XVII Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Mercoledì 5 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE MINORANZE PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE E DELLA SICUREZZA A LIVELLO INTERNAZIONALE

Audizione di Berta Isabel Zúñiga Cáceres, attivista per i diritti umani in Honduras.
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 2 ,
Zúñiga Cáceres Berta Isabel , Attivista per i diritti umani in Honduras ... 3 ,
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 4 ,
Di Stefano Manlio (M5S)  ... 4 ,
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 5 ,
Martone Francesco , Attivista per i diritti umani ... 5 ,
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 5 ,
Nicoletti Michele (PD)  ... 5 ,
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 6 ,
Zúñiga Cáceres Berta Isabel , Attivista per i diritti umani in Honduras ... 6 ,
Martone Francesco , Attivista per i diritti umani ... 7 ,
Locatelli Pia Elda , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
PIA ELDA LOCATELLI

  La seduta comincia alle 9.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Berta Isabel Zúñiga Cáceres, attivista per i diritti umani in Honduras.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, l'audizione di Berta Isabel Zúñiga Cáceres, attivista per i diritti umani in Honduras.
  Saluto e ringrazio per la sua disponibilità a prendere parte ai nostri lavori Berta Isabel Zúñiga Cáceres, che è accompagnata da Francesco Martone, già senatore, che collabora da anni con movimenti sociali e ONG italiane e internazionali, tra cui la ONG inglese Forest Peoples Programme, occupandosi in particolare dei negoziati sul clima e accompagnando delegazioni di popoli indigeni, nonché socio fondatore di Greenpeace Italia e membro del consiglio direttivo dell'ONG Un Ponte Per per...e di Green Cross Italia, oltre a essere giudice del Tribunale permanente dei popoli.
  Ricordo che Berta Isabel Zúñiga Cáceres è in Italia su invito del Collettivo Italia Centro America, associazione da anni impegnata a sostegno dei movimenti sociali e contadini in Honduras e storico partner del Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras), di cui Berta Isabel è coordinatrice, ed è figlia di Berta Cáceres Flores, leader indigena honduregna, uccisa nel marzo 2016 per il suo impegno come coordinatrice della medesima organizzazione.
  Berta Cáceres Flores è stata una delle fondatrici del ricordato Consiglio delle organizzazioni popolari e indigene dell'Honduras e nel 2015 aveva vinto il premio Goldman, quasi un Nobel per l'ambiente, per il suo ruolo nella campagna di resistenza contro la diga Agua Zarca, considerata una minaccia per il territorio, per gli indigeni e per il loro fiume, che custodisce gli spiriti protettori della comunità. A marzo Berta è stata assassinata nella sua casa da intrusi armati. Gli esecutori materiali sono stati catturati, ma altri omicidi di attivisti del Copinh sono seguiti al suo in questi mesi. Sua figlia e i suoi compagni chiedono giustizia: non solo l'incriminazione dei mandanti, ma soprattutto «smascherare questa rete di crimine organizzato, che alimenta la violenza e permette l'assassinio di persone come mia madre», come ha detto Berta Isabel.
  Secondo un rapporto pubblicato da Global Witness, nel 2015 sono stati uccisi 185 attivisti ecologisti, 69 in più dell'anno precedente, e l'America Latina è il continente con più vittime: Guatemala e Honduras sono i due Paesi più pericolosi. Berta Isabel ha affermato con chiarezza che quello che è successo a sua madre è emblematico di ciò che può succedere a chi difende la terra in America Latina. Significa opporsi a poteri economici e politici dentro e fuori dal proprio Paese, aggiungendo che la loro comunità è militarizzata e i militari sono lì per difendere gli interessi Pag. 3 dell'azienda: è quello che chiamano modello di paramilitarismo pagato dalle aziende, che hanno un forte peso nelle istituzioni. «Quello che il Copinh porta avanti – ha affermato Berta Isabel – è un processo di ricolonizzazione delle nostre terre, contro il neocolonialismo che stiamo vivendo». A guidarli è «la volontà di riscattare la nostra identità e le nostre comunità».
