XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 53 di Giovedì 6 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del Presidente dell'Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI), Serafino Zucchelli.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Zucchelli Serafino , presidente dell'ONAOSI ... 3 
Cavallero Giorgio , consigliere dell'ONAOSI ... 5 
Zucchelli Serafino , presidente dell'ONAOSI ... 5 
Cavallero Giorgio , consigliere dell'ONAOSI ... 5 
Zucchelli Serafino , presidente dell'ONAOSI ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Favero Nicoletta  ... 6 
Grasselli Aldo , vicepresidente dell'ONAOSI ... 7 
Cavallero Giorgio , consigliere dell'ONAOSI ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Zucchelli Serafino , presidente dell'UNAOSI ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Zucchelli Serafino , presidente dell'UNAOSI ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Documentazione presentata da ONAOSI ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.55.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente dell'Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI), Serafino Zucchelli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del Presidente dell'Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI), dottor Serafino Zucchelli.
  Avverto che sono presenti anche il dottor Aldo Grasselli, vicepresidente ONAOSI, e il dottor Giorgio Cavallero, consigliere ONAOSI. Do quindi la parola al Presidente Zucchelli.

  SERAFINO ZUCCHELLI, presidente dell'ONAOSI. Ringrazio il presidente e i membri della Commissione per la sensibilità che hanno avuto nell'invitarci.
  Il nostro ente è diverso da tutti gli altri enti previdenziali dell'elenco Istat: noi non eroghiamo pensioni, ma eroghiamo assistenza. Siamo il più vecchio degli enti in quanto nato nella seconda metà del 1800 e fin dal 1901, in epoca giolittiana, il Parlamento italiano, riconoscendo il significato sociale dell'opera, decise la contribuzione obbligatoria a carico di medici, veterinari e farmacisti dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
  Il tema era allora la tutela degli orfani, in quanto si moriva in giovane età, le famiglie avevano numerosi figli. Ricordo (sono medico) che negli anni 1967, 1968, 1970 la media di sopravvivenza dei medici era ancora di 5 anni inferiore a quella del resto della popolazione, a significare che lo stress della vita e altri fattori incidevano profondamente, ora spero che si sia corretto il gap, che però allora era tale !
  Noi per la legge istitutiva assistiamo gli orfani, ma successivamente questa obbligatorietà è stata integrata, per cui non solo assistiamo gli orfani dei sanitari deceduti, assistiamo gli orfani anche quando muore il coniuge o assistiamo lo stesso contribuente quando è in condizioni di disagio e difficoltà fisica e perde la capacità lavorativa. Questo soprattutto dopo che una legge del 2007 ha riformato radicalmente le funzioni e la governance dell'ente, con l'estensione, nell'ambito delle possibilità offerte dal bilancio, di occuparsi non solo degli orfani, ma anche delle famiglie dei contribuenti in senso lato e dei contribuenti stessi in condizioni di fragilità.
  È stata modificata la governance e siamo molto orgogliosi del fatto che siamo l'unico ente in cui chi governa è frutto di un'elezione diretta da parte dei contribuenti, secondo il principio che chi paga deve poter scegliere coloro ai quali affidare Pag. 4questo compito. Questo accade dal 2007 e noi siamo il primo gruppo nato da questa nuova governance.
  Attualmente gli orfani assistiti a casa sono 5.656, mentre circa 400 si trovano in strutture. Dall'originario Convitto di Perugia maschile e femminile, che è arrivato a contenere 4-500 orfani fino al 1960, si è introdotta una metodologia regolamentare molto più rispettosa del nucleo familiare, per cui i soldi vengono dati alle famiglie del superstite e quindi la maggior parte dei genitori residui tiene il bambino a casa e lo educa in famiglia.
