XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 26 di Mercoledì 2 dicembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente e del direttore generale dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani Giovanni Amendola (INPGI), Andrea Camporese e Mimma Iorio.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Camporese Andrea , Presidente dell'INPGI ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Camporese Andrea , Presidente dell'INPGI ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Iorio Mimma , Direttore generale dell'INPGI ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Puglia Sergio  ... 5 
Galati Giuseppe (Misto-ALA-MAIE)  ... 5 
Mongiello Colomba (PD)  ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Camporese Andrea , Presidente dell'INPGI ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 
Camporese Andrea , Presidente dell'INPGI ... 9 
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 
Camporese Andrea , Presidente dell'INPGI ... 9 
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 
Iorio Mimma , Direttore generale dell'INPGI ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Iorio Mimma , Direttore generale dell'INPGI ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Iorio Mimma , Direttore generale dell'INPGI ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Camporese Andrea , Presidente dell'INPGI ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Documentazione presentata da INPGI ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente e del direttore generale dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani Giovanni Amendola (INPGI), Andrea Camporese e Mimma Iorio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del presidente e del direttore generale dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani Giovanni Amendola (INPGI), Andrea Camporese e Mimma Iorio.
  Le cederò subito la parola per farci un quadro generale sulla situazione di bilancio; inoltre, le chiedo se gentilmente ci può dare anche delle informazioni su ciò che riguarda il Fondo Amendola, in relazione a tutto quello che è emerso sui giornali, per avere un'idea chiara, anche perché, come lei sa, tutto questo potrebbe incidere sulla sostenibilità e sulla stabilità della cassa.
  Do la parola a Andrea Camporese, presidente dell'INPGI, per lo svolgimento della sua relazione.

