XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 5 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 
Longobardi Gerardo , presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 3 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 
Pelillo Michele (PD)  ... 5 
Longobardi Gerardo , presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 6 
Mandolesi Luigi , consigliere nazionale delegato all'area fiscalità ... 7 
Cunsolo Roberto , consigliere nazionale e tesoriere ... 8 
Bignami Laura  ... 9 
Cunsolo Roberto , consigliere nazionale e tesoriere ... 9 
Bignami Laura  ... 10 
Cunsolo Roberto , consigliere nazionale e tesoriere ... 10 
Bignami Laura  ... 10 
Longobardi Gerardo , presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 10 
Bellot Raffaela  ... 10 
Cunsolo Roberto , consigliere nazionale e tesoriere ... 11 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 11 
Cunsolo Roberto , consigliere nazionale e tesoriere ... 11 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 11 
Longobardi Gerardo , presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 12 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione dei rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
  Sono presenti il dottor Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il dottor Luigi Mandolesi, consigliere nazionale delegato dell'area fiscalità, il dottor Roberto Cunsolo, consigliere nazionale e tesoriere. L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do quindi la parola al dottor Longobardi, con riserva per me e gli altri colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.

  GERARDO LONGOBARDI, presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. La ringrazio Presidente, per l'opportunità che avete dato al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che ho l'onore di presiedere di proseguire nell'audizione iniziata la scorsa settimana.
  Questa volta l'argomento all'ordine del giorno concerne la fatturazione elettronica nei confronti della pubblica amministrazione. Come a tutti noto, l'obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della pubblica amministrazione risale alla finanziaria 2008, e genera principalmente benefici nei confronti della pubblica amministrazione che possono essere così enumerati: riduzione dei costi di gestione delle fatture per la pubblica amministrazione, quindi riduzione degli obblighi di registrazione, conservazione, consultazione; riduzione dei tempi di approvazione delle fatture da parte della pubblica amministrazione, quindi protocollazione, riconciliazione; infine, l'aspetto più importante, consistente nel monitoraggio della spesa, nell'ambito degli interventi di spending review.
  Un dato di partenza per poi arrivare alle nostre considerazioni sul punto: bisogna considerare che attualmente sono circa 2 milioni le imprese fornitrici della pubblica amministrazione, di cui l'80 per cento è costituito da imprese con meno di 10 dipendenti. Il numero delle fatture annualmente emesse nei confronti della pubblica amministrazione è pari a circa 60 milioni di unità, per un fatturato di circa 135 miliardi di euro. Questo permetterà, una volta completata la digitalizzazione delle modalità di fatturazione elettronica Pag. 4nei confronti della pubblica amministrazione, di realizzare un risparmio di circa 1 miliardo di euro all'anno.
  A tal fine è stata prevista una graduale conversione al sistema di fatturazione elettronica nei confronti della pubblica amministrazione, articolato in due momenti. Il primo è iniziato lo scorso 6 giugno, data in cui sono state avviate le fatturazioni elettroniche nei confronti dei Ministeri e delle loro articolazioni, delle agenzie fiscali e degli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale. Il 31 marzo 2015 l'obbligo sarà poi esteso a tutti i soggetti fornitori della pubblica amministrazione.
  Veniamo ai punti sui quali abbiamo posto l'attenzione. Al 31 agosto 2014, quindi a tre mesi dall'introduzione del nuovo obbligo, l'incidenza degli scarti per errori formali è risultato pari ancora a circa il 20 per cento del totale dei file ricevuti dalla pubblica amministrazione: un numero significativo. Si tratta di un dato fornito nel corso dell'audizione dello scorso settembre dal direttore dell'Agenzia delle entrate, la dottoressa Orlandi.
  Gli scarti del sistema riguardano principalmente aspetti formali e non di merito, sono quindi errori di formato, ad esempio codice unico dell'ufficio assente o sbagliato. Non siamo però a conoscenza degli scarti avvenuti a valle, da parte della pubblica amministrazione ricevente, scarti che non rientrano dunque nel 20 per cento, in quanto la norma non obbliga la pubblica amministrazione ricevente a inviare la ricevuta di accettazione della fattura, né l'esito della stessa dopo la verifica del documento; una percentuale di errore comunque significativa.
