XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 20 giugno 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

SULLE SEMPLIFICAZIONI POSSIBILI NEL SETTORE FISCALE

Audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali.
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Perniciano Cristian , Responsabile per il fisco e la finanza pubblica nell'ambito dell'Area delle Politiche di sviluppo della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) ... 3 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 
Marinelli Angelo , Responsabile del Dipartimento democrazia economica della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL) ... 6 
Tabacci Bruno , Presidente ... 8 
Proietti Domenico , Segretario Confederale dell'Unione Italiana Lavoratori (UIL) ... 8 
Tabacci Bruno , Presidente ... 10 
Bitti Fiovo , Segretario Confederale della Unione Generale del Lavoro (UGL) ... 10 
Tabacci Bruno , Presidente ... 11 
Taricco Mino (PD)  ... 11 
Tabacci Bruno , Presidente ... 11 
Marinelli Angelo , Responsabile del Dipartimento democrazia economica della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL) ... 11 
Tabacci Bruno , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali.

  PRESIDENTE. Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel settore fiscale, la seduta di oggi è dedicata all'audizione delle organizzazioni sindacali.
  Sono presenti Cristian Perniciano della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), Maurizio Petriccioli e Angelo Marinelli della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL), Domenico Proietti, dell'Unione Italiana Lavoratori (UIL) e Fiovo Bitti dell'Unione Generale del Lavoro (UGL).
  L'elevato livello dei nostri ospiti ci fa capire quanto i temi dell'indagine stiano a cuore dei sindacati.
  Se siete d'accordo, andrei nell'ordine con cui vi ho presentato, dando la parola a Cristian Perniciano, responsabile per il fisco e la finanza pubblica nell'Area delle Politiche di sviluppo della CGIL.

  CRISTIAN PERNICIANO, Responsabile per il fisco e la finanza pubblica nell'ambito dell'Area delle Politiche di sviluppo della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL). Buongiorno, presidente, onorevoli deputati e senatori. In merito al tema delle semplificazioni, vorremmo, innanzitutto, dire che per noi semplificare non significa sempre e solo migliorare. Per restare alla grande attualità, una grande semplificazione come i voucher non pensiamo sia così positiva. Pensiamo, tuttavia, che alcune complessità dei sistemi normativi siano necessarie per trattare situazioni diverse.
  È evidente che in Italia abbiamo un sistema di una tale complessità o abbiamo una tale mole di complicazioni che una semplificazione del sistema fiscale e tributario è assolutamente necessaria.
  In premessa, la CGIL vuole essere chiara su quale sia il vero male del nostro sistema fiscale, che è l'infedeltà fiscale, ovvero evasione ed elusione, che esiste per ragioni storiche e culturali, derivanti da un sistema fatto da un numero molto alto di microimprese, il più alto tra i nostri competitor in Europa e nel mondo, ma anche per motivi legati a clientele, gruppi di potere, corruzione e illegalità.
  Diciamo quali sono i motivi dell'evasione, perché vorremmo anche specificare quale, per noi, non è un motivo dell'evasione fiscale, cioè l'alta pressione fiscale. È vero che la pressione fiscale è alta, specie sul lavoro e sulla produzione. Tuttavia, non crediamo nello schema della curva di Laffer. Pensiamo che sia assolutamente inadeguata nonché sbagliata. Riteniamo, invece, che il problema sia ribaltato. Come ha detto la Corte dei conti nel 2010, se avessimo avuto un tasso di bisogni fiscali inferiori anche solo di 3 punti, il debito pubblico sarebbe stato molto più basso nei vent'anni dal 1970 al 1990.
  Non esiste, ovviamente, la possibilità di avere un'evasione zero, però il concetto di base che vogliamo far passare è che le Pag. 4semplificazioni e le comunicazioni costanti, analizzate in tempo reale dalle amministrazioni, siano l'unico strumento possibile per prevenire l'evasione, quando è ancora possibile fermarla, cioè prima che si consumi. A questo proposito, ci sono state varie audizioni, da ultima quella del direttore di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, in cui si parlava di quanto l'evasione ormai consumata sia difficile da recuperare.
  Allora, abbiamo detto che semplificare il sistema è un obiettivo auspicabile e necessario. Lo sappiamo bene, perché siamo un sindacato che, ormai, non è composto soltanto da dipendenti e pensionati. Abbiamo iscritti anche fra autonomi, freelance e professionisti, che ci mettono al corrente di quanto tutti gli adempimenti con il fisco siano una perdita di tempo, di denaro e di competitività per la loro azienda.
