XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Martedì 17 febbraio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROSTITUZIONE MINORILE

Audizione del procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, dott.ssa Maria Monteleone.
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 3 
Monteleone Maria , procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ... 3 
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 5 
Zampa Sandra (PD)  ... 5 
Monteleone Maria , Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ... 5 
Mattesini Donella  ... 6 
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 7 
Zanin Giorgio (PD)  ... 7 
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 8 
Brambilla Michela Vittoria (FI-PdL)  ... 8 
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 8 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 8 
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 9 
Monteleone Maria , Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ... 9 
Zampa Sandra (PD)  ... 11 
Monteleone Maria , Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ... 11 
Blundo Rosetta Enza , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ROSETTA ENZA BLUNDO

  La seduta comincia alle 15,15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, dott.ssa Maria Monteleone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile, l'audizione del procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, dottoressa Maria Monteleone, la quale, come è noto, ha seguito le inchieste su questa delicata tematica per la Procura di Roma. La ringraziamo della sua presenza e le do subito la parola.

  MARIA MONTELEONE, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma. Grazie, presidente. Faccio una premessa perché vorrei dare il segno concreto dell'attività che viene svolta nel mio ufficio.
  La Procura di Roma è organizzata, secondo i modelli indicati dal Consiglio superiore della magistratura e le indicazioni di carattere internazionale, in gruppi di magistrati specializzati in determinate materie. Uno dei gruppi specializzati che sono stati istituiti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma, si occupa dei reati e dei delitti contro la libertà sessuale, contro i minori, contro la famiglia e tutti i soggetti vulnerabili, comprese le persone anziane e i soggetti che, per qualunque ragione, si trovano in una condizione di vulnerabilità.
  I magistrati addetti a questo settore, che quindi curano in esclusiva questa materia, sono dodici e sono coordinati da uno dei Procuratori aggiunti presso la Procura (nella fattispecie il Procuratore aggiunto delegato sono io). La nostra Procura, in adesione ai princìpi fondamentali non soltanto del nostro ordinamento giuridico, ma anche della legislazione internazionale e delle convenzioni internazionali più note, la Convenzione di Istanbul e la Convenzione di Lanzarote, si è data anche di recente un'organizzazione che risponde ai criteri e ai princìpi ispiratori delle due convenzioni internazionali, che rispondono anche alle finalità e alle esigenze rappresentate attraverso diverse direttive dalla Comunità europea.
  Uno dei fenomeni più attenzionati dalla Procura della Repubblica è quello della prostituzione minorile, fenomeno del quale faccio una breve sintesi dei dati a disposizione del mio ufficio. È un fenomeno criminale che in questi ultimi anni ha suscitato una particolare attenzione da parte degli uffici della Procura di Roma per varie ragioni, la principale delle quali di natura statistica. Abbiamo infatti dovuto registrare un incremento costante delle notizie di reato riguardanti il delitto della prostituzione minorile.
  Voglio precisare che questa è un'espressione di carattere generale, in cui comprendiamo non soltanto l'ipotesi più Pag. 4grave della prostituzione minorile, che è disciplinata dall'articolo 600 bis, comma 1, ma anche il rapporto di prostituzione di un minore dietro corresponsione di un'utilità o di una somma di danaro, quindi il rapporto tra cliente e minorenne che offre la prestazione sessuale.
  Il termine comprende, quindi, l'induzione, il favoreggiamento, lo sfruttamento, l'organizzazione della prostituzione minorile, ma anche il fenomeno del rapporto sessuale del minore con un adulto in cambio di una controprestazione economicamente rilevante.
