XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 25 di Mercoledì 10 giugno 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione del presidente del Consiglio nazionale del notariato.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 2 
D'Errico Maurizio , presidente del Consiglio nazionale del notariato ... 2 
Sironi Enrico , consigliere nazionale del notariato ... 3 
Forte Nicola , componente della commissione studi tributari del Consiglio nazionale del notariato ... 4 
Monteleone Giampiero , consigliere nazionale del notariato ... 4 
Sironi Enrico , consigliere nazionale del notariato ... 6 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 7 
D'Errico Maurizio , presidente del Consiglio nazionale del notariato ... 7 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del Consiglio nazionale del notariato.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del Consiglio nazionale del notariato, Maurizio D'Errico, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione. Sono presenti, inoltre, i consiglieri nazionali, Giampiero Monteleone e Enrico Sironi, e il dottor Nicola Forte, componente della commissione studi tributari del Consiglio.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do la parola al presidente D'Errico, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.

  MAURIZIO D'ERRICO, presidente del Consiglio nazionale del notariato. Grazie, signor presidente e signori senatori e deputati.
  Siamo onorati di poter intervenire ai lavori di questa Commissione parlamentare di vigilanza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di anagrafe tributaria.
  Con questo intervento, il Consiglio nazionale del notariato intende esprimere alcune valutazioni sul funzionamento dell'anagrafe immobiliare integrata e portare all'attenzione della Commissione eventuali criticità e eventuali proposte. I contenuti tecnici saranno illustrati dai colleghi consiglieri, Gianpiero Monteleone e Enrico Sirone, e dal dottor Nicola Forte.
  Vorremmo sottolineare come sia fondamentale che ogni banca dati pubblica, oltre a eliminare le distanze tra cittadini e pubblica amministrazione, abbia il grande pregio di dare la certezza della qualità dei dati che vengono immessi. Infatti, proprio sulla qualità dei dati si fondano la validità della stessa banca e gli effetti positivi per l'ordinamento e la circolazione dei beni. Una banca che fosse composta di dati poco affidabili, per quanto complessa e strutturata, tecnicamente non darebbe i risultati sperati e voluti da tutti.
  Vorremmo ribadire che l'articolo 2657 del codice civile ha richiesto per la pubblicità immobiliare l'atto pubblico o la scrittura privata autenticata, sottolineando la necessità del pubblico ufficiale e di un controllo preventivo, proprio perché questi dati siano certi e verificati.
  Colgo l'occasione per parlare di un fatto attuale. Il disegno di legge sulla concorrenza ha inciso sulla facoltà dell'autentica per determinati atti su immobili a carattere non abitativo, estesa anche Pag. 3ad altri ordini professionali. Il problema ovviamente non è tra il notariato e altri ordini professionali, perché non ci sarebbe nessuna diversità per quanto riguarda capacità, preparazione e tradizione storica. Il problema è nei sistemi ed è un dato oggettivo. Questo è importante anche per il discorso della banca dati. Nel sistema del notariato il controllo ipotecario e catastale avviene sotto la direzione della responsabilità del notaio. Nel disegno di legge sulla concorrenza, questo tipo di controllo delle visure viene delegato alle parti.
  Il nostro controllo tra l'intestazione catastale e la continuità con i registi immobiliari è fondamentale. È una norma di qualche anno fa, che ha reso possibile l'emersione di moltissimi dati utili anche sotto il profilo della regolarità urbanistica, oltre che di evidenza fiscale. C’è una responsabilità del notaio e una norma che impone questo tipo di controllo. Inoltre, c’è una norma specifica che impone di richiedere alle parti di verificare la conformità tra lo stato di fatto di un immobile, tutti i dati catastali e la situazione delle planimetrie. A questo si aggiunga che il sistema del notariato è l'unico ad avere una garanzia enorme: ciascun atto viene sottoposto al controllo del Ministero della giustizia, esercitato attraverso ispettori.
