XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 19 di Lunedì 10 febbraio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SEMPLIFICAZIONE LEGISLATIVA ED AMMINISTRATIVA

Audizione di rappresentanti di Confprofessioni.
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Alessandrelli Claudia , Responsabile dell'area «Diritto e Giustizia» di Confprofessioni ... 3 
Tabacci Bruno , Presidente ... 9 
Taricco Mino (PD)  ... 10 
De Leo Lucilla , Consulente legislativo e per le relazioni istituzionali ... 10 
Tabacci Bruno , Presidente ... 10 
Alessandrelli Claudia , Responsabile dell'area Diritto e Giustizia di Confprofessioni ... 10 
Tabacci Bruno , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Confprofessioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Confprofessioni.
  Sono presenti il notaio Claudia Alessandrelli, Responsabile dell'area «Diritto e Giustizia», il dottor Francesco Volpicelli, Responsabile del Centro studi, il professor Andrea Buratti dell'Ufficio legislativo e la dottoressa Lucilla De Leo, Consulente legislativo per le relazioni istituzionali.
  I liberi professionisti affrontano quotidianamente le complicazioni attorno alle quali si sviluppa buona parte della loro attività. Bisogna però aggiungere che qualche profilo professionale deve la sua nascita proprio ai fattori di complicazione dell'ordinamento, e ci sono dei casi emblematici che abbiamo passato in rassegna in altre occasioni.
  Sarà dunque molto importante ascoltare dai nostri ospiti come giudichino la situazione e quali suggerimenti anche di metodo ci possano dare per migliorarla.
  Do la parola al notaio Claudia Alessandrelli, Responsabile dell'area «Diritto e Giustizia» di Confprofessioni.

  CLAUDIA ALESSANDRELLI, Responsabile dell'area «Diritto e Giustizia» di Confprofessioni. Grazie, presidente. Illustre presidente, onorevoli deputati e senatori, a nome di Confprofessioni e del Presidente Gaetano Stella, impossibilitato a partecipare, desidero esprimere un sentito ringraziamento per l'invito a questa audizione, che consente a Confprofessioni di condividere delle riflessioni in materia di semplificazione e in particolare sul percorso finora intrapreso dalle istituzioni, sui risultati ottenuti e sugli obiettivi ancora da raggiungere.
  Questa Commissione svolge un ruolo essenziale non solo di indirizzo, quindi un ruolo consultivo e anche di monitoraggio dell'attività del Governo, ma proprio in materia di consultazione della società civile e del mondo imprenditoriale.
  Confprofessioni auspica quindi che il ruolo di codesta Commissione possa essere incrementato e valorizzato nei prossimi provvedimenti. Abbiamo notato come già nel disegno di legge sulla semplificazione, l'Atto Senato n. 958, siano previste importanti deleghe volte alla codificazione.
  Il tema della semplificazione occupa un ruolo centrale nell'agenda politica italiana e presso le istituzioni europee ed ha assunto una configurazione omogenea a partire dalla seconda metà degli anni ’90; negli ultimi anni, a partire dal 2008, ha subìto una rapida accelerazione.
  Le misure di semplificazione che sono state introdotte nei diversi provvedimenti varati dal 2008 fino ad oggi si possono rimandare a tre direttrici fondamentali: semplificazione normativa, cui è connessa la qualità della regolazione, semplificazione Pag. 4dei procedimenti amministrativi, semplificazione burocratica, quindi degli enti amministrativi.
  Confprofessioni – dissociandosi dal coro generalizzato di critiche, a volte anche strumentali, nei confronti della politica sui risultati raggiunti dalla semplificazione – prende atto innanzitutto e apprezza quello che è stato lo sforzo, l'impegno delle istituzioni in materia di semplificazione, e i risultati finora raggiunti, permetteteci però di dire scarsamente percepiti, come ha recentemente sottolineato il Ministro D'Alia in un'audizione presso codesta Commissione.
