XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 74 di Giovedì 28 settembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente della Fondazione Enpaia, Antonio Piva.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 4 
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 4 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 5 
Crudelini Francesca Romana , dirigente dell'Attività strumentale dell'Enpaia ... 6 
Petrucci Fabio , dirigente delle Attività istituzionali dell'Enpaia ... 6 
Crudelini Francesca Romana , dirigente dell'Attività strumentale dell'Enpaia ... 7 
Trisciuzzi Mauro , direttore generale f.f. dell'Enpaia ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 

(La seduta termina alle 14.55) ... 8

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente della Fondazione Enpaia, Antonio Piva.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del dottor Antonio Piva, presidente della Fondazione Enpaia.
  Avverto che il dottor Piva è accompagnato dal Direttore generale f.f., Mauro Trisciuzzi, il dirigente delle Attività istituzionali, Fabio Petrucci e la dirigente dell'Attività strumentale, Francesca Romana Crudelini.
  Do la parola all'onorevole Galati, che farà alcune considerazioni per quanto riguarda il bilancio. In seguito il presidente dottor Antonio Piva darà delle risposte ai quesiti posti dal relatore, per poi procedere, la prossima settimana, all'espressione del parere definitivo sui vostri bilanci, che ovviamente non sarà molto positivo.
  Prego, onorevole Galati.

  GIUSEPPE GALATI. Grazie, presidente. Oggi stiamo esaminando il parere che dovremo dare, che riguarda l'esame dei bilanci consuntivi dal 2011 al 2015 e di quelli preventivi dal 2011 al 2015, e anche il bilancio tecnico attuariale al 31.12.2014.
  Sulla base del lavoro che abbiamo compiuto, anche attraverso una visita all'ente, oggi – come da tradizione e come per gli altri pareri – sottoponiamo al rappresentante dell'ente per ulteriori delucidazioni tre questioni rimaste, in maniera tale che, come lei ha ricordato, nella prossima seduta possiamo esprimere il parere.
  Prima questione. Come si rileva dalle risultanze complessive del conto economico, le entrate contributive per tutti gli anni considerati non risultano sufficienti a far fronte alle spese per prestazioni istituzionali. Ciò è dovuto alla natura delle prestazioni erogate dall'Enpaia, con particolare riferimento all'erogazione del trattamento TFR e agli accantonamenti per la previdenza integrativa dei lavoratori – amministrativi e dirigenti – delle aziende agricole.
  Il deficit strutturale tra valori e costi della produzione, pari a 34,6 milioni di euro nel 2014 e a 33,8 milioni di euro nel 2015, è stato compensato essenzialmente dalle entrate derivanti dagli investimenti immobiliari e finanziari che negli indicati anni sono risultati rispettivamente di 43,3 milioni di euro e di 41,2 milioni di euro.
  La questione posta è come può essere superato tale squilibrio, che è stato rilevato sia dal Collegio sindacale che dalla Corte dei conti.
  La seconda questione che vogliamo sottoporre è questa: nella relazione del Collegio Pag. 4 sindacale al bilancio consuntivo 2015 si legge, con riferimento alle erogazioni del TFR per le quali nel conto economico è prevista una voce di accantonamento – fondo TFR gestione ordinaria – che per quanto riguarda l'accantonamento debiti per TFR, a fronte di un accantonamento previsto dalla legge del 6,91 per cento sulle retribuzioni, pari a 74.886.542 euro, l'accertamento è stato di 65.024.495 euro, con una differenza di 9.862.048 euro a carico della Fondazione, in quanto l'aliquota contributiva applicata è pari al 6 per cento.
  La questione posta è come mai l'aliquota è stata fissata al 6 per cento, quali sono le motivazioni e quanto evidentemente questo incide in termini di disequilibrio finanziario rispetto all'equilibrio del fondo per il pagamento del TFR.
  Ultima questione che sottoponiamo è la seguente: con riguardo al patrimonio immobiliare che presenta un valore contabile di circa 376 milioni di euro rispetto a 1,4 miliardi dell'attività finanziaria, qual è stata l'attuazione del piano di dismissione degli immobili residenziali per il triennio 2016-2018, deciso con delibera del Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2015?