  Un meccanismo diverso sicuramente non sortirebbe gli stessi effetti. Non è neanche ipotizzabile che questo meccanismo possa essere esteso ad altri ordini professionali, con un numero elevato di iscritti, perché nelle strutture degli archivi notarili oggi lavorano con 600 dipendenti in tutt'Italia, che sono in diminuzione verso i 500. A stento, riescono a fornire un servizio per i circa 5.000 notai. Pensare a una platea di 250.000 persone è pressoché irrealizzabile e obiettivamente non configurabile. Si dovrebbe aumentare il personale di decine di migliaia di unità, e questo oggi non si può realizzare dal punto di vista pratico.
  Riguardo all'Anagrafe immobiliare integrata, partita il 26 luglio 2011 e oggi attiva in 117 comuni – credo che su questo i miei colleghi potranno essere più precisi di me – la nostra proposta è quella di pensare, più che a un archivio di secondo livello, a una banca dati alimentata attraverso il nostro modello unico informatico: ciò consentirebbe di implementare i dati in modo più completo sotto il profilo della tenuta dei registri contabili. È lo stesso sistema che utilizziamo noi e che potrebbe integrarsi con la piattaforma dell'Anagrafe immobiliare integrata. Sicuramente questo tipo di banca dati, così come la normativa cui accennavo, ha il grande pregio di migliorare la qualità del prodotto offerto, perché, collegati a queste banche dati, ci sono una serie di problematiche che attengono anche ad altri dati, che non sono immediatamente reperibili, ma potrebbero ulteriormente implementarle.
  Questi dati riguardano anche il controllo della regolarità urbanistica, che oggi rende l'Italia uno dei primi Paesi al mondo nel doing business, come conferma la classifica mondiale sul registro delle proprietà. L'Italia, oltre ad avere un costo medio molto basso rispetto a tanti altri ordinamenti, dà un prodotto di elevata qualità, collegata ai controlli che, attraverso le banche dati e le norme specifiche, vengono eseguiti sugli immobili.

  ENRICO SIRONI, consigliere nazionale del notariato. Aggiungo solo una breve integrazione, per poi lasciare la parola al dottor Forte, a quanto accennava il presidente rispetto all'alimentazione dei dati nell'Anagrafe immobiliare integrata.
  Sapete bene che i registri immobiliari sono costruiti su base personale soggettiva, mentre i registi del catasto sono costruiti su base reale. Mi pare che l'ambizione dell'Anagrafe immobiliare integrata sia quella di fondere questi dati, in modo da avere un quadro complessivo che possa essere utilizzato per una serie di finalità ovviamente condivise. Entrambi questi registri sono alimentati per il 90-95 per cento dagli atti notarili, attraverso il modello unico informatico. Per favorire l'obiettivo dell'Anagrafe immobiliare integrata, proponiamo di apportare una modifica al programma del modello unico, Pag. 4tale per cui l'alimentazione dell'anagrafe stessa avvenga direttamente tramite il modello unico, per evitare di farne una banca dati di secondo livello, che preleva i dati dalle altre due banche dati esistenti. Ovviamente, non bisogna abbandonare quelle due banche dati, poiché ciascuna ha le sue funzioni, l'una di pubblicità e l'altra fiscali, ma si può consentire di tenere tutto in linea automaticamente. Questo, secondo noi, darebbe certamente un vantaggio notevole, senza un eccessivo dispendio di energie, neanche in termini economici. Sottolineo che il modello unico informatico potrebbe essere sfruttato ampiamente anche in termini statistici. Il notariato ha già in essere un'attività di raccolta di dati statistici pubblici, basata sul modello unico informatico. Anche sotto questo profilo, potrebbe essere utilmente implementato l'utilizzo del modello unico informatico. Nel caso il notariato sarebbe sicuramente disponibile a condividere il proprio lavoro a livello di banca dati.

  NICOLA FORTE, componente della commissione studi tributari del Consiglio nazionale del notariato. Per quanto riguarda l'esigenza di avere una banca dati più affidabile, il presidente e il notaio Sironi hanno già fornito argomentazioni, ma in realtà la necessità di avere dati affidabili e certi va valutata anche in funzione di un futuro prossimo. Mi riferisco alla riforma del catasto, ovvero al passaggio dai vani catastali ai metri quadri. Sotto questo profilo, sottolineiamo una criticità con riferimento ai trasferimenti immobiliari avvenuti agli inizi degli anni 1970, per i quali in un'unica scheda sono indicati più immobili con diverse planimetrie, quasi sempre non riportate in scala, con la conseguenza che, nel passaggio a un sistema fondato sulla superficie, c’è il concreto rischio che si arrivino a determinare superfici eccessivamente approssimative. La stima dell'entità di questo problema ha una forchetta variabile tra il 5 e il 15 per cento. Una possibile soluzione per risolvere questo problema, perlomeno con riferimento a questi casi limitati, potrebbe essere individuata, sia pure con un'attività costosa, con un sopralluogo.
