XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 209 di Mercoledì 20 dicembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Braga Chiara , Presidente ... 3 

Seguito dell'esame della proposta di relazione sul ciclo dei rifiuti di Roma Capitale e fenomeni illeciti nel territorio del Lazio (Relatrici: Sen. Paola Nugnes, Sen. Laura Puppato):
Braga Chiara , Presidente ... 3 
Nugnes Paola  ... 3 
Puppato Laura  ... 3 
Cervellini Massimo  ... 5 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 6 
Bianchi Stella (PD)  ... 6 
Nugnes Paola  ... 7 
Bianchi Stella (PD)  ... 7 
Braga Chiara , Presidente ... 7 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 7 

(La seduta, sospesa alla 9.10, riprende alle 14.05) ... 8 

Audizione di Fabrizio Vigni, nella qualità di ex presidente di Siena ambiente.
Braga Chiara , Presidente ... 8 
Vigni Fabrizio , Ex presidente di Siena ambiente SpA ... 8 
Braga Chiara , Presidente ... 8 
Vigni Fabrizio , Ex presidente di Siena ambiente SpA ... 8 
Braga Chiara , Presidente ... 10 
Vigni Fabrizio , Ex presidente di Siena ambiente SpA ... 10 
Braga Chiara , Presidente ... 11 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Braga Chiara , Presidente ... 11 
Vigni Fabrizio , Ex presidente di Siena ambiente SpA ... 11 
Braga Chiara , Presidente ... 12 
Vigni Fabrizio , Ex presidente di Siena ambiente SpA ... 12 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 12 
Braga Chiara , Presidente ... 12 

Comunicazioni del presidente:
Braga Chiara , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CHIARA BRAGA

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame della proposta di relazione sul ciclo dei rifiuti di Roma Capitale e fenomeni illeciti nel territorio del Lazio (Relatrici: Sen. Paola Nugnes, Sen. Laura Puppato).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sul ciclo dei rifiuti di Roma Capitale e fenomeni illeciti nel territorio del Lazio.
  Ricordo che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto sull'opportunità di predisporre una relazione su quest'oggetto.
  Nella seduta del 23 novembre 2017 le relatrici, senatrici Nugnes e Puppato, avevano depositato una proposta di relazione, alla quale sono state presentate alcune osservazioni che sono state condivise dalle relatrici all'interno di un nuovo testo, che è stato trasmesso lo scorso 15 dicembre a tutti i componenti della Commissione.
  Avverto pertanto che, in assenza di obiezioni, porrò direttamente in votazione il nuovo testo della proposta di relazione.
  Chiedo se ci sono richieste di svolgimento di dichiarazioni di voto.

  PAOLA NUGNES. Personalmente, voglio ringraziare tutto il gruppo di lavoro, con a capo il dottor Giuseppe Battarino, e per l'ascolto che c'è stato, molto proficuo, delle nostre osservazioni e posizioni.
  È stato un lavoro difficile per la complessità della situazione, ma anche per il passaggio particolare. In questo momento, la fotografia è quella di un'amministrazione che sta subentrando ad altre, e ci si pone di fronte a un cambiamento, a un'inversione, almeno dichiaratamente, di ciclo, ma che non possiamo ancora verificare.
  Sicuramente, all'attualità c'è una cronica mancanza di impiantistica sul territorio che possa prevedere il recupero della materia. Questo crea ancora rifiuto dal rifiuto. Il dato è emerso chiarissimamente. Il ciclo non si chiude e restano irrisolte delle problematiche, che speriamo più avanti verranno risolte.
  Un dato importante che è stato acquisito, anche grazie all'ANAC, è che per la prima volta si è dato corpo a un contratto ponte, laddove storicamente da decenni gli accordi con i privati avvenivano per strette di mano. Questa rappresenta per il futuro una buona speranza, ovvero far sì che ci siano dei cambiamenti effettivi.
  Per il resto, non ho nulla da aggiungere. Rinnovo ancora i ringraziamenti a chi si è occupato materialmente dell'opera.