  Molto è stato fatto, ma riteniamo che molto altro sia ancora da fare, e, più che sul piano giuridico, quindi astrattamente teorico, bisogna agire sul piano pratico. Riteniamo che si debbano dare delle risposte concrete, pratiche al mondo della società civile, al mondo della imprenditoria, e in questo riteniamo – Confprofessioni ha un fermo convincimento, che ha ribadito anche in un recente incontro con il Ministro D'Alia – che il professionista, proprio per il suo ruolo di intermediario, di filtro fra gli interessi e le aspettative della Pubblica amministrazione e le esigenze sia della società civile che del mondo imprenditoriale, cioè i cittadini/imprenditori, svolga un ruolo fondamentale.
  Consentitemi l'immagine analogica, ma possiamo parlare di una sorta di cerniera, cioè il professionista è una cerniera che si colloca a metà fra lo Stato e i privati e gli imprenditori, e in questo è il massimo e maggiore alleato della Pubblica amministrazione. Non lo dico solo come notaio a nome dei notai, che sono comunque una parte dello Stato, ma lo dico a nome dei 2 milioni di professionisti italiani. Noi svolgiamo un ruolo essenziale in sede di applicazione della norma. Come diceva il Ministro D'Alia, non basta la norma ma ci vuole il risultato, che deve essere raggiunto, cioè percepito.
  Vorrei focalizzare la vostra attenzione su questi due passaggi, perché su questi due passaggi sicuramente il professionista riesce a svolgere un ruolo importante, innanzitutto in sede di attuazione della norma. Non dimentichiamo che, ad esempio, i notai sono i primi tra gli operatori del diritto che applicano la norma praticamente dal giorno dopo la sua emanazione, ma lo stesso dicasi per i commercialisti, per i consulenti del lavoro. Noi dobbiamo avere delle risposte chiare e precise nei confronti dei clienti già dal giorno dopo l'emanazione, quindi non possiamo permetterci dubbi in sede interpretativa.
  Questo è il primo passaggio, per cui, mutuando i termini del drafting normativo, si può dire che i professionisti svolgono una funzione analoga a quella della VIR, la verifica dell'impatto della regolamentazione, in ambito di emanazione di una norma. Noi riusciamo a seguire la seconda fase, che è quella attuativa della norma, e a monitorarla successivamente. Chi più del professionista può dare un giudizio o una valutazione, constatando se la norma funzioni o non funzioni, e come e quanto funzioni ?
  Spesso, infatti, avendo osservato limiti e criticità delle norme, siamo stati propositivi nei confronti delle istituzioni per delle modifiche da apportare al fine di perfezionare il testo normativo; lì dove abbiamo osservato dei vuoti o delle lacune normative, ugualmente, abbiamo fatto delle proposte.
  Il nostro ruolo è importante anche nella percezione, perché il risultato deve essere percepito. La semplificazione ha prodotto tanti effetti positivi, però spesso non vengono realmente valutati per quello che sono dai cittadini e dagli imprenditori. Il professionista riesce a comunicare al cliente la norma sulla semplificazione, che il cittadino conoscendo il diritto può far valere nei confronti della Pubblica amministrazione, superando anche le resistenze dell'amministrazione stessa, che sono una delle cause della mancata, piena attuazione della semplificazione.
  Vorrei soffermarmi brevemente su semplificazione normativa e semplificazione amministrativa. Confprofessioni è una delle principali confederazioni che aggrega le varie associazioni di professionisti Pag. 5appartenenti alle diverse aree: l'area Economia e lavoro, quindi commercialisti e consulenti del lavoro, l'area Giustizia, quindi avvocati e notai, l'area Sanità e salute, quindi medici, veterinari e dentisti, l'area Ambiente e Territorio, quindi architetti, ingegneri, geometri. Ha una natura trasversale, per cui riesce a essere un osservatorio privilegiato in materia di interlocuzione con la Pubblica amministrazione.
  Iniziando dalla semplificazione normativa, vediamo cosa è stato fatto e cosa propone Confprofessioni. Grandi sforzi e un grande impegno che apprezziamo sono stati profusi dal Parlamento e dal Governo lungo due linee fondamentali: tecniche abrogative della legislazione vigente e tecniche di delegificazione.
