XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Giovedì 3 luglio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Barnier Michel , Commissario europeo per il mercato interno e i servizi ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Santini Giorgio  ... 7 
Di Salvo Titti (Misto)  ... 8 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 8 
Puglia Sergio  ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 
Barnier Michel , Commissario europeo per il mercato interno e i servizi ... 9 
Di Gioia Lello , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione prodotta dal Commissario europeo per il mercato interno e i servizi Michel Barnier ... 13

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.40.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato, alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, l'audizione del Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier.
  Porgo il benvenuto, a nome mio, della Commissione e del Presidente Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera, al Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier.
  La crisi economica e finanziaria degli ultimi anni ha inciso negativamente sulla capacità del settore finanziario di convogliare finanziamenti verso l'economia reale, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine.
  La riduzione del credito bancario per l'economia reale (in Europa pari a due terzi dei finanziamenti totali, rispetto a un terzo negli Stati Uniti), ha determinato una riduzione dei finanziamenti per tutti i settori dell'economia reale.
  Sino al 2020 il fabbisogno di investimenti a livello di Unione europea è stimato in 1.000 miliardi di euro solo per le reti di trasporto, energia e telecomunicazioni significative.
  È indispensabile, in Europa e in Italia, intervenire per ripristinare condizioni favorevoli per gli investimenti e la crescita sostenibile: questo pone in carico alle Istituzioni il compito di lavorare per trovare nuovi modi per indirizzare fondi verso gli investimenti a lungo termine.
  La Commissione europea ha adottato lo scorso 27 marzo un pacchetto di misure, compresa la revisione della direttiva IORP per l'adozione di nuove regole per gli enti pensionistici aziendali o professionali, volte a stimolare modalità nuove e diverse per soddisfare le esigenze di finanziamento a lungo termine dell'economia europea. L'obiettivo è quello di sostenere il ritorno dell'Europa a una crescita economica sostenibile, nel quadro della Strategia Europa 2020 e del Pacchetto clima-energia all'orizzonte 2030, in infrastrutture, nuove tecnologie e innovazione, così come in ricerca e sviluppo e in capitale umano.
  Per questi motivi la Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale ha ritenuto di estremo interesse approfondire, nell'ambito della propria indagine conoscitiva Pag. 3sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato, alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, attualmente in svolgimento, il punto di vista della Commissione europea.
  La Commissione parlamentare ha intrapreso importanti iniziative per favorire l'impiego del risparmio previdenziale a sostegno di iniziative volte a favorire il finanziamento a lungo termine dell'economia reale dell'Italia. I temi che abbiamo affrontato e quelli che sono ancora in discussione sono molteplici: dalle forme più efficaci per canalizzare il risparmio previdenziale in investimenti infrastrutturali a sostegno dello sviluppo dell'economia reale, nel quadro di una piena compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato, al problema dell'armonizzazione delle diverse normative europee in materia.
  Per tale motivo sarà estremamente interessante ascoltare dal Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier, che ringrazio per aver accettato l'invito ad intervenire presso la nostra Commissione oggi, e al quale cedo la parola, un'analisi delle prospettive e delle linee di tendenza delle iniziative promosse in sede comunitaria per favorire l'impiego del risparmio previdenziale per lo sviluppo degli investimenti a lungo termine dell'economia reale europea.
  Voglio ancora ringraziare il Vicepresidente Barnier per la sua partecipazione e per la sua disponibilità. Porgo a lui, ancora una volta, i saluti della Commissione tutta e del Presidente Damiano e, nel quadro dell'indagine conoscitiva che stiamo sviluppando, gli cederei subito la parola. Grazie, vicepresidente.

  MICHEL BARNIER, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi. Buongiorno, onorevoli deputati e senatori. Ringrazio gli interpreti, che mi consentono di parlare nella mia lingua madre. Mi dispiace di non potermi esprimere in italiano. È un mio limite. Non ho neanche molte scuse in proposito, perché il Presidente Di Gioia mi ha invitato un certo tempo fa e sa che sono molto vicino all'Italia, anche perché ero un deputato della Savoia nella mia carriera precedente. Ho una carriera politica piuttosto lunga alle spalle.
  Sono lieto di essere qui, in un Parlamento nazionale come il vostro, e di poter avviare un dialogo. Del resto, per me una delle chiavi principali della riconciliazione che dobbiamo realizzare tra i cittadini e il progetto europeo sta proprio nel ruolo del Parlamento nazionale, come diceva l'onorevole Di Gioia. Ringrazio, quindi, l'onorevole Di Gioia e anche l'onorevole Damiano per la disponibilità e per l'invito.
  Ci troviamo in un momento importante per l'Europa, dopo le elezioni del Parlamento europeo, da cui dobbiamo trarre degli insegnamenti importanti, sia in Italia, sia negli altri Paesi e, in particolare, in Francia. Ci troviamo, quindi, in un momento importante, in cui i cittadini si aspettano delle azioni concrete per la crescita e l'occupazione.
  È un momento importante anche perché da ieri il vostro Paese ha avviato la presidenza del Consiglio dell'Unione europea. Il Presidente Renzi era ieri al Parlamento europeo. Anche noi lo incontreremo, insieme agli altri colleghi della Commissione europea. Penso che lo incontreremo domani. Avrò anche l'onore di incontrare il Presidente Napolitano oggi per un breve colloquio.
