ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00749

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 384 del 03/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 02/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAUSIN ANDREA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 02/03/2015


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00749
presentato da
BIANCHI Dorina
testo di
Martedì 3 marzo 2015, seduta n. 384

   La Camera,
   premesso che:
    negli ultimi anni, nel nostro Paese, si parla di zone franche urbane. La zona franca urbana può essere definita come una frazione di territorio urbano caratterizzato da un significativo disagio sociale, economico e occupazionale e spesso degrado ambientale nella quale vengono garantiti regimi di esenzione fiscale e contributiva per obiettivi preminentemente legati alla promozione e alla coesione sociale. Le aree interessate presentano, però, anche forti potenzialità di sviluppo che, per essere concretizzate, necessitano di programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e medie imprese. Obiettivo degli interventi è, infatti, la riqualificazione di queste aree, tramite l'incentivazione, il rafforzamento e la regolarizzazione delle attività imprenditoriali localizzate al loro interno;
    i territori che nel tempo si sono avvalsi di tale speciale condizione hanno riscontrato una notevole crescita trainata dalla stimolazione dei commerci e degli investimenti in attività produttive superando le condizioni iniziali di difficile accessibilità e, inoltre, sono spesso riusciti a perseguire altri obiettivi di carattere economico funzionali agli interessi del proprio Paese (ad esempio la Francia): infatti, dove sono state create zone franche urbane, queste hanno attirato investimenti esteri, creato posti di lavoro e sviluppato l'industria nazionale e le infrastrutture;
    le zone franche urbane, previste dall'articolo 1, comma 340 della legge 24 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) sono, come detto precedentemente, aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo prioritario delle zone franche urbane è favorire lo sviluppo economico e sociale dei quartieri di aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse;
    le zone franche urbane appaiono in grado di contribuire ad un'attuazione concreta e consapevole della coesione economica e sociale prevista dalla Costituzione (articolo 119, comma 5, della Costituzione) che recita: «Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni»;
    la recessione internazionale che ha colpito l'economia mondiale investendo anche il nostro Paese ha reso ancora più difficili le condizioni socio-economiche in cui si trovano moltissime delle cosiddette «zone di frontiera», ovvero quei territori situati presso il confine tra due Stati e che, soprattutto, a causa di una peculiare collocazione geografica, soffrono enormi disagi;
    il processo di delocalizzazione industriale in corso lungo la fascia di confine della regione autonoma Friuli Venezia Giulia con la Slovenia e con l'Austria, a causa delle condizioni fiscali più vantaggiose, previste dai medesimi Paesi di frontiera, ha determinato e sta determinando un progressivo ridimensionamento delle attività produttive della Regione italiana, con evidenti e forti ripercussioni negative sull'economia locale e sui livelli occupazionali;
    l'istituzione delle zone franche urbane può determinare il rilancio dell'economia del territorio della regione Friuli Venezia Giulia evitando, in questo modo, che i cittadini della regione siano costretti ad attraversare il confine, attirati da prezzi e condizioni economiche più vantaggiose che, di fatto, arrecano un danno agli esercizi commerciali italiani e alle entrate tributarie nazionali;
    in particolare, si rileva che la complessiva imposizione fiscale più favorevole in Stati come l'Austria e la Slovenia determina, come sopra detto, un trasferimento delle attività delle imprese del Friuli Venezia Giulia verso quei Paesi con innegabili benefici di natura economica per le popolazioni residenti;
    pertanto, l'introduzione di misure che possano rappresentare un efficace strumento di politica economica e fiscale per la regione Friuli Venezia Giulia costituisce un atto fondamentale per favorire lo sviluppo del territorio e delle popolazioni che vi abitano destinate, oggi, a sopportare oneri gravosi,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità, compatibilmente con le risorse di bilancio disponibili ed i vincoli di finanza pubblica, di istituire, nei territori compresi nei comuni di Trieste, Gorizia, Cividale, Tarvisio e Brennero, in via sperimentale e per tre anni, zone franche urbane finalizzate a favorire le attività industriali, commerciali, industriali, artigianali e turistiche al fine di favorire la promozione e lo sviluppo dell'economia locale nonché dell'occupazione;
   ad assumere iniziative per introdurre misure di agevolazione fiscale nei riguardi del settore marittimo al fine di agevolare l'attività portuale di Trieste;
   ad assumere le iniziative necessarie a prevedere, sempre in via sperimentale e temporanea, per i territori dei distretti industriali del Friuli Venezia Giulia lo status di zona franca.
(1-00749) «Dorina Bianchi, Causin».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona franca

zona franca industriale

coesione economica e sociale