XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 3 marzo 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

Deliberazione indagine conoscitiva sui minori «fuori famiglia»:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL DIRITTO DEI MINORI A FRUIRE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE NAZIONALE

Indagine conoscitiva sul diritto dei minori a fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale: audizione del Direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell), dott.ssa Flavia Cristiano.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 
Cristiano Flavia , direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell) ... 4 
Bertorotta Ornella  ... 7 
Cristiano Flavia , direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell) ... 7 
Blundo Rosetta Enza  ... 8 
Cristiano Flavia , direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell) ... 8 
Blundo Rosetta Enza  ... 8 
Cristiano Flavia , direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell) ... 9 
Blundo Rosetta Enza  ... 10 
Cristiano Flavia , Direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell) ... 10 
Blundo Rosetta Enza  ... 10 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Programma dell'indagine ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Deliberazione indagine conoscitiva sui minori «fuori famiglia».

  PRESIDENTE. Propongo lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sui minori «fuori famiglia», sulla base del programma predisposto nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, del 20 gennaio 2015, sul quale è stata acquisita l'intesa del Presidente del Senato e del Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento. Non essendovi richieste di intervento, la Commissione delibera quindi lo svolgimento dell'indagine conoscitiva nei termini che la presidenza ha appena illustrato.

Indagine conoscitiva sul diritto dei minori a fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale: audizione del Direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell), dott.ssa Flavia Cristiano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul diritto dei minori a fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale, l'audizione del direttore generale del Centro per il libro e la lettura, Cepel, la dottoressa Flavia Cristiano, alla quale do il benvenuto a nome di tutti noi. Alla sua relazione eventualmente seguiranno delle domande da parte dei commissari.
  Abbiamo voluto deliberare quest'indagine conoscitiva, peraltro su proposta del collega Antimo Cesaro, proprio per evidenziare anche aspetti positivi riguardanti il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza. Mai come in questo periodo giornali e televisione parlano di minori riportando, nella maggior parte dei casi, episodi legati a cronaca nera o comunque a fatti spiacevoli. Questa è la realtà con cui, purtroppo, ora dobbiamo fare i conti; ci piace, però, anche poter evidenziare aspetti positivi, come quelli che riguardano l'interesse dei nostri giovani nei confronti del nostro patrimonio artistico e culturale, un interesse che – come abbiamo visto – la scuola può essere in grado più che mai in grado di risvegliare; sottolineo, quindi, l'importanza che tutto questo può rivestire nella formazione di quelli che oggi sono bambini e giovani ma che domani saranno degli adulti.
  Pertanto, le abbiamo chiesto di intervenire qui oggi perché, più che mai, il suo ambito professionale può chiaramente Pag. 4dare un contributo a quest'indagine conoscitiva. Do quindi la parola alla dottoressa Cristiano.