  L'introduzione, a partire dal 31 marzo 2015, dell'obbligo generalizzato di trasmissione dovrebbe essere dunque considerata con una certa attenzione: è soprattutto auspicabile che il passaggio a tale modalità sia introdotto non prima che l'incidenza degli scarti si riduca significativamente.
  Veniamo a un elemento che non avevamo evidenziato nel documento precedentemente trasmesso, e su cui riteniamo fondamentale proporre una riflessione in questa sede. Quando abbiamo parlato di fatturazione elettronica, si fa riferimento a un lento processo che va dal momento dell'emissione al ricevimento della stessa fattura da parte della pubblica amministrazione, ma il percorso non finisce qui: ci sono veri profili che emergono in relazione agli obblighi di conservazione sostitutiva dei documenti, indicata in calce al documento. Si tratta di un obbligo estremamente oneroso per le imprese: mentre per l'invio della fattura elettronica è possibile utilizzare i canali previsti da SOGEI, in particolare Entratel e Fisconline tramite il sito fatturapa.gov.it in modo assolutamente gratuito, per la conservazione sostitutiva l'impresa dovrà elaborare un manuale di conservazione, nominare un responsabile della conservazione, utilizzare software specifici che garantiscano le funzioni di ricerca stabilite dal decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 17 giugno 2014, garantire l'immodificabilità, integrità, autenticità e leggibilità dei file, conservare i documenti digitali garantendo il rispetto delle norme del codice civile in tema di conservazione degli atti, a partire dal rispetto del termine di dieci anni. Sulla base di elementi e di dati che abbiamo raccolto (ringrazio a tal proposito il consigliere nazionale e tesoriere dottor Cunsolo che è molto esperto della materia), l'onere che le aziende ad oggi devono sostenere per la conservazione sostitutiva oscilla da un minimo di 5 a un massimo di 15 euro a documento emesso.
  La soluzione che vorremmo proporre per evitare un aggravio ulteriore è la possibilità di utilizzare gratuitamente un software di conservazione sostitutiva messo a disposizione da SOGEI, con l'immagazzinamento dei dati effettuato direttamente presso i server di SOGEI. Un'altra ipotesi potrebbe essere quella di non obbligare le imprese alla conservazione sostitutiva, utilizzando la norma già in vigore della legge di stabilità del 2012 per l'emissione di certificazione di dati già in possesso dalla pubblica amministrazione: si potrebbe cioè esonerare l'impresa dalla Pag. 5conservazione sostitutiva delle fatture emesse nei confronti della pubblica amministrazione in quanto i documenti digitali sono già in possesso di quest'ultima e quindi reperibili anche per eventuali controlli fiscali.
  Fatto questo quadro, direi che a nostro sommesso avviso l'introduzione generalizzata business to business della fatturazione elettronica, quindi non esclusivamente verso la pubblica amministrazione, ma una generalizzata estensione nei rapporti tra impresa e impresa, tra professionista e impresa con tutte le possibili combinazioni, deve essere riguardata con grandissima attenzione, indipendentemente dal prossimo obbligo che scatterà nel mese di marzo con riferimento a tutte le fatturazioni verso la pubblica amministrazione.
  È evidente che ragioni di economicità, di contenimento delle spese per le imprese e di semplificazione degli adempimenti militano a favore di una grandissima attenzione riguardo all'utilizzo di questa modalità di fatturazione, che taluni ritengono essere il futuro. Presumibilmente potrà essere il futuro, ma nel momento in cui ci sarà realizzato un contenimento significativo delle spese ad essa connesse.
  Mi fa piacere citare, anche se strumentalmente, quanto ha dichiarato il direttore dell'Agenzia delle entrate, la dottoressa Orlandi, nel corso dell'audizione dello scorso mese di settembre: «il nostro sistema è farraginoso, deve consentire l'assorbimento dell'adempimento in un certo tempo». Dobbiamo veramente fare in modo che gli adempimenti possano essere espletati tempestivamente, evitando strappi al motore e di correre troppo per poi danneggiare il sistema. Il Consiglio nazionale è quindi sicuramente favorevole alla estensione, ancorché graduale e graduata, della fatturazione elettronica nei confronti della pubblica amministrazione, pur avendo rilevato che attualmente la percentuale di scarti è comunque significativa, e auspicando che sia possibile individuare anche il dato dello scarto a valle.
  Per quanto riguarda invece la fatturazione generalmente estesa, riteniamo che non abbia una valenza attuale, ma comunque, se dovesse averla, potrebbe averla solamente nel momento in cui certi costi non venissero posti esclusivamente a carico dei soggetti che poi le fatture le emettono per le prestazioni che rendono e le cessioni che fanno.

