XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 29 di Mercoledì 17 gennaio 2018

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zampa Sandra , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI MINORI FUORI FAMIGLIA

Esame del documento conclusivo
dell'indagine.

Zampa Sandra , Presidente ... 2 
Blundo Rosetta Enza  ... 2 
Zampa Sandra , Presidente ... 3 
Blundo Rosetta Enza  ... 3 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Blundo Rosetta Enza  ... 4 
Filippin Rosanna  ... 4 
Blundo Rosetta Enza  ... 4 
Filippin Rosanna  ... 4 
Blundo Rosetta Enza  ... 4 
Romanini Giuseppe (PD)  ... 4 
Blundo Rosetta Enza  ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Blundo Rosetta Enza  ... 5 
Rizzotti Maria  ... 5 
Romanini Giuseppe (PD)  ... 5 
Blundo Rosetta Enza  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Rizzotti Maria  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Blundo Rosetta Enza  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Silvestro Annalisa  ... 6 
Giammanco Gabriella (FI-PdL)  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Giammanco Gabriella (FI-PdL)  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Giammanco Gabriella (FI-PdL)  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Rizzotti Maria  ... 7 
Blundo Rosetta Enza  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documento conclusivo ... 9

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
SANDRA ZAMPA

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Esame del documento conclusivo
dell'indagine.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sui minori «fuori famiglia», l'esame del documento conclusivo.
  Pur essendo state sciolte le Camere, i lavori in corso si ritengono da concludere, dove possibile; noi siamo nelle condizioni di poterlo fare, quindi dobbiamo dare una valutazione finale al documento che chiude una lunga indagine conoscitiva sui minori fuori famiglia.
  Come sapete, sono relatrice con la senatrice Blundo, quindi chiedo a lei di relazionare in questa fase dell'esame, facendo un excursus di cinque minuti sul documento conclusivo che, come vedete, è un testo piuttosto voluminoso che avete ricevuto in formato web già da un po’. Ho chiesto di dare lettura integrale delle conclusioni, perché sono state eliminate alcune ripetizioni, c'è una richiesta di integrazione su un punto e sulle conclusioni dobbiamo essere tutti d'accordo. In 15 minuti dobbiamo finire questa fase, poi passeremo alle dichiarazioni di voto, che vi prego di fare molto brevemente, anche perché i deputati devono andare in Aula, essendo previste votazioni.
  La rilevazione delle presenze è già stata fatta, chi non avesse già firmato è pregato di farlo.
  Do la parola alla senatrice Blundo.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Grazie, presidente. Come già preannunciato dalla presidente, siamo qui a conclusione di questo percorso riguardante l'indagine conoscitiva sui minori «fuori famiglia», un'indagine conoscitiva che si è resa necessaria sin dall'inizio perché abbiamo rilevato situazioni critiche anche con segnalazioni che pervenivano alla nostra Commissione, ma anche perché abbiamo constatato la carenza dei dati sulla esistenza di queste strutture di accoglienza, sul numero dei minori che non erano più all'interno delle famiglie e per la criticità dei minori stranieri non accompagnati, che diventava sempre più un'urgenza del Paese.
