XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 72 di Mercoledì 10 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 3 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 12 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12 
Pagano Alessandro (LNA)  ... 12 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 12 
Pagano Alessandro (LNA)  ... 12 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12 
Pagano Alessandro (LNA)  ... 12 
Sciascia Salvatore  ... 13 
Petrini Paolo (PD)  ... 13 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 14 
Petrini Paolo (PD)  ... 14 
Ruocco Carla (M5S)  ... 14 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 14 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 14 
Pagano Alessandro (LNA)  ... 16 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 16 
Pagano Alessandro (LNA)  ... 16 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 16 
Pagano Alessandro (LNA)  ... 18 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 18 
Petrini Paolo (PD)  ... 18 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 18 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 18 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 18 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono presenti, inoltre, il direttore centrale tecnologie e innovazione, Giuseppe Buono, il direttore centrale gestione tributi, Paolo Savini, e il capo ufficio comunicazione, Sergio Mazzei, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do la parola alla dottoressa Orlandi, con riserva per me e per i colleghi di rivolgerle, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Signor presidente, onorevoli senatori e deputati, vi ringrazio per l'opportunità che mi viene offerta di intervenire nuovamente sulla razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria, con particolare riguardo all'utilizzo delle banche dati dell'anagrafe tributaria nel contrasto all'evasione fiscale.
  I temi su cui mi soffermerò, sulla base della richiesta che la Commissione mi ha fatto, sono molteplici, per cui passerei subito al primo punto, con riferimento all'elaborazione degli indici sintetici di affidabilità e all'attività che è stata svolta e che viene svolta in questo momento dall'Agenzia delle entrate.
  Nel corso di quest'anno si continuerà a riservare una particolare attenzione all'attuazione della strategia di gestione della compliance per migliorare i risultati ottenuti in termini di gettito, attraverso l'aumento dell'adempimento spontaneo da parte dei contribuenti e la riduzione dell'invasività dei controlli nei confronti di soggetti considerati a basso rischio. A tale scopo verranno poste in essere azioni volte al rafforzamento del rapporto fiduciario con i contribuenti compliant, puntando sulla facilitazione degli adempimenti tributari e la crescente qualificazione dei servizi erogati, anche con la finalità di favorire una maggiore competitività delle imprese italiane, nonché l'attrattività degli investimenti in Italia per le imprese estere che intendono operare nel territorio nazionale. In questo contesto, per l'Agenzia assume importanza prioritaria l'elaborazione dei nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale finalizzati a favorire una maggiore compliance dichiarativa delle piccole e medie imprese e dei Pag. 4professionisti, in sostituzione degli attuali studi di settore e dei parametri.
  L'introduzione dei nuovi indici dovrà ulteriormente favorire il rapporto con i contribuenti interessati, che potranno avere un riscontro trasparente della correttezza dei propri comportamenti attraverso una nuova metodologia statistico-economica che stabilirà il grado di affidabilità/compliance su una scala da 1 a 10.
  I contribuenti che risulteranno affidabili avranno accesso a significativi benefici premiali, come, ad esempio, l'esclusione dagli accertamenti basati sulle presunzioni semplici.
  Gli indici sintetici di affidabilità fiscale andranno a sostituire gli attuali studi di settore e i parametri e, a regime, interesseranno oltre 4 milioni di operatori economici. Sulla base delle attività di sperimentazione effettuate, si rileva che sarà possibile valutare non solo il grado di affidabilità dei ricavi e dei compensi, ma anche del valore aggiunto e del reddito – questa è la vera novità – per numero di addetti impiegati nel processo produttivo.
  I primi 70 indici dovrebbero essere approvati entro dicembre 2017 e i restanti 80 entro il 2018. Le attività dirette all'elaborazione dei nuovi indici sono state illustrate alla commissione degli esperti per l'elaborazione degli studi di settore in occasione delle riunioni che si sono svolte il 7 dicembre 2016, il 7 marzo 2017 e il 4 aprile 2017.
  Sono previsti, secondo un calendario che nei prossimi giorni sarà inviato alle organizzazioni di categoria e pubblicato sul sito dell'Agenzia delle entrate, specifici incontri con i rappresentanti delle associazioni di categoria e professionali, finalizzati all'analisi e alla condivisione delle metodologie di realizzazione dei nuovi indici e dei relativi risultati applicativi, elaborati utilizzando la banca dati degli studi di settore, opportunamente anonimizzata.
  In relazione alla semplificazione degli adempimenti dichiarativi, invece, si osserva che risulta confermato anche per i prossimi anni l'impegno nella riduzione delle informazioni da chiedere ai contribuenti cui oggi si applicano gli studi di settore e che in futuro saranno interessati dagli indici di affidabilità. Già per quest'anno c'è stata una riduzione di oltre il 40 per cento delle informazioni richieste, quindi c'è stata una semplificazione importante.
  L'Agenzia è stata ed è impegnata in una sinergica attività di confronto con SOSE al fine di analizzare le risultanze delle attività di sperimentazione effettuate in relazione agli indici di affidabilità, approfondendo in particolare le tematiche afferenti i modelli di business, le funzioni di stima e gli indicatori elementari di anomalia, e per individuare e fornire le basi dati ritenute dalla stessa necessarie per le attività di elaborazione. Conseguentemente è stato definito, sulla base di uno specifico progetto condiviso, l'impegno contrattuale per la realizzazione, nel 2017, di 70 indici di affidabilità.
  Inoltre, l'Agenzia si è attivata effettuando specifici momenti di approfondimento con SOSE e SOGEI in relazione ai diversi aspetti tecnici e informatici, correlati all'elaborazione della diversa documentazione da produrre con riferimento agli indici di affidabilità e dei relativi software di ausilio. In particolare, sono stati costituiti specifici tavoli tecnici con il compito di approfondire le seguenti tematiche: gestione dei processi di lavoro che interessano l'Agenzia delle entrate, la SOSE e la Sogei; struttura dei software di supporto agli utenti e alle diverse articolazioni delle amministrazioni finanziarie interessate; struttura delle informazioni e dei prodotti informativi da rendere disponibili all'esterno.
  Infine, si evidenzia che anche la verifica delle fonti informative esterne al sistema della fiscalità che risultano di volta in volta di interesse per la fase di costruzione e di elaborazione degli indici viene effettuata in completa sinergia con la SOSE, sulla base degli approfondimenti sulle risultanze delle attività di analisi che la stessa sta realizzando.
  Nell'ambito dei tavoli tecnici in precedenza menzionati si stanno anche valutando le ipotesi applicative degli indici, con riguardo ai profili qualitativi dei dati disponibili nel sistema dell'anagrafe tributaria, Pag. 5 nonché ai vincoli tecnologici che condizionano l'interscambiabilità degli stessi. In particolare, per la realizzazione e l'applicazione degli indici sarà necessario attingere sia a dati già disponibili in anagrafe sia a dati di fonti esterne, quali banche dati di amministrazioni, università, enti e istituti di ricerca.
  Con riferimento ai dati già disponibili, ad esempio, è previsto l'utilizzo dei dati dell'Osservatorio del mercato immobiliare. Con riguardo ai dati di fonte esterna, dovrebbero, tra gli altri, essere utilizzati, ad esempio, quelli del Pubblico registro automobilistico, al fine di realizzare l'indice applicabile all'attività di trasporto di merci su strada.
  La qualità dei dati, relativa sia ai dati dei processi amministrativi di competenza dell'Agenzia sia ai dati provenienti da enti esterni, rappresenta un presupposto essenziale per garantire la qualità di tutti gli indicatori derivati, quali gli indici sintetici di affidabilità, e contemporaneamente per raggiungere gli obiettivi di semplificazione per i contribuenti degli adempimenti richiesti, anche tramite servizi pre-elaborati, quali la dichiarazione precompilata, e sempre più personalizzati.
  In tale contesto, l'Agenzia delle entrate lavora costantemente, di concerto con il partner tecnologico Sogei, alla qualità dei dati gestiti, sia attraverso la rilevazione di indicatori di qualità dei dati interni ed esterni e l'esecuzione di azioni puntuali sia attraverso la realizzazione di iniziative progettuali tese a razionalizzare l'architettura del patrimonio informativo nella disponibilità dell'Agenzia e a garantirne la qualità. In particolare, le iniziative di razionalizzazione hanno l'obiettivo di migliorare la gestione dei dati in termini di efficienza (minimizzazione delle ridondanze, miglioramento dei tempi di elaborazione), disponibilità, tempestività (aggiornamento delle informazioni) e governo (rappresentazione delle informazioni e delle loro caratteristiche). L'Agenzia, infatti, dispone di un ingente patrimonio informativo costituito da basi dati core fortemente strutturate, da basi dati derivate per la razionalizzazione dei servizi di reperimento delle informazioni, da basi dati informative per fini di analisi e reporting e da basi dati popolate dai flussi informativi provenienti da altri enti.
  Le iniziative progettuali relative alla qualità dei dati comportano, in particolare, uno sforzo e una focalizzazione specifica sui flussi informativi provenienti da altri enti, per due principali motivazioni: innanzitutto, per i dati esterni il controllo di qualità è nativamente più complesso, per la molteplicità degli attori e per l'impossibilità da parte dell'Agenzia di governare del tutto i processi di generazione del dato. Inoltre, il dato esogeno di cui sia garantita la qualità rivestirà sempre più una rilevanza crescente nei processi amministrativi di competenza dell'Agenzia, naturalmente in linea con le normative fiscali e con quelle relative alla privacy.
  Gli interventi eseguiti e pianificati mirano a consolidare un modello che definisca i processi di gestione della qualità, i processi di controllo, le dimensioni di interesse, le metriche e gli strumenti, sempre più efficienti, di misurazione.
  Il processo di monitoraggio e controllo del livello di qualità dei dati provenienti da enti esterni si basa su: controllo di qualità al momento della ricezione, feedback automatici verso gli enti esterni per la segnalazione di comunicazioni errate, rilevazione di feedback degli utilizzatori del dato. A completamento dell'analisi di qualità, è possibile misurare gli indici di qualità intrinseca della comunicazione in relazione a regole predefinite dall'Agenzia e rese note agli enti fornitori. Il grado di qualità estrinseca del dato è determinabile attraverso il confronto dei dati delle singole comunicazioni con altre informazioni disponibili in Agenzia, nonché dai feedback degli utilizzatori dei dati.
  Infine, in base alla centralità del contribuente e in linea con l'obiettivo di garantire un'esatta correlazione tra dati esterni e dati dell'anagrafe tributaria, l'Agenzia rende disponibile a circa 13 mila soggetti servizi per la verifica di codici fiscali e partite IVA, che nel solo 2016 hanno consentito la verifica di circa 570 milioni di posizioni nelle varie banche dati nella titolarità Pag. 6 dei predetti soggetti, realizzando un modello virtuoso di miglioramento continuo di questo particolare dato, che rappresenta la chiave identificativa del singolo contribuente.
  L'altro punto è relativo alla capacità degli indici sintetici, costruiti in quel modo e con l'utilizzo di questi dati così analizzati, di riconoscere eventuali situazioni di crisi delle aziende.
  L'ambito temporale di analisi dei dati necessari per la costruzione degli indici sarà notevolmente ampliato rispetto a quello utilizzato per gli studi di settore e per i parametri: lo stesso sarà infatti esteso a otto annualità, per poter cogliere l'andamento del ciclo economico e congiunturale e ottenere stime più efficienti e precise.
