XVII Legislatura

II Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 14 aprile 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ferranti Donatella , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA IN MERITO ALL'ESAME DELLE PROPOSTE DI LEGGE C. 1138  D'INIZIATIVA POPOLARE, C. 1039  GADDA, C. 1189  GARAVINI, C. 2580  VECCHIO, C. 2786  BINDI e C. 2737  BINDI, RECANTI «MISURE PER FAVORIRE L'EMERSIONE ALLA LEGALITÀ E LA TUTELA DEI LAVORATORI DELLE AZIENDE SEQUESTRATE E CONFISCATE ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA»

Audizione di Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e di Giuliana Merola, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Ferranti Donatella , Presidente ... 3 
Merola Giuliana , Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere ... 3 
Ferranti Donatella , Presidente ... 4 
Merola Giuliana , Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere ... 4 
Ferranti Donatella , Presidente ... 4 
Merola Giuliana , Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere ... 4 
Bazoli Alfredo (PD)  ... 5 
Ferranti Donatella , Presidente ... 5 
Merola Giuliana , Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere ... 5 
Ferranti Donatella , Presidente ... 9 
Merola Giuliana , Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere ... 9 
Ferranti Donatella , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONATELLA FERRANTI

  La seduta comincia alle 13.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, ove non vi siano obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e di Giuliana Merola, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in merito all'esame delle proposte di legge C. 1138 d'iniziativa popolare, C. 1039 Gadda, C. 1189 Garavini, C. 2580 Vecchio, C. 2786 Bindi e C. 2737 Bindi, recanti «Misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata», di Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e di Giuliana Merola, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
  Ieri abbiamo ascoltato rappresentanti dell'ABI, dell'ANCE, del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e dell'Istituto nazionale amministratori giudiziari, quindi si sono svolte le audizioni dei vari esperti che sono stati indicati dai gruppi e dalla Commissione antimafia.
  Oggi si conclude questa tornata di audizioni con la dottoressa Giuliana Merola, che interverrà non solo come esperta, ma come consulente. La dottoressa Giuliana Merola e il dottor Giovanbattista Tona, che abbiamo audito ieri, sono i due consulenti della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle associazioni criminali, anche straniere, che hanno lavorato al testo dell'Antimafia, alla fine dell'ampia indagine conoscitiva svolta dalla Commissione stessa.
  Oggi sentiremo anche il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.
  Ho già inoltrato, come preannunciato, la richiesta di intese alla Presidente della Camera perché valuti con il Presidente del Senato la specificità dell’iter di questo provvedimento in relazione al disegno governativo che, per una piccola parte, riguarda alcuni settori trattati dalla proposta di legge C. 1138 e abbinate, in modo tale da evitare duplicazioni.
  Poiché il Procuratore Roberti arriverà alle 14.15, comincerei con la dottoressa Merola che, se ritiene, data la sua competenza specifica e la sua esperienza, illustrerà il quadro degli interventi contenuti nella proposta, magari distinguendo quelli già compatibili con il testo unificato e quelli nei quali vi è un'ulteriore differenziazione.
  Do quindi la parola alla consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Giuliana Merola.