  Pertanto, siamo sensibili a questo argomento e crediamo sia necessaria la volontà politica di semplificare, specialmente in una governance partecipata, come ci dicono le istituzioni europee.
  Sulla dichiarazione dei redditi precompilata, la CGIL è favorevole. È una procedura che sottrae ai lavoratori e ai pensionati adempimenti che possono essere evitati, non costringendoli a raccogliere pile di fotocopie.
  Noi non siamo la lobby dei centri di assistenza fiscale (CAF); siamo il sindacato di lavoratori e pensionati. Peraltro, il successo della dichiarazione precompilata è, in parte, derivante anche dall'utilizzo che i CAF ne hanno fatto, con funzioni di supporto e raffronto. Abbiamo avuto delle critiche perché la partenza forzata ha portato a precompilate a volte incomplete o con degli errori.
  Ciò nonostante, crediamo che la precompilata sia stata un banco di prova molto utile anche per il futuro perché ha messo, appunto, alla prova tutti i soggetti che devono rientrare in quella trasmissione telematica costante che auspichiamo per il futuro (banche, assicurazioni, farmacie e settore della salute).
  È bene, dunque, che, con questo banco di prova, abbiamo dovuto trasmettere loro delle informazioni perché è quello il futuro che immaginiamo. Ritornerò su questo, anche perché, peraltro, crediamo che questo sistema non manderà in soffitta il sistema della consulenza legale, fiscale e previdenziale, dal momento che il valore della consulenza va oltre il singolo numero che arriva direttamente al contribuente. La consulenza è un valore aggiunto assai più prezioso.
  Fin dal 2015, abbiamo lanciato una nostra proposta antievasione, che comprendeva al suo interno proprio una costante comunicazione telematica in tempo reale.
  Pensiamo, infatti, che gli adempimenti debbano essere sostituiti in gran parte da una costante comunicazione telematica, con dei sistemi semplici e applicazioni diffuse capillarmente.
  Nei nostri punti, c'erano lo split payment, il reverse charge, l'abbassamento della soglia di contante massima a 500 euro, quindi, la spinta verso la moneta elettronica.
  Immaginavamo, dunque, un sistema di comunicazione costante che mandasse dei warning al contribuente, ai quali egli potesse rispondere senza alcuna sanzione, per avere un controllo mese dopo mese, transazione dopo transazione, ed evitare anche i fenomeni di accumulo dei ricavi a fine anno, ovvero una volta che si avvicina la fine dell'anno e si vede che non si è raggiunta la soglia dei ricavi. La comunicazione costante evita anche questi comportamenti sospetti.
  Sulle trasmissioni, che in parte sono aumentate, vorremmo far notare che è perfettamente inutile chiedere ai contribuenti un maggior numero di comunicazioni obbligatorie, se poi i controlli vengono fatti dopo mesi o anni.
  Nell'ultima manovra e nel decreto fiscale, c'è lo «spesometro» ogni tre mesi. Tuttavia, a fine 2016 l'amministrazione stava controllando ancora le violazioni del 2014. Allora, perché chiedere a un contribuente o a un professionista di mandare ogni tre mesi le comunicazioni, se poi i controlli vengono fatti dopo 2 anni?
  Peraltro, anche sui rimborsi, ad esempio, Belluno paga dopo 60 giorni, mentre Reggio Calabria dopo 18 mesi. Quindi, ci servirebbe una maggiore uniformità. Pag. 5
  Noi crediamo che sullo split payment sia stato giusto inserire i pagamenti obbligatori dopo 65 giorni – è l'emendamento all'ultima manovra – per cui speriamo che davvero in tutta Italia si possa avere un pagamento in 65 giorni. Le semplificazioni spesso sono state delle semplici anticipazioni di cassa. Per esempio, il fatto che con lo split payment si tolga liquidità al professionista non significa che stiamo creando una semplificazione ma, appunto, un anticipo di cassa, che è un'altra cosa.
  Sulla semplificazione del passaggio attraverso Fisco on line, crediamo, inoltre, che sia bene che non siano i contribuenti a doversi adeguare al sistema, bensì gli intermediari (le banche o gli home banking sul cellulare), che devono restare in collaborazione applicativa con l'Agenzia delle entrate.
  Come obiettivo, prevediamo un'amministrazione che faccia anche un «tutoraggio», che possa iniziare con una visita fisica dell'agenzia nella sede dell'esercizio, che spieghi qual è il ruolo di vicinanza che essa può avere, affinché non sia vista come nemico.