  ANDREA CAMPORESE, Presidente dell'INPGI. Grazie, presidente. Seguirò le sue indicazioni. In seguito, se lei è d'accordo, lascerò alla direttrice generale la possibilità di specificare alcuni elementi tecnici.
  Aldilà del bilancio 2014, l'andamento del 2015, come negli ultimi sette anni, risente di ciò che è accaduto all'interno del mondo del giornalismo italiano. Parto da due elementi di comprensione.
  La perdita occupazionale del sistema del giornalismo italiano è stata di sei volte superiore a quella del Paese. Dico questo per dare la dimensione della violenza del calo occupazionale che ha subìto l'ente, in conseguenza della diminuzione di contribuzione.
  Questa diminuzione di occupazione, che si attesta intorno al 17-18 per cento, forse quest'anno si attenuerà o si arresterà, perché probabilmente stanno avendo effetto gli sgravi contributivi sulle assunzioni ai quali noi accediamo nel fondo generalista dello Stato, che stanno portando in queste settimane ad alcune centinaia di assunzioni, che non risolvono il problema, ma che creano un minimo di controtendenza rispetto a ciò che è accaduto in questi anni: 3.000 occupati in meno, prepensionati, pensionati, esplosione dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali, alcuni al 200 per cento.
  Vi ricordo, se non lo rammentate, che l'istituto sostiene totalmente in proprio gli ammortizzatori sociali, senza alcun contributo da parte dello Stato, tranne nel caso Pag. 3dei prepensionamenti, per i quali lo Stato interviene con una legge (la legge n. 416) che ristora l'istituto del costo del prepensionamento.
  Negli ultimi sei anni noi abbiamo visto un aggravarsi della situazione, che ha avuto dei riflessi bilancistici. Ora siamo probabilmente all'apice della crisi, dovuta anche allo scaricamento di centinaia di stati di crisi decretati negli ultimi anni. Pertanto, noi prevediamo, come l'anno scorso, una passività tra complesso delle entrate e complesso delle uscite intorno ai 100 milioni di euro, con un patrimonio accantonato che supera i 2 miliardi.
  In questo senso, l'ente ha assunto con deliberazione una riforma che in questo momento è sottoposta al vaglio dei ministeri vigilanti, come prevede la norma di legge. Siamo in attesa del parere dei ministeri vigilanti. Tale riforma interviene su molti capitoli, sia in termini di entrate che in termini di uscite, e va a intercettare una serie di elementi rispetto alla valutazione dei montanti e ad alcune prestazioni, anche attraverso un prelievo di solidarietà proposto in relazione ai pensionati, per ridurre questa passività.
  Il tema del mercato del lavoro è assolutamente dirimente, nel senso che, se è obbligo dell'istituto agire per riportare i conti in equilibrio – la riforma sottoposta ai ministeri vigilanti ha un impatto importante in questo senso – il ritorno della crescita dell'occupazione è molto importante.
  Tale crescita, se non è affidata direttamente all'istituto, è sicuramente affidata anche alla negoziazione tra le parti sociali, Federazione nazionale della stampa e Federazione nazionale degli editori, che in queste settimane stanno discutendo della rinnovazione contrattuale. Questo elemento di rinnovazione contrattuale avrebbe una sua rilevanza, nel momento in cui avvenisse un contratto, non solo di crescita economica, ma anche di inclusione di posti di lavoro.
  Pertanto, gli elementi rilevanti sono l'attività di riforma e l'osservazione del bilancio in queste condizioni, ma allo stesso tempo la possibilità nel medio periodo di riportare in equilibrio il rapporto tra entrate e uscite, come abbiamo dimostrato con gli studi attuariali allegati alla riforma.
  Io vengo dal consiglio di amministrazione, che ha approvato all'unanimità le linee guida che lasceremo anche ai nostri successori. Infatti, stiamo concludendo il nostro mandato e da marzo dell'anno prossimo ci sarà la nuova governance, alla quale io non parteciperò.
  Abbiamo consegnato ai futuri amministratori una serie di linee guida che riguardano anche la gestione del patrimonio e la necessità di riequilibrare la parte immobiliare con quella mobiliare, anche in virtù dell'emanando decreto – c’è stata la consultazione pubblica, ma non è ancora stato emanato – che prevedrà, come voi sapete, una serie di limiti alla detenzione in patrimonio di immobili, che nella consultazione pubblica ammontava al 30 per cento. Tale limite deve essere osservato e rispettato nell'ambito di un decennio. Pertanto, ci sarà anche questa attività.
  Venendo alla seconda parte relativa agli articoli di stampa e dichiarando in premessa che io credo di dover esercitare la mia attività in forza di legge, in coerenza di mandato e nel rispetto delle fonti vigilanti, piuttosto che leggere i giornali o le indiscrezioni giornalistiche, devo dire che sul piano del Fondo Amendola è stata esercitata una gara europea. Peraltro, all'interno della commissione era presente anche il preside della facoltà di economia de La Sapienza, il professor Ciccarone.
  La gara è stata esercitata, non c’è stato alcun problema né alcun ricorso. L'affidamento è stato fatto in forza di normativa alla SGR per tranche. Non si è ancora conclusa l'attività di trasferimento del patrimonio al fondo detenuto al 100 per cento dall'INPGI. La procedura è stata rispettata nelle virgole, vagliata dal collegio sindacale e trasmessa agli organi competenti.
  Sul piano delle indiscrezioni, io non riesco neanche a capire certe affermazioni. La gestione è corretta sia sul piano formale sia su quello procedurale sia – mi permetto di dire – su quello professionale. Pag. 4L'INPGI ha nominato i propri rappresentanti dei comitati di comparto, come previsto dalla norma. Francamente non rilevo alcun tipo di problematica.
  Quanto poi alle connessioni, che ho letto su qualche giornale, tra la famiglia Nattino e il Vaticano, sono tutti elementi di cui non conosco assolutamente la derivazione. Non ho contezza in nessun caso di questo ambito, che non riguarda la mia attività e ovviamente neanche quella dell'ente, e quindi mi lascia del tutto perplesso.
  Aggiungo un'ultima informazione in questo senso. È stato richiesto al collegio dei sindaci, che ha vagliato la procedura – non a me – di rispondere per iscritto a una nota del Ministero su questi articoli di stampa, cosa che credo sia avvenuta. Il collegio, comunque, non ha mai rilevato, in nessuna fase precedente, contestuale o successiva alla gara, alla sua espletazione e all'attività di gestione, alcuna anomalia di alcun genere.
  Se lei permette, presidente, la direttrice, che ha seguito il processo amministrativo, forse può aggiungere qualcosa su questo.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì. Vorremmo conoscere meglio il Fondo Amendola, come è costituito e che cosa contiene il patrimonio, perché ovviamente questo rientra all'interno del sistema del bilancio in quanto tale.

  ANDREA CAMPORESE, Presidente dell'INPGI. Ovviamente su questo possiamo fornire qualsiasi documentazione richiesta.

