XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Giovedì 4 giugno 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Salvo Titti , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione della Commissaria della CONSOB, Anna Genovese.
Di Salvo Titti , Presidente ... 3 
Genovese Anna , commissaria della CONSOB ... 3 
Di Salvo Titti , Presidente ... 7 
Genovese Anna , commissaria della CONSOB ... 7 
Di Salvo Titti , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Documentazione presentata dalla Consob ... 11

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE TITTI DI SALVO

  La seduta comincia alle 8.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione della Commissaria della CONSOB, Anna Genovese.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei Fondi pensione e Casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione della professoressa Anna Genovese, commissaria della CONSOB. Avverto che la professoressa Genovese è accompagnata dal dottor Giuseppe D'Agostino, vicedirettore generale della CONSOB, dal dottor Gabriele Aulicino, responsabile dell'Ufficio Attività Parlamentare della CONSOB e dal dottor Manlio Pisu, responsabile dell'Ufficio Stampa della CONSOB.
  Do la parola alla commissaria della CONSOB, Anna Genovese.

  ANNA GENOVESE, commissaria della CONSOB. Grazie, signora presidente. A nome dell'autorità che rappresento ringrazio questa Commissione parlamentare di controllo per l'invito a partecipare al ciclo di audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale dei Fondi pensione e delle Casse previdenziali.
  La CONSOB ritiene l'incontro un'occasione preziosa per poter illustrare ruolo e competenze dell'autorità di controllo sui mercati finanziari nell'importantissimo settore della previdenza complementare, snodo centrale per la stabilità del sistema finanziario domestico, oltre che per la sicurezza delle persone, e attualmente oggetto di grande interesse politico istituzionale anche per la sua capacità potenziale di generare flussi finanziari a sostegno dell'economia reale.
  Il mio intervento si aprirà con una breve rappresentazione della rilevanza economica del settore del risparmio previdenziale in Italia. A ciò farà seguito un'illustrazione del quadro normativo di riferimento per la vigilanza, con identificazione dei ruoli e delle responsabilità delle autorità coinvolte.
  La chiarezza del quadro normativo e la sua congruità rispetto agli obiettivi perseguiti dal legislatore sono presupposti imprescindibili per un appropriato funzionamento del sistema previdenziale nel suo complesso. Valutare se l'attuale riparto delle competenze di vigilanza sul settore previdenziale sia soddisfacente, razionale ed efficiente compete al Governo e al Parlamento. La ricognizione di tale quadro, operata dal punto di osservazione della CONSOB, punta ad offrire ai decisori politici elementi per tale valutazione.Pag. 4
  Con specifico riguardo alle competenze della CONSOB in materia di intermediari gestori e alle modalità concrete con cui l'istituto esercita i relativi poteri, saranno anche fornite evidenze circa le problematiche di maggior rilievo emerse nell'ambito delle azioni di vigilanza effettuate dalla CONSOB e che hanno avuto riguardo ai rapporti tra intermediari gestori e investitori di risparmio di natura previdenziale.
  A conclusione formulerò talune considerazioni sulle linee di tendenza rilevabili nel settore e sul tema del ruolo che il risparmio previdenziale potrebbe giocare nell'ambito del sistema finanziario italiano.
  Nell'ultimo ventennio il risparmio previdenziale è stato interessato da profondi mutamenti strutturali, discendenti dall'esigenza di assicurare la sostenibilità nel lungo periodo del sistema pensionistico complessivamente considerato. Ciò tenuto conto del progressivo allungamento della vita media e della necessità di garantire la stabilità dei conti pubblici in una prospettiva di lungo periodo, senza rinunciare ad assicurare al contempo un tenore di vita adeguato alla popolazione in età avanzata. Sono state istituite perciò le cosiddette forme di previdenza complementare, deputate ad affiancare la previdenza pubblica e obbligatoria.
  Il processo ha reso la previdenza italiana più simile a quella di tutti gli altri Paesi sviluppati. Tuttavia, la rilevanza delle forme di previdenza complementare rispetto alla previdenza pubblica in Italia è ancora molto diversa da quella di altri Paesi solitamente presi a raffronto. In Italia gran parte del sistema pensionistico è ancora di natura pubblica, mentre lo sviluppo di forme pensionistiche complementari risulta estremamente contenuto.