  Questo è un momento complesso per la presidenza italiana, in realtà, perché è arrivata in un momento in cui c’è un nuovo Parlamento europeo e prima del rinnovo della Commissione. È un momento un po’ sospeso, ma non deve essere certo un momento perso. Non bisogna perdere questa occasione, perché ci sono molte questioni, in particolare nel mio campo del mercato interno e dei servizi finanziari, che sono già sulla strada legislativa e ci sono anche molte altre iniziative che andranno lanciate proprio durante la presidenza italiana.
  È, quindi, urgente prendere delle iniziative, perché siamo a un punto di raccordo. È possibile prendere delle iniziative Pag. 4per la crescita perché prima abbiamo dovuto ristabilire, tutti insieme, i 28 Paesi dell'Unione, in particolare i 18 Paesi della zona euro, insieme alla Commissione europea, alla Banca centrale europea, sotto la presidenza di Draghi, e al Consiglio dei ministri, la stabilità finanziaria, che è stata completamente sconvolta dalla crisi finanziaria a partire dal 2008.
  Sono molto lieto di prendere la parola di fronte alla vostra Commissione, visto che avete deciso di parlare degli orientamenti sugli investimenti a lungo termine, un tema che anche per me è al centro di questo momento di raccordo e di passaggio in Europa.
  Ho fatto distribuire diversi documenti, tra cui una tabella che indica tutte le leggi di regolamentazione finanziaria che io ho proposto da quattro anni a questa parte per applicare le decisioni del G20 e per mettere un po’ d'ordine e trasparenza, ma anche di morale, oserei dire, di etica, laddove essa sembrava completamente scomparsa nei mercati finanziari. Si tratta di 41 leggi proposte da quattro anni a questa parte. Il punto centrale è stato quello dell'Unione bancaria, che è stata finalmente istituita e che sarà operativa da novembre.
  Questa è un'agenda di regolamentazione reattiva, preventiva e, a volte, repressiva, perché in questa lista c’è anche una legge, a io cui tengo molto, sugli abusi sugli appalti per penalizzare le manipolazioni come quelle dell'IBOR. Prevede anche la prigione per alcuni bancari, quando manipolano i dati a danno dei cittadini o degli Stati. Questa disposizione era necessaria per trarre degli insegnamenti dalla crisi.
  Un'altra importante agenda è quella sul mercato unico, che è a sua volta in distribuzione e che riguarda tutto quello che può rilanciare e far funzionare meglio il mercato unico, di cui io ho la responsabilità, insieme ai miei colleghi. Si tratta della semplificazione degli appalti.
  Un altro progetto importante è quello del brevetto europeo, a cui l'Italia non ha ancora aderito, e di tutto ciò che riguarda l’e-commerce. Ho presentato una serie di misure affinché il mercato unico possa funzionare meglio ed essere meno frammentato.
  Ancora una volta vediamo il raccordo tra queste due agende. Abbiamo completato quella finanziaria, anche se restano ancora da approvare dei testi importanti. Adesso bisogna concentrarsi sulla seconda agenda, che è quella degli investimenti e del funzionamento del mercato unico, con iniziative per la crescita.
  È urgente farlo, ma la premessa per questo era il ristabilimento delle condizioni di stabilità finanziaria in ognuno dei nostri Paesi e, collettivamente, nella zona euro, che ha veramente rischiato un'esplosione nel 2010-2011 a causa della Grecia. Nessun programma di investimento per la crescita, nessuna competitività è possibile in una situazione di volatilità e di instabilità finanziaria, con gli spread che si allontanano, con Paesi strozzati e con la speculazione imperante.
  Dal 9 giugno 2012 abbiamo, quindi, introdotto questa serie di provvedimenti, con l'aiuto della Banca centrale, per ristabilire la stabilità. Questa, ripeto, era la premessa fondamentale a qualsiasi altra iniziativa.
  Il treno della zona euro non è deragliato. L'abbiamo rimesso sui binari, il che è fondamentale per un treno, ma sta anche ripartendo pian piano, più o meno rapidamente, a seconda dei Paesi. La crescita, quindi, riprende in maniera diversa. Forse è un po’ più lenta in Italia e in Francia rispetto ad altri Paesi, ma comunque sta riprendendo ed è per questo che bisogna affrontare alla fonte le ragioni della disoccupazione e degli investimenti delle PMI.
  Questo tema è urgente per le piccole e medie imprese, ma anche per gli enti locali, che spesso non hanno più un mezzi per gli investimenti. Per questo motivo io do molta importanza al Libro verde di cui lei parlava, presidente, sugli investimenti a lungo termine, cioè su come rimettere l'economia europea in una prospettiva di medio-lungo termine, piuttosto che, come Pag. 5è avvenuto nei mercati finanziari, in una prospettiva dettata soltanto dal profitto a brevissimo termine.
  Come stiamo affrontando questa questione per avere una visione più a lungo termine ? Innanzitutto quest'agenda prevede delle leggi di prudenza per le banche. Con i miei collaboratori, di cui molti sono qui presenti abbiamo, quindi, calibrato le misure prudenziali per facilitare nelle banche e nelle assicurazioni gli investimenti a lungo termine e il finanziamento delle PMI.