  PRESIDENTE. Prima di lasciare la parola ai colleghi, propongo alla Commissione, vista la situazione della fatturazione elettronica, di tenere una prossima seduta con tutti gli interessati, invitando lei, la dottoressa Orlandi e il responsabile di SOGEI proprio per capire meglio visto l'approssimarsi della importante scadenza di marzo. Penso che tutti i componenti condividano l'esigenza di fare chiarezza su questa vicenda: dopo tutto quello che abbiamo detto in Europa sull'ammodernamento della macchina, l'agenda digitale, la fatturazione elettronica e il 740 precompilato, immaginate cosa succederebbe se poi queste cose non andassero in porto !

  MICHELE PELILLO. Mi sembra particolarmente importante l'audizione di questa mattina, perché abbiamo già ascoltato con molta attenzione SOGEI e Agenzia delle entrate; dobbiamo chiudere il triangolo, dobbiamo capire cose non del tutto chiare. Dunque condivido totalmente le conclusioni del presidente, ossia che è interesse di tutti riuscire a fare presto, ma anche bene.
  È evidente infatti che non ci affezioniamo a una data in particolare, ma è auspicabile che questa data sia la più vicina possibile, e metta tutti in condizione di poter fare.
  Cerco di mantenere l'impostazione che lei ha dato questa mattina per soffermarmi su alcune questioni. Se non ricordo male, in audizione la dottoressa Orlandi ci parlò di due rilevazioni in merito agli scarti, la seconda migliore della prima con ciò significando che l'incidenza degli scarti nel giro di qualche mese era già diminuita, cosa che induceva a essere ottimisti.Pag. 6
  Prima domanda: dal vostro punto di osservazione perché questa percentuale significativa di scarti ? perché il sistema è complicato o perché gli operatori non sono adeguati ? Se il motivo è il secondo, chiaramente sono le aziende che devono intervenire, mentre, se il software è particolarmente complicato, dovremmo chiedere a SOGEI di darci una mano.
  Seconda questione: si parla di 1 miliardo di risparmi, ma per cosa ? Questo miliardo è stato da voi verificato ? qual è il risparmio per l'azienda ? I vantaggi della fatturazione elettronica sono molteplici e il risparmio per l'azienda è uno degli aspetti, probabilmente non il più importante anche perché nel breve credo che di risparmi non ce ne saranno. Se qualcuno la mandava per raccomandata, forse risparmia i soldi della raccomandata, ma, se non la mandava per raccomandata, non so neanche quali siano i risparmi, perché l'addetto alla fatturazione deve esserci comunque, quindi avete riscontrato questo miliardo che si ritiene possa essere risparmiato ?
  Altra considerazione: lei diceva che gli obblighi a carico delle aziende sono particolarmente onerosi, quindi proponeva due soluzioni, usufruire di un software di SOGEI uguale per tutti e quindi non caricare le aziende di un costo aggiuntivo e addirittura usufruire dello spazio informatico di SOGEI oppure scegliere la strada della non conservazione. Non riesco neanche a immaginare la seconda ipotesi, mentre mi sembra che la prima sia molto ragionevole. Se condividiamo questo passaggio, abbiamo già trovato almeno due argomenti per i quali coinvolgere SOGEI, cioè se c’è complessità oggi nel sistema di trasmissione e cosa SOGEI può fare in favore delle aziende per semplificare e alleggerire i costi.