  FLAVIA CRISTIANO, direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell). Vi ringrazio per avermi invitata. Mi occupo, come declina il nome del Centro che dirigo, di promozione del libro e della lettura, quindi il settore su cui porto dati e informazioni è prevalentemente quello della lettura, ad esempio, con dei dati sulla propensione alla lettura (anche se non si sa mai se tali dati siano positivi o negativi in Italia). Tra le caratteristiche dell'Italia, per esempio, c’è quella di leggere pochissimo, ma il nostro è anche un Paese in cui ci sono iniziative di promozione della lettura di estremo interesse, oltre ad essere, rispetto ad altri Paesi europei, quello più ricco di festival dedicati al libro e alla lettura. In tutti i campi, quindi, siamo un Paese con aspetti positivi e aspetti negativi.
  Voglio enunciare subito l'aspetto negativo, così magari chiudiamo con le note più positive: purtroppo, il basso numero di lettori, è un nostro dato caratteristico. Abbiamo una quota di lettori, persone adulte, che non leggono neanche un libro all'anno. Già definire lettore una persona che legge un libro all'anno è un bell'ottimismo e la quota non è neanche del 50 per cento degli italiani. Il 43 per cento degli italiani legge un libro all'anno, anzi leggeva, perché nell'ultimo anno si è passati al 41 per cento. Abbiamo, quindi, una forte crisi per quanto riguarda l'abitudine alla lettura.
  Questo è un dato storico, non recente. Dopo l'Unità d'Italia e con la scuola obbligatoria – la scuola è l'ultima forma di acculturazione di massa – vi è stata un'inversione notevole, ma ora assistiamo a un momento di crisi, determinato da una serie di ragioni. La scuola ha raggiunto, evidentemente, il massimo di diffusione, quindi non c’è più la crescita di lettori che avevamo negli scorsi decenni legati alla crescita dell'alfabetizzazione.
  Purtroppo, questo è il dato negativo, calano i lettori giovani, ossia gli adolescenti prevalentemente, che sono la fascia più importante, cioè i lettori più forti dell'intero panorama dei lettori. Sappiamo che la quota di lettori è superiore al 50 per cento (ho portato i dati ISTAT, che offrono annualmente una rilevazione sulla lettura), ma solo tra gli adolescenti nella fascia tra gli 11 e i 19 anni. È la fascia in cui si legge di più e questo può essere letto come un dato positivo, ma c’è un'evidente tendenza al calo dell'abitudine alla lettura anche tra gli adolescenti, che stanno perdendo punti. Questo è legato, probabilmente, a una serie di cause che riguardano anche i cambiamenti che stanno coinvolgendo il mondo del libro più in generale e la diffusione delle nuove tecnologie.
  Bisogna comunque sforzarsi, però, per invertire questa tendenza. Le competenze di lettura sono un elemento fondamentale anche della società tecnologica contemporanea. Fatto sta che l'Unione europea si sta muovendo per invertire questa che è una tendenza generale a livello europeo, non solo italiana. Da noi è più grave perché siamo un Paese che ha meno consuetudine di lettura rispetto agli altri Paesi europei. C’è proprio, però, un'azione europea per contrastare questa difficoltà di literacy, di comprensione della parola scritta.
  Visto che vi occupate anche di diffusione della conoscenza del patrimonio artistico, dell'approccio alla vita culturale in generale, ribadisco che i due fenomeni sono strettamente correlati: chi non legge o chi legge poco, in genere, non va al cinema, non visita musei. C’è uno stretto collegamento tra la frequentazione di luoghi di cultura e le abitudini di lettura. In realtà, la lettura è una precondizione fondamentale per la crescita dell'individuo.
  Personalmente sono stata molto contenta di poter essere qui, perché credo che una politica per l'adolescenza, per la gioventù debba insistere molto sulla salvaguardia delle capacità di lettura, che non è una cosa semplice. La lettura, infatti – possiamo dircelo, ma non lo direi probabilmente in un convegno con dei giovani – è faticosa e apprendere la lettura è un processo lento. Inoltre, si arriva ad avere delle competenze che ci mettono in grado di leggere facilmente e di leggere la realtà, Pag. 5il mondo che ci circonda, se abbiamo sviluppato queste capacità. Ovviamente, da qui nasce l'importanza della scuola e della famiglia, che sono i due punti cardine.