  Abbiamo avviato questa indagine conoscitiva, che io stessa avevo promosso all'inizio del nostro percorso, e svolto numerosissime audizioni. Abbiamo portato avanti un numero elevato di audizioni perché intendevamo avere una conoscenza dello stato dell'arte normativo e della condizione che le diverse istituzioni vivevano nei confronti di questa problematica. Abbiamo audito il Garante, la successiva Garante dell'infanzia, la ministra della salute Lorenzin, i presidenti dei tribunali, abbiamo fatto le audizioni istituzionali complete e anche delle audizioni per conoscere lo stato delle situazioni di criticità e le condizioni che le determinavano, interpellando anche la società civile. Pag. 3
  Abbiamo audito varie associazioni che si occupano dei minori, nonché coloro che accolgono i minori, le case famiglie che si rendono riferimento importante e determinante per i minori che non hanno più dei riferimenti genitoriali e che vivono condizioni di grave disagio, che, come vedete, sono riportate all'interno di questo documento corposo e molto voluminoso.
  Ci premeva infatti che vi fossero riportate tutte le indicazioni che ci sono state date, perché, anche se questo Governo è dimissionario, auspico e credo tutta la Commissione auspichi una grande attenzione a quanto emerso e che non resti un documento abbandonato, ma che ci sia una reale attenzione dal prossimo Governo e dalla prossima Commissione dell'infanzia per valutare le indicazioni, i suggerimenti e le segnalazioni rappresentati a vario livello dalle istituzioni, perché anche il presidente dell'Ordine dei pediatri – seppure nell'ambito di altra indagine – ha dato delle validissime indicazioni, come anche le varie associazioni.
  Ritengo che sia un documento comprensivo di tutti gli aspetti di prioritaria importanza, cioè degli interventi che dovrebbero essere fatti tempestivamente sia a livello normativo che a livello di finanziamenti, perché esiste un'elevata quantità di risorse dedicate ai minori e soprattutto ai minori che vivono situazioni di allontanamento, ma non sono coordinati; quindi c'è necessità di trovare un coordinamento per tutti i finanziamenti sui minori e di garantire servizi di prevenzione all'altezza delle necessità delle famiglie che vivono momenti di difficoltà anche per quanto riguarda sia i minori stranieri non accompagnati, sia le strutture che si rendono disponibili all'accoglienza, che a volte restano senza risorse adeguate a garantire un'accoglienza valida a tutti i loro ospiti.
  Ci è stato segnalato di supportare le azioni di prevenzione, quindi tutte quelle iniziative di prevenzione che ci sono state illustrate, comprese progettualità di grande interesse come per esempio il progetto Anthea, che sta andando molto avanti all'interno dei tribunali e che prevede una utilizzazione della tecnologia a favore della coesione e della messa in rete di tutti coloro che si occupano dei minori.
  Ci è stata sollevata anche l'esigenza di attivare controlli per quelle strutture che risultano inadeguate, come è accaduto nel caso del «Forteto» e come sta accadendo nel caso del «Piccolo carro», che sono state sanzionate e condannate a pagare.
  Le criticità presenti nel Paese vanno attenzionate proprio a vantaggio di quelle strutture validissime che offrono un servizio di alta qualità e che devono essere invece supportate. Credo che queste criticità e i suggerimenti che ci sono pervenuti siano stati ben raccolti anche nelle conclusioni, che adesso vado a leggere, e ritengo di dare un piccolo suggerimento per una parte della conclusione; quindi, quando arrivo sul punto vi sottopongo la mia richiesta di integrazione e poi ascolteremo le vostre osservazioni e dichiarazioni di voto.

