ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00752

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 384 del 03/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 03/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
MAIETTA PASQUALE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/03/2015


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00752
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Martedì 3 marzo 2015, seduta n. 384

   La Camera,
   premesso che:
    la legge sul federalismo fiscale, che prevedeva anche misure di fiscalità di vantaggio e di sviluppo sul territorio italiano, non è ancora compiutamente attuata;
    le zone di frontiera del Friuli Venezia Giulia hanno rappresentato per anni lo snodo dei traffici via terra verso il nord e verso l'est Europa, con evidenti benefici di natura economica ed occupazionale per le popolazioni residenti, ma successivamente l'allargamento progressivo dell'Unione europea e l'adozione della moneta unica hanno provocato la perdita di tutta una serie di opportunità commerciali e di servizi, con evidenti ricadute negative sull'economia del territorio;
    di conseguenza, negli ultimi anni in queste zone sta crescendo vertiginosamente il fenomeno della fuga di aziende e imprese nei vicini Stati esteri, ove i vantaggi collegati alla fiscalità più favorevole, alla burocrazia meno asfissiante e al costo del lavoro molto meno oneroso rispetto al nostro Paese rappresentano un forte elemento di attrazione;
    per dinamiche parallele, sono anche sempre più numerosi i cittadini italiani residenti in Italia a ridosso del confine con gli altri Paesi comunitari che scelgono di trasferirsi in quei Paesi a causa dei differenziali più favorevoli dei costi della vita e dei servizi, oltre alle maggiori opportunità occupazionali offerte dai Paesi vicini all'Italia;
    sia la fuga di aziende italiane nei Paesi confinanti o comunitari, sia l'emigrazione di cittadini italiani nelle località limitrofe oltre confine, depauperano la ricchezza del Paese e non contribuiscono certo ad incrementare la crescita economica e del prodotto interno lordo locale e nazionale;
    la regione Friuli Venezia Giulia, sia in virtù della propria collocazione geografica, sia in virtù del proprio statuto di specialità, necessiterebbe dell'introduzione di forme di fiscalità di vantaggio come, per esempio, una più ampia libertà di detassazione per le nuove imprese e per le imprese dei giovani, senza peraltro gravare sulle casse dell'erario perché, se anche dovessero verificarsene, le eventuali iniziali minori entrate sarebbero a carico del bilancio regionale;
    con riferimento alla medesima regione, inoltre, in diverse occasioni, e anche a livello di amministrazione centrale con i competenti Ministeri, è già stata discussa l'ipotesi che siano istituite delle zone franche nelle aree di confine del Friuli Venezia Giulia;
    le zone franche urbane sono aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita nelle quali trovano applicazione programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese, il cui obiettivo prioritario è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse;
    le norme istitutive delle zone franche urbane hanno attribuito al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), su proposta del Ministero dello sviluppo economico, il compito di provvedere alla definizione dei criteri per l'allocazione delle risorse e per l'individuazione delle zone franche urbane sulla base di parametri socio-economici;
    con la delibera n. 5/2008 il Cipe ha recepito e approvato la proposta del Ministero dello sviluppo economico su «Criteri e indicatori per l'individuazione e la delimitazione delle zone franche urbane»;
    ad oggi le zone franche urbane istituite nel nostro territorio nazionale insistono prevalentemente nelle regioni dell'Italia centrale e meridionale;
    le caratteristiche delle zone franche urbane, così come delineate, possono costituire una valida risposta alla crisi delle aree confinarie della regione, perché intervengono su quegli aspetti che rendono «il fare impresa» più gravoso rispetto a quanto accade in Austria e Slovenia;
    nell'ambito dell'Unione europea esistono già numerose zone franche che, grazie ai benefici fiscali presenti, rappresentano un'ottima opportunità di sviluppo per i territori in cui sono istituite e per le popolazioni interessate e, parallelamente, consentono anche un aumento delle entrate fiscali per i rispettivi Stati;
    nel mese di maggio 2014 il Gruppo di Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale ha presentato un atto di sindacato ispettivo al Governo chiedendo quali iniziative intendesse assumere al fine di favorire il rilancio economico ed imprenditoriale della regione Friuli Venezia Giulia, anche attraverso la possibilità dell'istituzione di zone franche urbane nel suo territorio, ma la risposta non è mai arrivata;
    con riferimento al porto di Trieste, configurato come porto franco in base ad una lunga tradizione storica mantenendo tale assetto anche con l'approvazione del Trattato di Osimo, la nuova normativa in materia portuale, di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, al comma 12 dell'articolo 6 ha espressamente fatto salva «la disciplina vigente per i punti franchi compresi nella zona del porto franco di Trieste»;
    la disposizione di cui al comma 12 costituisce una norma di salvaguardia del sistema di organizzazione dei porti stabilito dalla legge n. 84 del 1994, perché, mantenendo questa speciale apertura di intervento ministeriale sul porto di Trieste, lascia sempre aperta la possibilità di un intervento modificativo della legge stessa con riferimento esclusivo al porto di Trieste, posto che il Governo italiano con riferimento ad esso ha assunto precisi obblighi internazionali;
    il citato comma 12 prevede, altresì, che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con proprio decreto stabilisca l'organizzazione amministrativa per la gestione di detti punti franchi, decreto ad oggi non ancora emanato;
    tuttavia, è pacifico che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, qualora dovesse ritenere necessario intervenire con una propria attività regolatoria, potrebbe solo ed esclusivamente disciplinare il campo di organizzazione amministrativa del porto e della zona franca, senza alcuna potestà relativa agli oneri fiscali e doganali che disciplinano il traffico merci attraverso di esso;
    il sistema portuale triestino vive una crisi di concorrenzialità che dipende anch'essa da alcuni fattori di disparità tra l'Italia e le vicine repubbliche di Slovenia e Croazia, vale a dire un eccessivo costo del lavoro, la rigidità burocratica e l'elevata pressione fiscale,

impegna il Governo:

   a valutare l'adozione di iniziative per apportare modifiche normative nella materia delle zone franche urbane al fine di estenderne l'accessibilità anche ai comuni del Friuli Venezia Giulia maggiormente colpiti dalle criticità di cui in premessa, ovvero ad individuare strumenti normativi analoghi da applicare alle medesime zone;
   a garantire la specificità del porto franco di Trieste, valutando l'adozione di ulteriori misure di defiscalizzazione in favore dei punti franchi in esso compresi;
   ad individuare strumenti idonei a realizzare il rilancio sociale, occupazionale e imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia, considerato il fatto alcune regioni italiane subiscono maggiormente la concorrenza dei Paesi esteri in ragione della loro collocazione geografica.
(1-00752) «Rampelli, Giorgia Meloni, Cirielli, Corsaro, La Russa, Maietta, Nastri, Taglialatela, Totaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona franca

organizzazione amministrativa

liberalizzazione degli scambi