XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 64 di Mercoledì 15 marzo 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Galati Giuseppe , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Pietro Iocca.
Galati Giuseppe , Presidente ... 3 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 3 
Galati Giuseppe , Presidente ... 5 
Santini Giorgio  ... 6 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 6 
Galati Giuseppe , Presidente ... 7 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 7 
Galati Giuseppe , Presidente ... 7 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 7 
Galati Giuseppe , Presidente ... 8 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 8 
Galati Giuseppe , Presidente ... 8 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 8 
Galati Giuseppe , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 9

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE GALATI

  La seduta comincia alle 15.05.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Pietro Iocca.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Pietro Iocca.
  Le ragioni di questa audizione sono motivate dalla recente non approvazione da parte del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'INPS presieduta dal presidente Iocca del bilancio preventivo dell'INPS per l'esercizio 2017.
  Per queste ragioni e per evidente interesse generale, abbiamo chiesto al presidente Iocca di essere qui e di riferirci sulle motivazioni e sulla decisione finale dell'organismo.
  Do la parola al presidente Iocca.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. La decisione di non approvare il bilancio preventivo 2017 non è una questione di ripicca nei confronti di chicchessia. Alla base ci sono delle motivazioni che in sunto dirò per sommi capi.
  Le ragioni non sono quelle che qualcuno ha detto anche a mezzo stampa, contravvenendo a quel bon ton che deve valere tra gli organi dell'istituto, ma la situazione economico-patrimoniale dell'INPS è sotto gli occhi di tutti.
  Con il bilancio preventivo 2017, arriviamo in una situazione patrimoniale netta di –7.863 milioni di euro. Andiamo sotto. Dopo non succederà nulla perché c'è il bilancio dello Stato? No, se facciamo questo discorso, non è possibile. Allora, dovremmo cominciare a rappresentare allo Stato che per la spending review l'INPS ogni anno riversa alle casse dello Stato quasi un miliardo di euro. Se è così, possiamo dire che non tanto ci pensa lo Stato, ma lo Stato siamo tutti. I conti dell'INPS debbono seguire un loro iter logico.
  Questa situazione patrimoniale va sempre più deteriorandosi. Io ho messo un appunto nella documentazione. Dal consuntivo 2012, stiamo sempre più peggiorando la situazione. Da 21.875 milioni del consuntivo 2012 si va al preventivo 2017, quando si spera di fermarsi a –7.863 milioni. È una situazione che va monitorata e tenuta da conto, sempre tenuta d'occhio.
  C'è la gestione dei crediti, che ammontano complessivamente a 171 miliardi 850 milioni. Di questi, 119 sono dei privati e 55 della pubblica amministrazione. È una situazione che non si regge più, non può Pag. 4essere retta. Se non si attiva qualche meccanismo tale che si recuperino questi crediti che l'INPS vanta, secondo me non si andrà molto lontano.
  La gestione del patrimonio è un altro punto dolens per cui il CIV non ha inteso approvare il preventivo 2017. C'è qualche avvisaglia sui quotidiani in questi giorni sulla gestione del patrimonio. Io credo che si giungerà a una situazione che non promette nulla di buono. Sono questioni – badate bene – che non ha rilevato solamente il CIV: c'è la Corte dei conti tramite il magistrato delegato al controllo dei conti, ci sono i revisori dei conti, c'è lo stesso ministero, i cui uffici hanno rappresentato determinate questioni che vanno corrette nella gestione dell'INPS.
  La stessa riorganizzazione che il presidente Boeri vorrebbe che fosse il fiore all'occhiello della sua presidenza, ha dei buchi, è in odore di qualcosa di non del tutto limpido. Indurre, in definitiva, il collegio dei sindaci a mandare alla Corte dei conti del Lazio questi provvedimenti che riguardano la riorganizzazione dell'istituto, vuol dire che qualcosa non funziona.
  Il CIV propriamente non entra nel merito, perché è un fatto puramente gestionale e non fa parte della materia del CIV. Il CIV, tutto sommato, lamenta solamente la questione che questa riorganizzazione non è stata accompagnata da uno straccio di relazione una, che abbia detto e significato quali erano gli intendimenti, gli obiettivi, le strategie che si intendeva perseguire.
  Il CIV, in tutta la faccenda della riorganizzazione, ha messo becco solamente sulla questione delle proprie prerogative, e per tale motivo ha fatto il famoso ricorso al TAR, perché si è sentito leso. Più che sentito leso, si evidenzia che è venuta meno la sua caratteristica di poter rivolgere le sue direttive non solo al presidente dell'INPS, ma anche all'altro organo – la legge così stabilisce – rappresentato dal direttore generale. La tesi del presidente Boeri, invece, di questa presidenza pro tempore, dice che le direttive vanno indirizzate solamente al presidente dell'INPS, che poi ci pensa lui con il direttore generale. Non è così, nella maniera più assoluta. Il CIV, che detiene l'indirizzo strategico, che va al di là di quello politico e amministrativo, dà le direttive anche al direttore generale, che è compartecipe della gestione dell'istituto.
  Per quanto riguarda il personale, è vero che l'INPS sta perdendo un po’ di persone, come peraltro tutta l'amministrazione. Si innalza l'età media del personale – dai 53 ai 55 anni va mediamente il dipendente dell'INPS – ma è possibile che non ci sia un corso che riabiliti il personale, indirizzato laddove c'è più bisogno?
