XVII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 14 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DELL'EDILIZIA SCOLASTICA IN ITALIA

Audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio.
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 ,
Curcio Fabrizio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 3 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 7 ,
Curcio Fabrizio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 8 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 9 ,
Ghizzoni Manuela (PD)  ... 9 ,
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 10 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 10 ,
Curcio Fabrizio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 10 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Relazione consegnata dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
FLAVIA PICCOLI NARDELLI

  La seduta comincia alle 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione dell'edilizia scolastica in Italia, l'audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ringrazio per la sua presenza e saluto i collaboratori che ha portato con sé. Lascio subito la parola all'ingegner Curcio.

  FABRIZIO CURCIO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Preliminarmente vorrei formulare l'apprezzamento e il ringraziamento per il lavoro svolto in questo delicato e strategico settore dell'edilizia scolastica da questa autorevole Commissione e, con l'occasione, ringraziare ed esprimere il compiacimento per avermi fornito l'opportunità di prendere parte all'indagine in corso.
  Questo invito ha consentito a me e al Dipartimento di approfondire una tematica inerente alla situazione dell'edilizia scolastica, anche per alcuni aspetti che non rientrano pienamente nell'alveo delle competenze affidate al Dipartimento. Abbiamo avuto anche la possibilità di prendere visione delle numerose audizioni promosse nel 2013, tra cui gli interventi di alcuni esperti del settore della ricostruzione post-emergenziale, e anche quelle promosse recentemente, a seguito dell'integrazione del programma, cosa che ha consentito al Dipartimento di avere una visione a trecentosessanta gradi.
  Mi sia consentito rammentare che l'attuale normativa di settore, nell'ambito delle attività di prevenzione che attualmente sono affidate al Dipartimento, è stata modificata di recente. In particolare, la legge n. 225 del 24 febbraio 1992 è stata modificata dal decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 – convertito dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012 – con il quale è stato specificato che, per quanto attiene le attività di Protezione civile, la parte di prevenzione attiene a prevenzione di tipo non strutturale e ha circoscritto l'azione del Dipartimento del sistema nazionale di Protezione civile a questo ambito.
  L'attività non strutturale ricomprende tutta una serie di interventi e di misure volte alla mitigazione del rischio anche in via temporanea, prevalentemente attraverso la riduzione delle condizioni di esposizione.
  Le modifiche introdotte dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012 hanno ricondotto il servizio nazionale nell'alveo delle competenze originariamente individuate dalla legge n. 225 del 24 febbraio 1992 e, contemporaneamente, di assicurare economie di bilancio in momenti estremamente sensibili per la finanza pubblica, come quello che stiamo vivendo. Hanno inoltre ridefinito le attività di Protezione civile, determinando, altresì, una normativa di emergenza differente rispetto al passato, modificando l'articolo 5 della Pag. 4legge n. 225 del 1992, contingentando i tempi di vigenza dello stato di emergenza.
  I provvedimenti a seguito di una gestione emergenziale, ovvero le ordinanze, prima in capo al Presidente del Consiglio dei ministri, sono ora emanate dal Capo del Dipartimento della Protezione civile.
  Alla legge n. 100 del 2012 sono seguite ulteriori modifiche attraverso il decreto-legge n. 93 del 14 agosto 2013, che ha ampliato il tempo di gestione dell'emergenza, portandolo a 180 giorni, più altri 180, e ha istituito il Fondo per le emergenze nazionali, proprio per aumentare la capacità di intervento, essendosi verificati casi in cui, pur essendo stato proclamato lo stato di emergenza, non c'erano risorse adeguate per poter intervenire.
  È mia convinzione che, a seguito della ricognizione degli effetti prodotti dall'attuazione delle disposizioni normative citate, il Parlamento abbia deciso di riallineare l'attuale normativa di Protezione civile. Ha quindi approvato, in prima lettura alla Camera dei deputati, il 23 settembre ultimo scorso, una proposta di legge di riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della Protezione civile, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, presso le cui Commissioni I e XIII mi recherò per un'audizione domani in mattinata. Confidiamo che questo atto normativo veda la luce il prima possibile.