  Abbiamo dunque registrato un significativo incremento nelle nuove notizie di reato. Posso citare i numeri che ritengo assolutamente effettivi, concreti: nel 2010 avevamo iscritti 35 procedimenti penali (naturalmente il termine procedimento penale indica un numero di fascicolo all'interno del quale vi sono uno o tanti indagati, quindi il numero riguarda solo il procedimento); nel 2011 ne avevamo iscritti 53; nel 2012 c’è stato un calo, quindi 31; poi abbiamo avuto un'impennata significativa nel 2013, quando ne abbiamo iscritti 62; infine, nel 2014 ne abbiamo iscritti 191. Il dato significativo è che tra il 2012 e il 2014 abbiamo avuto un incremento nella iscrizione di nuove notizie di reato pari al 516 per cento. Un ulteriore dato significativo è che nel 2013 il numero degli indagati, quindi dei soggetti ritenuti responsabili di uno dei due reati ai quali ho fatto riferimento, è stato di 38 cittadini italiani e 62 cittadini stranieri, mentre nel 2014 abbiamo avuto 127 cittadini italiani e 43 cittadini stranieri, quindi complessivamente 170 indagati per questi reati.
  Un ulteriore dato che può essere importante per le valutazioni della Commissione è che si tratta di un fenomeno criminale che interessa i minorenni, ovviamente sia ragazze che ragazzini, molto più di quanto si immagini, ma per esigenze di segreto investigativo in questo momento non posso entrare più nel dettaglio del fenomeno criminale che riguarda la prostituzione minorile maschile.
  Per quanto riguarda la prostituzione minorile maschile, a quanto risulta nel distretto della Corte d'appello di Roma – perché la Procura della Repubblica di Roma ha la competenza distrettuale su questi fenomeni criminali, quindi copre tutto il distretto della Corte d'appello e quindi sostanzialmente tutta la regione Lazio – le vittime minorenni di questa forma delittuosa sono prevalentemente cittadini stranieri. Un ulteriore dato che può essere rilevante per le vostre valutazioni è che sono episodici i casi di arresto in flagranza di reato – ne abbiamo avuto uno ieri ma sono veramente episodici – mentre è frequente che in questi procedimenti penali la Procura chieda l'applicazione di misure cautelari (quasi sempre la custodia in carcere), che vengono quasi sempre concesse dal G.I.P. e poi confermate dal Tribunale per il riesame.
  Il ricorso alla misura cautelare, quindi, sta a indicare l'attuale pericolosità dell'autore di questi reati e, soprattutto, – è inutile negarlo – l'elevato rischio di reiterazione di queste condotte. È noto che si tratta di fenomeni che presentano un'elevata probabilità di recidiva, quindi spesso la richiesta di misura cautelare si impone per interrompere l'attività criminosa che presenta elevatissime probabilità di reiterazione.
  Ad oggi registriamo che, quasi sempre, le accuse e le imputazioni elevate nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di questo reato trovano un'elevatissima conferma di fondatezza attraverso le sentenze emanate nel corso della fase successiva, quella del giudizio.
  Quando le indagini, come accade quasi sempre, sono complete ed esaurienti, il rito prescelto dagli imputati è il rito abbreviato e le sentenze di condanna dei giudici confermano la fondatezza dell'ipotesi accusatoria.
  Vi è un elemento che crea qualche profilo di difficoltà e di riflessione sul piano della prova della responsabilità dell'imputato di questi reati: il noto problema dell'ignoranza dell'età della persona offesa. Questo è un elemento importante nella valutazione della responsabilità penale Pag. 5dell'adulto che ha rapporti sessuali con un minore dietro corresponsione di un'utilità economicamente rilevante perché, come sapete, il colpevole non può invocare a propria scusa l'ignoranza dell'età della persona offesa, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile.
  Questa è una valutazione estremamente difficile, considerato che spesso i minori che si determinano a compiere questi atti – quindi a intrattenere rapporti sessuali in cambio di una controprestazione economicamente valutabile – ovviamente nascondono, o tentano di nascondere, almeno sul piano delle apparenze, la loro minore età e questo elemento può condizionare in maniera rilevante lo svolgimento delle attività investigative, e quindi la possibilità di giungere a una sentenza di condanna. Mi fermerei qui.

  PRESIDENTE. Grazie, ci ha dato degli spunti importantissimi e anche i dati parlano molto chiaro. Do la parola ai colleghi che intendano porre domande o formulare osservazioni.