  In questo sono stato aiutato dal presidente delle Autorità delle banche, il Presidente Enria. Abbiamo alleggerito le norme di Basilea per quelle banche che prestano alle PMI.
  Quando una banca eroga dei finanziamenti alle PMI, le esigenze di capitali sono meno onerose. È una forma di incoraggiamento e io spero che le banche ne faranno buon uso.
  Poi bisogna utilizzare meglio il mercato interno, che è troppo frammentato. Per questo io ho presentato due nuovi testi, uno sul passaporto dei capitali a rischio e uno relativo a un fondo sull'imprenditoria sociale, in modo che coloro che vogliono finanziare un capitale a rischio, il venture capital, oppure che vogliono fare degli investimenti con una destinazione sociale ed etica non siano penalizzati o frenati dalle varie regolamentazioni e dalle diverse normative che esistono nei Paesi dell'UE.
  Inoltre, abbiamo lanciato a marzo un Libro verde che esamina tutte le possibilità per facilitare il lavoro dei mercati finanziari e degli investitori istituzionali, come i fondi pensionistici, nuove forme di finanziamento – per esempio, una è importante: il crowdfunding – lo sviluppo dei finanziamenti per le piccole e medie imprese e anche una borsa per le piccole e medie imprese.
  Insieme ai miei colleghi, in particolare al collega Tajani, abbiamo semplificato sistematicamente tutte le norme riguardanti le PMI e le microimprese. Concretamente, in materia di contabilità, un tema pesante e oneroso per le piccole e medie imprese, con l'aiuto del Parlamento europeo, nel 2013 abbiamo proposto una contabilità semplificata per le PMI. C’è un risparmio di 1,7 miliardi di euro ogni anno in favore proprio delle PMI grazie a questa semplificazione.
  C’è anche un documento sugli appalti, con tutte le nuove regole applicabili, nonché sulle concessioni. La principale caratteristica di questa legge è la semplificazione drastica dei requisiti richiesti alle PMI quando partecipano a un appalto pubblico. Ci sono tanti requisiti amministrativi e complicazioni. L'ho visto anch'io in Savoia. C'erano delle PMI che non partecipavano più agli appalti perché dovevano fare troppe carte. C'era troppa burocrazia, che veniva a costare il 20-25 per cento dell'ammontare del contratto. Di conseguenza, non valeva la pena di partecipare. Noi abbiamo semplificato drasticamente le regole per la partecipazione alle offerte pubbliche europee.
  C’è ancora molto da fare a Bruxelles. Io sono per la seconda volta Commissario europeo. Lo sono già stato con Prodi quindici anni fa, come responsabile dei fondi regionali e della politica strutturale. Oggi, invece, sono responsabile del mercato interno. Vi ricordo che i commissari non sono dei tecnocrati, noi siamo degli uomini politici, ma so anche che ci sono grandi spazi per poter diminuire la burocrazia e per dare più spazio alla politica a Bruxelles. Ne sono convinto. Questa sarà una cosa che la prossima Commissione dovrà fare.
  Questo è il quadro generale in cui vogliamo sviluppare il ruolo degli investitori a lungo termine, soprattutto per gli enti di previdenza. Negli ultimi quattro anni io ho attribuito molta importanza alla questione delle pensioni, di cui vi occupate voi in questa Commissione, perché penso che sia fondamentale proteggere i redditi dei pensionati contro i rischi del mercato finanziario, ma anche perché i fondi pensione rappresentano una fonte importante tra gli investimenti a lungo termine.
  Per questo, come lei ha giustamente detto, presidente, io ho fatto una proposta Pag. 6di revisione della direttiva sugli enti per le casse professionali, la direttiva IORP, per assicurare maggiore trasparenza e maggiore adattamento ai rischi da parte dei fondi pensionistici. Spero che la presidenza italiana potrà anche far concludere i negoziati con il Consiglio e il Parlamento.
  Parallelamente, facciamo dei passi avanti per un nuovo quadro prudenziale per gli assicuratori, la Solvibilità II, con condizioni più favorevoli per l'investimento a lungo termine, ma sempre in un quadro di prudenza. Gli atti delegati che stiamo preparando per questa legge di Solvibilità II saranno adottati quest'estate. In particolare, abbiamo proposto un trattamento e una definizione più favorevoli della cartolarizzazione di alta qualità.
  A proposito della cartolarizzazione, io penso che rappresenti un modo per differenziare l'economia, in particolare delle imprese, e che abbia il vantaggio di rendere negoziabile e, quindi, accessibile agli investitori istituzionali dei crediti e degli attivi di importo modesto, come i titoli emessi dalle piccole e medie imprese. La cartolarizzazione permette anche alle banche di alleggerire il proprio bilancio e, quindi, di concedere nuovi crediti.
  Vorrei essere chiaro su questo punto, onorevoli parlamentari. Mi ricordo di quello che è successo negli Stati Uniti con i subprime. Non dobbiamo certo commettere lo stesso errore, non abbiamo la memoria corta. Io penso che ci sia una cattiva cartolarizzazione, ma che ci sia anche una buona cartolarizzazione. Dobbiamo avere un certo rigore nelle nostre norme per poterla incoraggiare su basi sane e stabili, attraverso criteri solidi e trasparenti.
