XVII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 19 maggio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Agostini Roberta , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE C. 3098  GOVERNO, APPROVATO DAL SENATO, RECANTE DELEGHE AL GOVERNO IN MATERIA DI RIORGANIZZAZIONE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Audizione del Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone.
Agostini Roberta , Presidente ... 3 
Patrone Cesare , Capo del Corpo forestale dello Stato ... 3 
Agostini Roberta , Presidente ... 6 
Fiano Emanuele (PD)  ... 6 
Quaranta Stefano (SEL)  ... 7 
Agostini Roberta , Presidente ... 8 
Patrone Cesare , Capo del Corpo forestale dello Stato ... 8 
Fiano Emanuele (PD)  ... 9 
Patrone Cesare , Capo del Corpo forestale dello Stato ... 9 
Fiano Emanuele (PD)  ... 9 
Patrone Cesare , Capo del Corpo forestale dello Stato ... 9 
Agostini Roberta , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ROBERTA AGOSTINI

  La seduta comincia alle 9.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato, che ringraziamo per la presenza.
  Ringraziamo anche la Ministra Madia per la sua presenza.
  Do la parola al dottor Patrone per lo svolgimento di una relazione introduttiva.

  CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Signor presidente, signor Ministro, il progetto riformatore del Governo è pienamente condivisibile. Il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, è una necessità assoluta. Bisognerà verificare la rispondenza ai criteri di efficienza, efficacia ed economicità della riforma.
  Se mi permette, signor presidente, bisogna partire da un assunto inconfutabile: il nostro Paese esprime un modello di sviluppo economico-sociale e culturale per il quale il settore ambientale, agricolo e alimentare rappresenta un punto fondamentale dell'identità nazionale.
  Siamo il primo Paese in Europa per biodiversità; siamo il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea. Si tratta di un grande valore culturale che si traduce in un grande valore economico.
  Naturalmente questo valore va tutelato; esso è espressione del territorio e, soprattutto, di un territorio che non va abbandonato. Ebbene, una tutela organica del territorio che esprime questi valori, che esprime la nostra identità, che esprime economia, non è un fatto meramente repressivo. Tale tutela comprende una repressione laddove ci sono i grandi reati legati alla grande criminalità organizzata, ma anche la gestione e il monitoraggio.
  Il Corpo forestale dello Stato gestisce 130.000 ettari di riserve naturali (Montecristo, Sasso Fratino, la selva del Circeo, Tarvisio) e monitora gli alberi monumentali, le formazioni forestali per il Protocollo di Kyoto. Le foreste italiane – apro una breve parentesi – danno un forte contributo per il raggiungimento fissato dalla Convenzione di Kyoto. Se si considera il valore attuale della tonnellata di CO2, che si aggira tra i 5 e i 6 euro, stiamo parlando di quasi 500 milioni di euro risparmiati dal nostro Paese per la conta certificata degli alberi. ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), CRA (Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura), Università, CNR, con il ruolo centrale del Corpo forestale dello Stato, ogni anno contano gli alberi e riferiscono a un organismo internazionale per risparmiare tanti soldi.Pag. 4
  A proposito del monitoraggio, ultimamente siamo stati chiamati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare poiché, in merito alle discariche abusive, una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea ha condannato l'Italia a sanzioni pecuniarie. Oltre a una somma forfetaria di 40 milioni di euro, la Corte ha inflitto all'Italia una penalità di 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie a dare piena esecuzione alla sentenza della Corte del 2007. In altre parole, l'Italia dovrà continuare a pagare fino a quando continuerà lo stato di infrazione. Da questi importi saranno detratti, man mano, 400 mila euro per ogni discarica che viene messa a norma.
  Che cosa fa il Corpo forestale, su indicazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ? Inoltro della lista dei siti, ricognizione a terra dei siti di indagine, assunzione di informazioni per la bonifica, per gli atti amministrativi che in genere sono di emissione da parte della regione. Insomma, il Corpo forestale contribuisce al risparmio fondamentale.
  Inoltre, il Corpo forestale reprime i reati ambientali. Secondo il rapporto di Legambiente, se facciamo riferimento alle regioni a statuto ordinario, dove il Corpo ha una piena operatività, su 23.000 reati, 10.000 sono ambientali e sono rilevati dal Corpo forestale dello Stato.