  Il nuovo modello di stima, in sostanza, dovrebbe cogliere l'andamento ciclico e, quindi, non dovrebbe essere più necessario predisporre ex post specifici correttivi congiunturali, così come avviene adesso per gli studi di settore.
  Inoltre, per cogliere a pieno le differenze fondamentali che derivano dalle diverse combinazioni delle funzioni operative d'impresa e professionali sono stati individuati dei modelli di business, che andranno a combinarsi con una maggiore interpretabilità economica dei coefficienti stimati in termini di elasticità e di migliore aderenza dei risultati alla realtà economica, grazie a una stima dei ricavi/compensi e del valore aggiunto per addetto, realizzata con l'utilizzo di una funzione di produzione di tipo Cobb-Douglas. La nuova metodologia consentirà di personalizzare i risultati per singolo contribuente sulla base degli effetti individuali calcolati con il nuovo modello di stima. I nuovi indici consentiranno anche di mettere a disposizione dei contribuenti specifiche funzionalità di audit e benchmark con le quali potranno valutare le proprie performance aziendali. In particolare, l'analisi di benchmark permetterà ai contribuenti di ottenere una specifica valutazione del posizionamento strategico della propria attività con riferimento al contesto competitivo in cui opera e ai gruppi di soggetti concorrenti dinamicamente individuati.
  Agli indici saranno correlati, in relazione ai diversi livelli di affidabilità, specifici benefici per i contribuenti, da individuare con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. Al riguardo, l'Agenzia si è impegnata a fornire sul tema il proprio supporto tecnico. In particolare si sta riflettendo – penso che questo sia il tema centrale – su quali benefici riconoscere e come graduarli in termini di semplificazione degli adempimenti e di esclusione dei controlli, con particolare riguardo agli accertamenti basati su presunzioni o elementi indicativi di capacità contributiva e di riduzione dei termini di decadenza per l'attività di accertamento.
  I contribuenti dovrebbero poter integrare i dati dichiarativi per migliorare il valore dell'indice sintetico di affidabilità, anche al fine di accedere agli specifici benefici correlati e graduati rispetto ai diversi livelli di affidabilità. A tal fine, infatti, si dovrebbero poter indicare ulteriori elementi positivi di reddito ai fini delle imposte sui redditi, con effetti per l'imposta regionale sulle attività produttive, determinando anche un maggior volume di affari ai fini dell'imposta sul valore aggiunto. Nel contempo, proseguiranno azioni di comunicazione ai contribuenti di elementi e informazioni per consentire, anche prima della presentazione della dichiarazione dei redditi, di correggere errori e omissioni, rafforzando il rapporto fiduciario con gli stessi e facendo emergere spontaneamente basi imponibili.
  Gli alert preventivi continueranno a costituire un'attività assolutamente centrale ai fini della deterrenza, anche al fine di riservare i controlli più invasivi alle attività e ai settori a maggior rischio, concentrando gli sforzi nell'attività di contrasto alle frodi e agli illeciti fiscali internazionali.
  All'attività di promozione della tax compliance sarà poi affiancata un'attività di controllo nei confronti dei contribuenti che risultano meno affidabili. In particolare, nei confronti dei contribuenti con più rilevante rischio fiscale saranno disposti accessi, verifiche e controlli, concordando l'impegno anche con la Guardia di finanza, per garantire un adeguato presidio su tale platea Pag. 7 di contribuenti. Contribuenti e intermediari autorizzati avranno a disposizione le informazioni relative all'applicazione degli indicatori elementari di affidabilità e al relativo indice sintetico accedendo al cassetto fiscale. Il report di affidabilità personale per ciascun contribuente mostrerà l'indice sintetico di affidabilità derivante dall'analisi dei modelli di acquisizione dati compilati per i periodi di imposta interessati e riporterà in forma grafica il sistema di indicatori elementari di affidabilità e di anomalia.
  Si prevede inoltre di pubblicare sul sito Internet dell'Agenzia i seguenti report informativi relativi sull'andamento dei settori economici interessati dagli ISA (indici sintetici di affidabilità fiscale). Il report economico di settore offrirà una fotografia dei principali settori dell'economia, attraverso la descrizione sintetica della struttura e delle dinamiche del settore di riferimento. Il report di audit e benchmark illustrerà i risultati delle analisi effettuate sulla nuova piattaforma di condivisione dei dati delle imprese italiane soggette agli indici di affidabilità. Il report di affidabilità di settore per ciascun settore economico riporterà l'indice sintetico di affidabilità mediamente conseguito dalle imprese del settore nei periodi di imposta. Il report analisi note aggiuntive offrirà un'analisi e una classificazione delle note trasmesse in formato testuale dai contribuenti in specifiche aree tematiche. L'obiettivo è quello di far emergere le problematiche caratteristiche del settore in esame.
  Passiamo a un altro argomento, che è la definizione agevolata delle cartelle dell'Agenzia delle entrate. Con riferimento all'articolo 6 del decreto-legge n. 193 del 22 ottobre 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 225 del 2016, al fine di recepire le dichiarazioni di adesione alla definizione agevolata, l'Agenzia delle entrate ed Equitalia hanno predisposto un aggiornamento di una procedura che si chiama «stato della riscossione» e degli attuali flussi informativi che intercorrono tra i due enti. L'invio dei flussi aggiornati è già operativo e, nello specifico, prevede la comunicazione da parte di Equitalia di una nuova tipologia di provvedimento di sospensione dell'attività di recupero coattivo e della relativa revoca, nel caso in cui la definizione non si perfezioni. Allo scopo di garantire un tempestivo aggiornamento delle banche dati dell'Agenzia delle entrate a disposizione degli uffici centrali e periferici per la lavorazione dei carichi iscritti a ruolo, è stato concordato che l'invio dei citati provvedimenti avvenga con cadenza giornaliera.
  Un ulteriore aggiornamento è in corso di definizione, con lo scopo di registrare nei sistemi dell'Agenzia anche le informazioni relative ai pagamenti effettuati dai contribuenti e al perfezionamento della definizione agevolata, dati essenziali per l'emissione dei provvedimenti di sgravio da parte dell'Agenzia delle entrate e per consentire l'eliminazione delle evidenze sui sistemi dei crediti corrispondenti alle quote discaricate.
  Vorrei fornire alcuni dati relativi alle tipologie di crediti che i contribuenti hanno indicato nelle istanze di adesione, che tengono conto degli elementi acquisiti da Equitalia. È stata effettuata una proiezione dell'incidenza delle differenti tipologie di imposte amministrate dall'Agenzia delle entrate oggetto delle richieste di adesione alla definizione agevolata. Sono stati, a tal fine, elaborati i carichi contenuti all'interno di un campione significativo di cartelle e di avvisi di accertamento esecutivo affidati dall'Agenzia delle entrate. L'incidenza percentuale delle imposte sul reddito delle persone fisiche è pari al 41,9 per cento, seguita dall'imposta sul valore aggiunto (35,7 per cento). La percentuale si attesta al 13,1 per cento per tutti gli altri crediti (IRAP, imposta di registro) e all'8,9 per cento per l'IRES e per le imposte sul reddito delle persone giuridiche.
  Passiamo al canone TV. La legge di stabilità ha profondamente modificato la disciplina del canone di abbonamento alla televisione per uso privato. Dallo scorso anno, infatti, è stata introdotta una nuova presunzione di detenzione dell'apparecchio televisivo nel caso in cui esista un'utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria Pag. 8residenza anagrafica. Per superare tale presunzione i contribuenti che non detengono un televisore devono presentare una dichiarazione sostitutiva, che ha validità annuale.
  La stessa legge di stabilità ha previsto nuove modalità di pagamento del canone tv, che per i titolari di utenza elettrica nel luogo di residenza avviene mediante addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno. Per il 2016, primo anno di avvio del nuovo sistema di riscossione, nella prima fattura emessa successivamente al 1° luglio sono state addebitate cumulativamente tutte le rate di canone scadute nel periodo gennaio-luglio, per poi proseguire con l'addebito delle successive rate –10 euro al mese – fino a ottobre.
  L'Agenzia, insieme agli altri attori coinvolti nel nuovo processo di gestione del canone, ha profuso uno straordinario impegno per l'attuazione della riforma e i dati a oggi disponibili confermano il successo dell'iniziativa. Si pensi che in pochi mesi è stato sviluppato un sistema completamente automatizzato di interscambio delle informazioni necessarie all'addebito del canone in fattura tra l'Agenzia delle entrate, la RAI, le imprese elettriche, il Sistema informativo integrato gestito da Acquirente unico. La riforma, inoltre, ha comportato una completa rivisitazione delle procedure amministrative e organizzative di gestione del tributo. Per fornire il massimo supporto ai cittadini, considerate le significative novità, sono stati potenziati i canali di assistenza dell'Agenzia delle entrate, della RAI e delle stesse imprese elettriche, anche mediante l'utilizzo di moderne forme di comunicazione come i social media.
  Relativamente ai dati sulle operazioni effettuate dalle imprese elettriche, va premesso che il processo di addebito del canone in fattura, di riscossione e di riversamento da parte delle imprese elettriche è dinamico ed è condizionato sia dalla diversa cadenza dei cicli di fatturazione delle imprese stesse sia dal rispetto delle scadenze di pagamento da parte dei cittadini. È quindi possibile che un contribuente paghi nel 2017 una fattura relativa al 2016, oppure che un importo fatturato nel 2016 sia riversato all'erario nel 2017. Tutto ciò premesso, dai flussi di rendicontazione trasmessi dalle imprese elettriche risulta addebitato nel 2016 un importo pari a 2.268 milioni di euro, di cui risulta riscossa, entro il 31 dicembre 2016, una somma pari a circa 2.143 milioni di euro. Emerge, quindi, che solo il 5 per cento dell'importo complessivamente addebitato non è stato pagato dai cittadini entro il 31 dicembre, percentuale sostanzialmente in linea con il tasso di morosità per i consumi di energia elettrica e fermo restando che parte di tali somme potranno essere riscosse nel 2017, a seguito di attività di sollecito. Sempre per l'anno 2016 risulta riversato dalle imprese elettriche, al netto delle compensazioni esercitate per rimborsi ai cittadini e per riversamenti in eccesso, un totale di 2.123 milioni di euro di competenza dello stesso 2016, comprensivi anche della quota relativa alla tassa di concessione governativa. Vanno poi considerati anche i 18 milioni di euro versati direttamente, mediante modello F24, dai contribuenti che non disponevano di un'utenza elettrica di tipo domestico residenziale. L'importo complessivamente versato ammonta, quindi, a 2.141 milioni di euro.
  In merito al numero di richieste di esenzione per l'anno 2016, sono state accolte circa 547 mila dichiarazioni sostitutive di non detenzione dell'apparecchio televisivo (485 mila, invece, nel 2017 per il primo semestre), nonché circa 566 mila dichiarazioni di presenza di altra utenza elettrica per l'addebito.
  Per l'anno 2016, infine, risultano esenti dal pagamento del canone 131 mila cittadini, ai sensi dell'articolo 1, comma 132, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007 e circa 5 mila contribuenti per effetto di convenzioni internazionali.
  Si evidenzia, infine, che nell'ambito del rapporto sull'evasione fiscale del 2016, in corso di definizione, sarà stimata la percentuale di evasione del canone tv a uso privato nonché il recupero di gettito derivante dalle nuove modalità di versamento del tributo. Dai primi risultati disponibili è evidente come nel 2016 ci sia stato un notevole recupero di gettito – da 16,5 milioni Pag. 9 di abbonamenti nel 2015 si è passati a circa 22 milioni di soggetti addebitati nel 2016 – che ha consentito, tra l'altro, una significativa riduzione dell'importo del canone annuo per i cittadini, passato da 113,5 euro a 100 euro nel 2016 e a 90 euro nel 2017.
