XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 29 di Martedì 21 novembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE MINORANZE PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE E DELLA SICUREZZA A LIVELLO INTERNAZIONALE

Audizione di rappresentanti della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD).
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 2 
Altalli Rajaa , co-fondatrice e co-direttrice del ... 3 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 4 
Altalli Rajaa , Rappresentante della ong siriana ... 6 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 6 
Calabrese Martuscelli Federico , Inviato Speciale per la Siria del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 6 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 6 
Altalli Rajaa , Rappresentante della ong siriana ... 6 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 7 
Altalli Rajaa , Rappresentante della ong siriana ... 7  ... 7 
Calabrese Martuscelli Federico , Inviato Speciale per la Siria del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 7 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori - Energie PER l'Italia: Misto-CI-EPI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FABRIZIO CICCHITTO

  La seduta comincia alle 12.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Segnalo che, per ragioni riservatezza e sicurezza personale, su richiesta dei nostri ospiti, la pubblicità di questa seduta sarà assicurata dal solo resoconto stenografico, senza alcuna forma di trasmissione o ripresa televisiva, né diretta né in differita.
  Non dispongo, pertanto, l'attivazione del circuito televisivo interno.

Audizione di rappresentanti della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, l'audizione di rappresentanti della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD).
  Saluto e ringrazio per la loro disponibilità a prendere parte ai nostri lavori Rajaa Altalli, co-fondatrice e co-direttrice del Centro per la società civile e la democrazia in Siria, che guida la delegazione composta da altri sette attivisti residenti in Turchia, Giordania e Libano.
  La delegazione siriana è accompagnata dal Consigliere Federico Calabrese Martuscelli del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Secondo gli elementi forniti alla Commissione, l'ong che qui è rappresentata è «un'organizzazione indipendente, non affiliata a nessun partito politico o formazione religiosa, fondata nel dicembre 2011, qualche mese dopo lo scoppio della guerra siriana, con lo scopo di supportare e rafforzare la società civile e democratica siriana, promuovendone gli intrinseci valori di libertà, giustizia e pacifica coesistenza, accrescendo la consapevolezza democratica dei cittadini siriani».
  L'ong ha sede in Turchia; dispone di quattordici uffici sul territorio, anche in Libano, Giordania, Kurdistan iracheno, e di nove uffici in Siria e coordina una rete di oltre 300 ulteriori ong, in cui operano più di 5.000 attivisti e difensori dei diritti umani. L'ong si caratterizza per una specifica attenzione alle donne, che rappresentano il 30 per cento dello staff.
  Quanto alla co-fondatrice, mi fa piacere segnalare la sua esperienza personale riportata nella biografia diffusa a tutta la Commissione, da cui si evince il suo coinvolgimento personale, fin dalla prima infanzia, nell'attivismo contrario al regime di al-Assad: suo padre fu rapito dalle forze di sicurezza siriane e imprigionato per nove anni e lei stessa, all'implodere della crisi del 2011, ha sospeso i suoi studi di dottorato per dedicarsi interamente all'attivismo civile e alla resistenza pacifica.
  Mi risulta che i nostri ospiti ieri abbiano partecipato alla Conferenza Syrian Voices Matter, organizzata dall'Istituto affari internazionali (IAI), nell'ambito di una preziosa campagna europea di advocacy, che li porterà anche a Bruxelles e a L'Aja.
  Prima di dare la parola Rajaa Altalli, voglio esprimere alcune mie valutazioni personali sulla vicenda. Da molti anni, reputo che in Siria sia nata una rivoluzione contro al-Assad di tipo laico, democratico Pag. 3 e popolare e che il nostro Paese, gli Stati Uniti e l'Occidente abbiano fatto un gravissimo errore a non appoggiarla fin dall'inizio.
  Da un lato, ciò ha consentito ad al-Assad di stabilire una coalizione con la Russia, con gli Hezbollah e con l'Iran, che ha esercitato sul campo una repressione militare durissima, con 400.000 morti e diversi milioni di rifugiati e, dall'altro, ha determinato l'inserimento nella rivoluzione siriana di forze jihadiste, che hanno determinato, in effetti, una situazione favorevole e non contraria ad al-Assad.
  Io vi ringrazio anche perché voi rappresentate una realtà siriana che credo avrebbe potuto essere la via di sbocco positivo della crisi di quel Paese. Errori di chi l'avrebbe dovuta sostenere hanno determinato la situazione drammatica che stiamo vivendo. Quindi, vi esprimo, anche a titolo personale, tutta la mia solidarietà e vicinanza.
  Do la parola alla co-fondatrice e co-direttrice del Center for Civil Society and Democracy Rajaa Altalli.

