XVII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Mercoledì 27 aprile 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DELL'EDILIZIA SCOLASTICA IN ITALIA

Audizione dell'arch. Laura Galimberti, Coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 ,
Galimberti Laura , coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ... 3 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 5 ,
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 5 ,
Vacca Gianluca (M5S)  ... 6 ,
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 6 ,
Vacca Gianluca (M5S)  ... 6 ,
Ghizzoni Manuela (PD)  ... 7 ,
Marzana Maria (M5S)  ... 8 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 9 ,
Galimberti Laura , Coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ... 9 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 11 ,
Galimberti Laura , coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ... 11 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Relazione trasmessa dall'architetto Laura Galimberti ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
FLAVIA PICCOLI NARDELLI

  La seduta comincia alle 10.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'arch. Laura Galimberti, Coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione dell'edilizia scolastica in Italia, l'audizione dell'architetto Laura Galimberti, Coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Saluto l'architetto Galimberti, che ringrazio per la sua presenza e per averci consegnato in anticipo la sua relazione. Le lascio quindi subito la parola, chiedendole di aggiornarci sulla situazione.

  LAURA GALIMBERTI, coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo ricevuto il programma dell'indagine conoscitiva, che era ricco di temi. Ad alcuni abbiamo cercato di rispondere nella relazione depositata: svolgerei quindi un piccolo quadro complessivo, in modo che si possano in seguito approfondire i singoli argomenti.
  Il Governo, sin dal suo insediamento, ha deciso l'istituzione di questa Struttura di Missione, proprio per coordinare un tema che è stato, nel tempo, assai complesso. La governance stessa dell'edilizia scolastica è complessa, per cui gli edifici sono di proprietà e – per legge – in gestione agli enti locali, quindi a comuni e province. Le regioni hanno un compito programmatorio e la maggior parte dei finanziamenti giunge dallo Stato – come è sempre avvenuto – ma provenendo da diversi ministeri e dipartimenti, ossia il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Dipartimento della Protezione civile, il Ministero dell'ambiente e il Ministero dell'istruzione.
  Si è, dunque, cercato di ordinare la materia e le competenze sono state interamente trasferite al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con il Fondo unico per l'edilizia scolastica, già dal 2012, ma, di fatto, questa attività è stata operativa dal 2014, quando ha potuto attivarsi la linea di finanziamento delle «Scuole sicure», per cui, oggi, tutte le procedure per il monitoraggio e l'erogazione di questi finanziamenti fanno capo al Ministero dell'istruzione.
  Sussistono ancora precedenti linee di finanziamento, che stiamo cercando di velocizzare. Faccio l'esempio delle linee di finanziamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti: parliamo della legge n. 289 del 2002 e delle delibere attuative del CIPE n. 102 del 2004 e n. 143 del 2006 e delle delibere CIPE n. 32 del 2010 e n. 6 del 2012, che hanno finanziato le scuole per quanto riguarda gli elementi non strutturali. Pag. 4
  Spesso i lavori pubblici in Italia sono troppo lunghi. Lavori sulle strutture scolastiche che durino più di dieci anni appaiono eccessivi. Nella legge n. 107 del 2015 sulla «Buona scuola», sono state disposte misure di accelerazione, che prevedono la consegna – a date certe – per gli enti, dell'aggiudicazione provvisoria dei lavori. Il 30 aprile, ad esempio, scade la consegna per gli enti per le linee di finanziamento delle delibere CIPE n. 32 del 2010 e n. 6 del 2012, per cui si è posto un termine preciso per la consegna dell'aggiudicazione provvisoria, e questo fa sì che i cantieri vadano avanti più rapidamente.
  Oggi, la situazione assume una fisionomia più omogenea: la maggior parte delle linee di finanziamento fa riferimento al Ministero dell'istruzione; sono rimasti comunque dei finanziamenti che fanno capo ad altri Ministeri, in quanto hanno una configurazione particolare.
  Questo Governo ha messo oltre 4 miliardi di euro sull'edilizia scolastica: questo non vuol dire che ci sia un «mucchietto» di 4 miliardi, ma che ci sono diverse possibilità in quanto la situazione è complessa. Ci sono tante risorse anche per gli enti, ma ci sono anche risorse di fondi rotativi, quali ad esempio il Fondo Kyoto, ancora gestito dal Ministero dell'ambiente.
  Ci sono risorse che hanno inciso sulla parte finanziaria degli enti. Lo sblocco del Patto di stabilità che è stato riservato all'edilizia scolastica, negli anni 2014-2015, faceva leva su altri princìpi: anche la deroga agli equilibri di bilancio che è stata concessa da questa legge di stabilità fa leva su altri princìpi, mantenendosi diverse possibilità di finanziamento.
  Abbiamo anche avuto la linea delle Scuole belle, che ha fatto discutere e che è stata riservata alla piccola manutenzione degli istituti scolastici. Riteniamo che la sicurezza debba essere al primo posto per quanto riguarda l'edilizia scolastica, ma che il decoro degli edifici abbia una parte importante, soprattutto dal punto di vista educativo: scuole pulite e pitturate, in cui la piccola manutenzione è curata, hanno un significato educativo intrinseco.
  Quello che stiamo portando avanti parallelamente è il tema delle scuole innovative, cui la legge sulla «Buona scuola» dedica 300 milioni di euro, poi integrati da 50 milioni di euro nella legge di stabilità. Ciò affinché vengano costruite nuove scuole, innovative, con princìpi che coniughino architettura e pedagogia, in modo che l'edificio stesso possa diventare un educatore: per i ragazzi più grandi il fotovoltaico sul tetto può essere motivo di studio; per i bambini più piccoli il colore delle aule assume un significato educativo.
  Noi immaginiamo che in Italia non si verificherà un boom demografico che renderà necessaria la costruzione di una serie di nuovi edifici scolastici. Pensiamo dunque a un ricambio progressivo dell'edificato esistente, soprattutto quello risalente agli anni ’60-’70, nei luoghi in cui si è costruito in povertà di risorse, con tecnologie ormai inadeguate, che da un punto di vista economico, oltre che didattico e della salute dei ragazzi, deve essere progressivamente sostituito. Le risorse sono degli investimenti INAIL: questi 300 milioni più 50 milioni di euro verranno utilizzati per costruire una cinquantina di edifici nuovi su tutto il territorio nazionale e sarà bandito un concorso di architettura per tutti i professionisti italiani e stranieri. Le aree saranno segnalate dalle regioni, quindi sarà una grande sfida dal punto di vista dello studio tipologico e della ricerca architettonica, ed essendo costruite su aree specifiche, ci sarà anche uno studio di integrazione sul territorio. Ci piacerebbe che tali edifici diventassero degli esempi di nuova architettura per le nuove costruzioni.
  Questo è il quadro completo, ma possiamo approfondire il tema dei finanziamenti, il tema dei monitoraggi, il tema delle nuove scuole.
  Per quanto riguarda i monitoraggi, nell'ultima pagina della relazione depositata è indicato il sito web della Struttura di Missione, dove stiamo cercando di monitorare tutti gli interventi. Si può cercare la regione e la città che interessa; c'è un puntino sulla mappa che dà luogo a una scheda con lo stato del cantiere; cerchiamo anche di inserire le fotografie se gli enti locali ce le Pag. 5mandano, ma abbiamo già consegnato alle regioni un vero e proprio WebGIS (sistema informativo geografico pubblicato sul web).
  Oggi, questi puntini sulla mappa non sono un vero Open data, cioè vanno contati uno ad uno se si vogliono realizzare delle statistiche. Invece, il WebGIS che abbiamo già consegnato alle regioni per essere testato prima dai tecnici locali – dove anche le regioni possono inserire le loro linee di finanziamento – permetterà di rappresentare, un giorno, tutta la situazione dei cantieri di edilizia scolastica che si stanno realizzando in Italia, finanziati dallo Stato o finanziati a livello locale.
  Già oggi, abbiamo su questo WebGIS 25.000 puntini, per cui, calcolando che «Le scuole belle» rappresentano circa 17.000 cantieri, abbiamo altri 7-8.000 cantieri di nuove linee di finanziamento, un numero significativo.
  Teniamo conto che il lavoro è cominciato, e che sono 42.000 gli edifici scolastici in Italia, quindi questa programmazione triennale 2015-2017, probabilmente, dovrà essere seguita da una prossima programmazione e, comunque, anche questo è uno strumento di governance innovativo, perché gli enti locali devono inserirsi nella programmazione triennale che è unica per tutto lo Stato, quindi non devono inseguire tutti i bandi emanati dai diversi enti locali.
  L'ultimo strumento di governance che voglio citare, che è stato ripreso dalla legge n. 23 del 1996, e non era mai stato applicato, è l'Osservatorio dell'edilizia scolastica presso il MIUR, che riunisce Ministeri, enti locali e regioni interessati al tema e diventa un luogo di dialogo per un argomento che ha tanti attori e una governance complessa. Oggi pomeriggio, alle 14.30, ci sarà una riunione dell'Osservatorio, quindi, pur con tutta la fatica di riprendere uno strumento poco utilizzato, questo dialogo viene avviato e continua nella sua sede istituzionale.