  In definitiva, qual è il motivo per cui prima le pensioni venivano erogate e liquidate in un periodo di 30 giorni e adesso si deve aspettare anche 130, 140 e 150 giorni per l'erogazione di una pensione? Questo dipende anche dalla ricollocazione del personale opportunamente formato e informato nei vari gangli strategici del personale, cioè della struttura dell'INPS.
  Sull'informatica, mi dispiace, ma mi debbo ripetere. Dieci anni fa, lavoravano al sistema informatico 2.000 dipendenti dell'INPS, che si sono ridotti, quest'anno, a 200. Gli esterni che lavorano al sistema informatico sono diventati 2.000 e gli interni sono 200, come dicevo prima.
  Non c'è un piano per quanto riguarda il servizio informatico? Stiamo dicendo da vari anni di prevedere, se non altro, di collocare e ricollocare nei punti più nevralgici di questo sistema personale interno all'INPS. Non si può delegare tutto alla società privata per la gestione del sistema informativo. Questo piano triennale dell'informatica, invece, che pure per legge è previsto, non viene allegato al bilancio, non c'è.
  Non parliamo poi del piano di investimento e disinvestimento del patrimonio dell'INPS.
  Una determina della presidenza Boeri di questi giorni aliena e mette sul mercato le quote sociali della Parmalat (l'INPS ha anche le quote della Parmalat e dell'UniCredit). Data la modesta quantità, entità, delle azioni, la presidenza Boeri ritiene che possa rimetterle sul mercato.
  La legge dice, però, che c'è bisogno di un piano pluriennale di investimenti e disinvestimenti, le cui conclusioni sono approvate Pag. 5 definitivamente dal CIV. Se è vero, infatti, che queste azioni della Parmalat sono state acquistate, un motivo ci deve essere alla base di questa tenuta delle azioni della Parmalat e di UniCredit. Si fa un piano di investimento e disinvestimento e il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza vaglia i motivi e i criteri per cui vanno dismesse queste azioni. Il CIV non ha bisogno di mantenere queste azioni, ma non si può dismettere perché è una modica quantità. Chi stabilisce che è modica la quantità? Fino a quanti milioni è modica? Oltrepassata quale misura diventa qualcosa che deve passare per il CIV? Questa non è una buona questione.
  La goccia che proprio ha fatto traboccare il vaso del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza è stata la questione che gli indirizzi dettati dal medesimo nella stesura del bilancio sono stati oggetto di esame da parte dell'OIV (organismo interno di valutazione), che ha valutato la rispondenza tra gli indirizzi che il CIV ha emanato, l'operato e la stesura del preventivo 2017.
  Io ho portato due lavori che ha fatto l'OIV per conto del CIV, a ottobre-novembre 2016 e a febbraio 2017, laddove dice che in definitiva si evince che non c'è traccia di rispondenza tra gli indirizzi dettati dal CIV e il bilancio predisposto dalla presidenza pro tempore.
  Allora, delle due l'una: o il CIV non fa gli indirizzi, non emana, quest'atto che per legge deve fare, o ognuno se ne va per suo conto, o diventa inutile che il CIV sia una parte della dicotomia che governa l'istituto. Di qui anche l'esigenza di riscrivere questa governance. L'appello è a conferire a quest'organismo – se il legislatore ritiene ancora che debba essere duale questo governo dell'INPS – qualche potere di deterrenza in capo al Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, altrimenti si affida a un illustre luminare dell'economia il governo sic et simpliciter di tutto l'istituto – secondo le leggi economiche e secondo le credenze di colui che di volta in volta governa l'INPS – e si va avanti con l'opera di questi professori, questi che hanno una testa molto grande.
  Io dico che tali situazioni vanno bene – mi permetto e chiedo scusa in anticipo – quando si tratta di teorizzare determinate cose in una stanza, ma nella pratica poi si cozza contro la realtà. Per chi ha fatto la domanda di andare in pensione, un conto è se la stessa viene liquidata a 30 giorni, un altro se viene liquidata a 180-190.
  Proprio questa mattina, mi è arrivato sul cellulare il messaggino di una signora che scrive al presidente del CIV di prendere in considerazione che sono tre anni che aspetta la pensione. Per senso di giustizia, mi prega di intervenire. Con chi, dove, quando, se il diritto del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza è solamente quello di indirizzare? Se pure poi questi indirizzi vengono disattesi nella stesura dello strumento finanziario principale, quello che governa l'istituto, allora mi domando: a che cosa serve? Che cosa rappresenta quest'azione che svolgiamo?
  Questo è, quindi, un atteggiamento di richiamo, un grido d'allarme che il CIV, forse per la prima volta nella gestione dell'istituto, lancia per ottenere l'attenzione di tutti. Poi si va in giro e si dicono tantissime cose, ma la realtà nella sua essenzialità, che ho rappresentato, è questa che vi ho detto fin qua. Che ci siano questi residui attivi è la realtà. Non mi invento io questi 171 miliardi di contributi non assunti alle casse dell'INPS, di cui, ripeto, 55 miliardi della pubblica amministrazione e gli altri appartenenti al privato.
  Per sommi capi mi sono adoperato per rendervi in questi pochi minuti le nostre motivazioni. Nella maniera più assoluta, ci tengo a precisare che non è il capriccio di un organismo dell'INPS non aver approvato il bilancio. Ci sono buoni motivi e valide ragioni per cui non si è ritenuto di approvare questo bilancio preventivo 2017. Se ci sono delle domande, sono a vostra disposizione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Iocca per il contributo.
  Visto che il senatore Santini deve andare subito ai lavori del Senato, gli do la parola.

