XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Giovedì 21 gennaio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente della Fondazione Enpaia, Antonio Piva.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Robbiano Dario , Dirigente amministrazione e finanza dell'Enpaia ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'Enpaia ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'Enpaia ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'Enpaia ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'Enpaia ... 5 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Galati Giuseppe (Misto-ALA-MAIE)  ... 6 
Puglia Sergio  ... 8 
Mongiello Colomba (PD)  ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 
Piva Antonio , Presidente dell'Enpaia ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione presentata da ENPAIA ... 10

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.50.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente della Fondazione Enpaia, Antonio Piva.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del dottor Antonio Piva, presidente della Fondazione Enpaia.
  Avverto che il dottor Piva è accompagnato dal dottor Adriano Morrone, direttore generale, e dal dottor Dario Robbiano, dirigente amministrazione e finanza.
  Do, quindi, la parola al dottor Piva.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. La ringrazio, presidente, per questo invito che ritengo importante perché, oggettivamente, essere controllati è una garanzia per i nostri associati. Dunque, prendo sempre qualsiasi tipo di controllo dei livelli istituzionali come una grande opportunità per poter verificare la nostra gestione e il lavoro che quotidianamente la struttura porta avanti.
  Personalmente, non le potrò essere molto d'aiuto per quanto riguarda i bilanci 2013 e 2014 in quanto abbiamo un direttore di fresca nomina. Peraltro, neanch'io ho una storia, essendomi insediato da quasi due anni come presidente dell'Ente di previdenza del mondo agricolo.
  Sono convinto che la Commissione, che saluto, vorrà fare delle puntualizzazioni sull'attuale asset di Enpaia, che si sta potenziando anche sotto l'aspetto di nuove figure professionali per quanto riguarda settori fondamentali come la finanza. Indubbiamente, verrà toccato, quindi, il discorso dell'ufficio finanza, che, purtroppo, Enpaia non ha mai avuto, se non informalmente, non tanto perché le professionalità non avessero competenze (anzi, erano validissime), ma per l'assenza, appunto, di una struttura stessa.
  Oggi stiamo impostando e codificando delle regole. Una delle prime azioni sarà, appunto, la creazione di un ufficio finanziario strutturato, che dia le opportune garanzie affinché tutte le operazioni siano fatte con la massima trasparenza.
  Mi fermerei qui. Qualora la Commissione chiedesse dei chiarimenti, devo ribadire che sui bilanci 2013 e 2014 abbiamo la presenza della memoria storica, ovvero il dottor Dario Robbiano, che potrà rispondere ai vostri quesiti.

  PRESIDENTE. Prego, dottor Robbiano.

  DARIO ROBBIANO, Dirigente amministrazione e finanza dell'Enpaia. Per quanto riguarda i bilanci passati, cioè 2011, 2012 e 2013, bisogna rilevare, innanzitutto, i Pag. 3volumi del capitale investito sia in obbligazioni sia in titoli di Stato, che ha oscillato sempre intorno al miliardo nel corso del triennio.
  L'esercizio è sempre stato chiuso in utile. In particolare, la gestione finanziaria è stata chiusa molto in utile, specialmente per quanto riguarda l'esercizio 2013. Gli investimenti sono stati effettuati principalmente in titoli di Stato e in obbligazioni corporate sopra il livello di investment grade per evitare sorprese e per non incorrere in problemi con il recupero dei crediti, ovviamente riguardo alle obbligazioni.
  Nel corso degli anni, fortunatamente, si sono accumulate plusvalenze rilevanti, infatti nel bilancio 2014 è presente una plusvalenza latente di oltre 100 milioni di euro, mentre fino al 2013, nel 2012 e 2011, le plusvalenze latenti erano ferme a 40-41 milioni. Per aspetti contabili, però, non possiamo contabilizzare queste plusvalenze, diversamente dai fondi pensione.
  La differenza è sostanziale perché un fondo pensione contabilizza ogni mese, quindi anche nel bilancio di fine anno, i valori dei titoli al valore di mercato, per cui è costantemente allineato. La contabilità dell'Enpaia, invece, è fatta a costi storici, di conseguenza soprattutto nel 2013 e nel 2014, siccome il portafoglio dell'Enpaia era investito in maniera significativa in titoli di Stato e specificatamente in BTP, con la caduta dei tassi di rendimento dei titoli del debito pubblico, i titoli in portafoglio si sono rivalutati in maniera rilevante, dunque dal 2013 in poi sono presenti circa un centinaio di milioni di plusvalenze latenti, che ovviamente saranno poi utilizzate più avanti nell'arco della vita della Fondazione.
  Nel corso del 2013 è stata presa la decisione di alienare alcuni titoli importanti perché presentavano delle plusvalenze significative. Infatti, insieme all’advisor fu valutato che erano eccessive rispetto a una corretta quotazione. Per esempio, nel 2013 si presentavano con un utile di quasi 10 milioni, che è una cifra rilevante per Enpaia, come risultato finale di esercizio, ma erano state effettuate delle vendite significative. Gli importi sono stati tutti accantonati in un fondo che chiamiamo «fondo rischi investimenti immobilizzati», che serve per coprire eventuali incidenti di percorso che ci auguriamo non ci siano mai.
  La procedura di investimenti è quella stabilita dal nostro regolamento, che prevede un'attività del servizio finanziario e dell’advisor, che propongono idee e suggerimenti al direttore generale, il quale sottopone le sue conclusioni al presidente, dopodiché insieme prendono le decisioni del caso, per riferirle al consiglio di amministrazione, una volta che le operazioni sono state concluse.
  I risultati sono quelli indicati. Dal 2015 è stata ampliata collaborazione con l’advisor, si è data una certa struttura alla procedura degli investimenti e sono stati fatti nuovi investimenti di una certa rilevanza.
  A questo punto, sarebbe opportuno che il direttore generale illustri l'attività del 2015, che è particolare perché si differenzia da quella degli anni precedenti.