  Questo approccio, che comprende gestione, monitoraggio e repressione, è dimostrato chiaramente dalle aree di crisi dell'Italia. Penso, ad esempio, alla Terra dei fuochi: dopo trent'anni in Gazzetta Ufficiale sono usciti dei dati che dicono cosa si può o fare o meno dei terreni. L'approccio per il quale il Ministro delle politiche agricole e forestali, il Ministro della salute e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno affidato il coordinamento al Corpo forestale dello Stato è un approccio profondamente olistico ed organico, dove c’è il monitoraggio dei siti, il prelievo dei campioni, l'esame dei dati da parte dell'Istituto superiore di sanità, del CRA, dell'ISPRA, dell'Università degli studi di Napoli «Federico II», dell'Istituto zooprofilattico, dell'AGEA e dell'ARPAC.
  Questi dati, una volta esaminati, vengono pubblicati in Gazzetta per sdoganare l'economia di una terra in una situazione marginale.
  Cito, ancora, in questi giorni, l'azione per la Xylella, un'azione piuttosto delicata e difficile, dove l'approccio è tecnico, di repressione, di comunicazione e di contatto con le associazioni ambientaliste, in ragione della possibilità di impatti molto pesanti per la nostra economia.
  Mi preme rilevare le disposizioni molto interessanti – sulle quali noi abbiamo espresso valutazioni molto positive – in materia dei delitti contro l'ambiente. A mio modo di vedere, sono stati evidenziati dei punti molto importanti ed è stata evidenziata anche la riflessione sui delitti contro l'ambiente: non si tratta meramente di repressione, ma di un atteggiamento da parte delle forze di polizia che operano nei confronti dell'utente affinché ci sia un cosiddetto «ravvedimento operoso ambientale», così come previsto dal disegno di legge. Tale azione postula un'altissima specializzazione ambientale delle forze di polizia e delle polizie locali. Non si tratta più, quindi, di speculazione investigativa e di ordinaria compilazione degli atti di polizia giudiziaria di rito, compito per il quale, in termini generali, ogni forza di polizia è strutturalmente organizzata.
  Si tratta, in questo caso, di una vera e propria rivoluzione copernicana dell'agire sul territorio. La polizia giudiziaria è titolare delle prescrizioni da impartire al reo e della verifica dell'ottemperanza. Quindi, è un approccio molto più organico e difficile.
  Pertanto, l'eventuale assorbimento del Corpo forestale dello Stato in altra Forza di polizia, previsto dal disegno di legge in esame, all'articolo 7, comma 1, lettera a), a nostro modo di vedere, comporterebbe delle questioni critiche che mi accingo a illustrare. Non sarebbe possibile proseguire nella gestione sostenibile delle 130 riserve naturali statali, costituite su terreni demaniali, gestione assicurata fino ad oggi, Pag. 5a costi estremamente contenuti – a Montecristo, per mille ettari ci sono due operai – dal Corpo forestale dello Stato grazie ai 1300 operai assunti a tempo indeterminato.
  Si verrebbero a creare, sul territorio, ulteriori duplicazioni tra carabinieri e polizia, perché le 800 stazioni del Corpo forestale dello Stato, molto spesso in situazioni ancor più periferiche e marginali dei Comandi stazione forestali, diventano Comandi stazione di polizia e con grossa probabilità, fermo restando l'eccellente rapporto tra polizia e carabinieri, una certa dialettica sovrapposizione andrebbe ad accentuarsi. Inoltre, sarebbero necessarie risorse finanziarie per le livree e le uniformi.
  Ancora, verrebbero meno le vigenti convenzioni CFS-regioni. Permarrebbero i sei Corpi forestali delle regioni e province autonome, così come confermato con l'emendamento Zeller 7.117, approvato presso la Commissione Affari costituzionali del Senato, con la possibile istituzione di 15 Corpi forestali regionali in aggiunta a quelli già esistenti presso le regioni e province autonome. Scompare il Corpo forestale nelle regioni a statuto ordinario e rimane nelle regioni a statuto autonomo.
  Si perderebbero professionalità scientifiche, verrebbe meno la competenza specialistica, non si registrerebbero economie, in quanto il 90 per cento delle spese stanziate per il bilancio CFS – circa 500 milioni – sono spese per il personale.
  Dovrebbero trovare altra allocazione compiti quali il monitoraggio – accennavo a Kyoto – e soprattutto l'educazione ambientale. Noi abbiamo educato circa 350.000 ragazzi nel 2014, di cui 100.000 solo in Calabria.
  Seguendo l'impulso riformatore di questo Governo, noi facciamo una controproposta: non da 5 a 4, ma da 100 a 1.