  LAURA PUPPATO. Ringrazio anche per conto del Partito Democratico e in qualità di relatrice per questa relazione così corposa, 500 pagine, realizzata con l'aiuto vorrei dire predominante, preponderante e assolutamente qualificato di tutti i soggetti, che abbiamo provveduto a ringraziare in prima istanza. Non voglio ripetermi, ma un particolare ringraziamento va proprio a coloro che hanno permesso la stesura di questo testo così corposo, che mette in luce Pag. 4– credo – questioni che lasceremo riaffrontare alla prossima legislatura, visto che, come diceva correttamente la collega Nugnes, alcune questioni sono in fase conclusiva, in particolare per quanto riguarda l'impiantistica di talune discariche nella regione Lazio.
  Molte questioni sono, infatti, ancora a mezza strada, per non dire sostanzialmente sospese, soprattutto per quanto riguarda il tema degli impianti che dovranno essere realizzati, pena il pagamento di sanzioni pesantissime da parte della regione e del comune, a cui dovrà rispondere l'Italia a livello europeo.
  La situazione, dal punto di vista della dimensione del problema, è stata – mi pare – ben tracciata nell'ultima audizione che abbiamo avuto dell'assessore regionale Buschini, il quale ha precisato come 1.700.000 tonnellate si avviino a impianti di trattamento meccanico-biologico, ma solo una parte vengano trattati minimamente all'interno della regione, e in particolare del comune di Roma.
  Delle 566.000 tonnellate avviate a termovalorizzazione va ricordato che le problematiche inerenti gli impianti di incenerimento regionali e del comune di Roma sono gravissime, con meno di 200 giorni di lavoro e malfunzionamenti e fermate non programmate. È evidente che abbiamo ancora un fattore di emergenza, in parte – torno a dire – in via di risoluzione per la parte extra Roma, in parte in fase di valutazione con un piano che il comune di Roma sta presentando e che si spera produca degli effetti concreti che ci permetteranno di lavorare in relativa serenità.
  È una storia, quella della città di Roma e della regione Lazio, purtroppo molto pesante da questo punto di vista, con precedenti connivenze, soprattutto nella parte a sud del Lazio, con la criminalità organizzata, con le cosiddette ecomafie, con situazioni di gestione complessiva del ciclo dei rifiuti molto carente.
  È stata evidenziata molto bene dalla lunga relazione anche l'insufficienza della potenzialità sia fognaria sia depurativa, che in troppe aree della regione è ancora assolutamente non adeguata ai livelli di civiltà vorrei dire obbligatoria.
  Dall'altra parte, i fenomeni criminali che abbiamo registrato nell'ambito della regione hanno posto un'evidenza, indicata anche nella parte finale della relazione, tra quelle che ci preoccupano di più e che daranno origine, ormai per la prossima legislatura – abbiamo iniziato un percorso, ma purtroppo dobbiamo interromperlo per non riuscire a chiuderlo – a un approfondimento su base nazionale in relazione agli incendi presso gli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, dove si sono evidenziati problemi generali in termini di accuratezza delle autorizzazioni ed efficacia dei controlli.
  Qui ribadiamo il concetto che nell'ambito del Lazio va immediatamente sostenuta Arpa dal punto di vista della quantità dei tecnici che ci lavorano e delle potenzialità di controllo che devono mettere in campo alla luce proprio della situazione complessiva della regione e della città di Roma.
  Abbiamo visto come il coordinamento delle competenze nei vari soggetti pubblici autorizzativi, e non, sia piuttosto scadente. Questo è stato reso evidente dall'incendio di Pomezia, dove l'approfondimento ha permesso di capire come spesso la mano destra non sapesse ciò che faceva la sinistra.
  In relazione alla necessità di valutare gli effetti della legge sugli ecoreati, che certamente ha messo un punto fermo sulla situazione relativa alla possibilità finalmente di avere dei responsabili, dei colpevoli, senza che la prescrizione di fatto li tolga di mezzo, probabilmente oggi assistiamo a una reazione che permette alle imprese meno qualificate, poco serie, se non malavitose, di risolvere il loro problema in altro modo, spesso appunto inquinando dal punto di vista ambientale e sanitario tutto il proprio ambiente con incendi che partono in condizioni di forte sospetto.
  Quello della regione Lazio e della città di Roma è un tema corposissimo. Abbiamo molte discariche in fase di post mortem, e questo è un dato positivo. Abbiamo, però, ancora grossi problemi, per esempio nella Pag. 5discarica più importante, quella di Roma. Tra l'altro, ha occupato Malagrotta anche una parte consistente del lavoro che abbiamo fatto in termini di missione, insieme con altre discariche del Lazio, in particolare Civitavecchia, ma non solo, Bracciano, Colleferro, Guidonia e così via, che si stanno avviando al post mortem, ma dove permangono per esempio anche e purtroppo le carenze relative a fideiussioni che non possono risultare escutibili per il semplice fatto che sono state quasi sempre emesse da compagnie assicuratrici o istituzioni finanziarie non più esistenti.
  La problematica del Lazio e di Roma ha posto in evidenza alla legislatura che si aprirà con il prossimo anno taluni problemi, che dovranno essere certamente risolti anche con una maggiore attenzione, un focus particolare su questa regione, ma che andranno risolti anche con norme e con forme legislative che permettano effettivamente di avere maggiore serietà dal punto di vista della tutela, della garanzia sia ambientale sia della salute dei cittadini.
  Rinnovo, quindi, un grande ringraziamento a coloro che hanno collaborato, e in particolare al magistrato Battarino, che ci è stato davvero molto vicino e ha permesso, come dicevo, la stesura di un documento molto importante. Credo, benché sia un work in progress, che questo documento potrà essere certamente utile per l'attività futura di questa Commissione, e non solo.

