XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 85 di Giovedì 16 novembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione dell'Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Veterinari (ENPAV), Gianni Mancuso e del Direttore generale dell'Ente, Giovanna Lamarca
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 3 
Mancuso Gianni , presidente dell'ENPAV ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 

ALLEGATO: Documentazione presentata dall'ENPAV ... 5

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 16.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Veterinari (ENPAV), Gianni Mancuso e del Direttore generale dell'Ente, Giovanna Lamarca

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Presidente dell'Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Veterinari (ENPAV), Gianni Mancuso, e del Direttore generale dell'Ente, Giovanna Lamarca.
  Lascio la parola all'onorevole Galati, che vi rivolgerà alcune domande relative ai bilanci dell'ente.

  GIUSEPPE GALATI. Siamo già stati presso la sede dell'ente, quindi l'audizione di oggi rappresenta un supplemento per alcune informazioni più specifiche. A tal proposito vi avevamo inviato alcune domande. Vedo che avete portato una documentazione scritta, che vi chiedo di poter esporre nelle linee generali.

  GIANNI MANCUSO, presidente dell'ENPAV. La prima domanda è quella relativa alla modalità, probabilmente unici nel panorama delle casse, comunque tra i pochi, di queste nostre società di scopo, che abbiamo realizzato per la gestione del patrimonio immobiliare. Tra l'altro, con riferimento al bilancio 2015 erano tre, ma una di fatto non esiste più, perché proprio pochi giorni fa abbiamo fatto la fusione per incorporazione di una delle tre.
  Comunque, avevamo fatto anni addietro un lavoro di studio e approfondimento. Siccome il nostro patrimonio non era ingente, come magari è quello di altre casse, non vedevamo le condizioni per una SGR o dei fondi dedicati. Ci era sembrato che la società di scopo raggiungesse lo scopo – scusate il gioco di parole – dando qualche vantaggio in più di una gestione diretta come cassa, perché non avevamo né la partita IVA né una serie di peculiarità tipiche dei soggetti economico-finanziari.
  Le società erano: la Podere Fiume, l'Enpav RE e l'EdilParking. Delle tre, una ha registrato solo negli ultimi anni o modesti guadagni o, come nel 2015, una modesta perdita, ma questo è da addebitare al fatto che, rispetto a soggetti privati puri, abbiamo avuto qualche appesantimento nelle procedure per mettere a mercato questi immobili.
  In particolare, la società EdilParking è composta da due piani di commerciale, dove ci sono un supermercato e una palestra, e per il resto da oltre 300 unità, dei box, che abbiamo faticato un po’ collocare dal punto vista sia della vendita sia dell'affitto, perché non distante da lì c'è stata un'iniziativa privata pura che forse ha avuto una politica più aggressiva dei prezzi e anche una velocità diversa rispetto a un ente di previdenza. Comunque, anche riducendo Pag. 4 un po’ le pretese economiche, non siamo distanti da una piena messa a reddito. Credo manchi solo qualche decina di box per arrivare alla piena messa a regime.
  Quanto alle politiche dei crediti contributivi, abbiamo iniziato nel 2006 a fare una politica cospicua. Fino ad allora, tutto sommato parlavamo di poca cosa. Abbiamo iniziato un'attività che nel tempo si è dimostrata anche un po’ onerosa dal punto di vista economico nel tentativo di aggredire cespiti laddove fosse possibile, quindi con grande utilizzo della risorsa legale e così via. Comunque, è un lavoro che ha fatto sì che, andando indietro fino al 2002 – abbiamo i dati, che naturalmente vi lasciamo – ci siamo posizionati tra il 2002 e il 2012 e siamo a livelli dallo 0,5 all'1,8 della percentuale di morosità di bilancio, definitiva dopo aver fatto tutte le pratiche possibili.
  In anni recenti, d'accordo con la Federazione degli ordini provinciali, quindi coi cento ordini d'Italia, abbiamo messo in atto la nuova modalità di chiedere la cancellazione dei colleghi morosi. Questo ha funzionato, e negli ultimi anni ha aiutato.
  Registriamo nel 2014-2015, forse legato anche a una questione un po’ epocale di difficoltà a far reddito dei professionisti, che c'è stato un leggero aumento. In effetti, mentre prima avevamo poco più dello 0 per cento o poco più dell'1 per cento, siamo passati nel 2014-2015 attorno al 5 per cento di morosità residua.
  È chiaro che queste quote vanno a formare una quota del bilancio sotto forma di attivo, anche se è un modo per «drogare» i bilanci pur non volendolo fare. Se fossero crediti di altra natura, forse si sarebbe già potuto piano piano e anno per anno toglierli dai nostri bilanci. Purtroppo, essendo crediti di tipo previdenziale, abbiamo fatto approfondimenti su questo, ed è un po’ più complicato. Mentre l'INPS lo può fare, perché ha una legge ad hoc, noi dobbiamo stare al codice civile, che ancora non ce lo consente. Forse negli anni futuri, visto che siamo un primo pilastro come l'INPS, il legislatore potrebbe pensare di equipararci anche da questo punto di vista.
  Questa è la situazione. Onestamente, però, va detto che queste quote al bilancio della cassa non creano nessun disturbo. Il problema è per i colleghi, che chiaramente, non completando il loro ciclo di accantonamento, poi non riusciranno ad avere una pensione degna di questo nome. Siamo dispiaciuti, perché la nostra mission è quella previdenziale, quindi ci piacerebbe che tutti i colleghi italiani potessero avere poi alla fine un certo risultato. Le ragioni della vita, però, sono tante, per cui non tutti quelli che cominciano un progetto di un certo tipo, poi riescono a mantenerlo per lunghi periodi. La società è molto più veloce e liquida di un tempo.
  Quanto alla liquidità, è un po’ la conseguenza del fatto che abbiamo registrato, come tutti gli investitori istituzionali, le difficoltà legate prima alla bolla mobiliare, poi a quella immobiliare. La prudenza, forse la caratteristica principale che deve avere un ente di previdenza come il nostro, ci ha convinti a essere un po’ più cauti. Rispetto al nostro asset, abbiamo un po’ gonfiato anno per anno, non volendolo. È stata una conseguenza delle difficoltà del guardarsi attorno per allocare al meglio le nostre disponibilità. Come sapete, anche se rimane questa fetta anche un po’ più robusta di quello che vorremmo, investiamo anche una fetta importante nel bilancio dello Stato e una fetta più piccola nell'economia reale. Ci sentiamo parte di questa società, di questo Paese, e quindi lo giudichiamo doveroso.

  PRESIDENTE. Ringraziamo i nostri ospiti. Dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.40.

Pag. 5

ALLEGATO

Pag. 6

Pag. 7

Pag. 8

Pag. 9

Pag. 10

Pag. 11