  Auspichiamo l'assorbimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) nel Corpo forestale dello Stato; l'assorbimento delle polizie provinciali nel Corpo forestale dello Stato; l'assegnazione di competenze tecniche in via istruttoria per quello che riguarda la gestione; l'assunzione da parte del Corpo forestale dei compiti di direzione tecnica nelle aree naturali; la direzione degli spegnimenti degli incendi boschivi, che è un ruolo centrale; la mappatura per l'individuazione di elevato rischio idrogeologico; la riunione in unico soggetto, attraverso l'accorpamento, dei Corpi forestali delle regioni e province a statuto autonomo.
  Si dirà: ma l'Europa vuole questo ? L'Europa vuole questo, l'Europa vuole che ci siano meno forze di polizia. Prendo per esempio la procedura EU Pilot 6730/14/ENVI per quello che riguarda la direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, laddove è stata aperta nei confronti dell'Italia una procedura che è preliminare alla procedura di infrazione. Nella procedura EU Pilot 6730/14/ENVI inviata dalla Presidenza del Consiglio a tutte le strutture competenti dello Stato si auspica il rafforzamento del Corpo forestale dello Stato e si parla di una razionalizzazione delle forze in campo in materia di vigilanza ambientale, ex guardiacaccia delle province, Corpo forestale dello Stato, Corpi forestali regionali e provinciali.
  Per tutto quello che ho esposto, ritengo auspicabile che il disegno di legge in questione compia un altro passo nella giusta direzione. Ringrazio il Senato per il dibattito formidabile, interessantissimo, che si è svolto in quella sede. Ringrazio tutti i gruppi parlamentari che hanno sostenuto il Corpo forestale dello Stato con un dibattito emotivo, meraviglioso: Area Popolare (NCD-UDC), Forza Italia – Il Popolo della libertà, Grandi Autonomie e Libertà, Sinistra Ecologica Libertà, MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e Autonomie e molti senatori del PD. In un ordine del giorno accolto dal Governo, precisamente dal signor ministro Madia, si parla dell'accorpamento delle polizie provinciali al Corpo forestale dello Stato: secondo me dobbiamo proseguire in questa direzione.
  Auspico che alla Camera si proponga un rafforzamento di questo ruolo di centralità, facendo riferimento alla dipendenza Pag. 6funzionale più logica, che è quella dell'agricoltura e dell'ambiente, con tutte le operazioni che giustamente potranno attivarsi per quello che riguarda le questioni legate agli incendi e altre questioni dove si può operare un serio approfondimento.
  Una riforma sbagliata, secondo me, creerebbe un danno irreversibile al nostro Paese, mentre una riforma nella giusta direzione, da cento a uno, insieme all'Expo – che sicuramente sarà un successo per l'Italia – secondo me rappresenterebbe un modello di sviluppo economico vincente, accompagnato dalla giusta tutela dei valori dell'ambiente e dei valori agroalimentari.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'ingegner Patrone.
  Abbiamo un quarto d'ora per le domande, poiché alle 9.30 avranno inizio le votazioni in Assemblea. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  EMANUELE FIANO. Dottor Patrone, la ringrazio per la mole di documentazione e per i particolari che lei ha voluto aggiungere alla sua presa di posizione contro la proposta del Governo.
  Trovo poco accordo con quello che lei qui illustra e, se posso permettermi, anche poco accordo con il fatto che lei in finale abbia fatto un elenco di gruppi politici o di membri del nostro partito. A lei qui compete l'analisi tecnica di ciò che funziona o non funziona sotto il suo comando; l'analisi delle appartenenze politiche di chi è a favore o meno di questa riforma compete a noi, ai membri di questo Parlamento.
  In secondo luogo, lei ha qui elencato con molta dovizia di particolari gli elementi negativi che «un eventuale transito alla Polizia di Stato» – così lei scrive – porterebbe con sé rispetto alle competenze, alle professionalità, alle note – e giustamente rimarcate – attività che il Corpo forestale dello Stato ha nel corso degli anni consolidato e sedimentato, e per le quali siamo tutti riconoscenti. Perlomeno noi lo siamo sicuramente e riconosciamo il ruolo decisivo che, nella qualità complessiva dei fattori che sono sotto la competenza di questo Corpo, ne perviene.
