XVII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Martedì 18 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DEI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI E RADIOFONICI

Audizione di rappresentanti della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (FAPAV).
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 2 
Bagnoli Rossi Federico , Segretario generale della FAPAV ... 2 
Guerrazzi Roberto , Presidente UNIVIDEO – Unione italiana editoria audiovisiva – Media digitali e online – consigliere della FAPAV ... 4 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 6 
Nizzi Settimo (FI-PdL)  ... 6 
Bergamini Deborah (FI-PdL)  ... 7 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 7 
Viggiani Egidio , Consigliere delegato della FAPAV ... 7 
Guerrazzi Roberto , Presidente UNIVIDEO – Unione Italiana Editoria Audiovisiva – Media Digitali e Online – Consigliere della FAPAV ... 8 
Bagnoli Rossi Federico , Segretario generale della FAPAV ... 9 
Viggiani Egidio  ... 9 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (FAPAV) ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE POMPEO META

  La seduta comincia alle 12.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (FAPAV).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, l'audizione di rappresentanti della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (FAPAV). Ringrazio la delegazione, composta dal segretario generale, il dottor Bagnoli Rossi, da Roberto Guerrazzi e da Egidio Viggiani.
  Do la parola al dottor Bagnoli Rossi per lo svolgimento della sua relazione.

  FEDERICO BAGNOLI ROSSI, Segretario generale della FAPAV. Ringrazio il presidente e tutti i commissari per questo invito, che ci consente di esprimere le nostre considerazioni in un momento in cui la Commissione è già avanti in questa indagine e che vede la nostra partecipazione soprattutto su un tema che rappresenta uno dei principali ostacoli per lo sviluppo dei servizi dei media audiovisivi nel nostro Paese.
  Faccio una breve premessa sulla FAPAV. La Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali da oltre 25 anni tutela i contenuti dei propri associati. È stata fondata da quattro associazioni, l'ANICA per la produzione e distribuzione cinematografica, l'AGIS per l'esercizio tradizionale, l'MPA per i produttori americani e l'UNIVIDEO, di cui oggi abbiamo il presidente nella delegazione oggi presente qui, per tutto il mondo dell’home entertainment, ovvero del cinema su supporto, ma anche, guardando al futuro, della distribuzione legale in Internet.
  Durante questi anni sono entrati nella federazione i principali protagonisti della filiera audiovisiva. Troviamo major italiane, piccoli produttori, l'esercizio e, da poco tempo, anche le prime piattaforme di distribuzione legale del nostro Paese.
  Con me, oltre al presidente Guerrazzi, c’è anche Egidio Viggiani, che è il nostro consigliere delegato e rappresenta Eagle Pictures, che fa parte del gruppo Prima TV, il quale ha anche forti interessi legati al mondo televisivo.
  Abbiamo portato con noi due memorie. Una è più approfondita, mentre l'altra è una piccola presentazione che riassume brevemente i dati relativi al fenomeno della pirateria e approfondisce le opportunità future per il nostro Paese legate al tema della tutela.
  Innanzitutto, ci teniamo a condividere con voi che quando parliamo di pirateria audiovisiva parliamo di un fenomeno che non incide esclusivamente sugli introiti dei nostri associati, ma prima di ogni cosa colpisce altri tre punti altrettanto importanti. Il primo punto è l'incidenza sul fronte occupazionale. Peraltro, nel settore audiovisivo negli ultimi anni abbiamo visto Pag. 3un mutamento straordinario delle nostre aziende in tempi molto rapidi. Molte aziende hanno chiuso e molte si sono razionalizzate. Sicuramente uno dei problemi per cui si è arrivati a questo punto – ovviamente non è l'unico – è la pirateria. Un altro tema importante è la perdita da parte dell'erario. Infatti, questo fenomeno fa sì che lo Stato perda degli introiti, derivanti dalle tasse, dal prodotto venduto e non solo.