  Obiettivi principali della visita di Berta Isabel in Italia sono, quindi, il rafforzamento dei legami tra il Copinh e le reti di solidarietà locali; riportare l'attenzione della comunità internazionale sul «caso» Berta Cáceres, presentando lo stato delle inchieste – ufficiali e indipendenti – sulla morte della madre; spiegare il legame tra i progetti degli investitori internazionali e la violazione dei diritti umani fondamentali dei popoli indigeni in Honduras.
  Do ora la parola alla nostra ospite affinché ci renda partecipi della sua testimonianza, della quale ci fa onore.

  BERTA ISABEL ZÚÑIGA CÁCERES, Attivista per i diritti umani in Honduras. Buongiorno. È per me un onore trovarmi qui. Come è già stato detto, mi chiamo Berta Isabel Zúñiga Cáceres. Faccio parte del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene e appartengo al popolo Lenca, una delle comunità che nel nostro Paese sta resistendo contro vari progetti di estrazione mineraria che prendono piede violando i diritti umani, intimidendo e uccidendo diversi leader, uomini e donne.
  In Honduras stiamo subendo le conseguenze di un colpo di Stato verificatosi nel 2009. Quel golpe ha accelerato l'impianto di un modello di estrazione mineraria che va a tutto vantaggio di quelli di sempre, cioè i più potenti dell'Honduras, oltre a varie imprese e banche che incitano a investire in questi progetti.
  Dal 2009 l'Honduras è uno dei Paesi con il tasso di morti violente più alto del mondo, come tra i più alti al mondo è il tasso di omicidi di difensori della terra e del territorio, più ancora  che in Paesi con hanno conflitti armati aperti. Le persecuzioni e le vessazioni a danno di chi difende la terra, il territorio e i diritti umani in genere sono intensissime e continuano l'impunità e lo scarso rispetto verso la vita.
  Noi vogliamo che l'uccisione di mia madre, da cui sono trascorsi sette mesi, venga dichiarata crimine politico, a dimostrazione dei livelli di persecuzione e di accanimento contro i difensori dei diritti umani. Tecnicamente è catalogabile per noi come crimine di Stato perché, prima di essere uccisa, mia madre ha ricevuto tantissime minacce, note alle istituzioni dell'Honduras, su cui non si è mai indagato e, anzi, è stata lei a essere criminalizzata da molte istanze del mio Paese.
  Il progetto Agua Zarca, in costruzione sul fiume Gualcarque, è una delle concessioni accordate nell'ambito del colpo di stato. Fin dall'inizio ha evidenziato tutti i profili di conflitto che può avere un progetto che nasce sulla base di violazioni. Innanzitutto, ha violato il diritto di consultazione previa, libera e informata che spetta ai popoli indigeni. Il progetto è partito contro la volontà delle comunità e grazie al fatto che sono state comprate le autorità locali e sono stati installati militari, paramilitari e forze di sicurezza private che perseguitano e intimidiscono le comunità. Quello di mia madre non è che uno dei tanti omicidi di persone che semplicemente si oppongono a questo progetto idroelettrico.
  È importante notare che tale progetto è finanziato da due banche europee: la Banca per lo sviluppo olandese (FMO) e la Banca per lo sviluppo finlandese (FinnFund). Abbiamo comunicato con loro fin dall'inizio, spiegando che questo progetto viola i diritti umani, e loro hanno ritirato il finanziamento. È stato dopo l'uccisione di Nelson García, che si è verificata dopo quella di mia madre, che l'FMO ha deciso di sospendere temporaneamente l'erogazione dei fondi e di inviare una missione internazionale a osservare ciò che stava succedendo.