  Passiamo alla precompilata. Dal 18 aprile l'Agenzia ha messo a disposizione della totalità dei contribuenti persone fisiche la dichiarazione precompilata 2017, attraverso l'utilizzo delle informazioni di cui dispone con riferimento agli oneri deducibili e detraibili, alle certificazioni dei sostituti d'imposta e agli immobili. A partire dal 2 maggio il contribuente, mediante l'apposita applicazione web, può accettare la dichiarazione precompilata proposta oppure modificarla e inviarla entro il 24 luglio, nel caso del modello 730. Il modello redditi, invece, può essere inviato a partire dall'11 maggio e fino al 2 ottobre. Quest'anno la dichiarazione precompilata è stata arricchita con maggiori informazioni, in particolare per quanto riguarda le spese sanitarie. È stata, infatti, ampliata la platea di soggetti tenuti alla trasmissione dei dati delle spese sanitarie. Sono presenti per il primo anno sia le spese per l'acquisto di farmaci presso farmacie e parafarmacie sia le spese sostenute per le prestazioni rese dagli ottici, dagli psicologi, dagli infermieri, dalle ostetriche, dai tecnici sanitari di radiologia medica e dalle strutture autorizzate a fornire i servizi sanitari ancorché non accreditate. Inoltre, come nuovi oneri detraibili, la dichiarazione contiene le spese veterinarie comunicate dalle farmacie, dalle parafarmacie e dai veterinari e le spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini, che sono comunicate all'Agenzia delle entrate dagli amministratori di condominio.
  Questi nuovi oneri vanno ovviamente ad aggiungersi a quelli già presenti negli scorsi anni, ovvero interessi passivi sui mutui in corso, premi assicurativi, contributi previdenziali e assistenziali, contributi per i lavoratori domestici, spese universitarie, spese funebri, contributi per la previdenza complementare e bonifici riguardanti le spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli edifici, oltre alle spese sanitarie comunicate all'Agenzia delle entrate da medici e odontoiatri, dalle aziende sanitarie locali, dalle aziende ospedaliere, dagli istituti di ricovero e cura, dai policlinici, dai presìdi di specialistica ambulatoriale, dalle strutture per l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa e dagli altri presidi e strutture accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari. Inoltre, sono presenti anche gli oneri detraibili sostenuti dal contribuente e riconosciuti dal sostituto riportati nella certificazione unica, nonché quelli ricavati dalla dichiarazione dello scorso anno che danno diritto a una detrazione da ripartire in più rate annuali.
  In un'ottica di sempre maggiore semplificazione degli adempimenti tributari, per la dichiarazione precompilata di quest'anno sono state apportate ulteriori migliorie e implementazioni all'applicazione web, sia per aumentare le funzionalità a disposizione dei contribuenti sia per consentire a un maggior numero di utenti di usufruire dell'applicazione in modo semplice e immediato. Infatti, il contribuente oltre a visualizzare, accettare, modificare, integrare e inviare la dichiarazione precompilata 2017, quest'anno potrà consultare e, se necessario, correggere con una dichiarazione integrativa la precompilata dello scorso anno, purché la stessa sia stata inviata tramite l'applicazione web. L'ulteriore novità del 2017 è che i contribuenti per i quali non è stato possibile predisporre o rendere disponibile la dichiarazione precompilata – ad esempio, l'erede che presenta la dichiarazione per conto del deceduto – avranno la possibilità di presentare direttamente la propria dichiarazione, senza dati precompilati, in modo semplice, senza dover scaricare software o rivolgersi a un intermediario. Inoltre, per quanto riguarda la dichiarazione presentata in forma congiunta, entrambi i coniugi potranno: compilare e inviare una propria dichiarazione correttiva o integrativa partendo dai dati presenti nella dichiarazione 730 congiunta trasmessa, compilare e inviare un proprio Pag. 10modello redditi aggiuntivo contenente unicamente i quadri RM, RT e RW.
  I singoli utenti che hanno visualizzato i dati contenuti nella dichiarazione nelle prime settimane dall'apertura dell'applicazione fino alla data dell'8 maggio sono stati 1,3 milioni, per un totale di 2,6 milioni di accessi. Tra questi, circa 2.500 accessi sono riferibili alla nuova funzionalità riservata agli eredi.
  La maggior parte dei contribuenti ha effettuato l'accesso tramite le credenziali Fisconline (53 per cento) o INPS (circa il 37 per cento). I dati a disposizione evidenziano che alla data dell'8 maggio sono state già inviate 181 mila dichiarazioni, mentre 193 mila dichiarazioni sono state accettate o modificate, ma non ancora inviate.
  Passo ora all'andamento dei flussi informativi con i soggetti esterni. I dati pervenuti dagli enti esterni e confluiti nella dichiarazione precompilata 2017 sono circa 900 milioni, ovvero 200 milioni in più rispetto all'anno precedente. Nello specifico, l'incremento delle informazioni messe a disposizione è dovuto all'aumento considerevole dei dati riguardanti le spese sanitarie (circa 700 milioni di comunicazioni), con un incremento rispetto allo scorso anno del 34,6 per cento, quando le spese sanitarie si sono attestate su 520 milioni di informazioni. Ciò grazie all'ampliamento delle voci di spesa già evidenziate, tra cui le spese sanitarie per i farmaci da banco e per le prestazioni erogate da ottici, parafarmacie e psicologi. Questi dati equivalgono a un importo delle spese sanitarie detraibili messe a disposizione dei contribuenti pari a 29 miliardi di euro, circa il doppio dello scorso anno. Il numero totale dei documenti fiscali inviati relativi alle spese sanitarie ammonta a 690 milioni. Per quanto riguarda gli altri flussi sono pervenuti 15,8 milioni di comunicazioni di avvenuto bonifico di bonus per ristrutturazioni, arredo e risparmio energetico; 4 milioni di comunicazioni relative ai contributi versati alle forme di previdenza complementare; 3 milioni di comunicazioni riguardanti le spese universitarie; 600 mila comunicazioni concernenti le spese funebri; 8 milioni di comunicazioni relative a interessi passivi; 3,3 milioni di comunicazioni per i contributi versati ai collaboratori domestici; 4,4 milioni di dati relativi ai contributi previdenziali e assistenziali; 94 milioni di comunicazioni relative a premi assicurativi; 3 milioni di dati concernenti rimborsi delle spese sanitarie. A queste vanno aggiunte le informazioni trasmesse a partire dall'anno di imposta 2016: circa 33 mila comunicazioni relative ai rimborsi delle spese universitarie e circa 5,6 milioni di dati inviati dagli amministratori di condominio. Per completezza va rappresentato che ai dati affluiti dagli enti esterni si aggiungono, analogamente agli anni pregressi, le informazioni fiscali già presenti in anagrafe tributaria, quali, ad esempio, i versamenti effettuati con il modello F24, i dati relativi alle compravendite immobiliari e quant'altro.
  Arriviamo alla fatturazione elettronica. I dati della fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione, che registriamo in quanto gestori del sistema di interscambio, mostrano un quadro positivo dell'intero processo. Dall'avvio del servizio a oggi il sistema ha ricevuto e correttamente gestito 65,6 milioni di file fattura. Di questi, circa 60,9 milioni sono stati consegnati alle pubbliche amministrazioni. Nei primi mesi del 2017 sono stati gestiti 2,5 milioni di file fattura al mese. La fatturazione elettronica procede, quindi, nel senso della stabilità, con un tasso di scarto che si è progressivamente ridotto.
  Negli ultimi mesi sono state introdotte due importanti innovazioni: l'introduzione, da dicembre 2016, di nuovi, più stringenti controlli formali eseguiti dallo SDI (sistema di interscambio), ai fini dell'aumento della qualità dei dati delle fatture, e, soprattutto, l'evoluzione del tracciato FatturaPA ai fini del supporto anche della fatturazione fra privati a partire dal gennaio 2017. Tali interventi non hanno determinato un significativo aumento del tasso di scarto, la cui media, da dicembre 2016 ad aprile 2017, è del 5 per cento e che per il mese di aprile si è attestata al 2,9 per cento. La sostanziale invarianza degli scarti, unita alla constatazione che le due transizioni sono avvenute senza impatti rilevanti sugli attori in gioco, conferma che le novità sono state Pag. 11bene assorbite sia dalle pubbliche amministrazioni che dai loro fornitori. Tale risultato è il frutto di un lavoro costante di monitoraggio, miglioramento continuo e di comunicazioni verso le pubbliche amministrazioni e il mercato.
  Il sistema, negli oltre due anni di esercizio, non ha registrato diminuzioni del livello qualitativo: a fronte di ciascun file inviato, il trasmittente riceve una comunicazione dopo un tempo medio inferiore alle tre ore.
  Le fatture sono state emesse da circa 944 mila fornitori e sono state consegnate a oltre 62 mila uffici virtuali di 23 mila amministrazioni pubbliche, valori che tendono costantemente ad aumentare nel tempo.
  Faccio un ultimo riferimento alla fatturazione elettronica tra privati. Con i provvedimenti del 28 ottobre 2016 e del 27 marzo 2017, l'Agenzia ha definito le regole tecniche per la trasmissione dei dati delle fatture da parte dei contribuenti IVA, in attuazione delle disposizioni recate, rispettivamente, dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 127 del 2015 e dall'articolo 4 del decreto-legge n. 193 del 2016. Al riguardo, i citati provvedimenti hanno allineato dal punto di vista tecnico termini, modalità tecniche e informazioni contenute nelle fatture, da trasmettere tanto per i contribuenti che decidono di esercitare l'opzione stabilita dal decreto legislativo n. 127 del 2015 quanto per coloro che non la esercitano. In tal senso, mi preme ricordare che i contribuenti IVA potranno superare l'adempimento comunicativo dei dati delle fatture emesse e ricevute qualora emettano e ricevano le loro fatture elettronicamente utilizzando il sistema di interscambio e le regole tecniche già in uso per la fatturazione verso la pubblica amministrazione. In questo caso, infatti, l'Agenzia tratterrà automaticamente i dati stabiliti dai citati provvedimenti. In tal modo, quindi, tali soggetti supereranno implicitamente l'adempimento comunicativo dei dati fattura e, se avranno esercitato l'opzione, accederanno agli ulteriori incentivi.
  La messa a disposizione del sistema di interscambio per la veicolazione delle fatture elettroniche anche tra privati non è stata l'unica azione che il decreto legislativo n. 127 del 2015 ha definito per stimolare e supportare i contribuenti IVA italiani ad adottare la fatturazione elettronica.
  Infatti, ricordo ancora che dal luglio dello scorso anno è stato messo a disposizione dei contribuenti il servizio gratuito di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche, accessibile dal sito dell'Agenzia previa autenticazione mediante le credenziali dell'Agenzia, con SPID (sistema pubblico di identità digitale) o con la carta nazionale dei servizi. Il servizio è utilizzabile anche per le fatture verso le pubbliche amministrazioni, per le quali è già integrato con il sistema di interscambio.
  A dieci mesi dalla messa in onda, il servizio è stato utilizzato da 55 mila utenti, i quali hanno generato 500 mila fatture; 13 mila contribuenti hanno sottoscritto l'accordo di servizio per delegare gratuitamente all'Agenzia la conservazione delle proprie fatture elettroniche e a oggi sono circa 85 mila le fatture conservate.
  Per quanto riguarda il tema dell'archiviazione delle fatture elettroniche, confermando la distinzione tra archiviazione e conservazione, ricordo che la nuova formulazione dell'articolo 21 del decreto-legge n. 78 del 2010 prevede che gli obblighi di conservazione ai fini fiscali siano soddisfatti per le fatture elettroniche che transitano attraverso il sistema di interscambio e che vengono memorizzate dall'Agenzia delle entrate. Ebbene, per attuare questa ultima disposizione, l'Agenzia delle entrate dovrà realizzare un servizio di memorizzazione dei file fattura che transitano attraverso lo SDI, sia per le fatture della pubblica amministrazione che per le fatture tra privati, che prevederà le funzioni di ricerca, estrazione e scarico dei file fattura da parte dei soggetti autorizzati.
  Coerentemente con la realizzazione del sistema da parte del nostro partner tecnologico, potrà essere emanato il relativo provvedimento a cui la norma rimanda per definire termini e modalità di memorizzazione e di esibizione delle fatture elettroniche da parte dell'Agenzia delle entrate. Naturalmente tale provvedimento conterrà Pag. 12indicazioni di carattere funzionale relativamente al sistema che verrà messo a disposizione agli utenti e, qualora necessari, gli eventuali aspetti di natura esclusivamente fiscale e di competenza dell'Agenzia legati al servizio di memorizzazione.
  Grazie. Gli argomenti erano veramente tanti.

