XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 6 maggio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marazziti Mario , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE MINORANZE PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE E DELLA SICUREZZA A LIVELLO INTERNAZIONALE

Audizione di Shin Dong Hyuk, esule della Corea del Nord.
Marazziti Mario , Presidente ... 3 
Dong Hyuk Shin , esule della Corea del Nord ... 3 
Marazziti Mario , Presidente ... 4 
Nicoletti Michele (PD)  ... 4 
Dong Hyuk Shin , esule della Corea del Nord ... 5 
Locatelli Pia Elda (Misto-PSI-PLI)  ... 5 
Dong Hyuk Shin , esule della Corea del Nord ... 6 
Marazziti Mario , Presidente ... 6 
Dong Hyuk Shin , esule della Corea del Nord ... 7 
Marazziti Mario , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO MARAZZITI

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione tramite impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Shin Dong Hyuk, esule della Corea del Nord.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, l'audizione di Shin Dong Hyuk, esule della Corea del Nord.
  Shin Dong Hyuk è accompagnato dalla moglie, Leeann Roybal, e dal consigliere dell'Ambasciata della Repubblica di Corea Chulgyu Lee.
  Ricordo che Shin Dong Hyuk, nato nel campo di internamento di Kaechon in Corea del Nord, detto anche «Campo 14», da dove riuscì a fuggire nel gennaio 2005, è il protagonista del libro Escape from Camp 14: One Man's Remarkable Odyssey from North Korea to Freedom in the West, del giornalista statunitense Blaine Harden. Abbiamo la fortuna di averlo da poco tempo anche nella traduzione italiana.
  Ricordo altresì che Shin Dong Hyuk ha partecipato a numerose conferenze e dibattiti internazionali intervenendo sulla tutela dei diritti umani e sul regime totalitario nordcoreano, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione dei prigionieri nei campi di internamento in Corea del Nord.
  Do quindi la parola a Shin Dong Hyuk affinché svolga la sua relazione.

  SHIN DONG HYUK, esule della Corea del Nord. È un piacere per me essere stato invitato qui tra i deputati del Parlamento italiano e vi ringrazio innanzitutto per il vostro invito.
  Riguardo alla situazione dei diritti umani in Corea del Nord, ho sentito che il Governo italiano è stato molto vicino al mio Paese. Molte persone nel mondo conoscono il nucleare della Corea del Nord e il suo dittatore ma la situazione attuale all'interno del Paese è totalmente sconosciuta.
  Io penso che il Governo nordcoreano possa ancora esistere perché esistono campi di concentramento per i detenuti politici. I campi di concentramento per i detenuti politici, infatti, sono stati creati insieme al Partito comunista. È molto facile finire in uno di questi campi. Per esempio, vi si può essere rinchiusi per sbaglio, anche solo strappando da un giornale una foto che riguarda il dittatore coreano. Chi non ubbidisce al dittatore oppure chi ha detto solo una parola su di lui in senso negativo può finire in uno dei campi.
  Io sono nato e cresciuto nel campo fino a ventiquattro anni e mentre vivevo lì non ho mai avuto notizie sul perché i miei genitori fossero finiti lì dentro. Penso che nemmeno loro abbiano saputo perché. Coloro che hanno con il dittatore uno scontro diretto in genere muoiono tutti. Quelli che finiscono nei campi sono i parenti e gli amici di queste persone.Pag. 4
  Nemmeno una persona ha saputo spiegarmi perché sono nato in quel posto e perché ero uno dei detenuti. Nessuno mi ha saputo dire nulla. Quando sono venuto al mondo, la prima cosa che ho visto erano i prigionieri con le divise e le guardie con le divise: da piccolo mi ritenevo un prigioniero e sono cresciuto in questo ambiente. Le guardie trattavano noi bambini nati nel campo come adulti, ci facevano lavorare e ci ritenevano prigionieri come tutti gli altri.
  Questo modo di trattare i bambini nati e cresciuti nei campi, dal punto di vista del dittatore, è molto efficiente perché, mentre coloro che sono cresciuti fuori potrebbero avere idee contrarie a quelle stabilite nel campo, i bambini che sono nati e cresciuti all'interno non hanno alcuna consapevolezza e non si oppongono a ciò che viene loro imposto.
  Io sono nato dentro il campo non per volontà dei miei genitori, ma per via del sistema del campo di concentramento. Ai prigionieri e alle prigioniere che sono ritenuti ottimi lavoratori e lavoratrici viene concesso questo «matrimonio premio», che serve a incoraggiare le persone a lavorare ancora di più. È un sistema creato nel campo stesso. Dal punto di vista del dittatore questi campi sono un modo per ottenere ciò che vuole e per mantenere il regime con efficienza.
  I bambini che come me stanno crescendo lì dentro non sanno cosa succeda nel mondo al di fuori dei recinti del campo. Fin da piccoli veniamo educati come prigionieri del campo e, come ho detto in precedenza, ci trattano come adulti. Ci fanno lavorare, e chi non lavora o fa qualcosa di sbagliato non ottiene il pasto.
  Penso che non esista un'espressione precisa nella lingua moderna per esprimere la situazione all'interno dei campi. Perfino le bestie che vengono allevate lì vivono più libere e mangiano meglio di noi. Ciò che temevamo più delle torture era non ricevere il pasto ed essere affamati.
  La regola nel campo è fare la spia su ogni cosa che fanno i familiari, i parenti e gli amici e denunciarli se fanno qualcosa di sbagliato. Denunciare i genitori, per esempio, può farti avere i complimenti della guardia. Denunciare un'altra persona torna utile perché il pasto della persona denunciata va a chi ha denunciato. È un modo per avere qualcosa in più da mangiare.
  È noto che questi terribili campi di concentramento sono cinque nel Paese. Il campo in cui sono nato e da cui sono fuggito è il «Campo 14». La Corea del Nord sta negando l'esistenza dei campi, ma è stata fatta una ricerca e l'esistenza del campo in cui sono nato e cresciuto è stata verificata. Si dice che i detenuti politici in questi cinque campi di concentramento siano all'incirca 200.000.
  Se avete domande, sono pronto a rispondere.

