ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00507

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 248 del 18/06/2014
Abbinamenti
Atto 1/00495 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00499 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00500 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00503 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00508 abbinato in data 18/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: MARAZZITI MARIO
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 18/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELLAI LORENZO PER L'ITALIA 18/06/2014
SANTERINI MILENA PER L'ITALIA 18/06/2014
SCHIRO' GEA PER L'ITALIA 18/06/2014
SBERNA MARIO PER L'ITALIA 18/06/2014
GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA 18/06/2014
BINETTI PAOLA PER L'ITALIA 18/06/2014


Stato iter:
18/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 18/06/2014
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/06/2014
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto MARAZZITI MARIO PER L'ITALIA
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/06/2014

ACCOLTO IL 18/06/2014

PARERE GOVERNO IL 18/06/2014

DISCUSSIONE IL 18/06/2014

APPROVATO IL 18/06/2014

CONCLUSO IL 18/06/2014

Atto Camera

Mozione 1-00507
presentato da
MARAZZITI Mario
testo di
Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248

   La Camera,
   premesso che:
    la raccomandazione n. 92/442/CEE del Consiglio dell'Unione europea del 27 luglio 1992 sulla convergenza degli obiettivi e delle politiche di protezione sociale ha ribadito che la responsabilità dell'organizzazione e del finanziamento dei sistemi di protezione sociale spetta agli Stati membri;
    ad essa è seguita nel 1995 una comunicazione della Commissione europea che ha poi aperto il dibattito sul «Futuro della protezione sociale» e nel 1997 ha presentato la comunicazione «Modernizzare e migliorare la protezione sociale nell'Unione europea»;
    tra gli obiettivi di tale comunicazione si segnalano quelli volti a promuovere l'integrazione sociale e a garantire un'assistenza sanitaria di elevata qualità e sostenibile;
    la crisi economica e dei debiti sovrani degli Stati nazionali europei ha imposto severe misure di riduzione della spesa pubblica. Ovviamente la crisi economica globale ha parimenti colpito le famiglie e le comunità, minando la coesione sociale. Tra i gruppi vulnerabili più colpiti ci sono giovani, donne, anziani e lavoratori migranti;
    durante la prima fase della crisi (2008-2009), almeno 48 Paesi a reddito medio-alto hanno adottato misure di stimolo economico per un ammontare complessivo di 2.400 miliardi di dollari, di cui circa un quarto è servito a finanziare misure di protezione sociale. Nei Paesi in cui è stato attuato questo sostegno, esso ha funzionato come uno stabilizzatore automatico anticiclico che ha aiutato le economie a tornare in equilibrio e ha protetto dal disastro economico i disoccupati e i lavoratori precari;
    tuttavia, nella seconda fase della crisi, a partire dal 2010, diversi Governi hanno cambiato rotta, adottando prematuramente misure di risanamento dei conti pubblici, nonostante fosse ancora urgente il bisogno di sostenere le popolazioni vulnerabili e di stabilizzare i consumi;
    secondo il direttore del dipartimento della protezione sociale dell'Organizzazione internazionale del lavoro, le misure di risanamento dei conti pubblici non sono state limitate all'Europa; in realtà, nel 2014 «sono 122 i Governi che stanno riducendo la spesa pubblica e di essi 82 sono Paesi in via di sviluppo»;
    il «Rapporto mondiale sulla sicurezza sociale nel mondo 2014-15: costruire la ripresa economica» dell'Organizzazione internazionale del lavoro, ha stimato che oltre il 70 per cento della popolazione mondiale non è coperto da un'adeguata protezione sociale e solo il 27 per cento della popolazione mondiale beneficia di una sicurezza sociale completa;
    la protezione sociale si conferma lo strumento chiave delle politiche per la riduzione della povertà e delle disuguaglianze e serve a stimolare una crescita inclusiva, migliorando la salute e le possibilità dei componenti più vulnerabili della società;
    diversi Paesi ad alto reddito stanno tagliando i propri sistemi di sicurezza sociale. Nell'Unione europea i tagli alla protezione sociale hanno già contribuito a fare aumentare la povertà, che colpisce ormai 123 milioni di persone, ovvero il 24 per cento della popolazione, e tra esse molti bambini, donne, anziani e disabili;
    a livello mondiale, i Governi dedicano solo lo 0,4 per cento del prodotto interno lordo alle prestazioni per i bambini e per le famiglie, con differenze che vanno dal 2,2 per cento in Europa occidentale allo 0,2 per cento in Africa e nella regione asiatica e del Pacifico. Questi investimenti andrebbero aumentati, se si considera che circa 18.000 bambini muoiono ogni giorno e che molte di queste morti potrebbero essere evitate con un'adeguata protezione sociale;
    la spesa in protezione sociale per le persone in età lavorativa (ad esempio, per le indennità di disoccupazione, la maternità, la disabilità o gli infortuni) varia a seconda delle regioni, tra lo 0,5 per cento in Africa e il 5,9 per cento in Europa occidentale. A livello mondiale, solo il 12 per cento dei lavoratori disoccupati riceve un'indennità di disoccupazione, con differenze che vanno dal 64 per cento dei disoccupati in Europa occidentale a meno del 3 per cento nel Medio Oriente e in Africa;
    la raccomandazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (n. 202) sui sistemi di protezione sociale di base del 2012 rispecchia il consenso dei Governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori di 185 Paesi sulla necessità di estendere la sicurezza sociale;
    l'instaurazione di sistemi di protezione sociale di base ha anche ricevuto l'approvazione del G20 e delle Nazioni Unite;
    il nostro Paese negli ultimi anni è diventato, anche per ragioni geografiche, meta e luogo di transito di una nuova ondata di migrazione, sia di carattere economico che umanitario. Con una forte prevalenza di persone che fuggono da situazioni di guerra e insicurezza della vita o oppressione politica e religiosa. Questi flussi straordinari di migranti stanno ponendo il sistema di accoglienza italiano in seria difficoltà, con conseguenze negative sulle possibilità di garantire sicurezza e protezione sociale a tutti;
    prima ancora che la protezione sociale, il nostro Paese ha il dovere di garantire la sicurezza fisica di queste popolazioni che fuggono dai loro Paesi in guerra per ragioni politiche, etniche o religiose;
    l'Italia non è più in grado da sola di garantire, nel contempo, accoglienza in sicurezza e protezione sociale e, in quanto frontiera meridionale dell'Europa, dovrebbe contare sul sostegno dell'intera Europa nel fare fronte a questa emergenza, che non è solo italiana, ma europea. Essendo la riva sud dell'Italia da considerare a tutti gli effetti come la porta sud dell'Europa;
    deve considerarsi l'alto prezzo in numero di vittime che continua ad essere pagato per una situazione endemica di disordini e trasformazioni epocali, soprattutto dall'Africa sub-sahariana, dal Medio Oriente e dalla riva sud del Mediterraneo, con un alto numero di persone che provengono da situazioni di vera e propria guerra e persecuzione politica, sociale e religiosa. Fino all'ultimo episodio di 400 persone sbarcate dal Canale di Sicilia e dell'ultimo barcone rovesciato a una distanza di 40 miglia dalle coste libiche, con 40 sopravvissuti messi in salvo dalla Guardia costiera italiana, ma, verosimilmente, almeno altrettanti dispersi in mare;
    la sicurezza della vita è da considerarsi come indicatore minimo di civiltà e premessa a ogni minimo di sicurezza sociale, per i cittadini italiani o immigrati,