  GERARDO LONGOBARDI, presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Per gli aspetti tecnici lascerei poi la parola al dottor Cunsolo. Riporto le testuali parole del direttore dell'Agenzia nel corso dell'audizione dello scorso 24 settembre: «in questo senso è emblematica la riduzione dell'incidenza degli scarti per errori formali sul totale dei file ricevuti: 40 per cento dal 6 al 30 giugno, 26 per cento dall'1 al 31 luglio, 19 per cento dal 1 al 31 agosto, quindi complessivamente in tutto il periodo i file scartati rappresentano il 23 per cento, ma, considerato il breve periodo e la capacità di porre rimedio ai primi errori, si ritiene che a breve lo scarto sarà del tutto fisiologico» e quindi questo ci conforta molto.
  Le nostre perplessità sono appunto relative a un invio massivo, che sicuramente non vediamo ipotizzabile allo stato attuale a prescindere dal rapporto con la pubblica amministrazione, mentre, una volta che gli scarti siano contenuti in un limite fisiologico, è sicuramente importante la fatturazione elettronica. Se infatti le vogliamo dare quella valenza fondamentale che dovrebbe avere in termini obiettivi attesi di spending review, potrebbe essere utile integrarla ulteriormente, prevedendo dei campi relativi alla spending review, dove indicare categorie di spesa che possano rientrare in un importante discorso di monitoraggio della spesa pubblica, oggi a fatturazione effettuata, ma domani in termini preventivi per conoscere le modalità di composizione della spesa in modo chiaro, certo ed evidente. La nostra professione è estremamente favorevole e anche propositiva nella prospettiva di integrare il sistema di fatturazione elettronica, quindi integriamolo ben volentieri, per dare delle significatività che oggi potrebbe non avere e che domani potremmo avere dandogli una valenza di questo genere.
  Anche noi, onorevole Pelillo, riteniamo opportuno che la conservazione globale venisse tenuta in SOGEI e, se alla fine avessimo tempo, ci farebbe piacere parlare anche dei rapporti che sarebbe utile che ci fossero tra la nostra professione, che si occupa molto e avverte l'onerosità degli adempimenti effettuati con modalità telematica, e SOGEI. Oggi è inesistente, per cui grazie, Presidente, e grazie a voi, onorevoli senatori e deputati, perché avere la possibilità di avviare un confronto con Pag. 7SOGEI (con l'Agenzia delle entrate già c’è) confronto che per noi sarebbe estremamente importante, perché potremmo rappresentare le nostre considerazioni sulle criticità che portano all'inesistenza dei rapporti tra SOGEI e professionisti, tema a cui abbiamo dedicato l'ultimo capitolo di questa audizione.

  LUIGI MANDOLESI, consigliere nazionale delegato all'area fiscalità. Una dichiarazione di carattere generale: è evidente che la digitalizzazione è un obiettivo da perseguire nell'interesse di tutti. Il problema che ci poniamo come professionisti che assistono le aziende, specialmente nel mondo delle piccole e medie aziende che rappresentano circa il 95 per cento delle aziende italiane, è stabilire che questa modernizzazione, che sicuramente va perseguita senza perdere tempo, non può continuare a essere fatta a spese delle aziende e dei professionisti.