  La ricostruzione normativa effettuata mirava a dare un quadro dell'ambito giuridico nel quale ci muoviamo e anche a fare un auspicio, se posso. Nell'ambito del contesto normativo delineato, tornando all'attività di prevenzione oggetto di questa audizione, desidererei portare all'attenzione di questo autorevole consesso il fatto che noi vorremmo ritornare ad avere la possibilità di fornire un contributo anche sull'attività di prevenzione strutturale, ritenendo (questo era il pensiero più volte espresso anche dal Prefetto Gabrielli, Capo Dipartimento pro tempore) che un sistema di prevenzione debba essere un sistema a tutto tondo, dove la parte non strutturale e quella strutturale si possano compensare.
  Riteniamo che il Dipartimento di Protezione civile abbia anche le competenze per poter esprimere un proprio parere sulla parte strutturale. Separare in maniera categorica i due aspetti non credo che porti ad una visione generale e, quindi, a un risultato ottimale.
  Ciò premesso, considerata la molteplicità degli ambiti che rientrano nella prevenzione non strutturale e che, come detto, comprendono tutta una serie di misure, il Dipartimento, in attuazione della normativa in vigore, ha speso molto sulla parte non strutturale (per esempio, in merito al sistema di allertamento sul rischio idrogeologico e idraulico, sistema che, ovviamente, interessa anche la parte scolastica), considerato che si tratta di un elemento importante anche nella gestione dell'emergenza. Ovviamente si parla di presìdi territoriali, di piani di emergenza e soprattutto di attività di informazione e formazione della popolazione, strumentali alla salvaguardia della vita umana. Per questo, a nostro avviso, i due parametri della parte non strutturale e della parte strutturale devono tornare a coesistere.
  In tale contesto, per realizzare una politica efficace di prevenzione del rischio e, quindi, anche una maggiore capacità di gestione delle emergenze, oggi il Dipartimento è principalmente focalizzato a promuovere l'informazione della popolazione, attività affidata principalmente al sindaco, quale prima autorità di Protezione civile, data la sua immediata capacità di relazionarsi con i cittadini.
  Ribadito questo contesto, passerei a fornire una serie di informazioni inerenti al contributo che il Servizio nazionale della Protezione civile ha offerto in passato, e tuttora offre, al programma di valorizzazione della scuola quale fulcro della vita economica, culturale e sociale dei territori.
  Al termine del tempo a mia disposizione chiuderei fornendo una maggiore conoscenza della Protezione civile, attraverso alcuni elementi informativi circa le iniziative che il Dipartimento sta ponendo in essere sulla parte non strutturale, con una Pag. 5focalizzazione particolare sul mondo della scuola.
  Tornando all'attuazione della parte strutturale, tre sono i filoni sui quali il Dipartimento è da sempre impegnato. Il primo è dato dall'attuazione del comma 8-bis dell'articolo 18 del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013, convertito con modificazioni dalla legge n. 98 del 9 agosto 2013. Dal momento che questa normativa ha subìto nel tempo una serie di modifiche, per chiarezza di trattazione vorrei illustrare le diverse norme per vedere cronologicamente quali sono state le modificazioni intervenute.
  Innanzi tutto segnalo, nell'ambito del piano di interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici, il comma 8 dell'articolo 18 del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013, «Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia»; ricordo che, l'articolo 18, era stato denominato lo «sblocca cantieri».
  Il decreto è stato poi convertito in legge ed è stato introdotto un comma 8-bis che autorizza la spesa di 3,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 per l'individuazione di un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico. Questa era la finalità del comma 8-bis.
  A mezzo di specifici richiami normativi relativi a precedenti autorizzazioni di spesa, veniva individuato nel Centro di geomorfologia integrata per l'area del Mediterraneo, con sede in Potenza, il destinatario del finanziamento. Questa era la norma prevista nel 2013.
  Successivamente, però, la norma è stata oggetto di modificazioni. In particolare, il decreto-legge n. 104 del 12 settembre 2013, mediante l'introduzione del comma 3-bis all'articolo 10, ha espunto il riferimento al Centro di geomorfologia destinatario dell'autorizzazione di spesa rifinanziata. Questa modifica ha tolto quindi l'indicazione del destinatario del finanziamento.
  Nel contempo, la disposizione riconduceva l'adozione del modello di monitoraggio nell'ambito di un percorso istituzionale che, attraverso l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, prevedeva il coinvolgimento del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica e del Dipartimento della Protezione civile.