  PRESIDENTE. Va bene. Grazie.

  MIMMA IORIO, Direttore generale dell'INPGI. Come diceva il presidente, io ho seguito tutto il processo. Peraltro, sono stata il presidente della commissione aggiudicatrice e, quindi, ho seguito tutte le fasi della gara, dal momento in cui il consiglio di amministrazione nell'aprile del 2013 ha fatto partire il percorso.
  Ricordo che si è arrivati alla costituzione del fondo perché il nostro patrimonio immobiliare è sempre stato ed è ancora oggi valutato a livello di bilancio al costo storico e non ai valori di mercato.
  In questo modo, con l'apporto all'interno di un fondo costituito solo ed esclusivamente come quotista da noi, un fondo chiuso, le cui quote sono tutte dell'INPGI e in cui non c’è la partecipazione di nessun altro soggetto, è possibile far emergere la plusvalenza tra valore storico dell'immobile e valore di mercato, che poi viene portata a bilancio da parte dell'istituto.
  Proprio oggi abbiamo apportato un'ulteriore quota e siamo arrivati a poco più del 60 per cento del valore di tutti gli immobili trasferito al fondo. Probabilmente entro i primi mesi dell'anno completeremo l'operazione di trasferimento. Il proprietario, comunque, è sempre l'istituto.
  Il fondo è stato costituito, da bando di gara, con due comparti: il comparto uno e il comparto due. Nel comparto uno sono confluiti e confluiranno tutti gli immobili siti nel comune di Roma, mentre nell'altro comparto quelli fuori Roma, ovvero su tutto il territorio nazionale (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze). Il secondo comparto ha un valore minore, perché la maggiore concentrazione degli immobili è su Roma.
  La gara, come diceva il presidente, è pubblica. Noi siamo tenuti ad applicare il Codice degli appalti pubblici, con tutte le caratteristiche da esso previste. Abbiamo invitato a partecipare dodici soggetti, praticamente tutti quelli che operano sul territorio, e ne hanno aderito undici. L'unico che non ha partecipato è stato Assicurazioni generali.
  Hanno presentato tutti la loro offerta, prima quella tecnica e poi quella economica. La commissione che si è insediata, costituita da me, dal dirigente del servizio amministrazione e finanza e dal preside della facoltà di economia, il professor Ciccarone, ha lavorato aprendo in massima tranquillità, senza nessun tipo di influenza né dall'interno né dall'esterno.Pag. 5
  A settembre c’è stata l'apertura dell'offerta economica. Sono stati mecciati i dati. Infatti, come voi sapete, si mecciano i risultati della valutazione tecnica con quelli della valutazione economica.
  È risultato vincitore della gara, notificata definitivamente a ottobre dal consiglio di amministrazione, il raggruppamento temporaneo di imprese Investire e Polaris, una società di Milano. Abbiamo incominciato a operare.
  Quando abbiamo fatto la gara, abbiamo deciso, per una questione di trasparenza, di far valutare la congruità dei valori che erano stati dati dalla struttura tecnica dell'istituto ai nostri immobili da un soggetto che abbiamo reperito sul mercato, facendo un'indagine tra operatori del mercato.
  In seguito, la società aggiudicataria, il raggruppamento temporaneo che adesso, a seguito di fusione, si chiama Investire SGR – non c’è più il nome di Polaris – ha fatto una sua selezione e ha trovato un esperto indipendente che gli valutasse nel dettaglio gli immobili, per poter emettere il valore delle quote relative agli immobili che devono essere oggetto dell'apporto al fondo.
  Come dicevo, siamo quasi alla fine dell'operazione di trasferimento degli immobili. Dopodiché, i comitati di comparto continueranno a operare, così come hanno fatto nell'esercizio della loro funzione, essendo composti esclusivamente da rappresentanti degli organi collegiali dell'istituto, indicati con delibera del consiglio di amministrazione. I comitati di comparto sono i consigli di amministrazione del fondo e, quindi, interloquiscono direttamente con l'SGR sulle politiche da adottare all'interno del fondo.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SERGIO PUGLIA. Vi ringrazio per la vostra presenza di oggi. Io ho alcuni dubbi, in particolare sull'assestamento 2015.
  Esaminando i dati, si rileva che c'era un deficit previsto di 91 milioni, che oggi invece è arrivato quasi a 106,5 milioni. Non avete previsto, almeno da quanto mi risulta, una riforma del vostro sistema previdenziale, ma attualmente avete operato un prelievo sugli attuali pensionati. Prevedete comunque di fare una riforma ?
  I dati effettivamente sono abbastanza preoccupanti. Io leggo nel 2011 -1 milione e 303.000. Nel 2012 da un milione si passa a 7 milioni, nel 2013 si passa a 51 milioni, nel 2014 si passa a 81 milioni e nel 2015 si passa all'assestamento di 106 milioni e 471.000. Effettivamente gli scostamenti non sono leggeri, ma sono pesanti.
  Avete già preventivato questa riforma ? In base ai dati, io credo che ci sia poco da fare. Non si tratta di percentuali minime di scostamento, ma di percentuali abbastanza importanti.
  Io mi fermo qui, perché credo che sia importante capire soprattutto questi numeri. Magari ci rivedremo una prossima volta, se dovessimo avere bisogno di ulteriori informazioni. Non fate come Enasarco, che non sta venendo qua in Commissione da molto tempo, nonostante lo stiamo chiamando e richiamando. Vi ringrazio.

