ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01651

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 822 del 28/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: AUCI ERNESTO
Gruppo: SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Data firma: 28/06/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROMANO FRANCESCO SAVERIO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE 28/06/2017


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01651
presentato da
AUCI Ernesto
testo di
Mercoledì 28 giugno 2017, seduta n. 822

   La Camera,
   premesso che:
    il progressivo aumento della popolazione anziana e la constatazione della sua continua crescita nella comunità rappresenta uno dei fenomeni socio-economici più critici dei nostri tempi: da un lato, infatti, si sta registrando una riduzione del tasso di natalità con conseguenze drastiche dal punto di vista previdenziale ed economico, dall'altro l'allungamento della vita media comporta un bisogno sempre maggiore di servizi, soprattutto, sanitari ed assistenziali, per le persone appartenenti alle fasce demografiche più longeve;
    in Italia, l'invecchiamento della popolazione e della forza lavoro è conseguenza di due principali fattori: da un lato, l'aumento della speranza di vita (nel 2012, la speranza di vita alla nascita è giunta a 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne – rispettivamente superiore di 2,1 e 1,3 anni alla media europea dello stesso anno –), dall'altro, la parallela diminuzione del tasso di natalità che ha fatto seguito al «baby boom» degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso;
    nel panorama mondiale l'Italia continua a essere uno dei Paesi con la maggiore proporzione di persone ultra 64enni che, a oggi, costituiscono circa il 20 per cento della popolazione;
    le più recenti proiezioni dell'Istat indicano inoltre che, nel 2051, un italiano su tre avrà più di 64 anni. Anche nel nostro Paese, l'invecchiamento della popolazione rappresenta «un trionfo e una sfida» per la società;
    l'Italia è tra i primi Paesi al mondo per aspettativa di vita, ma non per aspettativa di vita in buona salute. A fronte di tale scenario, l'Organizzazione mondiale della sanità ha tracciato una strategia di promozione della salute e valorizzazione della persona ultra 64enne, indicata con il nome di «active ageing», che intende favorire una diversa concezione dell'invecchiamento a partire da un nuovo ruolo e di valorizzazione della persona ultra 64enne all'interno della società;
    il contesto territoriale italiano rischia di caratterizzarsi sempre più per meccanismi di parcellizzazione ed isolamento sociale, per la mancanza di comunicazione tra le generazioni e soprattutto per la solitudine delle persone anziane che escono da una vita attiva;
    le nuove tecnologie, se da un lato rappresentano una grande opportunità di crescita civile, dall'altro rischiano di far perdere quel «dialogo intergenerazionale» tra giovani e anziani che farebbe venir meno le relazioni, l'unità e la solidarietà;
    nella logica di un approccio globale (salute, abilità, autonomie, relazioni, interessi) compito delle istituzioni sarebbe quello di valorizzare le potenzialità e gli interessi dell'anziano, dopo l'uscita dal ciclo produttivo;
    questo aspetto rappresenta un punto cardine per la diffusione di luoghi dove poter far emergere occasioni culturali e di socializzazione, al fine di ritardare il più possibile l'isolamento, la solitudine e la perdita di autonomia;
    è perciò fondamentale il ruolo dell'anziano, come valore e risorsa per la società, soprattutto per le nuove generazioni; in quest'ottica, quindi, è necessario promuovere un «cambiamento culturale», dove la terza età, che per definizione è in continua evoluzione, venga considerata sotto i suoi aspetti positivi più che di emarginazione, assistenzialismo e patologia;
    l'obiettivo principale dovrebbe essere quello di spostare l'attenzione nel considerare l'anziano come fruitore di servizi ed interventi assistenziali, all'anziano come soggetto portatore di esperienze, competenze, capacità pratiche, teoriche, storia e saggezza;
    diverse ed autorevoli fonti statistiche evidenziano una maturità demografica che porta a ripensare il ruolo dei lavoratori ultra 50enni come risorsa all'interno di un mercato del lavoro che vede aumentare la loro permanenza, anche a seguito dell'ultima riforma previdenziale che ha introdotto nuovi criteri per il pensionamento spostandone in avanti l'età. Il mercato del lavoro deve quindi nei prossimi anni prepararsi a valorizzare questo capitale umano aggiuntivo in età matura;
    in questo quadro, è necessario progettare politiche attive per promuovere il cosiddetto active ageing, ovvero forme di invecchiamento attivo della popolazione;
    l'utilizzo dei lavoratori in terza età attiva per l'accumulo e il trasferimento di know how si può ad esempio attuare attraverso un impiego sistematico di anziani in attività di mentoring e tutoring per i nuovi assunti; formazione di knowledge groups con programmi definiti e valorizzazione delle attività di trasferimento di conoscenze dagli anziani ai giovani; scambi di esperienze e di competenze attraverso team di lavoro con composizione diversificata per età;
    è fondamentale quindi valorizzare l'esperienza maturata e il senso di appartenenza di cui gli anziani sono fortemente portatori favorendo la loro partecipazione alla vita sociale e produttiva, anche ma non esclusivamente nell'azienda presso cui hanno lavorato attraverso forme di inserimento professionale, formazione e tutoraggio non retribuite, se non con simboliche forme di rimborso spese;
    le indicazioni in tema di invecchiamento attivo risultanti dalle best practice europee (i casi Bmw e Bosch su tutti) hanno avuto applicazioni diseguali nei vari Paesi e poco più che iniziali nel contesto italiano (alcune azioni in tema di active ageing e welfare aziendale sono state adottate, ad esempio, da Enel e Telecom Italia), che pure presenta particolari motivi per affrontare i vari aspetti del problema: crisi acuita della natalità, allungamento accelerato della speranza di vita, rapido spostamento in avanti delle età e condizioni di pensionamento;
    l'impresa è infatti il terreno principale di sperimentazione per la gran parte delle buone pratiche europee. La loro efficacia dipende innanzitutto dall'iniziativa del management, ma richiede anche un clima aziendale partecipativo;
    l'individuazione di politiche innovative al fine di migliorare l'invecchiamento attivo risulta fondamentale per far sì che una persona anziana non sia percepita come un peso da assistere accelerando il processo di decadimento e anticipando così costi sociali ed economici;
    il ruolo proattivo ha un'importanza fondamentale per via degli effetti benefici che si ripercuotono sugli stessi anziani e sulla comunità sia in termini di qualità di vita che di costi;
    gli anziani dovrebbero avere il potere di rimanere indipendenti e autonomi il più a lungo possibile nel loro ambiente familiare e della comunità e rimanere socialmente attivi;
    il tema dell’active ageing, dell'invecchiamento attivo, costituisce una dimensione trasversale degli interventi per il lavoro, il welfare e lo sviluppo di grande importanza per l'Italia;
    lo stesso Parlamento europeo ha proclamato il 2012 quale anno europeo dell'invecchiamento attivo riconoscendo «il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale»,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per valorizzare l'aspetto occupazionale e dell'aumento della popolazione attiva, intesa in senso estensivo e favorire il passaggio generazionale ed il trasferimento dei saperi, soprattutto nell'ambito delle attività legate alla dimensione artigiana del made in Italy;