  Per quanto riguarda le tecniche di abrogazione della legislazione vigente, effettivamente il risultato è sotto gli occhi di tutti: sono stati abrogati 410.000 provvedimenti primari e secondari a partire dal 2008, con i vari meccanismi denominati «taglia-leggi», «salva-leggi», «effetto ghigliottina». Attualmente le leggi sono 10.068 e dobbiamo arrivare a 5.000, in linea con gli altri Paesi europei.
  Tutto questo ha prodotto un effetto positivo, perché sicuramente ha contribuito a un quadro meno complicato, meno ingarbugliato, anche in termini di costo. Come sapete, infatti, la marcatura e l'introduzione di ciascun provvedimento nella banca dati «Normattiva» costa 200 euro, quindi l'abrogazione di 410.000 provvedimenti ha comportato anche un risparmio di spesa. Talvolta, però, questa tecnica può creare delle lacune normative, che per essere colmate richiedono un'opera di interpretazione abbastanza complessa e pericolosa.
  Una seconda tecnica molto seguita è la tecnica della delegificazione. Purtroppo c’è stato un ricorso ai decreti di urgenza – consentitemi il termine pur nel rispetto della sede – a volte quasi schizofrenica, laddove l'urgenza non si coniuga con la pianificazione che l'attività legislativa richiede, ossia una programmazione a monte e un'attività istruttoria a valle.
  Cito un esempio pratico: nel decreto-legge Destinazione Italia, n. 145 del 23 dicembre 2013, in materia di Attestato di prestazione energetica (APE) è stato abrogato il comma 3-bis dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 192 del 2005, per cui non siamo più obbligati ad allegare ai contratti di locazione ed alle donazioni l'Attestato di prestazione energetica. A distanza di pochissimi giorni, l'articolo 5, comma 2 del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 151 (cosiddetto «Milleproroghe»), ha invece previsto, disponendo la disapplicazione del medesimo comma 3-bis, che nelle operazioni immobiliari l'attestato di prestazione energetica può essere acquisito successivamente agli atti di trasferimento. A volte si arriva a questi risultati.
  Mi piace molto un'immagine che è presente nel programma della Commissione, la portaerei con una pista sulla quale ci sono tanti aerei che stentano a decollare perché purtroppo attendono l'attuazione di provvedimenti, l'emanazione di decreti attuativi, di regolamenti. Dal Governo Monti centinaia di decreti attendono ancora la loro attuazione. Finché non vengono adottati questi regolamenti, la legislazione rimane monca, sospesa, priva di efficacia. Di qui la tecnica della normativa a cascata, che crea tante difficoltà.
  Il quadro è molto complesso anche a causa di una legislazione che potremmo definire stratificata. Troppi i livelli normativi (il livello statale, il livello europeo, quello regionale, quello degli enti locali, quello delle norme tecniche degli enti locali e degli uffici tecnici), che contribuiscono a rendere il quadro molto ingarbugliato.
  Quali sono le proposte di Confprofessioni ? Innanzitutto noi puntiamo sui testi unici, quindi sulla codificazione, e anche nel disegno di legge atto Senato n.958 c’è una delega per il codice dell'ambiente. Questi codici, che devono essere di consultazione agile e snella, devono riguardare materie uniformi, così da eliminare le norme ripetute e inutili. Un modello virtuoso è la riforma del diritto societario, che riguardava soltanto una parte del codice civile, normativa ben riuscita che Pag. 6abbiamo vissuto in prima persona con i commercialisti dal 2001 al 2003, tanto che ha subìto pochissimi cambiamenti.
  La seconda proposta è fare un cronoprogramma dei decreti che attendono ancora il loro varo, proprio per dare concretezza e attuazione alla politica di semplificazione. Chiediamo inoltre che la norma sia chiara, sia certa, non contraddittoria, inequivocabile.
  Come hanno fatto i saggi nominati dal Presidente Napolitano, rivendichiamo questo diritto alla certezza della norma, perché il diritto inconoscibile ovviamente ostacola il calcolo economico, gli investimenti, e trasforma il cittadino in suddito.