  GIUSEPPE GALATI. Mi scuso per il ritardo, ma, come lei sa, eravamo impegnati nella Commissione bilancio.
  Vorrei acquisire alcuni elementi sulla delibera approvata dal consiglio di amministrazione dell'INPGI nel corso del 2015, che riguardava la sostenibilità della gestione previdenziale, attraverso la nuova riforma che è attualmente al vaglio dei ministeri vigilanti.
  Mi sembra che nel 2012 l'INPGI avesse già proceduto alla riforma del sistema pensionistico e che l'avesse fatto con lo stesso obiettivo di quella che è stata varata nel 2015, cioè il ripristino dell'equilibrio tecnico attuariale e la sostenibilità finanziaria dell'istituto, e anche con gli stessi attori (il medesimo attuario, lo stesso collegio sindacale e la stessa società di revisione).
  La domanda sorge spontanea: vorrei capire come mai, a distanza di solo tre anni dalla riforma precedente, ci troviamo Pag. 6di fronte a questa situazione e se e in quali termini l'ente avrebbe potuto intervenire all'atto dalla precedente riforma del 2012 per valutarne subito l'efficacia.
  Inoltre, vorrei sapere quali sono le motivazioni per le quali tale valutazione non è avvenuta, perché tutto porta a ritenere che evidentemente nella gestione generale degli atti e delle strategie di riforma qualcosa non ha funzionato in termini di stime, di simulazioni e di valutazioni d'impatto.

  COLOMBA MONGIELLO. Ho una domanda. È ovvio che noi veniamo da una campagna di stampa molto forte sullo stato di salute dell'INPGI. Lo leggiamo anche noi dai diversi giornali. Ci preoccupano moltissimo le notizie a carico dell'ente. Lei ha fatto subito un'affermazione, che io apprezzo, sulla gestione complessiva dell'istituto e anche sulla situazione debitoria.
  La domanda che ci pongono spesso concerne la sostenibilità di questo istituto: questo istituto è in grado di assicurare ciò per cui i contribuenti hanno versato in tutti questi anni ? È solido abbastanza per contemperare a questa domanda ?
  Questa è la questione che le pongo.

