XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 54 di Giovedì 13 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione di rappresentanti della Fondazione Enasarco.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Costa Gianroberto , vicepresidente della Fondazione Enasarco ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Costa Gianroberto , vicepresidente della Fondazione Enasarco ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Favero Nicoletta  ... 7 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 7 
Puglia Sergio  ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Costa Gianroberto , vicepresidente della Fondazione Enasarco ... 11 
Maggi Giovanni , vicepresidente della Fondazione Enasarco ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.40.
  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti della Fondazione Enasarco.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato, alla luce della recente evoluzione normativa ed organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del dottor Gianroberto Costa, vicepresidente dell'Enasarco. Avverto che il dottor Costa è accompagnato dal dottor Giovanni Maggi, vicepresidente dell'Enasarco, dal dottor Carlo Bravi, direttore generale dell'Enasarco e dalla dottoressa Carolina Farina, dirigente del Servizio bilancio dell'Enasarco.
  Prima di darvi la parola mi consentirete di evidenziare l'assenza del presidente dell'Enasarco. Senza nulla togliere ai vicepresidenti, voglio stigmatizzare con forza questa sua assenza, che è un'offesa alla Commissione, perché lui aveva preso degli impegni nei nostri riguardi e doveva fornire ulteriori precisazioni alla Commissione.
  Ci aveva anche detto che avrebbe inviato dei documenti che noi non abbiamo mai ricevuto. Credo che questo non sia un comportamento corretto, di cui prendiamo atto traendone le dovute considerazioni.
  Mi sembrava giusto sottolineare questo aspetto, e cedo ora la parola al dottor Costa per la sua relazione introduttiva, dopo la quale i commissari porranno le domande che riterranno opportune sulla situazione di Enasarco, che non ci sembra molto tranquilla.

  GIANROBERTO COSTA, vicepresidente della Fondazione Enasarco. Presidente, prendo atto delle sue osservazioni, il presidente aveva un impegno istituzionale proprio in funzione di Enasarco, ci dispiace...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, dopo non la interromperò più, ma noi lo avevamo avvertito con molto anticipo, quindi gradiremmo non avere delle scuse diplomatiche che non servono a nessuno. Avevamo avvertito il presidente di Enasarco in netto anticipo, prendiamo atto che non è venuto, ma queste scuse diplomatiche in questa circostanza non servono.

  GIANROBERTO COSTA, vicepresidente della Fondazione Enasarco. Grazie, presidente. Comincerei con qualche breve accenno alla previdenza Enasarco.
  Enasarco è nata da un accordo con le parti sociali 75 anni fa. Per la professione degli agenti di commercio, l'origine contrattuale, opera delle parti sociali, è stata ancora più determinante, perché ha riguardato sia la disciplina contrattuale, sia la tutela previdenziale.Pag. 3
  Il Codice del commercio del 1865 non conteneva infatti alcuna regola e non prevedeva alcuna tutela per l'attività di agenzia, ed era possibile perciò ogni forma di abuso e di concorrenza sleale. Furono le parti sociali che supplirono a questa mancanza.
  Con gli accordi economici collettivi del 1935 e del 1938, la Federazione degli industriali e commercianti e la Federazione nazionale agenti di commercio concordarono una vera disciplina dell'attività di agenzia e tale disciplina nel 1942 fu poi riprodotta quasi alla lettera nel Codice civile tuttora vigente. Nello stesso anno un accordo economico portò le rappresentanze degli agenti e proponenti alla costituzione di un ente per la tutela previdenziale di queste categorie di lavoratori, e così nacque l'Enasarco, poi riconosciuto con Regio decreto del 1939.
  Dal 1938 in poi la tutela previdenziale degli agenti è sempre stata a carico unicamente delle parti sociali, agenti e imprese proponenti, senza alcun contributo da parte dello Stato. La prima forma di tutela era contro la disoccupazione, realizzata mediante l'obbligo di accantonamento presso l'Enasarco di una somma a carico delle imprese proponenti, che veniva liquidata all'agente al momento della cessazione del rapporto contrattuale.
  Successivamente, con gli accordi economici del 1956 e 1958, le parti sociali hanno previsto le prime forme di tutela pensionistica, e queste tutele sono diventate obbligatorie per tutti, perché gli accordi furono resi efficaci erga omnes con specifici decreto del Presidente della Repubblica del 1960 e 1961.
  La prima tutela previdenziale pubblica degli agenti a iniziativa dello Stato è intervenuta nel 1966 con la legge n. 613, che ha introdotto l'assicurazione generale obbligatoria per gli esercenti attività commerciali, comprendendo in questa categoria anche gli agenti di commercio, ma tuttavia mantenendo ferma per gli agenti la tutela offerta dalla previdenza Enasarco, divenuta così integrativa della previdenza di base.
  Gli agenti di commercio sono stati tra i primi lavoratori ad avere una doppia tutela previdenziale, e ciò ha un valore fondamentale in termini di tutela sociale, soprattutto in seguito all'introduzione del sistema di calcolo contributivo. Successivamente la previdenza Enasarco è stata ridisciplinata con la legge del 2 febbraio 1973, in parte tuttora in vigore, e privatizzata per effetto del decreto legislativo n. 509 del 1994.