  Considerate che una famiglia su dieci in Italia non ha libri in casa. Questo, per esempio, è un forte limite. In Italia, diversamente dal resto d'Europa, le scuole non hanno le biblioteche scolastiche, o meglio, ci sono ma non in tutte le scuole. Allora, c’è un problema di democrazia, ossia quello di consentire a tutti di avvicinarsi alla possibilità di leggere. Chi vive in una famiglia dove c’è una bella libreria, dove i genitori leggono e in un contesto in cui ci sono librerie e biblioteche, probabilmente – non è detto – diventerà un lettore. Il punto è come aiutare e come promuovere la lettura in tutti i contesti.
  Ci sono delle esperienze molto positive in tal senso. Una di queste è data dal progetto «Nati per leggere», che tra l'altro, come Centro del libro, abbiamo anche ripreso in un intervento sperimentale che stiamo portando avanti in sei territori italiani. L'obiettivo è di abituare i bambini alla lettura da parte dei genitori prima ancora della scuola. È fondamentale, per la crescita emotiva e cognitiva del bambino, essere sottoposti alla lettura, una lettura ad alta voce da parte dell'adulto, perché ciò crea un rapporto tra la mamma e il bambino che fa sviluppare più velocemente le connessioni neurali dei bambini: studi scientifici lo dimostrano.
  Esiste, quindi, un progetto in Italia – ecco perché dico che per fortuna ci sono sempre anche i lati positivi – che si chiama «Nati per leggere», diffuso su tutto il territorio nazionale, portato avanti dall'Associazione culturale dei pediatri, dal Centro studi per il bambino di Trieste e dall'AIB, l'Associazione italiana biblioteche.
  Qui vorrei introdurre quello che può essere un attore fondamentale per la diffusione della lettura, ossia le biblioteche di pubblica lettura. Ho portato – lascio anche alla Commissione dei grafici ricavati dalla nostra indagine svolta come Centro per il libro, insieme con l'AIB e l'ISTAT – un'indagine statistica sulle biblioteche di pubblica lettura. Queste sono circa 6.000 in Italia, non tutte con le stesse caratteristiche, non tutte con analoghi parametri di qualità; sono disseminate in tutto il territorio nazionale e svolgono un servizio fondamentale, soprattutto in quelle zone o in quei centri dove non ci sono altre infrastrutture. La diffusione delle librerie non è omogenea in tutto il territorio nazionale: un conto è Roma, altro conto è Latina, altro ancora un paesino dell'Abruzzo.
  Non trovate librerie che danno un'offerta di libri, che invece è fondamentale per abituare le famiglie prima di tutto, ma poi i bambini e le scuole in seconda battuta all'incontro con una certa editoria di qualità. L'Italia ha una editoria per l'infanzia, soprattutto per la prima infanzia ma anche per l'adolescenza, assolutamente di qualità, che tuttavia non circola facilmente. Il ruolo della biblioteca può essere strategico e soprattutto di supporto alle scuole che non hanno biblioteche scolastiche, ovvero che ne hanno in misura ridotta. La crisi finanziaria, che colpisce tutti, rende più difficile, per esempio, l'approvvigionamento di libri.
  Le biblioteche di pubblica lettura, le biblioteche civiche, hanno investito moltissimo negli ultimi anni proprio sulla sezione bambini. Il 93 per cento di quelle intervistate dal nostro campione – circa 3.500 biblioteche, quindi un buon campione – ha spazi dedicati ai bambini. Vi lascio i dati, che ho fatto estrapolare di proposito dalla nostra indagine proprio per mostrare cosa si fa per i bambini.
  Gli spazi destinati ai bambini sono, in genere, all'interno della biblioteca e sono sempre di più spazi pensati per i bambini. Quando ero bambina, non esistevano questi spazi in biblioteca, che non era un luogo adatto a un bambino. Vi erano scaffali, quasi tutti uguali, mentre adesso ci sono spazi dedicati. Ai bambini è dedicata, nel 43 per cento delle biblioteche, più della metà dei posti disponibili, cioè c’è un'attenzione particolare da parte delle biblioteche proprio a quest'offerta di lettura per bambini.
  Anche nella dotazione di libri per ragazzi si cerca, chiaramente in base alle risorse, di offrire anche una certa varietà Pag. 6e bellezza di volumi. I nostri volumi per bambini sono un'editoria che sta crescendo, che esporta e che di anno in anno migliora anche i risultati, mentre il mercato del libro in generale è in crisi.