  PRESIDENTE. Presidente, io vorrei avere alcuni chiarimenti.
  Noi vorremmo conoscere la quantità di immobili che sono stati già conferiti nel Fondo Amendola. Poc'anzi la direttrice affermava che vi è un primo comparto relativo agli immobili siti a Roma e un secondo che riguarda gli immobili di altre realtà (Milano eccetera).
  Vorrei sapere a che percentuale corrisponde, in virtù delle norme che regolano la questione della quantità immobiliare che le fondazioni devono avere, se c’è un piano di dismissioni da parte dell'ente e se già ci sono state delle dismissioni e di quale valore.
  Inoltre, vi chiedo quali sono le commissioni che voi pagate al fondo Investire immobiliare, quali sono le attività che il fondo Investire oggi sviluppa e quali rendimenti avete per ciò che riguarda l'attività immobiliare per garantire la sostenibilità del sistema.
  Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  ANDREA CAMPORESE, Presidente dell'INPGI. Cercherò di rispondere a tutto, eventualmente con l'aiuto della direttrice. Alcune domande, peraltro, si incrociano. Partirei dall'inizio.
  La riforma c’è stata ed è stata deliberata. I prelievi in essere sui pensionati non derivano da scelte dell'istituto, ma da norme generali dello Stato che l'istituto è tenuto ad applicare, perché noi siamo sostitutivi dell'Assicurazione generale obbligatoria (AGO).
  Allo stato attuale, noi abbiamo fatto una riforma, varata e approvata in consiglio di amministrazione, che è sottoposta al vaglio dei ministeri vigilanti e che interviene su varie materie: porta l'età pensionabile da 65 a 66 anni, riduce il coefficiente di rendimento dal 2,66 al 2,30, interviene su alcuni elementi minori ma economicamente rilevanti. Inoltre, le pensioni di anzianità vengono abolite; si potrà andare in pensione a 62 anni con un minimo di 36 anni di contributi.
  C’è un'azione precisa sia sul fronte delle prestazioni che su quello dei contributi, con l'aumento complessivo di un punto percentuale della contribuzione a carico degli editori e dei giornalisti. Ricordo che la contribuzione complessiva dell'INPGI (datore di lavoro e lavoratore) si avvicina a quella dell'INPS, ma è ancora leggermente inferiore.
  Questa riforma varata, nel momento in cui fosse approvata, apporterebbe ai 100 milioni di passività un flusso di cassa immediato, dovuto alle aliquote incardinate, di circa 30 milioni. Parliamo, quindi, di 30 milioni su 100.
  I rimanenti 70 milioni sono frutto di un'evoluzione applicativa della riforma. Infatti, portando l'età pensionabile a 66 anni, come voi capite, l'effetto di questo processo è nel tempo. Pertanto, l'immediato intervento ammonta a circa 30 milioni, Pag. 7mentre nel medio periodo, ovvero nel decennio, si tende ad assorbire completamente la passività.
  Infatti, lo studio attuariale dimostra che la riforma nel suo complesso va ad assorbire a regime l'intera passività attuale. Questi sono i dati forniti ai ministeri vigilanti.
  La riforma è stata fatta e deliberata. Che cosa è successo nei tre anni che intercorrono tra la prima riforma e la seconda riforma ? Non c’è stato nessun errore di valutazione. È successo che il giornalismo italiano ha perso mediamente il 6 per cento dell'occupazione all'anno. Credo che, se questo fosse accaduto nel Paese, ci sarebbero stati dei sommovimenti popolari. Mentre il Paese perdeva il 3,8 per cento, noi perdevamo il 17-18 per cento. È successo qualcosa che non ha assolutamente precedenti, non solo nella storia del giornalismo italiano, ma nemmeno nella storia di nessuna categoria italiana.
  L'ente si è difeso attraverso un'attività di monitoraggio molto stretta e molto precisa, che andava a verificare l'andamento dei conti, i quali hanno avuto un peggioramento rilevante nel triennio difficilmente prevedibile. Io posso prevedere un'ascesa del turnover, una diminuzione del turnover o un azzeramento del turnover, ma è difficile prevedere che 500 aziende editoriali vadano in crisi e aprano stati di crisi.
  C’è stato qualcosa di assolutamente incredibile anche sul piano della teoria economica. È come se si fosse verificata la fine di un modello industriale. Qui non mi dilungo sul tema dell'impatto delle nuove tecnologie nell'ambito della professione giornalistica, che aprirebbe un discorso molto importante.
  Mi permetto di dire che sono molto orgoglioso. Un ente che subisce questo e contemporaneamente spende 300 milioni di euro in ammortizzazione sociale dimostra una capacità di reazione e di tenuta che è molto difficile da trovare.
  Detto questo, non sto descrivendo il migliore mondo possibile. Noi siamo estremamente preoccupati. Infatti, assumere due riforme nell'arco di un termine così breve è indicativo di una difficoltà evidente. Tuttavia, mi permetto di dire che la reazione è stata all'altezza.
  D'altro canto, voi sapete che l'ente non può in nessun modo mettere bocca sulla dinamica dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali né tantomeno dei prepensionamenti. Noi siamo a valle. Ci arriva un decreto ministeriale che ci dice che in quell'azienda escono 30 persone e vanno in solidarietà cento persone.
  Noi abbiamo migliaia di giornalisti in cassa integrazione, in disoccupazione e in solidarietà. Non sto dicendo che siamo dei geni, ma nemmeno che siamo rimasti inattivi rispetto a ciò che abbiamo subìto, che – ve lo assicuro – è stato da un certo punto di vista veramente incredibile, non solo per noi, ma per l'intero sistema.
  Esistono la campagna di stampa, gli articoli di stampa eccetera. La sostenibilità esiste ? Siamo di fronte a un ente che comunque ha oltre 2 miliardi di patrimonio. Siamo di fronte a una passività che non può essere tollerata a questi livelli, perché 100 milioni di passività sono troppi, è evidente.
  Abbiamo agito, però abbiamo anche richiamato le parti sociali a una certa responsabilità, perché un ente che fa previdenza e ammortizzazione sociale deve anche avere di fronte delle parti sociali, sindacali e datoriali, che si interrogano sulla perdita di posti di lavoro, che agiscono, che lavorano, che modificano il contratto, che lo fanno diventare più inclusivo.
  Non dico questo per sgravare l'ente di responsabilità, ma per sottolineare che, come sapete bene, le cose si incrociano. Anche su questo piano, io credo che sia molto importante che le parti sociali lavorino a una rinascita del mestiere di giornalista nei tempi moderni.