  Sicuramente la modernizzazione dell'Italia è un obiettivo condiviso ma ciò che chiediamo al Parlamento è di non ripetere ciò che si è verificato e tuttora si sta verificando con gli invii telematici. Possiamo dire di essere un Paese all'avanguardia, forse i primi al mondo in tema di modernizzazione dei rapporti telematici con l'amministrazione, ma tutto questo non si è ottenuto perché lo Stato ha messo a disposizione della collettività gli strumenti per poter arrivare a questi traguardi senza avere ulteriori danni o adempimenti, ma è stato fatto sulla pelle, sui conti economici e sulla vita del mondo professionale e del mondo delle imprese. Noi come mondo professionale, come commercialisti assistiamo prevalentemente le piccole e medie aziende, siamo favorevoli a ogni forma di modernizzazione, la fattura elettronica e la digitalizzazione sono obiettivi da perseguire assolutamente, a condizioni che non si scarichino sul mondo delle imprese e delle professioni adempimenti e oneri che non siano fisiologici.
  Sicuramente nessuna azienda può autonomamente conservare per dieci anni la fattura elettronica, per cui si dovrà rivolgere a terzi, a società che già si stanno formando per realizzare il business sulla conservazione delle fatture elettroniche, caricando costi a carico sull'azienda.
  Lo Stato, la SOGEI metta quindi a disposizione delle aziende gli strumenti per ottemperare l'obbligo di conservazione decennale, perché altrimenti creeremo lavoro per terzi, come abbiamo fatto con i software, ma sicuramente con oneri a carico delle aziende e dei professionisti.
  Ho voluto fare una dichiarazione di carattere generale, non tecnica, ma adesso il collega Cunsolo che è esperto della materia entrerà nel dettaglio, però è importante questo profilo di carattere politico perché chi come me esercita la professione da molti anni ha vissuto tutte le problematiche dell'invio telematico forzoso per legge, che ha comportato notevoli oneri e sacrifici in capo alla professione.
  Oggi tutti i colleghi d'Italia lanciano un grido di dolore non per l'aumento delle imposte (la politica fiscale la fa il Governo e non vogliamo entrare nel merito) ma perché vorremmo che i professionisti e il mondo delle piccole e medie aziende potessero lavorare con tempistica e strumenti dignitosi.
  Vi preannuncio che il prossimo anno, con la legge di stabilità che anticipa la dichiarazione IVA al 28 febbraio e con il precompilato che obbligherà le aziende a effettuare gli invii telematici di tutti i CUD di tutti i dipendenti il 7 marzo, si creerà un nuovo snodo in cui le piccole e medie aziende e i professionisti lanceranno grida di dolore, lavoreranno in emergenza, rischieranno di sbagliare e saranno anche obbligati da un punto di vista di solidarietà al pagamento delle imposte per eventuali errori, che si producono non per negligenza del professionista ma perché si deve lavorare in emergenza continua.
  Quello che chiediamo al Parlamento, ai rappresentanti del popolo è che i nostri colleghi possano lavorare con dignità e con una tempistica di tutti i lavoratori, perché i professionisti sono dei lavoratori, campano del loro lavoro, lavorano 10-12 ore al giorno.
  Scusate questo grido di dolore che lancio al potere politico, al Parlamento, Pag. 8ai rappresentanti del popolo: evitate di mettere i nostri colleghi nella condizione di lavorare in emergenza, didover pagare i loro errori con il pagamento delle imposte non loro ma degli altri. Questo grido di dolore si leva da ogni città d'Italia, le proteste che arrivano dai colleghi al Consiglio nazionale recentemente insediato non sono perché l'IMU costa cara, che è un problema del cliente, ma perché non possono lavorare con dignità ! Scusate questo sfogo di amore verso la professione.