  In base ai dati OCSE, nel 2013 la spesa pensionistica complessiva in Italia (erogazioni), misurata rispetto al PIL, risultava la più elevata tra i Paesi considerati nell'indagine, pari al 16 per cento circa a fronte di una media dei Paesi OCSE inferiore al 10 per cento. Di tale spesa solo una minima parte è riconducibile a forme di previdenza complementare.
  In generale, da più parti si denuncia il ritardo che caratterizza il nostro Paese in questo campo. Tale ritardo, che si riscontra su diversi fronti, è difficilmente controvertibile e dipende da molteplici fattori.
  In primo luogo, le riforme che hanno interessato il sistema pensionistico pubblico per loro natura cominceranno a dispiegare i propri effetti solo nel lungo periodo. Sembra esservi quindi ancora scarsa consapevolezza della portata di tali riforme. In particolare, non sono avvertite pienamente le rilevanti implicazioni del passaggio da un metodo di calcolo della pensione di tipo retributivo a uno di tipo contributivo sull'ammontare della prestazione pensionistica futura. Di conseguenza, vi è scarsa consapevolezza dell'importanza della pensione complementare.
  In secondo luogo, sussiste una scarsa conoscenza da parte delle famiglie dei benefici apportati dall'adesione volontaria a forme pensionistiche complementari. L'Italia si caratterizza infatti per un grado di educazione finanziaria molto contenuto, che rappresenta una delle cause non solo del mancato sviluppo del settore dei fondi pensione, ma anche del basso utilizzo dei servizi di investimento a più alto valore aggiunto (consulenza e gestione portafoglio).
  Gran parte della ricchezza delle famiglie continua ad essere investita in depositi e risparmio postale (ben oltre il 45 per cento), mentre l'investimento in prodotti del risparmio gestito si colloca attorno al 16 per cento delle risorse finanziarie complessive. Il mancato sviluppo in Italia del settore dei fondi pensione risulta evidente anche se si osservano le dimensioni relative di esso, con riferimento agli attivi.
  Nel 2013 il totale attivo dei fondi pensione privati italiani rappresentava il 6 per cento circa del PIL, a fronte di un valore medio dei Paesi OCSE superiore al 36 per cento. Dati OCSE evidenziano altresì come il portafoglio dei fondi pensione italiani sia caratterizzato da una maggiore esposizione diretta ai titoli di Stato rispetto ai Paesi dove la previdenza complementare è più radicata e sviluppata.Pag. 5
  Tali dati confermano la bassa propensione dei fondi pensione italiani a investire in azioni, verosimilmente in ragione del rischio tipico incorporato dallo strumento. Vale però la pena di sottolineare che proprio questi fondi, se e in quanto investitori con un orizzonte temporale esteso, potrebbero beneficiare in modo particolare delle caratteristiche dei rendimenti azionari, la cui volatilità nel lungo periodo tende ad essere inferiore a quella nel breve.
  Sembrano esserci quindi non esigui margini per accrescere la massa e anche la valorizzazione del risparmio previdenziale in Italia, senza per questo rinunciare alla protezione dello stesso e articolando in modo appropriato il portafoglio di investimenti dei fondi.
  Il tema specifico della valorizzazione delle forme di previdenza complementare a base volontaria peraltro è un capitolo del tema più vasto della valorizzazione della previdenza e del risparmio previdenziale, che include anche i contributi obbligatori che gli iscritti versano agli enti previdenziali privatizzati, ex decreto legislativo n. 509 del 1994, e privati, ex decreto legislativo n. 103 del 1996.
  Per i fini della presente audizione saranno di volta in volta evidenziati i profili di interesse CONSOB per i quali, ferma la comune appartenenza al comparto previdenziale, sussistono tratti comuni o differenze tra forme previdenziali complementari volontarie e Casse professionali ad adesione obbligatoria.
  Passo a descrivere il quadro normativo e istituzionale di riferimento. L'introduzione di una prima disciplina organica della previdenza complementare si deve al decreto legislativo n. 124 del 1993, successivamente sostituito dal decreto legislativo n. 252 del 2005, che attualmente regola la materia, individuando le principali tipologie di forme pensionistiche complementari (fondi negoziali, fondi aperti, PIP e fondi preesistenti) e riconoscendo anche agli enti previdenziali privati e privatizzati, cioè le Casse professionali, la facoltà di istituire forme pensionistiche complementari.