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente Piva.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. Ringrazio il presidente Di Gioia e il vicepresidente onorevole Galati per darci la possibilità di fare una valutazione anche generale dell'andamento dell'ente.
  Sulle domande poste dall'onorevole Galati, magari per una risposta più pertinente ed esaustiva cederò la parola al dottor Petrucci per quanto riguarda la previdenza, alla dottoressa Crudelini per quanto riguarda l'amministrazione e al direttore generale facente funzioni per quanto riguarda il discorso immobiliare.

  PRESIDENTE. Facente funzioni?

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. Attualmente facente funzioni.

  PRESIDENTE. Ma poi sarà definitivo...

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. La ringrazio, presidente, per aver introdotto l'argomento. Enpaia ha iniziato a valutare e ad attivare le procedure per identificare la nuova direzione generale. Abbiamo interrotto il rapporto di lavoro col vecchio direttore generale di Enpaia. Vorrei ricordare, siccome c'è stata un'incomprensione, che il direttore generale non è un organo. Lo statuto di Enpaia dice, all'articolo 5, che organi dell'ente sono: Presidenza, Consiglio di amministrazione, Collegio sindacale, Comitato agrotecnici e Comitato periti agrari. Quindi, la direzione generale è asservita a questi organi.
  Volevo precisarlo anche perché mi sembra che in una precedente audizione sia emerso che, alla fin fine, Enpaia avesse interrotto il rapporto di lavoro con un organo. Sarebbe stato molto grave, quindi per precisare, vi dico che gli organi dell'Enpaia sono quelli che ho precedentemente elencato.

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo. Il Ministero del lavoro, nella scorsa audizione, ci ha detto qualcosa di diverso.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. So che il Ministero del lavoro aveva definito la direzione generale un organo. La direzione, nel nostro statuto, non è un organo. Il nostro statuto, all'articolo 5, dice che gli organi sono: Presidenza, Consiglio di amministrazione, Collegio sindacale, Comitato agrotecnici e Comitato periti agrari.
  Poi per carità, magari nella foga della dialettica, alla fin fine...

  GIUSEPPE GALATI. Scusi, presidente, vorrei porre un'altra questione che forse è opportuno che questa Commissione conosca, relativamente alle modalità previste da voi sia per l'eventuale licenziamento sia per l'eventuale nomina. Le chiedo se ci può chiarire questo aspetto che era rimasto un po’ incerto.

Pag. 5

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. Indubbiamente. Enpaia ha nel suo statuto che per la nomina del presidente e del direttore generale deve esserci una maggioranza qualificata, cioè i due terzi del Consiglio di amministrazione, quindi l'approvazione di due terzi.
  Anche se si tratta di una norma un po’ vetusta, perché alla fine può creare blocchi di minoranza, oggettivamente è una garanzia che viene data alla struttura. Quindi, sia presidente che direttore generale vengono nominati a larga maggioranza.
  Per quanto riguarda il licenziamento, lo statuto di Enpaia riporta che il licenziamento del direttore generale non deve avvenire a maggioranza qualificata. Mi sembra anche logico, perché oggettivamente un blocco di minoranza potrebbe alla fin fine impedire i lavori della struttura.
  È stato chiesto un parere anche al Collegio sindacale, il quale si è espresso secondo quanto è emerso dall'interpretazione dello statuto.