  GIULIANA MEROLA, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Pag. 4fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Grazie. La premessa è che io sono in magistratura da trentaquattro anni e da trentaquattro anni mi occupo di penale. In questa veste ho fatto parte della Corte d'assise, il GIP, il tribunale penale, il tribunale del riesame e negli ultimi 10-12 anni mi sono dedicata alle misure di prevenzione.
  Faccio questa premessa soltanto per dire che quando si è messa mano a questo tipo di lavoro la prima intenzione è stata di verificare tutto quello che pendeva in Parlamento, quindi anche la proposta di legge C. 1138, che era già stata depositata ben prima che si istituisse la Commissione parlamentare antimafia. Abbiamo preso in considerazione anche i lavori della Commissione Fiandaca e della Commissione Garofoli. Inoltre, abbiamo fatto le audizioni di tutti i colleghi che si occupano di misure di prevenzione, abbiamo sentito tutti i procuratori distrettuali, i vertici dei carabinieri, della guardia di finanza, i direttori che si sono succeduti pro tempore all'Agenzia nazionale.
  Dico questo perché secondo me è importante, nella valutazione generale fra la proposta di legge C. 1138, il «disegno Bindi» (lo chiamo così) e gli altri, considerare che nel fare questo lavoro noi abbiamo già cercato di rendere il tutto compatibile, ad esclusione di alcune norme della proposta di legge C. 1138 che, come consulenti della Commissione parlamentare antimafia, non abbiamo ritenuto di poter recepire (poi casomai spiegherò anche i motivi).
  Credo che avrete sentito ieri, da tutti i colleghi che si sono succeduti, e che peraltro sono stati tutti sentiti anche in audizione in Commissione, che il Codice antimafia è stato ritenuto da subito, fin dall'emanazione, carente sotto tanti profili. Da un lato, infatti, ha reso complesso e farraginoso un processo che bisogna invece semplificare; dall'altro, esso ha copiato la parte del diritto fallimentare, impedendo sostanzialmente anche una destinazione a fini sociali dei beni, perché se si devono vendere quei beni per pagare i creditori, difficilmente li si potrà destinare ad uso sociale.
  Quindi, si è manifestata la necessità di rielaborare il testo in modo unitario, riscrivendo le norme sulla base delle audizioni fatte, delle buone prassi e, rispetto alla presentazione della proposta di legge C. 1138, delle sentenze che sono intervenute, della Cassazione a Sezioni unite e della Corte costituzionale, che ovviamente non erano prevedibili al momento del deposito del disegno di iniziativa popolare.

  PRESIDENTE. Lo sta facendo in questi giorni.

  GIULIANA MEROLA, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Sì, ci sono queste, poi c’è stata quella sull'evasione fiscale, che la proposta di legge C. 1138, a onor del vero, prende in considerazione ma in modo parziale, ovviamente perché non era uscita la sentenza.

  GIULIANA MEROLA, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. La filosofia generale, nella sostanza, è questa: la semplificazione della normativa esistente.

  PRESIDENTE. Di prevenzione.