  Inoltre, chiediamo che sia l'Agenzia a tracciare e a valutare gli incassi trasmessi durante l'anno, il patrimonio familiare e i movimenti bancari, che adesso si possono avere tramite l'anagrafe dei conti correnti, perché possa poi dare una dichiarazione precompilata anche ai contribuenti autonomi.
  Nel momento in cui la normalità delle transazioni avviene attraverso un sistema tracciato, molte comunicazioni obbligatorie diventano, infatti, una ripetizione inutile. È evidente, però, che servono controlli fatti nel giusto tempo.
  Rispondiamo anche alle obiezioni di chi dice che la tracciabilità è difficile e che il sistema non sia pronto. Forse questo è vero. Da parte dei consumatori si dice che ci sono molte persone anziane che non saprebbero utilizzare questi meccanismi.
  Tuttavia, a parte l'esperienza della social card, data agli anziani spesso in condizioni di disagio, nel nostro Paese, secondo l'ultimo dato di Banca d'Italia, circolano 54,6 milioni di bancomat, 13,6 milioni di carte di credito, 26,4 milioni di prepagate; ci sono 16 milioni di clienti che usano quotidianamente l’home banking.
  Allora, secondo me, l'utilizzo del telematico non è qualcosa di avulso dalla quotidianità delle persone. Anzi, noi saremmo per spingere ancora di più verso la comunicazione telematica.
  Faccio un'ipotesi fra le tante. Perché un'amministrazione che dà la carta di identità non potrebbe dare anche una posta elettronica certificata (PEC) gratuita? Pensiamo a qualcosa come: codice fiscale chiocciola PEC.it, affinché si possa dialogare con la pubblica amministrazione con uno strumento necessario.
  Questo vale anche per gli esercizi. Penso, infatti, che non sia un gravame troppo elevato chiedere a ciascun esercizio di fornirsi di uno smartphone o di un tablet, che probabilmente hanno già.
  Peraltro, nell'epoca dei big data, della profilazione e della fidelizzazione del cliente, gli strumenti di tracciabilità che ipotizziamo sono e possono essere un'occasione in più, una miniera d'oro per il business.
  Faccio l'esempio. Ho fatto la festa per i due anni di mio figlio e ho preso la torta in un esercizio dove facevano lo scontrino elettronico. In pratica, anziché farmi lo scontrino, mi hanno chiesto il numero di telefono e l'e-mail e mi hanno mandato lo scontrino sul cellulare. Io ho firmato per la privacy. In questo modo, loro hanno compiuto un'azione tracciabile, ma hanno anche avuto i miei contatti e sanno che ho un bimbo piccolo, che faccio le feste e così via. Ecco, potrebbe essere occasione di business per loro sapere quanti clienti sono passati da loro.
  Secondo me, non si deve aver paura della tecnologia perché in quest'epoca è una ricchezza, non un limite. Ovviamente, però, serve un intervento pubblico, massiccio, sulla banda larga e sulla comunicazione per i rischi legati alla privacy e al cybercrimine.
  Per intenderci, l'asta del 2022 sul 5G non deve essere soltanto un'occasione per incassare soldi dalle frequenze, bensì un momento per ridiscutere l'intero sistema Pag. 6della comunicazione tra cittadino, contribuente e amministrazione fiscale e non.
  In conclusione, non crediamo che semplificare significhi soltanto eliminare qualche documento e qualche comunicazione in più, il che è sempre meglio di niente.
  Tuttavia, pensiamo che, nel 2017, per rendere efficiente e meno costoso il sistema per le imprese è necessaria una nuova logica di rapporto tra fisco e contribuente, con una fiducia reciproca grazie all'aiuto delle tecnologie, che, peraltro, non possiamo neanche più definire «nuove».
  L'amministrazione deve smettere di ostacolare i contribuenti onesti, utilizzando strumenti che nascondono un perenne sospetto. Soprattutto, bisogna mettere in trasparenza ogni passaggio per rendere infinitamente più difficile la disonestà fiscale.
  In trasparenza, infatti, il potenziale evasore si autocensura. Se so che l'amministrazione ha tutti i movimenti in entrata e in uscita dalla banca, mi autocensuro. Non posso evadere perché so che mi «beccano».
  Allora, per concludere, è chiaro che la pubblica amministrazione è necessaria per gestire questa transizione ed è una via su cui occorre fare investimenti di modernizzazione, nella quale il lavoro viene valorizzato a partire, soprattutto, dello sblocco del turnover. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al responsabile del Dipartimento democrazia economica della CISL, Angelo Marinelli, aggiungendo che nelle precedenti audizioni, soprattutto con i protagonisti, come gruppi, categorie e associazioni, della contiguità nel rapporto con l'evasione fiscale abbiamo sostenuto che questo problema è assolutamente centrale.
