ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00678

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 343 del 02/12/2014
Abbinamenti
Atto 1/00515 abbinato in data 03/12/2014
Atto 1/00657 abbinato in data 03/12/2014
Atto 1/00658 abbinato in data 03/12/2014
Atto 1/00663 abbinato in data 03/12/2014
Atto 1/00664 abbinato in data 03/12/2014
Atto 1/00681 abbinato in data 03/12/2014
Atto 1/00682 abbinato in data 03/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRUNO BOSSIO VINCENZA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARBONE ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
BOCCADUTRI SERGIO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
COPPOLA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
BONACCORSI LORENZA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
MAURI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
AIELLO FERDINANDO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2014
ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 03/12/2014


Stato iter:
03/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 03/12/2014
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 03/12/2014
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto OLIARO ROBERTA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto GAROFALO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 03/12/2014
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 03/12/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/12/2014

DISCUSSIONE IL 03/12/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 03/12/2014

ACCOLTO IL 03/12/2014

PARERE GOVERNO IL 03/12/2014

APPROVATO IL 03/12/2014

CONCLUSO IL 03/12/2014

Atto Camera

Mozione 1-00678
presentato da
BRUNO BOSSIO Vincenza
testo di
Mercoledì 3 dicembre 2014, seduta n. 344

   La Camera,
premesso che:
le reti di accesso di nuova generazione cablate, costituite in tutto o in parte in fibra ottica, sono in grado di fornire servizi d'accesso a banda larga e ultra larga molto più avanzati – grazie ad una maggiore capacità di trasmissione – rispetto alle reti in rame esistenti;
le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono il settore che più di ogni altro dà impulso e sostiene la crescita e lo sviluppo di un Paese: come è noto, le reti di nuova generazione – fisse e mobili – contribuiscono fattivamente alla crescita economica: secondo la Banca mondiale nella misura dell'1,3 per cento di prodotto interno lordo per ciascuna quota aggiuntiva del 10 per cento nella diffusione della banda larga;
l'infrastruttura di nuova generazione rappresenta, pertanto, una priorità di investimento perché contribuisce a sviluppare quell’«ecosistema digitale» necessario per recuperare produttività, attrarre investimenti, rivitalizzare la competitività internazionale e creare nuova occupazione qualificata;
la percentuale di investimenti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione sul prodotto interno lordo in Europa è, in media, pari a circa il 6 per cento, mentre in Italia non supera il 4,5 per cento. È ampiamente dimostrato che i Paesi che hanno un rapporto investimenti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione/prodotto interno lordo più elevato hanno più alti livelli di produttività; metà della crescita della produttività degli ultimi anni negli Stati Uniti è delegata al contributo degli investimenti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione; in Europa gli investimenti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione contribuiscono alla crescita della produttività per il 40 per cento, mentre in Italia per non più del 23 per cento;
la capacità di crescita delle aziende è sempre più inserita e condizionata dal contesto del sistema Paese: le possibilità di sviluppo delle aziende passano sia dalla capacità di individuare nuovi paradigmi e/o modelli di business, ai quali contribuisce l'investimento in tecnologie dell'informazione e della comunicazione, sia dal contesto in cui operano in termini di servizi tecnologici fruibili nel proprio territorio;
l'Agenda digitale non deve puntare a smaterializzare la carta, ma a far materializzare nuovi processi organizzativi e finanziari più coerenti con l'attuale contesto economico. La scelta dello switch-off (ovvero il passaggio totale dall'analogico al digitale) rappresenta l'unico modo per arrivare finalmente alla totale digitalizzazione delle comunicazioni interne alla pubblica amministrazione e tra questa e i cittadini e le imprese, inoltre è la chiave per spingere anche il nostro Paese a sviluppi rapidi sul digitale, agevolando al contempo l'alfabetizzazione digitale;
l'Agenda digitale europea ha fissato ambiziosi obiettivi in termini di reti e di servizi da conseguire entro il 2020: a) il 100 per cento di copertura con un collegamento a velocità superiore a 30 megabit al secondo e almeno il 50 per cento di popolazione connessa a 100 megabit al secondo; b) il 50 per cento della popolazione europea dovrà comunicare ed interagire con la pubblica amministrazione con modalità di rete; c) il 50 per cento dei cittadini dovrà abitualmente utilizzare l’e-commerce e il 75 per cento dovrà regolarmente ricorrere a internet; d) almeno il 33 per cento delle piccole e medie imprese dovrà vendere i propri prodotti o servizi mediante internet;
l'Italia ha, da un lato, un'insufficiente dotazione di questa fondamentale infrastruttura per cui occorre attivare tutte le iniziative necessarie per accelerarne lo sviluppo, e, dall'altro, una sovrabbondanza di infrastrutture di rete realizzate nel corso degli anni da enti locali, aree metropolitane e società miste, fuori dal controllo degli operatori di telecomunicazioni che duplicano infrastrutture esistenti spesso rimaste del tutto inattive;
l'Italia sconta un grave ritardo nella realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale europea, anche a seguito di uno sterile confronto tra disponibilità prioritaria dell'infrastruttura o quella dei nuovi servizi digitali, che non ha contribuito né a sviluppare nuovi servizi (sganciandoli definitivamente dalle precedenti modalità fisiche o analogiche) né ad ottimizzare le pur considerevoli dotazioni dell'attuale infrastruttura di rete intesa complessivamente, pubblica e privata;
l'Italia sconta una grave arretratezza su cultura e competenze digitali; dalla capacità d'uso, la cosiddetta «cittadinanza digitale», alle competenze digitali per il lavoro (tutti i lavori), la cosiddetta e-leadership, per finire, non ultimo, alle competenze specialistiche necessarie allo sviluppo di sistemi e servizi, sviluppo che consentirebbe al Paese di spostarsi da mero mercato consumer a Paese produttore di tecnologie;
la recente indagine conoscitiva sulla concorrenza statica e dinamica nel mercato dei servizi di accesso e sulle prospettive di investimento nelle reti di telecomunicazioni a banda larga e ultra-larga condotta congiuntamente dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha suggerito quattro ipotetiche forme di intervento pubblico per lo sviluppo delle reti di comunicazioni a banda ultra larga, distinte in funzione del grado di indirizzo esercitato dalla politica pubblica sul processo di sviluppo delle infrastrutture e del livello di investimento pubblico per la realizzazione delle reti, ovvero: a) le politiche di sostegno indiretto degli investimenti sia dal lato dell'offerta che della domanda; b) l'attività di coordinamento, controllo e monitoraggio dei processi di sviluppo delle reti («oversight»); c) l'investimento pubblico nella realizzazione delle reti nelle aree a «fallimento di mercato»; d) l’«accelerazione» del processo di sviluppo tecnologico;
la medesima indagine conoscitiva ha sottolineato che nel caso di costituzione di una rete nga (next generation access) di tipo Fttc, Fiber to the cabinet, sarebbe riutilizzabile solo il 36 per cento delle infrastrutture civili esistenti nella sezione primaria della rete di accesso in rame;
il Governo, in attuazione dei piani previsti nell'accordo di partenariato 2014-2020, ha recentemente presentato il piano «Crescita Digitale» e il «Piano nazionale Banda Ultra Larga», i cui obiettivi strategici sono strettamente collegati. Piani che saranno sottoposti a una consultazione con gli stakeholder del settore;
il Piano strategico banda ultra larga (Bul) prevede, entro il 2020, la copertura per l'85 per cento della popolazione con connettività di almeno 100 megabit al secondo e per il restante 15 per cento almeno 30 megabit al secondo attraverso investimenti per 6 miliardi di euro pubblici e 2 miliardi di euro privati;
in particolare, il Piano strategico banda ultra larga prevede che – oltre i 2 miliardi di euro di investimenti privati – le fonti di finanziamento saranno pubbliche e per lo più in programmi europei. In particolare, 419 milioni di euro dal Piano strategico banda ultra larga; 2,4 miliardi di euro da programmi operativi regionali a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e sul Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (Feasr); 230 milioni di euro da programmi operativi nazionali Fesr, fino a 5 miliardi di euro dal Fondo sviluppo e coesione (2014-2020),