  Il punto è che noi non pensiamo affatto che il tema della delega al Governo di un accorpamento di questo Corpo faccia perdere le competenze che qui lei illustra. Non pensiamo affatto che le specifiche competenze che sono storicamente, per legge, assegnate a questo Corpo verrebbero a perdersi, perché noi siamo il legislatore, quindi siamo ben consci che esistono metodi di scrivere il contenuto della delega che, semplificando l'articolazione dei corpi dello Stato – quindi in questo primo caso accorpando il Corpo forestale dello Stato ad altro corpo dello Stato del comparto sicurezza – permettono benissimo di contemplare ciò che lei illustra come elementi deboli o critici senza perdere quelle competenze.
  Nel citare la gestione delle 130 riserve naturali statali costituite su terreni demaniali, lei richiama un punto del quale tenere assolutamente conto, ma non vedo perché non possiamo tenerne conto pur nell'accorpamento di questo corpo ad altro corpo dello Stato. Lo ripeto, la regolamentazione delle diverse articolazioni di competenza sarà fatta in collegamento con il Governo, che scriverà nella delega quanto sarà da contemplare per non perdere quelle competenze e quelle responsabilità, e poi quella delega ripasserà dal Parlamento.
  Non penso affatto che si creeranno duplicazioni di strutture. Penso, anzi, che l'articolazione sul territorio delle stazioni del Corpo forestale dello Stato sarà un arricchimento della presenza sul territorio di una competenza specifica, a prescindere da quale sarà il corpo che le assorbirà. Penso che si debba capire che, nello spirito del legislatore, sulla base di una proposta del Governo, questo accorpamento – ovviamente poi ne discuterà il Governo e proporrà un testo al Parlamento – manterrà quelle specificità. Sarà semplicemente diversa la modulazione dell'articolazione della catena gerarchica.
  Lei parla di un aumento degli oneri per le nuove livree. Io penso che il problema Pag. 7sia più generale, cioè che sia venuto il tempo, in questo Paese, in cui esista un'unica stazione appaltante per tutti i corpi dello Stato invece che, come avviene fino adesso, troppe stazioni appaltanti per l'acquisto delle livree di tutti i corpi. Non è un problema del Corpo forestale dello Stato; è un problema di razionalizzazione del modello complessivo che ha guidato questo Paese nei decenni, aumentando i costi della spesa pubblica, invece che razionalizzando il modello.
  Lei cita giustamente un elemento, frutto di una discussione al Senato, cioè che l'emendamento Zeller 7.117 ha mantenuto l'autonomia, per le regioni e le province autonome, dei sei Corpi forestali. Lei afferma che questo potrebbe portare alla possibile istituzione di quindici Corpi forestali. Devo contraddirla: il testo del comma 4 dell'articolo 7 non dice affatto questo, ma cita un elemento di resistenza effettivamente dovuto a un emendamento che io personalmente non condivido, che mantiene l'autonomia di quei Corpi forestali delle regioni e delle province autonome, ma non allarga alle altre regioni. Io penso che quel punto che riguarda le province e le regioni autonome debba essere risolto, ma la norma non allarga alle altre regioni.
  Leggo il comma 4 dell'articolo 7: «4. Nei territori delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano restano ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi Corpi forestali regionali e provinciali, anche con riferimento alle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, secondo la disciplina vigente in materia, nonché quelle attribuite ai presidenti delle suddette regioni e province autonome in materia di funzioni prefettizie [...]».
  In quelle regioni e province autonome, sulla base di questo comma 4 dell'articolo 7, inserito a seguito dell'approvazione di un emendamento presentato al Senato, vigono quelle autonomie statutarie che noi non possiamo toccare fino a una modifica complessiva, ma nelle altre regioni siamo noi il legislatore, e ancora di più in virtù della riforma costituzionale che, come lei sa, è in itinere.
  Sulla questione dei corpi di polizia provinciale noi concordiamo. Penso che sia giusto quello che lei qui ha illustrato, ma non capisco perché un'eventuale e razionale confluenza della polizia provinciale verso il CFS possa essere in contraddizione con il complessivo tema del transito di quest'ultimo verso uno dei corpi dello Stato. Io condivido il punto, ma non mi pare ostativo rispetto al più complessivo tema di questa riforma.
  Non penso, come lei scrive, che si perderebbero le professionalità scientifiche e tecniche (per esempio, lei cita i centri nazionali per la biodiversità). Penso che questi punti che lei sollecita, cioè la salvaguardia di una assoluta professionalità, per esempio nei centri nazionali per la biodiversità, debbano mantenersi con prerogative specificate nel testo della delega e mantenute salve pur nel transito di un corpo, che deve rimanere con le sue caratteristiche e quale che sia il corpo dello Stato verso il quale confluisce.
