XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Mercoledì 25 novembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE SEMPLIFICAZIONI POSSIBILI NEL SUPERAMENTO DELLE EMERGENZE

Audizione del Prefetto Carlo Boffi, Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno, e del Prefetto di Genova, Fiamma Spena.
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Boffi Carlo , Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno ... 3 
Tabacci Bruno , Presidente ... 5 
Montroni Daniele (PD)  ... 5 
Boffi Carlo , Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno ... 6 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 

ALLEGATO: Relazione del Prefetto di Genova Fiamma Spena ... 7

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Prefetto Carlo Boffi, Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno, e del Prefetto di Genova, Fiamma Spena.

  PRESIDENTE. È all'ordine del giorno, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze, l'audizione del Prefetto Carlo Boffi, Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno, e del Prefetto di Genova, Fiamma Spena. Il Prefetto Spena ha avvertito di non poter partecipare ai nostri lavori e ha inviato una corposa e articolata memoria scritta, che è in distribuzione, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
  Il Prefetto Boffi è accompagnato dal Viceprefetto Isabella Filocamo.
  Ricordo ai nostri ospiti che la Commissione – nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze – ha già audito sia i rappresentanti di cittadini, imprese e professioni sia il Capo del Dipartimento della Protezione civile. Al termine del ciclo saranno auditi anche i Ministri più direttamente interessati al tema.
  Do la parola al Prefetto Boffi.