  Gli atti delegati della Solvibilità II includono anche delle misure sull'investimento in altre classi di attivi, come i project bond e i titoli senza rating, che però hanno delle garanzie e sono spesso emessi dalle PMI, nonché i fondi di capitale a rischio e di imprenditoria sociale di cui vi parlavo prima. Questo per facilitare gli investimenti in prodotti finanziari utili, pur mantenendo un livello di protezione prudente.
  Per concludere, in maniera generale, nell'economia europea il finanziamento degli enti locali, delle imprese e dei consumatori avviene attraverso le banche in una percentuale pari al 75 per cento, mentre negli Stati Uniti avviene per il 25 per cento attraverso le banche. È un dato completamente sproporzionato rispetto a quello dell'Europa.
  Le banche sono importanti ed è per questo che io ho voluto calibrare le norme che riguardano le banche, ma non possiamo aspettarci tutto dal sistema bancario. Parallelamente, cerchiamo di sviluppare il ruolo degli investitori istituzionali, perseguendo quattro obiettivi.
  Il primo è trovare la migliore calibrazione possibile, di cui vi ho parlato prima, soprattutto nella solvibilità.
  Il secondo è assicurare un gioco alla pari nell'uso del mercato unico, che deve essere un'opportunità per le nostre Istituzioni. So che una delle preoccupazioni qui in Italia è che molti enti pensionistici e casse professionali italiane investono al di fuori dell'Italia.
  Comprendo l'auspicio che questi enti orientino maggiormente gli investimenti verso l'Italia piuttosto che verso altri Paesi d'Europa e del mondo. Come commissario del mercato interno, però, io non voglio una rinazionalizzazione dei mercati bancari, come è avvenuto durante la crisi, o del mercato degli enti o degli investimenti a lungo termine. Per me il mercato deve essere una buona opportunità per attirare qui in Italia gli investimenti degli altri senza temere che i vostri enti investano all'estero.
  È questa la logica virtuosa del mercato unico, se funziona bene. Pertanto, vi raccomando di non cedere a quest'idea di richiudersi su se stessi, perché in questo caso i più poveri, quelli che hanno maggiori difficoltà, saranno sempre più soli.
  A proposito delle banche, l'altro giorno ero ad Atene e ho notato una cosa piuttosto strana. Una PMI tedesca, quando chiede un prestito in Germania, nell'80 per cento dei casi ottiene una risposta favorevole, immediata e a tasso molto basso. In Grecia e in Italia questa risposta è al Pag. 750-55 per cento. In Grecia nel 25 per cento dei casi riceve una risposta positiva. Questo non è normale. Dobbiamo creare maggiore coerenza nel mercato unico.
  In terzo luogo, dobbiamo migliorare il funzionamento degli investitori istituzionali, in particolare la loro capacità di influire sulla scelta dei gestori di patrimoni. Per questo io ho proposto una direttiva sui diritti degli azionisti, proprio per incoraggiare il modo di tenere maggiormente in considerazione la visione a lungo termine degli investitori. Cercherò, quindi, di incoraggiare gli investitori istituzionali, soprattutto quelli dei fondi pensionistici più piccoli, affinché abbiano una maggiore capacità di analisi dei rischi e degli investimenti, altrimenti i loro patrimoni saranno composti, per prudenza, soltanto di titoli di Stato e di titoli bancari.
  Come quarto punto, bisogna aprire nuove strade per i risparmi a lungo termine. Per questo io ho pensato a due cantieri. Innanzitutto bisogna creare un sistema europeo di pensioni individuali, quello che io chiamo, in gergo, il terzo pilastro. La Commissione, con l'Autorità europea sulle pensioni, sta svolgendo uno studio di fattibilità di un sistema europeo di pensione individuale per avere un quadro normativo ulteriore, naturalmente se risultasse utile.
  Inoltre, sto considerando tutti i modelli nazionali di raccolta di risparmio privato per vedere la possibilità di creare uno strumento europeo complementare, per esempio un libretto di risparmio europeo, un libretto blu, per favorire la raccolta di risparmio individuale e orientarne una parte verso il finanziamento delle innovazioni delle PMI.
  Queste sono alcune delle osservazioni che volevo fare. Come vi dicevo, c’è molto da fare. Come il Presidente Renzi ha detto, c’è molto da fare per rilanciare la crescita e per investire nel settore dell'industria, dell'energia, dell'indipendenza energetica europea, della difesa, del digitale. Dobbiamo creare delle reti, delle interconnessioni, che sono necessarie. Si è parlato di 1.000 miliardi di fabbisogno di investimenti in nuove reti, energetiche, di trasporti puliti e nel digitale.
  Ci possono essere degli strumenti comuni, come i project bond, e io lo auspico, ma si possono anche facilitare gli investimenti attraverso gli attori privati, ovvero le banche, le compagnie di assicurazione o i fondi pensionistici. È quello che sto cercando di fare.
  Sono pronto a rispondere ora alle vostre domande. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, signor vicepresidente. Mi consentirà di dirle che noi pensiamo di utilizzare parzialmente il sistema previdenziale per ciò che riguarda gli investimenti sull'economia reale.