  SANDRA ZAMPA. Innanzitutto, mi scuso per il ritardo con cui siamo arrivate io e la presidente a questa audizione a cui tenevamo molto, ma dobbiamo spesso discutere questioni che riguardano questa Commissione nei pochi minuti che ci restano tra i lavori in Aula o nelle rispettive Commissioni; la ringrazio inoltre per il suo intervento e per il rigore con il quale lei ha seguito questo tema nella sua attività. Vorrei un chiarimento sui dati ma anche porle una domanda per me difficilissima, perché vedere un incremento del 516 per cento non può sottrarre questa Commissione dal compito di interrogarsi sulle ragioni di ciò. È evidente che gli strumenti con cui intervenire sono completamente diversi se l'incremento della povertà di adulti e minori si annovera tra le motivazioni, o se si tratta di un fattore culturale legato al modo dei media di presentare il proprio corpo come un elemento accessorio della personalità, quindi un mezzo da utilizzare per scopi come quello di arricchirsi.
  Non so se lei abbia il dato di quanti «minori stranieri non accompagnati» siano coinvolti, perché lei ha parlato in particolare di minori maschi stranieri e questo lascerebbe immaginare che spesso, entrando in un circuito di devianza perché non immessi nei corretti circuiti, una volta sbarcati nel nostro Paese questi minori finiscano per essere catturati dalla malavita e utilizzati a questo scopo.
  Torno infine sull'ultima parte, che è la più delicata, cioè la questione dell'ignoranza dell'età, ma anche dei provvedimenti legislativi che avevano reso più rigoroso l'approccio al problema, sostenendo che l'ignoranza dell'età non eliminasse la responsabilità.
  Lei ha fatto giustamente riferimento al rito abbreviato, ma è evidente che per i giudici esiste la possibilità di concedere o non concedere il patteggiamento: sbaglio ? Fa parte dei diritti dell'imputato chiederlo: lei riterrebbe corretto che si procedesse a una modifica legislativa da questo punto di vista posto che questo reato, per quanto più ristretto quantitativamente rispetto al resto degli altri reati, è ugualmente molto grave, anche a causa del suo incrementarsi così rapido ?
  Credo che nessuno possa accettare che in due anni ci sia stato un aumento del 516 per cento senza reagire, quindi si dovrebbe pensare a una modifica della legislazione, a normare diversamente la questione. Siccome in questo momento è in corso una riforma complessiva della giustizia, che investirà anche la giustizia minorile, lei riterrebbe utile andare in questa direzione ?

  MARIA MONTELEONE, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma. Darò una risposta sintetica, anche se ciascuna delle domande che lei mi ha rivolto richiederebbe tempi non compatibili con i vostri impegni e anche ovviamente con i miei.
  Per quanto riguarda le ragioni dell'incremento significativo di questi fenomeni criminali, lei ha fatto riferimento alla povertà, quindi a ragioni di natura economica, ma anche, eventualmente, a ragioni Pag. 6culturali, morali, mediatiche. Io ritengo, sulla base della mia conoscenza e dei dati che ho a disposizione, che l'incremento di questi fenomeni sia riconducibile a tutte le ragioni che lei ha indicato.
  Abbiamo esempi concreti di scelta del minore di intrattenere rapporti di prostituzione per ragioni economiche, per una situazione di disagio, di difficoltà familiare, e questo spiega anche perché alcuni di essi si trovino a farlo nella piena consapevolezza dei genitori. Ci sono casi nei quali i genitori sono perfettamente consapevoli di quello che i figli fanno e questa attività costituisce l'unico mezzo di sostentamento della famiglia. L'incremento è quindi connesso a situazioni di gravissimo disagio economico e familiare. Sicuramente è riconducibile a un'eccezionale caduta culturale e di moralità, legata a una pubblicità estremamente negativa che i nostri ragazzi e le nostre ragazze subiscono quotidianamente, che compromette, a volte irreparabilmente, un equilibrato e sano sviluppo delle persone, soprattutto delle bambine, la cui inconsapevolezza della gravità della commissione di determinate cose rasenta la mancanza di rispetto per se stesse, al di là del valore immorale delle loro condotte. Questo è un dato sul quale occorre fare grandi riflessioni.
  Il fenomeno è molto diffuso ma non sempre è perseguibile, perché talora i fatti non integrano ipotesi di reato; tuttavia essi conservano una loro gravissima riprovevolezza morale. Abbiamo avuto casi in cui i minori si sono prestati a rapporti sessuali in cambio di una bottiglia di birra, di una bottiglia di vino, di uno spinello, come è molto frequente, e questa è sicuramente una circostanza su cui dobbiamo riflettere.
  Molti ragazzi maschi hanno rapporti di prostituzione omosessuale con adulti maschi, ma non ho elementi per dire che si tratti di minori giunti in Italia attraverso i noti sbarchi che avvengono in Sicilia, o comunque nelle regioni meridionali. Il dato che abbiamo, nell'ambito del distretto di nostra competenza, è che si tratta quasi esclusivamente di minori di Paesi che fanno parte della Comunità europea.
  La disposizione alla quale ho fatto riferimento, sulla ignoranza della minore età della persona offesa, è stata introdotta sulla base di precise indicazioni della Corte costituzionale e viene interpretata dai giudici e dalla Corte di Cassazione in maniera estremamente rigorosa, dando assoluta prevalenza alle esigenze di tutela del minore.
  Noi riteniamo che l'adulto che si appresti a consumare un rapporto sessuale con una persona, che apparentemente non sembri sicuramente adulta, abbia l'obbligo di verificarne prima l'esatta età. Questa interpretazione risponde all'esigenza di evitare che l'area dell'impunità sia eccessivamente ampia.
  Sulla base della mia esperienza le modifiche legislative che sono state introdotte all'articolo 600 bis, che disciplina questa fattispecie criminosa dalla legge di conversione della Convenzione di Lanzarote, la legge n. 172 del 2012, sono adeguate e idonee a consentire una corretta lotta a questi fenomeni criminali, e non ritengo opportuno introdurre modifiche legislative nemmeno sul piano della sanzione.
  Le sanzioni attualmente previste dal nostro legislatore mi sembrano adeguate e ritengo che, sia pure nei limiti previsti dall'attuale disciplina processuale, anche la formula del rito alternativo, del patteggiamento nei casi limitati in cui ciò è consentito, sia opportuna, perché vi sono casi nei quali la situazione rende opportuno il ricorso al rito alternativo.
  Abbiamo la possibilità di riservare il rito ordinario per i casi più gravi. D'altra parte, occorre prendere atto del fatto che sono reati i cui termini di prescrizione, notoriamente, non sono altissimi, quindi c’è l'esigenza di perseguire penalmente i fenomeni più gravi e quindi il patteggiamento appare adeguato nei casi meno gravi. Al momento non ritengo necessario prendere in considerazione eventuali modifiche legislative sulla materia.