  PRESIDENTE. Se siete d'accordo, siccome avete il testo, chiederei alla senatrice Blundo di dare lettura solo delle parti che abbiamo evidenziato in grigio, perché altrimenti per leggere una cartella ci vogliono otto minuti.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Il paragrafo delle conclusioni non è molto lungo, ma poiché lo stiamo rivedendo da prima delle festività natalizie, quindi vi è stato rinviato più volte e credo sia ben conosciuto da tutti, avendo fatto delle integrazioni, se siete d'accordo, colleghi, leggiamo soltanto le parti che abbiamo rivisto.
  La prima parte rivista è questa: «la Commissione raccomanda ancora una volta il pieno rispetto del dettato della legge numero 149 del 2001, che dispone espressamente che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possano essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia, e delle altre disposizioni normative che prevedono interventi di sostegno alle famiglie con minori sia di tipo economico, sia di tipo sociale, affinché siano evitati allontanamenti dal nucleo familiare per problemi economici».
  «La Commissione esprime altresì un giudizio positivo per la recente attivazione, Pag. 4in via sperimentale per il triennio 2016-2018, del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, istituito con la legge di stabilità per il 2016 con uno stanziamento di 100 milioni per ogni anno di sperimentazione».
  «La Commissione stigmatizza l'eccessiva durata della permanenza di minori nelle comunità familiari oltre i due anni previsti dalla legge, che attualmente riguarda il 23 per cento del totale dei casi, secondo gli ultimi dati rilevati dall'Autorità garante, se non quando ritenuti effettivamente necessari dall'autorità giudiziaria nell'interesse superiore del minore.
  Esprime apprezzamento per l'istituzione del Fondo sperimentale di 15 milioni di euro annui, a decorrere dal 2018, per il sostegno al percorso di autonomia dei giovani fuori famiglia in uscita da comunità per minorenni o percorsi di affido familiare, prevedendo continuità nell'assistenza fino al ventunesimo anno d'età».
  «In materia di allontanamenti disposti in via d'urgenza ex articolo 403 del Codice civile, anche in considerazione dell'opportunità condivisa da tutte le forze politiche di una sua riforma, la Commissione auspica la massima cautela nel ricorso a tale procedura, cui peraltro è comunque necessario ricorrere qualora sia constatata l'esistenza di un pericolo grave, concreto e provato».
  Qui, colleghi, chiedo di aggiungere, se siete d'accordo, «e provato da un’équipe multidisciplinare», perché altrimenti rischia di essere una disposizione utilizzata a propria discrezione da una sola persona.

  PRESIDENTE. È il magistrato che dispone, quindi magari «con l'assistenza di un’équipe multidisciplinare».

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Sì, questo per chi decide, ma in realtà il 403 funziona in questo modo: c'è qualcuno che segnala come pubblico ufficiale e poi c'è un tribunale che deve convalidare, quindi il passaggio al tribunale è comunque previsto.
  Chiedevo di inserire l'aggiunta sia dell’équipe multidisciplinare, che di un tempestivo contraddittorio giudiziale, quindi includere entrambi i concetti.

  ROSANNA FILIPPIN. Il 403 è una misura d'urgenza, il tribunale interviene dopo.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Quindi che venga garantito l'ausilio dell’équipe multidisciplinare per gli interventi.

  ROSANNA FILIPPIN. Il 403 è una misura d'urgenza; ad esempio nel caso di una mamma sul cornicione che con il bambino per mano minaccia di buttarsi giù, voi capite bene che non c'è alcuna possibilità dell'intervento dell’équipe multidisciplinare, stiamo parlando semmai della fase successiva, cioè c'è l'intervento d'urgenza immediato e poi c'è la necessità che quell'intervento venga naturalmente visionato e validato dal tribunale dei minorenni che deve per legge giudicare in composizione.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Quello sarebbe «con tempestivo contraddittorio giudiziale». Ha fatto l'esempio della mamma sul cornicione che crea un grave pericolo fisico per il bambino, allora va specificato che sia fisico, perché il 403 attualmente permette di intervenire per un presunto pericolo psichico, psicologico che non è facile neanche da definire, quindi a questo punto si tratterebbe di un grave pericolo fisico, allora va bene, perché c'è una certezza oggettiva; poi bisognerebbe aggiungere semplicemente che sia tempestivo il contraddittorio giudiziale, quindi la sottoposizione a un tribunale.