  PRESIDENTE. Ringrazio Shin Dong Hyuk per questa sua introduzione e per essere qui. Vorrei anche ringraziare l'onorevole Nicoletti che ha favorito questo incontro.
  Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MICHELE NICOLETTI. Ringrazio anch'io il nostro ospite per aver accolto l'invito. Gli esprimo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, nonché la nostra gratitudine per quanto sta facendo nel mondo per far conoscere le gravi violazioni dei diritti umani che ha subìto personalmente e che subiscono tante persone come lui.
  Gli chiedo per prima cosa se, alla luce dell'esperienza che ha vissuto, esistano strumenti, anche minimi, di protezione, come per esempio avvocati a cui coloro che vengono accusati di questi crimini possano appellarsi, o se siano totalmente in balia del regime.
  Infine, ogni volta che ascoltiamo storie di questo tipo ci chiediamo che cosa possiamo fare. Certamente la denuncia delle violazioni è uno strumento importante, ma, sulla base della sua esperienza, forse può dirci che cosa possa fare un Paese come l'Italia per esercitare pressione, Pag. 5migliorare le condizioni e attivare qualche canale di maggiore tutela dei diritti umani, anche se siamo perfettamente consapevoli del fatto che la vera questione è l'assetto politico della Corea del Nord.

  SHIN DONG HYUK, esule della Corea del Nord. Mentre vivevo nel campo, i miei genitori e gli altri prigionieri non sapevano cosa avessero fatto di grave o quali reati avessero commesso. Non ne sapevano nulla. L'esercito arriva in ogni momento, anche di notte. Si viene catturati all'improvviso e quindi nessuno sa dell'esistenza di avvocati o non se ne interessa.
  Non so se si svolgano formalmente dei processi con degli avvocati, ma chi non ubbidisce al dittatore viene fucilato immediatamente. Vorrei fare un esempio. La notizia della fucilazione dello zio del dittatore due anni fa è stato un evento grave anche a livello internazionale. Una delle accuse mosse allo zio del dittatore era non aver applaudito in maniera convinta quando era posizionato dietro al dittatore. Se in Corea del Nord ci fossero stati avvocati e un sistema giusto, Jang, lo zio del dittatore, non sarebbe stato fucilato in quella maniera.
  Penserete che lo zio sia stato ucciso per un motivo ridicolo e quindi potete immaginare quanto poco valore abbia la vita di quelli che stanno morendo nei campi. È normalissimo che una guardia picchi un prigioniero anche fino alla morte. La sua vita non ha valore. È una cosa normalissima tra di noi. Il dittatore non si pone il problema di quanti siano morti e di come e perché siano morti.
  La vita terribile che sta vivendo un bambino nato e cresciuto nel campo non ha alcun valore per il regime dittatoriale della Corea del Nord. Per colpa di un dittatore, di una sola persona esistono questi campi di concentramento e la sofferenza di chi vive lì. La cosa terribile è che nessuno lì dentro ha mai sentito parlare di democrazia o di una specie di repubblica. Libertà e democrazia non sono parole sentite nei campi. Al dittatore queste parole fanno paura: è ciò che il dittatore odia di più.
  Penso sia impossibile che tutte quelle persone stiano soffrendo per una persona sola. Io, per esempio, non ho mai sentito il senso della famiglia rispetto ai miei genitori, mai. Per questo ho denunciato mio fratello e mia madre che avevano organizzato la fuga e ho visto la loro esecuzione con i miei occhi. Ho pensato che fosse giusto denunciarli.
  Sono stati accusati di aver ucciso qualcuno. Non era vero, ma non c’è stato alcun avvocato o processo. Non c’è stato proprio nulla in quel momento. Nonostante avessi denunciato mio fratello e mia madre sono stato comunque torturato perché facevo parte della famiglia e sul mio corpo ci sono ancora i segni di quelle torture.
  A Roma c’è l'ambasciata della Corea del Nord e gli italiani, che credo sappiano cosa siano libertà e democrazia, possono aiutare i coreani del Nord. Promuovere una legge sui diritti umani in Corea del Nord qui in Italia potrebbe mettere pressione sul dittatore affinché riduca le uccisioni che sta commettendo.