  Poiché questa era un'esigenza sentita dal nostro corpo sociale, noi abbiamo sviluppato la creazione di collegi o centri formativi distribuiti per l'Italia, in cui vengono ospitati gratuitamente gli orfani che vanno all'università. Abbiamo quindi l'unico Collegio di Perugia in cui ospitiamo ancora minori (non più di 20-23 all'anno), quindi abbiamo tutti i rapporti con i giudici di tutela dei minori, e strutture in cui ospitiamo degli universitari, cioè dei maggiorenni, sparse per l'Italia.
  Ne abbiamo 2 a Torino, 1 a Pavia, 1 a Bologna, 2 a Padova, 2 a Perugia, 1 a Messina e 1 Napoli. Sono tutte di nostra proprietà tranne quella di Napoli, che è affittata. In queste strutture cerchiamo di facilitare l'apprendimento di una professione, assistendoli nel percorso universitario, quindi il nostro obiettivo non è soltanto quello di fare gli albergatori, ma anche garantire un corpo di educatori che si preoccupa dello sviluppo, della crescita e della maturazione civile delle persone che ci sono affidate. Questo è un compito che assumiamo con particolare interesse.
  Abbiamo circa 900 ospiti in queste strutture, di cui il 55-60 per cento sono assistiti vere e propri e gli altri invece sono figli di contribuenti che ospitiamo a condizioni più calmierate, con rette abbastanza modeste.
  Il numero dei dipendenti che abbiano per assolvere a questi compiti, che sembrerà elevato perché è di 231 (in verità sono 229, perché questi dati sono al 31 dicembre 2013), nasce dal fatto che noi non siamo solo uffici che danno pensioni, ma facciamo assistenza alla persona, basti pensare che nel solo Convitto di Perugia per 200 persone abbiamo 70-80 dipendenti, quindi c’è un servizio alla persona completo, ma anche negli altri collegi abbiamo sempre 5, 6 o 7 persone che si dedicano alle funzioni di cui vi ho parlato.
  Naturalmente in questi più di cento anni di vita dell'ente si è costituito un patrimonio mobiliare e immobiliare. Il patrimonio mobiliare è fatto di 262,34 milioni di euro (questo è il valore attuale), il patrimonio immobiliare, che oggi è più difficilmente quantificabile, viene stimato sui 130 milioni di euro a prezzi presunti di mercato secondo stime recenti.
  Per quanto riguarda i modi di investimento del nostro patrimonio di cui vi parlerà poi il dottor Cavallero, possiamo soltanto dire che i nostri investimenti sono i più prudenti del mondo, il 93,8 per cento sono Titoli di Stato italiani, soltanto lo 0,5 obbligazioni bancarie italiane e il 5,7 obbligazioni bancarie estere in dollari e sterline.
  Abbiamo una buona redditività del nostro patrimonio mobiliare (vedrete gli schemi) tra il 3,6 e il 3,49 per cento, e soprattutto non abbiamo intermediari, cioè noi non abbiamo affidato la gestione del nostro patrimonio mobiliare ad agenzie o società d'investimento, svolgiamo questo compito artigianalmente, se ne assume la responsabilità il Consiglio di Amministrazione; l'analisi delle proposte secondo uno schema e secondo dei criteri definiti che vi esporremo è proposta dal dottor Cavallero, che è particolarmente esperto in questo campo, e da un paio di anni a questa parte abbiamo soltanto la consulenza di un consulente esterno della Bocconi, il professor Gatti, che per cifre veramente modeste (15.000 euro lordi l'anno) svolge questo compito di advisor, per cui analizza le proposte e ci consiglia. Le nostre commissioni sui titoli sono dello 0,04 per cento.
  Voglio darvi due dati di bilancio. Noi abbiamo un bilancio che non è particolarmente rilevante, intorno ai 40-42 milioni di euro l'anno. I soldi che derivano dai contributi sono 23-24 milioni, perché Pag. 5l'entità del contributo è piuttosto bassa e non viene modificata da più di dieci anni.

  GIORGIO CAVALLERO, consigliere dell'ONAOSI. Sono 12,75 euro lordi mensili, corrispondenti a 7 euro netti e a 168 euro lordi annui.