  Il sistema previdenziale Enasarco è stato infine riformato con l'approvazione del Regolamento dell'attività istituzionale entrato in vigore il 1 gennaio 2004, contenente il passaggio al sistema di calcolo contributivo dei trattamenti pensionistici, e poi ulteriormente e profondamente riformato a decorrere dal 1 gennaio 2012, per assicurare la stabilità finanziaria di lungo periodo della gestione previdenziale.
  La Fondazione Enasarco eroga pensioni di vecchiaia, inabilità, invalidità e a favore dei superstiti, nonché forme di prestazione integrativa di previdenza. La pensione di vecchiaia dal 2019 sarà a regime e sarà necessario raggiungere 67 anni di età e 20 anni di contribuzione per ottenere questa prestazione, purché la somma tra gli anni compiuti di età anagrafica e l'anzianità contributiva risulti almeno pari a 92, attraverso un percorso di innalzamento graduale.
  Il calcolo della pensione si effettua con metodo totalmente contributivo, se l'iscrizione è posteriore al 1 gennaio 2004. La pensione di inabilità è riconosciuta in presenza di una situazione di inabilità al lavoro permanente e assoluta, che determina la cessazione di tutti i contratti di agenzia, e reversibile calcolata con lo stesso metodo della pensione di vecchiaia. I requisiti sono: permanente e assoluta incapacità di svolgimento di qualsiasi attività lavorativa e almeno 5 anni di contributi obbligatori, di cui almeno uno nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda. La cessazione è l'ultimo requisito di tutti i rapporti di agenzia.
  La pensione di invalidità è riconosciuta nel caso di riduzione della capacità lavorativa Pag. 4di oltre due terzi. I requisiti minimi sono: 5 anni di contributi obbligatori di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda, un'invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi. Abbiamo poi la pensione ai superstiti, che può essere reversibile se l'agente deceduto era già pensionato Enasarco, oppure indiretta se non era ancora in pensione, ma con 20 anni di anzianità contributiva e almeno cinque anni, di cui uno però nel quinquennio antecedente il decesso.
  Le prestazioni assistenziali consistono in una polizza assicurativa a copertura dei rischi di infortunio, e altre prestazioni assistenziali come soggiorni termali, soggiorni estivi per i figli minori degli iscritti, borse di studio per diplomi e lauree, assegni di nascita o adozione, assegni per maternità, assegni funerari, assegni per l'assistenza personale permanente (case di riposo) erogazione per stati di bisogno particolari.
  I contributi previdenziali sono a carico degli agenti e dei proponenti, cioè le case mandanti, per il 50 per cento ciascuno; le aliquote contributive crescono gradualmente, passando dal 13,50 del 2012 per giungere al 17 per cento come previsione nel 2020.
  I contributi si calcolano però entro dei massimali provvigionali, nel 2014 pari a 23.000 euro per agenti plurimandatari e 35.000 euro per agenti monomandatari. Sono anche previsti dei minimali di contribuzione di 417 euro e 834 euro rispettivamente per gli agenti plurimandatari e monomandatari.
  Gli agenti attivi, cioè coloro che sono iscritti e pagano i contributi, nel 2013 erano 246.000, mentre gli agenti attivi nell'ultimo triennio sono quasi 300.000. È da sottolineare che il numero degli iscritti attivi da alcuni anni diminuisce di circa 4.000 unità ogni anno.
  Questo fenomeno non risulta tuttavia aver corrispondenza con i dati registrati dalle Camere di Commercio riguardo all'iscrizione degli intermediari commerciali, in buona parte agenti di commercio, che sembrerebbero invece in aumento. Di conseguenza, si può legittimamente dedurre che la diminuzione del numero degli agenti sia determinata non tanto dalla perdita di lavoro, quanto da trasformazioni in altre forme di collaborazione, sempre nell'ambito dell'intermediazione commerciale.
  In altre parole, si è in presenza di un chiaro indice di evasione contributiva mediante simulazione un contratto atipico, per lo più di procacciatore di affari ma non solo, che nasconde invece un'attività di agenzia. Ne è prova il fatto che quasi nel 70 per cento dei casi di evasione contributiva accertati da Enasarco viene riscontrata la presenza di un contratto simulato e che per quasi il 50 per cento dei verbali ispettivi il debitore si avvale della facoltà di pagare immediatamente o di richiedere il pagamento in forma rateale, così riconoscendo l'avvenuta evasione.
  Gli agenti sono per il 70 per cento plurimandatario e per il 30 per cento monomandatari, ma il 65 per cento circa dei plurimandatari in realtà riceve versamenti contributivi da una sola impresa. Tra gli agenti che hanno anzianità contributiva superiore a quella minima pensionabile i plurimandatari sono il 78 per cento.