  Il cuore dell'iniziativa non è, quindi, riferito a una generica semplificazione.
  Do la parola ad Angelo Marinelli.

  ANGELO MARINELLI, Responsabile del Dipartimento democrazia economica della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL). Grazie, presidente. Ringrazio gli onorevoli deputati e senatori di questa occasione. A giudizio della CISL, la semplificazione è un bene meritorio perché consente di rafforzare la trasparenza del sistema fiscale e, insieme, di dare un contributo importante alla riduzione dell'elusione contributiva e fiscale, che nel nostro Paese è un fenomeno molto grave e per certi versi anche sottovalutato perché di più difficile quantificazione della stessa evasione fiscale. Si tratta, peraltro, di un fenomeno sul quale negli anni passati sono stati fatti dei passi indietro dal punto di vista delle misure di contrasto.
  Visto il tempo a disposizione e il fatto che questa mattina abbiamo inviato e lasciato agli atti un documento più completo, focalizzerò la mia attenzione su tre argomenti fondamentali, proseguendo nel solco di una proposta unitaria che ci ha visto, negli anni passati, insieme agli amici della CGIL e della UIL, presentare numerose misure di contrasto all'evasione fiscale e di semplificazione.
  Per noi, bisogna concentrare l'attenzione principalmente su tre assi di intervento. Innanzitutto, puntiamo alla riconquista del principio di legalità. Per fare questo, occorre sicuramente rafforzare il sistema sanzionatorio e rimodulare il sistema delle tax expenditure, ovvero i sistemi di agevolazione e favore fiscale, salvaguardando le agevolazioni rivolte al lavoro e gli obiettivi di tutela sociale, che sono costituzionalmente protetti. Bisogna anche introdurre meccanismi che favoriscano l'emersione del reale fatturato e del giro d'affari dei contribuenti.
  Sul primo punto, va sicuramente rafforzato il sistema sanzionatorio sia amministrativo sia penale anche per l'elusione fiscale. Si tratta, come accennavo in premessa, di agire in una direzione contraria a quella verso la quale ci si è mossi negli ultimi anni, reintroducendo la rilevanza penale dell'abuso del diritto.
  Per quanto riguarda il secondo punto, nell'ambito del più ampio disegno di riordino e semplificazione del sistema tributario, pensiamo rientri anche la revisione del sistema delle tax expenditure. Dall'analisi di questo sistema, a giudizio della CISL, emergono due dati incontrovertibili. Pag. 7
  Il primo è un elevato numero di detrazioni, crediti e riduzioni di imposte, che sono caratterizzate da una bassissima frequenza del numero dei beneficiari finali e che non sono, invece, giustificate da particolari situazioni di disagio e di emergenza.
  Il secondo è una sovrapposizione dei modelli agevolativi concessi, che avviene per diverse modalità e finalità. Nel senso che, talvolta, viene concesso per macro-tipologie sociali (lavoratori dipendenti, autonomi, imprenditori, pensionati, famiglie), talaltra per altre categorie professionali o di lavoro anche molto specifiche (armatori, tassisti, autotrasportatori), talaltra ancora per finalità protetta (lavoro, credito, sviluppo) o per settore produttivo.
  Si tratta di un affastellamento di trasferimenti selettivi a prima vista, ma che appare, a un'analisi più approfondita, troppo frammentario, complesso e iniquo dal punto di vista dell'equità sia orizzontale sia verticale, che danno spesso voce a diversi gruppi di pressione desiderosi di accaparrarsi vantaggi particolari.
  Ovviamente, le implicazioni sono molto diverse nel caso delle detrazioni per il lavoro, per le pensioni e per le famiglie perché la loro riduzione ne limiterebbe inevitabilmente la portata redistributiva e attenuerebbe la progressività fiscale cui il sistema tributario deve essere coerentemente e correttamente informato ai sensi della Costituzione.
  Dal nostro punto di vista, quindi, la proposta è quella di eliminare le esenzioni e le agevolazioni che sono caratterizzate da una bassa frequenza e che, dunque, non hanno un riscontro di giustificazione dal punto di vista di un particolare disagio. Inoltre, è necessario rimodulare le misure conservate e quelle soppresse, privilegiando gli incentivi dal lato o della domanda o dell'offerta, mentre oggi assistiamo al fatto che una medesima tipologia di agevolazione è riconosciuta dal lato sia della domanda sia dell'offerta.