  Dopo la visita di questa missione nel nostro Paese, hanno continuato a criminalizzare la nostra organizzazione Copinh e a parlare del progetto come se non violasse i diritti delle comunità indigene. Hanno presentato una relazione, il 22 settembre, che Pag. 4si contrappone al rapporto della Relatrice speciale per i popoli indigeni che aveva affermato che non c'è mai stata una consultazione previa, libera e informata e si ribadiscono le violazioni dei diritti umani commesse nell'ambito del progetto.
  Noi sappiamo che quella banca sta cercando di far arrivare i fondi all'impresa attraverso terzi per non sospendere l'erogazione dei soldi che ha investito. Abbiamo percorso l'Europa per parlare con le banche, esporre loro la situazione e dire loro che vogliamo che si ritirino subito e definitivamente dal progetto. Riteniamo, però, che il dialogo non abbia dato frutti.
  Abbiamo anche visitato il Parlamento europeo, dove abbiamo avuto un appoggio quasi unanime. L'omicidio è stato condannato ed è stata sostenuta la nostra richiesta di formare una commissione internazionale indipendente che possa indagare in un Paese che ha i più alti tassi di impunità del mondo, permettendoci di arrivare alla verità e alla giustizia. Questo appoggio per noi è importante.
  Una seconda richiesta da parte nostra è la revoca della concessione accordata al progetto idroelettrico Agua Zarca, perché è anch'essa un crimine manifesto. Ci sono stati utili la solidarietà internazionale e il sostegno che le istituzioni di tutti i Paesi ci hanno offerto. Pensiamo che l'uccisione di mia madre non faccia altro che dimostrare il livello di violazione dei diritti umani che c'è in Honduras. È tempo di prendere misure energiche affinché l'Honduras dia prova della volontà politica di difendere la vita di chi protegge i territori e i beni comuni della natura.
  Concludo dicendo che è altrettanto importante che questo caso si affronti non come qualcosa di isolato a livello di Honduras o America Latina, bensì come un ulteriore caso che riunisce tutti i profili di aggressione e criminalizzazione a danno dei difensori della terra, dei territori e dei diritti umani.
  Vi ringrazio per averci accolti in questa sede così importante e per aver ascoltato le nostre parole.

  PRESIDENTE. Ringraziamo Berta Isabel.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MANLIO DI STEFANO. Ringraziamo la nostra ospite per la testimonianza. Come gruppo del Movimento Cinque Stelle tengo a far sapere a Berta Isabel che siamo con lei in questa battaglia. Dopo il tragico evento di sette mesi fa, abbiamo subito presentato un'interrogazione parlamentare alla Camera dei deputati in Italia e al Parlamento europeo, tramite i nostri eurodeputati.
  Nella interrogazione italiana abbiamo chiesto di spingere affinché si creasse una commissione internazionale imparziale che potesse investigare sull'omicidio, cosa sulla quale vi chiedo se abbiate novità, anche se, dalle nostri fonti, pare che nulla sia in corso in questo senso.
  C'è un'altra battaglia che credo abbia davvero senso fare. Nei limiti delle nostre possibilità al Parlamento europeo, ad esempio, abbiamo votato contro, ma purtroppo invano. Parlo del fatto di combattere tutti gli accordi di libero scambio con il Centro America, che sono una parte fondamentale di questa forma sfrenata di neoliberismo che sta invadendo il Centro America stesso, soprattutto in seguito ai ripetuti colpi di Stato in Honduras e a quelli soft avvenuti in Argentina e in Brasile. Lo stesso si sta tentando di fare negli ultimi mesi in Venezuela per far crollare il sistema degli accordi tra i Paesi dell'Alleanza bolivariana per le Americhe (ALBA).