  L'ente è abbastanza solido ? Su questo piano, onorevoli, come voi sapete benissimo, le fonti di vigilanza sono tali e tante e anche strette nella loro richiesta di produzione di dati che noi nell'emanare la Pag. 8riforma ovviamente abbiamo allegato uno studio multifattoriale e l'abbiamo dato ai ministeri vigilanti.
  L'ente è in una fase di difficoltà, ma io non lo posso definire non solido. Il tema è superare il momento attuale. Vi segnalo che un giornalista che viene assunto oggi è tecnicamente e attuarialmente in equilibrio, cioè avrà una pensione adeguata a ciò che versa. Il tema è più che altro la cosiddetta «gobba» di requisiti molto più premianti assunti nel passato, anche in un passato molto lontano.
  Rispondo alle sue domande, presidente, che in qualche modo riguardano anche questo tema. Lei mi chiedeva quanti sono gli immobili già conferiti al fondo. Sono circa il 60 per cento del totale. Il totale è di circa 1,2 miliardi. Dunque, circa 600 milioni su 1,2 miliardi di patrimonio sono conferiti al fondo.
  Lei mi chiedeva, rispetto all'emananda norma, quanto immobiliare abbiamo sul totale. Ne abbiamo troppo (una cifra che supera il 60 per cento).
  Questo numero così alto deriva, da una parte, dalla stratificazione di un patrimonio immobiliare che ha un secolo. Infatti, l'INPGI inizia a operare nel 1872 e poi assume la forma moderna negli anni 1920; per un secolo si sono acquistati immobili, senza mai ruotare il patrimonio, in un accumulo che è stato quello che è stato.
  Inoltre, le difficoltà bilancistiche che abbiamo descritto ovviamente premono sulla parte liquida, cioè sulla parte che sostiene la passività dell'anno, e, quindi, fanno elevare la parte immobile.
  Comunque, la quantità di immobili che l'ente ha, per una motivazione storica o molto precedente al mio arrivo, è sicuramente, non solo molto superiore a ciò che il decreto emanando prevedrà, che dovrebbe essere il 30 per cento, ma anche non corretta sul piano dell'armonica allocazione del patrimonio complessivo.
  La domanda potrebbe sorgere spontanea: perché non si è venduto cinque anni fa o dieci anni ? Io mi attengo alla mia competenza, perché prima non c'ero. Certamente la dismissione è un'attività complessa sul piano amministrativo e degli organi. Molto spesso mi sono trovato di fronte a una parte della categoria che diceva che gli immobili vanno tenuti, anche con affermazioni abbastanza irrazionali. Un patrimonio deve essere equilibrato al suo interno. Non ci si innamora di un immobile, ma ci si innamora della gestione corretta di un patrimonio.
  Ci sarà una dismissione ? Ci sarà per obbligo di norma, e ci sarà perché è opportuno farla. Sarà affidata ai futuri amministratori, ma noi abbiamo preparato il terreno in questo senso e consegneremo al prossimo consiglio di amministrazione, che si insedierà a marzo, degli studi che quest'ultimo dovrà valutare per arrivare obbligatoriamente ad avviare una dismissione che si svilupperà negli anni. Dunque, una dismissione ci sarà.
  In passato ce n’è stata solo una di piccolissima entità (28 milioni di euro, frattaglie sparse per l'Italia), che risale al 2010. Una parte di quel patrimonio è stata venduta direttamente dall'ente ai prezzi stimati dall'esperto indipendente di conferimento a fondo, con uno sconto massimo del 5 per cento, che è uno sconto molto piccolo. Una parte non è stata ancora venduta e si sta tentando di venderla, però parliamo di frattaglie sparse per l'Italia, quindi di una dismissione di piccola entità.
  Questa sarà una dismissione di molto più grande entità (500 milioni di euro), che ovviamente non potrà essere fatta in un anno, ma sarà fatta in più anni a tranche.
  Io credo che sia un obbligo di questo consiglio di amministrazione consegnare al prossimo uno studio approfondito sul quale il consiglio possa decidere come avviare questo processo.
  Il presidente mi chiedeva quanto costa la società di gestione. Costa 277.000 euro all'anno; 0,26 è la percentuale di aggiudicazione di gara. Credo di essere abbastanza esperto del settore e ritengo che questa sia una percentuale abbastanza bassa. C’è stata una gara abbastanza al ribasso sulle percentuali. Dunque, 0,26 è la percentuale sul patrimonio conferito, che nelle medie di mercato si colloca assolutamente nella forchetta bassa.Pag. 9
  Sulla dismissione, sul totale degli immobili e sulla quantità di conferimento ho risposto. L'onorevole faceva una giusta osservazione. Tenete conto di una cosa: non si tratta di insipienza. Noi riceviamo sul lavoro dipendente le cosiddette «denunce di lavoro» fino all'anno successivo. A gennaio e a febbraio continuano a pervenire all'istituto denunce di datori di lavoro che hanno assunto lavoratori nell'ultima parte dell'anno precedente. Non è così semplice stimare l'andamento della gestione in questo senso.
  Detto questo, saremo a 100, a 103 o a 95 ? È difficile dirlo. Ripeto che queste 300 assunzioni sgravate che sono già pervenute all'istituto danno un po’ di ossigeno. Ne abbiamo perse 3.000, e 300 sono il 10 per cento di 3.000, però è un segno di qualcosa che si muove.
  Il mio auspicio è che i ministeri vigilanti validino la riforma o facciano le osservazioni che gli competono, ma che si possa avviare questa fase di risanamento dei conti possibile e necessaria, che va fatta sicuramente con una certa urgenza.
  Concludo sottolineando che questa passività di 100, che diventerà 70, 60, 50 e 40, fino ad arrivare a zero nel decennio – perché abbiamo lavorato in questi termini – è una passività forte, ma si confronta con una gobba attuariale che riguarda in particolare il prossimo ventennio, nel quale si scaricheranno le migliori condizioni pensionistiche di generazioni precedenti.
  Superata la gobba, l'attuario dimostra, non solo una stabilità dei conti, ma addirittura una crescita del patrimonio molto rilevante. Ci saranno 20-25 anni nei quali dovremo pagare promesse pensionistiche precedenti importanti e supportare questa dinamica. Tuttavia, tutti i nuovi assunti negli ultimi dieci o quindici anni sono in assoluto equilibrio economico-attuariale e, quindi, garantiscono un perfetto equilibrio prospettico. Dobbiamo superare la gobba.