  Il problema, peraltro, è già noto per altri profili e altri aspetti. Sappiamo, anche se questo appartiene al passato, che ci sono state diverse modifiche di rendite catastali basate sulla normativa fondata sulle cosiddette micro-zone. Una delle argomentazioni spese, nell'ambito di un contenzioso – ahimè – molto copioso, era proprio in relazione al fatto che non era sufficiente fare un generico riferimento al mutato contesto sociale della zona in cui insisteva l'immobile, ma che bisognava procedere con un sopralluogo. Dico questo anche nell'ottica di evitare un contenzioso e un eccessivo numero di richieste di autotutela, quando si passerà dal sistema dei vani al sistema dei metri quadrati.
  Infine, sempre a proposito del passaggio dai vani catastali ai metri quadrati, sappiamo che è già iniziato l'accertamento delle superfici, applicando le modalità di accertamento di cui a una circolare del 1985 del Ministero dell'economia e delle finanze, in particolare della Divisione servizi tecnici erariali. I dati relativi agli immobili sottoposti a questa procedura sono sufficientemente affidabili. Per gli altri immobili, c’è un problema di determinazione della superficie catastale.
  La nostra proposta è di prevedere un'attività diretta da parte dello stesso soggetto che ha la titolarità dell'immobile, affinché si attivi per venire allo scoperto, denunciando con il supporto di un professionista, che abbia l'idonea capacità a individuare e a certificare la metro-quadratura. Magari si potrebbe riconoscere al soggetto un beneficio fiscale, per assicurare questa attività, che potrebbe contribuire a raffinare e a rendere i dati più realistici.

  GIAMPIERO MONTELEONE, consigliere nazionale del notariato. Prima di parlare di adempimento unico, dei problemi e dei vantaggi a esso connessi, vorrei integrare ciò che affermava poc'anzi il dottor Forte.
  Il dottor Forte sostanzialmente diceva che l'Anagrafe immobiliare integrata, istituita con l'articolo 19 del decreto-legge Pag. 5n. 78 del 2010, attualmente è in una fase embrionale, nella quale l'accesso diretto è consentito solo all'Agenzia delle entrate e a 117 comuni individuati nel 2012, sulla base dell'integrazione tra la banca dati catastale e la banca dati dei registri immobiliari. Il notaio Sironi affermava che sarebbe opportuno che l'accesso diretto venisse consentito anche ai notai ed eventualmente ad altri professionisti. Questo è un primo aspetto.
  Il secondo aspetto è che l'Anagrafe immobiliare integrata non partirà a regime fin quando le banche dati a cui attinge, cioè la banca dei dati catastali e la banca dati dei registri immobiliari, non avranno raggiunto un adeguato livello di integrazione. Per accelerare l'integrazione e per «bonificare», come si dice in gergo, queste due banche dati, occorre sicuramente l'impegno forte dei comuni, che sono i diretti interessati. Inoltre, come accennava il dottor Forte, sarebbe opportuno consentire anche la possibilità di «autobonifica». Ciò significa che il soggetto che rilevi che nei registri catastali i dati del suo immobile non sono correttamente riportati, potrebbe affidarsi a un tecnico abilitato, il quale accerterebbe la situazione e, attraverso una relazione e un'attestazione, aggiornerebbe la banca dati catastale. Potrebbe invece verificarsi il caso che la situazione proprietaria degli immobili non sia correttamente rappresentata nei registri immobiliari. In questo caso, per esempio, il cittadino potrebbe rivolgersi a un notaio, il quale, con una relazione notarile e un'attestazione, interagendo direttamente con la banca dati dei registri immobiliari o con l'Anagrafe immobiliare integrata, potrebbe aggiornare la situazione. Riteniamo che l'autobonifica potrebbe accelerare la partenza a regime dell'Anagrafe immobiliare integrata e per renderla appetibile, sarebbero probabilmente opportune agevolazioni tributarie, per esempio crediti d'imposta, sulle quali bisognerebbe ragionare.