  C’è poi il tema che ci sta più a cuore di tutti. Crediamo che questo fenomeno a lungo andare possa intaccare tutte quelle nuove generazioni che amano profondamente questo settore e che auspicano di poter partecipare nella loro vita alla produzione culturale. Crediamo fortemente che questo fenomeno possa intaccare la loro percezione, come vedremo dopo, ma soprattutto le stesse opportunità che l'industria vuole dare al futuro e alle nuove generazioni. L'industria non è industria se non c’è una creatività alle spalle. Lo possiamo dire tranquillamente. Se guardiamo al futuro, il ruolo delle generazioni che vorranno avvicinarsi al nostro settore è determinante. Questo fenomeno può intaccare queste loro passioni.
  C’è un primo dato che vorremmo condividere con voi, che è conosciuto: TERA Consulting aveva fatto una proiezione delle potenziali perdite occupazionali a livello europeo per quanto riguarda tutte le industrie creative. Si era stimato che in Italia nel tempo si sarebbero persi complessivamente oltre 22.000 posti di lavoro legati al settore.
  Adesso affrontiamo un tema di particolare interesse, legato al timing della presenza dei contenuti illeciti. Nella federazione abbiamo fatto un piccolo esercizio, che vogliamo condividere con voi, sul tempo che intercorre dall'uscita del film a quando lo si trova sulla rete. Potete notare che in oltre il 70 per cento dei casi nel secondo o terzo giorno dopo la sua uscita il film è già presente in rete. Peraltro, cresce sempre di più il dato della presenza illecita del contenuto prima dell'uscita stessa. Sta crescendo il fenomeno di una presenza anticipata alla release del film. I film presenti in rete nello stesso giorno di uscita sono il 34 per cento.
  Nel 2009 e poi nel 2011 abbiamo voluto approfondire, importando e adattando in Italia la prima importante ricerca realizzata da Ipsos in Inghilterra. Questa prima ricerca quantificava il danno della pirateria audiovisiva su tutta la filiera. Nel 2011 Ipsos aveva stimato che annualmente l'intera filiera dell'audiovisivo perde circa 500 milioni di euro per questo fenomeno.
  Ci soffermiamo un attimo sulle tipologie di pirateria. Si parla di pirateria fisica, digitale e indiretta. Ovviamente la pirateria fisica è identificata dal supporto, mentre quella digitale è relativa ai vari sfruttamenti legati al mondo web. C’è poi la pirateria indiretta, che è quella di cui si parla di meno, che è legata al prestito del contenuto.
  Dai dati si può notare chiaramente che la filiera audiovisiva ha un'altra filiera, che è quella illecita. Si può vedere che il comparto più colpito da questo fenomeno è il mondo dell’home entertainment. Ci sono ben 286 milioni di euro persi all'anno nel mondo dell’home entertainment per vendita e noleggio di supporti. Segue poi il mondo della distribuzione e della prima visione nella sala cinematografica, con 106 milioni di euro, e poi tutto il resto, ovvero televisione, offerte legali, video on demand (VOD), streaming legale, eccetera.
  Vi illustro ora qualche altro dato un po’ più recente. ERGO research, insieme ad alcuni dei nostri associati, ANEC e ANICA, in uno studio presentato nel settembre scorso ha quantificato che ogni giorno ci sono oltre 1.239.000 visioni illecite di contenuti audiovisivi. Parliamo di numeri altissimi. Peraltro, questo numero è superiore alla somma delle visioni che avvengono sia in sala che attraverso le diverse modalità quali l’home entertainment. Si parla di una cifra che, come potete vedere dai dati riportati nella documentazione che abbiamo depositato, per le due diverse modalità si attesta a 1.239.000 versus 1.035.000. Si tratta di un numero di visualizzazioni spaventoso.Pag. 4
  Cito ora un altro dato veramente allarmante, riallacciandomi al dato introduttivo legato alle nuove generazioni. La nostra federazione ha voluto sviluppare uno studio, insieme a Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, per capire qual è la percezione delle nuove generazioni riguardo a questo fenomeno.