  Un tassello importante del quadro normativo è rappresentato dall'assetto della vigilanza di settore, che è incentrato sulla Covip. Fondi negoziali, fondi aperti, PIP e fondi preesistenti sono iscritti in un unico Albo, l'Albo dei fondi pensione, suddiviso per sezioni, gestito dalla Covip, ente con personalità giuridica di diritto pubblico vigilato dal Ministero del lavoro.
  La vigilanza condotta dalla Covip nei confronti delle forme pensionistiche complementari è a spettro esteso, includendo poteri regolamentari, informativi, ispettivi e sanzionatori. Sugli enti previdenziali privatizzati o privati (Casse professionali) l'assetto della vigilanza pubblica invece è più articolato e tuttora in fase di completamento.
  Ciò chiarito, va segnalato che nel settore delle forme pensionistiche complementari è previsto l'intervento a vario titolo di intermediari finanziari autorizzati e assoggettati al TUF o al TUB, Testo unico sull'intermediazione finanziaria e Testo unico bancario. I fondi pensione aperti, infatti, sono promossi e anche gestiti da banche, società di gestione del risparmio (SGR) società di intermediazione mobiliare (SIM), oltre che da imprese di assicurazione autorizzate al ramo sesto (questo vale anche per i PIP).
  La gestione dei fondi negoziali di categoria, invece, pur non escludendo entro certi limiti taluni investimenti diretti, prevede che le risorse raccolte dal fondo siano di massima affidate a soggetti abilitati alla gestione professionale del risparmio, secondo le disposizioni dell'ordinamento italiano, quindi di nuovo banche, società di gestione del risparmio, società di intermediazione mobiliare, qui in veste di prestatori di servizi di investimento.
  La gestione può essere demandata anche a imprese di assicurazione o a imprese svolgenti le medesime attività in regime di libera prestazione, con sede in uno dei Paesi aderenti all'Unione europea e che prestano in Italia, in regime di mutuo riconoscimento, i servizi. La prassi è nel senso del generalizzato ricorso a convenzioni di gestione professionale.Pag. 6
  Per i fondi preesistenti, stante l'eterogeneità di situazioni, non può farsi un discorso unitario. In ogni caso, non può escludersi la gestione delle risorse da parte di intermediari finanziari autorizzati TUF o TUB, ai quali possono rivolgersi anche gli enti previdenziali privati o privatizzati. I PIP invece sono sempre promossi e gestiti da imprese di assicurazione.
  Ad esclusione dei PIP, quindi, nella gestione del risparmio previdenziale vi è un significativo coinvolgimento di intermediari finanziari assoggettati al TUF e alla vigilanza CONSOB. Come segnalato, tuttavia, la rilevante finalità sociale assegnata al risparmio previdenziale e agli investitori previdenziali ha portato il legislatore a ritenere necessario prevedere una vigilanza settoriale ad hoc, che è quella affidata alla Covip.
  Le attribuzioni della Covip riguardano l'intero settore della previdenza complementare, fondi pensione negoziali, fondi preesistenti, fondi aperti, PIP e fondi istituiti da Casse professionali, e vertono tanto sulla trasparenza e la correttezza quanto sulla sana e prudente gestione.
  In tema di rapporti internazionali la Covip è l'Autorità nazionale designata partecipare agli organismi nei quali operano, ove esistenti, le autorità dei Paesi competenti in materia di previdenza complementare. Pertanto nel comparto previdenziale la Covip assomma le competenze di vigilanza, che nell'ambito degli intermediari finanziari il TUF ripartisce fra Banca d'Italia e CONSOB, rispettivamente sana e prudente gestione affidata alla Banca d'Italia, e trasparenza e correttezza alla CONSOB.
  In altre parole, nel settore della previdenza opera non il principio di vigilanza per finalità, ma quello della vigilanza settoriale e tendenzialmente esclusiva.
