XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Martedì 20 gennaio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROSTITUZIONE MINORILE

Audizione di rappresentanti del Servizio di assistenza, cura e ricerca sull'abuso all'infanzia (SACRAI).
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 
Sabatello Ugo , direttore responsabile del progetto SACRAI ... 3 
Tortorolo Giovanni , volontario del progetto SACRAI ... 4 
Bertorotta Ornella  ... 6 
Sabatello Ugo , direttore responsabile del progetto SACRAI ... 7 
Iori Vanna (PD)  ... 7 
Blundo Rosetta Enza  ... 8 
Sabatello Ugo , direttore responsabile del progetto SACRAI ... 8 
Blundo Rosetta Enza  ... 9 
Sabatello Ugo , direttore responsabile del progetto SACRAI ... 9 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 9

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti del Servizio di assistenza, cura e ricerca sull'abuso all'infanzia (SACRAI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile, l'audizione di rappresentanti del Servizio di assistenza, cura e ricerca sull'abuso all'infanzia (SACRAI).
  Ho il piacere di presentarvi il professor Ugo Sabatello, direttore responsabile del progetto, e il dottor Giovanni Tortorolo, volontario del progetto SACRAI. Il lavoro che svolgete è molto importante, sia a livello quantitativo che qualitativo come punto di riferimento in questo ambito così delicato. Vi ringrazio ancora per la vostra presenza.
  Abbiamo voluto avviare questa indagine sulla prostituzione minorile non solo perché le cronache, quasi settimanalmente, ci mettono davanti agli occhi episodi incresciosi, ma anche perché riteniamo che ci sia molto di più di quello che emerge, cioè che questo sia purtroppo un ambito di cui si parli ancora poco, sebbene molto si muova a livello non dichiarato. Conoscere i problemi e parlarne è quindi il primo passo per individuare delle soluzioni.
  Oggi abbiamo un'audizione ridotta perché siamo legati agli orari dei lavori alla Camera, che in questi giorni, con l'elezione del Capo dello Stato e le riforme costituzionali, sono decisi all'ultimo momento. Alle 15.00 ricomincia la seduta in aula e noi non possiamo andare avanti in contemporanea, quindi mi scuso ma devo contingentare i tempi di oggi. Se comunque non esaurissimo tutti gli argomenti nella audizione odierna, potremmo anche rinviare ad un secondo momento il seguito del dibattito. Do quindi la parola al direttore responsabile del progetto SACRAI, Ugo Sabatello.

  UGO SABATELLO, direttore responsabile del progetto SACRAI. Grazie, presidente, buongiorno a tutti, vi ringrazio di questa audizione. Vorremmo parlarvi del servizio che è stato creato nel 2012 grazie a dei finanziamenti del Ministero per le pari opportunità, che ha fatto un bando a cui hanno partecipato diverse strutture, per dei centri che si occupassero della terapia dei minori abusati sessualmente. Così abbiamo costituito il SACRAI.
  Il SACRAI non è uguale a tutti gli altri centri che sono stati costituiti per una serie di ragioni, essenzialmente perché è un centro clinico che si occupa di terapia effettiva, di psicoterapia e di terapia medica dei bambini abusati. Lo abbiamo allargato anche ai minori autori di reato, nell'idea che il minore autore di reato sia per la sua identità di minore anch'egli una Pag. 4vittima (per cui l'abbiamo esteso anche agli autori di reato, su cui in Italia c’è poca attenzione).
  Il Ministero per le pari opportunità, prima di bandire il bando, avrà fatto senz'altro un'indagine conoscitiva, quindi eravamo consapevoli della necessità e dell'importanza di una struttura che si occupasse di questi minori e che fornisse loro ausilio terapeutico, perché nel Lazio non esistono strutture che si occupano di questo, o meglio ve ne sono, ma non vi sono strutture pubbliche.