Pag. 6

  GIORGIO SANTINI. Voglio ringraziare anch'io il presidente Iocca per l'informativa chiara e per il materiale. Mi scuso, ma purtroppo dobbiamo andare in Aula, è necessaria la nostra presenza fin dalle 15.30.
  La documentazione è molto ricca. La guarderemo attentamente. Credo che la risposta stia anche nelle cose dette alla fine. A questo punto, il tema della governance è assolutamente imprescindibile. Non spetta a noi, spetta al Governo, al ministero, all'istituto, ma credo che si debba rapidamente trovare una soluzione.
  Da questa documentazione non ho capito una cosa che mi interessa, la dinamica dei crediti, 171 miliardi quest'anno: sarebbe possibile avere un raffronto? Sarebbe interessante anche – magari, qui dentro c'è e io non l'ho visto – sapere quanto era nel 2016, nel 2015, nel 2014. Chiaramente, è abbastanza presumibile che risenta anche degli effetti del ciclo economico, che non è particolarmente importante o positivo.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Nel 2015, a consuntivo, erano 146 miliardi; le previsioni assestate del 2016 erano 159; col preventivo 2017 si va a finire a 171.
  C'è da dire che questi vanno depurati dal fondo di svalutazione di 55 miliardi, cioè 171 meno 55, ma è sempre molto. Poi quei 55 miliardi non sono nelle casse dell'INPS, bisogna sempre trovare il modo di reperirli, di venirne a capo.