  DONELLA MATTESINI. Le osservazioni e le domande dell'onorevole Zampa erano anche le mie, quindi ne aggiungo altre più rapide. I dati che lei ci ha offerto Pag. 7sono veramente terribili, tra l'altro, anche all'apertura dell'anno giudiziario era emerso il dato sull'aumento, quindi le chiedo se nel lavoro che svolgete anche con le altre procure le risulti che questo sia un dato tendenzialmente omogeneo, oppure se la grande città e questo territorio più di altri abbiano particolari meccanismi. Vorrei capire se questo dato abbia lo stesso livello di intensità, come tendo a ritenere in base alla mia conoscenza di altre parti d'Italia, ovvero se esista nel vostro lavoro questo tipo di conoscenza, anche se non statisticamente validata.
  Vorrei sapere se sia aumentato davvero il numero delle persone che si prostituiscono o sia migliorata la capacità investigativa rispetto a questo. Avrei bisogno di capire di più anche sul tipo di prostituzione, perché anche quella minorile cambia molto: è prostituzione su strada, è prostituzione dove l'adescamento è avvenuto su internet ? Non so se abbiate avuto la possibilità di approfondire questi dati davvero terrificanti. Per noi è importante capirlo, perché la nostra azione come legislatori ha a che fare con una conoscenza più approfondita della «richiesta» (linguaggio gentile che non si addice a questa pratica incivile).
  Lei è stata molto chiara nel rilevare come questo fenomeno abbia a che fare con un profondo decadimento culturale; la settimana scorsa, in audizione, l'associazione Differenza donna ha affermato che questo decadimento culturale coinvolge anche il percorso giudiziario, in quanto la vulgata popolare, un uso improprio dei media e un decadimento culturale anche nei confronti dei diritti delle giovani (si parlava di minori donne ma vale per tutti), rappresentano costantemente queste minori come avide, perché in cambio dell'atto di prostituzione comprano gioielli o vestiti.
  Questa idea del minore consapevole ma destrutturato, o strutturato con questa avidità, termine che mi ha colpito molto, ha condizionato anche alcuni percorsi giudiziari, tanto che veniva rilevato come alcuni procedimenti si siano conclusi con una condanna unicamente perché ha retto la questione della minore età, mentre il percorso di difesa tendeva ad assolvere, a rendere «normale» la richiesta di prostituzione, in quanto adescati da un minore rappresentato con questa modalità.
  Vorrei sapere, quindi, se lei abbia avuto consapevolezza di come questo decadimento culturale di rappresentazione del minore vada a incidere anche su questo, oltre che nell'annullare la consapevolezza della gravità dei propri atti, per cui ci si prostituisce in cambio di uno spinello, con tutti i danni che in futuro dovremo valutare nella testa e nel cuore di questi bambini e di queste bambine. Siccome questo decadimento culturale esiste e ci è stato denunciato qualcosa di evidente anche nei talk show, vorrei sapere se siamo arrivati anche nelle aule dei tribunali a vedere utilizzare dalla difesa questi argomenti, così come in passato, quando c’è stata la capacità di uscire dal silenzio e denunciare i casi di violenza sebbene il senso comune portava alcuni a rilevare «violentata sì, però aveva la minigonna !». Così, adesso, la colpa viene data alla minore avida che ha nascosto la propria età. È quindi necessario intervenire con un'azione, in primo luogo del legislatore, che poi chiami in campo tutto il mondo degli adulti inteso come agenzie culturali.