  Sono solo il 2 per cento le biblioteche che non hanno libri dedicati ai bambini, quindi, rispetto al panorama di una decina di anni fa, c’è una grossa attenzione e una grossa crescita di consapevolezza sull'importanza di questo settore. C’è anche un rapporto, che si sta facendo sempre più stretto e che noi cercheremo di rendere ancora più stretto – questa è la nostra politica – con il protocollo d'intesa che abbiamo con l'ANCI e con il MIUR tra biblioteche scolastiche e biblioteche di pubblica lettura. Tra l'altro, la biblioteca consente di superare le differenze anche economiche tra le famiglie, perché il libro si prende in prestito. Il libro per bambini è quasi un gioco, perché il bambino, più che altro, lo tocca ma – lo ripeto – questo deve essere letto dalla mamma; poi, crescendo, il libro deve avere dei contenuti, così, una volta che il bambino sa leggere, è in grado di attrarlo. Allora il punto fondamentale è diffondere libri e diffondere buoni libri, perché la lettura dovrebbe essere non una materia scolastica ma un piacere, almeno quando parliamo di bambini delle scuole elementari e medie. Se il bambino è catturato nella lettura, poi, probabilmente, continuerà a leggere. Per fare questo, il Centro per il libero ha avviato, se ciò può interessare, alcuni progetti. Anzitutto, abbiamo condotto, per tre anni, un'indagine statistica integrativa dell'indagine ISTAT per approfondire ancora di più lo studio delle caratteristiche del lettore inteso come «cliente», quindi intervistando mensilmente le famiglie, chiedendo che libri leggessero e ricavandone una serie di dati molto analitici sulle tipologie di lettura, sui canali di acquisto, pure molto importanti.
  Io penso alle librerie ma, in realtà, uno dei mezzi più usati per la circolazione del libro è l'edicola. Vivo a Roma e ho una certa visione – vivendo in altre zone o altrove le cose cambiano – per cui l'edicola diventa un luogo di informazione e di fruizione anche del libro, soprattutto di quelli per bambini, che bisognerebbe prendere in considerazione. Noi abbiamo rivalutato questo aspetto proprio in base a questa rilevazione analitica. Inoltre, dei libri letti, solo due terzi dei libri vengono acquistati, mentre un terzo viene prestato da un amico o da una biblioteca; il discorso interessante è anche quello della circolazione sociale. Per promuoverne il valore sociale, abbiamo avviato una campagna di promozione della lettura: per un mese cerchiamo di far parlare molto dei libri di lettura nel «Maggio dei libri».
  Recentissimamente, abbiamo avviato un'azione specifica con le scuole in seguito al protocollo d'intesa tra il Ministero per i beni culturali e il MIUR – per ora per tre giorni ma speriamo di aumentare e di arrivare a una settimana – di lettura ad alta voce, che si situa al di fuori dell'obbligo scolastico, portando anche testimonial - ovviamente a titolo di volontariato – o sindaci. Nei piccoli centri, i sindaci hanno partecipato. Nel contesto della scuola elementare, mostrare il sindaco che legge è un modo per far percepire l'importanza della lettura. Quello che manca, infatti, è un valore sociale riconosciuto alla lettura. Ancora, abbiamo sperimentato in sei territori la distribuzione di libri, grazie alle risorse derivanti da un finanziamento straordinario per un progetto ARCUS: abbiamo seppellito di libri le famiglie di questi piccoli centri con dei sacchettini in cui c'era una lettera del Ministro, nonché due libretti con la spiegazione dell'importanza che la lettura ha per lo sviluppo cognitivo del bambino e per i legami affettivi tra genitori e figli. Abbiamo creato rapporti con le strutture socio sanitarie, perché la lettura è un momento del benessere, anche psicofisico, del bambino attraverso i centri vaccinali, non soltanto con i pediatri ma con le strutture sanitarie. Abbiamo organizzato dei corsi di formazione, che considero un'acquisizione permanente del progetto che conto di portare avanti per i promotori della lettura, ossia una figura di specialista della lettura che possa essere utilizzata per le scuole e per gli insegnanti, i quali, giustamente, Pag. 7insegnano la propria materia. Infatti, per una tale opera di promozione sono necessarie competenze aggiuntive, per esempio per i bibliotecari, come lo sono io, i quali sono magari espertissimi di catalogazione, ma da qui a promuovere la lettura c’è un abisso di differenza.
  Il tema degli specialisti nella lettura è stato affrontato anche in uno studio europeo e alcuni Paesi hanno proprio degli specialisti che affiancano gli insegnanti. Questa è, secondo me, una linea di azione che potremmo portare avanti. La ricerca europea si chiama «Insegnare a leggere in Europa» ed è stata effettuata da Euridice, un osservatorio europeo, del 2011.
  Non so se abbiate domande specifiche su cui possa rispondere.