  Il fenomeno è conosciuto a tutte le età. Il tema vero è capire se questi ragazzi sanno che questo tipo di attività è illecita. Con Libera abbiamo visto che solamente uno studente su due sapeva che quello che stava facendo era illegale. Il dato più allarmante è che il tasso di penetrazione di questo fenomeno tra i giovani tra i quattordici anni e i diciotto è superiore al 70 per cento.
  Ora parliamo di cose più positive. Oggi, ringraziando il cielo, il nostro è un Paese che sta apportando delle grosse innovazioni sul fronte della tutela, in particolare su quelli che noi riteniamo i tre pilastri fondamentali. Come certamente sapete, a fine marzo è entrato in vigore il regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che è diventato un vero e proprio pilastro per quanto riguarda la tutela dei contenuti, in particolare per il blocco di quei siti massivi di pirateria posizionati all'estero. Grazie al regolamento, si sono accelerate moltissimo le attività di blocco di questi siti. Questo è un segnale molto positivo che il nostro Paese sta dando, tanto che siamo usciti dalla watch list redatta dagli USA sullo stato della tutela della proprietà intellettuale nel mondo proprio per questo motivo.
  Un altro dato molto importante riguarda una best practice a livello internazionale, ovvero l'attività svolta dalle nostre forze dell'ordine, che sono tra le più coinvolte in questo settore e portano a casa dei risultati estremamente positivi, molto di più di quanto avviene nel resto dei Paesi europei.
  Un altro tema molto importante che in Italia si sta sviluppando è quello degli accordi di autoregolamentazione. Proprio perché pensiamo che la soluzione non sia solo il puro enforcement, bensì avere più strumenti possibili, stiamo lavorando tantissimo sull'attività di autoregolamentazione, parlando con tutti quei soggetti con cui magari in passato non parlavamo, per trovare delle soluzioni che possano convergere ed essere positive per entrambe le parti.
  A fine maggio è stato siglato un accordo politico – si sta lavorando per farlo diventare operativo – con IAB Italia, l'associazione di categoria del mondo dell’advertising. Infatti, la cosa più importante è che dietro a questo fenomeno ci sono costantemente soggetti che lucrano attraverso questo tipo di attività. C’è sempre, in un modo o nell'altro, una forma di lucro. In particolare, il lucro deriva dall’advertising presente su questi siti. Il punto fondamentale è che dietro a questi portali ci sono solitamente, se non quasi sempre, delle mentalità criminali, anche nella gestione della raccolta di questi introiti.
  Mi avvicino alla conclusione, illustrandovi le priorità del nostro mercato e del mondo audiovisivo che oggi noi siamo qua a rappresentare. Sicuramente è importante che le istituzioni possano mandare dei segnali forti e sostenere ciò che abbiamo detto fino ad oggi, non solo attraverso l’enforcement con le forze dell'ordine e le procure, ma anche per quanto riguarda l'educazione, che è un'altra grandissima opportunità che si può sviluppare.
  Contestualmente, l'industria farà un lavoro importante legato all'offerta legale. Magari ne parlerà meglio il presidente Guerrazzi, illustrando la parte relativa alle distribuzioni digitali. Sicuramente avremo anche noi un ruolo in questo gioco.
  Io ho accennato brevemente a tutti i nostri spunti per una riflessione. Se il presidente me lo consente, vorrei passare la parola a Roberto Guerrazzi, che rappresenta il settore più colpito da questo fenomeno e che ci racconterà qualcosa riguardo alle prospettive future del mercato della distribuzione digitale. Grazie.

  ROBERTO GUERRAZZI, Presidente UNIVIDEO – Unione italiana editoria audiovisiva – Media digitali e online – consigliere della FAPAV. L'UNIVIDEO è un'associazione nata circa trent'anni fa, con la Pag. 5videocassetta, a suo tempo un mezzo nuovo sul quale si poteva registrare inizialmente il programma televisivo. Poi è diventato un mezzo per portare nelle case, attraverso il videoregistratore, film, documentari e altri tipi di programmi, anche musicali.