2) ad assumere iniziative per migliorare l'aspetto finanziario e previdenziale, per sostenere un miglior equilibrio tra persone attive ed inattive, occupati e ritirati dal lavoro, mettendo al centro dell'iniziativa legislativa del Governo la terza età attiva;

3) a valutare la possibilità di assumere iniziative per migliorare l'aspetto sociale e culturale, per mantenere attiva la popolazione il più a lungo possibile, sostenendo la formazione continua e l'apprendimento permanente per i lavoratori, promuovendo il welfare aziendale e sostenendo l'attivazione e l'impegno per la comunità e la società della terza età attiva;

4) a mettere in campo, se necessario attraverso iniziative normative, strumenti per agevolare le imprese ad avvalersi della collaborazione delle persone anziane durante i loro processi produttivi, facendo sì che un'impresa ricorra alla collaborazione a titolo non oneroso, attraverso forme di «rimborso spese», dell'anziano professionalizzato con risvolti positivi sia in termini di produzione aziendale, che di formazione per le future generazioni;

5) a prevedere, anche attraverso adeguati strumenti normativi, degli incentivi a favore del terzo settore affinché esso possa avvalersi, nelle attività di promozione sociale e culturale, delle persone anziane;

6) a valutare la possibilità di assumere iniziative per rivedere le norme riguardanti la collaborazione degli anziani presso enti pubblici di cui hanno fatto parte, rendendo più flessibile la normativa in merito.
(1-01651) «Auci, Francesco Saverio Romano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

invecchiamento demografico

popolazione attiva

anziano