  Quello che voglio significare, dottor Patrone, è che la volontà del legislatore e del Governo, per quello che mi consta, non è certo quella di determinare una perdita di competenza o di specificità, ma di realizzare una semplificazione del numero dei corpi dello Stato che significa semplificare il modello senza perdere la ricchezza della competenza.

  STEFANO QUARANTA. Signor presidente, al contrario dell'onorevole Fiano, condivido gran parte delle preoccupazioni che sono state espresse, che nascono da una considerazione generale. Il ragionamento che svolgiamo oggi in audizione rientra in quello più ampio della riorganizzazione delle forze di polizia.
  La mia preoccupazione è forte perché, avendo sentito in un'audizione il Ministro Alfano balbettare, su questo tema, dopo che aspettavamo da mesi che ci dicesse cosa aveva intenzione di fare il Governo al riguardo, e avendo il Ministro Alfano rimandato questa mitica riforma della pubblica Pag. 8amministrazione e questo tipo di ragionamento, oggi ci ritroviamo in una situazione curiosa in cui si parla tanto di riorganizzazione e di razionalizzazione, ma anziché iniziare dalle forze di polizia a competenza generale, si pensa di iniziare accorpando un corpo a carattere «speciale» e con competenze assolutamente importanti per il nostro Paese, facendo un'operazione che, a mio modo di vedere, è di maquillage e di propaganda e non riguarda affatto ciò che invece servirebbe al Paese per razionalizzare davvero le forze di polizia.
  Mi pare che in questo caso si sia scelto il presunto anello debole per dare in pasto all'opinione pubblica l'eliminazione di un corpo, senza considerare per nulla l'interesse del Paese, ossia quello di una razionalizzazione per investire sul tema delle forze armate.
  Non voglio fare una lunga prolusione, come il collega che mi ha preceduto, ma intendo porre alcune domande. Ingegner Patrone, poiché il tema è quello della propaganda, cioè di far vedere al Paese che si fa qualcosa, io ho trovato particolarmente interessante la parte del suo intervento che faceva riferimento a proposte di razionalizzazione. Mi pare, infatti, di capire che anche nel suo ambito, rispetto alle competenze che lei in questo momento rappresenta, alcune operazioni si possano fare. Le chiedo di approfondire questo tema.
  Infine, ripropongo una domanda in parte già presente nell'intervento del collega che mi ha preceduto e su cui vorrei una maggiore precisazione. Fermo restando che sono contrario a questo tipo di accorpamento, vorrei tuttavia capire meglio in che senso esso potrebbe determinare la dispersione delle qualità e delle esperienze che il vostro corpo oggettivamente rappresenta. Lo dico venendo da una regione come la Liguria, in cui, in particolare sul tema delle ecomafie e del dissesto idrogeologico, il ruolo svolto dal Corpo forestale è sicuramente apprezzabile.

  PRESIDENTE. Do la parola all'ingegner Patrone per la replica.

  CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Faccio riferimento al disegno di legge Madia: non vedo perché, onorevole Fiano, noi non dovremmo percorrere la strada maestra. Si parla di «riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, conseguente alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato (...)».
  Io sono un burocrate obbediente alla politica sovraordinata, quindi innanzitutto devo proporre, perché devo dire la verità ai parlamentari, al Ministro, ai presidenti delle varie Commissioni: dico che questa è la strada maestra, non quelle parole «eventuale assorbimento», che a mio modo di vedere vanno a disperdere tutto, perché la polizia non è culturalmente attrezzata per affrontare il reato ambientale.
  La riserva di Tarvisio è del Ministero dell'interno, ma viene gestita dal Corpo forestale dello Stato e non è un caso, poiché noi riusciamo a gestire questa riserva, una foresta millenaria. Questa è la realtà. Una forza di polizia così importante come la Polizia di Stato è culturalmente attrezzata per la repressione, per l'ordine pubblico, non per altre questioni afferenti al benessere degli animali, ai monitoraggi degli alberi o in generale alla tutela ambientale.
  Quando ho citato il dato di 10.000 reati ambientali su 23.000, onorevole Fiano, ho taciuto la ripartizione delle forze di polizia, ma se vuole gliela riferisco, senza essere irrispettoso: il Corpo forestale 10.000 e la Polizia di Stato 60, per quello che riguarda i reati ambientali, secondo il rapporto di Legambiente.