  RAJAA ALTALLI, co-fondatrice e co-direttrice del Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Buongiorno e grazie per l'ospitalità e l'accoglienza in questa riunione.
  Vorrei dire che coglieremo quest'opportunità per narrare storie personali che illustrano le violazioni dei diritti umani avvenute in Siria dal 2011 ad oggi.
  Ci sono alcuni messaggi principali che vorremmo comunicarvi. Il primo messaggio è il seguente: per la lotta contro la violenza e l'estremismo in Siria bisogna trovare una soluzione politica durevole ed equa, che adesso è sotto l'ombrello dei negoziati di Ginevra, con la Dichiarazione di Ginevra e la Risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Affinché questa operazione politica possa durare bisogna garantire una partecipazione reale delle donne e della società civile a questo processo politico.
  A proposito di lotta all'estremismo e alla violenza, bisogna citare la Ghuta orientale. Facciamo affidamento sui Paesi occidentali, cui lanciamo un appello urgente: togliere l'assedio dalla zona della Ghuta orientale, nell'ambito della lotta contro la violenza. La Ghuta orientale è sotto assedio strettissimo e ci sono bambini che muoiono di fame. C'è una responsabilità sulle spalle della comunità internazionale: togliere l'assedio dalla Ghuta orientale. La Ghuta orientale è stata bombardata ripetutamente di recente, nonostante sia stata ritenuta una zona dove bisognasse evitare che cresca la violenza.
  Come secondo messaggio vogliamo dire che è inevitabile trovare una soluzione politica in Siria per garantire un governo di transizione verso un governo politico democratico. Questa forma di governo consentirà l'operazione di ricostruzione: non bisogna avviare un'operazione di ricostruzione della Siria, prima di aver realizzato una transizione politica. Questa considerazione è della massima importanza perché i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani, che si verificano da sette anni, non vanno ricompensati ripristinando la legalità per un regime dittatoriale, che ha bombardato e sottoposto a tortura e fame l'intero popolo.
  Il terzo messaggio è il seguente: per dare sostegno ai rifugiati e garantire il ritorno degli sfollati dall'Europa e dai Paesi vicini alla Siria è indispensabile sostenere le iniziative che cercano di coinvolgere i siriani della diaspora nel processo politico affinché loro ne diventino parte attiva. Per fare un esempio, i siriani della Ghuta orientale devono restare in contatto con gli abitanti di quella zona. I siriani impegnati in un movimento politico devono restare in contatto tra loro per mantenere vivo il tessuto tra siriani impegnati in politica. Questo è possibile attraverso il forum civile siriano e consentirebbe ai siriani di restare in contatto tra loro per agevolare i rientri in patria.
  Per concludere, vorremmo presentare a Lei, presidente, alcune storie personali.

  OMAR, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Sono un ingegnere elettrico e lavoro nell'organizzazione CCSD. Grazie per il tempo che ci dedicate per presentarvi alcuni racconti dalla Siria. Pag. 4
  Questa è la prima volta che mi reco in Italia, un Paese splendido e noto per il suo patrimonio storico, ma quello che mi ha colpito, mentre entravo in Parlamento, è stato vedere una manifestazione di fronte in Parlamento stesso. Questa è una manifestazione di democrazia bellissima. Non conosco le persone che stavano manifestando né so di cosa parlavano e non conosco le loro richieste, ma...

