ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01169

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 572 del 18/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 18/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 18/02/2016
MARTELLI GIOVANNA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 22/02/2016


Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/02/2016

Atto Camera

Mozione 1-01169
presentato da
MAESTRI Andrea
testo presentato
Giovedì 18 febbraio 2016
modificato
Lunedì 22 febbraio 2016, seduta n. 574

   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», detta i principi e i criteri direttivi a cui dovrà ispirarsi il Governo nell'adottare un decreto legislativo per la riforma dell'organizzazione, delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, anche mediante la modifica della legge 29 dicembre 1993, n. 580, come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23, e il conseguente riordino delle disposizioni che regolano la relativa materia;
    obiettivo del decreto legislativo dovrà essere quello di ridefinire la «mission» delle camere di commercio, nel rispetto dei principi e criteri direttivi precisi, tra i quali il ridimensionamento del diritto annuale a carico delle imprese, tenuto conto delle disposizioni di cui all'articolo 28 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114. Il diritto annuale a carico delle imprese, già ridotto per il 2015 al 35 per cento, giungerà a una riduzione del 50 per cento a partire dal 2017;
    la riduzione del diritto annuale del 50 per cento a regime si traduce in una diminuzione delle entrate che, a parità di funzioni e di livelli occupazionali, mina la sostenibilità economica del sistema camerale. Ne possono derivare impatti negativi sulla finanza pubblica, vista l'inclusione degli enti camerali nel perimetro delle amministrazioni pubbliche Istat;
    a fronte di questi rischi, i risparmi per le imprese sono marginali. In media, il risparmio sul diritto annuale pro capite al netto dell'effetto fiscale è stato di circa 44 euro nel 2015 (3,7 euro al mese), sarà di 50 euro nel 2016 (4,2 euro al mese) e, a regime, di circa 63 euro (5,25 euro al mese). Per le ditte individuali, che rappresentano il 54 per cento del totale delle imprese italiane, il risparmio effettivo è stato di circa 22 euro nel 2015 (meno di 2 euro al mese), sarà di 25 euro nel 2016 (circa 2 euro al mese) e di 31 euro dal 2017 (ovvero 2,6 euro al mese);
    viene così dimezzata quella che è l'entrata più significativa del bilancio delle camere di commercio. Considerate le funzioni di carattere pubblico che le camere di commercio hanno fino ad oggi svolto sia per la tenuta del registro delle imprese, sia in materia di promozione economica, tale norma avrà sicuramente un impatto negativo sui livelli di servizi erogati;
    è bene ricordare le competenze e gli oneri assegnati finora al sistema camerale dall'articolo 2 della legge n. 580 del 1993, che si riassumono per macro-categorie all'interno dei seguenti punti:
     1) tenuta del registro delle imprese e degli albi, ruoli ed elenchi professionali per lo svolgimento di attività economiche (raccomandatari marittimi, impiantisti, autoriparatori);
     2) tenuta del registro informatico dei protesti e dell'albo gestori ambientali;
     3) competenze per il rilascio e il rinnovo dei dispositivi di firma digitale e il rilascio delle carte tachigrafiche; funzioni del SUAP (sportello unico per le attività produttive), da esercitare su delega da parte dei comuni;
     4) funzioni di tutela, vigilanza e regolazione del mercato per garantire il corretto funzionamento degli scambi tra imprese e dei rapporti tra imprese e consumatori attraverso:
   a) servizi di mediazione, conciliazione e arbitrato amministrato per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori;
   b) servizi in materia di metrologia legale;
   c) gestione delle borse merci e delle commissioni nazionali per la trasparenza e la rilevazione dei prezzi; rilascio dei certificati d'origine, dei visti e diverse attestazioni di cui le imprese necessitano per le attività di commercio con l'estero;
   d) funzioni di vigilanza e ispezione per la tutela del made in Italy e in materia di sicurezza e conformità dei prodotti;
   e) funzioni di predisposizione di contratti-tipo e la verifica delle clausole vessatorie;
   f) registrazione e tutela sui mercati esteri dei marchi di impresa e di qualità;
     5) ulteriori competenze riguardano la materia ambientale – dalla ricezione del MUD (modello unico di dichiarazione ambientale), alla tenuta dei registri nazionali dei produttori di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, di gas fluorurati e di pile e accumulatori – e la proprietà industriale, con riferimento alla ricezione delle domande di registrazione per marchi di impresa nazionali e internazionali e delle richieste di brevetto;
     6) le camere di commercio sono chiamate a svolgere funzioni e compiti per la promozione degli interessi delle imprese e della competitività delle economie locali, con attività di:
   a) informazione, affiancamento, supporto e tutoraggio in materia di internazionalizzazione;
   b) accesso al credito (oltre 70 milioni di euro annuali destinati ai consorzi fidi in linea con quanto previsto dalla legge di stabilità);
   c) qualificazione delle filiere e tutela made in Italy;
   d) formazione e sostegno alla nuova imprenditorialità;
   e) sostegno all'infrastrutturazione dei territori, al turismo e alla cultura;
   f) sostegno all'innovazione e al trasferimento tecnologico;
   g) servizi di informazione economica;