  La caratteristica del SACRAI è di offrire assistenza a minori vittime e autori del reato all'interno del Policlinico Umberto I e dell'Università La Sapienza di Roma, perciò è una struttura pubblica. Si è quindi costituita un’équipe multidisciplinare (medici, psicologi, avvocati), si è stabilita una serie di relazioni con il territorio e la risposta da parte di quest'ultimo è stata importante. Ho inviato i dati sull'attività che è stata svolta dal SACRAI.
  Per bando dovevamo vedere 30 minori, mentre i minori visti dal SACRAI nell'anno e mezzo della sua attività sono stati quasi il doppio. Sono stati instaurati rapporti di collaborazione con le strutture territoriali e con il Tribunale civile di Roma; si è lavorato con la Procura della Repubblica, si è cercato di stabilire una rete per l'assistenza in quanto, oltre alla competenza e all'intervento tecnico, è necessaria una rete di collegamento, senza la quale questi minori non si aiutano.
  Il bando aveva la durata di un anno e mezzo, ma dopo abbiamo continuato a lavorare per otto mesi senza ulteriori finanziamenti; adesso ci troviamo sospesi, non abbiamo più preso altri casi, non abbiamo più risposto alle richieste del territorio.
  Chiaramente non possiamo dismettere gli interventi terapeutici, sia per una motivazione di ordine etico che per una motivazione di ordine deontologico, perché un intervento su persone particolarmente svantaggiate non può essere interrotto in questo modo.
  Abbiamo parlato con il Ministero per le pari opportunità, che ci ha semplicemente ribadito che il progetto aveva la durata di un anno e mezzo ed è finito; abbiamo chiesto in diversa maniera (il dottor Tortorolo vi chiarirà i passi che il SACRAI ha tentato di fare), ma non abbiamo avuto risposta.
  La domanda è: dobbiamo chiudere ? Ha senso, è utile, è essenziale, è effettivamente necessaria una struttura che si occupa di trattamento dei minori abusati e dei minori autori di reato qui a Roma, nel Lazio, in questo momento ?
  Se lo è, abbiamo bisogno di continuare, ma abbiamo bisogno non solo di più di 100.000 euro l'anno per continuare, ma anche di un sostegno politico, di un'intenzione politica, cioè della decisione che effettivamente serva un servizio pubblico che si occupi di questo, altrimenti potremmo riuscire a reperire i soldi (è stata aperta una sottoscrizione presso l'Ordine degli psicologi di Roma e del Lazio) necessari per continuare per un altro anno: siamo disposti a farlo, ma non è sufficiente.
  La domanda è se servano questi servizi al di fuori dell'emergenza di questo o quell'altro caso di cronaca, oppure non servano. Per questo abbiamo chiesto l'audizione parlamentare e chiediamo il vostro sostegno.

  GIOVANNI TORTOROLO, volontario del progetto SACRAI. Alcuni di voi mi conoscono perché sono un volontario SACRAI arruolato sul campo, nel senso che sono il responsabile della redazione parlamentare di Ascanews, un'agenzia di stampa.
  A settembre il SACRAI ha reso pubblico questo appello, denunciando il rischio di chiusura dell'unico centro presente a Roma e nel Lazio di servizio pubblico di assistenza e di cura per bambini abusati e minori autori di abusi (non devo insegnare alla Commissione infanzia che gli abusi ai minori avvengono per l'80 per cento in famiglia, quindi potete immaginare i farmaci che prendono). Abbiamo chiesto un'audizione formale perché Pag. 5il materiale che il professore ha portato venga messo agli atti, perché il SACRAI versa in questa situazione: da giugno il finanziamento di questo progetto delle pari opportunità è scaduto e i rappresentanti del SACRAI hanno rivolto un appello alle istituzioni (Parlamento, Governo, Garante) per sapere cosa si dovesse fare con questi bambini, ma non ci sono state risposte.  
  Quando è stato fatto questo appello all'opinione pubblica, noi, come agenzia di stampa, l'abbiamo raccolto; la cosa è finita sui giornali, c’è stato il solito fuoco dell'informazione (a Roma chiude... Renzi taglia...), ma ognuno interpreta il proprio lavoro come vuole. Noi, come agenzia di stampa, riteniamo che lavorando da vent'anni in Parlamento avevamo il dovere di mettere a disposizione i nostri contatti con le istituzioni.  