  Ciò detto, mette conto segnalare anche che il generalizzato intervento di soggetti autorizzati TUF o TUB nella gestione del risparmio previdenziale produce, sul modello di vigilanza settoriale così delineato, talune interferenze da parte di discipline che si ispirano al diverso modello di vigilanza per finalità. Ne scaturisce un assetto di competenze di vigilanza pubblica sugli attori del sistema di valorizzazione del risparmio previdenziale composito e indubbiamente meno lineare rispetto a quello che caratterizza il comparto finanziario in genere.
  La circostanza che soggetti vigilati anche dalla CONSOB e segnatamente banche, SIM ed SGR possono istituire e gestire fondi pensioni aperti, oltre a prestare i servizi tipici delineati dal TUF in favore di investitori previdenziali, di per sé non esclude l'operatività del modello di vigilanza settoriale Covip, voluto dal legislatore per la previdenza complementare. La prestazione di attività rientrante in detto ambito assoggetta quindi automaticamente banche, SIM ed SGR alla vigilanza della Covip per quanto attiene al perimetro dell'attività in parola.
  I controlli della Covip su tali soggetti nel caso di gestione del risparmio previdenziale sono pervasivi, ma non si estendono all'intero novero delle attività e dei servizi svolti dagli intermediari abilitati, rispetto ai quali permane il potere di vigilanza delle rispettive autorità di settore.
  Fra vigilanza Covip e vigilanza CONSOB, per quanto concerne i rapporti tra i fondi negoziali oltre ai fondi preesistenti che abbiano deciso di non gestire direttamente le proprie risorse e alle Casse professionali, e gli intermediari soggetti alla vigilanza della CONSOB emergono ulteriori tratti di contiguità fattuale, rilevabili in connessione con la stipula di convenzioni di gestione, in base alle quali l'intermediario finanziario presta un servizio di gestione di portafoglio a favore del cliente investitore previdenziale.
  In tale vigilanza dal punto di vista CONSOB vengono in rilievo le norme del TUF, che disciplinano il servizio di gestione individuale di patrimoni. Tali disposizioni peraltro si applicano alla fattispecie tenuto conto delle caratteristiche del tutto peculiari dell'investitore previdenziale, il quale risulta da un lato provvisto di un livello di sofisticazione finanziaria tale da essere presuntivamente qualificato dalla disciplina come investitore Pag. 7professionale, dall'altro sottoposto, come ampiamente rappresentato, a vigilanza regolamentare informativa e ispettiva della Covip.
  Non vi è invece alcuna forma di vigilanza da parte della CONSOB sugli investimenti effettuati in proprio dagli enti previdenziali privati o privatizzati in quanto tali, ove questi siano possibili e sebbene ciò integri gestione di risparmio previdenziale.
  Dal quadro ricostruttivo delineato si desumono le limitazioni del ruolo attribuito alla CONSOB nella vigilanza sulla raccolta, gestione e valorizzazione del risparmio previdenziale. CONSOB interviene nei confronti dei soggetti gestori sottoposti alla vigilanza TUF solo quando svolgono attività o servizi che rientrano nella disciplina intermediaria dello stesso TUF.

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, professoressa, ma data la situazione legata all'inizio dei lavori di Camera e Senato, le vorrei proporre, avendo voi lasciato agli atti questo prezioso documento, di poterci rivedere in una sessione che consenta successivamente una discussione più adeguata al livello delle proposte che avete formulato.

  ANNA GENOVESE, commissaria della CONSOB. Volentieri. Dal quadro ricostruttivo risultano anche quelle che sono le competenze CONSOB. In questo caso come in generale CONSOB ha competenza in materia di trasparenza e correttezza dei comportamenti.
  Va tuttavia notato che la vigilanza CONSOB sull'intermediario è concepita nel TUF come vigilanza su processi e procedure di gestione, mentre la vigilanza Covip è disegnata come vigilanza mirata e coincidente con lo scopo istituzionale dell'ente. Essa perciò, qualora interessi un intermediario TUF attivo nella previdenza complementare, investe una sola porzione dell'attività dell'intermediario, penetrandone molto a fondo i profili.