  PRESIDENTE. Presidente, non ho ben capito una cosa. Le chiedo gentilmente se me la vuole chiarire.
  Poc'anzi lei ha detto che il 60 per cento del complesso della proprietà immobiliare è conferito al fondo. Dovrà essere conferito l'altro 40 per cento e lo state conferendo. Questo 60 per cento è conferito al Fondo Amendola. Il Fondo Investire, che ha vinto la gara...

  ANDREA CAMPORESE, Presidente dell'INPGI. Sì, l'SGR.

  PRESIDENTE. Il Fondo Investire ha il dovere di gestire il 60 per cento di questa quantità immobiliare per immetterla sul mercato, altrimenti secondo me non avrebbe senso aver bandito una gara pubblica per poter semplicemente gestire il patrimonio immobiliare. Parliamo del 60 per cento, perché il restante 40 per cento dovrà ancora essere conferito.
  Aldilà di ciò che ha detto oggi, cioè che lei lascerà al prossimo consiglio di amministrazione una serie di dati e di studi, voi avete un patrimonio immobiliare che sul totale della proprietà agisce per il 60 per cento e, quindi, dovete ridurlo. Lei ha detto che di questo si occuperà il futuro consiglio di amministrazione. Tuttavia, se l'SGR a cui avete affidato il 60 per cento degli immobili già si muove nella concezione di poter immettere sul mercato questi immobili, ciò vuol dire in buona sostanza che la procedura, anche se non avviata, già c’è per quanto riguarda la concezione...

