XVII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 10 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEI SERVIZI PER IL MERCATO DEL LAVORO E SUL RUOLO DEGLI OPERATORI PUBBLICI E PRIVATI

Audizione di rappresentanti di Alleanza lavoro.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Falzini Fabio , Consigliere direttivo di Alleanza lavoro ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Gribaudo Chiara (PD)  ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Falzini Fabio , Consigliere direttivo di Alleanza lavoro ... 6 
Albanella Luisella (PD)  ... 7 
Falzini Fabio , Consigliere direttivo di Alleanza lavoro ... 7 
Albanella Luisella (PD)  ... 7 
Falzini Fabio , Consigliere direttivo di Alleanza lavoro ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Documentazione presentata dai rappresentanti di Alleanza lavoro ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Alleanza lavoro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione dei servizi per il mercato del lavoro e sul ruolo degli operatori pubblici e privati, l'audizione di dei rappresentanti di Alleanza lavoro. Sono presenti il dottor Fabio Falzini, consigliere direttivo di Alleanza lavoro, e la dottoressa Alessandra Pinto, componente dell'ufficio di presidenza di Alleanza lavoro, che ringrazio per la loro presenza.
  Chiedo scusa per il ritardo nell'avvio dell'audizione.
  Avverto che i rappresentanti di Alleanza lavoro hanno messo a disposizione della Commissione un documento (vedi allegato), di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Nel ringraziare nuovamente i nostri ospiti per la loro presenza, do loro la parola.