  GIULIANA MEROLA, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. No, un momento. La semplificazione della normativa esistente è in materia di prevenzione, però – forse è anche il caso di sottolineare questo aspetto – il disegno di legge Bindi si applica a tutte le confische penali. Ciò vuol dire anche al 12-sexies, che è la cosiddetta «confisca allargata», ma anche ai sequestri preventivi.
  Questo perché è necessario che tutti i beni oggetto di sequestro siano trattati nella medesima maniera e dagli stessi Pag. 5soggetti, quindi questo disegno prevede che sia lo stesso giudice a occuparsi della gestione del bene fino alla confisca definitiva. Lo ha già detto recentemente, e da ultimo ancora l'altro giorno, la Cassazione, quindi se vogliamo è stato un precedere la Cassazione.
  Abbiamo tenuto presente anche la normativa europea, perché non possiamo correre il rischio di andare avanti a condanne o di subire condanne. Quindi, vi sono maggiori garanzie per le parti del procedimento (cito esempi banali, poi mi farete delle domande), ad esempio assicurando sempre e comunque la presenza del detenuto, tramite la videoconferenza quando è fuori distretto.
  Sempre nell'ambito delle garanzie per le parti del procedimento, vi è la citazione degli istituti di credito sin dalla prima udienza, misura che c'era già nei pacchetti sicurezza ma è stata tolta dal Codice antimafia.
  Cito, ancora, l'organizzazione del lavoro degli amministratori giudiziari, con i criteri di nomina degli stessi; la possibilità di un ufficio di coadiuzione; criteri di rotazione e di trasparenza nella nomina degli amministratori giudiziari; una nuova prospettiva per la tutela dei terzi e per l'udienza di verifica dei crediti; la possibilità, che attualmente non è contemplata dalla legge, in caso di sequestro di aziende, di poter pagare i crediti che vengono ritenuti essenziali e strategici per le aziende (ad esempio la luce, il gas o il telefono); la gestione dei rapporti di lavoro e la possibilità della partecipazione dei sindacati.
  Passo alle parti della proposta di legge C. 1138 che non si è ritenuto di condividere – fermo restando che una piccola parte invece coincide – per il semplice fatto che il lavoro della Commissione parlamentare antimafia si è svolto sotto tre profili: la semplificazione del procedimento, gli amministratori giudiziari, l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, oltre tutta la parte della tutela dei crediti, con la semplificazione dei rapporti fra sequestri e fallimenti, sequestri ed esecuzione.
  Quello che non si è ritenuto di utilizzare è una serie di norme che forse sono troppo di dettaglio, quindi appesantiscono, e riguardano tutte le modalità, con la fissazione dei tempi per gli sgomberi e per liberare i beni sequestrati. Peraltro, a monte di tutto ciò, ed è una cosa che personalmente considero, proprio perché abbiamo sentito tutti, vi è la creazione di sezioni specializzate distrettuali, per avere la stessa competenza della DDA, che è il soggetto che svolge le indagini sulla criminalità organizzata, sia in tribunale sia presso le Corti d'appello. Ciò per diversi motivi.
  Un sequestro presuppone, e una confisca ancora di più, una ricostruzione patrimoniale, con la necessità anche di avere dei giudici specializzati. Attualmente possono emettere sequestri cento tribunali; parlo di sequestri di prevenzione e, ovviamente, nel penale tutti. Rendere distrettuale la competenza anche delle sezioni delle misure di prevenzione faciliterebbe enormemente, secondo noi, il lavoro dell'Agenzia nazionale, che avrebbe a che fare con 26 sedi anziché le attuali cento.
  Vi sono poi alcune norme, nella proposta di legge C. 1138, che creano perplessità, ritengo, anche costituzionali. Quando si afferma che il sequestro di partecipazioni sociali maggioritarie, quindi non totalitarie, si estende di diritto all'intero complesso aziendale vuol dire espropriare...

  ALFREDO BAZOLI. Scusi, quando parla di atto Camera 1138.

  PRESIDENTE. Il testo unificato.