  GIUSEPPE ROMANINI. Anche nelle valutazioni e nelle proposte di modifica del 403 questo elemento non entra, cioè entra il fatto di correre un grave pericolo rispetto al benessere psicofisico, quindi mette insieme entrambi gli aspetti, e penso che non possa essere diversamente organizzato.
  In tutte le molte iniziative alle quali ho partecipato come membro della Commissione bicamerale il centro era sempre l'articolo 403, e il tema che mi sembra più giusto raccomandare è il tempestivo intervento del giudice e il contraddittorio, perché i casi gravi nei quali si è manifestata la infondatezza successiva, magari arrivata 1 o 2 anni dopo il provvedimento d'urgenza, Pag. 5sono dovuti al fatto di avere trascurato una seria verifica delle condizioni familiari, quindi il contraddittorio, fondamentalmente l'ascolto dei genitori.
  Io mi accontenterei di questo, senatrice Blundo.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Contraddittorio giudiziario e possiamo aggiungere «psicofisico» dove c'è «grave».
  Allora, potrebbe essere così: nella parte dove dice «in materia di allontanamenti disposti in via d'urgenza ex articolo 403 del Codice civile, anche in considerazione dell'opportunità condivisa da tutte le forze politiche di una sua riforma, la Commissione auspica la massima cautela nel ricorso a tale procedura, cui peraltro è comunque necessario ricorrere qualora sia constatata l'esistenza di un pericolo grave psicofisico concreto e provato» (omettendo «con l'ausilio di un’équipe multidisciplinare») «di permanenza del bambino e dell'adolescente nell'ambito della propria famiglia di origine ed un tempestivo contraddittorio giudiziale»... raccomandando? Direi «garantendo» un contraddittorio, perché è già previsto nella legge e bisogna garantirlo, quindi «garantendo un tempestivo contraddittorio giudiziale». Va bene?

  PRESIDENTE. Diciamo che questo è quello che noi auspichiamo che avvenga.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Lo lasciamo nelle mani di chi dovrà decidere, chiunque sia, nella prossima legislatura. Per me così va bene.

  MARIA RIZZOTTI. Ringrazio veramente per la consegna di questo documento, perché trovo che sia una fotografia molto chiara e concreta, senza ideologie e senza divisioni, di una situazione veramente importante.
  Desidererei che nelle conclusioni, magari laddove si parla degli attenti controlli sulle figure professionali, si mettesse in evidenza quello che emerge a pagina 89 del primo testo, cioè il conflitto di interessi, perché «circa il 20 per cento dei giudici onorari è proprietario, direttore o ha rapporti di cointeressenza con le case famiglia». Si dice che «almeno 211 giudici onorari dei tribunali per i minorenni e delle relative Corti d'appello in totale e palese conflitto di interessi rispetto alle funzioni esercitate».
  Sappiamo per le varie segnalazioni ricevute in questi ultimi anni che molte persone in stato di indigenza non si sono rivolte ai Servizi sociali per paura che allontanassero i bambini per il giro di soldi delinquenziale che c'è (non da parte di tutti, ma si sa che queste cose esistono, e qui parla solo dei giudici minorili) nella spartizione della retta giornaliera tra assistente sociale, giudice minorile e casa famiglia, di cui l'esempio più eclatante è quello del «Forteto», quindi non stiamo a perdere parole sui 30 anni del «Forteto».
  L'esistenza di tale fenomeno dovrebbe mettere in discussione tutto quello che auspica il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, cioè rivedere i criteri di affidamento, avere una rete che si parli in tutta Italia, rivedere i criteri per l'assegnazione del titolo di casa famiglia. Dovremmo anche fare una riflessione sul numero di bambini affidati alle case famiglia e non alle strutture più piccole similfamiliari, come invece la legge quadro del 1983 diceva, stimolare la formazione e l'informazione del tessuto sociale, e infatti non a caso sappiamo che nelle regioni più piccole, dove c'è un tessuto sociale probabilmente più saldo di solidarietà, esistono più mini-strutture, ed è maggiore il numero delle accoglienze in famiglia.
  Immagino che vengano fatte delle valutazioni secondo criteri oggettivi, e soprattutto per i più piccoli l'accoglienza in famiglia e non in una casa famiglia più grande che può ospitare fino a 60 ragazzi, per la situazione psicofisica del bambino sarebbe molto migliore; vorrei quindi che quanto emerso dalle audizioni venga segnalato con forza nella conclusione del documento.