  Per questo abbiamo contattato il dipartimento delle pari opportunità e l'onorevole Martelli, che è il consigliere del Ministro per le pari opportunità. Presidente, la prego di darmi ascolto per due minuti perché questi sono i dati istituzionali che vogliamo trasmettere, perché chiediamo alla Commissione infanzia una risposta, nei limiti in cui potrà e vorrà darcela.
  Il SACRAI si è rivolto al potere esecutivo, che aveva finanziato il progetto, si è rivolto al Garante Spadafora, che ha sentito anche ieri sera (quindi, è informato ma di fatto non si può fare nulla) e si è rivolto, attraverso voi, all'esecutivo. La Presidenza della Camera ha preso a cuore la situazione (se volete vi fornisco tutti i dettagli).
  Il mio ruolo è stato quello di un giornalista che, oltre ad aver dato informazione della possibile chiusura, si è chiesto quanto costi questo servizio pubblico – che costa 100.000 euro – e chi si assuma la responsabilità di chiuderlo. Gli operatori non se la sono presa e stanno lavorando gratis da giugno per non interrompere questa situazione.
  Le istituzioni competenti sono state tutte informate, negli incontri informali si dice che non è possibile tutto ciò, che 100.000 euro si trovano, che c’è la stabilità, che troviamo la piega, però, di fatto, questo non è successo, quindi la situazione in cui si trova il SACRAI è questa: non c’è risposta, ma si deve prendere la responsabilità di interrompere un servizio pubblico che è stato aperto dalle istituzioni !
  Sicuramente voi avete capacità di ascolto e di pressione diverse dalle mie, in quanto fate parte di tutti i Gruppi parlamentari. Qui ci sono (non so se possano esservi utili perché al momento non lo sono state) tre interrogazioni, da settembre ad oggi, dell'onorevole Nichi Vendola di SEL e dell'onorevole Carfagna, che era Ministro e aveva finanziato il progetto, una di settembre, una di ottobre e una di dicembre, una alla Presidenza del Consiglio per interpellare il Ministero per le pari opportunità e un'altra per interpellare il Ministero della salute. Tali interrogazioni a risposta scritta, da settembre, non hanno avuto risposta e intanto il servizio va aperto o va chiuso.
  Forse è più utile che ci diciate voi cosa fare, perché è venuto il momento che qualche istituzione (e voi siete l'istituzione delegata dal Parlamento alla vigilanza, al controllo e all'indirizzo sulle politiche d'infanzia) dica a questi operatori se andare avanti oppure no, posto che 100.000 euro si trovano anche nel privato ! Vi dico questo da operatore dell'informazione e da persona che ha partecipato a questa raccolta di fondi promossa dall'Ordine dei giornalisti.
  Il problema non è che non si trovano i soldi, però un servizio pubblico ha bisogno di due cose, come ci insegnano in dottrina e mi avete insegnato in vent'anni di frequentazione dei lavori parlamentari: di un interesse pubblico (in questo caso avete tutto il materiale per dire se vi sia l'interesse pubblico per un servizio di sostegno e cura dei minori abusati o autori di abuso) e di un'istituzione pubblica che lo promuova. Non basta l'interesse pubblico che lo muova. Questo lo deve dire l'istituzione: non basta trovare 100.000 euro e trovarci ogni anno in questa situazione. Pag. 6Sono sicuro che una Commissione di vigilanza e di indirizzo possa (e per quanto mi riguarda debba, ma questo lo dovete dire voi) verificare quale sia l'istituzione in tal senso, perché per un altro anno si può andare avanti con 100.000 euro, ma se questo anno serve a fare chiarezza.
  Per non farvi perdere tempo, posso dirvi che non sono le pari opportunità la sede del servizio pubblico, che sta presso la neuropsichiatria infantile dell'Università La Sapienza di Roma, quindi è chiaro che è materia del Ministero della salute, ma dovete aiutarci a capire quali sono le fonti.