  PRESIDENTE. Vorrei invitare il direttore generale ad essere chiaro e specifico su quali sono gli investimenti fatti e in che modo, sia mobiliari che immobiliari, quali le dismissioni programmate e quant'altro.
  Vogliamo sapere tutto perché – consentiteci – abbiamo il dovere di guardare con attenzione i bilanci, dal momento che quelli che ci avete inviato tempo fa ci danno qualche piccola preoccupazione.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'Enpaia. Partiamo dal valore del patrimonio immobiliare, che a fine 2015 si attesta a circa un miliardo e mezzo, con una quota preponderante investita in titoli obbligazionari in gestione diretta. In particolare, i titoli di Stato italiani rappresentano circa il 46,1 per cento del patrimonio mobiliare della fondazione.
  La componente dei titoli si suddivide tra una componente core del portafoglio, pari al 96 per cento, quella che ha un rischio bassissimo, ma anche un rendimento contenuto, e la componente satellite, Pag. 4che, invece, si attesta intorno al 3,7 per cento.
  Nel primo semestre 2015, questo portafoglio ha dato un rendimento pari al 3,29 per cento. Come diceva il dottor Rubbiano, la procedura stabilita dallo statuto e dal regolamento di amministrazione e contabilità prevede che il direttore, coadiuvato dal servizio finanziario, propone l'investimento, dopodiché il presidente decide e viene fatta l'informativa al consiglio di amministrazione.
  Questo è accaduto fino a tutto il 2014, ma con il 2015 la situazione è un po'cambiata. Sebbene la situazione dell'Enpaia abbia denotato un servizio finanziario poco strutturato, fortunatamente per noi che amministriamo oggi, il rendimento del portafoglio è soddisfacente. A ogni modo, nel 2015 c’è stato un maggior coinvolgimento del consiglio d'amministrazione. Infatti, le decisioni in materia di investimenti sono state proposte dal direttore al presidente, portate in discussione nella commissione consiliare che si occupa degli investimenti e, dopo un'approfondita istruttoria, sono state discusse in consiglio d'amministrazione.
  In questa situazione particolare di mercato e per come è strutturato l'Enpaia oggi, nel 2015 sono stati fatti investimenti per poco più di 140 milioni di euro. In particolare, 35-40 milioni sono stati destinati sempre a investimenti in titoli di Stato, ma questa volta si è preferito, anche su consiglio dell’advisor, acquistare i titoli di Stato legati all'evoluzione dell'inflazione. Inoltre, per una quota pari a circa 40 milioni abbiamo acquistato dei fondi di investimento.

  PRESIDENTE. Quali fondi ?