  Questi due fenomeni inducono anche in questo caso a ipotizzare una fascia di evasione contributiva mediante simulazione di un contratto diverso da quello reale, ovvero la simulazione di contratti di plurimandato in luogo di quelli di monomandato.
  Nell'anno 2013 i contributi complessivamente versati sono stati 935 milioni, di cui 862 per gli agenti persone fisiche, contributi che vengono destinati a montanti contributivi, 73 milioni per gli agenti persone giuridiche, contributi che vengono destinate all'assistenza e solidarietà di categoria.
  La spesa per le prestazioni pensionistiche nel 2013 è stata pari a 888 milioni, i beneficiari delle prestazioni pensionistiche sono stati 122.168. La Fondazione inoltre ha destinato 18 milioni alle prestazioni Pag. 5integrative di previdenza, di cui 11 milioni per la polizza assicurativa coperture rischi, infortuni e malattie, di cui hanno beneficiato ben 4.000 agenti indennizzati, e 7 milioni per altre prestazioni integrative di previdenza a favore di 7.000 agenti, che vanno dalle borse di studio all'assistenza per deficit funzionali. In totale, pertanto, nel 2013 11.000 agenti hanno beneficiato delle prestazioni integrative di previdenza.
  Come sapete, il patrimonio di Enasarco è in gran parte costituito da immobili di proprietà. Riteniamo opportuno in questo evidenziare l'importanza dell'apporto della Fondazione Enasarco nell’housing sociale. Su questo versante, infatti, la fondazione è impegnata in vari fondi aventi a oggetto progetti di housing sociale per un totale di circa 75 milioni di euro, dei quali gran parte con il «Fondo Investimenti per Abitare» gestito da Cassa depositi e prestiti (50 milioni). La Fondazione supporta inoltre la concessione di mutui agli agenti di commercio per l'acquisto della casa di abitazione o dell'ufficio, per un totale stanziato di 60 milioni di euro.
  La principale operazione di housing sociale della Fondazione è il progetto di dismissione degli immobili di proprietà con diritto di prelazione agli inquilini, e la primaria forma di tutela nei confronti di tutti gli inquilini è rappresentata proprio dalla possibilità per ciascun conduttore di accedere all'acquisto dell'unità immobiliare locata, oltre a interventi di sostegno a favore delle famiglie socialmente più deboli.
  A fronte di 17.200 unità immobiliari ad uso abitativo, la fondazione ha inviato oltre 13.000 lettere per l'esercizio del diritto di prelazione, mentre i complessi immobiliari per i quali sono state già iniziate le compravendite talora ultimate sono 156 su un totale di 212.
  Il 90 per cento degli inquilini ha esercitato il diritto di prelazione e di questi ben 7.000 hanno già acquistato il loro appartamento. Altri lo compreranno nei prossimi mesi, perché la Fondazione, con un accordo con le organizzazioni sindacali degli inquilini, non conferisce gli appartamenti locati ai fondi se non dopo un anno dall'invio della lettera di prelazione e dopo almeno 6 mesi dalla data del primo rogito.
  I restanti inquilini, che hanno esercitato la prelazione ma non hanno acquistato, potranno comunque farlo direttamente dai fondi Enasarco. Con l'accordo con le organizzazioni sindacali degli inquilini sottoscritto nel luglio del 2014, si prevede per gli inquilini che non abbiano potuto comprare per mancata concessione del mutuo due ulteriori forme di tutela: l'acquisto dal fondo alle debite condizione riconosciute in precedenza da Enasarco (riduzione del prezzo nella misura del 30 per cento e ulteriore 10 per cento per mandato collettivo, mutui convenzionati, rogiti notarili a costo ridotto), e la sottoscrizione di un contratto di locazione con clausola di opzione all'acquisto, che attribuisce la possibilità di comprare l'appartamento entro 8 anni allo stesso prezzo già fissato nella lettera di prelazione, con detrazione di tutti i canoni di locazione corrisposti e un addebito di un modesto interesse sul capitale (2 per cento).
  Il confronto con le organizzazioni sindacali degli inquilini ha inoltre consentito di individuare, per i conduttori che non vogliano o possano acquistare, un ventaglio di tutele che non ha uguali in nessuna esperienza di dismissione immobiliare in Italia né pubblica, né privata.
  Per gli inquilini soggetti deboli sono garantite le seguenti tutele: locazione di 5 anni più 3 anni al canone di locazione concordato con l'organizzazione sindacale degli inquilini per nuclei familiari in possesso di prestabiliti requisiti reddituali, i limiti reddituali sono maggiorati nel caso di presenza di un portatore di handicap e adeguati alle variazioni annuali Istat fino al termine del processo di vendita; locazione di 6 anni più 3 anni al canone concordato con l'organizzazione degli inquilini ai conduttori con grave disagio economico, che usufruiscano di sovvenzioni a carico di enti pubblici, Comuni e Municipi. Altre misure di tutela concernono la vendita dell'usufrutto ai nuclei familiari composti da soli ultrasettantenni con valore determinato in base alle tabelle ministeriali e con applicazione della consueta Pag. 6riduzione del 30 più 10 per cento; vendita del diritto di abitazione ai nuclei familiari composti da soli ultrasettantenni, il cui valore è direttamente in misura proporzionale al carico di locazione corrisposto e inversamente proporzionale all'età anagrafica dell'acquirente conduttore; vendita rateale del diritto di abitazione, determinato come sopra e rivalutato del 4 per cento con rata pari al canone di locazione corrisposto al momento dell'esercizio della prelazione.