  FABIO FALZINI, Consigliere direttivo di Alleanza lavoro. Per quanto riguarda gli interventi coordinati e funzionali che ci si attende intervengano sul mercato del lavoro tra operatori pubblici e privati, nella nostra relazione abbiamo fatto riferimento quasi esclusivamente ai centri per l'impiego e agli operatori privati, ovvero alle agenzie per il lavoro, come è ovvio data la nostra provenienza.
  Noi rappresentiamo Alleanza lavoro, una piccola associazione datoriale in rappresentanza delle agenzie per il lavoro.
  La nostra relazione è stata dettata esclusivamente dalle esperienze pratiche maturate in questi anni di attività sul mercato.
  Nell'esprimerci nei confronti dell'intervento che fino ad oggi abbiamo potuto misurare degli operatori pubblici, o meglio dei centri per l'impiego, non possiamo dare una valutazione positiva.
  Per quanto riguarda le espressioni sul territorio dell'intervento pubblico, le circostanze che più emergono nel riflettere su questo aspetto sono atteggiamenti non dinamici, statici e non rivolti al contesto territoriale, o comunque socio-economico, nel quale vengono a trovarsi.
  Nelle agenzie per il lavoro avviene il contrario. Ovviamente le agenzie per il lavoro possono essere criticate nella loro attività, perché spinte da quello che potrebbe essere letto come un mero intento speculativo. Ovviamente sono società per azioni che depositano i propri bilanci ai registri delle imprese e gli imprenditori devono tendere istituzionalmente perlomeno a un equilibrio economico.
  L'attività delle agenzie per il lavoro, non dettata esclusivamente da questa finalità, è molto più dinamica ed è rivolta in maniera equilibrata a entrambe le componenti del mercato del lavoro, cioè sia alla domanda che all'offerta. È un'attività Pag. 4in cui ovviamente si entra a contatto con le imprese in maniera molto più prossima e reale. Si entra fisicamente nelle aziende, misurandone le effettive esigenze, sia quelle contingenti che quelle prospettive, nelle espressioni che possono essere manifestate dagli interlocutori del caso.
  Contestualmente, insieme al lavoratore, gli operatori di filiale, avendo la possibilità e le capacità professionali di disegnare un percorso formativo di riqualificazione o di qualificazione professionale, fanno sì che la collocabilità o la ricollocabilità del suo profilo venga fortemente facilitata.
  Mi esprimo in termini di successo delle agenzie per il lavoro sul mercato del lavoro, analizzando insieme a voi le componenti che noi leggiamo in queste espressioni, ovvero alcune modalità organizzative che caratterizzano l'attività quotidiana o tipica delle agenzie per il lavoro.
  È ovvio dire che sono strutture decentrate e, come dicevo, molto dinamiche, proiettate sia nei confronti delle imprese che nei confronti dei lavoratori.
  Sono caratterizzate da figure professionali che operano all'interno delle stesse che sono costantemente oggetto di percorsi di formazione, riqualificazione e aggiornamento professionale, considerando anche il settore nel quale operano e la produzione normativa, ma non solo. Parliamo anche di prassi, di circolari ministeriali, di enti e, non per ultimo, di fonti giurisprudenziali delle quali ovviamente devono essere a conoscenza.
  Vi è una professionalità spiccata anche nelle capacità relazionali, sia nei confronti delle imprese, o comunque di chi richiede lavori in somministrazione, sia nei confronti dei lavoratori, per le capacità di profilazione del lavoro stesso. Mi riferisco al bilancio di competenza e a tutte le attività di indagine e formative che consentono al candidato di essere più facilmente collocabile.
  A tutto questo viene ad aggiungersi una capacità degli operatori di essere eclettici, nel senso che gli operatori di filiale nell'operare sul mercato non sono meri propositori di offerte di lavoro, ma sono promotori di servizi molto più ampi che le agenzie per il lavoro ormai da diverso tempo propongono nei confronti del mercato.
  Facciamo riferimento, oltre all'attività tipica di somministrazione, all'attività di ricerca e selezione e all'attività di outplacement, che si è sviluppata in questi ultimi tempi con il contratto di ricollocazione. È un'attività che ad oggi è esclusivamente svolta da soggetti privati, ma che si tenta di inserire anche in una logica pubblica. C’è poi l'attività di promozione del tirocinio e dell'apprendistato.
  Insomma, c’è un modo variegato di porsi nei confronti del mercato, sia della domanda che dell'offerta, con una disponibilità ad adeguarsi alle esigenze del caso.
  Noi individuiamo tutti questi elementi che vi sto citando come aspetti che negli anni non abbiamo avuto modo di riscontrare nei nostri colleghi pubblici che operano all'interno del centro per l'impiego. Non dico questo perché sono dei competitor. Io vi parlo, al di là dell'esperienza all'interno di Alleanza lavoro, anche per un'esperienza professionale diretta.