  Ho visto con i miei occhi, anni fa, facendo cooperazione internazionale in Guatemala, le stesse problematiche relative alle enormi dighe che espropriano le popolazioni indigene, colpevoli di non possedere carte di proprietà terriera perché sono lì probabilmente da 2 mila anni. È il modello perverso che purtroppo sta coltivando anche l'Europa. Basti pensare all'avanzata del TTIP, l'Accordo di libero scambio euro-americano che forse sarà fermato.
  Vorrei sapere se sentite la collaborazione reale di un ente che avrebbe la forza di aiutarvi e cioè il Parlamento europeo, da cui passano gli accordi di libero scambio. Ancora una volta, vogliamo testimoniarvi la Pag. 5nostra vicinanza e la disponibilità a mettervi in contatto con i nostri europarlamentari, che sono soltanto diciassette, ma lavorano tanto e potrebbero aiutarvi, portando le vostre parole dentro il Parlamento europeo. Un domani esso potrebbe aprire di più gli occhi su fenomeni che vengono poco considerati, quali lo sfruttamento minerario e terriero, che sono al centro della più grande crisi del Centro America.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola ad altri colleghi, chiederei al senatore Martone se può completare l'informazione per quanto riguarda la mobilitazione internazionale che si è creata.

  FRANCESCO MARTONE, Attivista per i diritti umani. Vorrei soltanto sottolineare che la visita di Berta Isabel qui, in Italia, ha innescato un circolo di iniziative e di attività molto importanti da parte di un ampio settore dei movimenti per i diritti umani e la società civile.
  Ieri mattina Berta Isabel ha incontrato la Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i popoli indigeni, Victoria Tauli-Corpuz. Era da tempo che si dovevano incontrare. La Relatrice speciale ha già fatto alcuni passi nei confronti del governo dell'Honduras. Di recente ha pubblicato un rapporto sull'Honduras, integrando nel rapporto-Paese anche una sezione specifica sulla diga Agua Zarca. Ieri abbiamo tenuto un incontro con Amnesty International e con la Fondazione Basso - Tribunale permanente dei popoli.
  Berta Cáceres è stata una delle testimoni di una sessione, a cui ho partecipato anch'io, del vertice euro-latinoamericano a Madrid, dove si è cercato di identificare le corresponsabilità dell'Europa negli accordi di libero scambio e di investimento e il ruolo delle imprese europee. Berta Isabel ha spiegato molto bene che ci sono interessi europei.
  La sua visita si svolge anche nel quadro di un'iniziativa che un ampio settore delle organizzazioni della società civile italiana sta mettendo in campo con riguardo ai cosiddetti Human Rights Defender, i difensori dei diritti umani. Questa si svilupperà nei prossimi mesi e alla marcia Perugia-Assisi avrà un punto di visibilità importante. Faremo in modo di creare una coalizione molto ampia, che va dalle organizzazioni per i diritti umani a quelle ambientaliste, a chi si occupa di avvocati minacciati, a chi si occupa di diritti civili, come ad esempio Antigone, la coalizione italiana sulle libertà e i diritti civili, Amnesty International, Greenpeace, ed altri.
  Si sta sviluppando, attorno al caso specifico dell'Honduras e di Berta e al tema generale dell'impegno che l'Italia deve assumere per proteggere i difensori dei diritti umani, una campagna che porteremo anche alla vostra conoscenza e alla vostra attenzione.

  PRESIDENTE. Do nuovamente la parola ai colleghi, per completare il giro di domande.

  MICHELE NICOLETTI. Ringrazio la nostra ospite, per la sua testimonianza. Anche io esprimo solidarietà per quello che è accaduto a sua madre e nei confronti delle vostre battaglie.
  Le vorrei porre una prima domanda. Dal punto di vista delle violazioni dei diritti umani, che Lei ha così chiaramente denunciato, oltre alla mancanza di consultazione e coinvolgimento delle popolazioni indigene e al mancato riconoscimento, a cui accennava il collega Di Stefano, della proprietà o dell'insediamento di coloro che abitano quella terra da migliaia di anni, per avviare uno sfruttamento senza alcun riguardo e oltre alla violenza che gli attivisti subiscono, come nel caso di Sua madre e di altri, quale è la situazione dei diritti umani, complessivamente, nei vostri territori? Ci sono, come immagino, altri aspetti di violenza più quotidiana o legata alle condizioni di lavoro, alla condizione delle donne, dei minori, ed altro?