  SERAFINO ZUCCHELLI, presidente dell'ONAOSI. Questo ci è permesso dal fatto che, avendo un modesto patrimonio, con la valorizzazione del patrimonio ci permettiamo di chiedere ancora contributi piuttosto bassi, contributi che per legge definisce il Consiglio di Amministrazione secondo criteri ben precisi.
  Per arrivare ai 40 milioni necessari per il funzionamento dell'ente, 23-24 milioni nascono dei contribuenti per obbligazione di legge statale, 11-12 milioni sono il flusso cedolare delle rendite, poi abbiamo degli affitti e delle rette dei paganti nei collegi e, come evidenziato da chi esamina il bilancio con attenzione, cosa che ha fatto la Corte dei conti, abbiamo delle plusvalenze perché compriamo e vendiamo di Titoli di Stato. Naturalmente non siamo dei traders però ogni tanto, quando vediamo che le condizioni di mercato sono tali, ci permettiamo di farlo e negli ultimi anni abbiamo conseguito risultati molto elevati. Adesso abbiamo una plusvalenza intorno ai 30 milioni.

  GIORGIO CAVALLERO, consigliere dell'ONAOSI. Questo perché proprio negli anni 2011-2012 noi abbiamo acquistato 200 milioni di euro di Titoli di Stato quando avevamo una cedola fissa intorno al 6 per cento.
  Erano titoli a cedola fissa e noi abbiamo fatto la cosa più semplice del mondo: siccome siamo già un ente che dipende dallo Stato, per noi il titolo di Stato non è un rischio aggiuntivo, ma è un rischio che comunque dovremmo correre. È stato molto utile acquistare una grande massa di risparmi ai titoli fissi di allora, che poi oggi danno rendita e danno anche per gli anni futuri una garanzia di un flusso cedolare.
  Anche dopo alcune brutte esperienze nella passata consiliatura, abbiamo stilato un decalogo di regole per investimenti mobiliari, per cui acquistiamo solo sui mercati regolamentari, solo titoli quotati, non acquistiamo mai da banche, privati, non acquistiamo titoli strutturati, non acquistiamo titoli subordinati. Questo alla fine ha fatto sì che abbiamo speso il 93 per cento in Titoli di Stato. Il resto sono titoli della BEI e qualche Titolo di Stato americano. Dobbiamo dire che aver rischiato di meno è anche quello che ha reso di più.
  Abbiamo questo consulente indipendente, direttore del corso di laurea di economia e finanza alla Bocconi di Milano, il Professor Stefano Gatti, e cerchiamo di fare delle cose più semplici possibili, mettendo trimestralmente sul sito la composizione del nostro portafoglio.
  Abbiamo anche usato il Titolo di Stato pluriennale, perché ci consente di avere un flusso cedolare costante nel tempo. Noi chiediamo poco ai nostri contribuenti (12,75 euro) e questo fa sì che con pochi soldi si riesca a integrare il patrimonio e a dare un'assistenza che è ancora attuale, perché 6.000 famiglie che hanno perso il reddito principale sono ancora sostenute.
  In passato si è discusso sull'utilità dell'ente, ma credo che sarebbe utile invece che le categorie che non lo possiedono si munissero di questo strumento, anche perché con il sistema contributivo in caso di premorienza non c’è più nulla, nemmeno un piccolo assegno. Che occorra una gamba assicurativa per assicurare la premorienza nel sistema previdenziale italiano mi sembra un fatto tanto ovvio, ma stranamente un po’ dimenticato.