  «Noi ci pensiamo», me l'hanno detto tutti, però nessuno lo fa e non ha più senso prendere in giro questi operatori dicendo loro di andare avanti e assicurando grande interesse, quando concretamente ciò non sta succedendo. Se volete prendervi un po’ di tempo, potreste verificare voi se e quale possa essere la strada. L'onorevole Carfagna è molto attiva, però, se un Gruppo parlamentare facesse questa interrogazione a risposta immediata, avremmo dall'istituzione che ha finanziato e fatto aprire un servizio di questo genere (a quanto ho capito, a sua insaputa) la risposta se debba chiudere o no !
  Si tratta di interruzione di pubblico servizio e non si può chiedere a degli operatori sanitari, a psicologi, psichiatri, medici, volontari di assumersi la responsabilità di chiudere un servizio per cui fuori c’è la fila, posto che purtroppo i bambini abusati sono una realtà.
  Loro si sono rivolti alla Commissione infanzia; l'onorevole Zampa, con cui ho parlato, ci aveva consigliato anche questa strada per non lasciare nulla di intentato, quindi il SACRAI chiede l'impegno politico da parte vostra a dare una risposta, consigliando di andare o non andare avanti, perché altrimenti è meglio dirlo alle famiglie o continuare nel privato.
  Questo può non essere giusto, ma nel 90 per cento dei casi in Italia funziona così e voi lo sapete meglio di me: ci sono centri privati che prendono parecchi soldi (molto di più di 100.000 euro) per fare questo servizio a pagamento delle famiglie, che poi hanno delle convenzioni e vengono rimborsate. Questo servizio, invece, viene offerto gratis dal servizio pubblico e costa solo 100.000 euro. Se c’è l'istituzione che va avanti e cerca di stabilizzare questo servizio pubblico, secondo me i 100.000 euro si trovano e l'istituzione parlamentare può fare i suoi passi, perché non si tratta di una cifra introvabile, però tutto ciò ha senso se c’è un'istituzione che alla fine di quest'anno dichiara che non sarà tutti gli anni così. Grazie.

  ORNELLA BERTOROTTA. Ieri ho guardato il vostro sito per prepararmi a questa audizione e vorrei sollevare alcune questioni. Mi pare, innanzitutto, che il progetto sia nato come progetto pilota limitato nel tempo (un anno e mezzo), quindi, pretendere che si prolunghi automaticamente non mi sembra l'atteggiamento giusto. Doveva essere un progetto pilota, in collaborazione con l'università e gli ospedali, e così è stato.
  Non so se nel documento che avete lasciato agli atti venga relazionato il lavoro di quest'anno e mezzo; il progetto pare che sia stato positivo, ma si prevedevano 100.000 euro per il trattamento di 30 bambini (3.300 euro all'anno ciascuno), anche se poi ne avete trattati 60, un atteggiamento virtuoso da parte vostra.
  Si tratta di una cifra che mi sembra un po’ elevata e credo che una volta sperimentato questo trattamento dei bambini abusati, fenomeno in aumento e «nuovo», far sì che sia collegato alla neuropsichiatria infantile potrebbe essere un'idea, sia per risparmiare, sia per proporlo a tutte le regioni d'Italia. Non credo, infatti, che il fenomeno esista solo nel Lazio, quindi mi sembrerebbe più corretto fare un ragionamento a livello nazionale, in quanto siamo qui per finanziare ma anche per legiferare per tutti gli italiani.
  Avete pensato di farvi accreditare presso il Servizio sanitario nazionale ? In questo modo sarebbe possibile trattare Pag. 7questi minori con il ticket e le ricette, come avviene per qualsiasi altra malattia. Avete provato e non avete ottenuto risposta ?

  UGO SABATELLO, direttore responsabile del progetto SACRAI. Grazie della domanda. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che fosse un progetto pilota, ma adesso abbiamo a che fare con delle persone, con dei trattamenti medici in corso e questo ci obbliga a una continuità.