  Chiaramente l'attività dei produttori e importatori di questi videogrammi è secondaria rispetto alla creazione del programma o del film. Il lavoro svolto dalle nostre imprese è un elemento della filiera, che a sua volta porta un contributo alla produzione, perché vengono pagate le royalties. Altre volte si tratta di divisioni di aziende strutturate sia nell'ambito della creazione che in quello della distribuzione dei programmi. È chiaro che tutto questo origina a sua volta, nell'ambito di questa filiera, dei proventi anche per la produzione, sia essa nazionale che internazionale, nel caso di programmi prodotti all'estero.
  Successivamente alla videocassetta, c’è stata un'evoluzione con il DVD, che è stato un mezzo avanzato dal punto di vista della praticità, della qualità e della potenzialità. È stato possibile arricchire il programma nudo e crudo con degli extra, ovvero con altri contenuti che davano un valore maggiore a quei consumatori che avessero desiderato avere un prodotto più completo.
  L'evoluzione non è finita. Successivamente è nato il Blu-ray, un supporto che consente una più alta definizione e una quantità maggiore di contenuti. Potranno esserci ancora delle evoluzioni. Nella sala cinematografica ha fatto ingresso il 4K. Si pensa che entro la fine dell'anno prossimo questo nuovo standard, ancora migliore, potrà essere utilizzato nei supporti.
  In mezzo all'evoluzione, come si innesta questo lavoro ? Certamente da un po’ di tempo le industrie detentrici dei diritti, che spesso sono le stesse che hanno i diritti per i supporti, offrono programmi on line, attraverso le piattaforme specializzate o anche direttamente, creandosi una struttura.
  L’on line si può vedere in tanti modi naturalmente. Un mezzo è la digital delivery. Si tratta di noleggiare, attraverso lo streaming, un film o un programma per un limitato periodo di tempo con modalità diverse. Un'altra modalità è quella di acquistare il diritto, cioè scaricare il programma e guardarlo quando si vuole. Sono due modalità diverse, così come con il supporto fisico esisteva la possibilità di noleggiare il prodotto e restituirlo al videonoleggio oppure acquistarlo e tenerselo in casa. Praticamente è nato l'equivalente on line.
  Esistono piattaforme specializzate in questo. Esistono anche operatori minori che riescono a organizzare offerte differenziate di questo prodotto.
  Si tratta di un settore in evoluzione. Nella musica l'offerta legale on line è nata prima, perché è più semplice da un punto di vista tecnico e hanno visto prima questa opportunità. È anche diverso il prodotto, che si presta molto anche solo all'ascolto e ha caratteristiche diverse.
  In questo settore tutto questo si è sviluppato più tardi, ma sta portando qualche risultato. Nel documento troverete una slide che illustra l'andamento del fatturato diviso per vendita di supporti, noleggio di supporti, edicola (ossia supporti venduti attraverso l'abbinamento a riviste e giornali) e digitale, ovvero la parte del digital delivery. Faccio una precisazione: il digitale è inteso come supporto. È il modo di portarlo al consumatore che cambia, però sono digitali entrambi prodotti.
  Aggiungo un'altra precisazione. Internet ha favorito molto anche la vendita dei supporti fisici. In questo calo generalizzato dal 2008 delle vendite del supporto fisico, DVD e Blu-ray, il canale di e-commerce, cioè la vendita tramite Internet del prodotto finito che viene poi spedito, è in aumento. Tuttora, nonostante la diminuzione generalizzata della vendita del prodotto fisico attraverso i negozi, le edicole o altri mezzi, la vendita del supporto fisico tramite l’e-commerce è in aumento. Ciò significa che il consumatore oggi si orienta come meglio crede. Nonostante sia un frequentatore di Internet che compra abitualmente on line, preferisce in certi casi Pag. 6acquistare il prodotto fisico piuttosto che il prodotto digitale nel senso estremo della parola.