  MASSIMO CERVELLINI. Mi aggiungo ai ringraziamenti in maniera non formale. Ho potuto approfittare del fatto di essere stato inserito in corsa, con le difficoltà che questo comporta, ma alleviate dal lavoro serio che è stato fatto. Mi unisco al ringraziamento in particolare per i collaboratori, a cominciare appunto assolutamente del magistrato Battarino.
  Pur essendo arrivato in ritardo, mi permetto di dire che ho un know how, specialmente sulla vicenda Lazio, che viene non solo dal fatto che vivo e abito a qualche centinaio di metri da Malagrotta. Lo spaccato offerto soprattutto dal lavoro della Commissione nella relazione è quello di qualcosa che sicuramente non possiamo chiudere in questa legislatura, ma possiamo offrire un'importante e potente base di partenza per prendere misure sul piano sia legislativo sia degli interventi sul territorio assolutamente non più rinviabili.
  Ho partecipato anche alla fase finale di alcune audizioni, e penso a Valle del Sacco e al sud della nostra regione, quindi all'area della Ciociaria. È chiaro che la prossima legislatura sarà messa davanti alla necessità di azioni del tutto straordinarie, altrimenti il rischio è del vero e proprio collasso. Se abbiamo una situazione stigmatizzata già da chi mi ha preceduto negli interventi sulla questione Roma, assai critica, poi abbiamo però paradossalmente una compromissione del territorio in maniera potente proprio a cominciare dalla parte della Valle del Sacco, che sta dentro la provincia di Roma e arriva fino alle propaggini della Campania.
  Credo che alcune delle audizioni siano state particolarmente significative e che ci rimandino alla possibilità, oltre che a un potente grido d'allarme, di azioni che devono essere intraprese prontamente, pena, senza fare catastrofismi, di imboccare vie di non ritorno difficilmente recuperabili.
  Davvero ribadisco l'apprezzamento per il lavoro svolto. Che possa essere assolutamente da base per un'iniziativa risoluta. So, anche per altre attività che mi hanno visto impegnato in questi cinque anni proprio sull'area da Roma al sud pontino, sia litorale sia entroterra, che questi elementi si sono intrecciati e si vanno sempre più intrecciando con le attività straordinarie delle centrali della criminalità organizzata e con assoluti profili mafiosi.
  Anche molte delle indagini che diverse procure e diversi apparati dello Stato stanno cominciando a far venire a galla ci offrono lo spaccato di una situazione drammatica, come le cose che avvengono ad Aprilia, a Cisterna, ad Anzio, e ci dicono che su alcune vicende del ciclo dei rifiuti o dei nuovi impianti, dalle centrali biogas agli impianti di smaltimento, queste cose si tengono drammaticamente insieme. Questo è un ulteriore elemento non solo di riflessione, ma di stigmatizzazione, di cui non possiamo tenere conto.

Pag. 6

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio anch'io i collaboratori della Commissione e tutti i membri, perché è stata una relazione che ha coinvolto un po’ tutti in audizioni che sono iniziate già dall'inizio dell'attività della Commissione.
  Spero che questo lavoro di audizioni, questo lavoro istruttorio, abbia contribuito anche a quello che possiamo vedere tutti.
  Si è passati dall'era in cui in audizione il sindaco Marino rivelava che non c'era neanche un piano di trasporto dei camion, che si muovevano in maniera casuale per Roma, a piani di raccolta porta a porta in tutta la città, al tentativo di accettabilità sociale dei tre grandi impianti di compostaggio per l'organico, uno dei rifiuti che può dare più problemi, ma che nello stesso tempo è anche facile da gestire.
  Si è passati alle notizie importanti di questi giorni, di cui una è quella delle dimissioni del commissario al debito di Roma Capitale, sono 13 i miliardi che la commissaria Silvia Scozzese avrebbe dovuto gestire; se questo debito passerà in gestione direttamente alla giunta Raggi, forse si potrà avere un lavoro anche finanziario importante sulla gestione dei rifiuti. Si è passati anche a questa notte, quando è stato approvato l'emendamento per dare credito di imposta per il plasmix, che potrà favorire anche la gestione dell'indifferenziato e delle plastiche miste con recupero di materia, e ci sono progetti importanti anche per Roma.