  PRESIDENTE. Lascio spazio alle domande dei colleghi, perché questo è un tema in continua evoluzione, su cui la Commissione ha sempre manifestato particolare attenzione. I deputati presenti sono gli onorevoli Iori, Marzana, Luigi Gallo, Vacca, Malisani, D'Ottavio, Narduolo, Pes, Carocci, Rocchi e Ghizzoni, che sono parlamentari del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Dò ora la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Sono contento che i lavori della nostra indagine conoscitiva sull'edilizia scolastica ricomincino proprio dall'incontro con la Struttura di Missione e con la sua responsabile, perché la Struttura di Missione rappresenta la novità politica più importante, che testimonia l'attenzione del Governo al tema in esame. Il racconto dell'architetto Galimberti dimostra come non si possa negare che, nell'edilizia scolastica, dalla dichiarazione di emergenza si stia cercando di passare ai fatti, con un'attività concreta.
  Vorrei trasmettere i migliori sentimenti di vicinanza alla Struttura di Missione, perché ha bisogno di tutto il sostegno politico, culturale e materiale per le difficoltà che affronta. Credo che sia complicato, perché è complicata la situazione, e la mia domanda si riferisce a questo. Lei ha messo in evidenza un aspetto: la complessità della governance, che deve garantire il diritto allo studio.
  Vorrei ricordare che in Italia è un obbligo andare a scuola, ma l'obbligo non è per i ragazzi, ma per le istituzioni di garantire che i nostri ragazzi e le nostre ragazze possano andare a scuola, quindi bisognerebbe rovesciare il concetto di obbligo.
  Oggi questa condizione è minacciata dallo stato in cui versa l'edilizia scolastica. Bisognerebbe svolgere una riflessione sulla governance. Che la legge conferisca la piena responsabilità dell'edilizia scolastica agli enti locali è un problema, che dimostra come nel nostro Paese ci siano diverse sensibilità. Ancora troppi sono gli edifici in affitto, non di proprietà dei comuni e delle province, che testimoniano che quel comune o quella provincia – non so se per volontà, sicuramente per scelta o per condizioni date – ritiene che l'attività scolastica possa essere svolta in un negozio, in un appartamento, in un edificio che, magari, Pag. 6 non è adatto a svolgere la funzione che il Paese chiede.
  In questo senso, emerge un forte contrasto tra l'idea di scuole innovative e le condizioni per cui (questa è una mia statistica che sono pronto a mostrare) continua a crollare un controsoffitto a settimana. Sarebbe ora di parlare di scuole innovative, mentre versiamo in questa condizione.
  Oltre al compito di stimolare e aiutare gli enti locali – ho la prova quotidiana che, da quando è stata istituita, la Struttura di Missione è sempre stata disponibile a rispondere e a collaborare, a fronte delle telefonate insistenti di comuni, province e città metropolitane –, siccome tra le deleghe della legge n. 107 del 2015 c'è quella del testo unico, la Struttura di Missione, e quindi il Presidente del Consiglio che l'ha voluta, ritiene che sia quello il posto in cui chiarire la governance, stabilendo che i comuni e le province sono responsabili. Ma lo Stato non rinuncia così a fare la propria parte?
  Oggi, il contributo dello Stato al miglioramento dell'edilizia scolastica sembra un «di più», in quanto non c'è una legge che lo obblighi, mentre è importante che lo Stato abbia chiaro come il supporto al comune sia legato al suo compito di garantire i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi in tutto il Paese.
  La Struttura di Missione «mentre fa impara», anche perché non c'è la possibilità di avere due tempi diversi, uno per pensare e uno per fare: mentre fate, si sta pensando a non lasciare questo sistema alla sensibilità delle realtà locali?
  Sono stato attaccato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, quando nella discussione sulla legge della «Buona scuola» ho detto che le nostre scuole per l'infanzia sono le più belle del mondo: sono pronto a mostrare l'elenco dei bellissimi edifici che abbiamo nel nostro Paese...

  GIANLUCA VACCA. Pochi ma belli!

  UMBERTO D'OTTAVIO. No, tanti. Sono stato sindaco per dieci anni e sono pronto a portare tutta la Commissione nel mio comune per mostrare come sono state realizzate le scuole per l'infanzia, le scuole primarie, con tutti i servizi, i giardini, gli spazi per il riposo, per il gioco, per la convivenza.
  Questi dovrebbero essere elementi diffusi nel nostro Paese. Questa task force e gli interventi che si stanno realizzando hanno questo obiettivo? Possono trovare una conferma nella stesura della delega sul testo unico, che deve servire a chiarire le competenze di ciascun soggetto sull'importantissimo tema dell'edilizia scolastica?

  GIANLUCA VACCA. Mi fa piacere sentire il collega D'Ottavio che solleva alcune questioni che il nostro gruppo ha cercato di evidenziare, problematiche che abbiamo cercato di affrontare anche con una mozione sui livelli essenziali delle prestazioni (LEP), prevedendo la legge che sia lo Stato a garantire LEP adeguati alla popolazione.
  Ringrazio per questa audizione, che è un'occasione preziosa per la Commissione di ascoltare un organo tecnico, ma anche politico, che si fa carico di quanto politicamente viene portato avanti da questo Governo. Dalle sue parole abbiamo avuto l'ennesima conferma di quanto sosteniamo, ossia che non è vero quanto alcuni esponenti del Governo sostengono, ossia che ci sarebbero 4 miliardi di euro di nuovi finanziamenti per l'edilizia scolastica, perché non sono soldi nuovi, stanziati da questo Governo, ma sono varie linee di finanziamento che sono state ripescate, attualizzate, messe per i prossimi anni, non soldi freschi, stanziati direttamente dal Governo.
  Una questione che è stata toccata, ma che consideriamo critica, perché mette in evidenza una certa carenza nel modo di affrontare il problema dell'edilizia scolastica – oltre a quello dei finanziamenti che, a nostro avviso, sono ancora inadeguati – riguarda la cabina unica di regia e il Fondo unico. Quest'ultimo è stato introdotto e, poi, reso operativo con la legge sulla «Buona scuola», e lo riteniamo una misura condivisibile, ma, essendoci ancora linee di finanziamento spezzettate, che provengono dal CIPE, dal cosiddetto Fondo Kyoto, non ci sembra che vi sia una cabina di regia unica, che parta dal fabbisogno Pag. 7delle scuole, con particolare riferimento agli interventi programmati.
  «Scuole belle» ne è un esempio, perché è la classica operazione dovuta non alle esigenze delle scuole, in quanto conosciamo bene la genesi dell'operazione «Scuole belle», ossia l'intento di rispondere a una problematica lavorativa e sociale: si mettono quindi delle toppe qua e là.
  Questo non significa partire dal fabbisogno delle scuole, perché abbiamo registrato casi di scuole sui cui muri è stata passata una mano di vernice fino a due metri (l'altezza massima, perché oltre gli addetti non possono andare, in quanto non hanno le competenze per farlo), per poi magari vedere crollare il controsoffitto, visto che la principale problematica di quella scuola non erano i muri, ma altro.
  A nostro avviso, il progetto Scuole belle è fallimentare: è consistito nello sperpero di ingenti risorse, e questo progetto non è inserito nei vari capitoli della relazione depositata. Per avere contezza di quanto è stato stanziato fino ad oggi, e dei risultati ottenuti, vi chiederei di aggiornare la relazione con un capitolo specifico. Ricordo che abbiamo sollevato varie volte le problematiche legate al progetto Scuole belle e la stessa Autorità anticorruzione lo ha fatto recentemente: vorremmo dunque conoscere la percezione del Governo in merito.
  Un altro capitolo riguarda le cosiddette Scuole innovative, un altro progetto che abbiamo contestato, perché non si parte dalle reali esigenze delle scuole, ma si è cercato di rispondere a un'esigenza prettamente politica, con un provvedimento spot: come la dottoressa potrà confermare, i soldi stanziati per Scuole innovative provenivano dal decreto-legge n. 69 del 2013, ossia erano fondi destinati alla messa in sicurezza delle scuole. Riteniamo illogico togliere dei fondi dalla messa sicurezza degli istituti scolastici, esigenza primaria, per realizzare nuove scuole; anche se siamo contenti che ne vengano costruite due o tre in ogni regione, sussiste una questione di priorità: si parte dalle esigenze delle scuole, si fa un censimento e quindi si inizia lo stanziamento delle risorse in base a tali esigenze; diversamente si continuerà a procedere per programmi spot, che servono agli esponenti politici, ma non risolvono i problemi dell'edilizia scolastica. Anche su questo vorrei ascoltare il parere della dottoressa Galimberti.

  MANUELA GHIZZONI. Ringrazio i nostri ospiti anche per il metodo: avendoci consegnato la relazione in anticipo, questa mattina eravamo già edotti su alcuni dati.
  Sottolineo che le audizioni sono uno strumento conoscitivo, affinché il Parlamento possa indirizzare il Governo con il proprio documento conclusivo nell'affrontare determinati problemi. Uno di questi è l'edilizia scolastica, nei confronti del quale non tutti i Governi hanno mostrato interesse: ci sono studi che dimostrano come, per le ragioni cui accennava l'onorevole D'Ottavio, nel corso di intere legislature l'edilizia scolastica sia stata una grande assente, notoriamente quelle a guida di centro-destra, come è testimoniato da una serie di atti documentati anche da un giornale che è certamente di parte, ItaliaOggi: basta guardare la normativa e i finanziamenti.
  Vi chiederei quindi alcuni spunti per indirizzare il nostro lavoro e non per svolgere valutazioni politiche, perché non è questa la sede.
  Il vostro innovativo lavoro è già una parziale risposta a uno dei problemi esposti all'inizio di questa lunga indagine conoscitiva, cioè le diverse linee di finanziamento gestite da diversi soggetti che spesso non interloquiscono e, non avendo una base programmatoria definita per legge – mai attuata – tra l'Osservatorio e l'Anagrafe, non potevano dare gli esiti attesi.
  A questo si somma la lunghezza estenuante di attuazione dei procedimenti, perché molte delle norme e delle delibere CIPE cui fa riferimento la dottoressa Galimberti hanno un avvio più che decennale in alcuni casi (si pensi alla legge obiettivo), quindi ci servirebbe un aggiornamento sullo stato di avanzamento di queste diverse linee di finanziamento.
  Voi avete già la risposta che ci si siamo dati tra noi, quando, all'inizio di questa indagine conoscitiva, eravamo orientati Pag. 8non dal senso ideologico ma dalla voglia di risolvere i problemi, e quando ci chiedevamo cosa si potesse fare per dare un orientamento unitario a questi finanziamenti.
  Vi chiedo cosa si potrebbe fare per rendere la vostra azione più efficace in termini di coordinamento tra finanziamenti che nascono «normativamente» attribuiti ad altri Ministeri (credo che il Fondo Kyoto non potrà approdare al Fondo unico per l'edilizia scolastica, in quanto nasce nell'ambito di un protocollo internazionale e difficilmente potrà essere sottratto alle competenze del Ministero dell'ambiente). Penso che si possa lavorare integrando gli obiettivi affinché, sebbene il predetto fondo sia allocato presso il Ministero dell'ambiente, si possa dare esito positivo a quel finanziamento destinandolo a un effettivo efficientamento energetico delle scuole. State dunque mettendo in campo strategie ulteriori e integrazioni di rapporti perché ci sia un esito positivo dei diversi finanziamenti, che non possono concorrere tutti a finanziare il Fondo unico?
  In questo anno e mezzo di attività, al di là di Scuole belle – di cui non parlo in questa sede, perché non sono un intervento di edilizia scolastica – quali sono gli interventi, dal mutuo BEI ai finanziamenti INAIL, che sono sempre serviti (avendone l'obbligo normativo e morale) alla sicurezza, che sono stati utilizzati anche in passato per interventi di consolidamento oppure per attuare norme antisismiche, insomma che hanno dato gli esiti migliori? Cosa rallenta l'efficacia di questi finanziamenti? Se non ci diciamo quali sono i problemi, difficilmente potremo rimuoverli.
  Nel caso del Patto di stabilità, ad esempio, abbiamo registrato come in molti casi l'obbligo impedisse l'esecuzione dei lavori, oppure sono state evidenziate difficoltà sulle progettazioni, questione sollevata anche dai piccoli comuni. Sull'efficientamento energetico, poi, ci sono soluzioni in grado di supportarci? Quali sono le questioni che hanno impedito l'efficacia di questi finanziamenti?
  Con riferimento inoltre al monitoraggio, ho letto con interesse il vostro tentativo di costruire una banca dati continuamente implementabile, per sapere in un determinato comune quali cantieri siano stati avviati e chi li stia finanziando. Questo, si collega con l'anagrafe dell'edilizia scolastica, che è finalmente partita, pur con notevoli difficoltà? Anni fa, l'avevamo immaginata come lo strumento principe degli interventi programmatori. Come si interfaccia questo strumento di monitoraggio, utile per un cittadino che voglia sapere cosa sta succedendo nel proprio comune, con l'anagrafe?