  Salto alcune parti della relazione in cui viene descritto il modello di vigilanza che in generale segue CONSOB nei confronti delle SGR, che risultano il soggetto che ha un coinvolgimento preponderante rispetto agli altri intermediari SIM e banche nell'attività di gestione su incarico delle risorse raccolte dagli investitori previdenziali. Passo a trattare le problematiche di vigilanza rilevate dalla CONSOB e connesse alla gestione di risparmio previdenziale.
  Nell'ambito dell'attività di vigilanza su SGR che hanno agito nell'interesse di operatori di forme pensionistiche complementari ed enti previdenziali, nell'ultimo triennio sono stati intercettati taluni profili di attenzione, soprattutto con riferimento all'operatività di SGR attive nel settore dei fondi comuni di investimento immobiliare riservati a investitori qualificati. In tale categoria di fondi la presenza degli investitori previdenziali appare significativa.
  I profili di attenzione per la vigilanza sono stati originati negli anni più recenti dall'utilizzo di tale strumento esclusivamente al fine di beneficiare del regime fiscale favorevole con riferimento a patrimoni personali. Si è infatti assistito al fenomeno dei cosiddetti «fondi immobiliari veicolo», costituiti tramite apporto di un numero ristretto di partecipanti, spesso operatori del settore immobiliare.
  Nell'ambito di un'istruttoria avviata nel 2013 sono stati rilevati aspetti di debolezza della governance delle SGR nella gestione dei fondi di investimento riservati, conseguenza della ristretta base di partecipanti e del ruolo preponderante sovente assunto da uno di essi, in forza dell'incidenza complessiva delle quote di pertinenza.
  Il ruolo egemone del partecipante principale al fondo si è tradotto in taluni casi nell'imposizione alla società di soggetti terzi, riconducibili allo stesso, quali affidatari di rilevanti servizi connessi alla gestione degli immobili in patrimonio.
  In un siffatto contesto la maggiore facilità di attuazione di condotte estranee ai canoni comportamentali previsti dalla normativa di settore, coniugata alla carente indipendenza dell'intermediario gestore, si è talora tradotta nella paralisi Pag. 8dell'attività, a detrimento degli investitori minoritari del fondo anche professionali. Ciò anche perché l'attività di monitoraggio dell'operato del gestore da parte del fondo pensione o ente o Cassa di previdenza si è rilevata insufficiente o comunque tardiva. Questo nonostante tali investitori previdenziali fossero in alcuni casi ampiamente rappresentati, evidentemente da mandatari o delegati infedeli, impreparati o inidonei, negli organismi consultivi dei fondi di investimento.
  In relazione alla vicenda richiamata, l’enforcement della disciplina TUF ha dato luogo al commissariamento della SGR da parte del MEF su richiesta della CONSOB, e a un procedimento CONSOB diretto alla irrogazione di una sanzione amministrativa alla SGR, che non si è ancora concluso.
  In un numero limitato di casi, inoltre, sono state rilevate situazioni più gravi, in cui si è delineata la possibile rilevanza anche penale della fattispecie e gli esponenti aziendali della SGR sono stati fatti oggetto di segnalazione all'autorità giudiziaria da parte della CONSOB.
  Tali vicende hanno riguardato una SGR attiva nel comparto dei fondi di private equity, che negli ultimi anni si era specializzata nella prestazione di servizi di investimento a favore di enti previdenziali, nonché una SGR di rilevanti dimensioni, operante nel settore dei fondi immobiliari.
  Nel primo caso la vigilanza CONSOB è scattata nel 2014, a seguito di esposti e di un rapporto ispettivo inviato a CONSOB da Banca d'Italia, e l'istruttoria su tale vicenda è ancora in corso. Nel secondo caso l'attività di vigilanza è nata nel 2012 da un esposto anonimo, in cui venivano denunciate presunte irregolarità afferenti un'operazione di compravendita di un immobile posto in essere per conto del fondo immobiliare riservato a investitori qualificati. L'ente previdenziale era controparte del fondo.
  L'analisi della documentazione acquisita ha confermato i contenuti dell'esposto e la CONSOB ha segnalato alla procura i fatti, ritenendoli potenzialmente configuranti in un'ipotesi di reato, e ha proceduto nel contempo all'instaurazione di un procedimento sanzionatorio, già sfociato nell'irrogazione di sanzioni amministrative.