  GIUSEPPE ROMANINI. Chiedo scusa. Su questo punto specifico capisco la preoccupazione della senatrice Rizzotti, ma devo dire che nel documento c'è tutta una serie di indicazioni relative alla gestione Pag. 6unitaria della problematica dell'allontanamento dei minori attraverso la proposta di un tavolo tecnico-politico in Conferenza Stato regioni, che devono cercare di portare a superare questi problemi.
  Noi non abbiamo agito come Commissione di inchiesta, abbiamo fatto un'indagine conoscitiva, e segnalare nel documento finale dei reati che avrebbero avuto bisogno di poteri d'indagine diversi, quelli di una Commissione di inchiesta, per farli emergere con tutti gli atti probatori, sarebbe poco coerente con la natura della nostra indagine, benché rilievi di questo tipo siano emersi; penso che andremmo al di là delle nostre prerogative mettendo un'indicazione di questo tipo.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Forse voleva chiedere qualche integrazione, perché in realtà l'abbiamo riportato: «nel valutare positivamente le ultime circolari del Ministro della giustizia sulle incompatibilità previste per i giudici onorari e i componenti dei Collegi giudicanti di primo grado e delle Sezioni per i minorenni delle Corti d'Appello, auspica che la vigilanza su tale aspetto sia rafforzata, onde evitare situazioni già verificatesi nel recente passato di potenziale cointeressenza anche di tipo economico nelle comunità di accoglienza». Se ha un suggerimento su qualche termine in particolare...

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola a chi la chiede, ovviamente faccio mie tutte le obiezioni del collega Romanini, perché questa è un'indagine conoscitiva e non abbiamo fatto quello che eventualmente si potrà fare in seguito, ma aggiungo che la citazione testuale di un'audizione in questo caso non ha senso, ne abbiamo tenuto conto e io credo che sia sufficiente che le conclusioni tengano conto di tutto quello che è emerso nelle audizioni, non avendo potuto fare verifiche, fermo restando che sul «Forteto» ci sono state delle sentenze e siamo tutti d'accordo che questo non deve avvenire mai più.
  Forse, però, le sono sfuggite, senatrice, queste circolari che il Ministero ha di recente emanato e che vanno esattamente in quella direzione, perciò io propongo di votare così com'è il documento, perché se ognuno di noi volesse evidenziare quello che gli sta più a cuore, dovremmo riaprire tutto e non ne verremmo fuori.

  MARIA RIZZOTTI. Propongo di sostituire la parola «auspica» con «chiede».

  PRESIDENTE. Ritengo più opportuno il termine: «raccomanda».

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Dovremmo sostituire «cointeressenza» con «conflitto di interessi»: usiamo le parole giuste.

  (La Commissione concorda).

  PRESIDENTE. Passerei alle dichiarazioni di voto che sono sicura ogni Gruppo farà con estrema sintesi. Per il Partito Democratico interviene la senatrice Silvestro.