  PRESIDENTE. L'ultima parte ricorda una discussione in questa Commissione: la differenza tra archiviazione e memorizzazione. Quando si definisce un sistema proprio per lo Stato italiano... L'archivio ha fatto narrative, ha fatto crescere noi italiani, per cui la parola «archiviazione» è giusto che su una fatturazione del genere...
  Lei sa meglio di me, direttore, che abbiamo un risparmio di carta vero. Il Politecnico di Milano dichiarava, in trasmissioni e sui giornali, un risparmio di circa 600 milioni di euro di carta e di vecchia archiviazione, che parte dalla microfilmatura al cartaceo e via dicendo, con questo sistema. Oggettivamente se ne parla poco, però penso che sia una cosa importante.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Ci stiamo tutti lavorando, perché è il futuro.

  PRESIDENTE. Siamo soddisfatti, in questa Commissione, perché finalmente viene fuori la parola archiviazione.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ALESSANDRO PAGANO. Direttore, grazie. Le faccio i complimenti, perché c'è una abnegazione alla missione che è evidente. Questo non sfugge a chi, in questa Commissione, ormai segue indefessamente questo lavoro senza soluzione di continuità.
  Tuttavia, io devo fare per forza un appello, perché quando la stampa, specialmente magari quella polemica... Va presa con le pinze, però è indispensabile realizzare un attimo di chiarimento. Quale migliore opportunità di una Commissione come questa? La ringraziamo perché il riconoscimento dell'archiviazione delle fatture elettroniche è stato frutto di uno dei tanti lavori che abbiamo saputo realizzare proficuamente fra di noi. Ebbene, un noto giornale porta avanti delle critiche circa l'ultimo capitolo che abbiamo testé sentito, cioè il 730 precompilato. Le polemiche vengono fuori circa la posizione degli intermediari. Penso che conosca questo articolo.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Quello de Il Fatto Quotidiano? È abbastanza confuso e non circostanziato.