  Situazioni di analoga gravità non sono invece emerse nei casi di rapporti di gestione tra SGR vigilate CONSOB e fondi pensioni negoziali e preesistenti. Si precisa altresì che specifiche iniziative di vigilanza in continuo sono in corso fra le altre sulle attività di una SGR che, in quanto attiva nel comparto dei fondi pensione, risulta al contempo interessata da interventi Covip per i profili di competenza.
  Si segnala infine che CONSOB ha ricevuto anche alcuni esposti relativi a investimenti diretti asseritamente pregiudizievoli, posti in essere da enti previdenziali di diritto privato in azioni di comparti di società d'investimento a capitale variabile, autorizzate e controllate da autorità di vigilanza straniere, o in quote di fondi d'investimento comunitari non armonizzati ed extracomunitari mai notificati e in alcun modo passati al vaglio dell'istituto.
  In tali casi CONSOB ha dato riscontro agli esposti ricostruendo la disciplina rilevante e non intervenendo laddove la fattispecie esulasse dal perimetro delle proprie competenze.
  A margine della ricostruzione fornita reputo utile presentare ai rappresentanti del Parlamento anche alcune considerazioni maturate all'interno dell'istituto sulle linee evolutive che possono impattare nel prossimo futuro il risparmio previdenziale.
  Mette conto in primo luogo segnalare che il dettato dell'articolo 4 del TUF, dedicato alla collaborazione fra autorità e segnatamente Banca d'Italia, CONSOB, Covip e IVASS nel comparto del risparmio previdenziale, specie per quanto riguarda il coordinamento fra CONSOB e Covip, può migliorare e consentire di realizzare maggiore sinergia di vigilanza in un settore socialmente tanto rilevante.
  Per altro verso, il contesto di integrazione accelerata del mercato dei capitali dal punto di vista della CONSOB impone di tenere conto sempre di più delle criticità intrinseche in questo processo, che investe anche il mercato del risparmio Pag. 9gestito, che in quota parte è risparmio previdenziale. Sino ad oggi l'integrazione del mercato del risparmio gestito a livello europeo ha condotto a un crescente impegno CONSOB nel presidio dei meccanismi comunitari che consentono a società di gestione estere di commercializzare i propri prodotti in Italia.
  Nell'ultimo triennio sono state controllate dalla CONSOB la completezza documentale e la regolarità procedurale di numerose notifiche trasmesse da autorità estere per la commercializzazione in Italia di prodotti del risparmio gestito laddove, in assenza di commercializzazione cosiddetta «attiva» all'interno del territorio italiano, non è dato riscontrare invece competenze di vigilanza in capo alla CONSOB.
  Vi è quindi permeabilità del comparto nazionale del risparmio gestito a offerte estere, che è dovuta essenzialmente alla possibilità che un investitore in proprio o per conto di terzi acquisti quote di fondi comuni di investimento esteri, rivolgendosi direttamente all'emittente o a chi ne cura la distribuzione all'estero e al di fuori di ogni controllo della CONSOB.
  La crescente e per vari aspetti positiva integrazione europea del mercato del risparmio gestito rappresenta per il risparmio previdenziale nel contempo un'opportunità di maggior valorizzazione del risparmio, ma anche un maggior rischio, che però deve e può essere mitigato essenzialmente da regole organizzative di gestione e di controllo interno, nonché da misure volte ad accrescere la formazione finanziaria degli operatori e l'educazione finanziaria degli investitori. Formazione dei professionisti ed educazione finanziaria degli investitori possono infatti contribuire a ridurre i rischi di impropria gestione del risparmio previdenziale.
  Su questi fronti la CONSOB è impegnata attivamente con molteplici progetti e con diversi soggetti istituzionali. L'educazione finanziaria, infatti, può anche accrescere nei risparmiatori la consapevolezza dell'importanza della previdenza complementare.
  Il grado di consapevolezza degli italiani riguardo alla propria posizione reddituale nel futuro da pensionati potrà innalzarsi, a giudizio della CONSOB, anche per effetto nella recente iniziativa dell'INPS «La mia pensione». Si tratta di un esercizio che consente a tutti di simulare informaticamente il trattamento previdenziale di cui si andrà a beneficiare. L'accresciuta consapevolezza potrà verosimilmente stimolare un nuovo interesse per la previdenza complementare, intesa come pilastro integrativo del reddito negli anni dopo l'uscita dal mondo del lavoro.