  ORNELLA BERTOROTTA. Gliene pongo io subito una, perché non ce la faccio a trattenermi avendo dei bambini di quest'età: ora che tutto si fa con l’iPad o comunque con i nuovi mezzi di comunicazione, quanto si riesce a tener viva la funzione che ci descriveva come fondamentale, cioè della lettura da parte della mamma al bambino, nonché della lettura da parte del bambino per il suo apprendimento ? Quanto questo si adatta a questo nuovo modo così ampiamente diffuso che, invece, passa attraverso altri canali ?

  FLAVIA CRISTIANO, direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell). In effetti, questo è il problema dei problemi. Anzitutto, non vedo le due modalità in competizione né in contraddizione. Esistono molti libri che hanno applicazioni bellissime per l’iPad. Quanti anni hanno i suoi bambini ? Dipende anche dall'età: ne ho visti per bambini piccolissimi, che cominciano a giocarci.
  Il punto è un altro, però, secondo me, cioè la questione riguardante la scuola più che gli strumenti. L’iPad, come l'eBook, sono sicuramente strumenti, ma non bisogna – questa è una mia convinzione – pensare che tutto sia facile, cioè che l’iPad, come Internet o la lavagna elettronica, favoriscano un apprendimento facile. Significherebbe che non si apprende, perché non si fa più lo sforzo. Qui deve intervenire la scuola, per aiutare i ragazzi ad applicarsi; dopodiché, una volta che la lettura è diventata una capacità, qualunque strumento ha lo stesso valore. Credo che il pericolo risieda nella facilità degli strumenti di educazione, ma sull'argomento ho letto dei libri e mi ha convinto abbastanza quest'ipotesi.
  Mi ha colpito, una volta, una persona la quale mi diceva come suo figlio a scuola aveva fatto un cruciverba, cioè che lo aveva costruito: ho commentato che era molto bravo, ma la precisazione è stata che si trattava di un programma già fatto. Imparano a usare benissimo i programmi, ma questo secondo me dipende anche dall'insegnante: non è lo strumento che non va bene, ma deve esserci un passaggio.
  I ragazzi di oggi sono nativi digitali, vivono in questo mondo, ma – altro elemento di conforto – quelli che si avvicinano alla lettura preferiscono leggere dal libro cartaceo. Ciò dipende dal tipo di lettura, dalla fascinazione del libro. Harry Potter ha trainato la lettura e io, tra l'altro, sono favorevole a tutti i tipi di libri, purché si portino i bambini a leggere libri che li emozionano.
  Questo è il punto: quando si scopre l'emozione e quando attraverso una lettura un po’ complessa si arriva allo stupore, si comincia, piano piano, anche ad affrontare lo sforzo di leggere. A quel punto, si preferirà leggere un certo tipo di libri, sicuramente in cartaceo, perché si crea proprio un certo tipo di rapporto. Chiaramente, una serie di attività si fa e si deve fare on line. Ciò credo che debba avvenire e che possa aiutarci. Siamo noi, però, che non dobbiamo diventarne schiavi, non dobbiamo semplificarci la vita. Magari anche per l'insegnante può essere più semplice far ciò e si può pensare che in questo modo sia meglio, ma il rischio a cui andiamo incontro, un po’ tutti, è di perdere una certa capacità – io la sto perdendo – perché si fa molta più fatica a cercare le fonti, a non trovarle tutte pronte, a effettuare una ricerca.
  Ricordo che in biblioteca venne una studentessa – era in corso uno sciopero e Pag. 8c'ero solo io, che ero la direttrice – che doveva fare una ricerca. Le dissi che quel giorno poteva consultare solo i cataloghi cartacei, perché il catalogo on line era spento: disse che in quel caso sarebbe tornata. Le dissi che sui cataloghi cartacei avrebbe trovato cose che su quello on line non c'erano per la sua ricerca, ma mi rispose che avrebbe fatto troppa fatica. Questo è il rischio, di pensare che tutto debba essere necessariamente facilitato, dopodiché credo che studieremo anche le potenzialità per non renderglielo facilitato.
  Le statistiche tengono anche conto degli eBook ? In che percentuali sono utilizzati ? Ora, per esempio, ci sono i Kindle per tutte le persone che viaggiano, ma leggiamo poco comunque. I nostri lettori forti si sono attrezzati e hanno comprato vari tipi di supporto per la lettura, ma il mercato dell’eBook, in tutte le sue forme, non arriva al 10 per cento. Anche se è in crescita, non è tale da trainare la lettura. Legge chi è lettore, almeno in questi strumenti.
  Un altro mito è che il prezzo incida. È sicuro che questo incida, perché ho visto con stupore che i libri più acquistati negli ultimi periodi costavano meno di 5 euro. Mi sono chiesta quali fossero, dove si trovassero: si trovano in edicola. Il prezzo, quindi, sicuramente incide ma, per il lettore forte, che cerca un certo libro, incide diversamente. Mi sto appassionando, ad esempio, ai libri sul cervello: se trovo un libro che mi affascina e costa 30 euro, probabilmente non ne compro due, ma uno solo. Tuttavia, compro quello che affascina. Il contenuto del libro è importante, c’è l'affezione alla casa editrice o all'autore. Si creano, insomma, proprio dei rapporti.
  Va aggiunto che i libri italiani costano poco. Confrontandoli con gli altri mercati, i nostri sono prezzi bassi. L'idea è un po’ che abbassando il prezzo del libro potrebbero aumentare i lettori. Ciò è vero sicuramente, ma in una percentuale tale che non cambia, secondo me, le percentuali generali: c’è, semmai, un piccolo cambiamento.
  Il libro on line è anche gratuito. Noi bibliotecari abbiamo proceduto a digitalizzare e a mettere a disposizione, gratuitamente, come d'altra parte sta facendo anche Google, gran parte del nostro patrimonio, fuori diritti. C’è, quindi, anche un'offerta molto importante di libri gratis sulla rete, per cui si trova tranquillamente, per esempio, Pinocchio.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Ci sono dei siti specifici ?