  GIULIANA MEROLA, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Certo, il testo base. Come dicevo, si ha sostanzialmente un'espropriazione. Se sequestro il 60 per cento delle quote non posso prendermi anche l'altro 40; non è consentito.
  Vi sono norme che riteniamo possano incidere sui princìpi del libero mercato e della concorrenza. Mi riferisco, ad esempio, Pag. 6al fatto che vengano assegnati contributi e incentivi alle cooperative costituite dai dipendenti delle aziende sequestrate tout court, senza fare alcuna valutazione sui dipendenti. Ma non sempre i dipendenti sono dipendenti veri.
  Nel testo dell'Antimafia si sottolinea che l'amministratore giudiziario, con l'immissione in possesso, deve verificare esattamente i creditori strategici e i creditori falsi o incerti. Se c’è un ordine e non c’è la bolla di consegna, per me non è un creditore che posso pagare, se non ho la prova che mi è stato consegnato quanto ho ordinato.
  Per di più – è chiaro che nessuno poteva prevederlo – bisognerebbe anche, sul discorso dei dipendenti veri o non veri e degli incentivi alle cooperative, riesaminare le leggi sulle cooperative. Questo è presente nella delega al Governo in materia di misure per il sostegno a favore delle aziende sequestrate, nel senso che anche la Commissione parlamentare antimafia si è posta il problema di come supportare le aziende sequestrate. Non essendovi la certezza di una copertura finanziaria, si è preferito non scrivere le singole norme, ma dare una delega al Governo, contenuta in quattro mesi, per la costituzione dei fondi di garanzia.
  Peraltro, il testo base ovviamente deve fare continui richiami a decreti o a regolamenti. Ora, noi magistrati siamo ancora in attesa dei regolamenti e dei decreti previsti dal Codice antimafia uscito nel 2011; dal 2010 siamo ancora in attesa dell'Albo degli amministratori giudiziari; siamo ancora in attesa del decreto che doveva formalizzare i compensi per gli amministratori giudiziari. Per questo motivo, la Commissione parlamentare antimafia ha cercato in tutti i modi di evitare qualunque tipo di richiamo a qualunque decreto o qualunque regolamento.
  Come l'esperienza ha dimostrato, se, a distanza ormai di quasi cinque anni, non sono usciti i regolamenti che avrebbero dovuto appunto regolare i rapporti fra le parti processuali e gli amministratori giudiziari, personalmente ritengo che costituire dei fondi di garanzia rinviando ad ulteriori regolamenti sia come non avere i fondi di garanzia stessi.
  Leggo nel testo base – e condivido, certo – che una parte può essere presa dalle risorse del Fondo unico giustizia. Mi limito soltanto a sottolineare che le norme sul Fondo unico giustizia sono contenute in 17-18 provvedimenti legislativi differenti che si sono succeduti negli ultimi sette anni. Mettere mano al Fondo unico giustizia vuol dire modificare altre sette leggi, se va bene. Per fare degli esempi, si parla di prendere soldi del Fondo unico giustizia dalle vittime dello stalking fino ad arrivare alla «terra dei fuochi» per le bonifiche; oppure, quando c'era stato il contributo di solidarietà sugli stipendi sono stati presi soldi dal Fondo unico giustizia per risarcire o, in modo diverso, per lasciare invariato lo stipendio alle forze dell'ordine.
  Insomma, vedo molto complicate queste norme, il cui contenuto penso che tutti possano condividere ma che al momento sono solo scritte perché, lo ripeto, prive di copertura finanziaria e senza le modifiche che dovrebbero prevedere a cascata.
  A questo riguardo, vorrei spendere qualche parola. Lo ripeto, faccio il magistrato da trentaquattro anni. Si sono sempre viste le legislazioni nel loro susseguirsi. Adesso siamo in un momento in cui penso che tutte le forze politiche siano d'accordo sulla necessità di modificare questo Codice. Voglio anche ricordarvi che la relazione sulle prospettive di riforma che è stata predisposta e approvata dalla Commissione parlamentare antimafia è stata approvata altresì da entrambi i rami del Parlamento, sostanzialmente all'unanimità, ma queste erano le linee di riforma.
  Quindi, è un momento in cui, se si vuole mettere mano, lo si deve fare seriamente. Lo dico non come consulente della Commissione parlamentare, ma come giudice che poi si trova a dover applicare le norme.
