ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01507

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 740 del 13/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: LA RUSSA IGNAZIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 13/02/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
MURGIA BRUNO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 13/02/2017


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01507
presentato da
LA RUSSA Ignazio
testo di
Lunedì 13 febbraio 2017, seduta n. 740

   La Camera,
   premesso che:
    è oramai nota la gravità della crisi petrolifera, agricola e industriale in atto in Venezuela da oltre un anno;
    il popolo venezuelano sta subendo un grave detrimento delle normali condizioni di vita, sostanzialmente riassumibile in assenza di generi alimentari di prima necessità, assenza di medicinali, assenza di sicurezza personale, delinquenza dilagante, un aumento incontrollato del prezzo dei generi alimentari in un mercato nero in cui una confezione di pasta può arrivare a costare 270 euro;
    in base al rapporto presentato il 31 maggio 2016 dal segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (OSA) l'inflazione in Venezuela si attesta sul settecento per cento, il deficit fiscale ammonta a quasi un quinto del prodotto interno lordo del Paese, il debito pubblico ammonta a 220 miliardi di dollari, l'indice di povertà dimostra che i poveri sono il 76 per cento della popolazione e addirittura l'85 per cento sarebbe malnutrito;
    le imprese ed aziende subiscono continui atti di sciacallaggio e vengono assaltate e svuotate dei materiali, di modo che la ripresa di una eventuale produzione è comunque impossibile e il Paese continua a rimanere in preda a quelle che il New York Times ha recentemente definito come «convulsioni da fame»;
   è sempre più frequente l'utilizzo della giustizia come arma di persecuzione politica e continua ad aumentare la durezza della repressione delle proteste pubbliche;
    nel gennaio 2015, tramite un decreto presidenziale, è stato esplicitamente autorizzato l'uso di armi da fuoco per controllare incontri pubblici e manifestazioni pacifiche;
    nel 2013, quando il presidente Nicolas Maduro ha assunto l'incarico, stando ai dati del «Foro Penal Venezolano», organizzazione non governativa di difesa delle vittime di persecuzione politica, i prigionieri politici risultavano essere 11, ma tra il gennaio 2014 e il 31 maggio 2016, sono stati segnalati oltre quattromila detenzioni, arresti o fermi;
    il profondo vulnus democratico è esasperato dal continuo scontro di potere tra il Parlamento di opposizione eletto a dicembre 2015 e la Corte Suprema di giustizia;
    secondo il segretario generale dell'OSA «La Corte Suprema ha limitato le funzioni del potere legislativo, ha emesso una decisione ufficiale per limitare i poteri dell'Assemblea nazionale, sostenendo che sta tentando di usurpare le funzioni del potere esecutivo», e solo tra febbraio e marzo 2016 la Corte ha emesso oltre duecentocinquanta sentenze favorevoli al Governo «chavista»;
    la risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Venezuela 2014/2600 (RSP), approvata in seduta plenaria in data 27 febbraio 2014, ha voluto ribadire al Governo venezuelano che «il rispetto del principio della separazione dei poteri è fondamentale in una democrazia e che il sistema giudiziario non può essere impiegato dalle autorità a fini di persecuzione politica e repressione dell'opposizione democratica»;
    la risoluzione 2014/2998 (RSP), approvata in seduta plenaria in data 18 dicembre 2014, ha sollecitato «la UE, gli Stati membri e il vicepresidente/alto rappresentante Federica Mogherini a chiedere il rilascio immediato dei manifestanti arrestati arbitrariamente sin dall'inizio delle proteste nel febbraio 2014»;