  Nessuno ha pensato a un automatico rinnovo, anzi – mi creda – siamo precocemente andati a parlare sia con le pari opportunità, sia con la Regione, sia con privati e fondazioni per cercare una soluzione a quello che era un problema prevedibile. Il dottor Tortorolo è più ottimista di me, ma purtroppo non è stato molto facile.
  Il costo elevato. Ho cercato di essere molto sintetico ma la documentazione consta di due parti: una lettera che riassume quanto pensavamo di dirvi oggi e la documentazione delle attività del SACRAI.
  Il SACRAI non aveva solamente il compito di erogare sedute di terapia. Se questo fosse sufficiente, mancherebbero la rete, i collegamenti, l'attività culturale di prevenzione che faceva parte del bando e della necessità che ci veniva sottoposta. I costi sono tutti documentati in modo assolutamente trasparente e sono contenuti nella relazione che abbiamo indirizzato alle pari opportunità.
  Sul fatto che i bambini abusati sessualmente siano un fenomeno nuovo, non sono assolutamente d'accordo: non sono un fenomeno nuovo, ci sono sempre stati e probabilmente sempre ci saranno. Così come si diceva sulla corruzione: sono cose che possiamo limitare ma non pensare di eliminare.
  Il problema è che, come diceva il dottor Tortorolo, a un fenomeno di questo genere è stata data una risposta – o forse non è stata data – una risposta nel privato e la funzione era proprio quella di offrire un servizio pubblico agli utenti, intendendo con utenti non la mamma che porta il bambino direttamente, ma il terzo livello, quello dei servizi pubblici che si rivolgono a noi, quindi le ASL, gli operatori, i pediatri, gli assistenti sociali della giustizia minorile.
  Dovete pensare che questo è un servizio di terzo livello, che richiede un profilo specialistico particolare. Mi scusi se insisto su questo, ma spesso mi viene prospettata una situazione per cui un'operazione a cuore aperto ha lo stesso costo di un'operazione come un'appendicite, mentre invece c’è una competenza specialistica che va tutelata.
  Il fatto che la struttura sia all'interno di un'università e di un Policlinico universitario, aveva anche il senso di garantire degli standard sia di trasparenza, sia di competenza tecnica.
  Per quanto concerne il sistema sanitario nazionale, quello che nasce da un bando richiesto dal Governo non può essere immediatamente e facilmente trasferibile nel sistema sanitario nazionale. Finché noi saremo solamente emanazione di un bando transeunte, non potremo fare questo passaggio.

  VANNA IORI. Conoscevo in parte il problema perché abbiamo ricevuto diverse mail da lei e dalle sue collaboratrici, quindi il resoconto che ci ha fatto oggi per me non era del tutto nuovo.
  In particolare, della vostra attività apprezzo l'originalità, perché abbiamo tante ricerche e tanti studi sugli abusi, ma pochissimo sul recupero degli abusati, quindi ritengo particolarmente importante l'attività che state facendo, perché si tratta di un'attività statistico/diagnostica che cerca anche di lavorare sul recupero. Vi è, quindi, non solo un monitoraggio, un'informazione e una documentazione, che pure sono importantissime, ma anche un lavoro rieducativo, che come pedagogista non posso che appoggiare.
  Come rappresentante del Gruppo del Partito Democratico, a questo punto possiamo pensare ad una riunione che veda coinvolte tutte le parlamentari del Partito Democratico componenti la Commissione Pag. 8bicamerale infanzia al fine di valutare insieme l'opportunità di un'interrogazione urgente da presentare all'Assemblea, visti i tempi molto stretti.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Intanto vi ringrazio per questo appello che ci avete rivolto, perché, come abbiamo già detto più volte nelle precedenti audizioni o nei momenti in cui ci riuniamo in sede di ufficio di presidenza, è evidente che, se ci sono delle buone pratiche, delle realtà che hanno già dimostrato di lavorare in maniera efficace, efficiente ed adeguata alle richieste, andrebbero supportate e riconosciute.