  Il centro per l'impiego spesso e volentieri era vissuto come una realtà in cui ci si recava esclusivamente per la firma dei contratti di lavoro, quando c'erano le comunicazioni cartacee di assunzione. Oggi fortunatamente siamo passati al sistema telematico e, quindi, non c’è questa incombenza.
  Ad oggi, salvo eccezioni estremamente interessanti (le generalizzazioni lasciano sempre il tempo che trovano), generalmente i centri per l'impiego rappresentano dei meri certificatori di uno status, quali l'iscrizione alla lista di disoccupazione o l'iscrizione alla lista di mobilità.
  Salvo casi eccezionali, dettati fondamentalmente da riserve normative, sono degli operatori effettivamente attivi. Faccio specifico riferimento al collocamento obbligatorio per i disabili e le categorie protette.
  Detto ciò, considerando anche la ragione del nostro intervento, nella nostra relazione facciamo riferimento anche a Pag. 5recentissime esperienze positive per quello che riguarda la collaborazione tra operatori pubblici e privati.
  Facciamo riferimento all'interessante esperienza che sta intervenendo in Lombardia, con il sistema della Dote unica lavoro, dove un'attività concertata tra il sistema regionale e i vari operatori privati sta effettivamente conseguendo risultati molto interessanti. Dai dati a disposizione di Alleanza lavoro risulta che poco meno del 40 per cento dei candidati assunti in carico dagli operatori privati ha raggiunto l'obiettivo dell'avvenuta collocabilità, per missioni non inferiori ai sei mesi. Sicuramente c’è un successo molto interessante, che noi auspichiamo possa essere reiterato anche in altri contesti regionali.
  Su Garanzia giovani, che probabilmente può essere stata ispirata anche dall'esperienza regionale lombarda, devo dire che ad oggi non abbiamo dei feedback valutabili. Segnaliamo alcune problematiche per quanto riguarda i provvedimenti che devono essere assunti o che dovevano essere assunti dalle regioni.
  In alcuni contesti regionali abbiamo dovuto segnare il fatto che, ad esempio, le agenzie per il lavoro per alcune attività non sono meritevoli dell'assegnazione del voucher. Mi riferisco nella Regione Toscana. Il successo del percorso segnato da Garanzia giovani, con l'avvenuto collocamento del candidato, in regione Toscana non consente l'erogazione del voucher a favore dell'agenzia o comunque dell'operatore privato.
  In altri contesti regionali, devo dire che, in effetti, anche se le normative sono intervenute o comunque sono stati emanati i decreti, le difficoltà sono determinate dalla farraginosità delle norme messe in piedi dalle singole regioni. Sotto questo aspetto, c’è anche una difficoltà ad oggi nel tradurre operativamente le indicazioni emanate.
  Noi, nella relazione che abbiamo depositato, chiudiamo il nostro intervento facendo una considerazione sulle capacità ad oggi espresse dalle agenzie per il lavoro, che contestualmente però non vengono colte nella loro pienezza o, comunque, nella loro piena espressione.
  Siamo convinti che, anche in quanto operatori privati, abbiamo una funzione sociale. Pur essendo la nostre attività, come dicevo all'inizio, espressione di società di capitali (il business ovviamente è una lente che le determina), le esperienze del sistema dotale in Lombardia e della Garanzia giovani vengono vissute con estrema consapevolezza e pienezza della valenza sociale delle misure messe in campo.
  Siamo altrettanto convinti che il coinvolgimento delle agenzie per il lavoro potrebbe essere ancora più assunto nella sua pienezza se venissero a cadere alcune barriere culturali, se non normative, sulle attività di coinvolgimento delle agenzie stesse.
  Come sapete, le agenzie per il lavoro sono operatori autorizzati dal Ministero, soggetti a un controllo ministeriale. Gli operatori delle agenzie per il lavoro devono avere requisiti morali, in mancanza dei quali non possono operare. Sotto questo punto di vista, quindi, siamo già degli operatori autorizzati e costantemente verificati, assumendo privatamente gli impegni di natura finanziaria che determinano queste attività.
  Di contro, chiudiamo la nostra relazione facendo riferimento al fatto che, anche in vista dell'atteso «Jobs act» e delle presunte, o comunque auspicabili, modifiche che dovrebbero intervenire sul mercato del lavoro, noi speriamo che il ruolo del privato possa avere sempre una maggiore valenza operativa, considerando ciò che è stato fatto fino ad oggi. Speriamo anche che, contestualmente alla costituenda Agenzia nazionale per il lavoro, ci possa essere un'attività di monitoraggio, di verifica e di controllo sull'operato degli operatori privati.