  ROBERTO MORASSUT. Noi abbiamo avuto una discussione in Commissione attraverso la relazione che la Commissione ha svolto sull'attività dell'ente e sul bilancio. Vorrei capire se le informazioni che abbiamo condiviso in quell'occasione collimano con quello che ci presenta il CIV su quest'aspetto delle contribuzioni non riscosse.
  Su quest'ammontare delle contribuzioni riscosse, per capire, di questa cifra qual è quella che viene messa a bilancio, cioè che viene considerata parte integrante del bilancio INPS? All'interno di questo, c'è una parte non esigibile? Il punto è questo: di 170 miliardi, 50 o 60, quelli che sono, se c'è una parte non esigibile, questa non può far parte evidentemente del bilancio. Questo è un punto di valutazione.
  Sul tema del patrimonio immobiliare, ci aspettiamo – e anzi approfitto anche per chiedere al presidente di produrre una nuova audizione con l'ente su questo, anche con i sindacati dell'inquilinato, le organizzazioni maggiormente rappresentative – indicazioni su un problema che ora viene sollevato per quanto riguarda il rinnovo dei contratti e il piano delle vendite.
  Siamo fermi agli indirizzi del 2012 del Salva Italia, Governo Monti, che dava indicazioni di conferire questo patrimonio a Invimit, cosa che non è stata fatta. Negli ultimi tempi, si era valutata invece la possibilità, anche per velocizzare i tempi, che fosse direttamente INPS a esercitare queste vendite agli inquilini, avendo poi l'INPS la struttura territoriale per poterlo fare, che Invimit non ha. Su questo una decisione in un senso o nell'altro va assunta. Tra le valutazioni che il CIV ci offre, anche su questo vorrei una vostra considerazione.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Per quanto riguarda i crediti, va da sé che per esempio quello che risalgono al 1999 hanno una possibilità di essere introitati minore di quelli del 2015. Nasce anche la richiesta da parte del collegio dei sindaci di procedere a questo fondo di svalutazione anno per anno: gli importi del 1999 debbono avere una percentuale di svalutazione dell'80-90 per cento. Chi va a ritrovare, infatti, questi crediti del 1999? Hanno una bassissima probabilità di essere riscossi.
  Bisogna anche – qui può intervenire anche il legislatore – accorciare questo periodo di iscrizione nello strumento finanziario dell'INPS di questi crediti che vanno indietro nel periodo in cui sono maturati. Secondo me, anche per l'esperienza di ex segretario comunale, non entreranno mai più nelle casse dell'INPS.
  Ripeto che l'aspetto più allarmante – ho citato solamente tre anni di questi crediti – è che a mano a mano hanno una velocità di incremento esponenziale questi crediti dell'INPS. Pag. 7 Si rende necessario veramente attenzionare le procedure.
  Nella pubblica amministrazione, per esempio, non si svolge attività ispettiva. Tralasciando il fatto della nuova agenzia, l'attività ispettiva dell'INPS è stata proprio nulla. Nel 2015, per esempio – mi ha colpito questo dato – l'attività ispettiva dell'INPS nei confronti della pubblica amministrazione, dei comuni, delle province, delle regioni, è stata zero, non hanno fatto una sola ispezione nel 2015. Sto vedendo che anche la nuova agenzia, con la quale abbiamo fatto qualche incontro, sta sempre attenzionando i soliti noti, cioè il privato, ma non la pubblica amministrazione. Non siamo riusciti, per esempio, noi componenti del CIV a sapere quanti contributi deve versare il comune di Roma alle casse dell'istituto. Questo è un aspetto che va attenzionato per bene. È anche uno dei motivi per i quali abbiamo chiesto una riflessione, per i quali non abbiamo approvato il preventivo 2017.
  Per quanto riguarda il patrimonio, credo che chi di dovere non possa sic et simpliciter disfarsi di questo patrimonio, che può essere anche una goccia a fronte degli 850 miliardi del bilancio dell'INPS – 4-5 miliardi – ma è sempre qualcosa che può essere all'occorrenza impegnato con qualche altra cosa per far fronte all'attività di erogazione delle pensioni dell'istituto. Una cosa è averli, altro è non averli.
  Ora, questo patrimonio va monitorato e valorizzato. Abbiamo avuto tutta la vicenda di SCIP 1 e SCIP 2. Nel 2016, la presidenza Boeri aveva fatto una deliberazione e, a onor del vero ancora di più il commissario Treu a suo tempo, in cui si delegava al direttore generale tutta l'attività di compravendita, dismissione e così via senza un criterio.
  Ne è nata l'esigenza di avere un quadro completo di tutto il patrimonio dell'INPS, un censimento di quanti appartamenti ha l'INPS, quanti in affitto, quante richieste ci sono di acquistare questi appartamenti.
  La dottoressa Becchini, già dirigente centrale del servizio patrimonio dell'INPS, diceva che non c'era richiesta di appartamenti. Si scopre che, invece, molti inquilini richiedono l'acquisto. Fare una cernita significa amministrare il patrimonio dell'INPS. Questo significa anche valorizzare il patrimonio dell'INPS.
  Dico una cosa molto semplice, ma non ci voglio entrare, sennò si dirà che il CIV vuole entrare nella gestione. Si sono messi, però, tanti dirigenti a studiare, non si sa bene che cosa: l'attività di questi dirigenti non si può indirizzare alla ricognizione, al computo di tutti questi appartamenti, di queste richieste della gente di acquistare? Non si sa dare una risposta. Diventa impossibile individuare il responsabile che non risponde a quella richiesta dell'inquilino di un appartamento dell'INPS. Non si sa a chi si deve rivolgersi.
  Anche a me tante volte arrivano delle istanze, volte a evidenziare che è stata fatta una richiesta: sarò ben lieto di testimoniare che le ho conservate, le conservo nell'ufficio, a disposizione. Qualora vi sarà l'eventualità, avrò modo di dimostrare che ci sono queste richieste inevase.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda questo punto, prendo nota della richiesta che faceva il collega Morassut di audire i sindacati dell'inquilinato. Ciò potrà essere utile anche in occasione di un successivo confronto con la direzione generale e la direzione centrale immobiliare. Presidente, del ricorso al TAR, quello presentato sulla precedente vicenda che ci ha visto audire anche lei, si hanno notizie?

