ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00655

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 323 del 03/11/2014
Abbinamenti
Atto 1/00629 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00633 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00634 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00640 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00643 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00646 abbinato in data 11/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 03/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/11/2014
MATARRELLI TONI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/11/2014
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/11/2014
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/11/2014
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/11/2014


Stato iter:
11/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 11/11/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/11/2014
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CALABRO' RAFFAELE NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/11/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/11/2014

ACCOLTO IL 11/11/2014

PARERE GOVERNO IL 11/11/2014

DISCUSSIONE IL 11/11/2014

APPROVATO IL 11/11/2014

CONCLUSO IL 11/11/2014

Atto Camera

Mozione 1-00655
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo presentato
Lunedì 3 novembre 2014
modificato
Martedì 11 novembre 2014, seduta n. 329

   La Camera,
   premesso che:
    gli ultimi dati pubblicati dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati evidenziano che il numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni ha superato il livello di 50 milioni di persone. È la prima volta dalla seconda guerra mondiale che tale soglia viene superata;
    secondo il rapporto annuale dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati «Global trends», pubblicato a giugno del 2014, che si basa su dati raccolti da Governi, organizzazioni non governative partner dell'Agenzia e dallo stesso Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, rivela che alla fine del 2013 si contavano 51,2 milioni di migranti forzati, ben 6 milioni in più rispetto ai 45,2 milioni del 2012;
    questo massiccio incremento è principalmente dovuto alla guerra in Siria, che alla fine del 2013 aveva già costretto 2,5 milioni di persone a diventare rifugiati e altri 6,5 milioni sfollati interni. Anche in Africa si è assistito a nuovi casi gravi di esodo forzato, in particolare nella Repubblica Centrafricana e, verso la fine del 2013, anche in Sud Sudan;
    esiste un evidente legame tra il numero di persone nel mondo costrette alla fuga da guerre e violenza e l'aumento degli arrivi via mare. Oltre il 50 per cento delle persone in arrivo in Italia nel 2014 sono in fuga dall'Eritrea e dalla Siria. Questo trend è iniziato a giugno/luglio 2013, prima che l'operazione Mare Nostrum venisse istituita in risposta alle tragedie in cui persero la vita 600 rifugiati, un anno fa;
    da ottobre 2013 sono state soccorse in mare circa 150.000 persone dalle unità navali Mare Nostrum, Guardia costiera e da mercantili, mentre si stima che le persone che hanno perso la vita siano quasi 4,000. In totale nel 2014 gli arrivi via mare nel Mediterraneo sono stati più di 170.000;
    ad oggi non ci sono alternative sicure per cercare protezione internazionale in Europa. La via mare è l'unica opzione per migliaia di persone, vittime di violenza e torture, persone disabili, donne e bambini;
    nell'ambito dell'operazione ci sono stati più di 80 mila controlli sanitari svolti dai medici della Marina militare e del servizio sanitario nazionale a bordo delle imbarcazioni. Sempre sono stati, poi, svolti controlli sanitari da medici e personale specializzato a terra, prima dello smistamento nei centri di accoglienza;
    preoccupanti appaiano i casi di discriminazione e psicosi collettiva, a volte aggravati dall'atteggiamento di alcune forze politiche, le quali, come accaduto nella manifestazione del 18 ottobre 2014 a Milano richiamano l'equazione «operazione Mare nostrum-operazione ebola nostrum», riferendosi alla presunta correlazione tra salvataggio delle vite in mare e propagazione del virus;
    l'epidemia del virus ebola rappresenta una seria minaccia alla salute da considerarsi come una minaccia globale. La lenta e inadeguata risposta della comunità internazionale ha amplificato le dimensioni di un dramma che poteva essere contenuto;
    la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha per troppo tempo sottovalutato gli appelli che provenivano dalle organizzazioni non governative e dai Paesi colpiti dall'epidemia;
    ad oggi, nonostante gli appelli rivolti alle Nazioni unite e agli Stati membri, alcuni Paesi si sono impegnati con risorse umane ed economiche che rappresentano soltanto un primo passo ma che sono ben lontani dagli impegni presi;
    è importante ora reagire prontamente, inviando personale sanitario esperto per curare i malati e rintracciare i casi sospetti, nonché materiale medico e dispositivi di protezione;
    i Paesi colpiti dall'epidemia, Liberia, Sierra Leone e, con un'estensione contenuta, Nigeria e Senegal, vanno supportati e va, soprattutto, scongiurato il loro isolamento per non compromettere lo sforzo degli aiuti internazionali e non aggravare la frattura sociale ed economica;
    l'impatto di questa epidemia si protrarrà ben oltre la sua fine, i sistemi sanitari avranno bisogno di essere ricostruiti e la fiducia ristabilita, la sorveglianza epidemiologica ridefinita, le perdite economiche risanate;
    a questo fine va supportata l'indispensabile ricerca clinica di terapie e di un vaccino, così come va rivisto l'approccio alla malattia attraverso la sensibilizzazione delle comunità con una corretta informazione sui rischi e sull'atteggiamento da seguire;
    è necessario che le strutture specializzate nel nostro Paese, prime fra tutte il centro Spallanzani di Roma e l'ospedale Sacco di Milano, vengano potenziate e allestite per gestire eventuali emergenze, preparando gli operatori sanitari e fornendo loro capacità conoscitive, d'intervento e materiali idonei;
    ad ogni modo occorre evidenziare, riguardo la correlazione tra migranti in fuga e rischio di propagazione del virus ebola nel nostro Paese, quanto dichiarato da uno dei massimi esperti nel nostro Paese, il dottor Giuliano Rizzardini dell'ospedale Sacco di Milano a la Repubblica il 26 ottobre 2014 rispetto ai probabili ricoveri di migranti affetti dal virus: «Se intendente i migranti che arrivano dai barconi, sicuramente mai. Troppo lungo il viaggio per raggiungere le nostre coste, troppo breve il tempo di incubazione, da due a venti giorni. Per il resto non abbiamo scali diretti con le zone calde del virus, cioè la striscia di occidente africano dalla Guinea alla Liberia e gli aeroporti direttamente interessati come Parigi o Bruxelles sono ben presidiati. Molto improbabile, dunque, che un malato conclamato raggiunga l'Italia. Al massimo potrà capitare un volontario che lavora nelle zone a rischio, come i due medici appena rientrati dalla Sierra Leone e attualmente in quarantena precauzionale. Ma io scommetterei, con la prudenza dell'esperienza, che non succederà»;
    alla luce delle parole riportate occorre stabilire le priorità e quali sono le emergenze umanitarie complessive a cui a cui il nostro Paese deve far fronte, tenendo presente che l'isolamento del focolaio necessita, in via prioritaria, di un'azione medica diretta sul focolaio e non, quindi, di pura difesa dei confini;
    il panico, la paura dello straniero, la difesa militare dei confini rispetto ai flussi migratori non è funzionale agli obiettivi sopra evidenziati ed è necessario far partire, a questo fine, una campagna informativa affinché si debellino parole usate in queste settimane in maniera strumentale, come «peste», «catastrofe», «pandemia», «malattia senza scampo», utilizzate troppo spesso solo per evocare paure nella gente e concentrare le paure sugli stranieri come se un virus potesse distinguere un migrante da un cittadino italiano, europeo, asiatico, africano, da un turista, come veicolo di contagio;
    come affermato più volte dal Governo, l'operazione Mare Nostrum dovrebbe terminare a novembre 2014 ed essere sostituita dall'operazione Triton che sarà gestita a partire dal 1o novembre 2014 dall'agenzia europea Frontex;
    tuttavia, Triton non avrà il mandato di svolgere attività di ricerca e soccorso in mare, ma soltanto di pattugliare i confini marittimi, costituendo una risposta soltanto parziale al problema;
    in questo modo, operazioni di ricerca e soccorso limitate alle acque sotto la giurisdizione italiana metteranno a rischio migliaia di vite, determinando un pesante impatto umanitario con il rischio di rivedere tragedie come quelle vissute il 3 ottobre 2013 a Lampedusa,