  ANNALISA SILVESTRO. Grazie, presidente. Come Partito Democratico abbiamo analizzato in maniera molto puntuale il documento, estremamente esaustivo, molto ricco, e ringraziamo perché è stato fatto un lavoro di notevole spessore, soprattutto molto coerente con quelli che erano gli obiettivi, di svolgere un'indagine conoscitiva volta ad approfondire le criticità relative alla normativa vigente in materia di minori fuori famiglia nell'ottica di un suo possibile miglioramento ed effettuare una specie di censimento sul numero e sulle caratteristiche strutturali dei centri di accoglienza.
  Gli obiettivi sono stati pienamente centrati, sono state evidenziate anche le criticità, di cui prima si parlava, per cui per quanto ci riguarda è un ottimo documento, pensiamo che possa essere assolutamente votato così com'è, concordiamo con quanto è stato prima definito, nel senso di modificare la parola «auspica» con «raccomanda» o «chiede», e per il resto noi esprimiamo un sentito parere positivo.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Forza Italia voterà a favore di questo documento, Pag. 7perché certamente è un documento importante, che è frutto di studio e di confronto di diversi mesi, di audizioni con le associazioni e con i protagonisti della realtà dei minori fuori famiglia; però, al di là del fatto che questa Commissione abbia le prerogative o meno di sollecitare una Commissione d'inchiesta, Forza Italia vuole che i riflettori rimangano accesi sul caso «Forteto», perché, anche se c'è stata la condanna di Fiesoli, questo non vuol dire che la vicenda sia stata chiarita, perché rimane oscura sotto tantissimi punti di vista.
  Ci è stato detto «no» al commissariamento della cooperativa agricola, ci è stato detto «no» alla Commissione d'inchiesta, che avrebbe sicuramente contribuito a fare luce sui tanti lati oscuri nonché scandalosi e gravissimi di questa vicenda. La Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza fa sicuramente bene a fare questi documenti, a redigere questi studi frutto di numerosi confronti, però vogliamo lasciare le luci accese su questa vicenda e non capiamo perché il Partito Democratico in questi mesi abbia sempre nicchiato, ci abbia sempre detto «no» sia al commissariamento del «Forteto», sia alla Commissione d'inchiesta che, come sappiamo, ha i poteri dell'autorità giudiziaria e potrebbe fare luce su situazioni ancora poco chiarite, connivenze varie, aspetti su cui ci sono ancora tanti dubbi e che noi come parlamentari, come politici, come rappresentanti delle istituzioni di questo Paese, facendo parte di una Commissione bicamerale di questo tipo, avremmo comunque dovuto sollecitare.

  PRESIDENTE. Sono costretta però a correggerla, onorevole Giammanco, perché in realtà al Senato è stato approvato in prima lettura il disegno di legge istitutivo di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità «Il Forteto», forse a lei è sfuggita questa notizia.

  GABRIELLA GIAMMANCO. No, presidente, a me non è sfuggita, perché la Commissione d'inchiesta era stata già chiesta nel 2015 ed era nei cassetti della Commissione Giustizia.

  PRESIDENTE. Al Senato è stato approvato il relativo disegno di legge in prima lettura, però non userei questa sede per fare propaganda elettorale, dato che tra l'altro l'abbiamo vista tra di noi per la seconda volta.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Presidente, visto che lei scende sul personale e io non voglio scendere sullo stesso piano, perché mi scivola addosso il suo attacco personale, le dico che dall'onorevole Bergamini e da Forza Italia è stata più volte sollecitata questa Commissione e il Partito Democratico ha nicchiato. Adesso, se è stata approvata, nessuno se ne è accorto, ed è stato fatto alla fine della legislatura, quando chiaramente non avrebbe più neanche senso.

  PRESIDENTE. Siamo in sede di dichiarazione di voto, scusatemi, c'è qualcuno che vuole ancora fare una dichiarazione di voto?

  MARIA RIZZOTTI. L'abbiamo chiesta per tre anni e non c'era nemmeno in calendario la Commissione d'inchiesta.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Come M5S abbiamo promosso questa indagine conoscitiva, abbiamo valutato anche le conclusioni, il punto di arrivo che c'è stato in questo confronto fino ad oggi e votiamo favorevolmente a questo atto, che – ripeto – auspichiamo che sia seriamente preso in considerazione dal prossimo Governo. Grazie.

  PRESIDENTE. Prima di passare alle votazioni mi associo assolutamente alla raccomandazione che la prossima bicamerale assuma tra i propri compiti anche quello di dare seguito alle diverse indagini conoscitive da noi svolte. Nel far questo ringrazio tutti quelli che hanno intensamente lavorato in questi anni, voglio ricordare che siamo partiti dalla povertà minorile nel 2013 e che, nonostante molte difficoltà, siamo riusciti a portare a termine diverse indagini e iniziative importanti.
  Ricordo che la votazione avverrà per alzata di mano. Pag. 8
  Pongo quindi in votazione il documento conclusivo.

  (È approvato all'unanimità).

  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.

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ALLEGATO

DOCUMENTO CONCLUSIVO

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