  ALESSANDRO PAGANO. Ecco. Penso che sia l'occasione giusta per chiarire. Siccome ci sono delle polemiche che ovviamente sono buttate lì – può essere che siano vere, ma, come è probabile, può essere che non lo siano – è inutile che le pongo la domanda. Peraltro, come avrà capito, sono anche un po’ imbarazzato, perché non è nel mio stile.

  PRESIDENTE. Onorevole Pagano, faccia la domanda, però.

  ALESSANDRO PAGANO. È a proposito di questi disservizi e confusioni che vengono addebitati all'Agenzia sulla gestione del 730 precompilato. Si capisce che c'è qualcosa che non quadra, però credo che ricevere una risposta da parte della massima autorità in materia sia indispensabile.
  Al di là di questa, che è una domanda di cui immagino già la risposta, ci sono due domande più costruttive. Ho fatto a spanne l'elenco dei documenti. Sono 823 milioni di documenti fiscali, milione più milione meno. Fare un'operazione come quella degli Stati Uniti, dove si prende un algoritmo, si fanno dei ragionamenti sulla base dello storico, dopodiché si fa una cosa a forfait non risolverebbe tanti problemi a voi e al contribuente? Ovviamente lei non deve darmi risposte, però l'ufficio studi che voi avete è decisamente di primo livello e, quindi, forse potrebbe fare un ragionamento interno per capire se vale la pena approfondire oppure lasciare tutto così, visto l'investimento che è stato fatto. È un'osservazione. Pag. 13
  La terza domanda è polemica ma costruttiva. I giornali più importanti d'Italia l'altro ieri hanno messo in prima pagina, con un occhiello, che c'è una multinazionale del settore del web che ha sanato la propria posizione con oltre 300 milioni di euro. Io penso che sia stato un regalo che abbiamo fatto a questa multinazionale, però alla fine è sempre un punto di partenza. L'importante è che ovviamente diventi... Vorrei sapere concretamente come si vuole affrontare questa tematica specifica. Lei sa che è un mio cavallo di battaglia. È dal primo giorno che ne parliamo. Vorrei sapere, soprattutto, se si possa immaginare una copertura alla Tobin tax, che invece è un macigno. Infatti, la Tobin tax produce lo stesso gettito, meno i 300 milioni di euro che soltanto questa multinazionale ha pagato per un anno, e praticamente blocca tutti gli adempimenti che sono relativi alle transazioni. Era la specificità di questa tassa. Stiamo parlando, in questo caso, di copertura finanziaria. Chiaramente comprenderà bene che avere una sua risposta è importante, perché poi noi prenderemo questa risposta – ovviamente non è detto che sia da dare oggi, tanto noi ci vediamo periodicamente – e nelle Commissioni competenti, al primo provvedimento utile, faremo una norma che modifichi l'attuale assetto legislativo.