  Chiaramente l'associazione rappresenta le imprese, ma non fa lei il marketing; prende atto dello sviluppo del mercato. Generalmente vediamo le nostre imprese cercano di adeguarsi alle necessità del mercato. Per noi, più che regole o cose di questo genere, l'importante è capire cosa vuole il consumatore e cercare di assecondarlo il più possibile, naturalmente sempre in termini economici. Chiaramente assecondarlo in pieno vorrebbe dire proporgli il prodotto gratis, esattamente come avviene attraverso la pirateria. Questo non è possibile per l'industria, che lavora comunque per un profitto e per un investimento in nuove operazioni economiche.
  Comunque, l'indirizzo è cercare di capire cosa vuole il consumatore. Se quest'ultimo ha segmentato le sue modalità di acquisto sul mercato, in senso lato perché acquisto è anche quello fatto via Internet, le nostre imprese sviluppano diverse metodologie di vendita per sfruttare tutte queste possibilità al meglio e per offrire la scelta al consumatore. Non voglio dilungarmi su questo aspetto e se avete delle domande, sono a disposizione.
  C’è stato un fattore che ha sempre condizionato fortemente l’home entertainment, che è la presenza illegale di contenuti. All'inizio, quando c'erano le videocassette, si trattava dei venditori di strada che avevano dei prodotti contraffatti. Ancora adesso questo vale anche per il supporto digitale, ovvero per i DVD e un po’ meno per i Blu-ray, perché la fabbricazione è più complessa. Adesso il fenomeno è molto più forte attraverso Internet, perché è più facile e più conveniente. Infatti, anche con la pirateria di strada chi comprava videocassette o DVD contraffatti qualcosa pagava. Invece, il sistema della pirateria su Internet è completamente gratuito e anche più semplice, perché non c’è da tirar fuori una carta di credito, attivare un pagamento o altro. Questo sistema ha diversi «vantaggi» ai quali è difficile contrapporsi, anche con un'offerta legale ricca e abbondante su Internet, in quanto è una lotta impari.
  Noi stiamo sviluppando l'offerta, perché ci sono molti operatori interessati a farlo, però abbiamo visto che qualche operatore straniero non è ancora entrato sul nostro mercato, perché ha valutato che la situazione è ancora a un livello di rischio alto, proprio per questa concorrenza. Non è vero che gli operatori on line non hanno spese. Ci sono dei costi anche nella distribuzione on line, quindi, evidentemente, se ritiene che il panorama non sia ancora favorevole, l'operatore ritarda il suo ingresso in Italia.
  Parlo di ritardo, perché non è vero che non si sia fatto nulla. Come ha spiegato Bagnoli Rossi, abbiamo ottenuto dei risultati. La situazione ci sembra in miglioramento. Tutto è partito da poco tempo. Anche l'approccio della magistratura e delle forze dell'ordine si è fatto più attento a queste esigenze, forse perché hanno valutato gli elementi che sono stati esposti.
  Tuttavia, questo rimane un grosso freno allo sviluppo di un'attività che potrebbe compensare nel tempo la perdita che abbiamo costantemente nel supporto fisico. Attualmente non è ancora così. L’on line sta crescendo. Rappresentava il 5 per cento del nostro mercato complessivo, mentre il 95 per cento era costituito dai supporti fisici, con i diversi canali di vendita. Nel 2014 – il dato non è ancora definitivo – l’on line potrebbe rappresentare tra il 7 e il 10 per cento delle vendite, con un forte aumento, che però è largamente insufficiente a compensare le perdite dell'altro settore. Ci vorrà del tempo. Dovranno evolversi le offerte e speriamo che migliori anche la tutela.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SETTIMO NIZZI. La relazione è brillante, però ci pone sempre davanti al solito dilemma di permettere o meno ad un'enorme platea di consumatori di accedere a questi contenuti. Mi riferisco soprattutto Pag. 7ai più giovani, che hanno meno denaro per potervi accedere e naturalmente sono quelli più spinti a essere ai margini della legalità.
  È giusto che ci sia una repressione, perché altrimenti andremmo tutti fuori dalle regole, ma si potrebbe pensare anche, con l'aiuto dell'Agcom, a qualcosa di utile che possa consentire ai ragazzi di accedere a questi contenuti. Ad esempio, alcune aziende importanti, come la Apple, applicano uno sconto sull’hardware ai ragazzi che vanno a scuola.