  PRESIDENTE. La cosa che – ma poi chiudiamo questo aspetto, al limite ne possiamo parlare successivamente – a noi sembra non comprensibile, per cui probabilmente c'è necessità di avere qualche chiarimento ulteriore, è che il Ministero del lavoro, che poi è l'organo vigilante e che vi approva gli statuti (perlomeno questa è la norma che lo prevede), ha sostanzialmente opinioni diverse, nel senso che sia il licenziamento sia la nomina del direttore generale debba essere fatta con i due terzi.
  È chiaro che qui nasce una interpretazione dello statuto che non ci compete in modo diretto – per carità, non sono questioni che ci riguardano – però, nel momento in cui il Ministero del lavoro fa delle affermazioni di questa natura, è chiaro che ci interessa conoscere le situazioni che si sono determinate nel tempo.
  Anche il Ministero del lavoro, nella scorsa audizione, ha fatto delle considerazioni che ovviamente sono riportate nel nostro resoconto stenografico e che invieremo anche a Enpaia, proprio perché in futuro potremo avere un incontro per discutere in modo più dettagliato sia la questione «bilanci» di cui sta parlando adesso il collega Galati sia la questione organizzativa in quanto tale. Ci sembra infatti che emergano, anche dalle considerazioni sul bilancio, situazioni che dobbiamo guardare con molta attenzione, per il semplice fatto che vi sono degli spostamenti, che lo stesso onorevole Galati sottolineava, che riguardano sostanzialmente la struttura in quanto tale.
  Quindi, le considerazioni che abbiamo fatto e che facciamo in questo momento terminano qui. Continuiamo l'audizione per ciò che riguarda il bilancio. Se ci saranno altre questioni che dobbiamo affrontare, vi chiederemo di partecipare a una nuova audizione per parlare in modo più dettagliato dei problemi che riguardano Enpaia in modo più generale.
  Adesso le ridò la parola, chiedendole di attenerci a quello che abbiamo chiesto.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. Perfetto, presidente. La ringrazio per aver riportato il tema di questo incontro all'interno degli obiettivi che questa audizione si è posta. Intendevo solo precisare che nella scorsa audizione era emersa questa discrasia.
  Concludo velocemente, dopo cederò la parola all'architetto Trisciuzzi e ai dirigenti di Enpaia. Per quanto riguarda il discorso legato all'immobiliare, stiamo provvedendo con le dismissioni e oggettivamente il nostro ruolo è già in atto. L'architetto ha già predisposto una metodologia che dia una sorta di accelerazione al progetto di dismissione.
  Abbiamo sentito gli inquilini e comunque lo facciamo con una certa delicatezza perché è logico porsi il problema sociale. L'architetto ha già predisposto un nuovo sistema per procedere e arrivare alle alienazioni che ci eravamo proposti nel Piano triennale di disinvestimento. Quindi, già per quest'anno prevediamo un paio di dismissioni e nel 2018 ci sarà il completamento.
  Per quanto riguarda le domande relative al bilancio, cederei la parola al dottor Petrucci e alla dottoressa Crudelini. Pag. 6 Poi farà il punto su tutto l'architetto Trisciuzzi, in quanto lo stesso ha provveduto, anche nell'ultima parte, a coordinare il lavoro per questa audizione e nel contempo si sta adoperando attivamente anche per la presentazione dei bilanci preventivi che l'ente sta preparando e sta portando all'approvazione in questi giorni.
  Ringrazio il presidente e il vicepresidente.