  Non vorrei annoiarvi e scendere nel dettaglio delle singole norme, però vi posso assicurare – e vi farò esempi concreti – Pag. 7che ogni norma ha dietro casi concreti, specifici, reali, veri, per i quali si è deciso di modificare una norma.
  Cito la videoconferenza per i detenuti, per evitare che chi è sottoposto al 41-bis vada in giro o che il collegio si debba trasferire presso la struttura destinata al 41-bis, ma anche un potere di coordinamento al procuratore distrettuale. Bisogna razionalizzare i soggetti che fanno le proposte delle misure di prevenzione, che attualmente sono il questore, il procuratore circondariale, il procuratore distrettuale e la DIA.
  Cosa è successo e, quindi, perché è necessario prevedere il potere di raccordo ? È successo che a volte il questore ha bruciato l'indagine che era in corso da parte della Procura, depositando una richiesta di sequestro o anche soltanto di misure di prevenzione personale. Sono esempi che a voi potranno sembrare banali, ma rendono complesso o vanificano il procedimento.
  Inoltre, vi pare possibile che sia l'ufficiale giudiziario a dover eseguire un sequestro ? Vogliamo fare anche i proclami pubblici per dire che c’è un sequestro in corso ? Questa norma è stata disattesa da tutti noi, che non siamo poi tantissimi (ci avete visto, fra oggi e ieri avete praticamente esaurito il campo, tolti ovviamente i procuratori). I sequestri vengono eseguiti dalla polizia giudiziaria, perché non si può pensare, in un momento in cui vi è comunque carenza di personale amministrativo in generale, di dover prenotare l'ufficiale giudiziario, al quale peraltro bisogna dire dove andare. È evidente che il sequestro non può essere eseguito dall'ufficiale giudiziario.
  Parliamo dei creditori che – lo avrete sentito ieri – sono figure nevralgiche per un'azienda, nel senso che se l'azienda non paga può essere dichiarata insolvente e fare bancarotta. La regolamentazione attuale considera i creditori come categoria astratta, non meglio identificata, non prevede la possibilità del pagamento dei creditori e sposta l'udienza di verifica dei crediti. Mi spiego: io intanto pago un creditore in quanto ne ho accertato la buona fede; la buona fede è intesa in senso ampio, cioè nel senso non strettamente civilistico, ma più generale.
  Viene quindi modificata la disciplina dell'amministratore giudiziario, nel senso che l'amministratore giudiziario deve fare una relazione immediata, nell'arco di trenta giorni, per valutare, attraverso l'immissione in possesso, quali siano i crediti strategici, che quindi possono essere autorizzati e pagati subito. Attualmente, chi lo fa, fra i colleghi delle misure di prevenzione – e lo abbiamo fatto tutti – lo fa a suo rischio e pericolo, perché in realtà non potrebbe farlo. Per tale ragione si è introdotta una differenza fra i creditori strategici, quelli incerti e quelli sicuramente in malafede, che andranno poi in udienza di verifica dei crediti.
  Nell'ambito dei rapporti fra il fallimento e l'esecuzione immobiliare, che capita spessissimo, tante volte – cito un problema pratico – ci si ritrova che si va avanti con il sequestro e intanto va avanti anche l'esecuzione da parte della banca, e poi il bene va all'asta, perché il civile non sa cosa sta facendo il penale. Noi disponiamo che l'esecuzione venga sospesa e, nel caso di revoca, vada poi riassunta la causa per l'esecuzione civile.
  Sul discorso buonafede e malafede, vengo alle banche. Non so ieri cosa hanno detto i rappresentanti dell'ABI. C’è una procedura, incidente di esecuzione. Le banche molto spesso vengono dichiarate in malafede. Questa malafede ha retto fino alla Cassazione, nella maggioranza dei casi. Le norme sono diverse. Vi sono state pronunce della Cassazione a Sezioni unite. La prima – Bacherotti – è di vent'anni fa, l'ultima, Sezioni unite civili, è di un anno e mezzo fa, con riferimento ai motivi per i quali una banca deve controllare a chi dà un mutuo, a chi presta dei soldi.