impegna il Governo:

   a organizzare una campagna capillare e chiara di poche e semplici informazioni sul virus ebola, sulle modalità di contagio e sulle precauzioni igieniche, sulle disposizioni precise e tempestive che operatori della sanità devono utilizzare nel sospetto di infezione e sull'approvvigionamento dei presidi da utilizzare nei casi sospetti dall'accettazione al trasferimento nella struttura di riferimento;
   a potenziare le strutture specializzate sanitarie esistenti, prime fra tutte, l'Istituto nazionale malattie infettive-Spallanzani di Roma e l'ospedale Sacco di Milano, dotandole delle opportune attrezzature e di un adeguato supporto medico;
   a continuare ad attivarsi, anche in sede europea, affinché l'operazione Triton comprenda le attività di salvataggio di vite umane in mare con compiti di ricerca e soccorso, in caso contrario a non sospendere l'operazione Mare Nostrum;
   a supportare, con adeguati finanziamenti, la ricerca clinica di terapie e di un vaccino, anche in collaborazione con i partner internazionali;
   a verificare la possibilità di incrementare, anche attraverso la collaborazione con le organizzazioni non governative, ulteriormente l'invio di risorse, personale medico specializzato nei Paesi africani dove si sono evidenziati casi di ebola, dotato di attrezzature idonee e medicine.
(1-00655)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Palazzotto, Nicchi, Matarrelli, Duranti, Piras, Scotto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

controllo sanitario

rischio sanitario