  Avete toccato la questione della scuola. Io penso che sui contenuti si possa fare qualcosa per insegnare ai ragazzi come stare all'interno della legalità. Se un ragazzo è bravo e sta all'interno della legalità, ad esempio, potrebbe pagare un centesimo anziché dieci. Da una parte, sicuramente stimoleremmo giovani e non giovani a stare all'interno della legalità e, dall'altra, sarebbe meglio avere un centesimo che niente.

  DEBORAH BERGAMINI. Vorrei congratularmi per la relazione molto interessante e molto articolata e rivolgervi una domanda, che è collegata a quella appena posta dal collega Nizzi. È chiaro che per combattere il fenomeno della pirateria on line, che, come avete detto molto bene, è un fenomeno globale con volumi di business incalcolabili, ci sono tre modalità di azione.
  La prima modalità, che è stata richiamata dal collega che mi ha preceduta, è lavorare sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione, soprattutto nei confronti delle generazioni più giovani. È un lavoro che porta frutti nel corso del tempo, ma che si è dimostrato efficace. Ricordiamo ancora una campagna di grande impatto che è stata fatta nelle sale cinematografiche qualche anno fa proprio sulla pirateria, che comunque ha lasciato il segno ed è stata efficace. Si tratta comunque di investimenti, che richiedono risorse e una programmazione. In questo momento, sicuramente difficile a livello economico, probabilmente ciò necessiterà di qualche sacrificio, perché purtroppo ci sono pochi mezzi.
  L'altra modalità è la repressione. Voi giustamente avete ricordato che l'Italia può a pieno titolo considerarsi una best practice in questo, perché effettivamente nel corso degli anni abbiamo sviluppato una competenza davvero encomiabile.
  La terza modalità riguarda il tema regolamentare, su cui verte la mia domanda. Avete ricordato che nel marzo scorso, dopo molto lavoro, molte polemiche, molte tensioni e diversi stop and go, finalmente l'Agcom ha diffuso un regolamento, che in questo caso è una first practice, poiché è stato abbastanza innovativo anche nel panorama globale. È vero che sono passati pochi mesi (stiamo parlando di marzo), però vorrei chiedervi un vostro sincero parere, in base alla vostra esperienza, sulla qualità e l'efficacia di questo regolamento.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  EGIDIO VIGGIANI, Consigliere delegato della FAPAV. C’è una cosa importante che bisogna notare, perché qui si fa una grande confusione. L'importanza del regolamento dell'Autorità risiede nel fatto che attacca quei fenomeni di pirateria massiva e non certamente il ragazzino, che compie un atto sicuramente contra legem, ma che, in una ignorantia legis, potrebbe avere un minimo di scuse.
  Il provvedimento regolamentare dell'Autorità consente il rispetto del diritto d'autore da parte di quei soggetti che investono e che con il Ministero dei beni culturali hanno fatto sì che tutti i giovani produttori che non trovano spazio in sala, perché oggi per distribuire un film in sala ci vogliono tanti soldi, possano comunque attingere al famoso Fondo unico per lo spettacolo, per avere i contributi governativi e, quindi, produrre il film, attraverso la distribuzione on line. Trovo che questo sia qualcosa di straordinario per il nostro Paese.
  C’è una sinergia: attraverso la tutela del diritto d'autore, noi riusciamo a mettere in Pag. 8atto una serie di operazioni che coinvolgono giovani produttori e giovani autori, cioè tutta l'industria creativa e culturale italiana, che indubbiamente crea valore aggiunto per questo Paese. I 345 milioni di atti di pirateria non riguardano il ragazzino che sta a casa, ma associazioni criminali che perseguono uno scopo criminoso nel duplicare e nel vendere questi prodotti. Anche la fruizione dei contenuti on line, che secondo una stima oggi rappresenta l'8 per cento del consumo su tutte le piattaforme di contenuti in streaming o video on demand, ovvero con dei download illegali, è comunque pagata anche da chi ne fruisce gratuitamente, perché ci sono delle inserzioni pubblicitarie e c’è il coinvolgimento di operatori che investono su quei siti che hanno una grande affluenza.