  In attuazione di questa disposizione, è stato pertanto adottato un primo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 17 febbraio 2014, ovviamente previo parere favorevole del MIUR, e sono state predisposte le convenzioni con la Fondazione Centro Europeo di Formazione e Ricerca di Ingegneria Sismica – EUCETRE – ed il Consorzio Rete dei Laboratori di Ingegneria Sismica – RELUIS –, centri di competenza del Dipartimento di Protezione civile. Essi costituiscono dei riferimenti tecnico-scientifici per il Dipartimento per le politiche pubbliche dirette alla riduzione e mitigazione del rischio sismico, in particolare per il settore dell'edilizia scolastica, poiché questi centri disponevano già di una piattaforma di valutazione del rischio sismico delle scuole, che includeva ed include i dati georeferenziati di tutti gli immobili destinati ad uso scolastico dell'intero Paese, presenti nell'Anagrafe dell'edilizia scolastica.
  Il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 febbraio 2014, pur sottoscritto, non fu mai pubblicato, essendo intervenute ulteriori modifiche normative, introdotte in occasione della conversione del decreto-legge n. 16 del 6 marzo 2014, «Disposizioni urgenti in materia di finanza locale nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche» che, al comma 1-bis dell'articolo 19, destinava nuovamente i fondi al Centro di geomorfologia integrata per l'area del Mediterraneo e limitava l'ambito di azione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri attuativo alla sola definizione delle attività necessarie per lo sviluppo del modello unico di rilevamento e per il monitoraggio.
  È importante quindi ricostruire le modifiche normative perché, alla luce del ripristino dello status quo ante, con cui si è tornati all'originaria posizione introdotta con l'ultima modifica normativa, il Pag. 6capo del Dipartimento pro tempore – data la peculiarità della materia trattata e rilevata l'esigenza incontrovertibile di ricondurre il settore trattato nell'ambito del corretto percorso istituzionale, con il coinvolgimento del MIUR e del Dipartimento – pur riscontrando che il procedimento stabilito si discostava dal processo di sviluppo delle politiche di riduzione del rischio sismico portate avanti fino a quel momento dal servizio nazionale Protezione civile, ha promosso l'elaborazione di un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che fosse conforme al mutato contesto normativo. Tale provvedimento è stato emanato in data 2 aprile 2015.
  Nello specifico, questo decreto reca le modalità di individuazione del modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico e indica puntualmente anche i presupposti e le attività per la definizione di questo modello con riferimento agli edifici scolastici.
  L'intento era quindi quello di sviluppare modelli e individuare parametri di riferimento che, partendo da una base il più possibile completa delle conoscenze delle caratteristiche degli edifici scolastici e degli interventi subìti a seguito dei provvedimenti di legge, consentisse, da una parte, di definire le strategie di riduzione del rischio e quindi anche i relativi fabbisogni, dall'altra, di individuare un numero consistente di edifici scolastici, per testare su questi i modelli e i parametri e quindi valutare in modo quantitativo l'efficacia degli obiettivi. Va ricordato, infatti, che l'intervento non va solo valutato, ma va verificato come esso produca realmente dei benefici.
  Come previsto dalla norma più volte modificata, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri individuava nuovamente nel Centro di geomorfologia per l'area del Mediterraneo il soggetto per l'individuazione del modello di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico, inserendolo però nell'ambito di una convenzione triennale da stipularsi con il Dipartimento della Protezione civile.
  In attuazione di questo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sono quindi iniziate le interlocuzioni per definire il previsto protocollo di intesa. Durante la definizione del protocollo, si è appreso che gli importi inerenti alla prima e la seconda annualità del finanziamento previste dalla norma erano già stati erogati dal Ministero dell'economia e finanze direttamente al Centro di geomorfologia, nell'ambito di un'attività ordinaria di finanziamento dell'Istituto, senza riferimento a quanto stabilito dal decreto. È stata pertanto iniziata un'interlocuzione con il Ministero dell'economia e delle finanze, chiedendo come l'accordo triennale potesse essere modulato rispetto al finanziamento già avvenuto.
  Abbiamo ricevuto i seguenti chiarimenti: per il 2014 è stata trasferita direttamente al centro di geomorfologia la somma di oltre 3.308.000 euro, ridotta rispetto a quella indicata dalla norma perché nel frattempo è intervenuta una norma di finanza pubblica, varata nel 2014, che ha leggermente ridotto la somma; analogamente, per il 2015, sono stati trasferiti 3.136.000 euro; per il 2016 erano previsti circa 3.019.000 euro: di detta somma, il Dipartimento del tesoro ha provveduto a trasferire solamente la prima trimestralità.