  FRANCESCA ROMANA CRUDELINI, dirigente dell'Attività strumentale dell'Enpaia. Grazie. Con riferimento alla prima domanda, nella quale si chiedeva conto del fatto che le entrate per contributi accertati nell'arco dell'anno risultano insufficienti a coprire gli accantonamenti della gestione ordinaria, segnalo che nel conto economico dell'Enpaia vengono segnate le entrate contributive accertate nell'anno e tutti gli accantonamenti che vengono fatti sui fondi della gestione ordinaria, TFR, Fondo di previdenza e Fondo Assicurazione per infortuni.
  Provando a descriverli uno a uno, l'accantonamento per il TFR viene fatto accantonando una prima parte rappresentata dai contributi sulla base dell'aliquota del 6,91 per cento, di cui alla successiva domanda; poi viene fatto l'accantonamento previsto per legge della rivalutazione dei TFR, che è fatto in funzione di una misura fissa dell'1,5 per cento più il 75 per cento dell'andamento degli indicatori Istat.
  L'accantonamento al Fondo di previdenza ha tre componenti. La prima è l'accantonamento della quota capitale: i datori di lavoro versano il 4 per cento delle retribuzioni lorde dei dipendenti; di questa aliquota del 4 per cento, l'aliquota del 3 per cento viene accantonata in quota capitale e viene rivalutata con un interesse composto del 4 per cento. Poi viene fatto un accantonamento per «quota morte», che è pari alla misura delle prestazioni per morte o invalidità permanente che sono state erogate nell'anno.
  Il Fondo Assicurazione per gli infortuni prevede, secondo una delibera del consiglio di amministrazione, un accantonamento che deve consentire di raggiungere una consistenza del fondo, alla fine dell'anno, che sia almeno pari all'annualità di contributo accertato nell'anno stesso. Questa differenza negativa tra i contributi accertati e gli accantonamenti che vengono stanziati al conto economico viene coperta con i rendimenti della gestione mobiliare e immobiliare.

  FABIO PETRUCCI, dirigente delle Attività istituzionali dell'Enpaia. Buonasera a tutti. Il secondo quesito riguarda sostanzialmente la fonte di questo delta che esiste fra la percentuale dell'accantonamento del fondo TFR (il 6,91 che citava anche la collega Crudelini) e la percentuale del 6 per cento dell'aliquota contributiva che va a finanziare il fondo trattamento di fine rapporto.
  Devo precisare che, in realtà, l'aliquota contributiva per il Fondo del trattamento di fine rapporto, originariamente prevista dalla legge istitutiva di Enpaia n. 1655/1962 così come modificata dal decreto ministeriale del 5 giugno 1986, è del 6,50 per cento. Che cosa è successo, però? Nel 1982 il legislatore – a livello generale – ha aumentato dello 0,50 per cento l'aliquota che tutti i datori di lavoro dovevano pagare per invalidità, vecchiaia, superstiti.
  Per compensare questo aumento dell'aliquota IVS ha consentito ai datori di lavoro di decurtare dello 0,50 l'aliquota del trattamento di fine rapporto. Dunque, siccome chiaramente le nostre aziende sono rientrate nell'ambito dell'applicazione di questa normativa, l'originaria nostra aliquota del 6,50 è diventata del 6 per cento.
  Tuttavia, lo stesso legislatore, nell'ultimo comma della norma che ho citato, ha previsto la possibilità di recuperare questo 0,50 in sede di liquidazione del trattamento di fine rapporto. Questo ha comportato che il trattamento di fine rapporto che viene determinato dividendo la retribuzione del lavoratore per 13,5, e che dà quindi un'aliquota percentuale del 7,41, con la sottrazione di questo 0,50 diventa il 6,91 di cui stavamo parlando poc'anzi. In realtà, per rispondere sostanzialmente alla domanda, la fonte di questa aliquota Pag. 7va rinvenuta nella legge istitutiva e poi nel decreto ministeriale del 1986. Sugli effetti di questo delta, lascio la parola alla collega.

  FRANCESCA ROMANA CRUDELINI, dirigente dell'Attività strumentale dell'Enpaia. Abbiamo chiesto al nostro attuario di darci un'indicazione della prospettiva dell'equilibrio finanziario del fondo TFR. Quello che sostiene l'attuario è che fondamentalmente il patrimonio, a fine periodo, del fondo TFR ha una copertura dei flussi attualizzati delle prestazioni che, dalla fine del periodo del fondo (nell'ultimo bilancio tecnico è il 2064), quindi dei debiti che sostanzialmente ha in avanti il fondo dal 2064 attualizzati ad oggi, il fondo ha una copertura del 96 per cento di questo debito. Quindi, è una copertura molto buona, il fondo ha un indice di copertura molto elevato, non mostra una instabilità o delle problematiche nel lungo periodo.