  In merito al terzo punto, a nostro avviso, si può sicuramente rafforzare la tracciabilità dei pagamenti. Da questo punto di vista, concordo con le cose dette dal collega della CGIL, nel senso che occorre rendere effettiva la conoscenza della condizione reddituale e patrimoniale di tutti i cittadini attraverso il potenziamento, l'integrazione e l'utilizzo più efficiente delle diverse banche dati disponibili, ai fini del controllo, ma anche dell'accertamento fiscale, riducendo la forbice enorme fra il controllato, l'accertato e il recuperato che oggi esiste.
  Per far questo, sicuramente vanno bene le misure volte a incentivare l'utilizzo della moneta elettronica, riducendone i costi per gli acquirenti. Tuttavia, bisogna introdurre anche apposite sanzioni per rendere effettivo l'utilizzo del point of sale (POS), altrimenti si tratta di un obbligo che non trova nell'ordinamento una misura effettivamente coercitiva.
  Va riportata a 500 euro la soglia dei pagamenti in contanti di beni e servizi. Anche per noi andrebbe introdotto per tutti i contribuenti un modello di dichiarazione simile alla precompilata, là dove la stessa agenzia possa comunicare redditi, patrimoni, tenore di vita rilevato e movimenti bancari. Pertanto, sono assolutamente d'accordo con il collega circa l'opportunità di estendere l'utilizzo dell'anagrafe dei conti correnti come parametro in dichiarazione dei redditi, inserendone i dati nel cassetto fiscale.
  Nell'ottica di una semplificazione della trasparenza del sistema tributario, la CISL ha sempre proposto l'istituzione di una Carta di servizi fiscali, con lo scopo di servire anche annualmente al contribuente uno schema semplificato, che evidenzi i principali tributi, che derivano da ciascun livello di governo, e gli elementi che determinano l'ammontare delle diverse imposte, tasse e contributi.
  Per finire, riteniamo sicuramente utile introdurre nell'ordinamento delle misure di contrasto di interessi fra acquirente e venditore. Conosciamo le numerose obiezioni che si frappongono all'introduzione di tale modello. Riteniamo, tuttavia, che si possa partire, da un lato, con le spese più sensibili dal punto di vista sociale e concentrarsi, dall'altro, sui settori a maggiore rischio di evasione, magari a turnazione, in modo che si faccia emergere il reale fatturato in quei settori, per poi togliere la Pag. 8deduzione e la detrazione accordata, per poi passare ad altri settori, in modo che i parametri degli studi di settore possano essere adeguatamente rivisti e possa scattare l'accertamento fiscale verso chi procede a una riduzione dello stesso reddito dichiarato.

  PRESIDENTE. Grazie. Mi sembra molto saggio. Tenga conto che da tempo propongo l'idea di utilizzare un meccanismo di sorteggio, cioè individuare i 10-12 grandi settori su cui intervenire e poi dire loro di sistemare le carte perché alla fine dell'anno quelli che saranno sorteggiati saranno controllati. È una tecnica che implica una turnazione. Tuttavia, si oppongono una serie di rilievi che dimostrano che l'Italia è un Paese che spesso va alla rovescia. Infatti, abbiamo il record assoluto nel campo dell'evasione, ma è un fatto che nessuno ci contesta. Siamo assieme ai greci, solo che loro hanno una struttura economica molto più affievolita della nostra.
  Do ora la parola al segretario confederale della UIL, Domenico Proietti.

  DOMENICO PROIETTI, Segretario Confederale dell'Unione Italiana Lavoratori (UIL). Grazie, presidente. La UIL è molto grata a questa Commissione di averci audito in quella che consideriamo un'indagine molto importante. Dobbiamo intenderci su cosa si intende per semplificazione.
  La semplificazione fiscale è necessaria e urgente, ma dobbiamo evitare che dietro questa affermazione si nasconda l'eterno problema che anche lei richiamava, ovvero l'evasione fiscale. Infatti, se guardiamo a come è costruito il nostro sistema tributario, noi abbiamo un'asimmetria. Per lavoro dipendente e pensionati le cose sono già semplificate: prima pagano le tasse e poi prendono lo stipendio o la pensione. Per altri settori del Paese non è così e, quindi, ci si nasconde dietro alla burocrazia e ad alcune complicazioni che indubbiamente ci sono, per continuare a perpetrare quello che lei adesso richiamava, ovvero il record mondiale dell'evasione fiscale.