  STELLA BIANCHI. Vorrei ringraziare anch'io per il lavoro importante fatto da tutti i collaboratori e l'attenzione che la Commissione ha avuto su questo.
  Abbiamo avuto occasione di fare diversi sopralluoghi negli impianti gestiti da Ama, e quindi di vedere con i nostri occhi quanto sia critica la situazione in questi impianti. Segnalo una cosa nota già a tutti i colleghi: la situazione del TMB Salario è particolarmente critica, e sinceramente spiace aver sentito l'attuale amministrazione dire ripetutamente che non intende farsi carico del disagio dei cittadini nonostante le promesse fatte durante la campagna elettorale.
  Vorrei sottolineare, presidente, una cosa che credo sia assolutamente nota a tutti i commissari, visto con quanta attenzione abbiamo lavorato su quest'approfondimento e su questa relazione: l'estrema fragilità del ciclo dei rifiuti nella città di Roma, e il fatto che in questo momento non si intravedano nemmeno vie di uscita, neanche un possibile piano che possa mettere in sicurezza il ciclo di gestione dei rifiuti, contrariamente a quanto era stato programmato dopo la chiusura della discarica di Malagrotta, dopo l'impatto di Mafia Capitale sulla gestione di Ama guidata da Panzironi e da Fiscon, uomini di totale fiducia dell'ex sindaco Gianni Alemanno.
  Dicevo che, dopo questo fatto così traumatico, ci sembra fosse stato individuato un piano industriale possibile per mettere in sicurezza il ciclo di gestione dei rifiuti da parte della gestione di Fortini e di Filippi, piano che è stato semplicemente accantonato, neanche cancellato formalmente, ma semplicemente accantonato, da parte dell'amministrazione attuale guidata dalla sindaca Raggi, dai diversi assessori all'ambiente che si sono succeduti e dai quattro, se non ricordo male il numero, amministratori delegati di Ama che si sono succeduti nell'arco di pochi mesi.
  Presidente, esprimo di nuovo una grande preoccupazione per quello che nella città di Roma potrebbe verificarsi.
  La città di Roma continua a essere a rischio di un'emergenza vera, non del disagio e del degrado, che i cittadini di Roma vivono continuamente sulla propria pelle e in qualche misura sulla propria salute, con episodi ormai ricorrenti di animali selvatici che passeggiano in giro per la città. Da ultimo, fa piuttosto impressione ricordare, ma è stato riportato dai giornali, addirittura di cinghiali che camminavano nei pressi di un'area del quartiere Trastevere, riportato dai giornali, presidente. Io non voglio assolutamente fare polemica. Mi limito a riportare quello che i giornali hanno riportato.
  Concludo, presidente, riportando una preoccupazione. A fronte dell'accantonamento – neanche è arrivato un no di fatto – del piano che prevedeva la realizzazione di quattro ecodistretti e degli impianti di compostaggio necessari alla città, non si Pag. 7vede da parte dell'attuale amministrazione alcun piano serio che possa mettere in sicurezza il ciclo di gestione dei rifiuti a Roma.

  PAOLA NUGNES. Vorrei soltanto ribadire alla collega, ma velocemente e sinteticamente, che se avessi pensato di dover fare comunque un'apologia politica, avrei cominciato io stessa a farla. Come ha visto, invece, mi sono molto trattenuta da questi tipi di valutazione, perché non ritengo che questa sia la sede, il luogo per farne.

  STELLA BIANCHI. Mi perdoni, presidente, ha ragione la collega Nugnes, non è il luogo per fare apologia politica. Non credo di averla fatta. Ho semplicemente riportato fatti che abbiamo appreso nel corso di audizioni in questa Commissione.

  PRESIDENTE. Siamo stati molto tolleranti, ovviamente, nelle dichiarazioni. Abbiamo parlato degli emendamenti sul plasmix e sono state fatte delle valutazioni.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Sarò brevissimo. Oltre ad associarmi ai complimenti per il lavoro svolto, che è stato puntuale e molto preciso, molto ampio, ribadisco semplicemente che quello che ne emerge è un quadro desolante. Come ha evidenziato la collega Bianchi, c'è mancanza di strategia, soprattutto nella città Roma e in relazione alla criticità della situazione laziale. La città è sempre più sporca. Soprattutto, non si vedono strumenti efficaci all'orizzonte.
  Vi sono situazioni che si ricollegano anche ad aspetti particolarmente allarmanti, come quello che stiamo verificando nell'indagine sulla situazione degli autodemolitori. C'è un quadro complessivo della gestione dei rifiuti nel Lazio che necessita di una svolta.
  Purtroppo, questa svolta non mi sembra sia all'orizzonte. Penso e spero che quello che emerge dal quadro che consegniamo al Parlamento e alle altre istituzioni possa contribuire a questa svolta, che, come dicevo, sembra lontana dal divenire.

PRESIDENTE. Ringrazio tutti. Voglio esprimere una brevissima considerazione.
Abbiamo ascoltato le dichiarazioni delle relatrici e dei vari rappresentanti dei gruppi. Vorrei che di questa relazione, naturalmente al di là della dialettica, più che legittima, tra le parti, non dimenticassimo il grande valore condiviso, cioè quello di aver restituito al Parlamento, con un lavoro impegnativo e molto faticoso, un quadro organico e completo di una situazione complessa che è oggettivamente frutto di una serie di vicende che si intrecciano tra loro e che riguardano le scelte fatte o non fatte, vicende giudiziarie e così via.
Vorrei che davvero noi valorizzassimo al meglio le informazioni importanti che questa relazione consegna al Parlamento.
Per questa mi permetto semplicemente di ringraziare, naturalmente, in prima persona le due relatrici, gli uffici, tutti quelli che vi hanno lavorato, a partire dal gruppo dei consulenti che ci ha lavorato in questi due anni circa, l'ingegnere Valeria Frittelloni, il tenente colonnello Sergio Spatarella, il dottor Massimiliano Iervolino, il dottor Andrea Palladino e, su tutti, il magistrato, che è già stato ricordato e ringraziato più volte, il dottor Giuseppe Battarino, che ha lavorato a comporre un quadro anche nella fase delle osservazioni e dei contributi che sono venuti dai colleghi dal momento della predisposizione.
Ringrazio tutti loro non solo per il lavoro svolto, ma personalmente anche perché mi hanno accompagnato in questo passaggio finale complicato e impegnativo di approvazione di questa relazione in maniera molto preziosa, avendo io assunto la guida della Commissione in corso nella gestione primaria di questa relazione.
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la proposta di relazione.

È approvata all'unanimità.

La Presidenza si riserva di procedere al coordinamento del testo approvato, che sarà pubblicato come Doc. XXIII, n. 32.
Avverto inoltre che, se non vi sono obiezioni, sarà fatta richiesta alle Presidenze dei due rami del Parlamento di inserire la discussione della relazione nei rispettivi calendari dei lavori.
Sospendo la seduta.

Pag. 8

  La seduta, sospesa alla 9.10, riprende alle 14.05.

Audizione di Fabrizio Vigni, nella qualità di ex presidente di Siena ambiente.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Fabrizio Vigni, nella qualità di ex presidente di Siena ambiente, accompagnato dall'avvocato Daniele Bielli, che ringrazio della presenza.
  L'audizione odierna, che è stata richiesta dall'interessato, rientra nell'ambito dell'approfondimento territoriale che la Commissione sta svolgendo sulla regione Toscana, con particolare riguardo alla gestione del ciclo dei rifiuti nell'ATO Toscana sud
  Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo dunque la parola al dottor Fabrizio Vigni per lo svolgimento di una relazione introduttiva, che pregherei di illustrare entro i quindici minuti, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  FABRIZIO VIGNI, Ex presidente di Siena ambiente SpA. Vorrei dirvi anzitutto perché ho chiesto di essere ascoltato dalla Commissione. La risposta semplice è che voglio contribuire in ogni sede, dunque compresa questa, all'accertamento della verità sulla gara dell'ATO Toscana sud.
  Consentitemi un'unica nota personale. La mia vita, il mio impegno ambientalista, il mio impegno nelle istituzioni, li ho vissuti dalla parte della legalità. Mi trovo tra le persone sottoposte a indagini per quella gara: io non ho mai neppure lontanamente immaginato di poter commettere atti illeciti. Sono sconcertato all'idea che possano esservi stati atti illeciti, e dunque voglio contribuire in ogni sede, come ho già fatto con i magistrati inquirenti, a ricostruire il contesto e, per quanto a mia conoscenza, le vicende al centro delle indagini.
  Ho consegnato alla procura di Firenze una memoria dettagliata, che consegno anche a questa Commissione con una richiesta di segretazione, visto il procedimento giudiziario aperto. Vi consegno anche altri documenti, che spero possano esservi utili.

  PRESIDENTE. Non segretati?

  FABRIZIO VIGNI, Ex presidente di Siena ambiente SpA. Gli altri documenti non segretati.
  Anzitutto, qual era il mio ruolo? Io sono stato presidente di Siena Ambiente, società mista pubblico-privata. Ero presidente designato dai soci pubblici. Lo sono stato dall'aprile 2009 al marzo 2016. Siena Ambiente era una delle tredici società che in raggruppamento temporaneo di impresa, di nome Progetto6, parteciparono a quella gara e se la aggiudicarono. Sono stato anche per un breve periodo, dal gennaio 2013 al luglio 2014, presidente del nuovo gestore, SEI Toscana.
  Vorrei prima fare una rapida ricostruzione del contesto in cui si è svolta quella gara; un altrettanto rapido riferimento ai fatti contestati; infine, se mi consentite, una brevissima considerazione di carattere generale.
  Per quanto riguarda il contesto, vorrei richiamare alla vostra attenzione tre elementi che a me sembrano importanti.
  Primo, stiamo parlando di una delle primissime gare in Italia a livello di ATO. Siamo nel 2007, la regione Toscana con legge suddivide il proprio territorio in tre ambiti territoriali (ATO centro, costa e sud). L'ATO sud riguarda le province di Arezzo, Siena e Grosseto. Credo che la Toscana, ma mi pare di non sbagliare, sia stata la prima Pag. 9regione ad affidare il servizio a livello di ATO, come previsto dalla normativa (prima il decreto Ronchi e poi il codice ambientale del 2006), normativa se non sbaglio in larga parte d'Italia ancora inattuata.
  Gli ultimi dati che ho visto disponibili, almeno io, sono quelli del rapporto Green Book 2016, che vi consegno, secondo il quale nel 2016 in Italia vi erano solo cinque gare avviate o svolte a livello di ATO: le tre in Toscana, una in Umbria e una in Sicilia. In Toscana, la Toscana sud è stata la prima a svolgere la gara.
  Alla fine del 2007 – io non ero ancora presidente di Siena Ambiente – aveva preso il via un progetto di aggregazione tra sei gestori del servizio nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto, in parte misto pubblico-private e in parte pubbliche, alle quali poi si aggiunsero altre sette società private, prendendo il nome di Progetto6. Il raggruppamento temporaneo di impresa poi si costituirà formalmente nel giugno 2012. Credo già sappiate che il bando viene pubblicato a luglio 2010. Oltre a Progetto6, partecipano anche Hera e Iren, quest'ultima in raggruppamento. Tutti e tre i concorrenti superano la fase di prequalifica, poi Hera e Iren non presentano l'offerta. L'aggiudicazione avviene a ottobre 2012.
  Passo al secondo elemento di contesto. L'avvio della nuova gestione non è stato semplice – il nuovo gestore era SEI Toscana, come vi dicevo – intanto perché non è mai facile l'integrazione tra società diverse o rami di azienda. Fatto sta che all'inizio, almeno per come l'ho vissuta, SEI Toscana ha fatto un po’ fatica a ingranare la marcia giusta; i comuni o parte di loro hanno fatto un po’ fatica a comprendere il nuovo sistema di regole con un unico contratto di servizio; l'ATO ha fatto fatica a svolgere il proprio mestiere. Non sono mancati in quella fase neanche contenziosi tra l'ATO e il gestore.
  A mio parere, però, la principale criticità è stata il progressivo accentuarsi dello squilibrio in SEI Toscana tra parte pubblica e parte privata a favore di quest'ultima. Vi dicevo che SEI Toscana, come Siena Ambiente e altre società di quel raggruppamento, sono società miste pubblico-private. Inizialmente, il 59 per cento di SEI Toscana era detenuto dai cosiddetti soci gestori, misti pubblico-privati e alcuni pubblici; il 41 per cento dai cosiddetti soci industriali privati.
  Se, però, si considerano anche le partecipazioni indirette, già inizialmente vi era una sostanziale maggioranza privata, e il vero motore era la parte privata, come poi documento anche nei documenti che vi ho consegnato. Ben undici delle tredici società del raggruppamento erano riconducibili a un soggetto privato di nome STA, che attraverso un sistema complesso e ramificato di partecipazioni esercitava, e credo eserciti tuttora, una funzione pervasiva sull'intero sistema societario.
  Nel tempo, la situazione si è ancora squilibrata. Se non erro – io non ho più ruoli da ormai quasi due anni – a oggi circa il 68 per cento di SEI Toscana è direttamente o indirettamente riconducibile ai soci privati. Lo hanno evidenziato anche i commissari nominati dal prefetto su richiesta dell'ANAC, e ho letto nelle vostre audizioni che il presidente Cantone ha detto che «il pubblico è di fatto esautorato dalle scelte che riguardano la società».
  Se nel 2014 mi ero già dimesso da presidente di SEI e nel 2016, già prima di ricevere l'avviso di garanzia, avevo deciso di lasciare anche la presidenza di Siena Ambiente, è stato perché avvertivo una difficoltà crescente a operare in un contesto a egemonia privata avendo a cuore la tutela dell'interesse pubblico. Non c'erano per me più le condizioni per lavorare con serenità.
  A margine, non credo di avere pregiudizi ideologici sul tema pubblico-privato, anche se quando si parla di servizi pubblici locali personalmente giudico fondamentale un ruolo del pubblico, ma alla luce dell'esperienza compiuta ho maturato un'opinione molto critica sul modello delle società miste pubblico-privato. Non pretendo che sia una valutazione condivisa. Di sicuro, se tornassi indietro, non accetterei mai di essere il presidente designato dalla parte pubblica in società amministrate a egemonia privata. Pag. 10
  Vengo al terzo elemento di contesto, la situazione dei rifiuti nella Toscana Sud nel 2010, quando parte la gara: territorio vasto, tre province, 103 comuni, poi arrivarono altri sei comuni livornesi, Piombino e la Val di Cornia, 850.000 abitanti, territorio di grande valore ambientale, ma molto disomogeneo dal punto di vista della gestione dei rifiuti, alcune situazioni avanzate e altre più arretrate.
  La situazione senese, che io seguivo, era considerata tra le migliori in Toscana, con raccolta differenziata intorno al 50 per cento, autosufficienza impiantistica, un territorio divenuto carbon free, primo in Europa, anche con il contributo del riciclo e delle rinnovabili. Se, però, nel 2010 si allargava lo sguardo all'intera Toscana sud, la situazione appariva molto più eterogenea.
  Per farvi alcuni esempi, c'erano situazioni con raccolta differenziata oltre il 60 per cento e situazioni sotto il 20 per cento; esperienze virtuose di riciclo, ma ancora troppo smaltimento in discarica; gestioni più efficienti (Siena), meno efficienti (Grosseto), frammentate (Arezzo); territorio autosufficienti dal punto di vista impiantistico (Siena e, in buona parte, Arezzo), molto meno (Grosseto); costi del servizio più bassi in alcuni luoghi (Siena), più alti della media nazionale in altri (Grosseto).
  Se ho creduto in quel progetto, è perché ritenevo che costruire una gestione unica fosse un presupposto per portare tutto il territorio verso i migliori standard europei: forte incremento di riciclo, drastica riduzione dello smaltimento in discarica, insomma un modello di economia circolare.
  Ciò detto, presidente, entrerei per un attimo nel merito con un rapido riferimento ai fatti contestati, quindi credo sia opportuno per correttezza chiedere la segretazione di questa parte.

  (I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)

  PRESIDENTE. Ha da aggiungere una piccola considerazione?

  FABRIZIO VIGNI, Ex presidente di Siena ambiente SpA. Sì, solo un minuto, se mi consentite.
  Proprio perché questa è stata, se non la prima, una delle primissime gare a livello di ATO in Italia, al netto della vicenda giudiziaria e di eventuali responsabilità, che ovviamente è compito della magistratura accertare, vorrei dirvi che quell'esperienza, per come io l'ho vissuta, a mio parere evidenzia alcune «di sistema», che quindi, nel bene e nel male al di là della vicenda dell'ATO Toscana sud, forse hanno un interesse di carattere generale che non riguarda solo la Toscana.
  La domanda di fondo che mi faccio e che faccio è: come si tutela nel modo migliore possibile l'interesse pubblico della gestione dei rifiuti urbani, laddove interesse pubblico per me significa anche qualità dei servizi ai cittadini, tutela dell'ambiente, rispetto della legalità e così via?
  Nel caso specifico di SEI Toscana, come già ho detto, a mio parere sarebbe importante che potesse divenire una società a maggioranza pubblica, cosa che oggi non è. Il punto determinante, però, a mio parere, è un altro: è fare in modo che, a prescindere dalla natura pubblica, privata o mista di chi gestisce il servizio, vi siano istituzioni pubbliche che in modo efficace pianifichino, regolino e controllino, e dunque tutelino l'interesse pubblico.
  Qui temo che ci sia, purtroppo, un problema irrisolto. A venti anni dal decreto Ronchi, possiamo dire che l'Italia ha fatto grandi passi in avanti nella gestione dei rifiuti, seppur con forti disparità territoriali, ma a mio parere ciò che rimane ancora incompiuto è il sistema di governance e di regolazione, a cominciare dagli enti di governo degli ATO, dalla loro operatività, dalle modalità di affidamento, dai piani di ambito.
  Intanto, se riteniamo che quella degli ATO, degli ambiti territoriali, sia la dimensione giusta, allora bisognerebbe rispettare e attuare la normativa sull'intero territorio nazionale, ma non basta a mio parere neppure questo.
  Almeno per la mia esperienza, anche in una regione come la Toscana, che pure si è mossa tra le prime, ho rilevato almeno due criticità. Pag. 11
  La prima è che le autorità di ambito non sempre hanno strutture e competenze adeguate per svolgere funzioni così complesse. L'altra è che i comuni, non per loro colpa – intendiamoci – si trovano contemporaneamente a fare tre mestieri diversi, che si sovrappongono. I comuni si trovano, quando sono membri dell'ATO, a svolgere le funzioni di pianificazione, regolazione, controllo e determinazione di tariffe; al tempo stesso, sono anche clienti del servizio; spesso, sono anche soci o proprietari dell'azienda che gestisce il servizio. Sono tre mestieri diversi, con contraddizioni evidenti.
  Come si superano queste criticità? Naturalmente, non ho le risposte. Una risposta almeno parziale che mi sento di dare è che un passo importante sicuramente può essere l'istituzione di un'autorità indipendente nazionale di regolazione, come da tempo si è fatto per l'energia e per l'acqua e come, se non sbaglio, è previsto proprio ora nella legge di bilancio. Intanto, avremmo un'autorità nazionale indipendente che definisce livelli di qualità, schema tipo dei contratti di servizio, metodo tariffario sulla base di costi standard e del principio che chi inquina paga.
  In ogni caso – questa è l'unica considerazione che volevo aggiungere di carattere generale – a mio parere quello di come si garantisce un sistema di governance e regolazione efficace su tutto il territorio nazionale è un tema almeno in parte ancora irrisolto, che comunque consegno alla vostra riflessione.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Vigni.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio per l'audizione, presidente. Farò una domanda legata al commento all'ultima parte. Mi spiace fare commenti, dovremmo essere più puntuali.
  Relativamente a quest'autorità indipendente, per adesso, per come è stata impostata in legge di bilancio, io ho fatto l'emendamento soppressivo, ma sono in minoranza, è stato bocciato. L'emendamento è per portare quest'autorità in capo al Ministero dell'ambiente, che a parere del mio gruppo dovrebbe essere quello che regola.
  Lei non ritiene che tutta questa regolazione abbia senso in un ambito pubblico? Questo non avrebbe potuto migliorare anche una serie di aspetti amministrativi che si vedono in questa vicenda?
  A mio parere, in base alle carte uscite anche – parliamoci chiaro – da notizie di stampa, con un controllo pubblico migliore alcuni aspetti sarebbero stati evitati.

  PRESIDENTE. Oggi l'onorevole Zolezzi ha deciso di parlarci dei suoi emendamenti alla legge di bilancio. Facciamo le domande.
  Io ho una domanda da fare al dottor Vigni. La società SEI Toscana ha partecipato – lo ha detto durante il suo intervento – ad altre gare di gestione rifiuti e quali in questo periodo, anche non nella fase in cui aveva un ruolo di responsabilità, se ci può fornire quest'informazione?
  Do la parola al dottor Vigni per la replica.

  FABRIZIO VIGNI, Ex presidente di Siena ambiente SpA. Rispondo, intanto, alla domanda.
  Se ho ben compreso, la risposta è, per quanto ovviamente riguarda le situazioni che sono state a mia conoscenza – ripeto che non sono più amministratore né in Siena Ambiente né in SEI Toscana ormai da quasi due anni – che SEI Toscana, il raggruppamento temporaneo di impresa, aveva partecipato alla gara dell'ATO centro, ovvero quella di Firenze, Prato, Pistoia e dintorni, gara che poi è stata giudicata non so se a oggi in via definitiva o meno ai gestori locali uscenti (Quadrifoglio, Publiambiente e altri raggruppamenti di impresa), da cui il raggruppamento di cui faceva parte SEI Toscana era stato escluso per motivazioni di carattere tecnico-formale.
  So che vi era un ricorso, ma francamente non so dirvi poi che evoluzione abbia avuto il contenzioso amministrativo.
  Non vorrei mancare di rispetto all'altra osservazione...

Pag. 12

  PRESIDENTE. Brevemente, non vorrei un dibattito.

  FABRIZIO VIGNI, Ex presidente di Siena ambiente SpA. Naturalmente, è una valutazione di carattere strettamente personale. La mia opinione è che un'autorità come quella di cui ho parlato abbia o possa avere una funzione utile se è un'autorità indipendente, e quindi non riconducibile o dipendente da un ministero, ma sia un’authority a tutti gli effetti, che vada a supportare un sistema di regolazione, che poi deve avere il suo perno negli enti di governo degli ambiti territoriali ottimali. Questa è la mia opinione.

  ALBERTO ZOLEZZI. Nell'acqua ha fallito e ha fatto salire le cifre.

  PRESIDENTE. Non facciamo un dibattito sulle autorità indipendenti. Non essendoci ulteriori domande, ringraziamo il nostro ospite. Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, nella riunione odierna, l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha stabilito la conferma di tutti i collaboratori della Commissione anche per l'anno 2018, conservandone il medesimo regime.

  La seduta termina alle 14.45.