  Concludo con alcune considerazioni riferite a un'ulteriore linea di tendenza che incrocia ambiti di interesse CONSOB, che è quella del possibile, maggior utilizzo del risparmio previdenziale a sostegno dell'economia reale. Dal punto di vista di un'autorità di tutela del risparmio quale CONSOB, è essenziale che ciò avvenga in condizioni di adeguata sicurezza dell'investimento, specie per quanto attiene alla salvaguardia della finalità sociale del risparmio in questione. Solo a tale condizione, infatti, il saldo netto di tale evoluzione potrà essere giudicato positivo.
  Fermo questo, non v’è dubbio che in una prospettiva più generale favorire la crescita dimensionale della previdenza complementare avrebbe positive ripercussioni non solo dal punto di vista sociale, in virtù dell'importante ruolo che essa svolge in termini di adeguatezza e sostenibilità del sistema pensionistico, ma anche dal punto di vista della crescita economica, in virtù delle ingenti risorse finanziare che tale accumulazione può medio tempore astrattamente convogliare, almeno in parte, verso il finanziamento delle attività produttive.
  In proposito giova segnalare la positiva novità dell'approccio che sul punto è seguito dal recente decreto ministeriale n. 166 del 2014. Il nuovo decreto, che si applica a tutte le forme pensionistiche complementari iscritte all'Albo Covip con limitate eccezioni, prevede un ampliamento del ventaglio di opzioni di investimento accessibili ai fondi pensione, al fine di favorire una migliore diversificazione Pag. 10del rischio sul presupposto che il precedente approccio normativo, basato su rigidi limiti quantitativi e qualitativi, non fosse più in grado di assicurare una gestione efficiente, esponendo il fondo pensione a risultati sub ottimali in termini di benefici e di tutela per gli aderenti.
  L'intervento valorizza la professionalità nella gestione del risparmio previdenziale. Nella stessa direzione sembra stia andando la disciplina degli investimenti e della composizione del patrimonio degli enti previdenziali privati e privatizzati.
  Per tale importante profilo di interesse segnalo che il piano degli studi CONSOB varato per il 2015 ha incluso fra i suoi obiettivi quello di approfondire le questioni poste dalle linee di tendenza, che sempre di più guardano al risparmio previdenziale quale bacino di investimenti, ai soggetti che lo accumulano e lo gestiscono per conto dei futuri beneficiari della previdenza quali investitori preziosi per il rilancio dell'economia reale. Ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei professoressa Genovese sia per quanto ci ha detto, sia per aver prodotto il testo completo della relazione, che rimarrà agli atti e manderemo a tutti i nostri commissari.
  Ribadisco la proposta di rivederci presto per un approfondimento, però mi consento due considerazioni perché le osservazioni fatte meritano non solo un plauso generico, ma anche considerazioni sull'utilità di questo lavoro.
  In primo luogo, mi sembra di avere una conferma della preoccupazione, che più volte ci siamo posti in Commissione, che le necessarie esigenze di controllo sul sistema in realtà non siano garantite dall'esistenza di più soggetti che controllano, e possa capitare che un sistema molto frammentato di controlli non ne aumenti l'efficacia, ma ampli le maglie del rischio. Questa è una considerazione molto importante, che nella vostra relazione trova elementi a sostegno e quindi dà un'indicazione utile su come agire non certo per allentare i controlli, ma per rendere il sistema più efficace e più dialogante al proprio interno.
  La seconda considerazione è relativa all'aspetto evidenziato dalla professoressa all'inizio della relazione in merito all'esigenza che anche nel sistema Italia il risparmio previdenziale possa essere una fonte di investimenti pubblici nell'economia reale, che è l'intenzione con cui questa Commissione ha avviato la sua prima indagine e questa seconda, considerando utile consegnare al Parlamento (non decide certo la Commissione) valutazioni che aiutino a arare quella strada, che in altri Paesi è una strada molto importante per il rilancio degli investimenti pubblici e del sostegno dell'economia reale.
  Nel ringraziare ancora la professoressa Genovese per il suo contributo, dispongo che la relazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.

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