  MARIA MARZANA. Sarò breve, perché mi soffermerò su un aspetto che rafforza quanto ha detto il collega sul progetto «Scuole belle». Già il fatto che non sia citato questo programma nella relazione depositata, la dice lunga: forse ad esso non si vuole dare importanza, ma comunque stiamo parlando di interventi connessi con l'edilizia scolastica, che comportano l'investimento di soldi pubblici, di più di 400 milioni di euro, e si è anche parlato di rinnovare questo programma. In più occasioni abbiamo affermato che sarebbe più opportuno destinare queste risorse a interventi più strutturali, perché per noi l'aspetto primario è la sicurezza. Spesso si è invece proceduto a interventi di decoro che non erano necessari, mentre erano necessari interventi sulle strutture e non quegli interventi di ritocco sostanzialmente inefficaci.
  Sottolineo anche l'aspetto della regolarità procedurale di questo programma e, in particolare, dell'assegnazione degli appalti, perché in più occasioni abbiamo visto come questa regolarità venga a mancare: lo ha rilevato l'Autorità antitrust, scoprendo che diverse aziende hanno fatto cartello, e l'Autorità anticorruzione, affermando che le continue proroghe – senza svolgere una regolare gara di assegnazione – non garantiscono l'economicità dell'operazione, ma possono portare a degli sprechi, mentre l'interesse del Governo dovrebbe essere quello di rendere efficaci questi interventi senza sprecare soldi pubblici. Pag. 9
  Vi è, da parte del Governo, l'intenzione di ripensare questo tipo di interventi e le procedure con le quali vengono portati avanti, alla luce degli autorevoli pareri citati che ne rivelano tutte le criticità?

  PRESIDENTE. Lascio la parola, per la replica, all'architetto Galimberti, che attualmente è la coordinatrice della Struttura di Missione, ma ha progettato per anni strutture per la collettività e le scuole e si è sempre occupata di manutenzione dell'edilizia scolastica come direttore dei lavori di demanio e patrimonio, con una lunga esperienza specifica nel campo.

  LAURA GALIMBERTI, Coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Approfitto dell'occasione per lasciare alla presidente una copia del nostro rapporto su quanto è stato fatto negli ultimi sei mesi (School Book 2, Il punto sull'edilizia scolastica); è già il secondo e la presidente è in possesso già del primo: ne forniremo sicuramente una versione on line. Ovviamente, non ho parlato di tutti i temi e nella relazione depositata sono contenuti quelli che sembravano emergere dal vostro programma; ma tutti i temi sono trattati in questo school book, compresi gli enti finanziati, il cantiere del giorno – che seguiamo in maniera specifica da più di un anno –, tutta la descrizione delle linee di finanziamento, delle procedure e delle cose fatte.
  Questo per dire che ci sono degli aspetti che possiamo sicuramente estrarre e lasciarvi e c'è l'elenco dei finanziamenti, su cui forse mi sono espressa male in precedenza: la somma dei 4,2 miliardi di euro rappresenta l'entità dei finanziamenti di adesso, che sono nuovi; ho spiegato però che ci sono modalità diverse di finanziamento, quindi i finanziamenti puri seguono la programmazione, mentre lo sblocco del Patto di stabilità e le deroghe agli equilibri di bilancio sono risorse rinvenute nel bilancio dello Stato, sono coperture del Ministero dell'economia e delle finanze, sono soldi veri, ma hanno altre finalità. Le esigenze degli enti locali sono diversificate, ma sempre soldi nuovi sono.
  Vi è poi il monitoraggio degli interventi vecchi, quando parlavo delle delibere CIPE, di cui stiamo effettuando il monitoraggio.
  Per quanto riguarda le «Scuole innovative», queste concernevano le risorse INAIL del decreto-legge n. 69 del 2013, e dal 2013 non erano mai state utilizzate: adesso sono venute d'attualità in questo quadro che riteniamo coerente, per cui c'è tutto un patrimonio che riteniamo necessario sostituire. La volontà di costruire scuole nuove nasce dalla scelta di venire incontro alle esigenze della didattica, ma anche di sostituire un patrimonio vetusto su cui non si può più intervenire.
  Ciò rientra in un quadro coerente e non è uno spot episodico, perché desideriamo che in questa direzione si muovano anche i comuni, per i quali auspichiamo il rilascio delle affittanze passive.
  Su questo stiamo cercando di agire, soprattutto sui tavoli delle regioni del sud, che in questo momento hanno ancora percentualmente il più alto numero di edifici scolastici in affittanza passiva.
  È stata svolta anche l'operazione «INAIL, opere ad elevata utilità sociale», che consisteva in altre risorse appostate per investimenti INAIL, che ha interessato anche molte scuole. Abbiamo avuto in questo caso oltre un centinaio di risposte degli enti locali sulle scuole, a riprova del fatto che, a fronte di un canone molto piccolo – inferiore a quello di mercato – del 3 per cento dell'investimento, può essere interessante per gli enti locali ristrutturare edifici di nuova costruzione di proprietà INAIL, che sostituiscano affittanze passive oggi di mercato.
  Per quanto riguarda «Scuole belle», vi invieremo i dati: è evidente che si tratta di un'azione complementare all'azione che stiamo realizzando sulla sicurezza delle scuole; azione complementare che riteniamo interessante, e che terminerà alla fine di quest'anno; ha un tempo limitato che ci sembrava comunque adeguato a questa finalità. Pag. 10
  Per quanto riguarda l'assegnazione degli appalti, credo che ci siano già le autorità adeguate per occuparsene e, sebbene il Ministero dell'istruzione quando riceve gli stati d'avanzamento dei lavori e tutte le documentazioni dagli enti, controlli tutti i documenti e la coerenza con il progetto, non è questo il ruolo del Ministero, perché la responsabilità dell'appalto compete all'ente locale che lo ha aggiudicato, quindi a un responsabile unico del procedimento, a un direttore dei lavori. Sappiamo che c'è una catena di responsabilità definita dall'appalto, quindi è da lì che partiamo.
  Rispetto al maggior coinvolgimento dello Stato auspicato dall'onorevole D'Ottavio, lo Stato siamo tutti noi: gli enti locali, le regioni, fanno tutti parte dello Stato. Ritengo dunque che questa responsabilità vada condivisa partendo proprio dal livello locale, che è quello più vicino alla situazione sul territorio, essendo impossibile gestire a livello centrale l'intero territorio italiano, con un numero di edifici scolastici così elevato. C'è una catena di responsabilità che coinvolge tutti, e questa grande sfida riuscirà solo se tutti faranno la propria parte. Quindi, se gli enti locali metteranno delle risorse su questi edifici, le regioni avranno un proprio finanziamento, lo Stato avrà proprie linee di finanziamento e il controllo sarà fatto da tutti, ognuno per la propria competenza.
  Per quanto riguarda l'intervento diretto sui territori, abbiamo costituito con l'Agenzia per la coesione territoriale una task force, un gruppo di tecnici che va sui territori sia a supporto degli enti locali sia per sciogliere le situazioni di criticità: c'è la novità di un intervento sui territori per gli enti che lo chiedono, ma ritengo che sia impossibile intervenire in tutti i casi in modo generalizzato, perché, oltre che inutile, è necessario che ciascuno abbia la propria responsabilità.
  Vengo alla programmazione, ricordata anche dall'onorevole Ghizzoni: è il punto più importante di questo cambiamento. Si tratta di una programmazione unica nazionale: anche questa nasce dai territori per diventare programmazione nazionale. Ci sono delle linee guida emanate dal Ministero, in base alle quali le regioni hanno pubblicato dei bandi destinati agli enti locali; gli enti locali hanno previsto delle possibilità ampie riguardo al tipo di interventi, quindi in questa programmazione nazionale stanno non solo gli interventi di sismica o di efficientamento, ma anche tutto ciò di cui ha bisogno l'edificio, cercando di premiare il progetto più avanzato, il progetto cantierabile esecutivo. Questo ha dato impulso all'avvio e alla conclusione dei cantieri, perché venivano premiati non soltanto idee progettuali o progetti di fattibilità, ma progetti già avanzati al livello di progetto definitivo esecutivo; quindi possiamo dire che dei 3.800 cantieri avviati, già 2.900 sono conclusi: sono numeri significativi.
  L'anagrafe, pur avviata con tutte le difficoltà del caso, oggi rientra nella programmazione regionale. Sono ancora gli enti locali ad avere la principale responsabilità di segnalazione, ma sempre più nei bandi regionali viene inserito l'obbligo dell'adeguamento all'anagrafe. Faccio l'esempio della regione siciliana che, recentemente, ha emanato il bando per la programmazione regionale, che diventa nazionale, inserendo questo obbligo ed escludendo gli enti che non erano aggiornati con l'anagrafe.
  L'attività dell'anagrafe ha finalmente trovato un suo software condiviso tra le regioni, per cui 17 regioni utilizzano lo stesso software (capite che sono problemi tecnici che sembrano banali, ma poi diventano giganteschi sul territorio nazionale): adesso ci sarà un accordo con il Ministero dell'istruzione, perché anche il Ministero possa leggere lo stesso software con facilità; poi però si soffre del fatto che gli enti locali non implementano i dati.
  Noi oggi abbiamo la task force che ha anche una persona specificamente dedicata all'anagrafe: ci sono già oltre 1.100 interventi monitorati, oltre 1.600 sopralluoghi della task force e viene controllata anche l'anagrafe. Nei bandi regionali comincia – come accennato – a essere inserito questo obbligo e anche in tutti gli ultimi bandi del Ministero dell'istruzione, come in quello sulla diagnostica dei solai, vi è l'obbligo Pag. 11dell'anagrafe. Riteniamo che anche lì ci vorrà del tempo, ma sono state avviate queste azioni per stimolare gli enti locali ad aggiornare l'anagrafe: le grandi città hanno già un loro strumento gestionale per gli edifici scolastici, perché comuni con 500 o 1000 edifici scolastici non hanno aspettato. Se spieghiamo loro che l'anagrafe nazionale può diventare il loro «gestionale» con tante funzioni utili per loro, non diventa un obbligo in più.
  Anche le banche dati per l'avanzamento dei cantieri sono un tema su cui abbiamo cominciato a lavorare. Gli enti locali non possono però essere obbligati a compilare il monitoraggio della Banca dati amministrazioni pubbliche (BDAP), a compilare il monitoraggio dell'ANAC, e a compilare il monitoraggio del Ministro dell'istruzione, perché più che lavorare compilano monitoraggi. Stiamo quindi cercando di capire quale sia lo strumento più completo a livello nazionale, affinché gli enti locali possano con un solo inserimento di dati trasmetterli a tutte le amministrazioni che ne hanno necessità.
  Ho già detto della task force, perché la vicinanza ai territori ci sembra molto importante, e il tema della progettazione è un altro tema significativo, per cui, se diciamo che vogliamo i progetti avanzati, dobbiamo dare la possibilità agli enti di avere questi progetti. Con la «Buona scuola» abbiamo rinverdito un fondo rotativo per la progettazione di Cassa depositi e prestiti, che può aiutare gli enti: anche quella non è una procedura semplicissima, ma l'idea del fondo rotativo per la progettazione ci sembra che possa aiutare molto gli enti ad avere i progetti cantierabili, per poter applicare i bandi non soltanto della programmazione nazionale, ma anche di quella europea; accogliamo dunque con favore ogni tentativo in questo senso.
  Cito di nuovo i patti per il sud, perché ci sono questi tavoli completi con le regioni e le città metropolitane: alcune città metropolitane hanno inserito anche questa voce per avere delle risorse per dei progetti immediatamente cantierabili.
  Spero di aver risposto a tutto.

  PRESIDENTE. La ringrazio, architetto, a nome della Commissione, anche per la completezza dell'informazione che ci ha dato, e invito la Commissione a prendere visione di questo secondo school book di grande ricchezza e molto chiaro, che lasciamo qui in Commissione a disposizione dei componenti.

  LAURA GALIMBERTI, coordinatore della Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Consegno anche la copia di un piccolo regalo tecnico per gli appassionati dell'efficientamento energetico negli edifici scolastici, un piccolo sussidio che abbiamo realizzato, tra gli altri, con ENEA e che si trova sul sito italiasicura.governo.it.

  PRESIDENTE. Grazie, architetto. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della relazione trasmessa dall'architetto Laura Galimberti (vedi allegato). Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.

ALLEGATO

RELAZIONE TRASMESSA DALL'ARCHITETTO
LAURA GALIMBERTI

AUDIZIONE
CAMERA DEI DEPUTATI
VII COMMISSIONE CULTURA

RELAZIONE

STRUTTURA DI MISSIONE PER IL COORDINAMENTO E IMPULSO NELL'ATTUAZIONE DI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE DELL'EDILIZIA SCOLASTICA

  L'edilizia scolastica è tra i primissimi punti dell'azione del Governo. Per questa ragione è stata da subito istituita una Struttura di missione specifica, operativa da settembre 2014, così da assicurare un focus operativo su di un tema tanto importante.
  La Struttura svolge attività di impulso e coordinamento tra i vari Ministeri competenti in materia di edilizia scolastica, per la velocizzazione dei tempi di attuazione degli investimenti e l'impulso allo sviluppo dell'anagrafe dell'edilizia scolastica. In merito agli investimenti, tale compito vene svolto attraverso l'individuazione e la ricognizione delle diverse fonti di finanziamento degli interventi ed il loro monitoraggio costante.
  Inoltre alla Struttura è chiesto di fornire supporto tecnico e amministrativo agli Enti locali, volto all'individuazione di problematiche emerse durante i lavori e fornendo proposte di soluzione, di concerto con gli stessi Enti locali ed i Ministeri interessati. Nell'ottica di una stabilizzazione dei risultati raggiunti la Struttura collabora all'individuazione di procedure speciali per garantire la rapidità degli interventi, elaborando le relative proposte normative.

MUTUI BEI

  L'operazione «Mutui BEI» ha visto impegnati il Governo, le Regioni, gli Enti Locali, la Banca Europea per gli Investimenti e Cassa Depositi e Prestiti in una nuova operazione tecnico-finanziaria a favore degli Enti Locali proprietari di edifici scolastici.
  Agli Enti Locali è stato chiesto di presentare i progetti, alle Regioni di predisporre la pianificazione triennale in materia di edilizia scolastica e di contrarre i mutui volti al finanziamento dei progetti raccolti. Lo Stato si è invece fatto carico degli oneri dei mutui permettendo agli Enti Locali l'accesso ad un finanziamento a fondo perduto.
  L'operazione, oltre a proporre un importante potenziamento degli investimenti in materia di edilizia scolastica, impegna il Governo in un percorso di monitoraggio concordato anche con BEI.

  L'operazione si è avviata con il Decreto interministeriale 23 gennaio 2015 (pubblicato in G.U. n. 51 del 31/03/2015) a firma MIUR, MEF e Pag. 13MIT, dando attuazione così all'articolo 10 del D.L. n. 104/2013. Il Decreto interministeriale ha stabilito le linee guida per la redazione della programmazione triennale nazionale in materia di edilizia scolastica: ogni Regione, recependo le linee guida indicate nel Decreto ha avviato la propria specifica programmazione. Dieci erano i punti specificati per la redazione dei bandi regionali:

   · un avanzato livello di progettazione;

   · riedificazione o riqualificazione di immobili in stato di pericolo o inagibili, i cui interventi siano volti alla completa e definitiva rimozione delle condizioni di pericolo o inagibilità;

   · completamento dei lavori già iniziati e non completati per mancanza di finanziamento;

   · rispondenza del progetto alle specifiche esigenze didattiche;

   · eventuale quota di cofinanziamento da parte degli Enti Locali;

   · quantificazione del risparmio energetico;

   · rilascio di superfici in affitto a titolo oneroso;

   · eventuale coinvolgimento di investitori privati;

   · edificio scolastico ricompreso in processi di riqualificazione urbana;

   · ulteriori criteri definiti a livello regionale sulla base di specificità territoriali, tenendo conto in particolare delle aree a rischio sismico e a rischio idrogeologico.

  In forza della Legge 23 del 1996, infatti, le Regioni hanno il compito di provvedere alla programmazione in materia di edilizia scolastica raccogliendo sul proprio territorio i bisogni dei propri Enti Locali. In questo modo è stato possibile creare una programmazione che meglio rispondesse alla specifiche esigenze di ogni Regione.
  Con Decreto ministeriale del 16 marzo 2015 il MIUR ha ripartito il contributo a carico dello Stato che le Regioni hanno potuto utilizzare per sottoscrivere mutui con la Banca Europea degli Investimenti.
  Con Decreto ministeriale del 29 maggio 2015 il MIUR ha ufficializzato l'esito delle programmazioni regionali, unificando la programmazione a livello nazionale. Per il triennio 2015-2017 sono stati raccolti 6.300 interventi per un valore complessivo di 3.660.521.946 euro. I piani regionali sono soggetti a conferma circa l'attualità degli interventi inseriti per gli anni 2016 e 2017 ovvero ad un aggiornamento, come previsto dall'articolo 1, comma 160 della L. 107/2015. Entro il 31 marzo 2016 (poi prorogato fino al 15 aprile 2016), le Regioni hanno infatti provveduto ad aggiornare i rispettivi piani. Per il 2017 il termine per la conferma dell'attualità degli interventi è quello del 31 marzo 2017.

  Per provvedere al finanziamento dei primi interventi della programmazione triennale, lo Stato ha stanziato 40 milioni di euro annui per 30 anni. La Banca Europea degli Investimenti, interlocutore in grado di fornire una provvista finanziaria ad un tasso di interesse molto vantaggioso, mette a disposizione per questa operazioni 905 milioni di euro. La BEI, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il MIUR hanno Pag. 14firmato un protocollo d'intesa in data 29 luglio 2015, impegnandosi sulle modalità di monitoraggio e di rendicontazione degli investimenti.
  Con decreto interministeriale a firma MIUR, MEF e MIT del 1 settembre 2015, pubblicato in G.U. n. 250 il 27 ottobre 2015 le Regioni sono state autorizzate alla stipula dei mutui. Tutte le Regioni hanno sottoscritto i contratti con CDP entro il 31 dicembre 2015.
  Sono già stati finanziati i primi 1215 interventi (prima annualità segnalata dalle Regioni) per un importo di 739 milioni di euro.

  Con il D.L. 30/12/2015, n. 210 «mille proroghe» il termine per l'aggiudicazione provvisoria dei lavori da parte degli Enti locali fissato al 31 dicembre 2015 dal Decreto MIUR del 9 ottobre 2015, è stato prorogato al 29 febbraio 2016.