  La nostra è una Commissione bicamerale, cioè di Camera e Senato. Stiamo studiando questi problemi, abbiamo avuto confronti anche con altre Istituzioni europee e questo ci ha portato a convincerci sempre più di poter intraprendere questa strada per vedere come trovare nuove possibilità per la crescita di questo Paese, ma anche per fare poi, insieme ai parlamentari europei e, quindi, con la Commissione, delle proposte che vanno appunto nella direzione che lei ci indicava poco fa.
  Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIORGIO SANTINI. Buongiorno. Ho trovato molto interessante l'esposizione e vorrei fare solo due domande, nell'economia del nostro dibattito.
  La prima riguarda un tema che giustamente lei non ha trattato, ma che io ritengo importante, invece, per lo sviluppo di queste forme sia di previdenza, sia di possibile investimento, ed è il regime fiscale. Le chiedo se, anche in rapporto alle altre direzioni e agli altri commissari, ci sia qualche azione per armonizzare a livello europeo le politiche fiscali per quanto riguarda questa materia.
  Passo alla seconda domanda. È molto interessante quello che lei ha detto sul quarto punto delle azioni, parlando di un Pag. 8sistema europeo di pensioni individuali, la terza gamba che lei ha citato. Le chiedo, però, in quale rapporto questo possa essere con le forme pensionistiche integrative e complementari di tipo collettivo e contrattuale, che, a nostro avviso, sono forse la strada più sicura per aggregare risorse anche finanziarie.
  Grazie.

  TITTI DI SALVO. Anch'io mi unisco ai ringraziamenti e all'apprezzamento della qualità della sua relazione, Presidente Barnier. Mi consenta, prima di una brevissima domanda, un'altrettanto breve considerazione.
  Lei ha iniziato il suo intervento parlando del risultato delle elezioni europee, che ha mostrato un sentimento di ostilità grande nei confronti dell'Europa, in molti Paesi, in Italia meno che in altri Paesi. L'Italia può dire di aver contribuito alla ricostruzione del sogno europeo nelle elezioni e, quindi, è con questo sentimento di grande convinzione europeista che svolgo la mia considerazione.
  Io penso che l'Europa e il sogno europeo comincino a mostrare le loro crepe quando si inceppa il meccanismo di accumulazione, perché il modello sociale europeo è un modello che ridistribuisce la ricchezza. Noi pensiamo che la soluzione del problema non sia tanto modificare il modello sociale europeo, ma riprendere il meccanismo virtuoso dell'accumulazione della ricchezza. Questo è il punto e questa è la proposta politica che l'Italia porta in Europa oggi.
  Questa era la premessa. La domanda è, invece, in realtà, preceduta da quello che già diceva il senatore Santini. Lei ha citato, e questo è un elemento di novità nella nostra riflessione, la linea delle pensioni individuali come sviluppo della previdenza e dell'accumulazione del risparmio previdenziale. Anch'io vorrei capire come questa scelta si armonizzi con quelle precedenti, sapendo che, in ogni caso, sia sul fronte della previdenza integrativa, sia su quello della previdenza individuale, c’è un tema: il livello dei salari, che è la funzione principale da cui discendono la seconda e la terza gamba.
  Vorrei capire meglio la questione della terza gamba, sapendo, però, che c’è un tema. Altrimenti il ragionamento riguarda una ristretta fascia di persone e non, invece, una larga fetta di persone e, quindi, i ragionamenti successivi hanno una conseguenza relativa.

  GIUSEPPE GALATI. Ringrazio il Presidente Di Gioia per aver promosso questa iniziativa e anche il Commissario Barnier per il lavoro che ha svolto in questi anni.
  La domanda che volevo rivolgere riguarda il crescente ruolo degli enti pensionistici aziendali o professionali, rispetto al quale la Commissione ha sottoposto quattro punti che ritiene ostativi e per i quali credo che lei stia lavorando.
  Vorrei conoscere quali sono gli strumenti identificati dalla Commissione per il superamento o per l'eventuale armonizzazione. Riguardano la complessità dell'attività transfrontaliera, i requisiti in maniera di governance e di gestione del rischio, la comunicazione con gli aderenti, i quali molto spesso non ricevono la possibilità di informazioni sulle prestazioni, e i poteri di vigilanza da parte delle autorità competenti.
  Su questo, anche se ovviamente il lavoro sarà rivolto alla prossima attività della nuova Commissione, vorrei sapere quali strumenti abbia identificato questa Commissione per un'armonizzazione possibile rispetto a tali elementi ostativi.

  SERGIO PUGLIA. Grazie per la sua visita, vicepresidente. Partiamo da un presupposto: tutto può funzionare se c’è vera concorrenza tra gli attori. Se non c’è vera concorrenza, il mercato non funziona assolutamente.
  In Italia, per esempio, nel sistema delle assicurazioni, in particolare, noi abbiamo l'obbligo giusto di assicurare le nostre automobili. In questo caso paghiamo un'assicurazione auto molto, ma molto più alta rispetto agli altri Paesi. Noi riteniamo che probabilmente continui un cartello tra Pag. 9le varie compagnie, che si mettono d'accordo, ragion per cui la concorrenza non funziona.
  Se questo problema non viene risolto, magari anche attraverso il vostro aiuto, noi non ne usciamo, anche perché abbiamo un'Autorità che controlla la concorrenza e che ha più volte sanzionato queste compagnie assicurative, ma il problema non si è risolto. È notizia dell'altro ieri che, ancora una volta, la nostra Autorità che controlla la concorrenza ha rilevato un'anomalia all'interno del nostro mercato assicurativo.