  Qualche mese fa, credo proprio in questa Commissione o comunque in Parlamento, il professor Giovannini ha illustrato un rapporto nel quale ci sono alcuni dati emblematici. Voglio citarne uno solo. In Italia si fanno 180.000 controlli su 5 milioni di partite IVA. È chiaro, dunque, che se si ha l'80 per cento di probabilità di non essere mai scoperti si continua a evadere. Se tutte le settimane avessi l'80 per cento di possibilità di vincere al Superenalotto, giocherei, perché prima o poi vincerei.
  Allora, questo è il vero nodo. La UIL porta avanti da anni questa battaglia sulla legalità fiscale, non nell'accezione di voler penalizzare o criminalizzare, bensì in quella non solo dell'equità economica – che pure è molto importante perché si sottraggono risorse corpose alla nostra economia – ma come esigenza di democrazia.
  L'evasione rappresenta, infatti, un vulnus alla democrazia perché nelle grandi democrazie occidentali si accede ai diritti di cittadinanza se si fa il proprio dovere con il fisco. In Italia un terzo dei nostri concittadini compie poco questo dovere.
  Allora, dobbiamo trovare le formule per farlo fare. La via è quella – non è il tema specifico di oggi – dei controlli e di un collegamento automatico tra quello che viene fatturato, per esempio con gli scontrini, e la Società Generale d'Informatica S.p.A. (SOGEI). Infatti, ciascuno può emettere tutti gli scontrini che vuole, ma se poi a maggio è chiamato a dichiarare, non c'è scontrino che tenga, perché continua a dichiarare quello che pensa sia utile.
  Riguardo all'incrocio delle banche dati, sappiamo tutti quello che c'è. Insomma, c'è necessità di una forte volontà politica, che finora è mancata, nel fare questi provvedimenti.
  La UIL, a dimostrazione del fatto che non ha un atteggiamento di persecuzione contro i nostri concittadini che evadono il fisco, ma agisce per un elemento di equità e di democrazia, ha da tempo proposto di elevare a rango costituzionale lo Statuto dei diritti dei contribuenti perché in quello Statuto, che è molto bello, sono sancite delle misure importanti, che, però, sistematicamente vengono disattese. Ne cito una per tutte, ovvero il divieto di retroattività delle norme fiscali, disatteso anche di recente. Pag. 9 Inoltre, come secondo punto, bisogna riordinare le disposizioni fiscali per arrivare a dei testi unici, che appunto semplifichino anche l'accessibilità e la conoscenza del fisco.
  Ancora, bisogna stabilizzare i termini di adempimento fiscale, che non possono cambiare in continuazione perché questo crea disorientamento e anche dei costi economici.
  Ugualmente, bisogna rimettere mano alle agevolazioni fiscali. Su questo c'è un lavoro importante fatto da due Commissioni degli anni precedenti. In particolare, quella sull'erosione fiscale, la cosiddetta «Commissione Vieri Ceriani» elencò tutte le agevolazioni e detrazioni accumulate in questi decenni in Italia e le quantificò attorno ai 300 miliardi. Ecco, su questo occorre lavorare per recuperare risorse e abbassare le tasse.
  Tuttavia, le tasse vanno abbassate innanzitutto a chi le paga. È veramente estemporanea, dunque, la proposta di ieri del Ministro Calenda, il quale sostiene che, siccome costa abbassare l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), è meglio tagliare le tasse alle imprese perché costa di meno e ci «salviamo l'anima». È davvero un modo singolare di procedere nella direzione dell'equità e della giustizia.
  Contemporaneamente, dobbiamo rivedere anche la materia dei modelli per il versamento delle imposte.
  Passo agli ultimi due punti. Innanzitutto, occorre semplificare le norme che riguardano il trattamento di fine rapporto (TFR), che è stato utilizzato in maniera molto utile in questi anni, per una parte dei lavoratori, sulla previdenza complementare. Inopinatamente, il Governo ha aumentato la tassazione dall'11 al 20 per cento dei rendimenti, equiparando l'investimento previdenziale a quello finanziario, il che è un'aberrazione. Noi chiediamo, dunque, di rimetterci mano.
  Ancora, pensiamo che la fiscalità incentivante debba essere estesa ai lavoratori del settore privato, che ne sono ancora esclusi, per cui c'è anche un profilo di incostituzionalità rispetto al settore pubblico.
  Ultimo punto, non so a quale lobby di CAF faceva riferimento il collega della CGIL: io so che cosa hanno rappresentato i CAF in Italia negli ultimi venti anni. Sono stati, infatti, l'unica vera grande semplificazione del rapporto tra cittadino e fisco. Se vedete gli ultimi tre rapporti dell'OCSE sull'uso del telematico in campo fiscale e sui rapporti costi-beneficio, l'Italia è al primo posto, mentre, quando escono i rapporti OCSE, sappiamo bene dove è collocata l'Italia, purtroppo spesso nelle ultime posizioni.