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. No, l'udienza per discutere di questa cosa non è stata ancora fissata. Per la verità, non abbiamo chiesto la sospensiva, perché vogliamo che il giudice si convinca approfonditamente del merito.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda, anche ora, questo vostro parere negativo, che effetti prevede che porterà?

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. La pratica della bocciatura del bilancio preventivo 2017 è passata al ministro. La legge dice che, se Pag. 8non concordano i due organi dell'istituto, passa al ministro. Noi, per la verità, non abbiamo inteso approvarla, ma abbiamo avuto un incontro con il ministro, in cui abbiamo rappresentato, come a voi oggi, le buone ragioni che ci hanno indotto a prendere questa decisione.
  Non è solamente il CIV che ha preso questa posizione. Anche gli uffici ministeriali hanno mosso degli appunti a quest'attività.

  PRESIDENTE. Siete in attesa di una risposta dal ministero.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Responsabilmente, per parlare sempre di responsabilità, il CIV ha approvato l'esercizio provvisorio, quindi fino a tutto aprile 2017 c'è l'esercizio provvisorio nell'INPS.
  Adesso, il bilancio è all'attenzione del ministero, che evidentemente provvederà ad approvare questo bilancio, ma ritengo con delle condizioni. Era un po’ quello che il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza cercava. Ripeto, e scusate la ripetizione, che non sono questioni pretestuose né generiche né se ne può uscire dicendo che c'è il bilancio dello Stato. Certo che c'è il bilancio dello Stato, ma se lo Stato chiede indietro 850 milioni, quasi 900 milioni all'anno per le sue casse, un'amministrazione oculata dell'istituto ha una ragione in più per amministrare come si deve.

  PRESIDENTE. È ovvio che questo sarà oggetto anche di nostra riflessione, penso, all'interno dell'Ufficio di Presidenza. Anche da parte nostra forse sarà utile avere un'interlocuzione col Ministero, per capire quale sarà l'impostazione e la decisione finale, tenendo conto che è tema assai delicato per il Paese, questo della stabilità dei conti.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Veramente pregherei il legislatore di attenzionare questa situazione, che potrebbe degenerare. Non va tutto bene in INPS, e mi voglio riferire alle dichiarazioni della presidenza pro tempore, nella maniera più assoluta.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 15.40.

Pag. 9

ALLEGATO

Pag. 10

Pag. 11

Pag. 12

Pag. 13

Pag. 14

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38

Pag. 39

Pag. 40

Pag. 41

Pag. 42

Pag. 43

Pag. 44

Pag. 45

Pag. 46