  Questo probabilmente sta accadendo anche a livello bancario. Lei ha fatto l'esempio per cui in Italia è molto più difficile che in Germania e addirittura in Grecia poter avere un finanziamento da parte delle piccole e medie imprese.
  Forse è opportuno riparlare in Europa dell'emissione di eurobond. Se noi non creiamo una concorrenza a chi gestisce da sempre il mercato – in questo caso è quello italiano, ma un domani può essere il mercato belga, olandese o francese – se non creiamo un qualcosa di sovranazionale, non riusciremo a controllare la libera concorrenza.
  Un'altra questione fondamentale è in riferimento ai fondi pensione. Partendo dal presupposto e dall'inciso che ho fatto, noi dobbiamo tener presente che un domani – dobbiamo guardare il tema in prospettiva futura – anche questo mercato finanziario dei fondi pensione può prendere talmente piede da scalzare il sistema pubblico. Personalmente ritengo, ma non sono l'unico – anche il mio Gruppo lo ritiene – che oggi l'unica Istituzione che può garantire una libera concorrenza sia lo Stato. Lo Stato deve mettersi in concorrenza insieme alle aziende.
  Passo al dumping salariale. Noi all'interno della Comunità europea abbiamo un problema. Il problema che abbiamo è questa differenza di salari e di diritti. Ci dobbiamo mettere d'accordo se vogliamo che i diritti vadano giù o vadano su. In un Paese in cui i diritti dei lavoratori sono minimi rispetto a un altro Paese, quest'ultimo, cioè il Paese dove i diritti sono minimi, riesce a fare una concorrenza io direi sleale rispetto a chi, invece, li rispetta.
  Questo è un altro quesito che bisogna prendere in considerazione e riportare in Europa. So che non è questa, in questo momento, la sede per parlare di dumping salariale, ma non potevo non cogliere l'occasione per parlarne.
  Grazie, signor Commissario.

  PRESIDENTE. Signor vicepresidente, purtroppo il Presidente Damiano e la Vicepresidente Titti Di Salvo si sono dovuti allontanare perché è iniziata l'Aula e si sta discutendo, qui alla Camera, un progetto di legge relativo al problema degli esodati, che lei conoscerà, e come le dicevo, quindi, il Presidente Damiano e la Vicepresidente Titti Di Salvo della Commissione si sono dovuti recare in Aula perché si cominceranno a votare gli emendamenti.
  Io le do subito la parola per rispondere alle domande che i colleghi le hanno sottoposto. Do la parola al Commissario Barnier per la replica.

  MICHEL BARNIER, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi. Grazie, presidente. Grazie a tutti per le interessanti domande. Capisco perfettamente che il Presidente Damiano e l'onorevole Di Salvo hanno dovuto lasciarci. So bene quali sono i vincoli, le costrizioni e le pressioni della vita parlamentare, soprattutto nei momenti particolarmente cruciali degli ordini del giorno. Mi ricordo bene di questi momenti che c'erano quando ero deputato anch'io.
  Quanto alla prima domanda, lei ha parlato di un problema molto grave, quello della fiscalità, dell'aspetto fiscale. In molti documenti che io ho messo in discussione sugli investimenti a lungo termine, su questa idea del libretto di risparmio europeo e sulla strutturazione dei risparmi degli investitori ho sempre indicato l'ostacolo rappresentato per l'economia europea e per il buon utilizzo del mercato dalla differenza tra i sistemi fiscali.
  Questo è un problema grave, perché non si possono fare progressi su questa Pag. 10materia se non c’è l'unanimità. Un ministro può bloccare tutti gli altri e questo avviene spesso. In questo caso si fanno dei passi seguendo il ritmo del Paese che ha meno fretta. Ci sono in Europa dei Paesi che non hanno fretta rispetto all'armonizzazione.
  Anch'io mi interesso molto all'economia, come lei, collega Santini. Come possiamo avere un mercato unico, una moneta unica, ma 28 basi imponibili diverse per le imprese ? A volte sono anche in concorrenza. Non si sovrappongono, ma sono in concorrenza.
  Il Commissario per la fiscalità ha fatto una proposta di armonizzazione europea delle basi imponibili, che è stata presentata al Consiglio dei ministri, ma ci vuole un progresso. Se non si arriva a un progresso a 28, almeno nella zona euro, ci vuole maggiore armonizzazione e integrazione in questa materia.
  Sul regime fiscale e sui fondi pensionistici riscontriamo le stesse difficoltà e, quindi, pur volendo assicurare la coerenza del mercato unico, per un progresso ulteriore dobbiamo basarci sulla zona euro. Se non è possibile a 28, dobbiamo farlo almeno nella zona euro. Naturalmente, è auspicabile avere un progresso a 28, anche se, come vi dicevo, c’è il limite dell'unanimità.
  Gli onorevoli Di Salvo e Santini hanno parlato dell'idea, su cui noi stiamo lavorando con molta prudenza, attraverso studi dell'Autorità europea delle assicurazioni, per valutare la possibilità di un terzo pilastro per le pensioni individuali. Si tratterebbe di una pensione che si aggiunge a quelle complementari e di previdenza. Stiamo valutando al momento solo la fattibilità. Si tratterebbe di una pensione individuale a livello europeo, individuale e complementare, supplementare rispetto a quelle obbligatorie.