  ANDREA CAMPORESE, Presidente dell'INPGI. Adesso ho capito la domanda.

  PRESIDENTE. Il Fondo Investire, a cui voi avete affidato tramite gara europea il patrimonio immobiliare del 60 per cento, deve gestire il patrimonio immobiliare. Lo si può gestire nel senso di mantenerlo nelle condizioni idonee perché si possa immettere sul mercato nel caso in cui si voglia, oppure gestire affinché tutti coloro i quali oggi sono all'interno di queste proprietà, ovvero gli inquilini, versino una quota per quanto riguarda il proprio affitto.Pag. 10
  Tuttavia, siccome voi pensate che il 60 per cento sia elevato, sarà anche questo fondo che si interesserà dell'immissione sul mercato.
  Questo significa che nell'affidamento che voi avete fatto non prevedete semplicemente ed esclusivamente la gestione, ma anche l'immissione sul mercato e, quindi, in buona sostanza, la dismissione. Questo è il concetto.

  MIMMA IORIO, Direttore generale dell'INPGI. Quando è stata bandita la gara, da parte dell'istituto è stata data alla futura SGR un'indicazione precisa.
  Per ciò che concerne tutti gli immobili di Roma che finivano nel comparto uno, aveva l'obiettivo di mantenerli e di farli rendere al meglio, attraverso la migliore gestione delle locazioni e anche attraverso interventi manutentivi diversi, che potessero rendere ancora più appetibili sul mercato locativo quegli immobili.
  Per quanto riguarda invece il comparto due, cioè tutta la parte fuori Roma, l'SGR aveva già la possibilità di vendere.

  PRESIDENTE. Mi scusi, dottoressa. Il problema è: siccome avete questa specificità con l'SGR, ci sono sofferenze dal punto di vista degli affittuari ? Quant’è la sofferenza ? Evidentemente l'SGR sta recuperando i crediti. È giusto ?

  MIMMA IORIO, Direttore generale dell'INPGI. Lei parla della morosità ?

  PRESIDENTE. Sì, parlo di morosità. Oggi quant’è la proprietà immobiliare sfitta e ancora non collocabile ?
  Siccome l'SGR interviene per fare in modo che adesso venga utilizzata al meglio la proprietà dell'ente, quali sono le quantità oggi affittate e quali sono le quantità vendute ? Lo chiedo perché la commissione dello 0,26 per cento può anche essere bassa, ma noi sappiamo che molti di questi soggetti operano in un mercato immobiliare oggi bloccato, anche da un punto di vista affittuario, perché gli affitti sono collegati agli andamenti. Sistematicamente, non vendono e non affittano, perché questo consente la riproposizione annuale della commissione.
  C’è un sistema che noi oggettivamente vorremmo capire, per il semplice motivo che crediamo che ci sia la necessità di guardare con attenzione ai processi che vengono a essere determinati da un intervento di una SGR come Investire.
  Ovviamente non riguardano voi, ma ci sono problemi a cui noi dobbiamo guardare con più attenzione anche nel prossimo futuro, non solo per via degli articoli sui giornali, ma anche per le iniziative di carattere giudiziario di cui siamo a conoscenza.
  Se voi gentilmente ci inviate tutta questa documentazione...

  MIMMA IORIO, Direttore generale dell'INPGI. Le posso anticipare una piccola risposta.

  PRESIDENTE. Dottoressa, siccome abbiamo tempi ristretti e vogliamo fare in modo che tutti i commissari possano avere questa documentazione, vi chiediamo di inviarcela. Noi la guarderemo attentamente e poi vi chiederemo gentilmente di avere un'ulteriore audizione per confrontarci con tutti i dati che voi ci invierete.

  ANDREA CAMPORESE, Presidente dell'INPGI. Presidente, manderemo dati dettagliati su tutti gli elementi di gestione.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione che verrà successivamente prodotta sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 15.05.

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ALLEGATO

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