  CARLO BOFFI, Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno. Onorevole presidente e onorevoli componenti della Commissione, innanzitutto ringrazio di vivo cuore, anche a nome dell'amministrazione che ho l'onore di rappresentare, della possibilità che mi è stata offerta di fornire un contributo di conoscenza e di esperienza di tutto il personale che dipende dal Ministero dell'interno – Prefetture, Corpo nazionale dei vigili del fuoco nonché le forze di polizia – a una Commissione che ha un compito così importante e significativo quale quello di riuscire a eliminare, per quanto possibile, i lacci e gli intoppi che rendono spesso così problematiche le procedure, i regolamenti e le leggi, creando non poche difficoltà agli operatori, compresi quelli apicali di enti e amministrazioni varie.
  Ho avuto la possibilità di leggere la relazione del Capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, che ha illustrato in maniera compiuta il funzionamento del sistema della Protezione civile, quindi non entrerò nel dettaglio perché è già stata fatta una relazione completa.
  Personalmente, oltre che Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, sono direttore centrale per la difesa civile, tema che in questi giorni è quanto mai attuale, e per le politiche di protezione civile. Sono Pag. 4tornato con un ruolo apicale là dove ho iniziato la carriera negli anni Ottanta e ho svolto anche attività operative sul campo. Sono stato, tra l'altro, responsabile dei centri operativi in occasione del bradisismo di Pozzuoli, dell'alluvione in Valtellina del 1987, responsabile dei comuni di Bormio e Sondrio, quindi ho anche un'esperienza sul campo.
  Dirò solo qualche parola sul ruolo del Ministero dell'interno e degli organismi dipendenti nel complesso sistema della Protezione civile. Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che è inserito nel Ministero dell'interno, nel Dipartimento dei vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile, è la componente assolutamente fondamentale del meccanismo di soccorso al momento dell'emergenza, come riconosciuto dalla legge n. 225 del 1992: i soccorritori per antonomasia sono i vigili del fuoco.
  Le Prefetture, ai sensi dell'articolo 14 sempre della legge n. 225 del 1992, così novellata dalla legge n. 100 del 2012, hanno la direzione unitaria dei servizi di emergenza nel momento del verificarsi dell'evento. È ormai un meccanismo collaudato da vari decenni. A livello centrale, invece, il Ministero, tramite le sue articolazioni, effettua il coordinamento delle Prefetture, quindi noi forniamo delle indicazioni e delle direttive su vari punti. I Prefetti hanno anche una serie estremamente articolata di compiti di pianificazione in determinati settori. Ad esempio, tutto ciò che è connesso con sostanze pericolose – vedi direttiva Seveso e così via – e quindi il piano degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante è affidato alla cura del Prefetto, secondo la normativa specifica, tra l'altro recentemente aggiornata.
  Inoltre, rientrano nei compiti dei Prefetti una serie di pianificazioni connesse ai trasporti, alla movimentazione di elementi nucleari, al rinvenimento delle cosiddette «sorgenti orfane».
  Si tratta, dunque, di una normativa molto articolata e varia che affida al Prefetto questa responsabilità.
  Un altro compito che ha il Ministero dell'interno e, nello specifico, la Direzione centrale che io dirigo, è quello di gestire i CAPI, ossia i centri assistenziali di pronto intervento. Noi abbiamo otto magazzini di materiale assistenziale che forniamo in occasione delle emergenze.
  È un lavoro poco noto, ma la logistica in tali casi è estremamente importante. Ad esempio, in occasione del terremoto in Emilia-Romagna abbiamo fornito materiale per più di 4 milioni di euro. Sostanzialmente sono le tendopoli, i padiglioni igienici mobili. Li forniamo anche, spesso, in occasioni di estrema urgenza per l'accoglienza di migranti.
  Fatta questa rapidissima premessa sul ruolo e le funzioni estremamente variegate del Ministero dell'interno e in particolare del Dipartimento dei vigili del fuoco, aggiungo che ieri sera ho avuto la possibilità di leggere la relazione della collega Fiamma Spena di Genova, che ha fornito un documento veramente completo ed esaustivo, anche entrando nel dettaglio dei vari enti e delle varie situazioni specifiche. Pertanto, condividendo completamente quello che ha scritto la collega, vorrei soffermarmi soltanto su un singolo aspetto. Ho preparato una breve sintesi della problematica che lascerò agli atti e che, se ritengono, posso anche fornire in formato elettronico.
  Dunque, vorrei soffermarmi soltanto su uno specifico aspetto, in quanto la Commissione bicamerale ha come obiettivo principale quello di vedere come si possa semplificare e migliorare l'attività successiva al verificarsi della situazione di emergenza. In tali casi, tramite la dichiarazione di stato di emergenza, viene individuato un Commissario delegato. Un'ipotesi che vorrei rappresentare alla Commissione è quella di affidare tale ruolo e tale funzione a una figura apicale dello Stato. In tal modo, si otterrebbero vari risultati positivi, in primo luogo quello di garantire una stretta dipendenza dalla Presidenza del Consiglio, Dipartimento della Protezione civile, e si potrebbe anche creare una Pag. 5banca dati, una banca di buone pratiche, fondamentale per il prosieguo delle varie gestioni commissariali.
  Ho letto la relazione fatta del Prefetto di Verona a seguito degli eventi alluvionali del 2010, delegata dal presidente della regione. Il commissario per l'erogazione dei contributi per il ripristino delle normali condizioni di vita, a seguito dei forti eventi alluvionali del 2010, è stato il Prefetto di Verona, che in poco tempo – considerate le complesse attività – cioè in poco più di un anno e mezzo, è riuscito a esaurire tutta l'attività, quindi l'erogazione di contributi e così via.
  Il lato positivo, secondo me, di affidare questo compito e questa funzione a un organismo statale di vertice è che in questo modo il commissario delegato può disporre non solo ovviamente di tutte le strutture degli enti locali e delle regioni, che hanno l'organizzazione, i mezzi e la conoscenza del territorio, ma anche assicurare un raccordo estremamente funzionale con gli apparati statali, i quali soprattutto hanno la possibilità di effettuare controlli precisi e puntuali. Mi riferisco soprattutto alla Guardia di finanza, ma anche all'Agenzia delle entrate; richiamo anche il ruolo, spesso importantissimo e fondamentale, della Corte dei conti.
  In tal modo, l'organismo statale di vertice avrebbe a disposizione il grande apparato della regione e le strutture e potrebbe inoltre colloquiare in casa con le strutture statali competenti, come – ed è fondamentale in questi casi – la Guardia di finanza.
  Inoltre, prima si parlava di banca dati: ho visto che per l'emergenza Veneto e anche in altre occasioni vengono creati dei sistemi informatici per la gestione, per l'inserimento dei dati e così via. Ormai qualunque attività comporta la predisposizione di strumenti informatici, di sistemi idonei per snellire le procedure. Naturalmente questi programmi, eventualmente migliorandoli a livello centrale del Dipartimento della protezione civile, potrebbero essere forniti in occasione delle future gestioni commissariali.
  La collega Fiamma Spena è entrata nel dettaglio di una serie di aspetti tecnici particolari e specifici, anche grazie al coinvolgimento quanto mai opportuno delle forze locali come il comune di Genova, come i vari apparati e strutture locali, nonché l'apporto del comandante provinciale che, raccordandosi con il centro, ha fornito una serie di indicazioni su vari aspetti che sono molto tecnici. Ad esempio, i materiali che fuoriescono dai fiumi e dai torrenti, come vengono considerati, come vengono trattati, che tipo di rifiuti sono ?
  Prima di concludere, mi permetto di proporre, ovviamente quando la Commissione e il presidente lo riterranno opportuno, anche l'audizione dell'ingegner Giuseppe Romano, che è il direttore centrale per l'emergenza del nostro Dipartimento, il quale, oltre a ricoprire un ruolo apicale – il responsabile per l'emergenza è la massima figura operativa dei vigili del fuoco – è stato anche commissario, nel post-terremoto a L'Aquila, per il problema specifico delle macerie, laddove ci sono problematiche e aspetti molto tecnici. Se mi posso permettere di proporlo, l'ingegner Romano è disponibile a venire in audizione in qualunque momento.
  Vi ringrazio vivamente e spero di aver fornito un contributo utile, seppure nell'estrema sintesi.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il Prefetto Boffi anche del suggerimento che ci ha dato. Certamente sentiremo l'ingegner Giuseppe Romano, per gli approfondimenti che sono stati qui indicati.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DANIELE MONTRONI. Anche io ringrazio il Prefetto Boffi per il contributo, per la chiarezza e soprattutto per la riflessione che ha svolto sulla necessità di standardizzare il più possibile le procedure. Questo è un aspetto che riguarda anche la figura che ha la responsabilità, nella situazione di emergenza, di coordinare gli interventi.Pag. 6
  Rispetto a questo intendo porle una domanda. Il commissario ha la responsabilità operativa di coordinare gli interventi, quindi ha bisogno di poter conoscere come funziona la macchina per non dover ripartire ogni volta da capo. Nello stesso tempo ha anche il ruolo di una gestione più «politica», nel senso che in quelle situazioni le popolazioni, gli enti locali hanno bisogno di avere un riferimento.
  Credo che una delle ragioni che portano spesso – cito l'esempio del terremoto in Emilia-Romagna – a individuare nel presidente della regione il commissario possa risiedere anche in questo. Lei ritiene che, al pari di altre situazioni, sia possibile scindere questa figura, nel senso del commissario e del soggetto attuatore ? Intendo dire, cioè, chi ha più una responsabilità di coordinamento e di rapporto e dialogo con gli amministratori che sono coinvolti in quel territorio e chi invece è una figura più operativa che deve mettere immediatamente in campo tutte le misure, quindi ha bisogno di avere quell'esperienza sul campo che gli permette di alleviare prima possibile le sofferenze delle popolazioni colpite.