  PRESIDENTE. Forse è opportuno completare tutte le domande, quindi do la parola all'onorevole Zanin.

  GIORGIO ZANIN. Grazie, presidente. La mia domanda sta nell'alveo di quanto la senatrice Mattesini ha appena delineato. Un primo dato da approfondire è il profilo complessivo, perché di fronte al cambiamento del costume (è una riflessione che faccio anche con i colleghi) è evidente che – perdonatemi se tiro per la giacca il ragionamento – se noi, come succede spesso per materie di tutt'altro genere, aumentassimo i limiti di tolleranza a livello ambientale di qualche sostanza: automaticamente vedremmo decadere le infrazioni, mancando l'elemento di sostanziale irresponsabilità di una sedicenne o di Pag. 8un sedicenne che, fino al momento prima ha partecipato, per poi magari modificare dopo il suo profilo, ritenendosi danneggiato. È un elemento che non dobbiamo trascurare: l'elemento del costume ci chiede di delineare un profilo di queste figure di minorenni coinvolti.
  Se infatti dobbiamo costruire delle risposte sistemiche al cambiamento di costume, dobbiamo capire esattamente il profilo da contrastare. Ritengo che questo sia un elemento fondamentale e lei ha prima evidenziato come nel fenomeno non siano implicati i minori stranieri non accompagnati che sbarcano nel nostro Paese.
  Se quindi vogliamo costruire un profilo in base alla casistica, questo potrebbe essere un elemento di fotografia al negativo: quali sono le categorie non coinvolte ? A me ad esempio interesserebbe capire il dato urbano e non urbano, se cioè questo – il genere – sia un elemento del costume che ha una certa incidenza, visto che lei ha citato prima l'elemento femminile ma anche il tipo di relazione omosessuale come un trend.
  Se di costume si tratta, sarebbe importante capire se ci siano degli elementi di comparazione statistica su scala europea, per valutare se si tratti di un intervento che va assunto anche a livello più ampio, ovvero di un profilo specificamente italiano e geograficamente iscritto in alcune aree del nostro Paese.
  Credo che questi elementi dovrebbero esserci forniti dai tribunali per una consapevolezza piena del fenomeno, per immaginare politiche mirate non solamente sul titolo, ma sulla sostanza.

  PRESIDENTE. Do la parola alla presidente Brambilla.

  MICHELA VITTORIA BRAMBILLA. Grazie, dottoressa, benvenuta. Ero rimasta con l'onorevole Zampa a discutere, prima dell'inizio della seduta, proprio di questi temi e della riforma della giustizia minorile. Al di là dell'analisi di tutti i dati, del numero dei reati, di questo fenomeno che lei ha magistralmente illustrato e su cui abbiamo avuto anche altre audizioni, a me interessava porle una domanda di tipo diverso. Se qui non occorre una modifica di tipo legislativo, quindi l'elemento di deterrenza è sufficientemente declinato, secondo lei qual è l'intervento che occorrerebbe fare ?
  Il fatto che vi sia un condizionamento da parte dei media e di un certo contesto sociale in cui queste ragazzine crescono è un dato di fatto, davanti al quale non possiamo che arrabbiarci tutti, io per prima, però si fa oggettivamente fatica a intervenire, perché non si può imbrigliare la televisione e i giornali, anzi ritengo che sia un bene parlare del fenomeno sotto un certo profilo, in quanto credo che, se i dati oggi sono superiori al passato, ciò sia dovuto anche alla sua maggiore conoscenza da parte dei genitori, degli amici, delle famiglie e quindi al coraggio di denunciare.
  Vorrei quindi conoscere la sua opinione sul primo intervento che occorrerebbe fare per contenere e contrastare questo fenomeno deplorevole. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Do la parola all'onorevole Cesaro.