  SERAFINO ZUCCHELLI, presidente dell'ONAOSI. Le considerazioni che ha introdotto il dottor Cavallero mi inducono a fare ulteriori precisazioni. Oggi, in una situazione di crisi economica molto forte, la classe media a cui noi apparteniamo è una classe in vistoso declino ed evidente sofferenza. Mai prima di assumere questa responsabilità avrei pensato che in famiglie Pag. 6di medici, veterinari, farmacisti si nascondessero situazioni di estrema difficoltà, come invece constatiamo.
  La considerazione quindi è la situazione oggettiva: un ente che va avanti con un filo di gas, che non costa una lira allo Stato, paga le tasse vistosamente, ed è in bilancio moderatamente attivo di 200-300.000 euro. Il nostro bilancio è sbilanciato di 3-4 milioni, quindi, se volessimo essere a pareggio senza le plusvalenze, bisognerebbe far pagare di più.
  Potendo godere ancora di questa situazione, copriamo la differenza di 3-4 milioni con le plusvalenze. Sinora l'abbiamo fatto e ne abbiamo ancora un numero tale che possiamo permetterci per i prossimi anni di ipotizzare un percorso di questo tipo.
  Altre due o tre cose di cui siamo particolarmente orgogliosi. Intanto la gestione: quando siamo andati lì gli organi statutari costavano 1.300.000 euro, ogni anno siamo calati e adesso costano 750.000 euro. Ci siamo calati gli stipendi perché lo ritenevamo doveroso, l'abbiamo fatto il primo giorno del nostro insediamento.
  Secondo: siamo anche orgogliosi che, senza avere cambiato nulla, soltanto inseguendo livelli di efficienza maggiore, siamo passati da un'erogazione di 16 milioni l'anno ai nostri assistiti ai più di 20 milioni di quest'anno. Non abbiamo chiesto una lira, costiamo di meno e diamo di più. Non solo, ma abbiamo dei progetti perché, siccome lo Stato (ne siete testimoni e attori fondamentali) sta riducendo il welfare negli anni prossimi ed è evidente l'itinerario doloroso che il popolo italiano dovrà ancora percorrere prima di vedere la luce, ci permettiamo di ricordare a noi stessi come la non autosufficienza colpisca il 15 per cento dei pensionati italiani.
  La nostra massa di contribuenti naturalmente non è fatta prevalentemente di pensionati, che saranno 15-20.000, perché abbiamo circa 170.000 contribuenti di cui il 15 per cento sono anziani e la non autosufficienza negli attivi è il 2-3 per cento. Lo Stato non ha i soldi per occuparsi di questo, vedete cosa è successo con la SLA, e lo dico da medico sapendo cosa significa per una famiglia avere una situazione di questo tipo.
  Stiamo pensando, nei limiti forse di un accordo nuovo, date le situazioni sempre più pesanti del welfare italiano, di stabilire un nuovo rapporto con i nostri contribuenti. Finora abbiamo economizzato, abbiamo cercato l'efficienza, abbiamo conseguito i risultati che vi ho detto, ma forse è il momento di fare qualcosa di più e stiamo elaborando qualcosa.
  Noi avremo le elezioni nel 2016 e stiamo pensando a qualcosa, oggi il fenomeno orfanezza è per fortuna in lieve diminuzione, mentre sta diventando di dimensioni grandiose il fenomeno dell'anzianità. La legge del 2007 era una legge presaga, era stata fatta ascoltando i corpi sociali, quindi vi diciamo che noi abbiamo questa attenzione, non abbiamo ancora prodotti, non abbiamo ancora risultati definitivi, ma probabilmente ci stiamo incamminando su questa strada.
  Per quanto riguarda gli immobili, quando siamo arrivati abbiamo visto che avevamo una quantità di immobili (non elevatissima) utilizzati a scopi istituzionali, però anche altri che non erano utilizzati a tale scopo. Per questo abbiamo deciso di mettere in vendita quelli che non sono usati a scopo istituzionale, perché costano per manutenzione, non rendono ed è una spesa inutile.
  Non possiamo comunque svendere gli immobili che rappresentano un patrimonio costruito negli anni, per cui abbiamo affidato recentemente a un mediatore che ha vinto la nostra gara pubblica la possibilità di andare sul mercato, e gli abbiamo posto dei vincoli ben precisi al di sotto dei quali non può vendere.
  Questa è la nostra situazione complessiva, rimaniamo a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  NICOLETTA FAVERO. Desidero complimentarmi per quello che ho sentito e Pag. 7per quello che avevo letto, e grazie anche per avere anticipato, premura che non sempre altri hanno avuto nei nostri confronti, questo dossier molto esaustivo.
  Non conoscevo questa Fondazione, meritevole perché si rivolge a una fascia debole, che, se opportunamente aiutata, riesce ad accompagnare nella crescita e nell'acquisizione valoriale dei ragazzi che hanno evidenti difficoltà in un ambiente sano.
  Ho visto dove sono collocati questi centri di formazione (mi piace anche come li avete chiamati), avete investito molto nella cura degli immobili, perché dalle fotografie ma anche dal resoconto si constata che avete ristrutturato questi immobili, aumentandone quindi anche il valore, come fa un buon padre di famiglia e dovrebbero fare molti altri.
  Vi avrei fatto proprio la domanda a cui nell'ultima parte della vostra relazione è stata data risposta. La vostra mission è quella dei ragazzi ma, visto che sfortunatamente c’è una denatalità che influisce anche sull'orfanezza e invece c’è un grosso problema di persone anziane che non invecchiano in buone condizioni fisiche anche per l'incidenza di malattie invalidanti molto gravi, con conseguenti spese da affrontare per mantenere una qualità di vita dignitosa, mi avete anticipato, quindi colgo l'occasione per esprimere il mio plauso a quanto state facendo, invitandovi a continuare su questa strada, perché credo che l'Italia in questo momento abbia bisogno di gente che opera e che fa le cose, e meno di gente che fornisce solo dei numeri senza avere alle spalle le persone. Per questo vi ringrazio.