  PRESIDENTE. Io la ringrazio. Sono rappresentati quasi tutti i Gruppi.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

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  CHIARA GRIBAUDO. Ringrazio per il contributo. Non ho colto bene le motivazioni per cui, secondo lei, la Garanzia giovani non sta funzionando. Vorrei sapere se può darci qualche elemento di valutazione in più rispetto alla vostra esperienza, soprattutto in Lombardia, e se ci sono dei punti di contatto anche con l'esperienza di Dote unica lavoro. Insomma, le chiedo di chiarire un po’ meglio questo esempio.

  PRESIDENTE. Faccio un paio di domande velocissime anch'io. Mi ricollego a quanto appena detto dalla collega Gribaudo. A conti fatti, da quanto sta emergendo, il programma Garanzia giovani è sicuramente un qualcosa di auspicabile. Tra l'altro, ricordo anche agli ospiti che su di esso la Camera dei deputati si è espressa all'unanimità lo scorso anno.
  Da quanto mi risulta, ci sono ancora quattro o cinque regioni che non hanno recepito il programma e, come già detto anche in questa sede, ci sono circa venti protocolli differenti da applicare regione dopo regione.
  Vi chiedo se questo – immagino la risposta, che è quasi retorica – può essere un problema per l'applicazione effettiva della Garanzia giovani, anche perché in base agli ultimi dati fornitici sembra che purtroppo le domande siano in calo. Nei giovani inizia a mancare la fiducia. Ad esempio, in molte regioni non si riesce neanche a fare i colloqui, che se non ricordo male erano stabiliti nei primi due mesi.
  Per quanto riguarda le aziende che voi rappresentate, io ho visto – e vi faccio i complimenti – che fate sottoscrivere un codice etico a queste aziende. Vorrei capire se il codice etico che voi proponete alle aziende da voi rappresentate può essere un nullaosta per entrare a far parte della vostra organizzazione o meno.
  Infine, vi chiedo un dato. Vorrei sapere se avete una percentuale, in termini di numeri negli anni, di quanti lavoratori le aziende da voi rappresentate riescono a stabilizzare sul posto di lavoro. Immagino che questo sia un punto nodale rispetto alla vostra attività, anche – non lo nego – per porvi al riparo da eventuali critiche, seppur costruttive, nei confronti del vostro operato.
  Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  FABIO FALZINI, Consigliere direttivo di Alleanza lavoro. Rispondo alle domande nel loro in ordine.
  Sicuramente per quanto riguarda la Lombardia l'esperienza del sistema dotale è stato un viatico e, quindi, il programma Garanzia giovani ha trovato già un alveo, sia nella realtà pubblica che nella realtà privata, un percorso che già era stato segnato.
  Tra l'altro, se non erro, nei primissimi giorni di luglio la regione Lombardia ha comunicato agli operatori privati che chi era stato censito nel sistema dotale, avendo i requisiti per entrare nel sistema Garanzia giovani, era da considerare già coinvolto, seppure non automaticamente. Questo aspetto è sicuramente significativo.
  Nella relazione si fa riferimento al sistema della Lombardia, anche sotto l'aspetto pratico, come quello che noi siamo portati a utilizzare come cassetta degli attrezzi. Mi riferisco all'impiantistica, alle basi informatiche e alla piattaforma di interlocuzione (il GEFO). Era un qualcosa di già esistente. Sono stati tempestivi sotto questo aspetto. Prontamente hanno risposto e hanno consentito anche a noi di essere predisposti facilmente a operare per il sistema dotale e poi ad accogliere con una certa tempestività il sistema di Garanzia giovani.
  Sicuramente il frazionamento di un programma nazionale nelle competenze regionali (sappiamo perché è avvenuto e non poteva essere altrimenti) non è di aiuto. Non è di aiuto per noi, che nella nostra realtà operiamo a livello centrale. Tuttavia, avendo un'interlocuzione quotidiana con chi opera sul territorio, vediamo che spesso le problematiche non hanno la medesima soluzione nei diversi contesti regionali in cui intervengono, a partire dalle più banali, come i requisiti richiesti alle agenzie per il lavoro per accreditarsi Pag. 7come servizi per l'impiego nelle realtà regionali. Infatti, una cosa è l'autorizzazione ministeriale e una cosa è l'accreditamento. Ovviamente ogni regione ha la sua autonomia – ci mancherebbe altro, non contestiamo questo – però ci sono requisiti differenti.
  Noi, come Alleanza lavoro, per le agenzie che rappresentiamo, abbiamo operatori in Campania, in Lombardia, nel Veneto, in Toscana, distribuiti su quasi tutto il territorio nazionale. Le normative per l'accreditamento nelle realtà regionali sono a volte molto divergenti. Questo fa parte delle regole del gioco, ne siamo consapevoli e non ci lamentiamo di questo. Sicuramente però, tutto questo non aiuta ad avere una possibilità di standardizzare alcune attività e, quindi, di rendere tutto questo molto più performante.
  Per quanto riguarda Garanzia giovani, per non essere tranchant non parlo d'insuccesso, ma se adesso si sta affievolendo l'entusiasmo, questo è sicuramente dettato dal fatto che l'entusiasmo iniziale ha generato un'attesa molto importante, soprattutto considerando la categoria alla quale si rivolgeva, cioè i giovani. Sappiamo tutti che le attese per un'occupazione stabile, o comunque per entrare all'interno di un percorso virtuoso, sono alte. È inutile che vi citi io il tasso di disoccupazione.
  Noi, per le esperienze che abbiamo avuto, in alcuni contesti – ribadisco, la Lombardia – crediamo di essere stati in grado di essere tempestivi. Ci misuriamo con altri contesti regionali nei quali vediamo che abbiamo altre problematiche, non dettate – devo dire la verità – esclusivamente dalle more procedurali da parte dell'ente, ma probabilmente anche dai contesti sociali.
  In alcune realtà lombarde, durante alcuni colloqui per profilare i candidati di Garanzia giovani, ci siamo trovati ragazzi provenienti da altri contesti regionali, ovviamente del Sud d'Italia, perché già loro si attendevano una maggiore tempestività nella risposta da contesti che non fossero di loro provenienza.
  Per quanto riguarda la stabilizzazione, devo dire che siamo stati molto soddisfatti del sistema dotale, perché, come diciamo nella nostra relazione, per i candidati che sono stati «caricati» (è brutto dirlo, ma tecnicamente si dice così) nei nostri sistemi o comunque nel sistema dotale abbiamo delle percentuali di collocamento o ricollocamento abbastanza importanti, prossime al 40 per cento. Magari ci fossero per tutte le politiche attive queste percentuali !