  ANTIMO CESARO. La ringrazio per i dati interessanti che ci ha fornito e per l'esperienza che contraddistingue il suo operato. La mia domanda si ricollega a quanto detto dalla presidente, perché in questa indagine conoscitiva ci siamo soffermati sugli aspetti repressivi del fenomeno, ma credo che sarebbe opportuna qualche audizione specifica sull'aspetto preventivo del fenomeno.
  Qui entra in gioco, anche sulla base delle cose che lei ha detto, l'aspetto culturale (uso questo aggettivo in senso molto ampio), quindi il ruolo della scuola dal punto di vista della informazione, non dal punto di vista etico-morale (lasciamo ad altri ambiti gli altri aspetti per i quali queste pratiche gridano vendetta).
  Vorrei quindi chiederle qualche suggerimento sulla base della sua esperienza per rendere più completa la nostra indagine conoscitiva ed essere propositivi nella stesura di un documento finale per contrastare Pag. 9il fenomeno al di là dell'aspetto repressivo, che pure è in campo con notevoli risultati. Ritengo che il dato statistico da lei evidenziato dimostri tutta la sensibilità dispiegata nel contrasto, ma quando si arriva a reprimere, il reato è già compiuto e il male è già provocato.
  È compito del legislatore rendere il nostro un Paese all'avanguardia nel contrasto preventivo di questa pratica abominevole.

  PRESIDENTE. Prima di lasciarle la parola, vorrei porle anch'io alcune domande. Mi colpisce molto il dato, che anche i colleghi hanno rilevato, relativo a questo incremento, in particolare del 2014, perché siamo passati addirittura a 191 procedimenti. Anch'io mi chiedo se sia aumentata la capacità di indagine o vi sia qualcosa di davvero preoccupante.
  Lei faceva un riferimento molto forte ai genitori che vivono questa condizione con piena consapevolezza come unico mezzo di sostentamento. Probabilmente anche questo è un problema dovuto alla povertà e quindi alla mancanza delle necessarie possibilità economiche minime per tutti. Le chiedo, quindi, se non riterrebbe utile un provvedimento integrativo di reddito garantito minimo a tutte le famiglie per evitare questa situazione.
  C’è poi sicuramente il problema della caduta di moralità e, a mio avviso, non è detto che non si possa far nulla, perché credo che sia la scuola, come diceva il collega Cesaro, sia la struttura mediatica (televisioni e giornali) possano diffondere contenuti diversi, perché, francamente, si assiste a un cerchio chiuso in cui più la cittadinanza cerca contenuti di tipo sessuale e horror, più questa viene accontentata, per aumentare l’audience, mentre si dovrebbe mettere un freno a questa degenerazione a catena che non sta portando a nulla di buono.
  Siccome l'attenzione della Procura è divenuta più intensiva anche per ragioni statistiche, dobbiamo sempre aspettare che le statistiche ci portino ad attenzionare, ovvero – come diceva il collega – dobbiamo fare prevenzione e quindi utilizzare modalità diverse per aumentare l'attenzione della legge e della Procura ?
  L'ultima domanda è relativa alle normative. Mi domando quale sia la possibilità di scagionarsi in caso di minore «consenziente», perché mi risulta che spesso venga utilizzata come motivazione per chiudere il discorso. Bisognerebbe invece evitare questa possibilità a vantaggio di una maggiore stigmatizzazione del reato.
  Anche se il minore fosse consenziente, infatti, resta un reato gravissimo intaccare, come diceva la collega Mattesini, non solo fisicamente ma anche psicologicamente la sua vita futura, ciò determinando un danno permanente al suo sviluppo.