impegna il Governo:

   ad assumere, anche in vista del prossimo semestre europeo a guida italiana, concrete iniziative volte:
    a) ad introdurre, in prossimità dell'imminente scadenza fissata per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (il 2015), la questione della protezione sociale tra le priorità da inserire all'interno dell'agenda di sviluppo post-2015 per il futuro della cooperazione allo sviluppo multilaterale e bilaterale;
    b) a promuovere l'occupazione e le competenze ad assicurare il sostegno al reddito per i disoccupati, rafforzando le loro capacità professionali e mantenendo la base occupazionale delle imprese;
    c) a migliorare i sistemi di protezione sociale, quali motori del «circolo virtuoso di fiducia» e, di conseguenza, della ripresa dell'economia e dell'occupazione;
    d) ad includere la sostenibilità sociale nelle valutazioni di stabilità economica a livello nazionale e internazionale;
    e) a predisporre le misure utili ad avviare la richiesta di protezione internazionale e asilo sulla riva sud ed est del Mediterraneo, con una proposta così ulteriormente efficace e credibile all'Unione europea, al fine di poter predisporre viaggi sicuri, riducendo il numero delle vittime, e aumentare la sicurezza degli ingressi dei profughi, rifugiati e richiedenti asilo, mettendo le autorità in condizione di individuare anticipatamente eventuali opacità.
(1-00507) «Marazziti, Dellai, Santerini, Schirò, Sberna, Gigli, Binetti».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sicurezza sociale

condizioni e organizzazione del lavoro

disoccupazione

asilo politico

diritto del lavoro

lavoratore migrante