  Mi sia consentito un esempio. Negli ultimi tempi, è molto diffusa la tecnica dell'asseverazione, per cui siamo passati dal provvedimento emanato dalla Pubblica amministrazione all'asseverazione in materia di DIA (Denuncia di inizio attività) e di SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), per rimanere nel campo edilizio.
  Il problema è che il tecnico si impegna a realizzare l'opera a norma, a fine lavori certifica che il manufatto è stato realizzato a norma, ma purtroppo a distanza di due giorni, di due mesi, di due anni si vive con la «spada di Damocle» che quello che era a norma possa essere ritenuto non più a norma, proprio per la mancanza di una norma chiara, coerente e non contraddittoria.
  Per rimanere in campo edilizio, il doing business nell'ambito dell'ottenimento dei permessi edilizi, purtroppo, ha fatto registrare una retrocessione dell'Italia, che dal posto centouno è passata al centododici perché mediamente si sono calcolate tredici procedure, 233 giorni per il rilascio del permesso di costruire. Questo viene addebitato sia alla mancanza di una norma certa, sia al quadro così complicato che vede tanti livelli di stratificazione statale, regionale e comunale.
  Poiché presumo che a questa Commissione siano stati sempre portati esempi negativi di retrocessione nel doing business, vorremmo citare anche un effetto positivo, in quanto l'Italia ha guadagnato venti posizioni, dalla cinquantaquattresima alla trentaquattresima, in materia di trasferimento della proprietà immobiliare.
  Qui voglio sottolineare che siamo riusciti a guadagnare queste posizioni perché è uno di quei campi in cui si riesce a creare una sintonia, un equilibrio perfetto, una sinergia fra un professionista come il notaio e l'Amministrazione, la Conservatoria dei registri immobiliari, che, in quest'opera di sinergia con il notariato, riesce a dare certezza giuridica.
  Ci sono quindi norme incerte, ma c’è anche un ambito in cui c’è certezza giuridica, che significa sicurezza dei traffici, stabilità sociale. Questo per citare anche un esempio positivo, posto che il doing business viene sempre portato a modello per i risultati negativi che si registrano di anno in anno.
  Proponiamo di rivisitare il Titolo V della Costituzione nel senso di meglio delineare le competenze statali e le competenze regionali. La riforma del 2001 non ha configurato bene questa demarcazione, per cui riteniamo essenziale definire i due ambiti, abolire dove possibile la legislazione concorrente, come ha fatto la Germania, o, se la legislazione concorrente deve rimanere in alcune materie, Confprofessioni propone quantomeno che siano codificati dei princìpi unitari, uniformi.
  Proprio per il fatto che a volte le norme vengono interpretate in maniera diversa anche secondo la prassi degli enti, non vedo perché nel Comune in cui esercito venga rilasciato un certificato di destinazione urbanistica con determinate caratteristiche, molto completo, molto accurato, e magari a venti chilometri di distanza venga rilasciato un certificato di una paginetta, privo di quei dati che invece sono presenti nel certificato rilasciato dall'altro Comune. La norma può infatti essere interpretata in vari modi, invece noi abbiamo bisogno di principi univoci, uniformi.
  Questa esigenza di uniformità ci rimanda al problema della semplificazione organizzativa, quella degli enti, che è strettamente connessa al problema della semplificazione normativa. Prima di esaminare l'intervento compiuto sugli Sportelli Pag. 7unici per le attività produttive (SUAP) e sulle Agenzie per le imprese, consentiteci una nota sulla complessità della macchina burocratico-amministrativa sia in senso verticale che in senso orizzontale.
  C’è una governance molto affollata e quindi, come a livello normativo c’è una sovrapposizione fra enti che hanno un potere legiferante, ugualmente questa sovrapposizione si riflette a livello organizzativo sugli enti. Con la riforma del 2001, che non fu attuata pienamente, alcune competenze furono attribuite dallo Stato alle regioni, l'ufficio statale non fu smantellato, rimase in piedi, ma nel contempo furono create strutture a livello regionale, e questo ha portato a una complicazione a livello burocratico, di procedure e di costi.