  ROBERTO CUNSOLO, consigliere nazionale e tesoriere. Cercherò di rispondere ai quesiti posti. In merito agli scarti a cui si faceva riferimento e al dato che a noi manca, abbiamo i dati degli scarti che arrivano al sistema di interscambio.
  Il produttore della fatturazione elettronica, tramite l'intermediario, che può essere un professionista, trasmette il documento al sistema di interscambio. Il sistema di interscambio compie una serie di verifiche: la nomenclatura, che deve essere necessariamente scritta in una certa maniera – non ci può essere logicamente una duplicazione del nome – la dimensione del file, la validità del certificato di sottoscrizione della firma digitale e soprattutto la congruenza del riferimento temporale – non si può ad esempio avere una fattura datata 6 novembre con firma digitale 5 novembre – la validità dei codici fiscali all'interno della fattura. Tutti controlli prettamente tecnici e quindi gli scarti cui si faceva riferimento sono principalmente di carattere tecnico.
  Dopo tale verifica, il sistema di interscambio trasmette la fattura alla pubblica amministrazione, ma noi non ne abbiamo contezza perché la norma non prevede la notifica all'inviante della ricevuta di esito. Questa azione è facoltativa, alcune pubbliche amministrazioni lo fanno e questo è molto importante, perché continuo a ribadire che la fatturazione elettronica è uno strumento importante anche per le imprese.
  Partiamo infatti dal presupposto che, decorso il periodo di 30 giorni, quella fattura elettronica lavorata può andare sulla piattaforma di certificazione del credito, quindi l'azienda consegue dei vantaggi in questa situazione perché, avendo quel credito certificato, lo può utilizzare anche per il pagamento delle imposte o per altri strumenti.
  Il sistema quindi funziona, però, se noi abbiamo la ricevuta di consegna, significa che la fattura è tecnicamente corretta, però non sappiamo se la pubblica amministrazione abbia accettato o meno tale fattura (Si pensi ad esempio al caso in cui la p.a. non accetti la fattura perché essendo il contratto di 1.000 euro sulla fattura fosse erroneamente riportato 1.100 o per altri motivi). Gradiremmo dunque che il sistema generasse anche questa ulteriore ricevuta, in modo da aver contezza delle fatture da parte dell'ente (attualmente ciò non è previsto dalla norma). sapere se l'ente abbia accettato o meno, cosa che la norma non prevede.
  Per quanto riguarda i risparmi cui faceva riferimento il presidente, prendiamo atto del dato fornito dall'Agenzia digitale e dall'Osservatorio ICT del Politecnico di Milano. Considerate che a regime, compresi quindi i pagamenti in via telematizzata dei flussi, si parla nel progetto di Agenzia digitale di un risparmio di 6,5 miliardi, perché è chiaro che, se tutto transita tramite flussi telematici, fatturazione elettronica e tutti i pagamenti, ci dovrebbero essere sicuramente dei vantaggi. Il vantaggio per la pubblica amministrazione riguarda obbiettivi di monitoraggio e controllo della spesa pubblica, perché, se tutto transita tramite flussi telematici, il sistema di interscambio lo trasmette non solo alla pubblica amministrazione, ma anche alla Ragioneria generale dello Stato, quindi il sistema centrale avrebbe contezza della spesa complessiva connessa alle forniture alla pubblica amministrazione, di tutta la spesa pubblica, quindi è evidente che si tratti di uno strumento ottimo.
  Il software predisposto da SOGEI come tutti quelli di prima generazione (ricordo perfettamente i primi Entratel degli invii telematici nel 1997 perché sono stato uno Pag. 9dei commercialisti test) sicuramente non può considerarsi alla stregua della piattaforma che ha oggi Agenzia delle entrate, perché dopo più di dieci anni è chiaro che tutti i software sono soggetti a miglioramenti.
  Per quanto riguarda il discorso degli scarti, non è per esempio facilmente intuitivo pescare il codice univoco dell'ufficio, perché mi sembra assurdo dover agire su due siti diversi, indicepa.gov.it e fatturapa.gov.it.. Ci potrebbe essere un'integrazione: credo però che SOGEI a breve farà quanto necessario, come l'ha fatto per Entratel.
  Il problema più rilevante deriva dall'obbligo di conservazione: infatti per la fatturazione elettronica oggi la piccolissima impresa entra sul sito fatturapa.gov.it, o tramite le credenziali Entratel del professionista o tramite le proprie credenziali di Fisconline, compila il file in Xml e invia, ha tutte le ricevute di notifica di consegna, vede se la fattura è formalmente corretta e ha risolto il problema. Il problema è l'aspetto successivo, anche se ora il decreto ministeriale ha spostato queste date di scadenza, perché prima si mandavano in conservazione sostitutiva entro tre mesi dall'emissione della fattura mentre ora le fatture digitali emesse nel 2014 devono essere conservate entro il 30 dicembre 2015, cioè 90 giorni dalla data di scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi.
  I software di conservazione sostitutiva di fatto sono sul mercato e vengono acquistati dal professionista (abbiamo almeno 2-3 mail al giorno di offerte di varie società di software): più alto è il numero delle fatture di un'azienda chiaramente minore è il costo – un'azienda che fa mille fatture nei confronti della pubblica amministrazione, magari sostiene anche un costo più basso di quello che abbiamo indicato – ma pensate agli avvocati che fanno il gratuito patrocinio che sono obbligati a fare la fatturazione elettronica e magari fanno due fatture l'anno, o a una cartoleria che fornisce la cancelleria a una scuola e magari per una fattura di 50 euro dovrà fare la conservazione sostitutiva del documento, per cui si appoggerà al professionista il quale oggi sta comprando software presumendo di fare questo lavoro con un numero di fatture che non può quantificare, quindi, considerando che lo storage avviene già da parte della pubblica amministrazione (l'obbligo della conservazione sostitutiva riguarda l'azienda ma anche la pubblica amministrazione), che senso ha questa duplicazione di dati ? Sono dati già in possesso della pubblica amministrazione, quindi o li conserva SOGEI oppure, si segue il principio cui accennava il presidente individuato dalla legge di stabilità, dove si dice che i dati in possesso della pubblica amministrazione non hanno bisogno di certificazione, evitando così alle aziende l'aggravio di questo costo, che non è di poco conto.