  La seconda domanda riguarda le azioni che noi possiamo intraprendere. Alcune sono già state menzionate e riguardano la pressione sui canali di finanziamento per far presente che questi fondi vengono utilizzati da imprese che non rispettano i diritti umani, e così via. Ci sarebbero anche Pag. 6azioni positive sul piano della cooperazione internazionale? In questa legislatura il nostro Ministero degli affari esteri per la prima volta si chiama Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Oltre alle azioni di sensibilizzazione, vorrei sapere se vi sono azioni positive che, secondo Lei, la cooperazione italiana potrebbe sviluppare nel vostro Paese.

  PRESIDENTE. Vorrei porre anche io alcune domande. Berta Isabel ci ha chiesto tre cose: una commissione internazionale indipendente per arrivare alla verità e alla giustizia; la cancellazione della concessione; la solidarietà.
  La solidarietà c'è. Quanto alla commissione, c'è stata la proposta del collega Di Stefano, di considerare il Parlamento europeo come l'istituzione di riferimento per farla partire. Mi chiedo se una collaborazione tra Parlamento europeo e Consiglio d'Europa possa rafforzare l'azione. Questo, forse, dovreste dircelo voi. Bisogna trovare la via più efficace e non rischiare di disperdere gli sforzi che si propongono tutti lo stesso scopo.
  Per quanto riguarda, invece, la cancellazione della concessione, mi pare che debba venire dal vostro governo, e io la vedo piuttosto dura. Sappiamo bene come com'è questo governo. Sappiamo bene come le sue scelte siano condizionate dalle pressioni economiche nazionali e, soprattutto, internazionali. Mi chiedo, quindi, se la via per la cancellazione di questa concessione non possa passare per gli strumenti legali, come, ad esempio, il mancato rispetto della procedura formale della consultazione del popolo Lenca. Può essere, questo, uno strumento legale che impegna e costringe alla sospensione della concessione? Non credo che di sua spontanea volontà, il governo sia disponibile. Bisogna trovare un mezzo.
  In terzo luogo, Berta Isabel ha parlato di sospensione, non di cancellazione, dei finanziamenti dopo la morte di García. Mi pare che l'abbiano fatto la banca olandese e il fondo finlandese. È un esempio per gli altri o una sospensione prudenziale, con il rischio che riconfermino i finanziamenti?
  Do ora la parola ai nostri ospiti per la replica.

  BERTA ISABEL ZÚÑIGA CÁCERES, Attivista per i diritti umani in Honduras. Riguardo alla commissione internazionale indipendente, vorrei dire che, mesi dopo l'omicidio, la Commissione interamericana per i diritti umani si è pronunciata a favore della formazione di una commissione indipendente di indagine su questo crimine. Inoltre, c'è stata una risposta positiva da parte dell'Agenzia dei diritti umani dell'Unione europea per dare sostegno economico alla commissione, se sarà istituita.
  Per dare corpo a questa iniziativa è necessario il consenso del Presidente della Repubblica. È lui a dover accettare la commissione affinché essa abbia la possibilità di indagare senza restrizioni. Per questo abbiamo indirizzato questa nostra richiesta al presidente. Durante l'indagine ci sono stati vari casi di irregolarità che hanno messo in luce l'inefficienza, l'inettitudine e la mancanza di volontà di indagare a dovere su un crimine che è stato definito di priorità nazionale. Il furto delle copie del dossier in possesso della giudice che segue il caso è solo un esempio delle irregolarità che sono state commesse. Nei Parlamenti d'Europa sono state presentate varie proposte di legge che sostengono le nostre iniziative e ciò ha avuto la sua importanza, soprattutto per portare agli arresti che poi sono stati eseguiti.
  Quanto alla domanda sulle violazioni dei diritti dei popoli indigeni, la cosa principale è la terra. La terra è al centro di tutto. Subiamo gli espropri, il mancato riconoscimento della titolarità comunitaria delle terre, l'invasione dei territori da parte di progetti che non hanno i requisiti che dovrebbero avere e l'emarginazione delle comunità indigene. Il diritto all'educazione, alla salute, a un alloggio adeguato, ai servizi di base non è rispettato.
  C'è poi una violenza generalizzata, legata alla criminalità organizzata, cui partecipano anche organi dello Stato. Le comunità vengono espulse dal loro territorio. L'Honduras è, a causa di ciò, uno dei Paesi in cui persino i bambini sono costretti a emigrare verso gli Stati Uniti. Vi sono state, Pag. 7in effetti, varie azioni di pressione economica. In Europa sono stati sospesi alcuni progetti, per dare termine a questo crimine. Negli Stati Uniti c'è la proposta di legge «Berta Cáceres per i diritti umani», volta a sospendere gli aiuti militari degli USA all'Honduras finché non sarà stata fatta luce su questo e su altri crimini commessi in Honduras e finché non si indagherà sui crimini di corruzione a cui partecipano i militari honduregni. È una proposta di legge già firmata da 43 membri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti e che noi stiamo spingendo, attraverso i movimenti sociali degli Stati Uniti. Pensiamo che sia uno dei risultati di maggiore rilievo e impatto a livello internazionale, ma bisogna continuare a lavorare.
  Per noi, le misure di pressione economica sono le più efficaci. In Europa abbiamo chiesto che si sospenda la cooperazione fino a che il governo dell'Honduras non dia prova della propria volontà politica. Al momento il Copinh sta portando avanti due cause. La prima è contro l'ex viceministro del segretariato per le risorse naturali, per avere concesso illegalmente la licenza ambientale al progetto Agua Zarca, che non rispetta i requisiti richiesti. L'accusa è di abuso di autorità. Il processo è in una fase abbastanza avanzata, ma rimane ancora strada da fare. Un altro processo per abuso di autorità è stato intentato contro l'ex sindaco della nostra provincia, per aver rilasciato la licenza di attività a un progetto che non rispettava i requisiti prescritti. Tuttavia, l'impresa titolare della concessione sta portando avanti adesso una campagna mediatica molto intensa sulle televisioni del Paese per criminalizzare la lotta del Copinh e ripulire la propria immagine.
  Pensiamo che la sospensione temporanea dei fondi da parte della banca, che già era al corrente delle violazioni dei diritti umani legate al progetto, non sia una misura di cui rallegrarsi. Hanno deciso una sospensione temporanea solo dopo il secondo omicidio e per via delle forti pressioni internazionali che hanno subito.
  Pensiamo che l'atteggiamento di quella banca sia stato negligente e privo di rispetto per i diritti umani. Continuano a parlare del progetto come se non avesse nessuna grave implicazione per i diritti umani, come invece ha. Non vogliono neanche sporcare la loro immagine, quando, invece, in America Latina finanziano altri progetti che pure violano i diritti umani, come la diga idroelettrica di Barro Blanco, nel territorio di una comunità indigena, chiamata Ngäbe Buglé, nello Stato del Panama. La situazione lì è esattamente la stessa di quella del popolo Lenca in Honduras.
  In Europa, quindi, anche se non si può fare molto per la revoca del progetto Agua Zarca, si può, però, mettere in evidenza il ruolo delle banche europee in questo progetto come banche che non si sono attenute ai requisiti definiti nelle norme sui diritti umani.
  Questo è quanto posso darvi come mio contributo.