  Come faceva giustamente notare l'onorevole Bergamini, l'importanza del regolamento dell'Autorità è straordinaria, proprio perché va ad attaccare i veri criminali di questo mercato dell'illegalità.

  ROBERTO GUERRAZZI, Presidente UNIVIDEO – Unione Italiana Editoria Audiovisiva – Media Digitali e Online – Consigliere della FAPAV. Io mi permetterei di rispondere sul discorso della promozione nei confronti dei giovani. Ovviamente abbiamo due forme. La prima è la promozione diretta. Le nostre imprese, per vendere i loro prodotti, promuovono, fanno pubblicità e cercano di offrire il prodotto a un livello di prezzo che sia equilibrato. È il solito problema della domanda e dell'offerta.
  Naturalmente l'attenzione a un settore come quello dei giovani c’è, per aspetti economici ma anche culturali. Infatti, i giovani sono anche gli adulti di domani, quindi parliamo di un'area di consumatori unica, seppure divisa in diversi strati. L'attenzione alla crescita della cultura da parte delle imprese c’è, perché senza cultura non si vendono i libri, non si vendono i DVD e non si va al cinema. È un discorso generale.
  Io lavoro nel settore (prima ero nei dischi) da quasi cinquant'anni ormai. Sono molto anziano. L'Italia nel consumo pro capite di questo genere di prodotti è sempre stata agli ultimi posti, allineata al Portogallo. Ho questa memoria da sempre. Era così anche per la musica. Questa, purtroppo, è anche una caratteristica culturale. Noi abbiamo una carenza totale.
  Pertanto, c’è anche questa visione della cosa. Non siamo solo dei gretti operatori che cercano di fare profitto. Peraltro, il nostro profitto deriva certamente anche dal numero delle vendite. Naturalmente il punto è l'incontro. È giusto tener presente l'esigenza di un prezzo equo, però quando il prodotto illegale è accessibile gratuitamente, ancor più facilmente di quello legale, la concorrenza è piuttosto difficile.
  Evidentemente si agisce anche su settori promozionali meno diretti della promozione del prodotto in sé, che sono quelli istituzionali. È stato già fatto molto e speriamo di fare di più. A volte cerchiamo anche l'aiuto pubblico, non per avere soldi, ma per essere facilitati nella comunicazione di ciò che facciamo. Per esempio, abbiamo messo in campo iniziative come UNIVIDEO insieme alle altre associazioni, per promuovere i valori che ci sono nella creazione del prodotto: cosa vuol dire fare il regista, cosa vuol dire fare lo sceneggiatore, cosa vuol dire fare il costumista. Abbiamo fatto ciò per due ragioni. Innanzitutto, riteniamo che in questo modo si valorizzi il prodotto in sé e si faccia capire che non si tratta solo di una cosa che sta lì e a cui si può accedere, ma c’è gente che lavora e che produce e ci sono delle opportunità di crescita in questo tipo di attività. Cerchiamo di mettere in luce questi valori, con una campagna che abbiamo fatto attraverso un concorso. Adesso sono molto di moda questi concorsi per fare degli spot che valorizzino la creatività e il valore delle cose, mettendo in palio dei premi. Congiuntamente, UNIVIDEO, ANICA e MPA, abbiamo fatto un'iniziativa di questo genere, che si chiama «Il protagonista». Stiamo per lanciare un'iniziativa probabilmente ancora più forte, fatta attraverso testimonial americani importanti, come attori, registi e costumisti, che fanno capire Pag. 9il valore di queste cose anche a livello nazionale. Siamo impegnati su questo fronte.
  Anche sul fronte della scuola abbiamo fatto delle iniziative, attraverso Libera o altri. Forse ne può parlare Federico Bagnoli Rossi.
  Comunque, le osservazioni sono giuste. Ci rendiamo perfettamente conto che si può agire anche attraverso la promozione, che è importantissima e rientra nel nostro lavoro. Infatti, se non promuoviamo, vendiamo meno, quindi questo ci interessa. Lo vediamo non solo in termini molto ristretti, ma anche in termini larghi, con i limiti delle nostre possibilità.