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'Enpaia. Non so se è importante dirvi i nomi e se vi interessa. Sono, comunque, fondi che hanno anche altre casse.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo un'indagine in corso sui fondi sia mobiliari sia immobiliari.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'Enpaia. Dopo un esame, abbiamo comprato fondi dei principali gestori come Goldman Sachs, Groupama, Muzinich e Valeur. È cambiato, infatti, il processo decisionale perché dal 2011 è stato adottato un percorso metodologico basato sull'analisi delle attività e passività fatto dall’advisor.
  Tra le altre cose, l’advisor è entrato in Enpaia attraverso affidamento diretto, ma nel 2015 è stata effettuata una gara che è stata vinta dall’advisor Prometeia, che è lo stesso che aveva l'affidamento prima. Alla gara hanno partecipato due soli soggetti, ma mi dicono che sulle casse sono questi, più o meno, quelli che hanno interesse. A ogni modo, la gara è stata pubblicata con avviso in Gazzetta Ufficiale nell'aprile 2015.
  Tornando a quanto dicevo, è stata fatta l'analisi di asset and liability management da parte dell’advisor, che è stata portata in consiglio di amministrazione. Prima questo non accadeva, o meglio non era oggetto di una delibera del consiglio di amministrazione. Invece, nel 2015 è cambiata – ripeto – la politica dell'investimento proprio perché è stata portata in consiglio d'amministrazione.
  Peraltro, fornisco una relazione con la documentazione relativa al fatto che, proprio a fine 2015, abbiamo portato l'aggiornamento dell'analisi dello stato delle attività e delle passività, con l'analisi del portafoglio che prevede al suo interno la asset allocation strategica e la asset allocation tattica, legata a un obiettivo di rendimento deciso dal consiglio d'amministrazione, che, bilanciando i profili di rischio, ha scelto di adottare una performance che si attesta su un rendimento dell'1,5 per cento netto.
  In questo contesto, sono stati acquistati alcuni fondi, ma l'operazione più grossa è stata quella di investire 75 milioni di euro nel capitale di Banca d'Italia. Questa è un'operazione fatta a novembre, conclusasi il 2 dicembre. L'Enpaia ha, dunque, acquistato l'1 per cento del capitale di Banca d'Italia, che dovrebbe assicurare un rendimento che oscilla tra il 4,2-4,3 e il 5,1 Pag. 5per cento. Pertanto, l'ente dovrebbe già beneficiarne dal prossimo dividendo della Banca d'Italia.

  PRESIDENTE. E i rendimenti dei fondi ?