  FRANCESCO MARTONE, Attivista per i diritti umani. L'audizione di Berta Isabel non è la prima audizione di rappresentanti di un popolo indigeno honduregno in Parlamento. Almeno dieci anni fa venne audita in Commissione esteri e diritti umani del Senato una rappresentante del popolo Tulupan, in occasione della ratifica di un accordo bilaterale di cooperazione tra Italia e Honduras nel settore culturale. Già allora la situazione che ci venne raccontata era seria e preoccupante.
  Probabilmente esistono anche opportunità per innescare un dialogo con il governo honduregno basandolo sulle relazioni bilaterali che l'Italia ha con l'Honduras. Nel 1998, ad esempio, è entrato in vigore un accordo bilaterale sugli investimenti tra Italia e Honduras, uno dei Bilateral Investment Treaty (BIT) di cui parlava l'onorevole Di Stefano. Esso potrebbe fornire l'occasione al Parlamento per chiedere al Governo italiano una serie di passi assicurare che garantiscano che le condizioni in cui si realizzano gli eventuali investimenti italiani in Honduras siano specificate e prevedano una serie di criteri vincolanti per quanto riguarda i diritti dei popoli indigeni. Pag. 8
  È interessante notare che, proprio nel caso delle grandi dighe, una mobilitazione contro una diga cilena, quella sul fiume Bío-Bío, tanti anni fa portò l'organismo della Banca mondiale che si occupa di investimenti nel settore privato, l’International Finance Corporation (IFC), ad adottare delle forti linee guida sul tema del consenso previo, libero e informato dei popoli indigeni. Questo significa che oramai il tema del consenso previo, libero e informato è considerato, insieme al diritto alla terra – anche la FAO ha, di recente, adottato linee guida sul land grabbing –, una buona pratica anche nel settore privato. Sarebbe, forse, interessante cogliere quest'occasione per riqualificare il dialogo bilaterale tra Governo italiano e governo honduregno anche con riguardo a queste buone pratiche.
  L'altra questione che volevo sottolineare riguarda la possibilità, per questa Commissione, di interloquire con i propri pari nei Parlamenti olandese e finlandese. Abbiamo saputo che i principali finanziatori sono il FinnFund e il Fondo di investimento olandese FMO. Concludo dicendo che c'è un'interessantissima collaborazione e solidarietà con il Parlamento dei Sami, cioè dei lapponi, il popolo indigeno di Norvegia, Finlandia e Svezia. Hanno un proprio Parlamento, che ha anche un dipartimento per le relazioni internazionali.
  Incidentalmente, la responsabile del Parlamento Sami vive qui, a Roma e abbiamo avuto occasione di incontrarla, perché sta facendo un lavoro di pressione, insieme ai suoi colleghi, sui finanziamenti finlandesi.

  PRESIDENTE. Grazie. Abbiamo avuto molti spunti e indicazioni. Ci impegniamo a riflettere sui suggerimenti che ci avete fornito, per dare seguito a questa audizione, molto interessante e molto impegnativa, perché dobbiamo costatare che in America Latina si può anche morire per difendere l'ambiente e la salute della terra. L'ambientalismo è diventato una nuova forma di impegno politico in difesa della salute e della vita delle popolazioni locali e del globo.
  Ci prendiamo l'impegno di dare seguito a questa audizione nei modi per noi possibili. Mi sembra molto interessante il suggerimento di interloquire con i nostri omologhi finlandesi e olandesi che compongono i comitati dei due Paesi maggiori finanziatori di questa impresa economica. Potrebbe essere un primo passo concreto per coordinare le nostre azioni.
  Ringrazio Berta Isabel Zúñiga Cáceres, per essere venuta, per tutto quanto ci ha raccontato e per il suo impegno a favore del popolo Lenca, nel solco della battaglia intrapresa da sua madre. Ringrazio anche il senatore Martone, che è sempre presente su questi temi, e tutti gli intervenuti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.