  Detto questo, vorrei accennare brevemente al funzionamento del sistema di adempimento unico informatico, introdotto nel 2001 a livello sperimentale, dopo una costruzione concordata tra l'Agenzia delle entrate e il Consiglio nazionale del notariato, e definitivamente entrato in vigore nel 2007. L'adempimento unico consente di eseguire unitariamente la registrazione fiscale, l'esecuzione di formalità ipotecarie e la voltura catastale degli atti soggetti a registrazione, e ha determinato notevoli benefici in termini di allineamento degli archivi della pubblica amministrazione e tempestività di aggiornamento dei medesimi. Quando è stato introdotto, la situazione era abbastanza complessa, perché ognuno dei tre enti di riferimento aveva proprie regole, disallineate tra di loro. Gli enti di riferimento allora erano gli uffici del registro, la conservatoria dei registri immobiliari e gli uffici catastali.
  L'adempimento unico ha consentito di ravvicinare la logica operativa di questi tre uffici, dando al notaio la possibilità di effettuare contemporaneamente e automaticamente, con un unico adempimento, la registrazione fiscale, le formalità ipotecarie e la voltura catastale. Ciò significa che, per esempio, da quando è entrato in vigore l'adempimento unico, non ci sono più disallineamenti tra i dati dell'anagrafe tributaria, quelli della conservatoria e quelli del catasto. Inoltre, c’è un aggiornamento notevole. Prima dell'introduzione dell'adempimento unico, i ritardi, soprattutto per quel che riguardava la conservatoria dei registri immobiliari e gli uffici catastali, erano notevoli. Inoltre, le formalità vengono eseguite in maniera del tutto automatica, senza alcun intervento degli uffici, che, solo in alcuni casi, possono effettuare dei controlli.
  Peraltro, l'adempimento unico ha introdotto un principio fondamentale: il principio dell'autoliquidazione delle imposte da parte del pubblico ufficiale. Prima dell'introduzione dell'adempimento unico, erano gli uffici che quantificavano le imposte dovute in relazione ai singoli atti, con un impiego di risorse piuttosto impegnativo. Oggi la quantificazione delle imposte è effettuata dal pubblico ufficiale, con un controllo ex post da parte dell'ufficio. L'adempimento unico ha introdotto Pag. 6il meccanismo della compensazione tra i diversi tipi di imposte relative a un atto notarile, rendendo snello e semplice il recupero di imposte pagate in eccesso. Ha introdotto, altresì, il principio della necessità del preventivo pagamento di tutte le imposte per l'esecuzione delle formalità ipotecarie: pertanto, oggi, per poter eseguire le formalità ipotecarie, occorre pagare anche le imposte indirette dovute sull'atto. Sostanzialmente, questo sistema ha posto al centro la figura del notaio, responsabilizzandolo. Infatti, il notaio per 60 giorni dalla data di registrazione dell'atto risponde con il proprio patrimonio personale della liquidazione dell'imposta, in quanto coobbligato con le parti. Ove l'ufficio non concordi con la liquidazione effettuata dal notaio ed emani un avviso di liquidazione, il notaio sarà tenuto a versare l'imposta dovuta nel termine molto breve di quindici giorni. Alla base dell'adempimento unico, che è un sistema che funziona piuttosto bene, c’è una forte responsabilizzazione del notaio.
  Tenete conto che i risultati in questi anni di operatività sono stati notevoli. Nel 2014, secondo i dati forniti dall'Agenzia delle entrate, i controlli degli uffici sul totale delle imposte versate dai notai è stato di circa l'1,38 per cento. Questa attività di liquidazione e di riscossione senza aggio delle imposte da parte dei notai ha funzionato e ha anche consentito di implementare i registri immobiliari e catastali con grande affidabilità. Permangono delle criticità, dovute alla circostanza che l'adempimento unico ha comunque tre referenti diversi: gli uffici delle entrate; gli uffici del territorio, che oggi fanno parte dell'Agenzia delle entrate; e, nell'ambito degli uffici del territorio, la conservatoria e il catasto, che per certi versi hanno mantenuto regole diverse. A volte si riscontrano difficoltà operative, attesa la divergenza di regole esistenti per la trascrizione e per la voltura. Il passaggio successivo dovrebbe essere una progressiva unificazione delle regole del sistema immobiliare e del sistema catastale, per far esprimere al meglio le potenzialità di adempimento unico. Nel testo troverete alcuni esempi di criticità che abbiamo individuato.