  Confprofessioni formula tre proposte. Riteniamo ormai essenziale arrivare alla codificazione di un codice di comportamento per la Pubblica amministrazione, in attuazione delle leggi contro la corruzione. Abbiamo accolto molto positivamente la norma che è stata inserita nel «Decreto del fare», che sanziona il ritardo nel procedimento amministrativo, però qui mi sia consentita una notazione: una norma del genere era già contenuta nella legge n. 241 del 1990, che già prevedeva la possibilità di valutare il ritardo del funzionario a livello disciplinare e a livello anche contabile. È stato ribadito, però non per la prima fase del procedimento, ma per la seconda, cioè la sanzione avviene non nei primi trenta giorni – tempo entro il quale il responsabile del procedimento deve emanare il provvedimento – ma nella seconda fase, che è quella in cui il cittadino può chiedere la nomina di un organo sostitutivo.
  Fra l'altro, non riguarda tutti i procedimenti, ma solo quelli in materia di impresa e quelli che iniziano di ufficio. Sono esclusi quelli a impulso di parte privata, coperti dal silenzio/assenso, quindi si chiede al limite l'applicazione più generalizzata della sanzione del ritardo.
  La terza proposta fondamentale per Confprofessioni è creare standard di efficienza, laddove città come Milano e Bologna rilasciano il permesso di costruire in cinque mesi, mentre Palermo e Catanzaro lo rilasciano in dieci mesi.
  Si dovrebbe mettere in rete queste informazioni positive, in modo che quell'Amministrazione possa ergersi a modello per le altre, creando una competizione virtuosa, e sanzionare quegli enti che non mettono in rete i loro dati e le loro informazioni, facendo una sorta di ostruzionismo. Noi crediamo molto nella cultura del risultato, della performance, ed è giusto anche che sia premiata.
  Per quanto riguarda gli sportelli SUAP, anche Confindustria, in una recente audizione presso questa Commissione, ne ha evidenziati i limiti. L'articolo 38 del decreto-legge n. 112 del 2008 ha previsto il riordino dei SUAP e delle Agenzie per le imprese. Al mese di novembre 2013 risultano costituiti 7.600 SUAP, però da una ricerca svolta sia dal Politecnico di Milano sia da Unioncamere emergono i limiti: questi SUAP operano a livello territoriale in maniera scoordinata tra loro, quindi c’è l'applicazione di procedure e di procedimenti diversificati, l'utilizzo di sistemi informativi non unitari.
  Per superare questi limiti, Confprofessioni chiede un'accelerazione sulle Agenzie per le imprese, formate da soggetti privati quali professionisti accreditati presso le Pubbliche amministrazioni in base a verifiche e controlli, in modo da erogare un servizio efficiente, ridurre i costi e ridurre i tempi.
  Questo sulla scia delle politiche di sussidiarietà. E qui veniamo a una delle proposte di Confprofessioni: sussidiarietà intesa non come sostituzione dello Stato, ma come attribuzione di alcuni compiti, di alcune funzioni ai professionisti. Un esempio per tutti: nel 2000, nell'ambito del notariato, si è passati dal controllo omologatorio del tribunale per la costituzione della società al controllo del notaio. La società vedeva la luce dopo cinque mesi, ora vede la luce in un giorno. Non è uno spot demagogico, ma è realtà.
  Questo ha comportato uno snellimento per la Pubblica amministrazione, l'ottenimento di una maggiore efficacia, efficienza, Pag. 8riduzione di costi per il cittadino, però chiaramente per il notariato ha comportato assunzione di responsabilità, in quanto noi siamo soggetti a pesanti sanzioni disciplinari nel caso in cui omologhiamo una società ove manchino le condizioni per poterlo fare.