  SALVATORE SCIASCIA. Ringrazio anch'io la dottoressa per il completo lavoro, che ci dà luce sugli elementi fattuali e informatici dell'amministrazione.
  C'è un punto di carattere generale su cui non mi trova consenziente. Si parla di «riduzione dell'invasività dei controlli nei confronti di soggetti». Questo va benissimo, se noi vediamo il nuovo sistema che verrà effettuato – speriamo presto – di nuovi indici al posto degli studi di settore, però faccio una serie di riflessioni.
  A favore e a sfavore dei contribuenti – a mio avviso, a sfavore – ci sono adempimenti nell'anno 2017 non di poco conto: in primo luogo, l'estensione dello split payment ai professionisti, non si sa per quale motivo; in secondo luogo, l'IVA trimestrale da spedire; in terzo luogo, la semestrale del cosiddetto «spesometro». È vero che questi sono adempimenti legislativi, per cui nulla quaestio se a un certo momento una parte è voluta arrivare a questo punto, però le circolari che il suo ente ha emesso, relative, per esempio, alla trasmissione delle trimestrali in via telematica, utilizzano un nuovo sistema, che ovviamente è stato contestato. Mi riferisco, ad esempio, a Il Sole 24 Ore di ieri.
  Mi pare che ci sia stato un vanto dell'amministrazione nel dire che dal 1986, quando l'attività informatica del contribuente era zero, si è passati a un numero di richieste di PIN milionario. Tuttavia, in questi PIN – mi consenta, dottoressa – non ci sono soltanto coloro che emettono i 730, ma ci sono tantissime persone che hanno la partita IVA. Non voglio fare qui le questioni pietistiche del povero geometra che emette tre fatture non alla pubblica amministrazione e abita a Casal tal dei tali, in provincia di Vercelli. Di questi l'amministrazione non ha tenuto conto, ma ha cambiato il sistema. Salvo errori o statistiche viste anche qui da parte ufficiale, le partite IVA, i piccoli sono la maggioranza dei contribuenti IVA. Il contribuente IVA non è la FIAT, non è la grande industria di cui non faccio il nome, con cui, tra le altre cose, collaboro, ma sono i piccoletti, è il magazzino che ricovera le cose, è il baretto di provincia. Questi, a un certo momento, che cosa fanno? Devono comunque affidarsi a un nuovo adempimento, che ovviamente trasferiranno. Non dovrei dire queste cose, perché sono iscritto agli albi professionali. Ci sono, quindi, altri costi a loro carico.
  Infine, le pongo una domanda. Per quale motivo non si è adottato per la trimestrale un sistema di una semplicità lapalissiana? Tutti i pagamenti vengono effettuati con il modello F24, che perviene a voi immediatamente nel giro di due o tre giorni. Per quale motivo non imporre l'obbligo dell'F24 mensile a tutti, indipendente dal pagamento, e mettere un riquadro piccolo dentro dove c'è scritto: «IVA dare, IVA avere, saldo»?

  PAOLO PETRINI. Ringrazio anch'io la direttrice Orlandi, che ci permette sempre di affrontare con maggiore efficacia questa grande complessità che abbiamo davanti. Pag. 14
  Proprio per questo, faccio una domanda su tempi e metodi più che sul contenuto. Gli indici di affidabilità hanno fatto capolino col decreto-legge n. 193 del 2016. Adesso abbiamo presentato – l'ha presentata il collega Pelillo, in Commissione finanze – una proposta di legge che articola meglio questi aspetti e abbiamo anche previsto un confronto con le categorie, attraverso una serie di audizioni da svolgere nel corso di pochi giorni. Da qui a martedì-mercoledì prossimo queste audizioni saranno finite. Stiamo valutando di trasferire questa proposta legislativa anche nella «manovrina» che abbiamo in corso, proprio per poter accelerare i tempi, vista la condivisione che abbiamo sempre dato a questa novità. Leggo qui che è prevista, secondo un calendario che nei prossimi giorni sarà inviato alle organizzazioni di categoria, una serie di incontri. Stiamo intrecciando le questioni in maniera eccessivamente aggrovigliata oppure...?

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Sono due cose diverse.

  PAOLO PETRINI. Sì, immagino che questo poi verrà trasfuso in un decreto ministeriale di attuazione, che era quello già previsto dal decreto-legge n. 193 del 2016. Concorderà che dopo tale provvedimento c'era bisogno di una legge.

  CARLA RUOCCO. Innanzitutto grazie per l'esposizione, assai compiuta, e per tutti gli aspetti che sono stati trattati.
  Mi sovvengono un paio di domande di approfondimento. Innanzitutto per quanto riguarda il paragrafo sulla collaborazione con SOSE rispetto agli indici di affidabilità; qui è fatto accenno a un progetto condiviso per il quale è stato stipulato un impegno contrattuale di 70 indici di affidabilità. Faccio banalmente una domanda di approfondimento. Vorrei sapere quali sono i contorni di questo impegno contrattuale e se c'è un costo aggiuntivo per la realizzazione di questo progetto.
  Nel complesso, è una relazione estremamente approfondita. C'è un aspetto, però, che non ritrovo e che dà l'impressione, per quello che mi riguarda, che c'è una parte di economia «ombra» che in qualche maniera continua a non essere intercettata in questo lavoro, per quanto molto encomiabile e anche ben fatto, da parte dell'Agenzia delle entrate. È tutta quella parte che riguarda il web, il commercio via web e i controlli relativamente a questa realtà. Le chiedo se vogliamo fare un altro tipo di approfondimento in un altro contesto. C'è un vuoto normativo che riguarderebbe anche aspetti sovranazionali su questa disciplina oppure ci sono altri aspetti da trattare in altre circostanze?