  Ritengo che intanto andrebbe fatta una interrogazione al Ministero della sanità, che credo debba occuparsi di valutare gli aspetti che anche la collega evidenziava. Ci serve un'attenzione ai vostri risultati dal punto di vista concreto, specialistico, quindi una valutazione vera e propria, anche perché un progetto pilota può avere un riconoscimento in seguito ai risultati ottenuti ed essere esteso nelle forme che suggeriva la mia collega. Si tratta, quindi, non solo mantenere in vita uno strumento, ma di permettere che questi ragazzini possano continuare ad avere gli aiuti psicoterapeutici che hanno ricevuto.
  Se parliamo di ragazzini feriti, non stiamo a parlare di carte che spostiamo da una parte all'altra: se è stato intrapreso un intervento su bambini che hanno già subìto traumi, bisogna essere cauti nel dire che è una spesa inutile, perché comunque il problema va attenzionato.
  Anzi, questo dovrebbe essere anche esteso a livello nazionale qualora abbiate ravvisato una metodologia che garantisce buoni risultati. Vi ringrazio; personalmente sono disponibilissima e credo che anche il nostro Gruppo sia pronto a valutare e ad appoggiare ciò che va fatto.

  UGO SABATELLO, direttore responsabile del progetto SACRAI. Grazie di nuovo a voi. Sia nella domanda precedente che nella sua c'era il tema della valutazione degli interventi. Era esattamente questo che doveva essere il compito dell'ente che aveva erogato i fondi: noi non abbiamo fatto altro che seguire le procedure. Ogni sei mesi abbiamo quindi rendicontato le spese e le attività svolte. Quando sono andato a parlare con il dipartimento per le pari opportunità, ho detto che in un anno e mezzo, più sei mesi di attività, la loro funzione avrebbe dovuto essere quella di monitorare l'efficacia degli interventi, perché è inutile che mi dica da solo quanto siamo bravi, anche perché potrebbe non essere vero. Quindi mi sembra giusto che un'attività clinica, organizzativa, di formazione e di informazione venga valutata dall'ente che ha fornito i soldi per andare avanti. Purtroppo, non è andata esattamente così.
  D'altra parte, chiaramente, il rinnovo non è automatico, ma mi sono permesso di far notare che mettere insieme una struttura specialistica con competenze diverse non è semplice; abbiamo trovato delle professionalità di un certo tipo, con delle competenze di un certo tipo; dal punto di vista della politica sanitaria, costruire un servizio e poi smontarlo, per poi eventualmente riproporlo ex novo a distanza di tempo, è molto dispendioso dal punto di vista non solo economico, ma anche dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi, oltre che della soddisfazione degli utenti.
  I progetti che hanno vinto il bando delle pari opportunità sono 27, con finanziamenti che spaziano dai 40.000 ai 120.000 euro di finanziamento, sempre per un anno e mezzo, quindi sono servizi che non funzionano tutti nello stesso modo e che non hanno le stesse attività. Non sono in condizione di valutare l'attività degli altri servizi, perché non era nel bando e non spettava sicuramente a noi.
  Noi abbiamo avuto un compito terapeutico (era il nostro interesse culturale perché io sono un medico e i colleghi che ho messo insieme sono dei clinici, a parte gli avvocati), un intervento di réseau e terapeutico, che può anche crescere e si può allargare, perché ci occupiamo di bambini traumatizzati. Per quanto concerne Pag. 9l'esportazione in altre regioni, una delle caratteristiche di questo tipo di progetti è la radicazione nel territorio, quindi i progetti sono diversi perché è diverso il loro collegamento con le strutture territoriali, alcune delle quali sono già all'interno delle AASSLL o dei servizi, altre sono ONLUS, con situazioni molto diverse.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Se posso aggiungere una cosa, sicuramente ci sono altre realtà nei vari territori, però quello che mi sembra innovativo in questo è proprio il collegamento stretto tra l'aspetto legale e l'aspetto della cura. L'ho rilevato perché di solito tale aspetto non c’è, mentre c’è un indirizzo verso tutte quelle che possono essere le varie sfaccettature della personalità da prendere in cura dal punto di vista psicologico, psichiatrico, medico di traumi che possono essere anche fisici, in seguito a maltrattamenti.