  MARIA MONTELEONE, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma. Le domande che mi sono state poste sono molteplici, tutte molto interessanti e naturalmente richiederebbero tempi assolutamente non compatibili con quelli che abbiamo a disposizione. Darò quindi una risposta sintetica e spero esauriente.
  Vorrei fare una precisazione che renderà più comprensibile quello che dirò dopo: ovviamente, oggi, parliamo solo di prostituzione minorile e quindi ho fatto riferimento all'articolo 600 bis che disciplina questa fattispecie di reato, ma tenete conto che le condizioni dei nostri minori sono spesso compromesse da una molteplicità di ipotesi criminali. È rimasta fuori tutta la pedopornografia, né parliamo dell'adescamento di minori, sanzionato di recente dall'articolo 609 undecies, o di atti sessuali con minori, di corruzione di minori di valenza sessuale.
  Per circoscrivere l'ambito del nostro discorso voglio precisare che noi parliamo di prostituzione minorile soltanto con riferimento al rapporto sessuale di un minore che ha più di 14 anni ma meno di 18, laddove il rapporto sessuale viene consumato sulla base di un preciso consenso. Questo è il dato che assolutamente bisogna tener presente, altrimenti ricadiamo in ipotesi criminali di tipo diverso, nella violenza sessuale con l'elemento costitutivo Pag. 10della violenza, della minaccia o anche dell'abuso di autorità o dell'abuso delle condizioni di inferiorità del minore.
  Qui siamo nell'ambito di un rapporto sessuale che viene consumato sulla base di un preciso accordo e del consenso del minore. Lo preciso proprio per far capire che qui abbiamo un minore chiaramente consenziente.
  La prima domanda dell'onorevole Zampa riguardava i dati statistici relativi agli altri uffici giudiziari. Non ho questi dati relativi agli altri uffici e quindi non posso fornire alcuna indicazione utile, ma in base ai rapporti e dai contatti con i colleghi degli uffici giudiziari maggiori d'Italia (le procure di Milano, di Palermo, di Napoli) sento di poter dire che i dati dovrebbero essere tendenzialmente uniformi.
  Si tratta, quindi, di un fenomeno criminale che, anche se probabilmente non con le stesse dimensioni statistiche e la stessa percentuale, è sicuramente in aumento. Tenga conto che parliamo sempre di competenza distrettuale.
  Riguardo alla comparazione con la statistica europea, non ho elementi concreti e quindi mi astengo dal fare valutazioni in merito. Posso però offrire alla vostra riflessione un dato: talvolta è capitato che alcuni minorenni che si prostituiscono nel nostro territorio in precedenza lo abbiano fatto in altri Paesi europei, quindi verosimilmente è un fenomeno che non riguarda solo l'Italia.
  Aumento del fenomeno o aumento della capacità repressiva ? È una bella domanda: la mia sensazione è che ci sia sicuramente un aumento del fenomeno, dato che considererei certo. Sicuramente è aumentata la nostra capacità repressiva, perché le forze dell'ordine e della magistratura stanno ovviamente investendo molto su questa attività repressiva, proprio in ragione dell'aumento del fenomeno.
  Sicuramente molto è dovuto anche ad una maggiore attenzione e a una maggiore professionalità, perché i risultati giungono perché si raggiunge un certo livello professionale sia investigativo che di forze dell'ordine.
  Dove si consuma: direi che non vi sono luoghi privilegiati, salvo che la prostituzione minorile maschile tendenzialmente è su strada. Aggiungo (per il momento non posso dire altro per le ragioni che ho citato prima) che su strada intendiamo anche luoghi aperti al pubblico e frequentati da molte persone.
  Non c’è dubbio: la «rete» costituisce una delle modalità principali che favoriscono e consentono in moltissimi casi la consumazione di questo reato, quindi sicuramente un aspetto importante da attenzionare.
  La domanda interessante alla quale è più difficile dare una risposta, che dal mio punto di vista posso dare sulla base di valutazioni che faccio anche come cittadina e come mamma, è cosa fare. Confermo che al momento non vedo interventi legislativi essenziali, ma sicuramente abbiamo bisogno di un'attenzione del legislatore sotto due profili (voglio rappresentarlo anche se forse non sono oggetto diretto dell'attenzione di questa Commissione).