  LUISELLA ALBANELLA. In Sicilia non è così.

  FABIO FALZINI, Consigliere direttivo di Alleanza lavoro. Lo so. Il riferimento che facevo precedentemente non era specifico alla regione Sicilia, ma a un'altra regione meridionale. Purtroppo ci misuriamo con i fatti concreti. Noi siamo venuti qui per fare una relazione sulle realtà che noi misuriamo e auspichiamo che il nostro contributo possa avere una valenza. Ovviamente non siamo qui a fare analisi politiche, che competono ad altri.
  Per quanto riguarda le percentuali di stabilizzazione nell'attività tipica delle agenzie per il lavoro francamente ad oggi non ho il dato disponibile. Per quanto riguarda nello specifico la somministrazione, oltre a rispondere a esigenze che possono essere contingenti o comunque determinate da altri fattori, è un momento di iniziale contatto tra domanda e offerta di lavoro, per tutta una serie di ragioni su cui non entro nel merito.
  Per l'esperienza diretta che vivo, essendo anche coinvolto all'interno di un'agenzia per il lavoro, devo dire che i lavoratori che hanno iniziato il loro rapporto di lavoro per il tramite di un'agenzia per il lavoro e sono stati poi coinvolti stabilmente nell'azienda (noi diciamo «l'utilizzatore») presso la quale erano in missione sono prossimi all'8-9 per cento.
  Ovviamente, questi sono valori che riflettono il momento generale.

  LUISELLA ALBANELLA. Scusate, non dovevo intervenire, però ho notato che nella relazione che voi avete fatto avete posto un problema, che è quello del mancato Pag. 8coordinamento, o quantomeno del mancato rapporto, tra i centri per l'impiego e le agenzie per il lavoro. In definitiva, non c’è un rapporto di collaborazione tra pubblico e privato.
  Secondo voi, il rapporto tra pubblico e privato dovrebbe migliorare. Chi se ne avvantaggerebbe ?

  FABIO FALZINI, Consigliere direttivo di Alleanza lavoro. Se ne avvantaggerebbe il mercato del lavoro, quindi le aziende e i lavoratori. È, quindi, auspicabile.
  Se invece mi chiedesse se lo penso possibile, dovrei esprimerle tutto il mio scetticismo, perché ho frequentato i centri per l'impiego come professionista che vi si recava per seguire le aziende e devo dire che la capacità di ricezione e la disponibilità al confronto sono sempre veramente molto scarse.
  Non parlo della professionalità, perché ovviamente ci possono essere persone molto preparate, ma non hanno una predisposizione, uno stimolo o un interesse a porsi nei confronti dell'interlocutore, che può essere un professionista, un'azienda o un lavoratore, che va presso il centro per l'impiego per chiedere un'informazione o, spesso e volentieri, un aiuto.
  Vi riporto un caso pratico e chiudo. Ieri ero in una filiale dell'agenzia presso la quale ho una responsabilità e una nostra collega ci ha fatto vedere un curriculum compilato da una candidata, supportata dal centro per l'impiego. Voi non mi crederete, ma in questo curriculum non c'era alcun riferimento per contattare la candidata. Noi avevamo un curriculum di una persona ma, non c'era né un'e-mail né un indirizzo per contattarla. Oggi come oggi, non si mandano le raccomandate per convocare i candidati.
  Fortunatamente la nostra collega di filiale ha prontamente richiamato la persona, perché era ancora raggiungibile, e si è fatta lasciare un recapito telefonico. Credo che questo sia significativo.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti per il contributo che hanno fornito all'indagine e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.

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ALLEGATO

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