  Non c’è mai stata una capacità di dialogo di questo livello connessa con gli aspetti di tutela legale, quindi credo che in questo possa essere esemplare.

  UGO SABATELLO, direttore responsabile del progetto SACRAI. Questo senz'altro, anche perché è collegato ad un master di secondo livello dell'Università La Sapienza, nonché ad una serie di iniziative prese, anche precedenti al progetto SACRAI, per mettere insieme una competenza pluridisciplinare, nella convinzione che un intervento di psichiatria forense possa essere solo pluridisciplinare. Chiaramente, noi non ci occupiamo di tutta la parte valutativa dal punto di vista forense: abbiamo scelto di non farlo. Ci prendiamo cura di quelli che sono stati effettivamente abusati e che giungono a noi dal territorio.

  PRESIDENTE. Nella vostra lettera puntualizzate tre punti, il terzo dei quali è che vorreste che queste richieste e i dati relativi fossero messi agli atti, in modo che nella malaugurata ipotesi che SACRAI chiudesse, fosse chiara la responsabilità politica di questo.
  Al di là del fatto che gli atti di questa nostra seduta sono registrati, con gli uffici prendiamo immediatamente l'impegno di inviare i documenti in nostro possesso, oltre allo stenografico della seduta, a tutti i commissari, così da dare la maggior divulgazione possibile a questo problema. Voi chiedete la sottoscrizione da parte dei commissari di questo appello al Governo. Immagino che siamo tutti d'accordo, per quanto riguarda le forme, certamente l'interrogazione a risposta immediata può essere un'idea, così come il question-time o una risoluzione. Vedremo se fare qualcosa di condiviso o se ogni partito vorrà portare avanti una propria iniziativa, ma con la consapevolezza che si tratta di strumenti soggetti alla decisione del Governo.
  L'ultimo punto è il nostro impegno a guidarvi per cercare di stabilizzare questo ottimo esperimento, come ci siamo detti ora. Adesso alcuni commissari, tra cui anche la capogruppo di Forza Italia, sono dovuti andare via perché stanno iniziando i lavori in Assemblea, però credo che sia un impegno trasversale che tutti si sentiranno di assumere.
  Sotto questo profilo vi terremo poi informati sulle iniziative che porteremo avanti, sperando di poter contribuire nel nostro piccolo, in quanto questa è una Commissione che ha poteri di vigilanza purtroppo molto relativi.
  Purtroppo, infatti, non abbiamo il ruolo che vorremmo avere per poter essere più incisivi e intervenire più direttamente, però credo che l'iniziativa dei singoli (della nostra Commissione fanno parte 40 parlamentari), se facciamo una buona opera di sensibilizzazione, possa dare un contributo. Speriamo che questo sia importante, però tendo sempre a essere oggettiva, perché mi sono accorta che troppe volte all'interno di certi palazzi chi non ha tanta voce, non viene ascoltato.
  Tutti i giorni, infatti, ci arrabbiamo perché i fondi per l'infanzia vengono tagliati e vengono fatte cose tremende, anche perché i bambini non vanno in piazza, non hanno il sindacato, non rilasciano Pag. 10interviste, non fanno, cioè, tutto quello che fanno le altre categorie, quindi, purtroppo (non è un discorso di partito, ma è un discorso di politica in generale) sono sempre quelli che alla fine vengono «mazzolati», nel senso che si taglia su di loro.
  Si è tagliato il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, che ora ammonta a 28 milioni: potrebbe essere il fondo del Comune di Roma, mentre è un fondo nazionale per la fascia da zero a diciotto anni ! Si è ridotto a così pochi milioni perché ogni anno le varie leggi di stabilità distribuiscono regali dappertutto e tagliano sui bambini. Lo dico perché tutti i giorni è un'amarezza continua. Voi ve ne siete accorti direttamente, ma queste amarezze non fanno che rafforzarci nella nostra convinzione di continuare a batterci per questo, quindi state tranquilli perché avete dei validi alleati ! Nel ringraziare gli auditi, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.