  In sintesi, la bontà del progetto di dismissione degli immobili è dimostrata dal fatto che è l'unica grande operazione di vendita di immobili abitativi attualmente in corso in Italia ad aver raggiunto uno stato così avanzato, il 75 per cento del complesso immobiliare, e di ampio successo. La bontà del progetto risiede nel fatto di essere riuscito a conciliare due interessi egualmente meritevoli di tutela sociale e tuttavia contrapposti: il diritto della categoria degli agenti a vedere salvaguardato il valore dei beni acquistati con i contributi versati, beni che costituiscono una garanzia per le future pensioni, l'interesse degli inquilini a diventare proprietari dell'abitazione in cui risiedono spesso da lungo tempo.
  Tale conciliazione di opposti interessi è riuscita con il concorso di ben sette organizzazioni sindacali degli inquilini e prosegue con successo e costantemente in termini di vendite effettive, nonostante la crisi dei mutui e la crisi economica, a dimostrazione dell'intrinseca bontà dell'iniziativa.
  Ultimo tema che, se mi consentite, vorrei trattare è quello concernente i profili negativi dell'estensione di norme della Pubblica amministrazione al sistema degli enti previdenziali privatizzati. Come è noto, la legge finanziaria del 2005 ha fissato dei limiti alla spesa complessiva delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato e individuate nell'elenco allegato alla stessa legge, attribuendo all'Istat il compito di individuare successivamente le amministrazioni da considerare nell'ambito del bilancio consolidato dello Stato, quello che viene chiamato «elenco Istat».
  Nella compilazione di tale elenco l'Istat ha espressamente dichiarato di voler mutuare la classificazione della metodologie adottate nell'ambito dell'Unione europea, per la creazione di un sistema statistico che consentisse all'Unione europea di conoscere la realtà economica di ciascun Paese.
  Nonostante le Casse non ricevano finanziamento da parte dello Stato, il Consiglio di Stato con la nota sentenza n. 6014 del 2014 ha affermato che le Casse anche se private assolvono a una funzione pubblica e pertanto è da considerarsi legittimo il loro inserimento nell'elenco Istat.
  L'elenco Istat non ha tuttavia avuto valore solo statistico contabile, bensì è stato utilizzato quale veicolo per applicare alle Casse disposizioni normative, che, se potevano avere qualche significato per gli enti pubblici, non si adattano assolutamente alla realtà di quelli previdenziale privatizzati e privati, né tantomeno alla loro realtà giuridica, connotata da princìpi di autonomia amministrativa e contabile.
  In particolare, mediante il rinvio all'elenco Istat è stato previsto il blocco del trattamento economico complessivo dei lavoratori per gli anni dal 2011 al 2014, l'applicazione di tagli su consumi intermedi in attuazione delle norme in materia di spending review nella misura dapprima del 5 per cento, poi del 10 per cento, poi del 12 e infine del 15 per cento, i cui risparmi tuttavia sono stati destinati allo Stato e non a beneficio delle stesse Casse, pertanto introducendo in realtà una nuova forma di tassazione.
  Le suddette norme sono controproducenti e anche vessatorie (la seconda), se estese al mondo delle Casse privatizzate e private. Entrambe le norme infatti consistono in meri tagli lineare alla spesa per il personale, cristallizzata a quella del 2010, e ai consumi intermedi.
  Per quanto attiene ai costi per il personale, la Fondazione Enasarco ha già da alcuni anni operato nel senso di ridurre la Pag. 7spesa per il personale e non semplicemente cristallizzarla al 2010. Tale riduzione è stata operata in misura altamente significativa, come dimostra il semplice confronto tra il bilancio consuntivo 2010 e quello 2013. Nel 2010 la spesa per il personale è stata di circa 39,8 milioni, nel 2013 la spesa per il personale è stata di circa 34 milioni.
  Lo sforzo per la razionalizzazione dei processi produttivi e per la lotta agli sprechi, che ha consentito tali risultati, potrebbe consentire risultati anche maggiori attraverso la rinegoziazione degli istituti dei contratti collettivi nazionali e integrativi, oggi invece impossibile a causa del summenzionato blocco della retribuzione.
  La spending review dal canto suo è una misura unicamente vessatoria, considerato che i risparmi effettuati sui consumi intermedi devono essere comunque destinati allo Stato e non alla categoria assistita degli agenti del commercio.