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'Enpaia. In questi ultimi mesi, al di là delle turbolenze del mercato quotidiano, ci sono stati due momenti critici, uno di fine agosto, ben noto, e l'altro di qualche giorno fa. Oggi, dei cinque fondi che abbiamo comprato un paio sono in plusvalenza e un altro è in leggera minusvalenza, ma ha staccato una cedola. Mi riferisco al fondo gestito da Azimut, che è, tuttavia, in una situazione economicamente ancora accettabile.
  Ce ne sono, però, un paio in minusvalenza, anche se, naturalmente, sono prodotti che vanno visti in una strategia di lungo termine. Insomma, sono prodotti che non si acquistano per liberarsene dopo poco tempo, ma vanno visti, appunto, secondo una strategia di lungo termine, infatti fanno parte delle immobilizzazioni.
  Per il futuro, nel frattempo, anche tenendo conto delle indicazioni che venivano dall'Autorità di vigilanza, in particolare da COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), abbiamo strutturato un nuovo servizio finanziario.
  Fino a oggi, le funzioni più importanti, ovvero quelle dell'analisi dell'attivo e del passivo, quindi gli scenari economici e la parte sia consulenziale sugli investimenti, sia di monitoraggio del rischio, erano affidate in massima parte all’advisor. Tuttavia, pur essendo fondamentale la collaborazione dell’advisor, questo tipo di attività devono essere svolte in prima persona dagli enti, soprattutto se hanno un portafoglio come il nostro. Per questo abbiamo strutturato un servizio finanziario, a cui sarà attribuita una figura dirigenziale, all'interno del quale si prevedono due uffici, uno che si occuperà della parte dell’asset liability management, quindi della politica dell'investimento, e un altro che sarà legato al monitoraggio del rischio.
  Riguardo al patrimonio immobiliare, a oggi, il valore di mercato sta intorno ai 600 milioni di euro. In quest'ultimo periodo non ci sono state politiche di acquisto di immobili, ma si sta attivando un processo di dismissione parziale di alcuni immobili nell'arco dei tre anni per un valore che dovrebbe essere intorno ai 149 milioni euro, se va a buon fine.
  Si tratta di un processo di dismissione diretta, curato, dunque, dagli uffici. Questa è stata la soluzione individuata dal consiglio d'amministrazione. In pratica, si prevede la dismissione cielo-terra, nel senso che cerchiamo di favorire forme di associazione collettiva da parte degli inquilini per vendere l'intero immobile, riconoscendo un diritto di prelazione agli inquilini, con un abbattimento del 30 per cento rispetto al prezzo stabilito dall'Agenzia del territorio.
  Anziché rincorrere i prezzi di mercato fatti da operatori del settore o da agenzie, abbiamo deciso di affidarci all'Agenzia del territorio. Forse sul mercato si poteva aspirare a qualcosa in più, ma l'Agenzia del territorio ci dà certezza sul prezzo e, da questo punto di vista, dovrebbe preservarci anche rispetto a eventuali contenziosi.
  Abbiamo previsto, dunque, un abbattimento del 30 per cento. Tra le altre cose, l'obiettivo dell'ente è quello di procedere alla dismissione cielo-terra di questi immobili, ma anche di superare un contenzioso che si è venuto a creare negli anni, legato soprattutto a morosità o comunque alle problematiche abitative di un comune grande come quello di Roma.
  Allora, anche nell'ottica di superamento del contenzioso, abbiamo previsto che, nel caso in cui gli inquilini che hanno sollevato azioni nei confronti dell'ente (anche se devo dire che in questi ultimi tempi le azioni stanno vedendo riconosciute le ragioni dell'Enpaia) cessino la materia del contendere, quindi si mettano in pari con le morosità e quant'altro, possono avere l'abbattimento del 30 per cento.
  Inoltre, l'ente ha lavorato anche con le banche con cui intrattiene solitamente i rapporti istituzionali per cercare di facilitare l'accesso al credito da parte degli Pag. 6inquilini che intendono acquistare, in termini sia di quota finanziabile, sia di durata dei mutui.
  Aggiungo un altro paio di punti che ho visto nelle richieste. Da anni, l'ente ha alcune gestioni patrimoniali di circa 70 milioni gestite da Sondrio e Aletti, che negli anni precedenti sono state attribuite senza procedimenti a evidenza pubblica. Quest'anno stiamo applicando il Codice degli appalti.
  Nella nuova struttura è previsto un ufficio dedicato proprio a gare e appalti, quindi per il futuro, se ci dovessimo orientare verso nuove gestioni patrimoniali, non vi è dubbio che procederemo con le procedure che assicurano una corretta concorrenza tra gli operatori e la massima trasparenza.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. Se posso, vorrei integrare qualche aspetto. Dopo l'intervento del direttore generale, mi sembra sia emersa la volontà di Enpaia di dar vita a una gestione improntata sull'estrema trasparenza. In passato Enpaia ha avuto una gestione non dico personalistica perché ha portato a risultati importanti – come ha ricordato il dottor Rubbiano abbiamo plusvalenze decisamente significative proprio per gli investimenti che sono stati fatti – ma c'era un consiglio d'amministrazione quasi non consapevole, con un'amministrazione che accettava in maniera anche fiduciaria tutte le decisioni prese dai vertici.
  Ecco, non ritengo che questo sia giusto, per il semplice motivo che una gestione deve essere condivisa. Se c’è un CdA, è logico che debba essere coinvolto nelle decisioni.
  Come ha ricordato il direttore generale, abbiamo superato anche il fatto che in Enpaia il direttore propone e il presidente dispone. Infatti, pur mantenendo la regola dalla scelta da parte del presidente, in qualità di rappresentante del consiglio d'amministrazione, questa viene presa dopo ampia discussione sugli investimenti sia finanziari sia immobiliari.
  In particolare, sugli investimenti immobiliari ho voluto fare uno screening completo, evidenziando anche delle anomalie, specialmente sul discorso degli affitti. Avevamo, infatti, parecchie sfittanze, quindi ci siamo mossi e ora stiamo chiudendo queste caselle.