  Un'altra legge è la n.122 del 2010 (di conversione del decreto-legge n. 78 del 2010), per cui dobbiamo verificare che sia depositata la planimetria presso il catasto. Tutto questo ha fatto emergere vari fabbricati fantasma, per cui gli immobili vengono regolarizzati anche dal punto di vista della rendita, cosa che per lo Stato significa, ovviamente, maggiori entrate.
  Per citare un esempio riguardante i commercialisti, l'articolo 38 del decreto-legge n. 83 del 2012 ha affidato loro il compito di asseverare i piani per la soluzione della crisi di impresa, quindi il commercialista diviene garante della serietà delle informazioni contenute in quel piano per i creditori e per gli organi giudicanti.
  Noi crediamo molto nella sussidiarietà e abbiamo elaborato un disegno di legge in materia nella scorsa legislatura, redatto con la collaborazione di avvocati, commercialisti, notai, consulenti del lavoro.
  Confprofessioni ritiene che la semplificazione non possa viaggiare su un binario distante da quello dell'informatizzazione e della digitalizzazione. È fondamentale attuare il codice digitale della Pubblica amministrazione, arrivare all'informatizzazione di tutte le procedure. Per riprendere l'esempio del doing business, le città virtuose che riescono a emettere il permesso edilizio in cinque mesi hanno adottato un sistema informatico tale che i Comuni mettono in rete una serie di informazioni, il calcolo degli oneri di costruzione, e i progettisti riescono a inviare la pratica telematica, il progetto.
  Oltre che comportare un risparmio di spesa, questo riesce a impedire l'interazione fra il funzionario e il cittadino/imprenditore, quindi rappresenta un successo in termini di lotta alla corruzione e di riduzione delle eventuali transazioni illegali. Dove c’è informatizzazione, c’è sicuramente accesso ai dati e alle informazioni e anche maggiore trasparenza. Chiediamo quindi la formazione di banche dati open access, che possono essere costituite anche con l'ausilio di società di professionisti.
  Il notariato ha molto investito in materia di informatizzazione a partire dal 1997 ed ha creato la Rete unica del notariato, che collega all'interno i notai in Italia e li collega all'esterno. Siamo collegati trecentosessantacinque giorni su trecentosessantacinque, ventiquattro ore su ventiquattro all'Agenzia delle entrate, a quella che era la Conservatoria e ora è sempre Agenzia delle entrate, all'ACI, al Ministero dei beni culturali, a InfoCamere.
  Abbiamo investito 18 milioni di euro, quindi un'operazione a costo zero per la Pubblica amministrazione, perché da sempre abbiamo creduto che investendo in tecnologia sarebbe stato possibile interloquire e interfacciarci con la Pubblica amministrazione e quindi raggiungere i risultati che ora ci consentono di registrare, trascrivere in un giorno, tanto che dal 2001 non ci rechiamo più all'Agenzia delle entrate e alle Camere di Commercio, mentre con la Conservatoria dei registri immobiliari siamo entrati in piena fase attuativa da ottobre 2012.
  Anche la Conservatoria non rilascia più copia cartacea, ma la rilascia digitale con la firma digitale. Abbiamo un modello virtuoso, per cui, anche se vengono rivolte critiche alla Pubblica amministrazione, in alcuni settori si è riusciti a creare un equilibrio, una sinergia, che assicura certezza giuridica, e dove c’è certezza giuridica c’è certezza dei traffici immobiliari.
  Come notariato, ma anche per altre professioni, abbiamo chiesto l'accesso alle banche dati dell'Anagrafe. Questa sarebbe una cosa molto importante – e l'abbiamo realizzata in alcuni grandi Comuni come Milano, Torino, alcune città del Veneto, ma la chiediamo a livello nazionale – perché il cittadino non dovrebbe più andare a richiedere il certificato in quanto lo richiederebbe direttamente il notaio, il professionista collegato a queste banche dati.Pag. 9
  In più, questo darebbe la possibilità di aggiornare quelle banche dati attraverso, per esempio, la pubblicità delle convenzioni matrimoniali, quindi con un risparmio di tempo anche per l'Amministrazione, che potrebbe dedicare la risorsa umana, anziché a rilasciare il certificato, a fare altro.