  Si potrebbe anche far cenno infine all'attuale progetto per l'elevazione della tassazione delle rendite finanziarie degli enti previdenziali dal 20 al 26 per cento, formulata nell'assoluta dimenticanza che tali rendite non hanno origine né finalità speculative, bensì corrispondano alla chiara e precisa funzione sociale rappresentata dall'erogazione di trattamenti pensionistici ai sensi dell'articolo 38 della Costituzione.
  Per il momento mi fermo qui e ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  NICOLETTA FAVERO. Ricordo di avere consegnato al presidente Boco, nell'ultimo incontro che avevamo avuto qui in Commissione Enti Gestori, un'interrogazione sulla questione dei silenti, interrogazione molto articolata e in merito alla quale lo stesso mi aveva assicurato una risposta, che tuttavia ad oggi non vedo come non vedo neanche il presidente.
  Di questo mi lamento con forza, anche perché alla questione dei silenti – tuttora non risolta – era stata posta attenzione da parte di tutta la Commissione. In un periodo di grande crisi, in cui chi ha versato qualcosa come 30-40.000 euro non si vede riconoscere nulla e in cui agenti di commercio raggiungono i 50-55 anni senza prospettive, questa situazione è eticamente poco corretta.
  Andiamo invece alla questione delle case. Mi risulta che ci siano delle criticità, perché da un patrimonio immobiliare di 4,7 miliardi si incassano proventi modesti. Quando un buon padre di famiglia che ha in gestione un patrimonio di questa entità non riesce a capitalizzare, a raddrizzare la gestione immobiliare che mi pare problematica, qualche problema me lo pongo e ve lo pongo.
  Mi risulta che il patrimonio mobiliare che è pari a 4,747 miliardi abbia garantito flussi cedolari netti per soli 29,6 milioni, cioè lo 0,66 per cento, e intendo ricordare anche la vicenda derivante dal titolo Anthracite, cosa di cui oggi non ho sentito parlare, con le problematiche relative alla protezione del capitale e quei 500 milioni, che pare ci siano però, se ci saranno, ci saranno solo nel 2039 !

  GIUSEPPE GALATI. Ringrazio il vicepresidente Costa per il garbo, anche perché essendo in sostituzione di qualcuno ci si fa carico delle questioni precedenti.
  Vorrei sottoporle la tematica che riguarda il nuovo Statuto che il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 9 ottobre di quest'anno per quanto riguarda una specifica categoria da cui sono emerse proteste, cioè la Federazione italiana agenti immobiliari professionali in ordine alla definizione della platea dei soggetti ai quali spetta il versamento dei contributi pensionistici integrativi.
  L'articolo 2 di questo nuovo Statuto prevede che tra gli scopi istituzionali della Fondazione rientri anche la tutela previdenziale obbligatoria integrativa anche in favore di coloro che svolgono attività di Pag. 8intermediazione, quindi si allargherebbe la categoria contributiva al 95 per cento degli intermediari immobiliari.
  Questa categoria si lamenta ritenendola penalizzante per il mondo dei mediatori, in particolare per i giovani che si apprestano a iniziare questa attività. Vorremmo quindi avere dalla Fondazione dei chiarimenti in ordine ai profili d'incidenza di questa riforma dello Statuto su questo comparto della mediazione e agli eventuali fattori penalizzanti per questa categoria professionale.

  SERGIO PUGLIA. Il Presidente Di Gioia ha già sottolineato l'indignazione per la mancata presenza del presidente Boco. Lei, vicepresidente Costa, parlava di un impegno istituzionale, ma è proprio questa audizione ad essere un impegno istituzionale !
  Detto questo, visto che le risposte fornite nelle precedenti occasioni non hanno soddisfatto le nostre domande, abbiamo chiesto i dati direttamente al Ministero del lavoro tramite un opportuno accesso agli atti, dati che ci sono stati prontamente forniti dalla Direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro qualche giorno dopo la sostituzione del dottor Gambacciani dalla responsabilità della direzione.
  Fra di essi c’è un documento della COVIP del 28 giugno 2013, Esito degli approfondimenti condotti sulla gestione delle obbligazioni strutturate e relativi allegati, che contiene alcune risposte alle domande rivolte al presidente Boco, che sono ancora oggetto di analisi «vista una serie di criticità anche gravi e di scarsa chiarezza» – per citare il dottor Tarelli – che meriterebbero sessioni di approfondimento in separata sede.
  Assistenza sanitaria. Abbiamo visto che è stata fatta una gara nel 2013 nell'area assicurazioni per assistenza sanitaria integrativa, dove non era prevista dal vostro bando di gara la figura di intermediario, con la motivazione del risparmio dei costi commissionali. L'aggiudicatario che ha vinto è stato UniSalute del gruppo Unipol. Sul vostro portale è pubblicato un estratto con omissis, ce lo potete fornire senza omissis ?
  Si conferma che non ci sia un intermediario, sia esso un agente o un broker, fra la Fondazione e il vincitore della gara, UniSalute ? In caso positivo, oltre a fornirci il nome di questo intermediario, è vero che non ci sono accordi fra tale intermediario e la UILTUCS ?