  PIA ELDA LOCATELLI. Anch'io voglio ringraziare Shin Dong Hyuk per questa sua testimonianza. Immagino che raccontare queste cose possa fargli rivivere la sua tragica vita. Lo fa certamente con una certa sofferenza e di questo gli siamo grati.
  Immagino che con questo suo racconto lui abbia un obiettivo che ci riguarda, quello di farci apprezzare il valore della libertà e della democrazia e il rispetto della vita e dell'integrità fisica e psichica delle persone.
  Tutto il suo racconto mi ha colpito, ma quello che mi fa riflettere è la sua descrizione della normalità nella testa di persone per le quali la situazione è così com’è. Pensare ai milioni di persone che quasi – voglio metterci un quasi – accettano di essere «al servizio» del volere non soltanto del dittatore, ma anche dell'apparato a lui legato dà l'idea di come certi regimi autoritari e dittatoriali riescano a Pag. 6trasformare la testa delle persone, facendo accettare loro una situazione che per noi è assolutamente incredibile.
  Vorrei fare due domande. Una è forse più personale; l'altra invece si riferisce al popolo nordcoreano. A Lei, che è nato e vissuto in quel campo, non ha conosciuto altra esperienza e forse per diversi anni ha pensato che la normalità fosse quella, cosa ha fatto scattare la voglia di scappare per buttarsi in una realtà totalmente sconosciuta ? Cosa pensava di questo nuovo mondo che andava a conoscere e al quale si affidava ?
  Come seconda domanda, Lei ritiene possibile che in Corea del Nord nel tempo possa – non so in quali modi – diffondersi una sorta di consapevolezza dell'inaccettabilità della situazione e nascere una forma di dissenso che si organizzi progressivamente e che noi da fuori possiamo in qualche modo sostenere ?

  SHIN DONG HYUK, esule della Corea del Nord. Quando sono fuggito dal campo non ero contro gli ideali del campo, non avevo una motivazione di tipo politico. Il motivo per cui sono scappato era solo uno, cioè il fatto che le persone fuori dal recinto mangiassero liberamente.
  La morte di cui abbiamo più timore nel campo è quella per fame. Sapendo quanto fosse doloroso morire di fame, il mio desiderio era quello di mangiare abbondantemente fuori anche solo una volta nella vita. Correvo il rischio di essere fucilato mentre ero in fuga oppure di essere catturato e torturato, ma il mio unico desiderio in assoluto era morire domani e mangiare oggi in abbondanza.
  Abbiamo organizzato la fuga in due. Questa persona mi ha raccontato del mondo fuori dal recinto, ma solo io sono riuscito a scappare. Lui è rimasto incastrato nel filo spinato. Il mio obiettivo era quello di mangiare abbondantemente, ma la Corea del Nord non è un Paese in cui abbondi il cibo. La società in generale è affamata e ai coreani del Nord, come a me nel campo, manca il cibo. Non avevo un obiettivo o un piano preciso per fuggire dalla Corea: sono passato per la Cina e infine sono arrivato in Corea del Sud.
  Prima di fuggire definitivamente, sono stato preso durante due tentativi falliti. Non potete immaginare quali torture mi abbiano inflitto. Ho ancora i segni sulle mani. Mi hanno tolto le unghie e tagliato pezzi di dita. Queste sofferenze sono ancora presenti sul mio corpo. Non potete immaginare cosa ho subìto.
  Come ho detto in precedenza, i coreani del Nord non sono consapevoli di questo. La pressione da parte del dittatore è tanta: vedo molto difficile avere una specie di rivoluzione all'interno. Ciò che ritengo giusto fare, girando il mondo e visitando Paesi che, come l'Italia, sanno cosa siano la libertà e la democrazia o andando alle Nazioni Unite e all'Unione europea, è testimoniare la mia esperienza.
  I nordcoreani che vivono nel Paese non sanno cosa siano vera libertà e democrazia, ma io penso che Paesi come l'Italia lo sappiano e abbiano il dovere e il diritto di comunicare al dittatore cosa siano la vera libertà e la democrazia. Qui a Roma c’è l'ambasciata della Corea del Nord, e quindi c’è la possibilità e l'occasione.
  Non ho mai detto che sarebbe giusto che il dittatore morisse e non ho mai detto che vorrei ucciderlo. Nonostante tutte le torture a fuoco e nonostante mi abbiano strappato le unghie, non ho mai detto niente del genere testimoniando la mia esperienza. Ciò che vorrei davvero è invece che i campi siano distrutti e che i coreani del Nord possano mangiare liberamente e parlare liberamente.
  L'Onu e l'Unione europea stanno mandando contributi economici alla Corea del Nord, ma con quei soldi il dittatore compra le sue macchine e il suo whisky proveniente dall'Occidente. Li usa più che altro per il suo benessere.