    in sintesi, l'analisi dell'impiego del diritto annuale nelle attività del sistema camerale vede la destinazione del 43 per cento del suo ammontare alle funzioni obbligate sopradescritte, per una copertura complessiva del 46 per cento dei costi ad esse correlati. Un taglio del 50 per cento del diritto annuale permetterebbe di coprire quasi unicamente le funzioni obbligate e di azzerare le risorse per contribuire allo sviluppo economico del territorio;
    a fronte di un budget annuo da circa un miliardo di euro, 800 milioni arrivano sotto forma di contributi delle imprese italiane. La riforma con il taglio dei contributi del 50 per cento dal 2017 porterà alla chiusura dell'intero sistema, visto che il 46 per cento dei ricavi serve a pagare stipendi e a gestire gli uffici (per la pubblica amministrazione nazionale il dato sale al 70 per cento);
    il decreto legislativo dovrà ridefinire le circoscrizioni territoriali, con riduzione del numero dalle attuali 105 a non più di 60 mediante accorpamento di due o più camere di commercio; possibilità di mantenerne una singola non accorpata sulla base di una soglia dimensionale minima di 75.000 imprese, salvaguardando la presenza di almeno una camera commercio in ogni regione. I primi accorpamenti sono già effettivi: 28 enti si sono fusi in 12;
    il taglio delle sedi e la riduzione a un numero massimo di 60 camere di commercio comporterà una riduzione del personale del 25 per cento una volta che saranno finiti gli accorpamenti. Finiranno in mobilità circa tremila dipendenti, che dovranno essere ricollocati all'interno della pubblica amministrazione nei prossimi anni, in una situazione occupazionale già molto difficile, considerando che aspettano una ricollocazione anche i dipendenti delle ex province. Il ridimensionamento del sistema camerale rischia quindi di trasformarsi in un aggravio dei costi per lo Stato;
    la scomparsa delle camere di commercio, inoltre, potrebbe avere un impatto devastante sulle piccole e medie imprese che solo nel 2012 hanno ricevuto, in forma diretta o indiretta, 515 milioni di euro. Risorse che sono servite a finanziare l'internazionalizzazione, la presenza a fiere, ma soprattutto ad accedere al credito attraverso il sistema dei confidi, che garantiscono 80 milioni di euro l'anno. Per le piccole e medie imprese il rischio è che in cambio di un risparmio di 100 euro l'anno (i diritti fissi fino a 100 mila euro di fatturato ammontano a 200 euro, poi sono progressivi in base ai ricavi), potrebbero non avere più quelle garanzie economiche necessarie ad accedere a fondi nazionali ed internazionali e, soprattutto, non avrebbero più nessuno capace di sostenerle sul territorio e nel processo di internazionalizzazione;
    altra materia complessa, che il decreto legislativo dovrà trattare, è quella relativa al riordino delle competenze relative alla tenuta e alla valorizzazione del registro delle imprese, con particolare riguardo alle funzioni di promozione della trasparenza del mercato e di pubblicità legale delle imprese, la garanzia di continuità operativa del sistema informativo nazionale e l'unitarietà di indirizzo applicativo e interpretativo attraverso il ruolo di coordinamento del Ministero dello sviluppo economico. Appare ingiustificata la scelta di affidare registro delle imprese al Ministero dello sviluppo economico, poiché, fino ad oggi, la gestione da parte delle camere di commercio ha funzionato benissimo tanto da essere diventato un modello di eccellenza in Europa ed essere alla base dell'intero complesso delle funzioni di certezza e rispetto delle regole per il mercato;
    oltre a generare possibili inefficienze, il trasferimento del registro delle imprese dalla competenza tradizionale delle camere di commercio al Ministero dello sviluppo economico rischia di determinare nuovi oneri aggiuntivi alle casse statali;
    anziché pensare a un loro ridimensionamento, le camere di commercio potrebbero essere riformate divenendo il soggetto privilegiato e pubblico in grado di garantire tutela a coloro i quali decidono di intraprendere un'attività imprenditoriale,

impegna il Governo:

   a valutare un'ulteriore iniziativa normativa volta alla ipotizzata eliminazione del diritto annuale e comunque alla sua riduzione al 50 per cento, in considerazione delle conseguenze che ciò comporterebbe sia i termini occupazionali e funzionali che in termini di semplificazione razionalizzazione del sistema finalizzato al recupero e all'efficientamento dell'utilizzo delle risorse economiche;
   ad assicurare al personale delle camere di commercio oggetto del provvedimento citato, in seguito agli accorpamenti previsti dall'articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n. 124, garanzie di ricollocamento nella pubblica amministrazione in posizioni tale che ne valorizzino le competenze acquisite negli anni, scongiurando qualsiasi ipotesi di licenziamento.
(1-01169) «Andrea Maestri, Brignone, Civati, Matarrelli, Pastorino, Artini, Baldassarre, Bechis, Segoni, Turco, Martelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

camera di commercio

accumulatore elettrico

impresa multinazionale