  Il presidente Boco è anche vicepresidente del Consiglio direttivo del Fondo Est. Sul sito web del Fondo Est si afferma che esso «mette a disposizione dei propri iscritti una vasta rete di strutture pubbliche e private convenzionate con UniSalute. Le strutture poliambulatoriali (case di cura e studi odontoiatrici) sono capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale e garantiscono una risposta adeguata alle esigenze degli iscritti. UniSalute nasce nel 1995 da Unipol, primario gruppo assicurativo finanziario nel panorama italiano, e all'interno del gruppo UniSalute si occupa esclusivamente delle polizze sanitarie, con lo scopo di fornire piani sanitari a prezzi competitivi e con elevato contenuto di servizio al cliente».
  UniSalute – lo ripeto – si aggiudica la gara della Fondazione Enasarco. Vi risulta che quanto scritto corrisponda al vero ? Non le sembra che ci sia un conflitto di interessi che vizia la serenità di giudizio della gara, trovandosi Fond Est e UniSalute in posizioni di vantaggio competitivo improprio ?
  Sempre nel bilancio 2013 emerge che la Fondazione copre il saldo negativo della gestione previdenziale nel 2013 di circa 19 milioni con la gestione dell'assistenza, che ha invece un saldo positivo per 54 milioni di euro, quindi l'assistenza copre il deficit della previdenza.
  Non solo: in termini assoluti chiede 72 milioni di euro richiesti come contributi ai propri iscritti ed eroga 18 milioni di euro come prestazioni, 8 milioni in più rispetto al 2012. Nel caso in cui la Fondazione abbia espresso un gradimento preferenziale verso UniSalute e Fondo Est, non trova che la Fondazione sia in posizione di conflitto di interessi, facendo volutamente crescere la spesa assistenziale dei propri Pag. 9iscritti in modo magari non strettamente necessario, a potenziale vantaggio degli intermediari, delle assicurazioni e delle strutture medico-assistenziali ? Ricordiamo che nel bando l'intermediario non era previsto, però siamo qui ad ascoltarvi.
  Rapporti con Optimun Asset Management. In base a documentazione in nostro possesso ricevuta in forma anonima, vorremmo alcune delucidazioni in merito alla gestione Optimum Asset Management. Il 28 ottobre 2013 Optimum, in qualità di investment management invia una missiva alla Fondazione sulla gestione del comparto dedicato di diritto maltese del fondo Futura Fund SICAV p.l.c. denominato «Newton».
  All'interno di tale documentazione vi sono molte osservazioni in merito ai rilievi che sono stati esposti sulla gestione del comparto Newton. Prima domanda: c’è una logica legata all'investimento relativo all'immobile Exchange Palace, ex sede della Borsa di Budapest in Ungheria, quando invece in Italia la Fondazione sta dismettendo il comparto immobiliare ?
  Dopo tale missiva del gestore, il Servizio finanza analizza quanto ricevuto e il 31 ottobre informa il CdA della Fondazione Enasarco affermando: «tale nota contiene una pluralità di informazioni inesatte (almeno 19) e non corrispondenti alla realtà dei fatti». A fronte di questo, quali azioni avete intrapreso in merito a questa missiva del gestore ?
  Silenti e gestione mobiliare. Ci è stato detto in questa Commissione che la situazione pregressa dei cosiddetti «silenti» non è gestibile, altrimenti si mette in crisi la sostenibilità della Fondazione. Chiedo: perché la situazione dei conti e del bilancio Enasarco si è così deteriorata rispetto al 2007 ? Allora, infatti, il Commissario straordinario Pollastrini affermava quanto segue: «l'analisi del bilancio tecnico previsionale dei successivi quarant'anni evidenzia un saldo previdenziale positivo per 9 anni, un saldo corrente positivo per 13 anni e un patrimonio netto a fine anno positivo fino al 2029».
  Il bilancio tecnico rielaborato per permettere la portabilità e la possibilità di totalizzazione delle contribuzioni versate dai silenti mostra che il saldo previdenziale rimane positivo per 8 anni, il saldo corrente per 12 e un patrimonio netto a fine anno positivo fino al 2029.
  Rispetto ai risultati del bilancio tecnico senza questa variante, si nota che aumenta l'importo annuo delle uscite per pensioni, mentre l'ammontare annuo delle entrate per contributi rimane sostanzialmente invariato. Pertanto il saldo previdenziale e il saldo corrente rimangono positivi un anno in meno, mentre il patrimonio netto rimane positivo per lo stesso numero di anni.
  Il patrimonio in caso di portabilità concessa ai silenti è sufficiente a coprire la riserva legale per un anno in meno rispetto ai 23 anni di bilancio tecnico senza questa variante, ben poca differenza, certamente gestibile con la volontà politica di gestire i silenti.
  Vengo alla domanda: è il profondo sbilanciamento della struttura degli asset della Fondazione dalla fine del commissariamento ad oggi che rende impossibile gestire i silenti, dando loro la possibilità di portabilità dei contributi da loro versati senza scassare i conti della Fondazione ?