  ALDO GRASSELLI, vicepresidente dell'ONAOSI. Approfitterei per chiedere la vostra disponibilità, perché ci farebbe molto piacere invitarvi il 1o dicembre, quando noi inauguriamo il cosiddetto «anno formativo» con una manifestazione che faremo anche in streaming con tutti i ragazzi di tutti i centri formativi, per cui è un momento corale di partecipazione.
  Vi inoltreremo gli inviti e avrete la possibilità di vedere la nostra vecchia Sapienza, la struttura del 1200 che ci è costato parecchio ristrutturare e rendere ancora fruibile con un bellissimo e microscopico teatro con affreschi.

  GIORGIO CAVALLERO, consigliere dell'ONAOSI. Per integrare le considerazioni del presidente, ritengo che sul piano legislativo la tassazione che viene fatta agli orfani dovrebbe essere rivista. Approfitto per lanciare un segnale: l'ente non ne ha un danno di bilancio, però eroga meno ai propri assistiti e abbiamo diverse proposte, perché credo che qualcosa sulla tassazione di queste fasce deboli vada rivisto. Grazie.

  PRESIDENTE. La vostra relazione è stata molto interessante, mi permetto solo di sottolineare alcuni aspetti come ulteriore momento conoscitivo della vostra Fondazione. I miei collaboratori mi dicevano che nelle legislature precedenti ci sono state delle audizioni, ma non un particolare approfondimento.
  Lei sottolineava come questa Fondazione sia la più antica ed è nata perché molti medici avevano una vita estremamente più breve anche a causa di molte malattie infettive. La Fondazione nacque quindi per ospitare gli orfani. Vorrei sapere quanti orfani ci siano oggi.

  SERAFINO ZUCCHELLI, presidente dell'UNAOSI. Gli assistiti sono 5.657, gli orfani in senso stretto sono circa 5.000. Ospitati nelle nostre strutture sono circa 800-900, di cui 400-450 orfani, gli altri figli di contribuenti che sono in condizioni di disagio e pagano una retta modesta.