impegna il Governo:

a promuovere la realizzazione di reti di accesso di nuova generazione aperte, efficienti, neutrali, economiche e pronte per evoluzioni future, garantendo il rispetto delle regole di libero mercato e concorrenza, anche attraverso azioni di coordinamento e di governance;
a favorire e sostenere gli investimenti delle imprese di telecomunicazioni, degli investitori istituzionali, delle utility in un'infrastruttura di accesso di nuova generazione aperta, efficiente e pro competitiva, anche favorendo amministrativamente la posa di reti di comunicazione, assumendo iniziative per ridurre i tempi per il rilascio dei relativi permessi ed escludendo il pagamento di oneri o indennizzi, fermo restando il solo obbligo di ripristino dello stato dei luoghi;
a incrementare, in un'ottica di efficienza della governance, il catasto di ogni infrastruttura, del sotto e sopra suolo, funzionale alla realizzazione di reti di banda ultra larga, siano esse in titolarità di operatori di comunicazione elettronica o di organismi pubblici e di concessionari pubblici;
a prevedere nelle cosiddette «zone a fallimento di mercato» e nelle quali non saranno previsti investimenti con fondi pubblici la possibilità di incentivare l'utilizzo di tecnologie alternative ai fini di ridurre il digital divide;
a realizzare concretamente tutti gli interventi necessari all'Agenda digitale nazionale, che consentano il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda digitale europea, mediante tutti gli strumenti di guida, che assolvano funzione di trasparenza delle procedure e di controllo dell'efficacia delle azioni dell'intera catena decisionale e realizzativa dei soggetti cointeressati (Governo, regioni, enti locali e autorità regolatorie);
a favorire lo sviluppo degli obiettivi del Piano strategico di crescita digitale, anche attraverso apposita iniziativa normativa che attui gli obiettivi del Piano, in particolare quelli relativi al programma «Italia login», e riduca le barriere d'ingresso ai servizi digitali anche attraverso un'azione di accompagnamento volta a ridurre il cosiddetto analfabetismo digitale;
a favorire la diffusione dell'utilizzo della rete e l'alfabetizzazione digitale anche attraverso una pianificazione dello switch-off dei servizi analogici della pubblica amministrazione verso servizi esclusivamente digitali, accompagnando cittadini e imprese nel processo di transizione con interventi coordinati di sviluppo delle competenze digitali in grado di stimolare anche la domanda di servizi e la capacità di integrarli nel cambiamento del Paese ed infine di realizzarli.
(1-00678) «Bruno Bossio, Carbone, Boccadutri, Tullo, Martella, Coppola, Bonaccorsi, Bargero, Lodolini, Mauri, Aiello, Losacco, Alfreider».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tecnologia dell'informazione

politica di sostegno

finanziamento pubblico