  LAURA BIGNAMI. La ringrazio, ha parzialmente risposto alla mia domanda. Vorrei capire bene: sono un'azienda, faccio una fattura e ho riscontro che la fattura è stata spedita, però non so se sia stata rigettata. Questo è un baco, non riusciamo a chiudere il cerchio, presidente. Se quindi non andiamo nella direzione di certificare in qualche modo se questa fattura abbia avuto buon esito, non riusciamo a chiudere il cerchio a livello numerico. Credo che qui si debba intervenire con urgenza.
  Personalmente ero per la seconda direzione, cioè quella di non obbligare le imprese alla conservazione perché è una duplicazione di dati: non lo è laddove la fattura venga rigettata, perché non so se la copia venga tenuta da parte della pubblica amministrazione.

  ROBERTO CUNSOLO, consigliere nazionale e tesoriere. Se viene rigettata, funziona secondo le norme fiscali. Se viene rigettata ad esempio perché di importo superiore, si dovrà fare una nota di credito: vanno sempre emesse e registrate perché è un documento fiscale a tutti gli effetti.

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  LAURA BIGNAMI. C’è però il problema che l'azienda ignora l'esito e questa è una grave manchevolezza.

  ROBERTO CUNSOLO, consigliere nazionale e tesoriere. Diciamo che può saperlo perché passato un certo periodo se la trova nella piattaforma del credito certificato.

  LAURA BIGNAMI. Se lo potesse sapere prima, sarebbe meglio...tra i problemi della burocrazia si annovera anche questo.
  Pongo l'altra domanda che avevo posto anche alla dottoressa Orlandi. Il discorso che gli scarti diminuiscono non è significativo se non si sa il totale delle fatturazioni, quindi la dottoressa Orlandi ha dato la somma delle fatturazioni a tre mesi e poi ha detto che nei tre mesi sono diminuite però, se le 40.000 sono state fatte tutte nel primo mese con il 40 per cento di scarto e nel terzo mese ne sono state fatte cinque con il 20 per cento di scarto, è chiaro che non è significativo, quindi la mia domanda era se nei tre mesi il totale delle fatture era costante, crescente o significativamente in diminuzione. Questo non lo sa ?

  GERARDO LONGOBARDI, presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Se mi è consentito interpretare il sentire comune e in particolare anche quello della nostra professione, ribadisco che siamo favorevoli soprattutto nel momento in cui vogliamo dare una valenza e una significatività alla fatturazione elettronica, che non sia in termini di generale telematizzazione: l'importante è tirar fuori dalla fatturazione elettronica i dati che servono: ad esempio, circa la spending review, i flag che possono essere messi e quindi integrare, come professionisti suggeriamo di implementare le funzionalità del sistema. Questo va però fatto con grande attenzione, perché i costi di cui avevo parlato si riferiscono alla situazione attuale, chiaramente in evoluzione, che può significare diminuire il costo unitario di conservazione: comunque il costo complessivo rimane però sempre a carico del soggetto trasmittente e non già del soggetto ricevente.
  Se vogliamo veramente contribuire a un miglioramento delle condizioni di questo Paese sotto tutti profili, facciamo uno sforzo di comprensione tra i vari player che interagiscono oggi nel mondo della fatturazione elettronica, dove crediamo che i professionisti rivestano parte essenziale. Così come è stato inequivocabilmente detto dal direttore dell'Agenzia delle entrate nella scorsa audizione, l'amministrazione fiscale italiana è stata una delle più evolutive e innovative del mondo, abbiamo avuto dei premi in Europa perché siamo stati i primi che hanno fatto la trasmissione telematica dell'F24, ma, se c’è stata una trasmissione telematica, c’è stata grazie al lavoro dei professionisti all'Agenzia, quindi dovevamo quantomeno condividere il premio con l'Agenzia e siamo orgogliosi di questo, facciamo questo lavoro assieme perché siamo certi che si possa veramente raggiungere il meglio ma con il dialogo, che comunque sino ad oggi non è mancato con il direttore Orlandi.

  RAFFAELA BELLOT. Credo che come Commissione abbiamo evidenziato che ci stiamo confrontando su quesiti centrati sugli stessi punti, quindi sulla tipologia di errore, sulla necessità di portare avanti questa forma di innovazione digitale che non arrechi ulteriori oneri a carico di imprese e di aziende, e trovando delle soluzioni.
  Sorge però una domanda sulla conservazione digitale: se questo dato è già in possesso di SOGEI, nel senso che la fatturazione arriva per la certificazione e in caso di errore comunque ci sarà la nota di credito e ulteriore fattura che sarà prima o poi certificata, e che l'errore formale sarà nel tempo azzerato, al di là dell'esigenza di conservazione decennale del dato, perché obbligare l'azienda ad assumere una persona che deve svolgere questo compito, quando si potrebbe far migrare il dato dalla SOGEI in maniera automatica ? Il problema a Pag. 11questo punto è la certificazione che deve essere resa obbligatoria per la certezza del dato, la qual cosa potrebbe portare all'automatica archiviazione una volta certificato il documento, evitando alle aziende, considerando il tessuto delle PMI e l'attuale difficoltà del momento economico, l'onere di questo costo di 5-15 euro per documento, che non è poco, e della presenza di una persona ad hoc. Un costo sostanziale che si traduce nel togliere risorse fondamentali per le PMI. Accolgo pertanto l'importante proposta formulata dal Presidente, perché credo che siano emerse le stesse difficoltà e un incontro fra SOGEI, mondo dei professionisti e Agenzia sia fondamentale per capire le varie problematiche.
  Apprezzo la proposta di creare ulteriori campi e utilizzare la fatturazione elettronica per un'altra serie di analisi dei dati, perché ottimizzare questo tipo di intervento ha una importante finalità operativa. Questi passaggi ci daranno la possibilità di lavorare meglio e di proporre ulteriori modalità per ottimizzare l’iter.