  PRESIDENTE. Voi avete una serie di beni immobili, la cui quantità credo soddisfi abbondantemente le esigenze istituzionali. Dovendo contribuire al mantenimento della Fondazione, come vengono utilizzate tutte quelle strutture in più rispetto alle esigenze effettive di coloro che ne usufruiscono ?
  Vi dico questo perché ci giungono talvolta sollecitazioni affinché per la vostra Fondazione non vi sia più l'obbligatorietà Pag. 8del contributo. Abbiamo quindi la necessità, al di là dei documenti che ci avete inviato di cui vi abbiamo già ringraziato, di capire, a parte le finalità per cui questa Fondazione era nata più di cento anni fa, la vostra nuova mission alla luce di una popolazione che invecchia sempre di più, il vostro progetto per dare risposta a coloro che si trovano in condizioni di particolare disagio, per garantire loro una prospettiva diversa sia nella propria residenza che in residenze assistite.
  Mi pare che questo sia il ragionamento che state sviluppando in virtù delle esigenze di assistenza che emergono nel mondo degli anziani.
  Siccome vanno diminuendo gli orfani (consentitemi un paragone grossolano con la famosa legge n. 482 del 1968 relativa alle liste di orfani di guerra presso l'Ufficio del lavoro, problema eliminato dal tempo), voi state evolvendo l'attività per cui eravate nati – assistere gli orfani dei vostri associati – coniugandola con la mission di assistere coloro che hanno difficoltà di carattere economico e sociale.
  In effetti, è questo che ci potrebbe consentire di ragionare in termini diversi da quelli che ci vengono talvolta posti nel sottolineare l'inutilità di avere la Fondazione.
  A mio parere ci dovrebbe essere un altro momento di grande solidarietà, che abbiamo già evidenziato all'ENPAM, proprio perché il mondo del lavoro anche nella vostra categoria sta diventando estremamente particolare e difficile.
  In Italia abbiamo circa 300 medici disoccupati, ma il numero è in crescita, e credo che si dovrebbe prevedere una nuova missione e costruire insieme all'ENPAM un momento di solidarietà tra coloro che hanno una condizione agiata e coloro che versano in grande difficoltà e domani potrebbero vivere una situazione peggiore.
  Credo che mettendo insieme questo progetto di trasformazione dalla missione originaria a una nuova missione, con un rapporto con l'ENPAM per costruire una solidarietà reale, ci siano tutte le condizioni per ridisegnare la missione della Fondazione, aumentare anche la contribuzione e definire un quadro di compatibilità per alleviare l'incidenza della tassazione attuale, in quanto soggetti non imprenditoriali.