  FLAVIA CRISTIANO, direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell). Sì, ci sono siti come liberliber.it (iniziativa ispirata ad Aldo Manuzio). Ci sono dei siti da cui si scaricano libri on line, come la nostra biblioteca digitale, anche se un po’ troppo farraginosa, meno amichevole.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. La ringraziamo perché ha spiegato molto bene il valore della lettura. Personalmente, essendo innanzitutto insegnante di scuola elementare, ho proprio vissuto questo tipo di necessità di avvicinare il bambino, sin da piccolo, alla lettura e ad affrontare le difficoltà che anche lei ricordava. Effettivamente, leggere deve richiedere uno sforzo, una fatica, ma deve essere piacevole. Sono pienamente d'accordo con questa linea, cioè di diffondere la passione e l'interesse della lettura anche del cartaceo, forse soprattutto del libro cosiddetto. Il libro da sfogliare è diverso dal libro letto su un supporto digitale, che può rappresentare sicuramente una fase successiva.
  Vengo alle due questioni. Innanzitutto, a mio avviso, il mondo della scuola può fare moltissimo. Avevamo una biblioteca a L'Aquila che prima del sisma era utilizzata dai ragazzi della scuola e del quartiere, perché è sempre comunque stata aperta. È una biblioteca dove già l'arredamento è a misura di bambino. È importantissimo, infatti, che i ragazzi si sentano liberi di accedere al testo, di sceglierlo, di gustarlo, lontani, distanti dall'impegno scolastico.
  Credo che sul prestito gratuito e sul favorire un tessuto sociale intorno a questo prestito le biblioteche possano essere Pag. 9di stimolo notevole. Nel momento in cui gli spazi scolastici vengono attrezzati con biblioteche aperte al sociale, possono anche essere allestite in maniera da ricoprire lo stesso compito del bibliotecario, nel senso di garantire i prestiti, la registrazione del prestito e del rientro del libro, creando un tessuto sociale intorno a questo, favorendo il coinvolgimento non solo dei ragazzi ma anche dei genitori.
  In questo senso, avete pensato anche a progetti che possano estendersi all'interno delle scuole, non solo in termini di presenza degli specialisti della lettura ? Anche noi abbiamo organizzato dei corsi: questi sono fondamentali, perché è importante leggere e farlo in un certo modo, coinvolgendo nella lettura chi ascolta. Avete pensato, però, proprio a un progetto di coinvolgimento tra le istituzioni scolastiche, soprattutto della scuola primaria, nell'allestire questi spazi ?
  In secondo luogo, come Movimento 5 Stelle abbiamo spinto per favorire la produzione degli eBook ma, lo ripeto, come produzione di libri creati all'interno di una certa logica. Anche le biblioteche, però, dovrebbero dotarsi di questi strumenti e di queste potenzialità che derivano dalle scuole. Il lavoro di creazione dei libri nelle scuole e dai gruppi scolastici deve diventare patrimonio di raccolta e di diffusione a sua volta. Credo, in questo senso, che anche il Centro per il libro possa farsi promotore di una maggiore spinta. Oltretutto, credo sia di sicuro maggiormente spronato a fare chi crea e sa che quello diventerà materiale per tutti, messo in rete anche grazie a voi.