  Abbiamo bisogno di disposizioni normative che prestino maggiore attenzione alla tutela delle vittime, quindi voglio ricordare un'indicazione che ho avuto modo di fare alla Camera in un convegno recente sulla tutela della vittima: sarebbe opportuno che le norme sull'ascolto del testimone vulnerabile, che il legislatore ha introdotto per la fase dell'incidente probatorio e del dibattimento, prevedessero determinate modalità anche per la fase delle indagini preliminari, perché la fase in cui è fondamentale ascoltare il minore vittima di prostituzione minorile è quella delle indagini preliminari.
  Avremmo quindi bisogno di disposizioni processuali specifiche, che consentano di assumere la testimonianza del minore nella fase delle indagini preliminari con le modalità di protezione adeguate.
  Un altro intervento legislativo importante a tutela dei minori è il potenziamento delle strutture di protezione e tutela sul territorio. Abbiamo bisogno di aiutare questi minori. L'intervento repressivo Pag. 11ha un senso nei confronti dell'adulto responsabile di questi reati, ma ricordiamoci che non avremo fatto giustizia se non saremo capaci di aiutare il minore che arriva a compiere azioni così disdicevoli e autodistruttive anche sul piano psicologico, di garantire al minore ogni tutela e protezione.
  Un elemento estremamente positivo, che abbiamo potuto acquisire nel processo purtroppo noto come Baby squillo, è che siamo riusciti a realizzare un intervento di grande spessore sulla minore che maggiormente è stata coinvolta in questi episodi veramente orribili (i contatti avuti dagli adulti con queste minori nel giro di qualche mese hanno superato i 3.000) e che viveva in una condizione di elevato disagio personale. La bambina è radicalmente cambiata proprio perché è stato possibile accoglierla, proteggerla e seguirla in un percorso di riabilitazione e di tutela eccezionale, che è stato perseguito anche con l'impegno nello studio.
  Non si riesce a fare questo nei confronti di tutti i minori e questo è un handicap gravissimo, ma è fondamentale la protezione della vittima di questi reati attraverso il potenziamento delle strutture dei servizi sociali sul territorio, delle strutture di intervento (le associazioni sul territorio che danno accoglienza e assistenza anche psicologica a queste ragazze).
  Sicuramente l'intervento repressivo è indispensabile, ma arriva dopo, come da voi ben evidenziato, quindi vedo utili due interventi. Il primo è il potenziamento delle forze dell'ordine e della loro professionalità e il potenziamento delle strutture della magistratura, affinché possano contrastare adeguatamente questi fenomeni criminali, come al momento avviene con grandi difficoltà e disagio (ce lo siamo dette qualche minuto prima dell'inizio della seduta), perché le obiettive difficoltà di lavoro nelle quali ci troviamo condizionano la nostra attività. Il secondo è rappresentato da interventi seri, importanti e soprattutto efficaci sulla scuola, sulle strutture sul territorio, sui centri di servizio sociale, sulle strutture sanitarie che assicurano l'effettiva protezione a questi minori, interventi a tutela delle famiglie che versano in condizioni di grave disagio.
  Il disagio familiare economico, di elevata conflittualità, di difficoltà di vario genere, anche legato al disagio personale dei coniugi si riflettono, ovviamente, sui minori. È recentissimo l'arresto di due genitori e di un cittadino italiano piuttosto anziano che intratteneva rapporti di prostituzione con una bambina dodicenne in cambio della spesa che portava a casa della minore. Il corrispettivo per gli atti di prostituzione con la bambina dodicenne era la spesa che portava ai suoi genitori. La minore, contattata da noi, al primo incontro con il magistrato ha chiesto piangendo di essere allontanata da casa perché voleva stare lontano dai suoi genitori.

  SANDRA ZAMPA. In un caso come questo come si arriva alla notizia di reato ?

  MARIA MONTELEONE, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma. La notizia di reato in questo caso è arrivata per la grandissima disponibilità, sensibilità e il senso civile di una nostra concittadina che, avendo appreso da un'altra persona del disagio di questa bambina, ha pensato di presentarsi alle forze dell'ordine e di riferirlo. Le attività investigative svolte all'inizio con grande riservatezza e attenzione hanno consentito nel giro di qualche giorno di fare emergere questo fatto di estrema gravità.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, dottoressa Maria Monteleone, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16,15.