  Il miracolo di questa grande innovazione tecnologica nella pubblica amministrazione è stata fatta dai centri di assistenza fiscale, che non sono solo di emanazione di CGIL, CISL e UIL, ma di una pluralità di organizzazioni sociali.
  Questa è stata una delle piccole magie positive che ogni tanto nel nostro Paese riescono. Noi abbiamo eliminato, dal 1998 ad oggi, tutto il cartaceo nella pubblica amministrazione. Questa è un'innovazione di una potenza straordinaria. Dopo che è avvenuto con il Ministero delle finanze, è accaduto anche con gli enti locali e con l'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS).
  In sostanza, i CAF sono stati uno strumento fondamentale per produrre questa innovazione. I provvedimenti varati negli ultimi due anni dal Parlamento, su proposta del Governo, di taglio delle risorse ai centri di assistenza fiscale sono stati una sorta di destrutturazione del sistema. Si è minato alle basi questo fondamentale strumento di semplificazione.
  I CAF non ritengono che la dichiarazione precompilata riduca la presentazione di modelli 730, anzi la stanno promuovendo e gestendo perché sanno che la loro funzione si svolge su un altro terreno.
  Mi permetto di far osservare un'altra cosa. I tagli che sono stati fatti sui CAF configurano un appalto illegale, passibile di ricorso alla Corte di giustizia europea, perché il compenso che lo Stato dà per l'attività di CAF per i modelli 730 è abbondantemente sotto il costo industriale.
  Allora, se vogliamo vedere le cose nella concretezza, pensiamo che ci debba essere una grande collaborazione delle parti sociali Pag. 10 su questi temi, per valorizzare, correggendoli dove bisogna farlo, tutti gli strumenti di intermediazione che in questi anni si sono rivelati all'altezza del loro compito.

  PRESIDENTE. Grazie. Sentiamo il responsabile dell'UGL, segretario confederale Fiovo Bitti.

  FIOVO BITTI, Segretario Confederale della Unione Generale del Lavoro (UGL). Grazie, Presidente. Ringrazio anche la Commissione. Anche noi abbiamo lasciato un documento, al quale mi rifaccio.
  Come è già stato evidenziato soprattutto nell'ultimo intervento, i centri di assistenza fiscale rappresentano una risorsa per questo Paese. Purtroppo, abbiamo visto che sui CAF vi è stato un approccio ragionieristico, nel senso che si è guardato alla parte commerciale, ma non a quella sociale.
  In realtà, i CAF, per la professionalità, la diffusione sul territorio, l'accoglienza e l'economicità del servizio e l'approccio che tengono con il cittadino, rappresentano un fondamentale trait d'union fra la pubblica amministrazione e il cittadino contribuente. È chiaro che, come già ha detto il collega della UIL, la dichiarazione precompilata non toglie nulla, anzi aggiunge qualche cosa, cioè un servizio ulteriore alle persone che continuano a rivolgersi con fiducia ai centri di assistenza fiscale.
  In fase di premessa insistiamo, quindi, su questo aspetto che accomuna i CAF ai patronati, perché svolgono un ruolo sociale di semplificazione anche della burocrazia e nel rapporto con la pubblica amministrazione.
  È evidente anche per noi che il nostro sistema fiscale necessita di una forte azione di semplificazione, partendo, però, da due questioni di fondo, ovvero la ridotta equità fra i contribuenti e il forte impatto del sommerso. Se non si risolvono queste due questioni, è difficile operare nel segno della semplificazione.
  Ci sono delle situazioni che andrebbero affrontate in maniera consistente. Pensiamo, per esempio, a come viene considerato il soggetto famiglia dal fisco. Il caso del bonus di 80 euro, sotto questo aspetto, è paradigmatico di un certo tipo di comportamento. Infatti, come è noto, il bonus di 80 euro è riconosciuto sul piano individuale. Di conseguenza, una famiglia monoreddito con figli a carico con reddito superiore alla soglia non ha ottenuto niente; viceversa, due coniugi senza figli, ma al di sotto della soglia, hanno ottenuto due volte il bonus.
  Detto ciò, fra le possibili semplificazioni che si possono attuare, sicuramente la redazione di testi unici è utile per dare un quadro chiaro del sistema fiscale.
  È utile, altresì, che le circolari e le istruzioni varie siano emanate con un congruo anticipo rispetto alle scadenze fiscali. Questo è importante per il ruolo di comunicazione che poi dovranno svolgere i vari intermediari fiscali, quindi i CAF e i professionisti. Chiaramente sarebbe anche utile che, in caso di ritardo di presentazione di queste circolari di istruzioni, la proroga degli adempimenti fiscali venga automaticamente assicurata.