  Abbiamo già fatto degli interventi presso il Ministero dei beni culturali per chiedere degli appoggi in questo senso, perché chiaramente se si uniscono gli sforzi si possono ottenere maggiori risultati. Ci stiamo già unendo come associazioni di filiera, perché abbiamo tutti interesse a farlo. Forse anche l'aiuto pubblico può essere interessante.

  FEDERICO BAGNOLI ROSSI, Segretario generale della FAPAV. Mi riallaccio a quello che ha detto chi mi ha preceduto. Il segnale è che è cambiato l'approccio, anche nelle nostre stesse attività.
  Si sta lavorando sui temi legati alla comunicazione perché si vuole in qualche modo coinvolgere le nuove generazioni, che sono il pubblico di domani e sono anche gli addetti ai lavori di domani. Il presidente Guerrazzi ha anticipato qualcosa su cui stiamo lavorando. Abbiamo una certa ambizione di poter importare determinate strategie di comunicazione, perché, come dicevo, è cambiato completamente l'approccio. C’è proprio un desiderio di dialogare, non solo tra istituzioni e tra organizzazioni di categoria, ma anche con le nuove generazioni.
  Mi permetto di ritornare, per completare un po’ la risposta, alla domanda dell'onorevole Bergamini rispetto al regolamento dell'Agcom. La cosa importante per noi, ma anche per il nostro Paese, era poter avere un nuovo strumento più snello. La risposta di Agcom è stata straordinaria, perché ci ha dato l'opportunità di intervenire con dei tempi ragionevoli su quei siti massivi sui quali non ci sono dubbi di nessun genere. L'efficacia del regolamento, secondo me, è straordinaria, innanzitutto in termini di blocco. Prima per avere il blocco di un sito ci volevamo mediamente tra i sei e dodici mesi. In questi primi sei o sette mesi, invece, almeno nel caso delle istanze presentate dalla nostra federazione, ci sono stati oltre otto blocchi di siti sui quali non c'era una discussione. Questo è ciò che riguarda l’enforcement.
  Dal punto di vista del dialogo – questo è un tema di cui spesso non si parla – il regolamento ha dato la possibilità alle varie categorie di incontrarsi. Come sapete, ha istituito un comitato tecnico, che poi si è diviso in tre sottocomitati, dove si parla di educazione alla legalità, di promozione dell'offerta e di monitoraggio dell'andamento tecnico del regolamento. Ci incontriamo spessissimo in questo comitato. Siamo realtà molto diverse, con mentalità e approcci completamente diversi, che finalmente dialogano.
  Dal lato dell’enforcement e dal lato del dialogo, quindi, il bilancio è molto positivo. Un altro lato importantissimo è l'adeguamento spontaneo. Una delle cose che sono emerse è che, una volta che un titolare di diritti fa l'istanza all'Agcom, i soggetti potenzialmente pirati si adeguano spontaneamente, rimuovendo il contenuto caricato illegalmente. Questo è il cambiamento di approccio. Ecco perché oggi altri Paesi vogliono importare questa best practice italiana. Il mio giudizio è molto positivo. Chiaramente l'ambizione è che questo regolamento si sviluppi al meglio e che il comitato tecnico, visto che ci sono tante parti contrapposte, possa agevolare questo sviluppo.

  EGIDIO VIGGIANI, Consigliere delegato della FAPAV. Il comitato tecnico si occupa anche dell'aspetto promozionale, cioè di come promuovere meglio l'offerta legale, secondo il discorso che facevamo poc'anzi. L'Agcom si occupa anche di questo e non solo dell’enforcement.Pag. 10
  Grazie a tutti. Ovviamente noi siamo a vostra completa disposizione per ulteriori approfondimenti.

  PRESIDENTE. Grazie. Ringrazio i rappresentanti di FAPAV per il loro intervento davvero interessante e molto utile per i nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.30.

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ALLEGATO

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