  Non è possibile che uno di noi, se va a chiedere un mutuo per comprare una casa, deve presentare innumerevoli documenti, mentre viene trovata soltanto l'autocertificazione da parte del soggetto che dichiara di guadagnare cifre enormi e Pag. 8sulla base di questo gli viene erogato il finanziamento. Un istituto di credito che si comporta così viene in genere dichiarato in malafede e a questo riguardo la proposta di legge C. 1138 prevede che quando la malafede sia definitivamente accertata vi sia la trasmissione alla Banca d'Italia. La dichiarazione di malafede comporta la cancellazione dell'ipoteca, quindi il bene diventa libero. È chiaro che le banche fanno un'enorme resistenza a questa conseguenza, che però discende dal Codice civile, non dal Codice antimafia.
  Sono state anche previste la condanna del proposto al pagamento delle spese processuali e la verifica dei crediti anticipata ma funzionale alla gestione delle aziende.
  Quello dei compiti dell'Agenzia nazionale è l'altro grosso filone, me ne rendo conto. Spero di non essere stata molto sommaria nell'individuare, da un lato, le garanzie del procedimento, dall'altro la nuova funzione degli amministratori giudiziari che devono essere scelti, appunto, con criteri di trasparenza e di rotazione, dall'altro infine i compiti dell'Agenzia nazionale.
  È chiaro che se l'Agenzia nazionale, per quello che riguarda le misure di prevenzione, ha a che fare con ventisei tribunali anziché con cento, ha un lavoro semplificato. La previsione, però, è che l'Agenzia nazionale si occupi dei beni definitivamente confiscati e non, come avviene adesso, dopo il decreto di primo grado, nel caso di prevenzione, o dopo la chiusura dell'udienza preliminare.
  Non so se tra le audizioni che avete svolto ci sia stata o meno quella del direttore dell'Agenzia nazionale, però l'attuale e il precedente hanno sempre detto che loro non riescono a reggere l'impatto non solo con i beni delle misure di prevenzione, ma con tutti i beni dei sequestri penali.
  Vorrei aggiungere che l'Agenzia funziona con più organi, fra i quali il principale, quello che prende le decisioni, è il Consiglio direttivo. Nel Consiglio direttivo, secondo il testo base, viene aggiunto un soggetto che a me pare in solare, pacifico, evidente conflitto di interessi. Non si possono mettere, nel Consiglio direttivo, le associazioni a decidere sulle assegnazioni di beni a se stesse. È giusto, invece, che vengano sentite le associazioni, come è giusto che venga sentita anche Confindustria, in un altro organismo che è previsto anche dal testo base, però con composizioni diverse, cioè il Comitato consultivo e di indirizzo.
  Noi abbiamo immaginato un'Agenzia di supporto e di aiuto all'autorità giudiziaria. Dal momento che essa non è in grado, con le forze che ha, con la dotazione di risorse che ha, sia economiche sia di uomini, di far fronte a questo impegno, chiediamo che almeno possa aiutare, sin dalla fase del sequestro, l'autorità giudiziaria, supportandola, facendo protocolli con l'ABI per la rinegoziazione dei mutui, con gli enti locali per un'assegnazione immediata e provvisoria, sin dal sequestro, dei beni e quindi già proiettati sulla destinazione sociale, facendo attività di formazione.
  Parlando dell'esperienza milanese, a Milano Confindustria e la Camera di commercio hanno formato quaranta dirigenti in pensione, che gratuitamente affiancano l'amministratore giudiziario, soprattutto nel primo momento, quello in cui bisogna valutare se l'azienda va chiusa perché si regge soltanto su capitale illegale o criminale, o se invece può proseguire.
  Se queste azioni fossero realizzate a livello nazionale, allora qualunque magistrato potrebbe telefonare all'Agenzia e, tramite il Comitato consultivo, impostare veramente un lavoro di prosecuzione dell'azienda. Ad esempio, si potrebbe impostare subito un immobile e chiedere al comune se è interessato ad averlo. Certo, si corre il rischio della revoca di un sequestro, però potrebbe essere dato alla polizia o alla Croce Rossa o a qualche associazione. Lo si potrebbe fare da subito.
  È questa la funzione positiva che dovrebbe avere l'Agenzia. Se, invece, essa rimarrà in questo stato, continuerà a non Pag. 9poter far fronte non all'emergenza, ma alla quotidianità. Se ci sono, in Italia, in contemporanea, ottocento aziende, se va bene sono ottocento istanze al giorno che arrivano all'Agenzia, perché l'amministratore giudiziario non può permettersi il lusso di aspettare, dal momento che i lavoratori non possono aspettare e, se i contratti devono essere conclusi, vanno conclusi.
