XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città

Resoconto stenografico



Seduta n. 28 di Giovedì 23 novembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Causin Andrea , Presidente ... 3 

Seguito dell'esame della relazione sull'attività della Commissione (rel. Morassut):
Causin Andrea , Presidente ... 3 
Morassut Roberto (PD)  ... 3 
Causin Andrea , Presidente ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Causin Andrea , Presidente ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Causin Andrea , Presidente ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Causin Andrea , Presidente ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Gasparini Daniela Matilde Maria (PD)  ... 6 
De Maria Andrea (PD)  ... 8 
Mannino Claudia (Misto)  ... 9 
Gasparini Daniela Matilde Maria (PD)  ... 10 
Causin Andrea , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA CAUSIN

  La seduta comincia alle 10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Seguito dell'esame della relazione sull'attività della Commissione (rel. Morassut).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sull'attività della Commissione (rel. Morassut), di cui all'articolo 2, comma 4, della delibera istitutiva della nostra Commissione.
  Ringrazio i consulenti che hanno voluto essere presenti e partecipare a questa e alle prossime sedute, fondamentali per definire il profilo e l'orientamento della relazione finale.
  Propongo che anche per la seduta odierna sia pubblicato il resoconto stenografico.
  Ricordo che nella seduta dello scorso 14 novembre il relatore Morassut aveva proceduto a una prima illustrazione dello schema di relazione, corredato da materiale molto importante che abbiamo raccolto.
  Do notizia ai consulenti che la Commissione è stata prorogata dall'Assemblea della Camera nella data di martedì scorso. Avremo tempo fino alla fine della legislatura per eventualmente integrare, completare e affinare il nostro lavoro, ma ci siamo comunque proposti di presentare il lavoro definito entro metà dicembre. Direi di procedere rapidamente.
  Il collega Morassut in questi giorni ha ulteriormente lavorato sulla relazione, quindi gli do la parola per fare il punto della situazione.

  ROBERTO MORASSUT. La bozza di relazione oggi in esame rappresenta un ulteriore stato di avanzamento di una traccia di lavoro, che in molte parti si trova ancora a livello schematico e che, ancorché integrato con gli elementi emersi nel corso della seduta dello scorso 14 novembre, richiede di essere ulteriormente rivisto e implementato. Per questa ragione anche nella seduta odierna ne illustrerò le linee generali, dando un quadro dello stato di avanzamento, riservandomi di presentarlo in una veste più completa in una prossima riunione, nella quale potrà essere anche allegato al resoconto della seduta.
  Siamo in una fase abbastanza cruciale della stesura del rapporto. Come avete visto anche nei giorni precedenti, utilizzando gli strumenti più diretti di cui disponiamo, soprattutto la chat, che credo colleghi sicuramente i commissari, non so se anche i consulenti, ma con i consulenti che sono qui abbiamo parlato, ho chiesto di accelerare su alcuni aggiornamenti, indispensabili per codificare e cristallizzare i contributi emersi nella precedente riunione.
  Avevo inviato una nota riassuntiva dei punti sollevati nella riunione, inviata ai singoli capifila tematici e di città, ai quali abbiamo chiesto di coordinare le monografie relative ai temi e alle città. All'interno del materiale disponibile – ma i contributi sono arrivati fino a ieri, quindi continuerò alla fine di questa seduta con un testo compilato, che sarà inviato a tutti – ho provveduto a inserire tutti gli emendamenti sollevati, che adesso possiamo anche ricostruire Pag. 4 a uno a uno, ma sono raccolti nella nota inviata. Sono stati praticamente quasi tutti accolti. Soltanto una questione resta aperta, sollevata dalla collega Mannino sul tema abusivismo. Avevo chiesto alla collega di chiarire meglio i contorni di questo tema su una scala nazionale per la parte della rigenerazione. Sull'abusivismo, quindi, è necessario un ulteriore aggiornamento, una precisazione.
  Nel frattempo, è pervenuto da parte della collega Gasparini un'integrazione sulla parte rigenerazione per Milano. Lo stesso è stato fatto per Roma. Il rapporto sulla rigenerazione è stato integrato dalle osservazioni del dottor Storto e degli altri che sono intervenuti nel corso della precedente riunione. Dovrebbero essere arrivati, ma non li ho ancora visti, la monografia su Torino, sulla quale ieri Laura Castelli mi ha detto di aver sostanzialmente concluso il lavoro, e credo la parte su Venezia, mi pare in fase di conclusione. Non c'è adesso l'onorevole Rostan, ma visto che stiamo in una sede di discussione di merito, debbo dire che, tra le varie monografie, quella su Napoli mi pare ancora molto bisognosa di lavoro. Presa così, è la restituzione sostanzialmente cronachistica della missione a Napoli, alla quale peraltro non ho partecipato personalmente, e di alcuni aspetti delle audizioni svolte qui con il sindaco De Magistris e i suoi collaboratori di giunta. Ritengo che su Napoli si debba fare un lavoro di implementazione rivolto a un inquadramento di scenario della città, a una definizione delle problematiche principali e alla menzione dei contributi attivi circolati all'interno della Commissione, che già esistono in quel rapporto. Deve essere un po’ strutturato. Non so se possiamo chiedere all'onorevole Rostan di fare questo lavoro avvalendosi dei nostri uffici, che possono attingere alle fonti depositate, agli indirizzi della stessa onorevole Rostan, e semmai aiutarla nella fase di redazione, visto che probabilmente questo, in questa fase un po’ faticosa per tutti, magari ha comportato tempi un po’ più lunghi.
  Ho ricevuto sia una nota molto dettagliata sulla sicurezza del colonnello Nucci, che credo sia stata poi girata all'onorevole De Maria, sia un suggerimento di impianto, di indice generale della relazione, che, pur essendo molto prezioso, ci riserviamo di approfondire ulteriormente, tenuto conto che la struttura di indice della relazione è abbastanza consolidata, e quindi tutti gli aggiustamenti sono positivi, purché facciamo attenzione a non dover disfare il vestito e a rifarlo completamente. Con un attimo di attenzione possiamo modellare meglio alcuni aspetti e andare avanti anche su questo.
  Come vedete, sono stato abbastanza rapido. Dobbiamo fare una discussione di merito e politica, quindi ritengo tutti insieme – è un suggerimento – sulla parte conclusiva. Dobbiamo scrivere il rapporto conclusivo, non lungo.
  Ho dimenticato di dire che, nel frattempo, anche il professor Roma ha ulteriormente implementato la parte introduttiva con un aggiornamento di dati Istat, che restituiscono ancora meglio elementi di riflessione di quadro generale sulla situazione delle periferie. Credo che oggi sia in grado di consegnare questo testo agli uffici in versione informatica. L'altra volta il professor Roma non era presente perché aveva un altro impegno.
  Voglio segnalare un punto. In più interventi della riunione scorsa è stato segnalato un elemento che forse, spiegato meglio, è già di per sé risolto. Da un punto di vista di analisi generale, l'approccio è stato abbastanza condiviso da tutti nella Commissione e ha trovato un notevole riscontro anche, in questi giorni, nei commenti esterni, sui giornali, che necessariamente attendono questo lavoro con grande attenzione, quindi chiedono anche di interloquire con la Commissione. Lo abbiamo fatto nei limiti istituzionali di questo lavoro, abbiamo anche offerto piccole occasioni di informazione sul lavoro che si sta svolgendo, come onestamente era inevitabile. Qual è stato l'approccio in questa discussione? Il tema delle periferie va ridefinito anche etimologicamente. Le periferie non sono più solo ciò che è intorno, ma sono il complesso della questione urbana, le interrelazioni che si sono ormai determinate nel complesso dei tessuti urbani anche centrali o Pag. 5semicentrali di aree di degrado, di arretratezza, di interruzioni, di slabbrature, di situazioni di povertà, genericamente di disagio. Quello è il focus del nostro obiettivo. Molti, però, hanno segnalato, anche se di questo non sono personalmente convinto, ma lo pongo come tema, soprattutto perché il professor Roma possa discioglierlo e spiegarlo meglio essendo oggi presente, che nella parte introduttiva l'approccio che sembra prevalere tende a confermare l'idea di un intorno dove prevale l'elemento del disagio. Apro e chiudo parentesi. La cosa per la situazione della città di Roma è ancora abbastanza vera, ma forse non prevalente in altre realtà, rispetto a questo secondo punto di vista. Questo è un punto che secondo me, se il professor Roma ci aiuta a sciogliere per capire meglio, è bene affrontarlo.
  Per le conclusioni credo che dobbiamo fare una discussione, mettere in fila i nuclei essenziali delle proposte, ovviamente con la tara che abbiamo detto, cioè il carattere di indirizzo, le sei o sette questioni, trarne un indice, che poi consegnerei a un gruppo di consulenti e agli uffici perché se ne tragga redazionalmente un documento conclusivo, che discuteremo alla fine dei lavori.
  Metterci personalmente a scrivere risulta obiettivamente, in queste ultime giornate, abbastanza complicato per tutti, per ovvi motivi. Non ci si riesce mentalmente. È un lavoro che si deve fare a tavolino, con documentazione, con attenzione, e purtroppo la nostra giornata, almeno parlo dei commissari, è devastata da mille cose giornaliere.
  Ultima questione, nella documentazione prodotta dalla Commissione, come sappiamo, oltre alla parte degli allegati, che sarà consultabile sul sito, sono tre gli oggetti: la relazione, il docu-film e il rapporto fotografico, al quale si è dedicato con particolare passione Paolo Gandolfi, stracitato, quindi non lo dico più di tanto, sennò mi rimprovero che l'ho citato troppe volte. Gandolfi ha fatto un ottimo lavoro, ritengo. Anche questo ottimo lavoro, però, ha bisogno di ulteriori implementazioni. Ogni città che è stata documentata in maniera visiva con questo corredo fotografico ha bisogno di una didascalia, e queste didascalie sono ancora pochine, bisogna farle. Sempre per i responsabili delle città, tranne coloro che hanno già provveduto, sollecito le schede sulla rigenerazione. La parte rigenerazione, parte abbastanza importante della relazione, anche culturalmente, deve essere declinata sul territorio, quindi è bene avere un'uscita per ogni città.
  Sul carattere della relazione nella scorsa riunione c'è stata diversità di punti di vista. C'è stato chi ha sollevato il problema di una relazione troppo di taglio accademico e poco «maneggevole» – posso usare questo termine ai fini di una comunicazione divulgativa; c'è stato chi, invece, ha sollevato il tema esattamente contrario. Ora, non perché sia convenzione, ma in medio stat virtus. Io ritengo di esprimere questa opinione. La relazione si rivolgerà a un insieme di mondi, che sono mondi popolari, mondi comunicativi, mondi politici, ma anche mondi accademici. Ieri, ho partecipato alla rassegna di UrbanPromo di Inu e Urbit a Milano proprio sul bando delle periferie – c'era anche qualche consulente della Commissione, c'era la dottoressa Giannino, amministratori d'Italia, c'è una grande attesa anche in questo mondo – sulle politiche per la rigenerazione, sulle innovazioni anche procedurali, sulle proposte. È chiaro che questo rapporto non può essere completamente denudato da elementi anche di carattere scientifico. Li possiamo alleggerire, li possiamo ulteriormente modellare per non addetti ai lavori: è un aspetto redazionale che cureremo in fase di finale e definitiva limatura del lavoro.
  Sulla parte del rapporto documentario, il docu-film, credo che siamo ormai nella fase conclusiva. Il lavoro dovrebbe esserci illustrato informalmente nei prossimi giorni.
  Vorrei sottoporvi una riflessione prettamente di carattere politico. Questo docu-film è, giustamente, un docu-film, non un cinegiornale, non sono quelli i tempi, per cui racconta fatti. Ritengo, però, non per opposizione di partigianeria politica, ma per una maggiore adesione al carattere di docu-film, che sia giusto in questo documentario rendere conto della politica che il Governo ha proposto, anche con una finestra Pag. 6 di pochi minuti che possa essere dedicata a una breve intervista o al Ministro delle infrastrutture o a un esponente del Governo, che spieghi la natura per esempio di questo bando, il suo carattere, che è un fatto politico, un fatto istituzionale, che non riguarda la questione dei partiti. Dato che quest'opzione è stata inizialmente esclusa, mi permetto di riproporla, spiegando che secondo me non è un'intromissione della politica, ma un elemento di documentazione e di informazioni assolutamente necessario.
  Questo è quello che avevo da dire. Per sintetizzare, adesso lo trasmettiamo a tutti il lavoro raccolto a seguito dell'ultima riunione. Darei, se siete d'accordo, un certo numero di giorni, che decidiamo, per ulteriori e definitivi emendamenti e integrazioni.
  Ho ricevuto, per esempio, un emendamento molto dettagliato da parte di Misiani sulla parte «Ecobonus» e innovazioni energetiche, che abbiamo inserito nel rapporto. