XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Mercoledì 4 marzo 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Pagano Alessandro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione del rappresentanti della Consulta nazionale dei CAF-Centri di assistenza fiscale.
Pagano Alessandro , Presidente ... 3 
Canepari Valeriano , coordinatore della Consulta nazionale dei CAF ... 3 
Bellot Raffaela  ... 6 
Pagano Alessandro , Presidente ... 7 
Soldini Mauro , presidente del CAF Cgil ... 7 
Cerrito Pietro , presidente del CAF Cisl ... 8 
Pagano Alessandro , Presidente ... 9 
Cerrito Pietro , presidente del CAF Cisl ... 9 
Pagano Alessandro , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO PAGANO

  La seduta comincia alle 8.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione del rappresentanti della Consulta nazionale dei CAF-Centri di assistenza fiscale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti della Consulta nazionale dei CAF-Centri di assistenza fiscale.
  Sono presenti il dottor Valeriano Canepari, coordinatore della Consulta, il dottor Pietro Cerrito, presidente del CAF Cisl Srl, il dottor Mauro Soldini, presidente del CAF Cgil e il dottor Giovanni Angileri, presidente del CAF Uil. L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Scusate il leggero ritardo, ma il presidente è rimasto bloccato a Torino per colpa dei trasporti nazionali e quindi sarò io a presiedere. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, nonostante la giornata piena di impegni, soprattutto in Commissione finanze, dove si sta svolgendo contemporaneamente l'esame del disegno di legge sulle banche popolari.
  Sulle banche dati è concentrata una elevata attenzione di questa Commissione e non solo. Abbiamo l'esigenza da un lato di potenziare la lotta all'evasione fiscale, dall'altro di tenere sotto controllo i dati sensibili ed evitare che ci siano possibili invasioni di campo e che chiunque possa entrare in possesso dei dati. Le due esigenze vanno contemperate.
  Nell'augurarvi buon lavoro e nel darvi la parola, auspichiamo che questo aspetto venga anche da voi attenzionato nella vostra relazione.
  Do la parola al dottor Canepari, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.

  VALERIANO CANEPARI, coordinatore della Consulta nazionale dei CAF. Buongiorno a tutti voi e grazie dell'invito. Focalizzeremo l'intervento sugli aspetti che concernono la nostra attività. A differenza di altri intermediari, quali commercialisti e consulenti del lavoro, non ci occupiamo di attività che investono l'assistenza alle imprese o ai lavoratori autonomi. Il focus della nostra attività è l'assistenza fiscale ai lavoratori dipendenti e pensionati e su questo concentreremo il nostro intervento odierno.
  Il bacino di utenza a cui ci rivolgiamo è rilevante: l'anno scorso i CAF hanno assistito oltre 18,6 milioni fra lavoratori dipendenti e pensionati nella redazione del modello 730. A questo si aggiunge l'attività di assistenza per il modello.
  Ulteriore focus riguarderà un'attività che da quest'anno diventa rilevante rispetto al vostro compito concernente la sorveglianza sulle banche dati, cioè l'attività Pag. 4di assistenza ai contribuenti per la presentazione della dichiarazione ISEE, che da quest'anno è cambiata: un sistema totalmente nuovo, su cui poi vorrei focalizzare l'attenzione.
  Per quanto riguarda il modello 730, siamo in fase di «rullaggio», perché fra poco più di un mese partirà l'attività. Sarà un'attività complessa, perché, come dicevo, investirà oltre 18 milioni di contribuenti, con un sistema completamente nuovo, dove si mescolano problematiche organizzative e gestionali, con rilevanti criticità tecnologiche. In questi mesi abbiamo sviluppato una forte interazione con l'Agenzia delle entrate, per creare le condizioni organizzative e normative affinché l'attività possa fluire nel modo più semplice e meno problematico per i contribuenti. Ciononostante, restano ancora molti nodi da sciogliere.
  In questa sede, rispetto alle manifestazioni che avete espresso nella lettera riguardo ai profili di problematicità, con l'obbligo delle certificazioni aggiuntive, vogliamo concentrarci su un aspetto.
  Il CAF da quest'anno assiste i contribuenti con la modalità seguente. Il contribuente porta la documentazione consegnatagli dal datore di lavoro, dalla banca e dall'assicurazione, in riferimento alle spese per la ristrutturazione della casa, alle spese mediche, farmaceutiche, scolastiche. Ovviamente questo vale per i contribuenti che si rivolgono al CAF, perché essi per conto proprio, possono accedere autonomamente al sito dell'Agenzia, scaricarsi il proprio modello precompilato, controllarlo, modificarlo e inviarlo.
  Per chi si avvale del CAF, quest'ultimo ha un duplice compito: scaricare i dati contenuti nel cassetto fiscale del singolo contribuente e controllarli con la documentazione in possesso del contribuente stesso. Infatti, da quest'anno l'Agenzia delle entrate non è nella condizione di mettere a disposizione tutti i dati relativi al contribuente. Le spese mediche, le spese scolastiche, una parte dei mutui e una parte delle assicurazioni non sono rese disponibili, perché non c’è stata la possibilità tecnica di acquisire e rendere disponibili queste informazioni. Pertanto, bisognerà controllare quello che esiste e quello che porta il contribuente e costruire una nuova dichiarazione che viene inviata.
  Qui nasce quello che noi evidenziamo come problema, sia per il CAF sia per il sistema fiscale. Il CAF appone quello che viene chiamato «il visto di conformità», cioè certifica che ha verificato la correttezza della documentazione che il contribuente porta, la valida e permette quindi al contribuente di avere immediatamente il conguaglio fiscale a debito. Il Governo, nell'attuazione della delega sul precompilato, ha stabilito che, in caso di errore nella redazione della dichiarazione, da quest'anno il CAF sarà soggetto a una sanzione, che comprende tre fattispecie: la sanzione vera e propria in caso di errore, che è il 30 per cento dell'imposta che si sarebbe dovuta pagare, gli interessi e l'imposta che il contribuente avrebbe dovuto pagare, che non viene richiesta al contribuente ma viene pagata dal CAF. Da questo punto di vista, il contribuente, nel momento in cui si rivolge al CAF per redigere la propria dichiarazione, è sollevato da ogni ulteriore obbligo, anche in caso di errore nei confronti dell'amministrazione finanziaria. A questo proposito evidenziamo una criticità: questa impostazione, secondo noi, ma non solo, ha profili di incostituzionalità elevati, può ingenerare comportamenti fraudolenti da parte dei contribuenti e potenzialmente anche di alcuni operatori dei CAF. I CAF sono 90 soggetti giuridici ed economici, che hanno ramificazioni in tutta Italia, con collaboratori e dipendenti. Cerchiamo di avere un controllo su tutto, però, come potete immaginare, la cosa non è di semplice attuazione. Pertanto, anche al nostro interno, ci possono essere comportamenti scorretti.
  La questione è questa: nel momento in cui il contribuente sa che, anche in caso di errore, non sarà chiamato a risponderne, è possibile che si ingenerino errori in un numero maggiore di quello che avviene già Pag. 5adesso. Un fenomeno che può accadere è che per esempio il contribuente presenta una documentazione non reale, per esempio una spesa medica o una ristrutturazione, porta in detrazione questi importi e ha un risparmio fiscale rilevante. In caso di verifica, se risulta che c’è stato un errore, ne risponde il CAF e non più il contribuente.
  Tenete conto che queste verifiche avvengono mediamente dopo tre anni. Noi faremo le dichiarazioni fra aprile e luglio 2015 e i riscontri ci saranno nel 2018. Dopo tre anni chi si ricorda come stanno le cose ? Lo abbiamo sottolineato più volte, ma la volontà politica era di un certo tipo. Possiamo solo affermarlo ed evidenziare gli aspetti tecnici. Non vogliamo interferire nelle scelte politiche del Governo, si tratta di un profilo di rischio che in questa sede vogliamo evidenziare. Il comportamento fraudolento può essere perseguito, ma dopo tre anni chi è in grado di dimostrare se il contribuente ha fatto un falso o meno, se è stato un errore del CAF o è stata una frode del contribuente ? Questo è un elemento di rischio che oggettivamente ci preoccupa molto, anche perché noi poi pagheremo la sanzione. Se c’è una spesa medica di 5.000 euro, il 20 per cento sono già 1.000 euro, più il 30 per cento di sanzione e gli interessi si arriva a 1.500 euro. Se va bene, prendiamo 14 euro dallo Stato e 25 euro dal contribuente. Arriveremo, a 45-50 euro circa per una dichiarazione e ne dovremmo pagare 1.500. Diventa veramente una cosa ardua. Una volta finita la prima campagna fiscale bisognerebbe focalizzare meglio il problema e l'Agenzia dovrebbe velocemente compiere alcune verifiche.
  Una seconda questione concernente il precompilato riguarda la ricerca di un equilibrio tra l'esigenza che i dati del contribuente vengano gestiti in assoluta correttezza e trasparenza e la possibilità di mettere in condizione gli operatori di poter svolgere questa attività in modo funzionale. Faccio un esempio. Il 15 aprile parte l'attività fiscale, il che vuol dire che l'Agenzia delle entrate rende disponibili i dati che ha raccolto per i singoli contribuenti. I CAF, per accedere, devono sottostare a determinate regole. Su questo non c’è discussione, è corretto. Tuttavia, non posso sapere le regole a cui devo sottostare il 21 febbraio. Il Garante della privacy ha adottato una delibera in cui definisce i criteri in base ai quali gli intermediari possono avere accesso ai dati del contribuente il 20 febbraio. Noi non cominciamo l'attività il 20 febbraio, ma l'abbiamo cominciata già a novembre dell'anno scorso, perché è un'attività complessa. Scoprire adesso che ci sono regole che non avevamo ipotizzato e che sono diverse da quelle che abbiamo in corso nella gestione dei rapporti con l'INPS o con altri soggetti ci sta mettendo in gravi difficoltà. Ne discuteremo il 10 marzo con l'Agenzia delle entrate. Quando si instaurano processi organizzativi, è bene che tutto venga definito per tempo e non che alcune cose fondamentali per la realizzazione di questi processi siano definite a ridosso dell'avvio dell'attività.
  L'ultimo punto che vorrei trattare riguarda l'ISEE, che per noi è altrettanto importante. Da quest'anno è entrata in funzione una nuova modalità di compilazione dell'ISEE da parte del contribuente, che non funziona più attraverso l'autocertificazione delle proprie condizioni economiche-finanziarie. C’è una fase di autocertificazione che il contribuente prospetta al CAF (ipotizziamo sempre l'assistenza tramite il CAF). Il CAF redige un prospetto che invia all'INPS, che procede al confronto delle voci contenute in tale prospetto di carattere economico e finanziario con quanto contenuto nelle varie anagrafi tributarie e patrimoniali (assicurazioni, conti correnti, catasto: un confronto fra quanto dichiarato e quanto accertato). Riteniamo che questa soluzione sia importante e utile, perché determina una maggiore correttezza fiscale e – ci si augura – anche una maggiore equità sociale. Tuttavia, anche qui ci sono problemi, a parte i problemi attuativi, dovuti al fatto che l'anno scorso non abbiamo Pag. 6potuto fare sperimentazioni, come non le stiamo facendo con il 730. Partiamo in corsa e da gennaio ad adesso stiamo gradualmente mandando a regime la macchina, che sarà pienamente operativa alla fine di marzo.
  Il primo problema riguarda l'interpello dei dati finanziari: conti correnti e giacenza media. Le banche non sono ancora pronte o ci sono processi complicatissimi per avere questo dato, in buona parte ancora autocertificato, perché non è disponibile un accesso informatico. Questo vale per le banche, per buona parte delle Poste e per i libretti postali. L'utenza che usufruisce dell'ISEE ha in buona parte queste caratteristiche.
  C’è poi il problema del catasto, che non è aggiornato e presenta dunque delle criticità: abbiamo dati più aggiornati, che inseriamo manualmente e vengono poi confrontati con quelli in banca dati e se c’è difformità, dobbiamo poi fornire spiegazioni.