  PRESIDENTE. Aggiungo anch'io due domande, molto più banali. Innanzitutto voglio sapere se sta andando avanti la rottamazione di Equitalia e come funzionerà l'Agenzia delle entrate-riscossione.
  Abbiamo letto in questi giorni – non so se è la solita notizia scandalistica – che ci sarebbe anche un'altra importante società come Amazon che è sotto la lente di ingrandimento del vostro settore. Vorrei sapere a che punto siamo con Amazon e se equivale alla situazione di Google.
  In terzo luogo, vorrei sapere se la rottamazione delle cartelle è stata soddisfacente, quanto lo Stato ha recuperato e se si prevedono – ma questo non deve dirlo lei – anche in futuro altre rottamazioni.
  Do la parola alla direttrice Orlandi per la replica.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Grazie per l'opportunità. Sono molti temi. Cercherò di affrontarli tutti nei limiti di tempo, necessariamente con una certa sinteticità, anche se meriterebbero tutti un approfondimento molto ampio.
  Onorevole Pagano, io non voglio polemizzare con la stampa. Lei ha letto il contenuto di quell'articolo. Lo abbiamo letto anche noi e abbiamo avuto qualche difficoltà, perché per noi è importante e le critiche sono sempre ben accette, per capire esattamente qual era il contenuto. C'è sicuramente una questione fondamentale: la complessità del sistema delle detrazioni e deduzioni e la difficoltà che questo comporta Pag. 15 al sistema. Ricordo a tutti che l'OCSE ha detto che l'Italia è il secondo Paese al mondo per importi e numeri di tax expenditure, con ciò facendo venir meno un'opinione comune che ci siano poco contrasto di interessi e poche detrazioni. Noi abbiamo un impianto assolutamente complesso, molto articolato, che sicuramente si vede anche nei numeri della precompilata. Questo sicuramente rende più difficile la lavorazione, però non è un alibi per non farlo, tant'è vero che l'abbiamo fatto.
  Per quanto riguarda i controlli, noi siamo molto perplessi sulle affermazioni che sono un po’ apodittiche e prive di fondamento, perché ci vorrebbe un riscontro. Se vado a memoria, una delle cose che vengono dette è che noi dovremmo controllare tutti gli IP per vedere dove avviene, cosa naturalmente impossibile. Mi riferisco al fatto che qualcuno possa surrettiziamente prendere PIN di più soggetti, farsi dare da colleghi o da altre persone il loro PIN e la loro password per farlo. Noi facciamo dei controlli a campione solo quando i numeri sono significativi. Se io decido di fare la mia dichiarazione e di aiutare mia figlia a farla, credo sia un diritto di tutti i cittadini. Una verifica su tutti gli IP richiederebbe un controllo di polizia postale. Immaginate quanti sono gli IP italiani. Noi, quando vediamo numeri particolarmente anomali, apriamo un controllo di audit, che è un'altra tipologia.
  Per quanto riguarda, in particolare, l'accredito dei rimborsi su conti, ci sono delle regole che riguardano il sistema SEPA (Single Euro Payments Area), non riguardano tanto noi. Evidentemente è possibile ed è normale, perché noi non possiamo obbligare nessun cittadino a dare il proprio conto. Io posso decidere di farlo accreditare, scrivendolo e firmandolo, sul conto di mia figlia. Noi lasciamo l'anomalia, per questo riferiscono. Noi facciamo i controlli, quindi sono pettegolezzi che escono dai controlli. Ci sono controlli nel caso in cui noi, sempre con un'analisi statistica di audit, scopriamo che un conto accoglie rimborsi, non di due o tre soggetti appartenenti a una famiglia che può decidere di avere un conto solo, ma per numeri significativi. Ciò è accaduto soprattutto nel passato, qualche anno fa, ed era un fenomeno di frode che abbiamo intercettato subito e che riguardava un mondo particolare. C'è stata un'indagine per frode. I rischi ovviamente, quando si tratta di un lavoro di questo genere, di questa massa ed altro, sono molto alti. Noi abbiamo un sistema di audit esterno e di analisi statistica che, a fronte di fenomeni emergenti, interviene. È ovvio che ci possono essere possibilità di tentativi di frode. È altrettanto normale che ci sia un controllo da parte degli audit esterni, tant'è vero che si cita un fantomatico ex dirigente, probabilmente qualcuno che ha fatto quei controlli e questo dimostra che i controlli ci sono, quindi su questo mi sento abbastanza tranquilla.
  Sul sistema fiscale italiano possiamo aprire un confronto infinito e possiamo discutere a lungo. Con il sistema attuale il massimo sforzo che abbiamo fatto è stato quello di creare questo.
  Per quanto riguarda l'annosa vicenda della scorsa settimana, io voglio essere molto chiara: noi siamo assolutamente soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto in via amministrativa e lo abbiamo fatto in squadra, con un lavoro gomito a gomito. Rimarco anche questo, che credo sia un modo che caratterizzi la nostra amministrazione, specialmente in questo periodo storico. Abbiamo fatto un lavoro di squadra con la Guardia di finanza, a seguito di un verbale d'indagine penale che ha riportato un confronto successivo di dati e temi estremamente complessi, per un importo assolutamente significativo, doppio rispetto, per esempio, a quello che la stessa multinazionale ha pagato in un Paese in cui c'è un mercato di dieci volte superiore al nostro. Per quel che riguarda il controllo di quella posizione noi ci sentiamo assolutamente tranquilli. Ovviamente non abbiamo fatto regali a nessuno. Si tratta di un mondo assolutamente complesso, per cui è difficile – l'ha detto il procuratore Greco e lo ripeto io –, in un sistema come questo, quantificare con esattezza tutte le forme. È un mondo assolutamente innovativo, che comporta una rivoluzione nel concetto stesso di reddito. Se vogliamo discutere, possiamo Pag. 16discutere per qualche ora e credo che nessuno di noi possa avere una certezza assoluta. Sicuramente quello è un mondo in cui gli stessi concetti tradizionali di reddito, di patrimonio ed altri vanno in crisi, cioè devono essere ricostruiti. Quella italiana è l'unica amministrazione europea, e forse mondiale, che ha fatto un controllo su più multinazionali e le ha costrette a pagare in Italia. Io su questo rivendico la forza e la determinazione dell'intera amministrazione fiscale italiana, perché questo lavoro è stato fatto sinergicamente, con una convenzione e un accordo perfetto con i colleghi, che ringrazio ancora.

  ALESSANDRO PAGANO. Direttore, però...

  PRESIDENTE. Abbiamo troppe domande, onorevole Pagano, la prego...