  Oggi l'adempimento unico consente di effettuare le formalità sulla base, non di documenti cartacei, ma di copie che vengono inviate ai vari uffici, con il sistema della firma digitale, del quale il notariato si è dotato sin dal 2001. Sostanzialmente, in poche ore si riesce a registrare, trascrivere – a volturare ci vuole un po’ più di tempo, perché occorrono alcune verifiche in più – un atto in qualsiasi parte d'Italia. Questo, come accennava poc'anzi il presidente, è stato riconosciuto a livello internazionale dai rapporti doing business.
  Mi fermo qui e lascio la parola a Enrico Sirone, per quel che riguarda la procedura telematica di trasmissione della dichiarazione di successione.

  ENRICO SIRONI, consigliere nazionale del notariato. L'ultima questione che ci era stata posta per la convocazione alla presente audizione era relativa alle valutazioni sulla procedura telematica di trasmissione della dichiarazione di successione. È un tema che è già stato oggetto di una delega fiscale, peraltro scaduta.
  Probabilmente la ragione vera di difficoltà nasce dalle considerazioni che sono state fatte poc'anzi sulla necessità che una banca dati efficiente venga alimentata in modo sicuro. Poiché la dichiarazione di successione è una pratica di libero accesso, il vantaggio della trasmissione telematica, che sarebbe quello di accelerare e implementare al massimo dal punto di vista informatico l'automaticità di inserimento dei dati nei pubblici registri, si scontra con l'opportunità di mantenere il libero accesso per chiunque alla presentazione della pratica.
  L'Agenzia delle entrate sta lavorando nell'ottica di consentire l'accesso attraverso tutti i soggetti abilitati al sistema Entratel, ma è chiaro che questo può determinare una minore raffinatezza nell'immissione dei dati.
  A noi pare che ci possa essere una opportunità per fare un primo passo in questa direzione, che certamente, se gestita Pag. 7in un certo modo, produrrebbe quel vantaggio che richiamava il notaio Monteleone per il modello unico informatico, ovvero l'autoliquidazione e, quindi, lo sgravio del carico di lavoro dell'amministrazione finanziaria. L'opportunità potrebbe essere quella del certificato successorio. Voi sapete che dal 17 agosto diventa operativa per l'Italia la possibilità di redigere il certificato di successione cosiddetto «europeo», che deriva appunto da un regolamento dell'Unione e che testualmente attiene solo alle eredità con profili di internazionalità, nelle quali ci sia un soggetto o un bene collocato in un altro Paese. Da un punto di vista interpretativo, per la verità, si ritiene che sia possibile utilizzarlo anche a fini interni, perché c’è il tema della parità di trattamento a livello di comunità. Al di là di questa possibilità interpretativa, l'opportunità a cui pensiamo è quella di intervenire normativamente per disciplinare, anche per le successioni interne, il certificato successorio, magari agganciandovi un'efficacia sostitutiva della dichiarazione di successione, affidando quindi al pubblico ufficiale che redige il certificato successorio anche la funzione di sostituto d'imposta, per l'autoliquidazione dell'imposta. Questo consentirebbe di ottenere gli stessi risultati raggiunti con il modello unico informatico. Salvo che si voglia fare decisamente il passo di affidare questo ruolo in via esclusiva a un soggetto professionale, evidentemente bisognerebbe mantenere la possibilità di libero accesso alla pratica della dichiarazione di successione. Comunque, si potrebbe offrire, almeno in termini di opzione – per poi eventualmente valutare nel tempo l'efficacia di questa soluzione – la possibilità che, tramite il certificato successorio redatto dal notaio, si definiscano tutte le pratiche ereditarie, compresa la dichiarazione di successione, a quel punto con l'invio telematico.