  Chiudo con una considerazione, che riguarda proprio la realizzazione e l'utilizzo delle banche dati. Oggi, con la diffusione dell'informatica, le banche dati sono un elemento fondamentale, su cui bisogna sviluppare sistemi di garanzia, di correttezza e di sicurezza per il contribuente. Tuttavia, le banche dati sono relativamente facili da realizzare (relativamente perché parliamo di milioni di dati). Ritengo che sia più semplice realizzare una banca dati che gestirla nel tempo. Infatti, gestirla nel tempo vuol dire governare i processi di aggiornamento e di mutamento dei dati e questi dati vengono gestiti da tanti soggetti diversi. Pertanto, è fondamentale costruire policy di aggiornamento e di accesso in mutazione dei dati, perché altrimenti, nel giro di qualche anno, una banca dati nata nuova, se non è gestita correttamente, può, come viene detto in termini tecnici, «sporcarsi» e avere effetti a cascata su tutti i soggetti – parliamo di milioni – che la utilizzano. Occorrono, dunque, correttezza e trasparenza, ma anche policy di gestione delle banche dati, perché portino effetti positivi e non distorsivi nel tempo.

  RAFFAELA BELLOT. Faccio solo un passaggio veloce. Avete esposto le criticità. In questo momento avete difficoltà nella tempistica e nell'attuazione delle semplificazioni per il contribuente.
  Quale sarebbe dunque la vostra richiesta nell'immediato ? Spostare le date ? Lo chiedo perché dobbiamo arrivare a delle soluzioni. Tutte le osservazioni fatte vanno nel senso delle criticità, però quali sono le proposte che vengono dalle parti che devono poi confrontarsi con l'operatività del lavoro ? Sicuramente l'azione di semplificazione da parte nostra porta a una facilità per l'utente e speriamo che nel tempo porti anche a una riduzione dei costi. Lei parlava del rimborso che i CAF avranno come compenso fra Stato e utente. Da quel punto di vista, l'utente finale, peraltro, alla fine non avrà uno sgravio. Questo, secondo noi, è un ulteriore passaggio che dovrebbe incentivare una semplificazione, portando, come voi dite, a una minore responsabilità. Penso che questo sia il fulcro su cui voi controbattete. Se non erro, voi dite che non è possibile farvi carico di una così grande responsabilità a fronte di un compenso esiguo. A questo punto, allora, qual è la vostra proposta ? Ci serve per capire come lavorare e come semplificare le cose.
  In secondo luogo, ci sono state segnalate proprio oggi dagli uffici le difficoltà dell'accesso ai dati, della trasparenza e della correttezza dei dati. C’è un lavoro in corso sull'accesso. Ci sono varie proposte, che leggevo l'altro giorno su Il sole 24 Ore: si passava dal PIN del contribuente all'uso del PIN dell'INPS. Ci sono varie semplificazioni che poi comunque comportano un accesso da parte vostra ai dati dell'utente, che sono completi.
  Ci sono poi le questioni che riguardano l'intervento del Garante, il vostro uso dei dati, la possibilità di poterli utilizzare per conto dell'utente, ma anche per la vostra attività.Pag. 7
  Vorrei capire da voi eventualmente quali potrebbero essere le correzioni da apportare, senza però perdere di vista la realizzazione dell'obiettivo.

  PRESIDENTE. A proposito della riservatezza del contribuente a cui accennavamo poc'anzi, ci sono ipotesi che in questo momento vengono avanzate per rendere più sicura la privacy del contribuente stesso e, quindi, evitare che i dati vengano messi in rete in maniera indiscriminata e che chiunque li possa utilizzare in maniera forsennata ? Una di queste è quella di mettere a disposizione codici più elaborati, analoghi a quelli della tessera sanitaria. Tuttavia, questo sembra non trovare l'adesione, o comunque c’è un dissenso più o meno velato da parte dei CAF. Vorreste aprire questo tipo di ragionamento, per capire se è vero, oppure se sono vox populi che non coincidono con la verità ? Quali sono i motivi delle vostre riserve in tal senso ?