  Per quanto concerne l'erogazione della parte restante, ci è stato reso noto che si procederà al pagamento della trimestralità successiva solo a seguito della formalizzazione della stipula della convenzione con il Centro. Pertanto, nell'elaborazione della convenzione che dia attuazione a quanto stabilito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 aprile, ci si dovrà limitare alla porzione di risorse ancora disponibile, quindi per i due terzi dell'ultimo anno. Le altre risorse sono state erogate direttamente, quindi non riteniamo di dover fare una convenzione, dopo che è stato definito il trasferimento delle somme.
  Lo schema della convenzione è in corso di ultimazione, sarà condiviso con l'Istituto Pag. 7e poi sottoposto al vaglio degli organi di controllo.
  Questo per quanto riguardava questa linea del comma 8-bis.
  Il secondo punto è relativo ai finanziamenti previsti dall'articolo 32-bis del decreto-legge n. 69 del 30 settembre 2003, convertito con modificazioni dalla legge n. 326 del 24 novembre 2003. Questa norma prende origine dall'evento sismico che ha colpito parte del territorio delle regioni Puglia e Molise nel 2002. Ricordiamo tutti la tragica morte dei bimbi e dell'insegnante nella scuola Francesco Jovine. A seguito di quegli eventi, venne emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, la n. 3274 del 20 marzo 2003, recante la riclassificazione dell'intero territorio nazionale in quattro zone a diverse pericolosità. Rispetto al passato, sono state eliminate quelle non classificate ed è stato introdotto l'obbligo, per gli enti proprietari, di procedere alla verifica sismica degli edifici strategici e di quelli rilevanti per le finalità di protezione civile, tra cui rientrano anche le scuole.
  Al fine di procedere alla realizzazione di interventi strutturali di miglioramento sismico e delle verifiche sismiche citate, con la legge di conversione n. 326 del 24 novembre 2003, al decreto legge n. 69 del 2003 è stato introdotto l'articolo 32-bis, che ha istituito il «Fondo per interventi straordinari» della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Vorrei evidenziare che queste disposizioni, in considerazione del fatto che esistevano altre linee di finanziamento dedicate all'ambito scolastico, previste da specifiche disposizioni normative, escludevano dal finanziamento gli interventi strutturali degli edifici scolastici e si focalizzavano solamente sulle verifiche, non sull'intervento.
  L'utilizzo di questo Fondo, finanziato per 200 milioni di euro, è stato poi disciplinato da una serie di ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri, in particolare la n. 3362 dell'8 luglio 2004 e la n. 3505 del 9 marzo 2006.
  Il Dipartimento, in tale ambito, ha coordinato l'impiego delle risorse disponibili finanziando, attraverso le regioni, circa 2.200 verifiche sismiche sugli edifici scolastici, effettuate in accordo con le vigenti norme tecniche. Ulteriori verifiche sismiche sugli edifici scolastici sono state realizzate dalle regioni e dai comuni con fondi propri, ottimizzando la parte dei fondi rispetto alle verifiche che potevano essere svolte.
  Successivamente, con la legge finanziaria del 2008, legge n. 244 del 24 dicembre 2007, il Fondo suddetto è stato incrementato di 20 milioni di euro a partire dall'anno 2008, per l'adeguamento strutturale e antisismico delle scuole e per la costruzione di nuovi edifici scolastici. Quindi, mentre inizialmente era prevista solo l'attività di verifica, l'incremento finanziario ha consentito di procedere anche all'adeguamento strutturale antisismico e alla costruzione di nuovi edifici scolastici.
  Dal 2008 ad oggi, sono state attivate 6 annualità del programma, per un totale di circa 120 milioni di euro. Le modalità di erogazione delle risorse inerenti la prima annualità del programma sono state disciplinate da un'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2008, la n. 3728, mentre, per regolamentare le successive annualità, è stata emanata una serie di ordinanze, l'ultima delle quali è la n. 3927 per l'anno 2011.
  A seguito delle modifiche apportate dal decreto-legge n. 59 n. 59 del 15 maggio 2012, in particolare alla normativa di emergenza di cui all'articolo 5 della legge n. 225 del 1992, per le annualità successive si è ricorso ad un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, emanato l'8 luglio 2014 che ha disciplinato l'impiego delle risorse 2012 e 2013.