  PRESIDENTE. Ho una domanda, che forse non rientra strettamente nel merito dell'indagine.
  C’è un nuovo disegno di legge che dà la possibilità agli avvocati di fare i notai per immobili il cui importo non superi i 100.000 euro. Dalle informazioni raccolte dai vostri colleghi, mi pare che in Italia sia più difficile acquistare e vendere una cantina che un palazzo storico nel centro di Roma. Vorrei sapere cosa pensate di questo disegno di legge.

  MAURIZIO D'ERRICO, presidente del Consiglio nazionale del notariato. Innanzitutto, il problema è che i 100.000 euro catastali corrispondono a un valore di circa 400.000-500.000 euro, il che significa che in alcune zone dell'Italia questo assorbirebbe interamente il mercato immobiliare non abitativo.
  Non è un problema tra notariato e avvocatura: il problema è di sistema. Siamo contrari a questo disegno di legge, così come è strutturato, innanzitutto perché il sistema viene indebolito. Si tratta di fatti oggettivi, assolutamente non collegati al discorso dell'atto in sé stesso. Peraltro, il volume d'affari sarebbe estremamente limitato per il non abitativo. Diviso tra tutta la platea degli operatori, si tradurrebbe in volumi d'affari che non sarebbero neanche di qualche centinaio di euro a testa: cifre irrisorie.
  Dobbiamo dirci una cosa con franchezza: le norme che riguardano la circolazione immobiliare devono necessariamente risentire di alcune regole e devono necessariamente essere poste sotto il controllo della giustizia, perché ciò si collega al problema del contenzioso e a tanti altri problemi collaterali. Non si può scrivere una norma che incide sul sistema civilistico da economisti. Questo è un altro genere di visione. Si può arrivare a una concorrenza facendo interventi diversi, senza alterare il sistema.
  Il nostro sistema – questi sono dati oggettivi – è stato riconosciuto tra i migliori al mondo ed è stato recentemente adottato dalla Cina e dalla Russia. Questa è la garanzia della circolazione immobiliare. Abbiamo un contenzioso inesistente (dello 0,03 per cento). Abbiamo i costi di pratica tra i più bassi in Europa. Ad Pag. 8esempio, in Inghilterra servono due avvocati, quindi vi sono costi nettamente superiori.
  Ci chiediamo a chi giovi questo sistema. Probabilmente giova alle banche e alle assicurazioni, perché immagino che ogni professionista dovrà munirsi di una polizza. Quanto costa una polizza per un o due atti ? Se siamo 250.000 persone e c’è un volume d'affari di 130 milioni di euro, quanto può essere il guadagno ? Non c’è guadagno, se devo pagare anche la polizza. Che vantaggio ha il cittadino ? La concorrenza che si verrebbe a verificare ? Ma se si deve pagare anche la polizza, cosa rimane di questa operazione ? Obiettivamente, non è un'operazione che sta in piedi.
  Insisto su una questione fondamentale, che abbiamo già spiegato, tant’è vero che i consumatori, come avete visto, la pensano come noi. Gli stessi avvocati in audizione non hanno ritenuto di affrontare questo problema, perché hanno una grande responsabilità e si sono resi conto di tante cose. Trovatemi un'altra categoria professionale di cui ogni atto viene controllato e sanzionato. Se sbagliamo, rifacciamo l'atto. Questa è una garanzia di qualità per il cittadino e per il dato che inseriamo nei registri immobiliari, perché, se sbagliamo, quel dato viene rinnovato. Allora vi chiedo: perché smontare un sistema che funziona ? Se dobbiamo fare delle cose utili per i cittadini, troviamo un modo vantaggioso, una riduzione dei costi, regole che possano aiutare il cittadino, ma non regole che danneggino il sistema, senza neanche creare concorrenza. Saremmo due soggetti capaci, l'avvocato e il notaio, a fare il lavoro. Allora, per parità di trattamento, visto che la nostra Costituzione, grazie a dio, funziona bene, si dovrebbe riconoscere la parità di valore della nostra capacità di fare ricorsi in materia civile e amministrativa. Non pensiamo neanche di proporci, perché riconosciamo la capacità dell'avvocato.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente D'Errico e i suoi collaboratori e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.10.