  MAURO SOLDINI, presidente del CAF Cgil. Sulla questione della sicurezza dei dati, che veniva citata per ultima, l'utilizzo di alcuni codici di maggior sicurezza, tipo la tessera sanitaria, è stato in questa fase accantonato dal Garante nella circolare citata poc'anzi. Questo riguarda il tema della semplificazione degli accessi da una parte, ma anche quello della maggiore sicurezza dall'altra. I tempi non sono secondari.
  Va detto, però, che nel contemporaneo avvio di un processo così complicato e innovativo, come quello della campagna dei redditi del 2015 con i precompilati, ritardi dal punto di vista della valutazione alla fine della prescrizione, come quelli della circolare del Garante, comportano una sorta di blackout tra le esigenze di sicurezza da una parte, di cui dirò fra un attimo anche rispetto a un utilizzo abusivo generalizzato e generalizzabile, che abbiamo già segnalato in audizione al Senato a suo tempo, e gli aspetti dell'accessibilità dall'altra.
  Considerate il fatto che nell'arco di pochi giorni avremo la necessità di avere milioni di posizioni. La questione quantitativa non è relativa, perché, se pensate che CAF come quelli rappresentati individualmente da questa delegazione lavorano da un milione a 3 milioni di dichiarazioni e hanno, quindi, richieste massive di dati all'Agenzia delle entrate nell'arco di cinque-dieci giorni – queste sono le scansioni di tempo in cui vengono restituiti – è evidente che anche prendere le deleghe, che vengono ovviamente fatte firmare, e riportare a uno a uno codici come quello della tessera sanitaria, che ha venti numeri, ma anche come quello del documento di identità, comporta di per sé il problema di creare un ingolfamento alla stessa attività.
  Il problema principale è che quest'anno c’è una sperimentazione a tutti i livelli: sulla sicurezza dei dati, sull'acquisizione dei dati da inserire nel precompilato da parte dell'Agenzia, che provengono dai sostituti d'imposta, dalle banche e dalle assicurazioni. C’è poi una sperimentazione generalizzata delle persone, che fino a oggi non hanno bene idea di come potranno svolgere la dichiarazione dei redditi, perché non c’è stata una grande comunicazione, nemmeno istituzionale. A fronte di tutte queste sperimentazioni, c’è una sola certezza: i CAF, i commercialisti e gli intermediari dovranno sottostare a una serie di regole, che sono quelle che sono state descritte.
  Perché dico questo ? L'Agenzia sostiene che – bisognerebbe capire con che efficacia – contemporaneamente alla partenza di queste richieste di dati all'Agenzia delle entrate, partirà anche una massiccia campagna di ispezioni, dove, ad esempio, verrà chiesta in 48 ore la delega, che dovrà essere inserita in un registro. Abbiamo scoperto che questo registro dovrà esistere il 21 febbraio. Fare un registro elettronico richiede tempo, significa scrittura di software e molta attività. Le regole e i capisaldi di questo processo molto innovativo sono chiare ed essenziali, perché sulla sicurezza abbiamo effettivamente un problema, ma sono state scaricate completamente in pochissimo tempo sui soggetti che, piaccia o non piaccia, in questo Paese Pag. 8garantiscono l'84 per cento del gettito fiscale da parte dei lavoratori dipendenti e pensionati, cioè gli intermediari, i quali, a loro spesa, a loro costo e a loro rischio, devono far funzionare la macchina.
  Sicuramente una segnalazione che va fatta è che la semplificazione, che deve camminare di pari passo con la sicurezza e il rispetto della privacy, non può essere tradotta in un processo dove sostanzialmente dei soggetti privati si devono caricare completamente di tutti i costi e i rischi di questo aspetto.
  Ripeto che ci sono costi e rischi. Creare una macchina sicura per il fluire dei dati comporta dei costi che non sono a carico della pubblica amministrazione, ma sono a carico di privati.