  Il MIUR ha reso disponibile agli Enti Locali ed alle Regioni un sistema di informatico on-line per la rendicontazione degli Stati di Avanzamento Lavori: attraverso questo strumento informatico saranno autorizzate le erogazioni dei contributi, così da far coincidere l'avanzamento fisico dell'opera a quello finanziario.

  La legge 107/2015 «La Buona scuola» ha disposto a partire dal 2016 l'aumento da 40 a 50 milioni di euro, l'importo dei contributi pluriennali previsti dal D.L. 104/2013 ed è stato estesa alle Istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale e coreutica) la possibilità di essere autorizzate direttamente alla stipula dei mutui nel limite di 4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2016.
  Sono pertanto disponibili dal 2016, 10 milioni di euro supplementari di rata mutuo a carico dello Stato che potranno finanziare gli interventi di edilizia scolastica previsti nella seconda annualità della programmazione. Sono circa 230 milioni a beneficio degli Enti locali.
  Il MIUR ha già predisposto il decreto di ripartizione delle risorse per Regione, attualmente alla Corte dei Conti, prevedendo come ultimo termine per l'aggiudicazione dei lavori il 31 dicembre 2016.

#SBLOCCASCUOLE

  Il 2 febbraio 2016 ha preso il via l'operazione #sbloccascuole, prevista dalla Legge di Stabilità 2016. Si tratta di 480 milioni di euro liberati dai vincoli di bilancio per Comuni, Province e Città metropolitane per interventi di edilizia scolastica e per la realizzazione di nuove scuole. Entro il primo marzo 2016 gli Enti locali hanno potuto trasmettere le proprie richieste attraverso il portale www.sbloccabilancio.it, compilando il form on-line, appositamente dedicato. L'operazione è complementare a quanto già fatto dal Governo per rilanciare gli investimenti agendo sul Fondo Pluriennale Vincolato. L'operazione #sbloccascuole, infatti, libera la spesa di risorse a valere sull'avanzo di amministrazione e sul ricorso al debito, andando a completare, per l'edilizia scolastica, lo sblocco delle somme per investimenti pluriennali attuato proprio con la Legge di stabilità 2016.

  Sono stati dichiarati ammissibili ben 3.506 interventi, coinvolgendo complessivamente 1.508 Enti locali per una richiesta complessiva di spazi finanziari superiore alla disponibilità prevista dalla Legge. Sono Pag. 15state soddisfatte a pieno le 280 candidature per la fattispecie a) relative agli interventi dell'operazione #scuolenuove Comuni, Province e Città metropolitane, nonché gli interventi legati all'operazione Mutui Bei Comuni, per un totale di 99 milioni circa.
  Totalmente soddisfatte anche le 5 candidature valide ai fini della fattispecie b) concernenti gli interventi operazione Mutui Bei Province e Città metropolitane. Gli spazi finanziari concessi per tale fattispecie ammontano a circa 2 milioni di euro.
  Per i 3.221 interventi di edilizia scolastica candidati nella fattispecie c) visti gli spazi finanziari richiesti pari a circa 852 milioni di euro, si è dovuto procedere a una riduzione lineare, proporzionale all'importo richiesto dagli Enti. (taglio del 55,59%)
  Il DPCM è già stato sottoposto alla Conferenza Stato Città il 14.04.2016, ottenendo parere positivo.

#SCUOLENUOVE – Comuni

  L'operazione #scuolenuove, avviata grazie al D.L. 66/2014, ha previsto lo sblocco del Patto di Stabilità per i Comuni, per un valore di 244 milioni di euro, per il biennio 2014/2015. I Comuni beneficiari sono stati individuati tra quelli rispondenti alla lettera del Presidente del Consiglio del 3 marzo e 16 maggio 2014.

  Con i DPCM del 13, 30 giugno e del 28 ottobre, riepilogati nel DPCM del 24 dicembre 2014, è stato concesso l'allentamento del patto di stabilità a tutti quei Comuni che erano in possesso di tutte le risorse necessarie all'avvio del cantiere, richiedendo l'allentamento del Patto di Stabilità sin dal 2014. L'operazione ha coinvolto complessivamente 454 Comuni stanziando 233 dei 244 milioni di euro disponibili. Grazie a questi spazi finanziari gli enti locali interessati hanno potuto avviare 750 interventi, realizzando importanti migliorie nelle proprie strutture scolastiche. Ad oggi 560 interventi risultano essere conclusi.
  L'operazione si è caratterizzata per un vero e proprio processo di delega, volto al trasferimento della capacità di spesa dall'amministrazione centrale a quella locale, facilitando e responsabilizzano i Comuni nella gestione e nel rinnovamento del proprio patrimonio immobiliare scolastico.

#SCUOLENUOVE – Province e Città Metropolitane

  Analoga operazione è stata avviata in favore degli edifici scolastici superiori, grazie alla legge di stabilità 2015, Legge 190/2014. Sono stati, infatti, stanziati 50 milioni di euro per ciascuna della annualità 2015 e 2016, permettendo alla Province e Città metropolitane di spendere le proprie risorse in deroga ai vincoli imposti dal Patto di Stabilità. L'operazione #scuolenuove Province e Città Metropolitane ha coinvolto 107 amministrazioni per un totale di 389 interventi di cui 159 risultano essere conclusi.

INAIL – utilità sociale

  La legge di stabilità 2015 (L. 190/2014), all'articolo 1, comma 317, ha previsto l'adozione di un DPCM per l'individuazione delle iniziative Pag. 16di elevata utilità sociale valutabili nell'ambito dei piani triennali di investimento dell'INAIL. Sono diverse le tipologie di edifici interessati, tra cui le strutture scolastiche. Gli interventi riguarderanno il completamento di nuovi edifici i cui lavori siano già in corso (tipo A), ma anche progetti immediatamente cantierabili riguardanti nuove costruzioni (tipo B), o la messa a norma di edifici esistenti (tipo c). INAIL si farà carico dei costi dell'operazione richiedendo alle Amministrazioni di corrispondere, a lavori ultimati, un canone agevolato pari al 3% del costo complessivo dell'opera di cui acquisisce la proprietà. Sono ammesse alla programmazione opere con un valore non inferiore a tre milioni di euro. Gli Enti hanno inviato le loro manifestazioni di interesse entro il 15 settembre 2015, segnalando 201 opere tra le quali 104 scuole per un valore complessivo di 660 milioni di interventi. Gli interventi di edilizia scolastica riguarderanno 77 nuove edificazioni e 28 ristrutturazioni. Il 23 febbraio 2016 tutti gli Enti coinvolti nell'operazione hanno ricevuto da INAIL una lettera con la quale sono stati informati delle modalità e tempistiche secondo le quali si svolgerà l'operazione. Secondo quando previsto da INAIL verranno dapprima interessati da questa operazione gli interventi i cui appalti sono già in essere, per poi procedere con le nuove edificazione ed, infine, con le ristrutturazioni.
  Le amministrazioni coinvolte per l'edilizia scolastica son state convocate nel corso di un incontro il 19 aprile 2016 presso la Presidenza del Consiglio per avere da INAIL tutti i chiarimenti necessari sulle modalità e tempistiche dell'operazione.