  CARLO BOFFI, Vice Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno. Le sue considerazioni sono assolutamente condivisibili. In effetti nel passato si sono verificate notevoli diversità nell'affidamento di questi compiti. Ad esempio, il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha preferito affidarlo a un Prefetto; recentemente, il presidente della regione Liguria l'ha affidato invece al dirigente del settore Protezione civile; il presidente della regione Emilia-Romagna inizialmente ha avuto la funzione di responsabile del coordinamento operativo.
  Attualmente il meccanismo prevede di affidare questo compito e queste funzioni in genere al presidente della regione e non direttamente a un organismo statale. Spesso, però, lo stesso presidente della regione preferisce affidarlo a un organismo statale come il Prefetto, proprio perché, essendo di provenienza politica, spesso ha un maggiore contatto (e nello stesso tempo dipendenza) con i suoi elettori, mentre una figura tecnica statale ha più la possibilità di coniugare le esigenze di estrema conoscenza del territorio, tramite regioni ed enti locali, con la necessità di garantire il corretto uso del denaro del contribuente. La verifica dei presupposti che sono alla base dell'erogazione dei contributi è estremamente delicata, perché da una parte devono essere ristorati coloro che effettivamente hanno avuto dei danni e in tempi estremamente rapidi e brevi; dall'altra parte, per il giusto rispetto del denaro del contribuente, deve essere evitato che si utilizzino queste somme impropriamente. Spesso i politici, vivendo sul territorio e avendo a volte anche un contatto diretto con i propri elettori, sono più in difficoltà nell'assumere posizioni intransigenti.
  L'attività di mediazione, se fatta correttamente dal Prefetto, è un'attività molto importante perché, fermo restando che il Prefetto deve conoscere bene il territorio in cui opera, essendo in una posizione più distaccata ha contemporaneamente quella giusta distanza dalle istanze del territorio che gli consente a volte di assumere posizioni più nette, anche di rifiuto di contributi laddove non ci sia una reale giustificazione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Prefetto Boffi e dichiaro conclusa l'audizione.
  Ricordo che la Commissione tornerà a riunirsi domani mattina, sempre alle 8.15, per l'audizione del direttore generale dell'Associazione bancaria italiana.

  La seduta termina alle 8.40.

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