  Ci segnalano anche, a volte, dei problemi con i sistemi informatici. È chiaro che, soprattutto in certi periodi dell'anno, un sovraccarico può creare dei problemi.
  Con riferimento alla dichiarazione precompilata, c'è un passaggio che potrebbe essere sicuramente semplificato. Infatti, le spese già riconosciute dall'amministrazione potrebbero essere esenti da controlli, rivolgendoli soltanto alle voci nuove inserite.
  Qualche problema ci viene segnalato anche su una questione che emergerà adesso in fase di conguaglio del sostituto d'imposta, che riguarda il cosiddetto modello 730-4, che non sarà più possibile avere in versione cartacea, ma è necessario che il sostituto d'imposta si accrediti per tutte le operazioni. Questa cosa potrebbe creare, appunto, qualche problema e qualche costo ulteriore.
  Sarebbe utile che le operazioni di controllo non si sovrapponessero alle campagne fiscali. Ancora, sarebbe utile dare un arco di tempo adeguato per la correzione di eventuali errori materiali; immaginiamo all'incirca un mese, in maniera tale da avere la congruità di tempo per poter fare delle correzioni. Pag. 11
  È da valutare in maniera positiva l'ipotesi di un esonero di responsabilità per il centro fiscale o per l'altro intermediario nel caso in cui il contribuente non fornisca tutti i dati o parte degli stessi.
  Rispetto alla tassazione locale, condividiamo anche noi la proposta che è stata fatta da qualche altro soggetto di avere una uniformità nella predisposizione delle delibere delle autonomie locali e delle stesse regioni, in maniera da agevolare il lavoro di controllo.
  Infine, crediamo che sia utile istituire alcuni tavoli tecnici. Il primo dovrebbe essere sulla questione dell'IVA, per valutare le aliquote, anche in un'ottica di interventi per la prossima legge di bilancio; servirebbe, da ultimo, un tavolo tecnico anche sul calendario delle scadenze fiscali.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio delle cose che avete detto e dei documenti che ci avete consegnato. Trovo una sintonia importante.
  Do la parola ai colleghi che desiderino intervenire.

  MINO TARICCO. Ringrazio della puntualità delle esposizioni. Leggeremo i documenti, ma dalle cose che avete detto si intravede con chiarezza un'idea di fondo. Vorrei porre una questione.
  Visto che è stata citata in due occasioni la necessità di revisione delle detrazioni, delle deduzioni e quant'altro, che oggettivamente oggi sono complesse – adesso non ricordo chi aveva citato la questione – è stato detto che per semplificare occorre ridurre soprattutto quelle che hanno un basso utilizzo. Tuttavia, dato che in teoria le varie detrazioni o altre forme di intervento erano state previste per sanare teoricamente una sperequazione verso determinate categorie, dal vostro punto di vista, il tema vero è la necessità di superare l'impianto attuale?
  Ecco, mi piacerebbe una parola in più su questo tema.

  PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

  ANGELO MARINELLI, Responsabile del Dipartimento democrazia economica della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL). Anche in occasione dell'ultima legge di bilancio e poi della manovra correttiva di finanza pubblica e del documento di economia e finanza è stata posta, proprio dal Governo, un'attenzione sulla necessità di rivedere le tax expenditure. Ovviamente, a noi preme che questa revisione, che può essere importante per recuperare risorse di cui c'è assolutamente bisogno anche per riaprire il capitolo della riforma fiscale, possa procedere – come diceva il collega Proietti – partendo dagli studi che sono stati fatti in passato nell'apposita Commissione.
  Tuttavia, crediamo che – ci abbiamo messo gli occhi – si possa fare un lavoro di limatura importante. Infatti, le agevolazioni fiscali caratterizzate da una bassa frequenza dei beneficiari, la cui bassa frequenza dipende, però, da particolari condizioni di disagio che riguardano una platea molto piccola, vanno assolutamente salvaguardate e mantenute. Da quello che abbiamo potuto analizzare, però, riteniamo che non sia sempre così e che esistano detrazioni e agevolazioni che riguardano una bassa frequenza di beneficiari senza rispondere a particolari esigenze sociali oppure che si sommano dal lato sia della domanda sia dell'offerta. Ecco, queste possono essere riviste, recuperando risorse.

  PRESIDENTE. Vi ringraziamo della completezza, anche dei documenti che ci avete consegnato. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.