  Ho raccomandato, inoltre, all'ufficio finanziario di entrare nell’housing sociale a piedi giunti e poi di valutare attentamente i casi di difficoltà da parte del nostro inquilinato per trovare, senza eludere i nostri regolamenti, delle forme per andare incontro alle esigenze di chi in questo momento si trova seriamente in difficoltà.
  Riguardo alla politica degli sfratti, in Enpaia era abitudine degli uffici provvedere a decreti esecutivi per sfrattare gli inquilini, cosa che, invece, ho bloccato, valutando tutte le posizioni in sospeso.
  Concludo dicendo che da parte mia, relativamente al mio mandato, e del consiglio d'amministrazione c’è la volontà di dare all'ente la massima trasparenza.
  Peraltro, abbiamo dimenticato che forse siamo l'unico o l'ultimo ente che ha mantenuto la rendita per gli iscritti al 4 per cento. Ecco, in questi giorni valuteremo anche questo aspetto perché, visto l'andamento dei mercati, dovremmo provvedere ad abbassare questa aliquota. Non sappiamo se andremo al 2,5, al 3 o al 3,25. Sarà una valutazione che faremo entro febbraio, allorquando sarà, appunto, modificata.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIUSEPPE GALATI. Non abbiamo ancora iniziato il lavoro specifico dell'esame dei bilanci, quindi colgo l'occasione della vostra presenza per richiedere alcuni documenti che avevamo chiesto entro la giornata di ieri, ma forse avete avuto qualche disfunzione temporale.
  Infatti, per entrare nel merito delle questioni e per compiere compiutamente il nostro potere di controllo e di indirizzo, vi richiedo formalmente gli ultimi due bilanci tecnici attuariali, compresi di tutti gli allegati, e le modalità di definizione della politica di investimento in termini di Pag. 7obiettivi di rendimento, profili di rischio e criteri di attuazione. Nello specifico, si richiede l'evidenza delle analisi di asset liability management collegate alle risultanze dei bilanci tecnici; l’asset allocation strategica, in particolare le modalità di definizione della protezione strategica dell'attività, con evidenza degli strumenti finanziari investibili e relativi limiti quali-quantitativi; l’advisor a supporto dell'organo di amministrazione e delle strutture operative all'ente; i criteri di selezione dell’advisor; il ruolo svolto dall’advisor nei processi di selezione dei prodotti gestiti e i presidi organizzativi dell'ente per il controllo dei risultati delle scelte di investimenti che hanno prodotto.
  Si richiedono, inoltre, i risultati delle linee di gestione per ciascuna linea di gestione diretta o indiretta del portafoglio; i mandati di gestione; obiettivi di risultati; parametri di target; analisi ex post dei risultati; analisi della performance attribution.
  Giustamente, come è stato ricordato, il presidente e il direttore sono protagonisti di una nuova stagione che è iniziata, per il presidente, da un anno e mezzo e, per il direttore, da qualche mese. Proprio perché anche noi siamo figli di una nuova gestione, vogliamo svolgere il nostro lavoro di controllo e indirizzo in maniera seria per rispetto del mandato popolare. Pertanto, se abbiamo le carte, possiamo iniziare ad operare nel merito, come stiamo già facendo, con molta serietà ed evidenza, con i tecnici e i consulenti della Commissione.
  Il presidente, che è conoscenza di tutto, sa che lo vogliamo fare proprio per valorizzare profondamente il ruolo delle casse; vogliamo che esse diventino protagoniste dello sviluppo economico e diano un contributo, affinché non siano viste come una chiusura, bensì come un'apertura di territorio.
  L'occasione di oggi mi permette di porre due questioni generali, anche perché sul resto del bilancio non possiamo intervenire finché non abbiamo le carte. Il presidente è stato molto preciso nelle sue domande, chiedendo, appunto, quali obiettivi, quanti rendimenti e così via. Altrimenti, rischiamo di fare una discussione molto generale, che non è compito di questa Commissione, che, invece, deve essere molto analitica.
  Lo scorso novembre l'Enpaia, insieme a Cassa forense, Inarcassa, Empam e Cassa nazionale dei ragionieri, ha manifestato l'intenzione di entrare nel capitale sociale della Banca d'Italia con una quota complessiva del 10 per cento.
  C’è stato un comunicato, che riprende il messaggio che vogliamo dare anche da questa Commissione, ovvero che partecipate al rilancio dell'economia italiana con un segnale di fiducia proprio nei confronti dell'istituzione Banca d'Italia.
  La vendita di quote di Bankitalia è, come noto, oggetto di discussione. Per alcuni analisti è motivo di preoccupazione anche perché il piano di vendita della quota pone problemi di raccordo con i meccanismi di gestione del rischio introdotti dalla BCE con il quantitative easing.
  La domanda è proprio questa. Rispetto a questi elementi, qual è la valutazione che la vostra fondazione ritiene di poter fare in merito alla sicurezza di questa operazione ? Quali sono, inoltre, i benefici di medio-lungo periodo che vi attendete ?
  Vengo all'altra questione, anticipata proprio dal presidente nell'ultimo intervento. A grandi linee, nel bilancio di previsione 2016 il patrimonio è oltre i 1,752 miliardi, quindi è positivo rispetto al soddisfacimento delle prestazioni previdenziali. Tuttavia, si nota una difficoltà sul versante delle locazioni nel settore commerciale.
  Rispetto a questo si tratta, quindi, di capire quale può essere la vostra strategia per una gestione ottimale e migliorativa di questo settore, in un trend generale complessivo di solidità economica.
  Queste erano le questioni che intendevo affrontare. Per il resto, abbiamo bisogno dei materiali anche per rispetto al lavoro testé annunziato dal presidente Piva e dal direttore Morrone e per capire qual è stato l'operato precedente, di cui, ovviamente, non hanno responsabilità. Dico questo per Pag. 8svolgere un ruolo che tutti insieme dobbiamo affrontare con responsabilità per ottenere i migliori risultati.