  FLAVIA CRISTIANO, direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell). Per quanto riguarda la creazione di spazi, intendendo quindi biblioteche scolastiche, vi dico sinceramente che ciò – lo temo – non sia alla nostra portata. Romano Montroni, l'attuale presidente del Centro del libro, è un convintissimo sostenitore delle biblioteche scolastiche, ma la biblioteca scolastica comporta risorse finanziarie che sul numero delle scuole diventa problematico sostenere. Per questo progetto sperimentale in cui ci siamo limitati a fornire libri anche alle scuole, materne, elementari e medie dei sei territori, l'investimento ci è stato finanziato, poiché abbiamo delle risorse molto limitate. Sicuramente, però, portiamo avanti il discorso dell'importanza della biblioteca scolastica. Sulla possibilità di allestimento o di incremento degli spazi, sinceramente non credo che in questo momento siamo in grado. Vorremmo farlo, ma senza risorse mi sembra molto difficile.
  Quello per cui, invece, potremmo anche aver bisogno di un minor numero di risorse – e si potrebbe quindi fare – è il discorso dell’on line. Intanto, esistono delle piattaforme di prestito per cui si possono creare biblioteche reti in cui la piattaforma distribuisce libri on line, come stanno già facendo alcune reti bibliotecarie. Una cosa del genere, secondo me, potrebbe risolvere il principale problema delle biblioteche scolastiche, non con il libro fisico ma con una piattaforma di libro on line. Non parliamo, però, delle scuole elementari, dove per esperienza diretta vedo che c’è tanta attività e tanta capacità di creare le biblioteche. È vero, però, che il bambino piccolo deve avere l'album, sfogliarlo e guardare le figure; poi farà lo sforzo di leggere, ma deve comunque leggere poco.
  In ogni caso, lo ripeto, abbiamo creato un gruppo di lavoro per l'individuazione – vi farò avere magari la produzione che abbiamo realizzato – di consigli di lettura. Nell'ambito del progetto sperimentale «In Vitro», abbiamo creato anche dei consigli di libri per gli insegnanti e per i genitori, con la produzione editoriale per le fasce 0-3, 3-6 e 10-14, di cui ci stiamo occupando adesso. Consigliamo libri e letture, ovviamente degli ultimi anni, perché il progetto è recente.
  Adesso cominciano a realizzare dei prodotti editoriali molto interessanti, che possono venire incontro anche a bambini piccoli e a quest'interazione con il libro, ma il passaggio digitale è una cosa diversa. Il legame che si crea con il bambino che tocca le pagine è qualcosa che passa attraverso il libro fisico e non solo: è Pag. 10fondamentale, anche in quella fase, scegliere i libri giusti. Se lei è insegnante, mi capisce.
  Ho visto dei libri scritti in un italiano, se non traballante magari difficile, che il bambino fa anche fatica a seguire, ovvero con immagini che per il bambino non sono consuete. Il bambino deve trovare la sua realtà dentro i libri, in modo da leggere il mondo più facilmente. Lo ripeto: in questo l'editoria offre moltissime risorse.
  Sull'allestimento delle biblioteche ci impegniamo: questo è sicuro. È un fatto inserito nel protocollo d'intesa con il Ministero dell'istruzione. Avremo un convegno a Bologna, per la Fiera internazionale del libro per bambini, in cui discuteremo esattamente di questo. Quanto alla possibilità di riuscirci, ho qualche perplessità. Le biblioteche devono essere belle, altrimenti credo sia meglio che non ci siano. Se c’è una biblioteca, devono esserci bei libri, uno spazio adatto e qualcuno – possono essere anche i ragazzi – che faccia da bibliotecario: bisogna però avere la volontà di far ciò. In ogni caso, sosteniamo sicuramente questa linea.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. I fondi dati per questo non sono sicuramente fondi perduti.