  L'onorevole Di Salvo parlava dei risultati delle elezioni europee. Ascoltandola, mi sono ricordato di quello che ha detto qualche giorno fa Papa Francesco, se mi si consente di citare il Papa: «L'Europa non è vecchia, è solo stanca».
  Io penso che, in realtà, l'Europa non sia vecchia, ma che si debba ancora avere la capacità di indignarsi e di entusiasmarsi. Bisogna cambiare molte cose in Europa perché effettivamente c’è una certa fatica, una certa stanchezza.
  Non si possono cambiare, con un colpo di bacchetta magica, per esempio, le differenze salariali in Europa, ma io, che sono stato in politica come gollista e come europeista, penso che il nostro sia un progetto di integrazione progressivo. Stiamo cercando a livello europeo – lo dico al senatore Puglia, che parlava di concorrenza sleale – di aiutare il mercato unico e di aprire gradualmente uno spazio di concorrenza leale.
  Questo progetto di armonizzazione progressiva è al centro della nostra azione. Noi siamo in Europa attraverso delle regolamentazioni, ma anche delle forme di solidarietà. Il primo bilancio dell'Europa è quello della politica regionale e dei fondi strutturali, che io ho gestito per cinque anni con Prodi. È un bilancio enorme, di 350 miliardi di euro, mirato proprio a evitare questi divari.
  Non si possono cancellare le differenze salariali con un colpo di bacchetta magica. Bisogna sempre rispettare i trattati e la sussidiarietà per quanto riguarda i sistemi pensionistici, che sono organizzati in maniera diversa nei diversi Paesi, nonché i sistemi di protezione sociale.
  Nel complesso, io penso che in Europa, nonostante la crisi e dopo questa crisi, che non è ancora terminata, resti uno spazio di armonizzazione e di progresso.
  L'onorevole Galati ha parlato proprio dell'armonizzazione, a proposito dello IORP. Si tratta di una nuova proposta di direttiva proprio su quanto lei diceva giustamente, cioè sugli investimenti transfrontalieri, sulla comunicazione corretta agli aderenti e sulle condizioni di supervisione e di controllo armonizzate. Sono proprio gli elementi fondamentali della direttiva.
  Questo testo è stato sottoposto all'attenzione dei ministri, ma anche dei deputati, dei parlamentari. Adesso inizia la presidenza italiana. Grazie alla vostra sensibilità Pag. 11rispetto a questa questione, ossia al buon utilizzo dei fondi pensionistici, se avete delle idee, delle critiche o dei suggerimenti, utilizzate la presidenza italiana. Per esempio, potete chiamare il ministro italiano, perché sarà lui a presiedere il Consiglio dei ministri che analizzerà proprio questo tema.
  Ci sarà un'autorità italiana, l'onorevole Gualtieri, che avrà una funzione importantissima. Del resto, è una persona molto rispettata e molto autorevole. Sarà proprio il presidente degli Commissione affari economici che parlerà di questa questione.
  Dovete spingere i ministri e i parlamentari europei per poter far approvare questo testo o, eventualmente, anche per migliorarlo. Io non ho la scienza infusa. Cerco di costruire bene i miei testi insieme ai miei collaboratori, ma naturalmente c’è spazio per i miglioramenti. Non perdete l'occasione della presidenza italiana. Utilizzate questo tempo proprio per far adottare questo testo importante.
  Il senatore Puglia parlava anche di questo esempio delle assicurazioni e della concorrenza nel campo delle assicurazioni. Si tratta di una concorrenza insufficiente, a quanto lei dice. Anche qui c’è una frammentazione del mercato assicurativo.
  Io sono arrivato alla Commissione europea nel febbraio 2010, nel pieno della crisi, e l'urgenza era innanzitutto fare la lista di cui vi ho parlato. Quando vi parlo di Solvibilità II e di Basilea 3, vi parlo di testi di migliaia di pagine, estremamente tecnici, per rafforzare la solidità delle compagnie assicurative e delle 8.000 banche della zona euro.
  Riconosco, però, che c’è ancora, senatore Puglia, un lavoro importante da fare per uno scambio di buone prassi per favorire una migliore concorrenza anche nel campo assicurativo. Se ci sono dei cartelli, come lei dice – lei ha proprio parlato di un cartello; è una parola pesante – il primo livello di controllo è a livello nazionale, ossia italiano, e il secondo livello è a livello europeo. Se ci sono i rischi di cartello, noi possiamo essere coinvolti, in quanto Autorità europea per la concorrenza, e questo è l'unico campo in cui la Commissione decide direttamente. Negli altri casi possiamo fare delle proposte di legge ai ministri e ai deputati. Invece, nel campo della concorrenza noi decidiamo. Siamo noi l'Autorità.
  Se ci sono dei rischi di cartello o di concorrenza sleale, siamo in grado di svolgere un'inchiesta. È necessaria maggiore concorrenza anche per armonizzare la qualità dell'offerta assicurativa. Io da tempo mi interesso dei rischi, non solo finanziari, ma anche naturali, perché sono stato ministro dell'ambiente in Francia, nel secolo scorso ormai. Mi sono molto interessato alla gestione dei rischi.