  Un elemento sugli accessi che vorremmo segnalare nuovamente – l'abbiamo fatto a suo tempo in audizione al Senato in fase di costruzione del decreto legislativo – è la questione, in parallelo, dell'utilizzo e del possibile abuso dell'utilizzo delle credenziali personali, che il cittadino potrà ottenere con una non semplice procedura nel sito dell'Agenzia delle entrate. Conoscendo il settore e anche gli ambiti di concorrenza sleale e di abuso che già esistevano su altri versanti, abbiamo segnalato il rischio che si ponga in essere un'attività per cui, attraverso contributi non ben tracciabili, soggetti giuridici, associazioni o individui, raccolgano i PIN personali per sostituirsi a un'attività dell'intermediazione più regolare e più regolata, quanto quella che abbiamo fino adesso descritta. Questo è un elemento su cui nessuno, a partire dall'Agenzia delle entrate e dal Ministero dell'economia, è stato in grado di dare una risposta. Parliamo di semplificazione perché il cittadino teoricamente potrà fare la propria dichiarazione da casa – questo è nell'immaginario collettivo – ma, allo stesso tempo, mettiamo fortemente a rischio la sicurezza dei dati di quel cittadino, se non creiamo delle condizioni per tracciare, ad esempio, una molteplicità di utilizzi di PIN personali, magari partendo dagli stessi IP o quant'altro.
  Ci si dice che tecnologicamente è un problema, però questo è un elemento che rischia di creare, da una parte, un sistema molto ben regolamentato che riguarda gli intermediari e, dall'altra, invece, un campo assolutamente libero dove si gioca sicuramente con regole meno stringenti. Questo è il senso della questione: da una parte, garantire la sicurezza, ma, dall'altra, considerare anche che non si può prevedere che delle regole debbano essere stringenti e immediatamente praticabili, spostando del tutto il problema su altri soggetti.

  PIETRO CERRITO, presidente del CAF Cisl. Vorrei soltanto integrare due elementi di conoscenza che, secondo me, completano la risposta su due questioni che sono state poste: la proposta sull'imposta e la protezione dei dati sensibili.
  Descrivo il funzionamento. Quando il contribuente arriva da noi, abbiamo ovviamente l'obbligo di conservazione di quanto ci è dato. Nelle passate legislature, per accordi intercorsi, si era arrivati alla conservazione sostitutiva di questi documenti per eliminare il cartaceo. Immaginate un CAF con 3-4 milioni di pratiche, con problemi di protezione seria dei dati sensibili. C'erano strutture, con tanto di codici di autorizzazione previsti dalla legge, che avevano questa capacità e possibilità. Queste strutture sono certificate dall'Agenzia delle entrate per poter esercitare questo ruolo di conservazione sostitutiva.
  Parlo del CAF di cui sono presidente, quindi della mia esperienza. Abbiamo sempre affidato a Poste questo ruolo. In nome della riservatezza e della protezione dei dati, l'Agenzia delle entrate abolisce oggi la conservazione sostitutiva e ci troviamo in una terra di nessuno. Da una parte, si accentuano gli elementi di richiesta: infatti quando si scarica la delega di un contribuente, si ha bisogno di inserire i dati.
  A proposito di questa discussione, poi rinviata, le dico che l'unico problema che abbiamo è che, se si deve avviare un sistema diverso di protezione dei dati, non lo si può chiedere il 21 febbraio, quando Pag. 9la macchina delle prenotazioni è già in essere. Diverso sarebbe se sapessimo che l'anno prossimo dovremo abolire il cartaceo. Conservare il cartaceo è pazzesco. Visto che per legge dovremmo conservarlo per i due anni successivi, occorre moltiplicare sempre per due o per tre il cartaceo che dovremmo conservare. Stiamo dunque facendo passi indietro. Esponiamo i dati al minimo della segretezza anziché alla protezione. È essenziale che almeno quell'elemento venga mantenuto, oppure darci il tempo di creare strutture con server dedicati e con autorizzazioni tali da conservare e proteggere meglio i dati.
  La difficoltà della tessera sanitaria in questa fase era dovuta al fatto che non si chiedeva soltanto la fotocopia del tesserino, ma si chiedeva che i venti numeri dietro la tessera venissero digitati in un tempo...