  FLAVIA CRISTIANO, Direttore generale del Centro per il libro e la lettura (Cepell). No, sicuramente.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Inoltre, c’è anche tutto il mondo della donazione: intere famiglie hanno donato libri che avevano in casa. A L'Aquila, ad esempio, abbiamo ricevuto donazioni dallo stesso Berlusconi alla nostra scuola. Oltre ai fondi, favorire questo può essere proprio un'abitudine a dare più spazio alla lettura, e quindi sollecitare tutti a incrementare quest'allestimento delle biblioteche. Il vostro aiuto può essere prezioso.

  PRESIDENTE. Ogni tanto è davvero bello discutere anche di certi argomenti. Purtroppo, in questa nostra Commissione abbiamo sentito delle cose terribili. Abbiamo in corso, dopo aver concluso quella sulla povertà e il disagio, l'indagine sulla prostituzione minorile: le lascio immaginare. La ringrazio a nome di tutti i colleghi. Nel momento in cui quest'indagine conoscitiva verrà presentata, ci riserviamo di coinvolgerla anche per un evento divulgativo che seguirà. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.50.

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ALLEGATO

INDAGINE CONOSCITIVA SUI MINORI FUORI FAMIGLIA

Programma

  La Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, ratificata e resa esecutiva in Italia dalla legge n. 176 del 1991, prevede all'articolo 20 che ogni fanciullo il quale è temporaneamente o definitivamente privato del suo ambiente familiare oppure che non può essere lasciato in tale ambiente nel suo proprio interesse ha diritto a una protezione e ad aiuti speciali dello Stato, in conformità con la propria legislazione nazionale. Tale protezione sostitutiva può concretizzarsi per mezzo dell'affidamento familiare, della Kafalah di diritto islamico, dell'adozione o in caso di necessità, del collocamento in adeguati istituti per l'infanzia.
  Nel nostro Paese la legislazione vigente in materia di minori fuori famiglia ha subìto nel corso degli anni una significativa evoluzione: si è passati infatti dall'accoglienza presso gli istituti di assistenza pubblici o privati per minori, cd. orfanotrofi, al collocamento presso comunità di tipo familiare, cd. «case-famiglia», e all'affido come possibile fase transitoria verso l'adozione vera e propria.
  La legge n. 184 del 1983 che disciplina l'adozione e l'affidamento del minore, come modificata dalla legge n. 149 del 2001, ha sancito definitivamente il «diritto del minore alla propria famiglia». La normativa richiamata ha portato a compimento il delicato processo di chiusura e trasformazione dei vecchi orfanotrofi, prevedendo l'istituzione delle cd. «comunità familiari», proprio per garantire al minore la convivenza in un ambiente che sia il più possibile simile a quello della famiglia propriamente detta.
  L'indagine conoscitiva deliberata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza intende approfondire le criticità relative alla normativa vigente in materia di minori fuori famiglia, nell'ottica di un suo possibile miglioramento.
  In particolare la Commissione si pone l'obiettivo di effettuare una sorta di censimento del numero e delle caratteristiche delle strutture di accoglienza presenti nel nostro Paese – anche al fine di verificarne l'adeguatezza – del numero dei minori che vi transitano, del relativo periodo di permanenza, volgendo lo sguardo non solo ai bambini italiani ma anche e soprattutto ai minori stranieri non accompagnati. Molti di questi, infatti, circa 3707, secondo gli ultimi dati in possesso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali al 31 dicembre 2014, recentemente diffusi dal Ministro dell'interno, una volta giunti nel nostro Paese, non riescono nemmeno a transitare presso tali strutture di accoglienza, divenendo irreperibili.
  L'indagine intende altresì acquisire elementi di conoscenza concernenti il sistema dei controlli, dei finanziamenti, nonché circa le Pag. 12eventuali disfunzioni e carenze di molte case-famiglia, essendo giunte in tal senso alla Commissione numerose segnalazioni, che appare doveroso approfondire.

  L'indagine dovrebbe articolarsi secondo il seguente ciclo di audizioni:
   Presidente del Consiglio – Dipartimento delle politiche per la famiglia;
   Ministro dell'interno;
   Ministro della salute;
   Sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, con delega al terzo settore, alle formazioni sociali e alle politiche per la famiglia;
   Esponenti di organismi internazionali ed europei impegnati nel settore dell'immigrazione;
   Rappresentanti di enti ed associazioni attivi nella difesa e protezione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
   Assistenti sociali;
   Rappresentanti di regioni, province e comuni;
   Rappresentanti dei Tribunali dei minorenni;
   Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza;
   Rappresentanti dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.