  Il nostro atto digitale finalmente è diventato realtà, e per gli appalti pubblici ormai è d'obbligo. Finalmente siamo riusciti a studiare la possibilità di conservarlo a norma, cioè abbiamo cercato di dare al titolo telematico digitale la stessa certezza giuridica che ha il titolo cartaceo, perché un titolo informatico può essere facilmente manomesso, non è sicuro come quello cartaceo a livello di garanzia che non venga falsificato, manomesso o alterato.
  Abbiamo quindi cercato dei sistemi che riuscissero a garantire certezza piena anche da un punto di vista temporale, perché le firme hanno comunque una scadenza. I nostri studi sono stati finalizzati ad attuare appieno il codice dell'Amministrazione digitale.
  Confprofessioni ringrazia per l'ascolto di queste riflessioni, naturalmente auspica che le istituzioni possano continuare in questo colloquio con la società civile, in particolar modo con i professionisti, perché ho cercato di dimostrare che il nostro è un punto di vista più pratico, che riguarda la fase attuativa della norma più che quella dell'emanazione teorica e astratta.
  Sicuramente Confprofessioni continuerà a fare la sua parte, e mi piacerebbe concludere con una citazione di Benedetto Croce che trovo di straordinaria attualità e che riflette, nella parte finale, la posizione di Confprofessioni: «è noto che non vi è niente di più sciocco e noioso dei discorsi che si fanno, si son sempre fatti e sempre si faranno col censurare l'andamento delle pubbliche amministrazioni, notare negligenze, oziosità, falsità, imbrogli, ruberie. Il presupposto di queste censure è la perfetta amministrazione in cui ciascuno adempia con intelligenza perfetta e perfetta volontà il proprio dovere, cioè uno schema astratto, che non può trovare rispondenza nella realtà. Dal che non si trae la conseguenza del lasciar correre, che è quella degli inetti e dei cinici: la conseguenza è il dovere di un atteggiamento non certo impaziente, ma fermo e combattente».
  L'atteggiamento di Confprofessioni è proprio questo e continueremo a monitorare le iniziative e a dare il nostro contributo.

  PRESIDENTE. Grazie. Purtroppo la sensazione che abbiamo ricavato nell'arco di questa indagine conoscitiva non è orientata all'ottimismo perché la lettura è del tutto differente, e io capisco le parole di Benedetto Croce, ma in realtà siamo di fronte a una fotografia che ci lascia disarmati.
  Prima abbiamo audito i rappresentanti di Confetra che, a proposito del Titolo V che io considero devastante per l'attività legislativa e amministrativa, ci ha dato due «chicche», illustrandoci come i trasporti eccezionali per andare dal Friuli alla Sicilia abbiano bisogno di essere autorizzati in ogni regione, e poi come il proprietario di mille camion non possa pagare la tassa automobilistica cumulativamente, ma debba fare mille bollettini e, se paga trimestralmente, questo accada ogni tre mesi !
  La percezione è quindi violenta. Che i professionisti siano in quella realtà che spesso fiancheggia la Pubblica amministrazione è fuori discussione, ma il cittadino ha questo peso sulle spalle.
  Mi auguro che voi riusciate a darci una mano, ma Il Sole 24 Ore ha pubblicato (ed è a carico nostro) che mancano 478 decreti attuativi, per cui questi ultimi due Governi hanno fatto approvare delle leggi dal Parlamento che sono degli effetti annuncio poiché mancano i decreti per beneficiarne.
  Sul Titolo V sono sempre rimasto scandalizzato di un fatto che oggi abbiamo la possibilità di chiarire: possibile che le professioni siano legislazione concorrente ? La conseguenza pratica è una disciplina regionale delle professioni.Pag. 10
  La trovo una cosa devastante, perché la dimensione cui guardare deve essere quella europea, non quella lucana, molisana delle professioni, ed è in Costituzione. Mi pare che siamo di fronte a una situazione dagli effetti devastanti sul terreno dell'economia e della nostra capacità di competere, perché Confetra evidenziava come lo sdoganamento delle merci richieda il doppio del tempo che ci vuole in Germania e in Francia.