  MAURO TRISCIUZZI, direttore generale f.f. dell'Enpaia. Buonasera. Interverrò nella veste sia di direttore generale facente funzioni sia di dirigente del patrimonio immobiliare.
  Relativamente all'attuazione dei piani triennali di investimento, nell'ultimo Consiglio abbiamo presentato una proposta innovativa al fine di poter procedere più celermente alla dismissione, avendo incontrato delle grandi difficoltà nell'ambito dell'inquilinato al fine di poter accedere ai mutui, perché nel frattempo sono intervenuti vari fattori, come limiti di età, mancanza di lavoro, crisi. Abbiamo limitato il quorum necessario minimo per poter accedere all'acquisto da parte tutti i conduttori al 70 per cento, ovvero per un intero stabile occorre un 70 per cento delle adesioni da parte degli occupanti aventi uguale titolo.
  Abbiamo anche introdotto una clausola di salvaguardia (l'abbiamo presentata nell'ultimo Consiglio, ma la riproporremo nel prossimo) per quanto riguarda casi sociali accertati. Proporremo, in caso di mancanza di volontà o di impossibilità all'acquisto, altri alloggi in una zona limitrofa alle stesse condizioni economiche, con la sottoscrizione di nuovi contratti di quattro anni più quattro, sempre ai sensi della legge 431/98. Per il 2018 abbiamo previsto la dismissione di tre edifici nella zona nord di Roma. Presenteremo un nuovo piano triennale di investimento, la cui scadenza è il 30 novembre, con questa nuova proposta. Contiamo di pervenire alla dimissione dei sette immobili che erano già stati oggetto di delibera nel 2015 da parte della Fondazione entro il 2019, o forse un immobile sarà posticipato al 2020.
  Più in generale, sempre nel ruolo di facente funzioni, quindi da pochissimo tempo, con l'Enpaia abbiamo mirato le nostre attività innanzitutto a consolidare l'ufficio finanziario, anche secondo le indicazioni che ci sono venute dal ministero. Quindi, abbiamo presentato nell'ultimo Consiglio la determina a contrarre necessaria all'individuazione della banca depositaria che ci aiuterà in questa organizzazione; abbiamo presentato il documento sulla politica di investimento, importantissimo per tutte le gestioni finanziarie, che sarà la nostra linea guida. Contiamo di pervenire all'approvazione di questo documento sempre nel prossimo Consiglio.
  Abbiamo predisposto le lettere di invito per l'individuazione e quindi l'assunzione della figura del risk manager, così come ci aveva già segnalato il ministero. Contiamo essenzialmente entro l'anno di avere definito e consolidato una carenza che ci era stata segnalata nell'ambito dell'ufficio finanziario.
  Per quanto riguarda il bilancio preventivo 2018, come accennava il presidente, lo stiamo definendo. Lo presenteremo in termini utili, quindi entro il 31 ottobre. Dai conti che abbiamo fatto sicuramente sarà un bilancio in attivo e anche molto contenuto, molto tranquillo, senza nessun rischio per la fondazione, tenendo presente le dismissioni accertate che perverranno.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Galati.

Pag. 8

  GIUSEPPE GALATI. Grazie, presidente. Ho preso atto delle risposte e, insieme con gli uffici e con i consulenti, ci prepareremo a predisporre il parere finale, in modo tale che – penso – nella prossima seduta potremo esprimerci.

  PRESIDENTE. C'è una questione su cui credo che torneremo a discutere, al di là del parere che daremo la prossima settimana. Vi inviteremo perché abbiamo necessità di capire come mai avete una notevole liquidità (come la stessa Enasarco), che ancora non viene ad essere investita. Abbiamo necessità di capire come vi muoverete nell'immediato prossimo futuro.
  Vi ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.