  ROBERTO CUNSOLO, consigliere nazionale e tesoriere. Non possiamo esimerci dalla osservanza della legislazione sulla conservazione digitale in generale, perché qualsiasi documento informatico (e questo è un documento informatico nativo sib dall'origine) deve essere sottoposto a conservazione, quindi dobbiamo ottemperare alle regole del Codice di amministrazione digitale e a tutte le normative inerenti. Anzi dobbiamo ringraziare l'Agenzia delle entrate per averci tolto l'onere di spedire l'impronta di hash per chi faceva conservazione sostitutiva. Non è semplice, perché ci sono una molteplicità di norme che entrano in gioco.

  PRESIDENTE. Penso che siamo tutti d'accordo sul tenere un incontro con i tre soggetti interessati.
  Qual è la percentuale di scarti accettabile ? Inoltre, come è possibile che i cittadini debbano fare l'archiviazione – perché di questo si tratta, non di conservazione – per qualsiasi bollettino che pagano alla posta ? Se viene accusato di non aver pagato il bollo della macchina, il cittadino deve dimostrare di aver archiviato il documento, anche se l'ente Poste oggettivamente già lo possiede. Quando un documento viene richiesto il cittadino per legge deve provare di averlo archiviato, anche se ha già pagato, e questo succede anche per altre cose (un esempio è il caso delle cartelle pazze).
  Come Commissione ringraziamo il presidente per avere lanciato l'idea di aumentare i campi, perché la vera innovazione della fatturazione elettronica è quella di controllare la spesa pubblica, e penso che una delle cose più importanti che l'Italia deve fare è considerare quanto costi il riscaldamento in una scuola piuttosto che in un'altra, almeno nella stessa regione e rispetto alla stessa metratura, perché a volte si tratta non di disonestà del dirigente ma proprio di incapacità di controllo. Noi faremo dunque questa riunione con tutti i soggetti interessati alla questione, fermo restando che siamo tutti convinti che a marzo 2015 si debba partire. Immagino che sull'archiviazione del documento sia molto difficile riuscire a individuare un solo soggetto che archivi per tutti.

  ROBERTO CUNSOLO, consigliere nazionale e tesoriere. Sulla conservazione digitale il presupposto è che perché quel documento sia opponibile ai terzi in sostituzione del cartaceo, deve essere sottoposto a firma digitale e marcatura temporale, quindi, se il bollettino con cui ho parlato ho pagato il bollo auto lo scansiono, lo firmo digitalmente e gli applico la marcatura temporale, il bollettino cartaceo lo butto, e quello elettronico diventa opponibile ai terzi ai sensi del codice civile. Però un software di SOGEI sull'archiviazione sostitutiva lo possiamo pure chiedere.

  PRESIDENTE. Per quanto io ami l'informatica, vi posso garantire che è una Pag. 12cosa molto complicata, perché l'archiviazione di un documento specialmente se è una fattura non può essere fatta solo da un soggetto, ma i soggetti devono essere due.

  GERARDO LONGOBARDI, presidente consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Il tempo è tiranno e non vogliamo rubarvene di più, avevamo indicato e quindi eventualmente potrebbe formare oggetto dell'incontro ipotizzato dal Presidente il problema dei rapporti in particolare tra Anagrafe tributaria e professionisti, perché avremmo molte proposte e ci sarebbero molte possibilità di ridurre le criticità che oggi ravvisiamo: insomma vogliamo essere propositivi.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.