  SERAFINO ZUCCHELLI, presidente dell'UNAOSI. La ringrazio molto presidente Di Gioia, lei ha colto l'attualità del problema. Cultura significa rendersi conto, fare un'analisi critica della società in cui si vive, coglierne i bisogni e fare proposte.
  Come dicevo prima, il legislatore già nel 2007 aveva colto questo fenomeno, che era emerso nel nostro corpo sociale perché erano cambiate le esigenze: sempre meno orfani ma sempre più anziani o non anziani con situazioni di sofferenza sociale.
  Da qui, come detto, l'indirizzo legislativo teso a orientare la nostra attenzione anche verso queste sopravvenute esigenze di carattere sociale, senza diminuire l'originario impegno istituzionale. Questo è quello che volevamo e questo è quello che vogliamo fare.
  Ha ragione anche in un'altra cosa: fin da quando ci siamo insediati, ci siamo guardati intorno constatando che quello della non autosufficienza è un fenomeno talmente grave, esteso e oneroso che non c’è ONAOSI che tenga per poterlo affrontare in temi solitari. Sono già cominciati i colloqui con l'ENPAM, con il Presidente Oliveti, e abbiamo già deciso un'attività comune e un coordinamento delle nostre funzioni.
  I medici sono gravati da numerose contribuzioni obbligatorie, la contribuzione obbligatoria ONAOSI molto modesta e la contribuzione obbligatoria molto più onerosa verso l'ENPAM.
  I colleghi ancora attivi sul piano sindacale sono riusciti in condivisione con l'ENPAM a individuare due livelli di contribuzione per quanto riguarda i medici dipendenti, uno pieno e uno ridotto. Se un medico dipendente pubblico risparmia ad esempio 500 euro dalla contribuzione obbligatoria dell'ENPAM, cosa che è già stata stabilita ed è passata nello Statuto, può utilizzare parte di quella somma per investire Pag. 9in quello che può poi essere qualcosa di comune, lei ha perfettamente ragione.
  L'ENPAM ha una doppia veste, quella di ente previdenziale ma anche di ente assistenziale, per cui al fine di evitare possibili sovrapposizioni noi dobbiamo arrivare a una sinergia molto forte; non a caso con il presidente Oliveti ci siamo presentati di fronte alla stampa un anno e mezzo fa dicendo che il problema della non autosufficienza atteneva ad un nostro reciproco interesse, perché è l'interesse categoriale complessivo.
  Nessuna volontà di esistere quindi in modo individuale, nessuna volontà di fare da soli, ma invece volontà di raggiungere sinergie. Naturalmente ci sono dei know how, delle competenze specifiche che si sono settorializzate negli anni: l'ENPAM è diventata straordinaria nella gestione delle pensioni, ed ovviamente la gestione dell'assistenza – che per noi è il cuore – è qualcosa di complementare rispetto alla sua attività principale.
  Se quindi riusciamo a mettere insieme uno sforzo comune, pur mantenendo una certa individualità, se anche il legislatore ci aiuta a farlo, non solo lo accettiamo, ma lo desideriamo. Auspichiamo che la stessa cosa possa essere rafforzata con l'ente di assistenza dei veterinari, quello dei farmacisti, cioè del mondo sanitario in genere, senza contare che le categorie e gli attori del mondo sanitario sono cresciuti nel tempo, quindi non ci sono solo medici, veterinari e farmacisti, ma in una visione un po’ più lontana si potrebbe prevedere anche di inglobare altre categorie, cosa attualmente non da tutti accettata.
  In tutto però bisogna avere realismo, soprattutto in una società che ha perso il concetto di solidarietà nel giro di trent'anni. Quando a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 questo ente rischiò di essere iscritto nell'elenco degli enti inutili che dovevano essere aboliti, ci fu una reazione corale della categoria e si creò un'associazione volontaria che si chiamava ANAOSI, la quale si era impegnata a mantenere l'ente indipendentemente dalla contribuzione obbligatoria, perché il senso della solidarietà categoriale era ancora molto forte. Non parlo di 100 anni fa, parlo di 30 anni fa !
  Se domani l'obbligatorietà cadesse, credo che né l'ENPAM, né l'ONAOSI né un'altra di queste istituzioni crescerebbe, per la forte tendenza all'individualizzazione in una società in cui si è diffuso il virus che induce ciascuno a fare per proprio conto e manca la capacità di mettersi insieme.
  Qui con poco gestiamo una serie di situazioni molto difficili, ma c’è ancora gente che non capisce perché non essendo sposato e non avendo figli debba pagare anche per gli altri, mentre, se paghiamo tutti, con poco riusciamo a fare un fondo sufficiente, altrimenti l'alternativa sarebbero le assicurazioni private che costano l'ira di Dio, e a parità di prestazione dovremmo pagare chissà quanto !
  Voi avete un problema molto grosso di gestione del bene della collettività complessivo e siete sottoposti (lei lo dice giustamente) alle sollecitazioni di coloro che hanno perso ormai questo senso di solidarietà non categoriale ma collettivo, e che spingono per trasformare il contributo da erogare all'ente in volontario. Volontario però vuol dire la fine dell'ente e della sua missione, e questo è un aspetto da evidenziare. Riteniamo quindi che avvalorare l'obbligatorietà della contribuzione costituisca un vantaggio per tutta la categoria e per l'ENPAM, anche perché i medici che andranno in pensione fra vent'anni – quindi con il contributivo pieno – conseguiranno una rendita che è meno della metà di quella che erogava il sistema retributivo.
  Inoltre, se questa è una situazione difficile, a maggior ragione ogni ente non può presumere di vivere come una monade isolata, fare per conto proprio e continuare la propria strada indifferente. Non si deve solo cogliere i nuovi bisogni, ma anche gestirli in modo coordinato e specializzato, insieme agli altri, per gravare il meno possibile sulle categorie. Lei ha quindi perfettamente ragione e ci trova Pag. 10assolutamente concordi anche nella sua esortazione ad una azione di raccordo tra enti.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente, in relazione alle sue considerazioni finali abbiamo già approntato una serie di discussioni che stiamo sviluppando e che svilupperemo nei prossimi mesi. Anche sulla base di ciò avremo la possibilità di rivederci per continuare il ragionamento iniziato con questa prima audizione.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, dispongo che la documentazione prodotta sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.

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ALLEGATO

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