  È il fatto che la Fondazione Enasarco ha un patrimonio di redditività risibile, attorno all'1 per cento al netto delle componenti straordinarie legate alla dismissione di immobili, con rischi assolutamente inappropriati per il rendimento citato che crea il problema ? È il fatto che tale patrimonio è sbilanciato fortemente su titoli illiquidi, concentrato in maniera abnorme sul Real Estate diretto e indiretto, compresi fondi immobiliari e partecipazioni all'interno di OCR ? È SICAV ancora legato pesantemente a FICAB con titoli strutturati a valore di mercato depresso, che rende impossibile gestire i silenti ?
  Sono le avventure della Fondazione alle isole Mauritius con la Time and Life di Raffaele Mincione, i corporate bond acquistati nei paradisi fiscali zeppi di azioni della Banca Popolare di Milano fino a 265 milioni di euro di valore di mercato a febbraio 2012, acquistati da veicoli senza i Pag. 10requisiti appropriati per emettere obbligazioni su un patrimonio sostanzialmente inesistente al di fuori delle azioni citate, che impedisce di gestire i silenti ?
  O è la storia infinita dei fondi Athena, delle ristrutturazioni delle note strutturate infarcite di derivati e hedge fund a Malta e in Lussemburgo con la GWM di Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini, di Rovati, di Massimo Caputi, e la Futura Fund Sicav e la Optimum Asset Management di Alberto Matta che impediscono di gestire oggi i silenti ?
  Sono brillanti operazioni come quelle di coprire con opzioni put di Credit Suisse del costo di 420 milioni di euro un capitale investito di 780 milioni di euro, già protetto interamente da obbligazioni della medesima Credit Suisse, o il fatto di iscrivere a bilancio una Sicav che vende 780 milioni di asset nominali di CSM a 317 milioni di euro senza che la Fondazione svaluti di un euro quella posta, che impedisce di gestire oggi i silenti ?
  È il fatto di aver raddoppiato la durata del rimborso in «investimenti alternativi» ossia note strutturate, complesse, opache ed illiquide senza avere extra-performance, ma anzi al solo fine di ricostruire una garanzia sul capitale iniziale a distanza di trent'anni, che impedisce di gestire oggi i silenti ?
  È la brillante idea di investire in «Europa Plus Res Capital Protection» 1 miliardo di euro del 2009 per riavere 1 miliardo di euro nel 2039, con una perdita equivalente al tasso di sconto del 2 per cento di 450 milioni di euro in termini reali, che impedisce di gestire i silenti ?
  Sulla base quindi di quanto illustrato a proposito di: la situazione patrimoniale della Fondazione nel 2007 e la relazione Pollastrini che dice che garantire la portabilità dei contributi dei silenti è sostenibile; la pessima gestione finanziaria sopra citata, riconducibile alla presenza del presidente Boco nel CdA della Fondazione; l'affermazione di Boco circa il fatto che la situazione dei silenti, ovvero totalizzare i loro contributi e farglieli portare in un altro strumento pensionistico mini i conti della Fondazione e la sua sostenibilità futura; per quanto mi riguarda le osservazioni del Presidente Boco di fronte a questa Commissione sono tutto fuorché credibili.
  Relativamente alla gestione degli immobili evidenzio le seguenti questioni elencandole singolarmente:
   1) Il presidente Boco ha mai informato il CdA e il Collegio dei Sindaci che esiste un contenzioso tra gli inquilini di Enasarco, che riguarda 250 appartamenti, sulle valutazioni dei prezzi delle case vendute attraverso le prelazioni ?
   2) Il presidente Boco ha informato il CdA che un giudice aveva disposto con ordinanza la presenza del legale rappresentante o di un suo procuratore per risolvere con gli inquilini il contenzioso ?
   3) Il presidente Boco ha informato il CdA o il Collegio dei Sindaci che rilasciava procura al dottor Tibaldeschi affinché si presentasse dinanzi al giudice il 22 ottobre 2014 per negare, rifiutare e/o respingere ogni ipotesi transattiva con gli inquilini in causa ?
   4) Il presidente Boco ha informato il CdA che le valutazioni fatte sugli immobili e contestate dagli inquilini nel corso delle cause risalgono al 2010, perché le lettere sono state inviate nel 2013 ?
   5) Il CdA e il Collegio dei Sindaci sono a conoscenza o hanno mai visto le perizie che la Pratigest avrebbe dovuto fare per le valutazioni degli immobili ? All'interno di queste è scritto che «da una visione esterna del palazzo trattasi di immobile in buono stato manutentivo...», quindi si parla di perizie fatte guardando dall'esterno i palazzi !
   6) Visto che nel provvedimento cosiddetto «Sblocca Italia» è stato inserito l'articolo 23, che prevede la vendita a riscatto, cosiddetto Rent to buy, perché tale meccanismo non è utilizzato nelle vostre dismissioni ? Siamo a conoscenza che a luglio 2014 avete siglato un accordo molto simile a tale articolo, ma tale accordo non è come l'articolo 23 ed è troppo gravoso per gli inquilini. Prevede infatti a)Pag. 11il 30 per cento di aumento dell'affitto, b) la durata di 8 anni, c) il tasso del 2 per cento per ogni anno fino allo scadere degli 8 anni, quindi un aumento sul prezzo di casa del 16 per cento.