  Il direttore dell'Agenzia, bisogna dargliene atto, è così corretto e consapevole che è il primo a dire che non è in grado di farlo. Quindi, me ne rendo conto, è anche una scelta politica, oltre che legislativa, di valutazione. Una struttura, come viene immaginata dalla Commissione parlamentare antimafia, di supporto in questo senso all'autorità giudiziaria, forse dovrebbe avere una sede – principale o secondaria, questi sono dettagli, peraltro irrilevanti – a Roma, cioè dove può avere rapporti con i vari Ministeri interessati, del lavoro e delle politiche sociali o dello sviluppo economico.
  Io ho avuto in sequestro un call center con ottocento dipendenti; ci sono stati problemi di rinnovo, da parte di Telecom, di Fastweb, dei vari contratti. Il mio amministratore giudiziario, con il legale che abbiamo necessariamente individuato, ha preso parte a un tavolo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha avuto la cassa integrazione, la mobilità, ha accompagnato i lavoratori per due anni e mezzo. Se fosse l'Agenzia ad aiutare i magistrati a fare queste cose, attraverso le decisioni da parte del direttore e del Consiglio direttivo, e dall'altro lato del Comitato consultivo e di indirizzo, sarebbe soltanto un alleggerimento per l'Agenzia, un vantaggio per le aziende, e si eviterebbe che vi siano immobili abbandonati a se stessi, non occupati oppure occupati ancora dal proposto.
  Voglio ancora ribadire altri due o tre punti sulla necessità della sezione specializzata distrettuale. Questo Codice antimafia (sicuramente ieri vi sarà stato detto, ma preferisco ribadirlo) prevede – noi ovviamente non modifichiamo questa parte – dei tempi per l'emanazione del decreto di confisca in primo grado e in Corte d'appello. Purtroppo, ci sono alcune Corti d'appello che sono un imbuto notevolissimo e non riescono assolutamente a far fronte. La conseguenza è l'inefficacia del sequestro. Come per il detenuto, se non arriva la sentenza entro un determinato tempo che è prefissato, l'imputato è scarcerato, in questo caso il bene è dissequestrato.
  Quello che spero di essere riuscita a trasmettere è che si tratta di modifiche richieste da chi opera, da chi lavora in questo campo, a trecentosessanta gradi: parlo delle forze dell'ordine, guardia di finanza, carabinieri, i soggetti che possono fare le proposte, le procure distrettuali, i giudici che se ne occupano e l'Agenzia. Inoltre, sottolineo che sono modifiche urgenti, necessarie.
  Le buone prassi che sono state adottate fra i vari tribunali, tutte trasfuse in questo disegno della Commissione parlamentare antimafia, hanno bisogno anche di avere un appoggio legislativo, devono averlo. In questo senso, prendo atto che c’è un ulteriore termine fissato per gli emendamenti, mi pare entro il 27 di questo mese, quindi eventualmente se ne presenteranno altri.
  Tuttavia, valutate anche se questo travaso, come dovrebbe essere secondo me (è il mio pensiero, ovviamente), così totale, sia per i regolamenti...

  PRESIDENTE. Ormai è abbinato.

  GIULIANA MEROLA, Consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. È abbinato ?
  Tutto ciò che del testo base si è potuto prendere, salvo quelle norme che vi ho detto, è stato preso. Non sono state prese le norme prive di copertura finanziaria e le altre che ho riferito.
  Se avete domande sono disponibile.

Pag. 10

  PRESIDENTE. La ringraziamo per aver fatto la sintesi del filo conduttore della proposta a prima firma Bindi, ma che è stato il frutto del lavoro della Commissione antimafia, abbinata a quella di iniziativa popolare, il testo base C. 1138. Questo costituisce fonte preziosa anche per gli emendamenti che dovranno essere presentati entro il 27 aprile, avendo riaperto il termine.
  Comunico che il procuratore Roberti non può essere qui per l'audizione, quindi gli chiederemo eventualmente di mandarci un testo scritto.
  Ringrazio la dottoressa Merola e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.10.