  ALESSANDRO PAGANO. Non è una domanda, è solo un dato statistico: l'amministrazione americana dichiara che queste multinazionali mediamente pagano lo 0,5 per cento sul totale.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Mediamente, ma poi c'è chi non paga assolutamente niente.
  È assolutamente interessante il ragionamento del senatore Sciascia. Gli ISA sono una nuova frontiera. Io credo che tutti abbiano colto una differenza fondamentale di impostazione, perché hanno stravolto un'altra volta il concetto stesso di tipo di controllo. Abbiamo fatto un ragionamento a cui il legislatore ha dato corpo: gli studi di settore, che sono stati uno strumento fondamentale del nostro sistema, non riescono più a cogliere il problema, per cui il concetto era fare uno strumento totalmente innovativo. Ho cercato di dirvi le fonti e le analisi. È un lavoro complessissimo. Credo che la parte più interessante sia nel momento in cui dico che non sono uno strumento di controllo. È stata una battaglia.
  Secondo me, occorre ridiscutere anche tutto il confronto continuo con categorie e professionisti. Occorre un nuovo patto sociale e fiscale, in questo Paese, partendo dall'idea che questi strumenti portano in chiaro qual è la situazione, peraltro di ciclo, del singolo soggetto, in cui quest'ultimo può posizionarsi, con riferimento non solo al concetto di ricavo – questo era il grosso limite degli studi di settore – ma a più indicatori di valore aggiunto quali il concetto di reddito, IVA, IRAP ed altro. Credo che SOSE e il suo amministratore vi abbiano fatto un'illustrazione puntuale del sistema. Questa indicazione consente allo stesso contribuente e al suo professionista di fare un'analisi. Ovviamente hanno necessità di una normativa più estesa, perché quella è la prima parte. Noi stiamo lavorando in via amministrativa per quello che consente la norma o forse anche di più, cercando di essere proattivi. Credo che siano un elemento fondamentale e saranno uno dei pilastri della compliance e, quindi, anche dell'attività di recupero, con questa modalità innovativa, per i prossimi anni.
  Io naturalmente non faccio scelte politiche, le attuo, però lo split payment, come ho già avuto occasione di dire, ha funzionato perfettamente. Ciò vuol dire che quello strumento ha colto un problema, che è tipicamente italiano, per cui abbiamo un recupero strutturale a oggi di 3,5 miliardi l'anno, che sul nostro tax gap IVA è un importo assolutamente significativo. Confermo, come ho affermato in Commissione bilancio la scorsa settimana, che il numero dei rimborsi da split payment, che è l'argomento che sicuramente preoccupa più di tutti, è pari a 4.600 richieste. Sono stati lavorati nell'anno, con la priorità su tutti gli altri. Il problema non sono tanto i rimborsi, anche se per noi questo è stato uno sforzo enorme di riorganizzazione. Sicuramente il problema è la tempestività, però noi stiamo assolutamente tenendo un ritmo completamente diverso da quello del passato.
  Per ciò che concerne le comunicazioni, sono un adempimento di natura europea. Siamo l'unico Paese che non le ha, in Europa – le abbiamo fatte trimestrali – e siamo anche il secondo Paese con il più alto tax gap IVA, dopo la Grecia. Il canale è stata una scelta. Ne abbiamo discusso molto. Pag. 17Perché? La norma dice espressamente che deve essere fatto un unico adempimento (ed è una scelta richiesta dal tavolo delle categorie) per quanto riguarda la comunicazione IVA e la trasmissione dei dati fattura. Questa trasmissione è stata spostata per quest'anno a sei mesi, ma se diventa trimestrale può essere fatta con un'unica operazione. Ciò richiedeva necessariamente uno spostamento del canale, che peraltro è il canale analogo a quello dello SDI, della fatturazione elettronica, quindi c'è un pensiero di lungo periodo. Stiamo cercando di mettere insieme tutte le comunicazioni e le trasmissioni dei dati su un unico canale, in modo che, come ci auguriamo tutti, la fatturazione divenga, nel futuro, lo strumento ordinario.
  Abbiamo messo a disposizione dei contribuenti piccoli – questa è la nostra preoccupazione ed è anche un po’ una forma d'attacco ad alcuni altri – dei sistemi di generazione totalmente gratuiti e immediatamente fruibili dal nostro sistema. Come hanno fatto i 60 mila contribuenti che hanno trasmesso direttamente dal nostro canale per quanto riguarda la fatturazione della pubblica amministrazione, lo stesso può essere fatto solo per la trasmissione di quelli più piccoli o anche dei professionisti stessi utilizzando gratuitamente il nostro sistema. Come tutte le novità, richiede uno sforzo. Noi lo capiamo perfettamente, tant'è vero che, nei continui confronti che abbiamo sia con i professionisti sia con le categorie (ieri sono stata ad Assosoftware), cerchiamo di stimolare al massimo la reattività del sistema. Noi sappiamo che all'inizio il primo adempimento è sempre complesso. Io comprendo perfettamente che crea oneri e preoccupazioni sulla base, però, sarà come per tutto il resto. Anche Entratel è diventato il canale ordinario. È il primo impatto. È un canale più sicuro, più veloce, con la cifratura. Il problema è sempre l'inizio, quindi è probabilmente un problema di costi. Ricordo che in tema di semplificazioni, però, a fronte delle comunicazioni – questo l'avete approvato voi – una serie notevole di adempimenti sono stati eliminati. Io lo dico da sempre: nel momento in cui riuscissimo – chiaramente è un traguardo che ha un tempo che non possiamo ipotizzare breve – a passare alla fatturazione elettronica, quindi al dato nativo, tutti gli altri adempimenti diventerebbero in qualche modo superflui.
  Questa è un'evoluzione del sistema. Ci impegneremo al massimo per rendere il servizio ai contribuenti. L'ha dichiarato il viceministro Casero e io sono assolutamente concorde con lui, non crea problemi. È stata chiesta una proroga di qualche giorno, per dare più serenità nella trasmissione dei dati. Noi non abbiamo problemi, sempre nei limiti delle possibilità. Comprimiamo un'altra volta i nostri tempi di lavorazione, però, nello spirito di collaborazione, credo che dovremo farlo velocemente. Abbiamo anche ipotizzato l'utilizzo dell'F24. Guardi che aprire l'F24 alle informazioni, che non sono tre righe... Benché la comunicazione ne contenga dieci...
  La liquidazione mensile. Il concetto della trasmissione della comunicazione IVA è che riporta i dati della liquidazione IVA, che è un dato che il contribuente o il suo professionista devono dare per forza, perché devono comunque liquidare l'imposta trimestralmente o mensilmente. La comunicazione riporta addirittura più compressi i dati della liquidazione IVA, quindi se riusciamo ad automatizzare completamente il sistema, l'idea è di trasmettere direttamente il dato che viene lavorato sul sistema. Infatti, il lavoro, in questo momento, è delle case di software sui gestionali, per fare la trasmissione automatica.
  Per quanto riguarda la domanda posta dall'onorevole Ruocco, il contratto di servizio con SOSE chiaramente adesso comprende l'elaborazione degli indici, ma di fatto è il contratto di servizio che noi abbiamo sempre avuto con SOSE. Trasferiamo i costi e le nostre attività da studi di settore a ISA. In questo momento c'è una complessità maggiore, perché abbiamo un doppio binario: una parte rimangono studi di settore e una parte sono i nuovi ISA. C'è, quindi, una grossa complessità sia per SOSE che per noi, però riteniamo che sia indispensabile, proprio perché crediamo che sia un cambiamento di sistema. Pag. 18
  È molto complesso, ma il mondo del commercio telematico attraverso Internet è qualcosa di profondamente diverso, per esempio, dalle prestazioni di servizi e dalla gestione delle informazioni. È un mondo che richiede più interventi. Chiaramente non si può banalizzare in una discussione di un minuto, perché è un tema di una complessità assoluta. Sono d'accordo con il Ministro Padoan quando afferma che la soluzione fondamentale è un accordo internazionale, perché tutto questo mondo riguarda... È chiaro che alcuni passi nella via nazionale possono essere intrapresi, ma la soluzione è necessariamente internazionale, perché questo è un fenomeno internazionale e la soluzione finale incide sui diritti degli Stati, sulla redditività e, quindi, sull'acquisizione di materia imponibile negli Stati. C'è un rapporto di reciprocità e di accordi molto forti. Per esempio, il nostro Paese ha più di 90 convenzioni contro le doppie imposizioni, tra cui l'articolo 4 della convenzione, che è il modello OCSE, che determina una serie di regole che noi abbiamo a livello internazionale. È un tema molto complesso, che merita un approfondimento e che potrebbe avere più soluzioni, diverse a seconda della tipologia di fenomeno. I controlli sono in corso e ce ne sono diversi. Per quanto riguarda il commercio, ad esempio, o la prestazione di servizi, cito il portale MOSS (Mini-One-Stop-Shop), in cui noi effettivamente acquisiamo IVA per importi anche rilevanti.
  Presidente, la rottamazione sta andando avanti. Ancora i dati definitivi non sono disponibili, perché Equitalia sta lavorando le istanze e confrontandole con i dati che possiede, per capire quanti di questi soggetti possano aver diritto effettivamente al beneficio. C'è sicuramente il problema di verificare le condizioni iniziali. Proprio in questi giorni sono in fase di elaborazione e confronto di tutti questi dati. Sono sicura che ci sia un grandissimo sforzo e un grandissimo lavoro. I numeri sono imponenti. Tuttavia, bisogna aspettare forse 7-10 giorni per dare un giudizio sugli introiti e per avere un quadro più completo. Per ora siamo a un buon punto, ma non abbiamo ancora tutti i dati.
  Sicuramente i controlli in materia di multinazionali, del web o no, sono oggetto della nostra continua attenzione. Peraltro, Amazon è un soggetto diverso. Amazon è stata oggetto di comunicazione da parte della Guardia di finanza, che ha concluso un verbale. Amazon è un soggetto italiano, su cui è stato determinato il reddito italiano, peraltro con molta fatica. Noi stiamo cominciando ora.

  ALESSANDRO PAGANO. È più facile per la logistica...

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Sono mondi profondamente diversi.
  Guardi, l'evasione... Il problema è che il controllo... Io rivendico all'amministrazione fiscale italiana, nel suo complesso, un'attenzione su questi temi e una capacità di acquisire...

  PAOLO PETRINI. Basta fare la comparazione con altri Paesi.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. E di utilizzare tecniche di informazione, di analisi e di indagine che, con la legislazione vigente, non con un'altra futura, che magari potrà essere più semplice, ha comunque consentito di riportare nel territorio italiano importi assolutamente rilevanti. Dobbiamo cambiare le norme. Le ripeto che è un tema molto complesso.

  PRESIDENTE. Visto che siamo ancora in diretta, per favore, ci dia un numero di quello che avete fatto, penso in maniera ottima ed esaltante, di quello che avete recuperato sull'evasione fiscale. Lo possiamo dire? Ne parlano i giornali, vi fanno i complimenti al TG1, ditelo anche in Commissione. Ogni tanto prendervi qualche complimento non fa male.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Noi abbiamo un impegno assolutamente forte sul contrasto all'evasione. Complessivamente, come voi sapete, siamo andati salendo negli anni, per Pag. 19cui siamo arrivati l'anno scorso, che è quello definitivo, a 19 miliardi e 67 milioni – mi sembra – che è stato uno sforzo enorme di recupero.
  Io continuo a sostenere, perché ci credo veramente e ritengo che questo sia il cambiamento, che la cosa più importante di questo sforzo enorme che noi ogni giorno facciamo è riuscire a cambiare il trend. Il dato, secondo me, veramente significativo è la crescita che c'è stata, sia nell'anno 2015 che nell'anno 2016, del gettito spontaneo, che è superiore alla crescita economica. Per esempio, il mio ufficio studi dice che la dinamica di aumento dell'IVA non è spiegabile né con l'aumento dei consumi interni o del PIL né col solo split payment, quindi c'è stato un incremento maggiore, il che vuol dire che un'azione complessiva – lo ripeto – delle amministrazioni, in un cambio di impostazione che sta funzionando. Io ci voglio credere, perché non penso che basterà sempre inseguire.

  PRESIDENTE. Vi crediamo perché vediamo i numeri.
  Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.