  PRESIDENTE. I lettori ottici a cosa servono ? Nelle farmacie come fanno ? Noi non possiamo permetterci che i dati dei cittadini vengano messi alla mercé di chiunque, perché avete difficoltà a passare questa cosa. Sarà un ragionamento che bisognerà aprire. Non è possibile che ci sentiamo dire dai CAF che c’è una sorta di dissenso.

  PIETRO CERRITO, presidente del CAF Cisl. Infatti non le ho detto che c’è dissenso. Il problema è che non ci mettono nelle condizioni di farlo. Stiamo andando addirittura indietro rispetto all'uso della tecnologia, per facilitare quello che lei ci chiede. È esattamente questo.
  La seconda questione riguarda l'imposta. Abbiamo ad oggi tutto il fronte dell'ANIA e delle assicurazioni che non sono disponibili ad assicurare, motivando che l'onere degli interessi e dell'imposta è una tale incognita per cui non è prevedibile quello che succederà. È vero che la norma prevede che ci possano essere comportamenti scorretti che possiamo imputare al contribuente: talora si verifica il caso di chi presenta falsi documenti. Inoltre, la sanzione aumenta a livello tale per cui non è possibile prevedere a quanto ammonteranno i sinistri che avremo. Se pensiamo che i controlli si effettuano dopo tre anni e che il dato medio di sinistro sarà di 700 euro – questo ci ha detto l'Agenzia delle entrate nell'ultimo incontro – di cui la metà sono interessi, la cosa ingiusta o non equa è che noi dovremmo assicurarci per metà di questa somma, che è per interessi, con controlli che vengono effettuati tre anni dopo mentre le assicurazioni non ci danno una prospettiva.
  Ci sono proposte di assicurazioni con una franchigia molto alta. Avere una franchigia di 2.500 euro non significa essere assicurati, ma pagare un'assicurazione solo per dimostrare all'Agenzia delle entrate che abbiamo ottemperato all'obbligo.
  L'unica soluzione è che almeno da questo provvedimento vengano tolti gli interessi, che non sono addebitabili al ruolo dei CAF. Noi siamo molto attenti che i contribuenti ci presentino tutto, però il ritardo nell'elaborazione e nel controllo da parte dell'Agenzia non può essere addebitato come costo. Infatti, proiettando i dati che abbiamo dei sinistri sui costi si arriva a una decuplicazione dei costi assicurativi. Il rapporto è, all'incirca, di uno a dieci o uno a undici. Questi saranno i costi che si riverseranno sui CAF. Questo è ciò che emerge guardando l'indice dei sinistri di 90 CAF. Per quelli a maggiore sinistrosità, è ancora più elevato. Comunque, siamo in un range di uno a dieci o uno a undici. Un'assicurazione media di 400.000 euro all'anno, che mediamente pagavano i CAF di medie o grandi dimensioni, diventa un'assicurazione senza nessuna garanzia. L'unica soluzione che vediamo è che almeno questa parte venga scorporata.
  Dico un'ultima cosa sui tempi, perché lei giustamente la sollecita. Abbiamo anche un problema rispetto a quanti più codici mettiamo nel sistema: il rapporto con l'Agenzia in termini informatici è lento. Abbiamo un file che, quando viene richiesto, scarica 2.500 nomi. Ipotizzi che 90 CAF contemporaneamente scelgano di scaricare un file con 2.500 nomi e lo moltiplichi per 90. Gli accessi che il sistema informatico contemporaneamente consente sono 10.000, ben poca cosa rispetto Pag. 10ai 18 milioni che vanno programmati in un lasso di tempo che va dal 15 aprile al 7 luglio. La campagna fiscale si fa in due mesi e mezzo.
  Oggi inserire quei dati che lei diceva è un elemento che non semplifica, ma aggrava la condizione. Secondo noi, allontana proprio la prospettiva di semplificare il lavoro di raccolta dei dati dei contribuenti. Tuttavia, se ci si dice oggi che per l'anno prossimo bisogna andare in un'altra direzione, siamo in grado di attrezzarci e di mettere tutte le protezioni aggiuntive che il sistema richiederà.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.