  SERGIO PUGLIA. Vorrei chiedere se per caso il vostro ente previdenziale ha qualche esposizione verso Banca Etruria e verso le altre tre banche che hanno problemi, quindi se c’è svalutazione asset, con componente azionaria o obbligazionaria.

  COLOMBA MONGIELLO. Abbiamo ascoltato con molto interesse. Ritengo che la risposta alle sollecitazioni che abbiamo fatto pervenire per iscritto, ci metterà nelle condizioni di essere più sereni e preparati nel giudizio.
  Presidente, lei ha parlato di discontinuità. Da donna agricola, ciò non può farmi che piacere perché è una situazione che conosco da lungo tempo, in particolare dai miei 9 anni di permanenza nella Commissione agricoltura.
  Avendo una profonda conoscenza dell'argomento, mi colpiscono due aspetti. Da una parte, mi fa piacere la discontinuità, ma mi colpisce anche il fatto che la fondazione ancora non ricerchi una rivisitazione del suo asset organizzativo, essendo rimasta legata al vecchio decreto del 1962. Ecco, non ritiene che, anche alla luce anche di una riorganizzazione dei diversi enti, la fondazione dovrebbe rivedere questo tipo di organizzazione al suo interno ?
  Ho un'altra questione, che ha sollevato anche il collega Galati. Anch'io avevo osservato la vicenda delle locazioni. Forse nella documentazione sarebbe utile per la Commissione avere anche una più approfondita conoscenza del panorama immobiliare, ovvero delle locazioni e delle eventuali dismissioni. Ecco, è una richiesta formale che vi faccio.

  PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per una breve replica.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'Enpaia. Per quanto riguarda l'operazione Banca d'Italia, Enpaia ha acquistato l'1 per cento circa del capitale. È stata un'operazione non dico di pancia, perché in finanza non si fanno operazioni di pancia, ma, oggettivamente, vi è la necessità da parte del sistema Italia di trovare alleanze e convergenze.
  Abbiamo, quindi, reputato l'operazione non dico «salva Italia» perché non salviamo niente, ma abbiamo voluto dare un piccolo segnale, a fronte delle garanzie tangibili che questo investimento indubbiamente ha. Insomma, è una piccola goccia nel bicchiere, che, però, va a contribuire a una nuova mentalità, per cui tutti noi operiamo per venire incontro alle esigenze del nostro Paese. Non abbiamo fatto, però, beneficenza perché da questa operazione ci aspettiamo un'ottima redditività.
  Oggettivamente, ci sono voci discordanti dagli analisti. C’è chi dice che l'operazione non è strategica e chi si complimenta perché lo è, quindi dice letteralmente il contrario. Tuttavia, abbiamo investito una parte del nostro capitale in questa operazione e valuteremo la situazione. Del resto, avremmo la catastrofe solo se il sistema Italia andasse in default, cosa che non penso accada. Peraltro, le garanzie sono vanno al di là dalla Banca d'Italia, quindi l'operazione andava fatta.
  Sul discorso delle locazioni sono d'accordissimo. Quando mi sono trovato tutte quelle sfittanze, mi è venuta la pelle d'oca. Avere una struttura sfitta vuol dire avere un deperimento dell'immobile, quindi una svalutazione del patrimonio. Sappiamo benissimo che una struttura rimane efficiente nel momento in cui vive. Di conseguenza, abbiamo dato immediatamente corso a un'operazione di maggior controllo del patrimonio immobiliare, che alla fine ha portato a evidenziare delle lacune. Infatti, avevamo immobili di prestigio che non erano locati e non davano reddito.
  Per esempio, abbiamo un immobile meraviglioso in via della Vite, che era affittato al Consiglio dei ministri, il quale a un certo punto non ne necessitava più, quindi lo ha liberato, dopodiché è rimasto fermo per due o tre anni. Viste le dimensioni della struttura, che non aveva le caratteristiche per essere destinata a struttura Pag. 9alberghiera, è stato pianificato un percorso di trasformazione in bed and breakfast, per cui ora ha un discreto reddito.
  Ancora, in via Torino avevamo un immobile di grosse dimensioni, di circa 170-180 stanze. Vi sono state mille difficoltà, compreso il fallimento della ditta che lo aveva affittato. Ora, però, risolti tutti questi problemi, siamo alla firma per la sua trasformazione in albergo, con un'ottima redditività per Enpaia.
  Un'analoga situazione riguarda un'altra struttura via Morgagni, anch'essa ferma ormai da 4-5 anni. Anche in questo caso, muovendoci sul mercato, abbiamo trovato la possibilità di partire con una ristrutturazione, dopodiché una società che gestisce laboratori medici e gabinetti dentistici avvierà la sua attività, cosa che darà un reddito per Enpaia superiore al milione di euro annuo.
  Oggi, purtroppo l'abitativo sta soffrendo; d'altra parte, nemmeno gli uffici stanno pagando perché, se parliamo di affitti commerciali con destinazione ufficio, vediamo che le aziende si stanno allontanando dal centro per cercare soluzioni in periferia. Invece, noi, come scelta strategica, abbiamo individuato il centro come potenziale per far nuovi investimenti. Di conseguenza, quando parliamo di commerciale la nostra intenzione è legata ad alberghi e ospitalità o ad immobili di un certo prestigio che ci garantiscano un determinato reddito.
  Anche le dismissioni vengono fatte. Ormai abbiamo accumulato plusvalenze decisamente alte. Gli inquilini spingono perché vogliono acquistare. Quindi, mettendo da una parte la volontà degli inquilini ad acquistare e dall'altra le plusvalenze che abbiamo accumulato, siccome penso che abbiamo raggiunto il culmine, possiamo assistere anche alla discesa sulla rendita dell'investimento. Credo, infatti, che rinnovare parte dal patrimonio immobiliare, migliorandolo in termini qualitativi, sia un'operazione di grande vantaggio per l'ente. Relativamente al quesito del senatore Puglia, non abbiamo assolutamente prodotti come quelli citati. Ne avevamo uno legato alla Carife, che, però, abbiamo venduto appena prima che scoppiasse il caso delle quattro banche.

  PRESIDENTE. Per concludere, le chiedo di inviarci i documenti che sono stati richiesti. Mi ha colpito una frase che lei ha detto, ovvero che in questo periodo vi attenete al Codice degli appalti, il che significa che negli anni passati ci sono stati dei problemi.
  In più, vi chiediamo una relazione anche rispetto al passato, chiarendo gli investimenti, i rendimenti e tutto quello che è stato fatto negli anni scorsi perché, appunto, dobbiamo definire il vostro bilancio.
  Dopo che ci avrete mandato questa documentazione, ci potrà essere una ulteriore audizione laddove dovessimo ravvisare la necessità di ascoltarvi ancora per verificare eventuali punti di criticità ed eventualmente chiarirli.
  Ringraziando nuovamente per la vostra disponibilità, dispongo che la documentazione predisposta per la odierna audizione sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.

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