  Ebbene, in Francia c’è una legge che copre i rischi di catastrofe naturale al 100 per cento. Chiunque paghi un'assicurazione obbligatoria per la propria casa paga un piccolo supplemento che alimenta un fondo nazionale per i rischi di catastrofi naturali. Pertanto, quando c’è una catastrofe naturale, come un'inondazione o un terremoto, come è avvenuto anche in Italia, purtroppo, il prefetto fa un'indagine. Quando c’è una catastrofe grave e la regione è in stato di emergenza, a quel punto l'assicurazione rimborsa al 100 per cento i beni privati che sono stati distrutti da questa catastrofe, tutto.
  È una vecchia legge del 1980 in vigore in Francia, che poi è stata migliorata. Io ho visto come creare con le assicurazioni un prodotto assicurativo europeo che tenga conto delle migliori prassi, non necessariamente dell'esempio francese, ma di esempi di questo tipo. Sarebbe utile, quindi, fare un lavoro europeo anche su questa materia delle catastrofi naturali.
  Si è parlato anche di eurobond. Voi sapete che ci sono molte reticenze da parte, in particolare, dei tedeschi, per mettere insieme i prestiti, i bond. Il primo progresso, con l'approvazione di tutti i Paesi della zona euro e, quindi, anche della Germania, è stato lanciare una prima iniziativa sui project bond, cioè mettere insieme dei prestiti per fare degli investimenti.
  Dobbiamo sfruttare al meglio questi project bond, che raccomandiamo alla presidenza Pag. 12italiana, la quale vuole lanciare delle iniziative nel campo degli investimenti, giustamente, che preparerà il lavoro per i prossimi cinque anni e che darà avvio anche alla nuova Commissione europea con Juncker.
  Ebbene, questi project bond devono essere accettati. Bisogna sviluppare questo strumento, perché i project bond, che sono concentrati su progetti di investimento, ci permetterebbero di fare molto in termini di reti, di trasporti puliti e di digitale.
  La situazione, però, non è ancora matura per gli eurobond, perché la fiducia non è ancora stata ristabilita completamente a livello europeo. La premessa è che c’è bisogno innanzitutto di avere fiducia gli uni negli altri. Questa fiducia, però, sembra essere scomparsa.
  Negli ultimi quattro anni noi abbiamo cercato anche di ricreare la fiducia del resto del mondo in Europa, e mi sembra che più o meno ci siamo, e di ristabilire la fiducia dei mercanti nei prodotti europei. Anche in questo più o meno ci siamo, soprattutto dopo l'Unione bancaria. Ci sono stati molti progressi anche nella fiducia tra europei. Le nuove regole di bilancio che sono state fissate e che bisogna rispettare, nonostante le possibili flessibilità, e l'Unione bancaria sono tutti strumenti per dare fiducia, ma non siamo ancora pronti per gli eurobond.
  Utilizziamo, quindi, al meglio i project bond nel prossimo futuro. Penso che molto si potrà ottenere per gli investimenti.
  Vi ringrazio per l'accoglienza.

  PRESIDENTE. Signor vicepresidente, lei è stato particolarmente chiaro. Io credo di poter esprimere, a nome di tutta la Commissione, l'apprezzamento per la sua relazione e per le risposte che ha fornito. La ringraziamo ancora per la sua partecipazione a questa audizione e a quest'indagine conoscitiva che noi stiamo portando avanti. Ringraziamo anche la sua delegazione.
  Noi pensiamo che questo semestre europeo sarà importante, perché il nostro Presidente del Consiglio sicuramente avrà la determinazione per fare modo che alcune questioni che sono state poste anche nel giorno del suo insediamento possano trovare un percorso più semplice e, quindi, per fare in modo che si possa avviare quel percorso di integrazione e fornire delle risposte a una condizione di sviluppo e di crescita non soltanto del nostro Paese, ma complessivamente dell'Europa.
  Come giustamente lei sottolineava, l'Europa è un po’ stanca, ma non è vecchia. Noi dobbiamo fare in modo che questa stanchezza passi e che si incominci a correre per lo sviluppo e per creare quell'occupazione che oggi è in difficoltà.
  È ovvio che, avendo sviluppato questa nostra indagine all'interno di una serie di audizioni che abbiamo svolto nei mesi scorsi, non soltanto le invieremo il resoconto di questa giornata, ma, se le farà piacere – e sicuramente le farà piacere – le invieremo anche tutta l'indagine conoscitiva. Questo per fare in modo che possa comprendere come questa Commissione si è mossa in questi mesi e per fare sì che i fondi pensione possano essere utilizzati anche – sottolineo anche – per lo sviluppo dell'economia reale di questo Paese, in un quadro di compatibilità europea.
  Questa è la nostra impostazione. La ringrazio personalmente, anche a nome del Presidente Damiano, che presiede questa mattina il Comitato dei nove per il disegno di legge sugli esodati, e spero di rivederla presto. Grazie ancora, signor vicepresidente.
  Dispongo che la documentazione prodotta sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.

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ALLEGATO

DOCUMENTAZIONE PRODOTTA DAL COMMISSARIO EUROPEO PER IL MERCATO INTERNO E I SERVIZI MICHEL BARNIER

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