con la risoluzione 2015/2582 (RSP), approvata nella seduta plenaria in data 12 marzo 2015, il Parlamento europeo ha espresso la sua «profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione in Venezuela e condanna l'uso della violenza contro i manifestanti; chiede alle autorità venezuelane di liberare immediatamente Antonio Ledezma, Leopoldo López, Daniel Ceballos e tutti i manifestanti pacifisti, gli studenti e i leader dell'opposizione arbitrariamente detenuti» e ha sollecitato l'Unione, gli Stati membri e la comunità internazionale a prendere posizione ed adottare misure per mostrare solidarietà con il popolo venezuelano durante questo periodo difficile;
    con la risoluzione 2016/2699 (RSP), approvata dal Parlamento europeo in seduta plenaria in data 8 giugno 2016, è stata espressa, inoltre, «preoccupazione per il blocco imputabile all'attuale stallo istituzionale e per l'uso dei poteri dello Stato da parte dell'esecutivo per controllare il Tribunale supremo e il Consiglio elettorale nazionale nell'intento di ostacolare l'applicazione di leggi e iniziative adottate dall'Assemblea nazionale» e si è chiesto al Governo venezuelano di «rispettare lo Stato di diritto e il principio della separazione dei poteri», ricordando che «la separazione e la non interferenza tra poteri ugualmente legittimi sono principi essenziali degli Stati democratici in cui vige lo Stato di diritto»;
    la prima risoluzione approvata dal Parlamento italiano nel 2014 sulla situazione in Venezuela impegnava il Governo italiano a «condannare l'uso della violenza da ogni parte provenga, sostenendo attivamente le iniziative volte ad assicurare il rispetto del diritto alla libertà di espressione, associazione e riunione sia nei confronti dei singoli cittadini sia nei confronti dei rappresentanti parlamentari e dei mezzi di informazione, garantendo così il mantenimento del quadro di garanzie dello stato di diritto»;
    la risoluzione approvata nel luglio del 2016 impegna il Governo italiano a porre in essere con urgenza «gli interventi opportuni per favorire una soluzione pacifica della crisi politica e, al tempo stesso, lenire la situazione umanitaria, consentendo la spedizione di medicinali»;
    un documento riservato della segreteria di Stato del Vaticano, inviato al Presidente della Repubblica, conterrebbe l'auspicio «che vengano adottate le misure per l'ingresso di cibo e medicine per il paese per alleviare la crisi umanitaria; che sia concordato un calendario elettorale; che sia restituito il potere del Parlamento, secondo la Costituzione; e che siano liberati i prigionieri politici»;
    il referendum «revocatorio» del Presidente avrebbe potuto essere l'unico strumento democratico in grado di garantire una soluzione pacifica alla crisi venezuelana;
    il referendum avrebbe dovuto tenersi entro il 10 gennaio 2017, e in caso contrario, una volta revocato il mandato, sarebbe rimasto in carica il Vicepresidente, nominato dallo stesso Nicolas Maduro;
    nonostante la consegna, nel mese di aprile 2016, di 1,8 milioni di firme a sostegno del referendum raccolte dalle forze di opposizione, il 20 ottobre 2016 il Consiglio nazionale elettorale ha deciso di bloccare la procedura di convocazione del referendum «revocatorio», rinviandolo a data da destinarsi;
    al contempo, sono state posticipate anche le elezioni regionali, che avrebbero dovute svolgersi nel dicembre 2016;
    il 4 gennaio 2017 Nicolas Maduro ha nominato vicepresidente il suo collaboratore più radicale, Tareck Zaidan El Aissami Maddah, un venezuelano di origine siriana, accusato di favorire la circolazione di fondamentalisti islamici in Venezuela, secondo l'informazione pubblicata dal Wall Street Journal nel 2014 e recentemente evidenziata dal portale ebraico-italiano Moked, e subito dopo Maduro ha creato il «Comando antigolpe», un gruppo di coordinamento delle forze repressive dello Stato posto sotto il controllo del nuovo vicepresidente;
    il 9 gennaio 2017 i legislatori dell'opposizione venezuelana hanno presentato all'Assemblea nazionale una mozione contro il Presidente Nicolas Maduro con lo scopo di tenere elezioni anticipate;
    la mozione, approvata dalla maggioranza dei parlamentari, è stata dichiarata incostituzionale dal Tribunale supremo di giustizia, controllato dal chavismo;
    il Venezuela ospita la terza comunità italiana, in ordine di importanza, nelle nazioni dell'America latina e, aggiungendo ad essi i discendenti delle generazioni successive, si superano ampiamente i due milioni di persone,

impegna il Governo:

1) a promuovere iniziative a tutela dei diritti umani e delle libertà individuali e collettive in Venezuela, del rispetto della sovranità del Parlamento venezuelano, democraticamente eletto dal popolo venezuelano il 6 dicembre 2015, dell'autonomia del potere legislativo e dei principi fondamentali della democrazia;
2) a condannare fermamente la persecuzione politica e la repressione dell'opposizione democratica venezuelana e le violazioni della libertà di espressione e manifestazione;
3) ad attivarsi in ambito europeo per una chiara presa di posizione dell'Unione europea rispetto al Governo venezuelano atta a ribadire l'imprescindibile esigenza del pieno rispetto dello stato di diritto e delle libertà fondamentali nel Paese, quale elemento essenziale delle relazioni tra la stessa Unione europea e il Venezuela;
4) ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in collaborazione con gli organismi internazionali e con i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, affinché sia dichiarata l'emergenza umanitaria in Venezuela e sia aperto un canale di aiuti per l'invio di cibo e medicine;
5) ad intervenire affinché siano rilasciati immediatamente Antonio Ledezma, sindaco di Caracas democraticamente eletto, e tutti i prigionieri politici;
6) ad attivarsi presso gli organi internazionali competenti affinché sia sospeso ogni tipo di rapporto economico e diplomatico con il Governo venezuelano fino all'indizione delle elezioni anticipate.
(1-01507) «La Russa, Rampelli, Cirielli, Giorgia Meloni, Murgia, Nastri, Petrenga, Rizzetto, Taglialatela, Totaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

discriminazione politica

violenza politica