le sole poche opere realizzate, non si riesca a ripristinare a valle il livello della falda acquifera precedente alla realizzazione dell'imbocco Sud del tunnel e del camerone della stazione alta velocità, registrando in particolare che tale falda si sia alzata risentendo dell'effetto barriera dei diaframmi, che i pozzi non funzionano sufficientemente e che la stessa acqua di falda risulta contaminata;
   nello specifico, l'Arpat valuta che «sulla base delle elaborazioni, si evincono alcuni dati anomali, in taluni casi localizzati e quindi presumibilmente riconducibili ad attività di cantiere» come, ad esempio, «un aumento di torbidità che appare decisamente localizzato nelle vicinanze del cantiere passante AV» o altresì, che «per quanto riguarda i livelli piezometrici, presso la zona di Campo di Marte (area del cantiere) si conferma un sostanziale aumento del dislivello piezometrico fra monte e valle dell'opera» ed ancora, «per quanto riguarda l'area della stazione, viene evidenziata la difficoltà dell'attuale sistema di continuità della falda a raggiungere una effettiva mitigazione dell'effetto barriera dovuto alla realizzazione dei diaframmi della nuova stazione AV»;
   secondo uno studio della facoltà di architettura dell'università di Firenze, considerate le anomalie oggi riscontrate dall'Arpat connesse alla falda acquifera che incrocia i lavori per lo scavo del tunnel in questione, ove venisse mantenuta a lungo questa situazione, la variazione della quota della falda provocherebbe il cedimento degli edifici di valle e la riduzione della sicurezza degli edifici di monte per la diminuzione della portanza delle loro fondazioni;
   a fronte delle riportate valutazioni formulate, la stessa Arpat segnala all'osservatorio ambientale del nodo alta velocità di Firenze di procedere celermente al nuovo dimensionamento della batteria di pompe di presa e resa facenti parte del sistema di continuità, nonché di operare una complessiva rivalutazione dei sistemi di continuità della falda;
   i lavori per il passante Tav, oltre ad aver subito un innalzamento incontrollato dei costi di realizzazione dell'opera, passando dai 685 milioni di euro nel 2007 agli oltre 17 miliardi di euro attualmente stimati, presentano, a monte, gravi carenze autorizzative legate al progetto, come la mancanza totale di valutazione di impatto ambientale per la nuova stazione alta velocità o l'assenza di nulla osta paesaggistico e, a valle, numerose problematicità che si sommano agli allarmanti esiti dei rilevamenti idrogeologici conseguenti allo scavo del tunnel ricordati in premessa, come, ad esempio, la questione delle terre di scavo prodotte dalla fresa, le quali, per essere dichiarate «non rifiuti», dovrebbero per legge essere sottoposte ad analisi specifiche e aggiornate, le quali tuttavia non risultano previste nei lavori in questione;
   gli stessi lavori, sotto il profilo politico-amministrativo, sono stati nel mese di settembre 2013 oggetto di un vasto scandalo dai risvolti giudiziari che ha visto coinvolti nelle indagini ben trentuno soggetti, fra i quali la presidente di Italferr o ex presidente della regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, posta ai domiciliari con altri cinque accusati di associazione a delinquere finalizzata a corruzione e abuso d'ufficio; il geologo siciliano già dirigente Ds poi Pd a Palermo, Gualtiero (detto Walter) Bellomo, membro della commissione valutazione impatto ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; Furio Saraceno, presidente di Nodavia; Valerio Lombardi, ingegnere di Italferr; Alessandro Coletta, consulente, ex membro dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; Aristodemo Busillo, della società Seli di Roma che gestisce la grande fresa sotterranea per realizzare il tunnel Tav a Firenze e che venne posta sotto sequestro dalla magistratura. Gli indagati, secondo il giudice per le indagini preliminari di Firenze, «grazie al ruolo» di presidente di Italferr e «alle entrature politiche» di Maria Rita Lorenzetti perseguivano «obiettivi precisi di comune interesse che diventano per ciò stesso le finalità dell'organizzazione criminale», come in occasione delle pressioni volte ad ottenere un decreto che mutasse la qualifica giuridica delle terre di scavo da rifiuti, da smaltire in discariche apposite, a «sottoprodotti» da poter trattare come normali inerti; oppure per conseguire un'autorizzazione paesaggistica dell'opera, in scadenza, oltreché «ottenere il massimo riconoscimento possibile delle riserve contrattuali poste dagli appaltatori per una maggiorazione delle spettanze per centinaia di milioni» –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle allarmanti considerazioni formulate dall'Azienda regionale per la protezione ambientale della Toscana riferite alla valutazione dei dati e dei report di monitoraggio idrogeologico – relativi al periodo 1o gennaio 2012-31 marzo 2013 – inerenti all'attività dei cantieri per il nodo ferroviario alta velocità di Firenze e quali siano i suoi orientamenti in merito;
   quali opportune misure intenda adottare volte al tempestivo e duraturo ripristino della sicurezza strutturale dell'area della città di Firenze interessata dai lavori per il tunnel del sottoattraversamento ferroviario dell'alta velocità;
   se, alla luce di quanto premesso, non ritenga di dover abbandonare il progetto del sottoattraversamento ferroviario dell'alta velocità della città di Firenze, dirottando, altresì, le risorse destinate a tale opera allo sviluppo del trasporto regionale e dell'intero nodo fiorentino di superficie.
(2-00316) «Bonafede, Segoni, Artini, Nuti».

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

FIRENZE - Prov,TOSCANA

EUROVOC :

impatto ambientale

protezione dell'ambiente

rete ferroviaria

eliminazione dei rifiuti

politica dei trasporti

trasporto regionale

trasporto ad alta velocita'