   7) Perché allora non prevede un'ipotesi simile all'articolo 23, che prevede una durata di 10 anni e non 8, non prevede alcun tasso annuo in più, non prevede alcun aumento dell'importo mensile del canone ? Questo forse permetterebbe a tanti inquilini di comprare casa, evitando le speculazioni degli avvoltoi sulle rivendite a terzi, aiuterebbe Enasarco che così facendo riuscirebbe a vendere tutto in poco tempo, tutelando così inquilini, iscritti alla Cassa e la stessa Enasarco.

  Se ritenuto utile, abbiamo una bozza di quanto ho illustrato che potremmo inviare successivamente. Grazie.

  PRESIDENTE. Avrei anche io chiarimenti da richiedere e qualche considerazione di merito, ma siccome il tempo a nostra disposizione è poco a causa dell'avvio dei lavori di Aula, potremmo concordare con voi una nuova data.
  Debbo peraltro dire che, avendo avuto il presidente i cosiddetti impegni istituzionali, ci interessa poco se la prossima volta sarà presente o meno, per cui potremmo stabilire sin da ora con voi un nuovo incontro in base alle vostre disponibilità.
  Ovviamente andremo in diretta audio e video come questa mattina, quindi coloro che ci seguiranno potranno avere un'opinione chiara ed immediata delle problematiche che investono la Fondazione Enasarco.

  GIANROBERTO COSTA, vicepresidente della Fondazione Enasarco. Presidente, se mi consente, vorrei fare una brevissima annotazione, e credo di poter parlare anche a nome dell'altro vicepresidente. Noi siamo neofiti all'interno di Enasarco ma siamo impegnati a garantire, specialmente in sedi istituzionali, la massima trasparenza dell'ente. Siamo stati designati per questo e quindi la collaborazione con questa Commissione sarà la più ampia possibile.

  GIOVANNI MAGGI, vicepresidente della Fondazione Enasarco. Vorrei aggiungere due cose anche io. Sono stato nominato in seno alla Fondazione su proposta di Giorgio Squinzi, quindi sono entrato nel CdA l'11 settembre scorso e il presidente Squinzi mi ha detto di avermi scelto per la trasparenza, la correttezza, la serietà e l'onestà. Proprio in coerenza di ciò ritengo che chi siede nel CdA di Enasarco abbia l'obbligo morale e il dovere di amministrare al meglio i soldi dei tantissimi agenti di commercio (220.000) che versano una parte del loro stipendio per garantirsi un futuro almeno discreto.
  Il mio impegno personale (da quando sono entrato ho fatto già 7-8 Consigli di Amministrazione) e quello della mia associazione è di fare il possibile perché questa gestione sia totalmente trasparente e sia soprattutto nell'interesse degli agenti di commercio, perché dobbiamo gestire al meglio i soldi delle loro pensioni, quindi c’è un obbligo morale ed etico molto importante.
  Cercheremo di dare le risposte a tutte le questioni poste, però tenevo a dirvi che la cosa sarà fatta con grande serietà. Io sono presidente di una territoriale di Confindustria – Lecco Sondrio – e faccio l'imprenditore di mestiere, quindi sul discorso dei costi sono molto attento. Grazie.

  PRESIDENTE. Avevamo capito che siete stati nominati da poco e anche sulla base di ciò abbiamo sottolineato l'assenza del Presidente Boco, perché con lui abbiamo avuto più audizioni e avevamo la necessità di avere un colloquio molto più approfondito.
  Ci fanno piacere le vostre dichiarazioni di impegno per Enasarco, abbiamo l'esigenza di ragionare con molta serenità su come potere garantire al meglio gli associati e per farlo abbiamo necessità di avere informazioni chiare.
  Noi abbiamo anche un altro compito gravoso: nel momento in cui veniamo a Pag. 12conoscenza di situazioni critiche, abbiamo il dovere di comunicare la nostra impressione e quindi anche la nostra proposta ai Ministeri vigilanti, con le debite conseguenze.
  Ovviamente non siamo ancora in questa fase, ma abbiamo la necessità di avere ulteriori risposte a questioni che richiedono assoluta precisione, come per esempio le SGR con cui avete rapporti, l'elenco dettagliato di tutti i fondi, mobiliari e immobiliari.
  Noi stiamo verificando nel mondo delle Casse l'esistenza di una serie di situazioni particolari che investono le fondazioni in generale e anche alcune società partecipate, perché mi risulta che tempo fa fosse stata manifestata l'intenzione di costituire delle società con enti statali per finalità che certamente non fanno onore a Enasarco e tantomeno a coloro che la rappresentano.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, aggiorno quindi il seguito di questa audizione per il 26 novembre prossimo, alle ore 8.30.

  La seduta termina alle 9.35.