  PRESIDENTE. Vorrei ancora ringraziare Shin Dong Hyuk per essere qui e per averci messo a parte di un pezzo di vita che per noi sarebbe addirittura difficile immaginare senza la sua presenza e la sua esperienza personale.
  Come Commissione e come Parlamento italiano sempre ci interroghiamo su come Pag. 7favorire un'evoluzione più umana, democratica e pacifica del mondo, anche in aree difficili. Di fronte al suo racconto e alla Corea del Nord non ci sono strumenti facili. Da tanti anni è in corso un'indagine dell'Onu sulle violazioni dei diritti umani in tale Paese, si tentano iniziative e ponti di dialogo.
  Grandi alleati dell'Italia e dell'Europa, come gli Stati Uniti, hanno intrapreso in epoche diverse iniziative diverse. Ci sono stati i tentativi di dialogo fatti dall'ex governatore del New Mexico, Bill Richardson, per la precedente Amministrazione americana, come pure ci sono state molte pressioni dure e denunce delle violazioni.
  Siamo alla ricerca di modi per parlare meglio con il regime nordcoreano, e per trovare piccoli varchi attraverso cui nel breve periodo dare sollievo alla popolazione e alleviare la fame. Al tempo stesso cerchiamo una possibilità per promuovere, in modi che non sappiamo, un'evoluzione positiva.
  In questo quadro, sono rimasto molto colpito dalla sua descrizione di un mondo chiuso dentro un mondo più grande di cui già sappiamo poco. Paradossalmente Lei ci ha descritto quasi la perfezione di un sistema educativo che impedisce di conoscere ciò che esiste al di fuori e che fa sembrare ciò che esiste al di dentro del tutto normale.
  C’è un libro, ormai antico per noi, che si chiama 1984 e che racconta la possibilità che in un futuro 1984 – il libro è stato scritto molti anni prima – si crei un mondo come quello che Lei descrive. Conosco personalmente situazioni molto diverse. Lei dice che la sua unica motivazione era poter mangiare tanto almeno una volta. Ebbene, in alcune carceri africane, per esempio, conosco storie di persone che si lasciano morire perché mangiano talmente poco che preferiscono rinunciare alla loro porzione in cambio di una sigaretta.
  Chiedo scusa ai colleghi se mi dilungo, ma la Sua storia è per noi così importante che mi riporta a problemi che abbiamo in Italia. In Italia ci sono bambini che vivono in carcere. Non sono nati lì, ma appena nati hanno seguito la mamma in carcere. Credo che dobbiamo prendere un impegno rapido per aiutare lo Stato italiano a chiudere questa pagina e far vivere questi bambini fuori insieme alle madri. Non è normale immaginare che le persone indossino divise e che non si possa correre oltre un muro.
  Tengo a dirle che ci sentiamo colpiti e feriti dal suo racconto. Siamo tra quelli che sognano un mondo in cui Corea del Nord e Corea del Sud siano in pace. Non sappiamo come arrivare all'obiettivo, ma siamo alleati su questa strada.
  Vi ringraziamo tutti.

  SHIN DONG HYUK, esule della Corea del Nord. Ciò che potrebbe esserci di grande aiuto e ciò di cui necessitiamo veramente è una vostra risoluzione o una vostra legge che faccia pressione sul regime nordcoreano.

  PRESIDENTE. Studieremo il problema. Bisogna trovare lo strumento adatto per aiutare senza dare la sensazione di essere avversari, perché dobbiamo ottenere un risultato favorevole.
  Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.