  Per quanto riguarda queste leggi, la burocrazia non può permettersi di continuare a prendere in giro non solo i cittadini, ma anche i legislatori, in quanto non posso approvare una legge che non sono in grado di codificare, il numero di richiami presenti in un articolo o in un codicillo è vergognoso. Si dica quindi quello che si vuole e non si facciano mille richiami che sono fatti solo per ingarbugliare le cose.
  Un cittadino, che non è un legislatore, si trova di fronte a una situazione indecifrabile. Non che io sappia che cosa vuol dire la norma che approvo, se non ho un esperto a fianco che me la traduca, ma questo non è serio e non è vero che sia sempre stato così: questa cosa è degenerata negli ultimi decenni, perché la Costituzione (non quella aggiunta) che hanno fatto i costituenti è un grande libro di cultura civica e le leggi che facevano in quegli anni si capivano, mentre queste non si capiscono.
  O sono diventati tutti più somari, ipotesi anche questa da non sottovalutare, oppure c’è del metodo nel non far capire, quindi è chiaro che tutti i richiami alla trasparenza che vengono da voi indicati, la proposta di mettere in rete quanto si impiega a Palermo e quanto a Milano, sono tutte cose che vanno nella giusta direzione. Si capisce comunque che c’è molto da fare.
  Do la parola al Vicepresidente Taricco.

  MINO TARICCO. Colgo con piacere le osservazioni fatte, che sono largamente condivisibili e che vedremo di utilizzare al meglio quando passeremo alla fase attuativa.

  LUCILLA DE LEO, Consulente legislativo e per le relazioni istituzionali. Abbiamo proposto delle modifiche legislative all'atto Senato n. 958. Si tratta del disegno di legge di semplificazione che però è sospeso da diverso tempo e del quale la Commissione avrebbe dovuto riprendere l'esame già un paio di settimane fa.
  Abbiamo provato a proporre delle misure sulle società tra professionisti, che erano contenute nel disegno di legge di semplificazione, al decreto-legge Destinazione Italia e abbiamo proposto un emendamento sui SUAP per farli partire in modo veloce, consorziando i Comuni inferiori ai 5.000 abitanti, perché hanno avuto difficoltà e in alcuni casi non sono proprio partiti, ma è stato ritenuto inammissibile per mancanza di attinenza di materia.
  Dove c’è il provvedimento attinente, quindi, il provvedimento è morto, poi si cerca di inserire qualcosa nei decreti-legge che hanno una corsia più veloce, però lì non sono attinenti per materia, quindi non capisco a questo punto quale sia la strada che dobbiamo percorrere.

  PRESIDENTE. Quindi ho ragione nel sostenere che non sono difendibili ! Chiamiamo quindi il Ministro D'Alia e gli chiediamo spiegazioni in merito, e la ringrazio perché lei ha portato acqua al mulino delle nostre riflessioni. Comunque le chiederemmo di farci avere questa documentazione.

  CLAUDIA ALESSANDRELLI, Responsabile dell'area Diritto e Giustizia di Confprofessioni. Solo una notazione. Concordo perfettamente con lei sul Titolo V e le esigenze della Confetra sono molto avvertite specie dall'Area tecnica, ossia ingegneri, architetti, geometri, ma complessivamente in tutto il comparto dell'edilizia. Si richiede quantomeno un duplice strato, Stato e Comune, senza livelli intermedi, perché porta a un quadro devastante. Occorre comunque centralizzare materie Pag. 11come l'energia, l'ambiente, i trasporti, i lavori pubblici.

  PRESIDENTE. Lei pensi al turismo: siamo andati al BIT (Borsa internazionale del turismo) in Giappone a propagandare ognuno il proprio Comune ! Questo significa distruggere risorse. Io voglio essere per la statualità, non per lo statalismo: lo Stato è una dimensione minima su cui ragionare e poi c’è l'Europa. Il Comune è la storia della democrazia di un Paese come il nostro.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.