FONDO KYOTO

  Per quanto attiene l'efficientamento energetico degli edifici scolastici e universitari pubblici, il decreto legge «Competitività» (D.L. 91/2014 convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 116) ha previsto uno stanziamento di 350 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo rotativo per l'attuazione del Protocollo alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, siglato a Kyoto l'11 dicembre 1997. È prevista per gli Enti Locali la possibilità di contrarre mutui a tasso agevolato pari allo 0,25% avvalendosi di Cassa e Depositi e Prestiti, per finanziare interventi per il miglioramento di almeno due classi di efficienza energetica negli edifici scolastici.
  Con decreto del Ministero dell'Ambiente del 14 aprile 2015, pubblicato in G.U. il 13 maggio 2015 sono stati individuati e disciplinati i criteri e le modalità di concessione, dei finanziamenti a tasso agevolato. Sono stati candidati 190 progetti per l'efficientamento energetico da parte degli Enti Locali, per un importo complessivo di circa 100 milioni di euro. Gli interventi che sono stati ritenuti ammissibili sono 68 ed il Ministero dell'Ambiente ha già comunicato agli Enti proprietari degli immobili oggetto d'intervento il nulla osta alla stipula dei contratti di mutuo con CdP.
  Il Ministero dell'Ambiente, anche su sollecitazione della Struttura di missione e di ANCI, ha proposto un nuovo bando, così dare l'opportunità agli Enti Locali di usufruire dei restanti 250 milioni di euro. Il Decreto contenente il nuovo bando è stato pubblicato il 22 Pag. 17febbraio 2016. Il 21 aprile 2016, invece, è stato pubblicato l'Avviso con il quale si sono aperti i termini per l'invio delle candidature; gli Enti Locali avranno 180 giorni di tempo per la presentazione delle domande. L'importo massimo finanziabile per singolo edificio non può superare i 2 milioni di euro, mentre la durata massima del finanziamento non può essere superiore ai 20 anni.

INDAGINI DIAGNOSTICHE

  Ai sensi di quanto previsto dall'art.1, commi 177 e 178 della legge sulla «Buona Scuola» n. 107/2015) è stata autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per gli enti locali volti a finanziare le indagini diagnostiche sugli edifici scolastici. Con decreto del MIUR del 7 agosto 2015 n. 594 sono stati stabiliti i criteri e le modalità per l'erogazione delle risorse agli enti locali. Come previsto nel decreto, sono quattro i criteri individuati per la selezione degli interventi: vetustà immobili, quota di cofinanziamento, indice di rischio sismico, assenza di finanziamento negli ultimi 5 anni per interventi strutturali o indagini diagnostiche.

  Per le indagini relative agli elementi non strutturali l'importo massimo di contributo è pari a 4.000 euro per le scuole del primo ciclo e a 6.000 euro per le scuole del secondo ciclo.

  Per le indagini relative invece agli elementi strutturali l'importo massimo di contributo è pari a 7.000 euro per le scuole del primo ciclo e a 9.000 euro per le scuole del secondo ciclo.

  In data 15 ottobre è stato pubblicato sul sito del MIUR l'avviso pubblico con procedura on line per l'assegnazione delle risorse agli Enti locali.
  Il D.M. n. 933 del 10 dicembre 2015 ha approvato le graduatorie regionali: 13.584 le candidature pervenute da parte degli Enti locali, mentre 7.304 gli edifici scolastici ammessi al finanziamento per una spesa complessiva di oltre 36 milioni di euro. Le risorse non assegnate come previste dal decreto verranno successivamente redistribuite.
  Gli Enti beneficiari dovevano trasmettere al MIUR l'aggiudicazione provvisoria degli appalti di servizi entro il 29 febbraio 2016.

LA TASK FORCE

  Il 23 marzo 2015 è stato sottoscritto un Protocollo d'intesa con l'Agenzia per la Coesione Territoriale con cui erano state già attivate ampie collaborazioni. La Struttura di Missione partecipa con il proprio personale alle task force inviate sul territorio.
  Le task force sono presidi costituiti da tecnici dell'Agenzia per la Coesione Territoriale, delle Amministrazioni regionali e da giovani professionisti esterni, selezionati sulla base delle competenze e della motivazione. Il loro obiettivo è triplice: sbloccare tutti i cantieri fermi, contribuire all'accelerazione dell'attuazione di interventi già finanziati, affiancare i Comuni in difficoltà presidiando i progetti, fino alla piena fruibilità delle opere da parte degli studenti e degli insegnanti.
  Gli investimenti complessivamente attivi di edilizia scolastica nelle Regioni dov'è stata attivata la Task Force sono oltre 2,5 miliardi di euro. Pag. 18Gli oltre 1600 sopralluoghi effettuati dalle task force hanno interessato 1139 interventi, per investimenti oltre 870 milioni di euro.
  Il lavoro delle task force ha riscontrato un indice di risultato positivo delle ispezioni superiore al 50%, istruendo allo stesso tempo diverse pratiche di revoca del finanziamento.
  L'azione delle task force si è concentrato e continuerà a concentrarsi su tutte le linee di finanziamento per l'Edilizia Scolastica al fine di portare a compimento le linee più critiche ed avviare in modo coerente i nuovi finanziamenti.
  La Task Force opera attualmente su sette Regioni:

  · Sicilia;

  · Calabria;

  · Puglia;

  · Campania;

  · Molise;

  · Lazio;

  · Lombardia.

WEBGIS – da open data a open government

  La Struttura di Missione ha sviluppato un webgis open data dove saranno georiferiti tutti gli interventi sugli edifici scolastici, così da rendere possibile un monitoraggio su scala nazionale. Questo nuovo strumento garantirà una gestione integrata del monitoraggio, andando a mappare sia la gestione finanziaria, sia l'avanzamento dei lavori. L'obiettivo di questo strumento è quello di realizzare una piattaforma unica dove ogni ente finanziatore possa caricare i dati relativi alla propria specifica linee di finanziamento, permettendo di controllare tutti i finanziamenti in essere sugli edifici scolastici. Nell'ottica di una piena e completa trasparenza amministrativa, sarà possibile per ogni cittadini effettuare il download di tutti i dati inseriti nel sistema, attraverso un'interfaccia utente che riesca a facilitare la selezione dei dati di interesse.
  Il portale è stato condiviso con tutte le Regioni, così da permettere loro il caricamento dei dati relativi agli interventi di loro gestione: non appena ultimate le fasi di test il webgis sarà reperibile all'indirizzo www.SNAES.it.

  Per ulteriori informazioni e continui aggiornamenti è possibile consultare il sito internet istituzionale della Struttura di missione: italiasicura.governo.it.

Roma, 27 aprile 2016