  PRESIDENTE. Ingegnere, scusi se la interrompo, ma, a conforto dei colleghi, volevo ricordare che l'ingegner Curcio ha portato una relazione esauriente, nella quale è possibile trovare tutti i riferimenti normativi citati. Saremmo perduti, altrimenti, con questa enorme successione di modifiche avvenute. A questo punto, la pregherei, però, di fare una sintesi, perché credo sia interesse dei colleghi porre alcune Pag. 8 domande sollecitate dalla sua esposizione.

  FABRIZIO CURCIO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. La ringrazio, Presidente, per aver voluto sottolineare che il documento è stato consegnato e comprendo la difficoltà di mettere in fila queste cose. Vengo, quindi, al dunque sull'impiego dei finanziamenti.
  Al 19 novembre 2015, risultavano finanziati complessivamente 242 interventi con la norma che ha finanziato le annualità 2012 e 2013. La cosa importante, a completamento di queste informazioni fornite, è che tutti gli interventi, a partire dalla definizione del piano da parte delle regioni, fino alle successive fasi di finanziamento, vengono monitorati attraverso una piattaforma WebGis dedicata, messa a punto dal Centro di competenza EUCENTRE.
  Successivamente al 2015, per dare attuazione alle modifiche normative intervenute, le risorse sono confluite nel Fondo unico per l'edilizia scolastica, quindi è cambiata anche la modalità di operare sulla base dell'articolo 32-bis. In accordo con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per le successive annualità, si è stabilito di procedere in regime di cogestione. Pertanto, dal 2015, lavoriamo insieme al MIUR per definire le modalità ed è poi il MIUR a disporre il trasferimento.
  Le attività di monitoraggio sono ancora affidate al Dipartimento per le successive annualità e vengono espletate attraverso l'implementazione dei dati di intervento sempre nella piattaforma WebGIS. Questo per il 32-bis.
  Chiudo la parte strutturale, citando l'ultima linea di finanziamento affidata al Dipartimento da disposizioni normative dedicate al tema della prevenzione strutturale del rischio sismico. In particolare, faccio riferimento all'articolo 11 del decreto-legge n. 39 del 28 aprile 2009, poi convertito con modificazioni dalla legge n. 77 del 24 giugno 2009.
  Questa norma, come la precedente, nasce a valle di un altro disastro: infatti, la disposizione è stata approvata a seguito del terremoto che ha colpito il 6 aprile 2009 la regione Abruzzo. L'obiettivo è stato quello di imprimere un maggiore impulso alla prevenzione sismica: lo stanziamento è stato di 965 milioni di euro in sette anni.
  Questi finanziamenti sono stati regolamentati da una serie di ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri che troverete elencate nella relazione in maniera esaustiva (in caso si volesse approfondire, ovviamente siamo a vostra disposizione). L'ultima ordinanza è stata emanata il 9 maggio 2016 ed è relativa alla distribuzione delle annualità del 2015.
  Per le annualità 2010, 2011 e 2012 erano stati esclusi i contributi agli edifici scolastici, proprio perché gli edifici scolastici avevano altre linee di finanziamento, trattandosi di una prevenzione strutturale sismica più generale. A partire dalla metà del 2013, però, è stata concessa alle regioni la facoltà di destinare il 40 per cento del finanziamento agli edifici pubblici e privati, compresi quelli scolastici pubblici, con l'indicazione che tale facoltà poteva essere esercitata anche se questi edifici, nei piani di emergenza, non svolgono alcuna funzione strategica: quindi, l'edificio scolastico in quanto tale.
  Queste sono le linee di attività dal punto di vista strutturale che noi abbiamo gestito, cogestito e «lavorato» nel tempo, intervenendo sulle modifiche normative che abbiamo illustrato. Ma, come detto all'inizio, il Dipartimento è molto impegnato anche sulla parte non strutturale – che so non essere oggetto dell'odierna audizione, per cui rinvio al carteggio che lascio –, con la convinzione che sia assolutamente necessario intervenire nell'ambito culturale, scolastico, informativo. Ma tutto ciò ha un senso se avviene nei primi anni dell'attività scolastica. In proposito, abbiamo diversi progetti: dal progetto di scuola multimediale di Protezione civile, al progetto EDURISK, alla campagna «Io non rischio».