  Non riesco a capire perché si debba compiere questa operazione. Quello che diciamo noi è molto più remunerativo e impattante, e rispetta molto di più la cultura riformatrice di questo Governo e del disegno di legge Madia. Non riesco a Pag. 9capire perché non rilanciare, non da cinque a quattro, ma da cento a uno.
  Onorevole Fiano, qualche anno fa il presidente della Regione Lombardia provò a istituire il Corpo forestale regionale e fu bloccato dalla Corte costituzionale. Adesso non penso che sia possibile una situazione di questo tipo: non si vede perché debba avere un Corpo forestale la Sicilia e non la Lombardia.

  EMANUELE FIANO. Perché ha uno statuto autonomo.

  CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Mi scusi, ma io penso che l'Italia sia una e trovo assurdo che possano rimanere i Corpi forestali nelle regioni a statuto speciale, laddove abbiamo delle criticità particolari riferite alla presenza di criminalità organizzata, mentre il Corpo forestale venga accorpato in altre regioni.

  EMANUELE FIANO. Sono d'accordo con lei, ma la Lombardia non lo può fare.

  CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Allora, facciamo un percorso. Lei, onorevole Fiano ha parlato delle polizie provinciali: cominciamo dalle polizie provinciali, laddove adesso abbiamo problemi di allocazione; c’è un dibattito, sollecitato anche dal signor Ministro Madia, per cui dobbiamo dare una giusta collocazione a polizie che si occupano di ambiente, di tutela della caccia e della pesca, e laddove venissero nel Corpo forestale noi potremmo rendere più efficaci le nostre azioni presso le procure della Repubblica.
  Quanto alle valutazioni dell'onorevole Quaranta, vanno accorpate strutture che si occupano delle stesse questioni. Secondo me, in quel caso l'accorpamento diventa anche abbastanza semplice. Non è un caso che noi in Veneto abbiamo già delle convenzioni con le polizie provinciali, perché ci occupiamo delle stesse cose. Ovviamente questo permetterebbe anche una utilizzazione migliore del personale, laddove veramente abbiamo situazioni di criticità.
  È ovvio che non può non esserci una dispersione di esperienze laddove noi entreremmo in una struttura che ha dei riferimenti legati all'ordine pubblico piuttosto che a questa polizia di prossimità collegata alla prescrizione e con un fortissimo background tecnico che è stato sempre riconosciuto anche dalla nostra storia. Non è un caso che nel 1986 tra Ministero dell'ambiente e Corpo forestale fu siglata una convenzione molto importante che diceva al Corpo forestale di calcolare il danno ambientale, che è qualcosa di estremamente complicato. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 349 del 1986, quando lo Stato si costituiva parte civile per ottenere il risarcimento dei danni, c'era da calcolare il danno ambientale e non poteva che farlo il Corpo forestale dello Stato. Il danno ambientale derivante dal taglio di un bosco non è il legno che si perde, ma è l'ossigeno che non si produce, il turismo che non si sviluppa, la dispersione dell'acqua della falda, la questione idrogeologica. Insomma, il calcolo del danno è qualcosa di molto complesso, ma l'incapacità di una certa letteratura di quantificarlo non vuol dire che non esista.
  Per questo ritengo che la grande lealtà di un burocrate nei confronti del Parlamento e del Ministro di riferimento sia nel dire la verità. Oggi viviamo in una cultura che non va nella direzione della polizia generalista, ma nella direzione della specializzazione. Per affrontare questioni come quella della Terra dei fuochi o della Xylella bisogna essere assolutamente specializzati. Lo Stato risparmia perché ha una struttura. Se non ci fosse il Corpo forestale, in un Paese come l'Italia, bisognerebbe inventarlo.
  Questo modello di sviluppo ha bisogno soprattutto di una struttura come il Corpo forestale che esprima questo tutoraggio. Pag. 10Non è un caso che l'Expo, dove noi siamo un'eccellenza nel mondo, sia basato, anche da un punto di vista culturale, su queste materie: ambiente, agricoltura, alimentazione. In questo campo siamo fortissimi e per questo, a mio modo di vedere, assorbire il Corpo forestale e diluirlo in qualcosa di molto più grande è un disastro culturale.

  PRESIDENTE. Ingegner Patrone, prendiamo atto della sua posizione e la ringraziamo per il suo contributo fornito all'indagine. Ci scusiamo del tempo limitato, ma purtroppo altri impegni ci chiamano.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.