  PRESIDENTE. Ogni giorno ci sono manifestazioni davanti al Parlamento...

  OMAR, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Questo è quello che vorremmo ottenere per la Siria democratica: la possibilità di andare davanti al Parlamento senza che nessuno spari contro i manifestanti. Ho manifestato chiedendo libertà e democrazia ma ci hanno sparato addosso e mio cugino è stato colpito ed è morto accanto a me. Sono laico e non chiedevo nulla di strano. Il vostro è un Paese democratico e vogliamo anche noi quello che voi avete chiesto e ottenuto: vogliamo un Paese che sia bello come il vostro.
  Ho lavorato nell'edilizia e ho subìto la corruzione del regime di al-Assad prima del 2011. Dopo aver subito ricatti e corruzione, ho lasciato il mio lavoro nell'edilizia per cominciare a lottare contro la corruzione affinché il mio Paese potesse diventare un Paese in cui far crescere le nuove generazioni, in cui non c'è corruzione ma ci sono libertà e democrazia.

  GHADA, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Buongiorno. Provengo dalla zona di Al-Zabadani, nei pressi di Damasco. La mia zona è stata completamente distrutta e lo è tuttora. Ho lasciato il Paese con i miei figli, mentre mio marito è detenuto da sei anni. Mio marito lavorava la terra e, come tanti contadini, è stato arrestato insieme ad altri otto. In seguito siamo venuti a conoscenza del motivo dell'arresto: il regime siriano aveva intenzione di istituire zone di controllo in quell'area agricola.
  Ho perso, quindi, la mia casa, ho perso la famiglia e mio marito e ho perso la mia terra. Credo che la pace e il dialogo siano veramente la strada per porre fine a questa crisi. Ho partecipato al lancio di un'iniziativa nella mia zona per arrivare a un cessate il fuoco. Sono stata una mediatrice tra il consiglio locale e il regime. Per arrivare al cessate il fuoco noi donne abbiamo lavorato per 41 giorni nella mia zona.
  Più di 80 donne sono state oggetto di controllo da parte del regime, pertanto abbiamo chiesto di sapere il motivo per cui queste donne erano ricercate. I dossier sono stati esaminati e il caso è stato archiviato. Tante persone detenute sono uscite dal carcere e una di loro, in particolare, aveva una condizione di salute molto difficile.
  Ho lasciato Al-Zabadani e sono andata in Libano, dove oggi sono un'attivista civile e un'insegnante che lavora con i figli dei profughi. Sono co-fondatrice della piattaforma civile siriana, che è una rete civile siriana.

  NOURA, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Buongiorno. Provengo anch'io da Al-Zabadani, nella zona di Damasco e ho due bambini. Ho vissuto per tre anni nel distretto di Al-Zabadani e mio marito è morto mentre era detenuto nella prigione del regime di al-Assad. Mia madre è stata arrestata tre anni fa, ma, tuttora, non si sa nulla del suo destino.
  Io e la mia famiglia abbiamo sofferto molto e ho perso tanti cari sotto i bombardamenti e a causa dell'assedio. Ogni giorno dovevo camminare per due chilometri in montagna per comprare il pane per i miei figli. Ho dovuto passare i posti di blocco e ciò rappresenta un grande pericolo per noi. Tante volte non sono riuscita a comprare il pane.
  La mia casa è stata bombardata e sono stata ferita, insieme ai miei figli. L'ultima volta, siamo scampati alla morte per miracolo, pertanto ho deciso di lasciare la Siria e andare in Turchia, dove mi trovo ora come profuga.

  AHMAD, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy Pag. 5 (CCSD). Buongiorno. Saluto il Parlamento italiano e saluto il popolo italiano, che siamo felici di poter incontrare.
  Provengo dalla provincia di Hama, nel nord della Siria, e lavoro con la rete Amàn. Sono stato arrestato nel 1990 con un'accusa politica, ma il motivo reale era una disputa commerciale. Sono stato arrestato con il pretesto della politica e sono rimasto sei mesi in carcere. Poi, sono uscito grazie a una mediazione e sono andato all'estero: ho vissuto in Romania per quindici anni.
  Nel 2006 sono rientrato in Siria e ho lavorato in alcuni progetti per fattorie e allevamenti di pollame. Nel 2012 ho scoperto di essere ricercato ma, dato che non sono riusciti a arrestarmi, sono andati alla mia fattoria e hanno ucciso tutti gli animali. Il 20 settembre del 2017 hanno bombardato la mia fattoria in cui si allevava pollame e hanno bombardato la mia casa.
  Ho lavorato con la rete Amàn, una rete civile e sociale che si occupa di interventi umanitari e cerca di risolvere le divergenze con il compromesso. Lavoriamo nei campi di Deir el-Zor, dove si trovano un milione e 250 mila profughi. In quel campo profughi erano state diffuse le armi e gli uomini, quindi, erano armati. La rete Amàn ha portato avanti un'iniziativa chiamata «No alla diffusione delle armi». Abbiamo parlato con i direttori del campo e con le varie ong presenti e abbiamo raggiunto un accordo. Attraverso incontri, conferenze e la distribuzione di dépliant, siamo riusciti a risolvere completamente questo problema. Grazie a Dio, abbiamo risolto il problema delle armi nel campo.

  RIMA, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy. Buongiorno (CCSD). Provengo dalla provincia del sud della città di Dar'aa, da una cittadina che si chiama Al-Hrak. Questa è stata la prima zona in cui ci sono state manifestazioni contro il regime. Nel 2011 ho visto la prima operazione brutale delle forze di sicurezza contro la protesta civile. Sono medico e mi sono laureata all'università di Damasco. A causa dei posti di blocco, impiegavo tre ore per arrivare da casa all'ospedale.
  La nostra casa è stata data completamente alle fiamme e, quindi, mi sono trasferita a Damasco. In passato, sono stata volontaria in un'organizzazione per la tutela dell'infanzia, con cui organizzavamo sessioni di aiuto e di consulenza a sostegno dei bimbi. Ho visto con i miei occhi minori che ancora non avevano compiuto quattordici anni con segni di torture sul loro corpo.
  In seguito sono fuggita dall'università di Damasco, pur essendo solamente una militante civile, e mi sono rifugiata in Giordania. Ho contribuito a istituire questa piattaforma siriana perché credo nell'impegno civile laico. Credo che la società civile debba impegnarsi per una soluzione politica, che è una garanzia per la pace durevole nel Paese. Nell'ambito della nostra piattaforma, abbiamo contribuito a creare dei varchi sicuri per i civili di Deir al-Zur, durante i combattimenti causati dalla presenza di Daesh.
  Grazie per il vostro ascolto. Spero di non dover più ricordare in futuro le immagini di corpi di bimbi mutilati dalle torture.

  HINDRIN, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Provengo dalla città di Qamishli, nel nord-est della Siria. Sono psicologa e ho lavorato nell'organizzazione CCSD. Il mio impegno civile è cominciato nel 2008 quando lavoravo con i figli dei rifugiati e abitavo a Damasco. Nel 2011, all'inizio della rivolta, ci fu un assedio contro la città di Al Moaddamyeh, una delle prime città in cui ci sono state le proteste civili. Siamo partiti da Damasco per raggiungere Qamishli, ma mio marito è rimasto a Damasco per ottenere il permesso per raggiungerci successivamente a Qamishli. La città era assediata e l'assedio è durato otto mesi. Veniva distribuito un chilogrammo di riso per ogni otto persone assediate, per cui gli uomini rinunciavano alla loro quota di riso per i bimbi e per le donne.
  Il regime ha annunciato che chi si consegnava sarebbe stato liberato. Mio marito Pag. 6e alcuni suoi compagni si sono consegnati al regime, ma, dopo cinque o sei mesi, ci è stato comunicato che mio marito era morto. Abbiamo avuto il certificato di decesso, ma non ci hanno mai consentito di vedere la salma: non l'abbiamo mai vista.
  Bisogna precisare che sin dall'inizio della rivolta pacifica c'è un assedio che sta continuando in modo molto stretto. Dobbiamo lavorare sulla questione degli sfollati e dei rifugiati. Il compromesso con il governo siriano deve avvenire in modo trasparente per consentire il rientro di tutti gli sfollati e i rifugiati che si trovano in patria e all'estero.

  RAJAA ALTALLI, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Grazie per il vostro cortese ascolto. Vorrei dire che abbiamo voluto una delegazione variegata dello scenario della Siria (Qamishli, Idlib, Hama). Alcuni vengono dalla stessa Siria e alcuni dai Paesi vicini, come Libano, Giordania e Turchia. Con la nostra presenza, abbiamo voluto dare il nostro sostegno totale al processo politico di Ginevra, con la partecipazione delle organizzazioni impegnate attraverso il consiglio femminile e il sostegno della società civile.

  PRESIDENTE. Do la parola al Consigliere Federico Calabrese Martuscelli.

  FEDERICO CALABRESE MARTUSCELLI, Inviato Speciale per la Siria del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. La ringrazio, presidente. Ci terrei a precisare che questi delegati siriani della società civile sono qui anche grazie all'impegno al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha finanziato un progetto che mira a promuovere l’advocacy della società civile qui, a Bruxelles, in Olanda e a Ginevra, affinché queste persone – alcuni già partecipano ai colloqui come consulenti di De Mistura al tavolo delle donne e al tavolo della società civile – possano veicolare dei messaggi importanti che provengono dalla popolazione siriana. Lo dico perché, altrimenti, il processo di Ginevra rimane solo un dibattito tra forze politiche o gruppi armati. Questa è l'importanza del progetto, per il quale il Governo ha impegnato dei fondi.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Consigliere Federico Calabrese Martuscelli, che non si è espresso a titolo personale, ma per manifestare un impegno della Farnesina rispetto al vostro dramma.
  Sto leggendo un libro di Samar Yazbek dal titolo Passaggi in Siria. Al di là di quello che possiamo leggere sui giornali, sui resoconti e così via, questo è un testo significativo perché, fuggita dalla Siria, l'autrice è rientrata e ha scritto questo libro sulla base delle sue esperienze, quindi il libro dà un'immagine non soltanto stereotipata, come quella che si può vedere sui giornali, ma di vita vissuta del dramma che voi state attraversando.
  So benissimo che quello che possiamo fare è molto limitato perché la partita si gioca a livello internazionale. La Siria, poi, rientra in un gioco a scacchi fra grandi potenze e c'è, purtroppo, al tavolo un grande e, secondo me, perverso giocatore di scacchi qual è Putin. Questo certamente complica molte cose.
  Per quello che riguarda la Commissione affari esteri e comunitari della Camera, ma anche il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e l'Italia, dovete sapere che avete degli amici. Almeno una parte di noi ha capito in modo profondo il dramma che voi state vivendo e vi è vicina, pertanto, pur conoscendo i limiti di quello che si può fare, vi esprime in modo profondo la nostra solidarietà.

  RAJAA ALTALLI, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Grazie tante per la vostra solidarietà e per il sostegno del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie per il sostegno dato alle richieste della rivolta. Nel tempo rimasto, possiamo rispondere ad alcune domande, se ce ne sono, o possiamo anche parlare di altre tematiche per le quali attualmente il Governo italiano ci può aiutare.

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  PRESIDENTE. La situazione mi è chiara: voi rappresentate una parte di società civile e poi ci sono i partiti, i gruppi armati e le grandi potenze. Da un lato, ci sono gli americani, che hanno perso molti colpi in Siria e che sono meno potenti di prima, ma, dall'altro lato, c'è la coalizione russa-iraniana, che conduce una partita fondamentale. In mezzo, c'è l'ONU con De Mistura, che noi abbiamo conosciuto. Si tratta di una personalità di grande esperienza, che ci auguriamo possa svolgere un ruolo positivo rispetto a una situazione anche segnata dalla logica stretta delle grandi potenze.
  Voi esprimete un'altra logica che è quella di parti della società civile e sappiamo che questa logica, quando la partita diventa diplomatica e tra grandi potenze, rischia di essere perdente. Abbiamo piena consapevolezza anche dell'estrema pluralità della vostra realtà e della realtà della stessa rivoluzione siriana, che è fatta da tante componenti.
  Vorrei porvi solo una domanda: rispetto all'impatto militare, che è stato durissimo, riuscite complessivamente a garantire, nei limiti del possibile, un minimo di pluralismo nella realtà siriana oppure tutto è stato strangolato dalla coalizione militare durissima costituita da Russia, Hezbollah, milizie sciite e forze dell'esercito siriano?

  RAJAA ALTALLI, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Hindrin può parlare delle diverse componenti e del lavoro della commissione a Qamishli.

  HINDRIN, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Sappiamo che in Siria ci sono diverse componenti: ci sono curdi, arabi, siriaci armeni e assiri e ci sono confessioni cristiane, musulmane e yazide.
  La CCSD ha istituito diverse commissioni con lo scopo di promuovere la riconciliazione, rafforzare la fiducia nelle diverse componenti e tutelare la società. Crediamo veramente che ci siano già convivenza e fiducia tra queste componenti, ma vogliamo che si consolidino per evitare altri conflitti. Questa organizzazione è stata fondata con il consenso delle diverse componenti e ne fanno parte assiri, armeni, curdi, arabi e così via. Si occupa di questioni che riguardano le diverse componenti, di problemi piccoli o grandi. Cerchiamo di trovare una soluzione ai conflitti in modo pacifico, per evitare un compromesso sbilanciato a favore di una parte o dell'altra.
  All'inizio della rivoluzione, c'erano tante zone che da siriani non conoscevamo. Io provengo da Qamishli, ma non conoscevo Al-Rastan o altre zone. C'era una situazione di emarginazione per alcune zone. All'inizio della rivoluzione, c'è stata l'attivazione da parte della società civile per un consolidamento dei rapporti tra i diversi elementi. Abbiamo pubblicato un libro in cui si parla delle tradizioni, che sono assai variegate, ma anche delle festività dei diversi gruppi.

  RAJAA ALTALLI, Rappresentante della ong siriana Center for Civil Society and Democracy (CCSD). Rispetto a come la piattaforma siriana interagisce con le varie regioni del Paese, vorrei dire che il popolo siriano è pacifico e crede nella convivenza ed è un popolo che ama la vita. Il popolo siriano ha chiesto la libertà dalla dittatura e dalla repressione che abbiamo subito da parte di un governante iniquo. La repressione che abbiamo subito in questi sette anni è estranea all'animo siriano. Noi continuiamo a voler vivere insieme e continuiamo a credere nella coesistenza, anzi questa crisi ci rafforza.
  La nostra piattaforma civile include quattordici ambiti. Al nostro interno e nei Paesi circonvicini, abbiamo consultazioni, concertazioni e continui incontri mensili o, a volte, quotidiani, in cui c'è uno scambio continuo. Siamo diventati più coesi e conosciamo sempre di più le varie regioni: ormai sappiamo quali siano le necessità di ogni singola regione in Siria.

  FEDERICO CALABRESE MARTUSCELLI, Inviato Speciale per la Siria del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Vorrei solo aggiungere Pag. 8 che anche per il Governo è utile fare il punto sulla base delle indicazioni che ci avete dato, tra cui sicuramente, oltre alla priorità dell'accesso umanitario alla Ghuta orientale, c'è anche l'indicazione che non vi sia ricostruzione senza una transizione politica vera e un coinvolgimento della diaspora, che, grazie a voi, rimane attivamente impegnata per il futuro del Paese. Sentire queste indicazioni da voi è molto utile.

  PRESIDENTE. Vi ringraziamo per il vostro contributo. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.30.