  In ogni esercitazione nazionale di Protezione civile poniamo l'attenzione sulla questione delle scuole: questa mattina stiamo svolgendo un'esercitazione e abbiamo Pag. 9 simulato un evento sismico in Piemonte. Lavoriamo costantemente nell'ambito scolastico perché riteniamo che sia una delle priorità su cui bisogna insistere, sempre nella logica di integrare la parte infrastrutturale con la parte non infrastrutturale.

  PRESIDENTE. La ringrazio, Ingegnere, per questa sua presentazione così esauriente. Lascio la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MANUELA GHIZZONI. Vorrei ringraziare i nostri ospiti e anche scusarci per il ritardo con cui abbiamo iniziato l'audizione a causa dei lavori in Aula, che si sono protratti oltre i tempi previsti.
  Vi vorrei ringraziare anche per la densità di informazioni e di elementi, assai utili per il nostro lavoro. A noi era sfuggita tutta la vicenda relativa all'attuazione del comma 8-bis che, benché non rientri esattamente tra le nostre competenze, è tuttavia molto interessante. Credo anche che, sulla scorta delle informazioni puntuali che ci date, dovremo in qualche modo intervenire e provvedere, perché mi pare di capire che le annualità previste siano state regolarmente concesse, nonostante le modificazioni intervenute e diversi cambi di orientamento, a questo Centro di Geomorfologia integrata, sebbene non si sia mai dato corso, per ovvi motivi, alla convenzione. Ritengo che, forse, qualche verifica su questi finanziamenti andrà fatta.
  Mi permetto solo di dire una cosa: lei ha ricordato, nella parte introduttiva, anche il profilo delle funzioni e della missione del Dipartimento. È una storia che mi riguarda molto da vicino, perché le leggi che ha citato coincidono con il sisma dell'Emilia e anche il tentativo di dare una norma generale matura da quell'evento. Per quanto riguarda però la sua proposta, mentre ovviamente ci associamo all'auspicio che il Senato approvi il prima possibile questa norma, vedendo qui presenti le proponenti di quella iniziativa legislativa, lascerei a loro e, in particolare, alla collega Mariani, un'eventuale riflessione sul tema della prevenzione strutturale in capo al Dipartimento.
  Quando chiedemmo di ascoltare il Dipartimento, personalmente ero a conoscenza delle due linee di finanziamento di cui ha parlato, ma non della prima: è stata quindi una scoperta interessante. Sulle altre linee, le chiederei un approfondimento, se possibile, eventualmente anche in forma scritta. Tenuto conto dei cambi di orientamento, ripensamento, riaggiustamento del finanziamento, a legislazione vigente, il Fondo, che risulterebbe di 20 milioni di euro, confluisce nel Fondo unico che voi cogestite con il MIUR con cui progettate. Chiederei, pertanto, se anche in futuro poteste darci indicazione dei criteri con cui orientate questa coprogettazione.
  Le informazioni che avete rilevato rispetto alla conoscenza dello stato di sicurezza sono confluite nell'Anagrafe dell'edilizia scolastica? Poiché, come lei ci racconta, utilizzate una piattaforma WebGIS, strumentazione ormai abbastanza diffusa, vorrei chiedere se anche questa è un patrimonio di informazioni che comunque dialoga con l'Anagrafe. La gestione di questi strumenti è infatti complicata.
  Le farei la stessa domanda (ma forse la dovrei fare alle regioni, me ne rendo conto) rispetto alla terza linea di finanziamento che deriva dal decreto 39 del 2009. Sulla quota di libertà di scelta, quel 40 per cento che le regioni possono destinare a interventi strutturali nell'edilizia scolastica, il Dipartimento interviene, suggerisce? Le regioni decidono liberamente o adesso, in virtù della programmazione che abbiamo introdotto con il decreto 104, tutto questo trova una sintesi, un coordinamento complessivo nella programmazione triennale?
  Credo infatti che i colleghi convengano con me che le difficoltà, adesso, non sono solo le risorse, ma anche il recupero e la ricomposizione del quadro di tutte le risorse che stanno su capitoli diversi. Già con l'istituzione di un unico Fondo al MIUR, abbiamo tentato di fare questo lavoro, e ne va dato atto ai colleghi della Commissione ambiente, che insieme a noi si sono prodigati Pag. 10 per questo risultato. Anche per noi sarebbe faticoso dare degli indirizzi se è impossibile avere un quadro di tutti i finanziamenti finalizzati allo stesso obiettivo: essendo così sparpagliati, sfuggono ad un controllo e ad un'azione incisiva di realizzazione dell'obiettivo finale, che è quello di rendere più sicure le nostre scuole. Grazie.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Volevo fare una domanda più precisa perché concordo con tutto quello che ha detto l'onorevole Ghizzoni, soprattutto nello spirito.
  Lei dice a un certo punto che, in seguito al terremoto in Abruzzo, sono stati stanziati 965 milioni di euro in sette anni, però non ho mai visto un report di questo stanziamento, che considero indispensabile, anche perché questo dato emerge in tutti i documenti.
  Il patrimonio dell'edilizia scolastica è fatto di 42.000 edifici, sarebbe quindi utile sapere su quanti di questi edifici si debba intervenire, visto che oggi ci stiamo limitando a parlare di rischio sismico. Questo non è l'unico tema della Protezione civile, però sicuramente è il più delicato, anche perché in molte regioni, dove si è provveduto alla messa a norma antisismica degli edifici, si è scoperto che spesso «è più cara la carta del prosciutto», cioè, mettere a norma antisismica un edificio scolastico, non costa poco.
  Da questo punto di vista sarebbe utile un lavoro di collaborazione con il MIUR per capire quanti di questi edifici meritino di essere messi a norma antisismica, perché magari è più conveniente – o perché sono vetusti o perché non sono più adeguati per altri motivi – pensare ad una loro sostituzione.
  Abbiamo un assoluto bisogno, alla fine di questa indagine, di capire quali indicazioni dare. È importante che ormai ci sia la volontà di un piano nazionale ma, le sue priorità sono tutte sullo stesso piano? Ovvero, io, comune, o io, provincia, faccio prima l'amianto o prima l'antisismico? Bisognerebbe avere un quadro di questa situazione.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Ottavio. Non essendoci altre richieste di intervento, lascio la parola all'ingegner Curcio per rispondere brevemente. Ad alcune di queste domande, se ritiene, potrà poi fornirci un'ulteriore documentazione scritta.

  FABRIZIO CURCIO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Ringrazio per le domande. Approfondiremo di certo con una relazione scritta tutte le questioni che sono state poste, a partire dall'utilizzo del Fondo dell'articolo 11; ultimamente abbiamo fatto una serie di riunioni con le regioni per mettere in fila, annualità per annualità, i finanziamenti, rispetto a come sono stati spesi, perché, oggettivamente, ci sono state delle difficoltà da parte delle strutture regionali nell'effettivo utilizzo di questi fondi. Nel mese scorso abbiamo fatto un paio di riunioni perché volevamo avere un report dettagliato, regione per regione, rispetto all'impiego di questi fondi, al di là dell'ultima ordinanza relativa alla distribuzione dell'annualità del 2015, ma ancora sono da spendere i fondi delle annualità precedenti.
  Mi riserverei di fornire il quadro aggiornato in questa relazione scritta, in cui daremo conto dello stato dell'arte, partendo dal presupposto che, in effetti, abbiamo rilevato qualche difficoltà a stabilire questa spesa a livello territoriale. Anche quel famoso 40 per cento è un tetto massimo ed è discrezionale per la regione scegliere quale percentuale destinare agli edifici scolastici, a patto che non siano oggetto di altre linee di finanziamento. Questo è la clausola che era stata posta.
  Per quanto riguarda l'integrazione, anche su questo faremo una relazione più dettagliata. È ovvio che siamo in strettissimo contatto non solo con il MIUR, ma anche con la struttura di missione di Palazzo Chigi; stiamo cercando di integrare anche le banche dati, abbiamo fatto una serie di lavori, nostro personale è dislocato presso la struttura di missione a Palazzo Chigi, proprio per aumentare la facilità di scambio. Ovviamente, come si sa, la parte di condivisione è un conto, la parte di interoperabilità degli aspetti è un Pag. 11po’ più complessa, però ci stiamo lavorando.
  Partiamo da una base di dati che è comunque condivisa, cioè i nostri dati sono open, sono aperti alle strutture pubbliche e in questo senso abbiamo un'ottima collaborazione sia con il MIUR sia con la struttura di missione.

  PRESIDENTE. Grazie, ingegnere, per la sua pazienza nell'averci aspettato e per questa esposizione così esauriente. Ringrazio anche i suoi accompagnatori, il professor Dolce e le dottoresse Aiello e Salvi.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione e faccio presente che la relazione consegnata sarà pubblicata in allegato al resoconto (vedi allegato).

  La seduta termina alle 15.20.

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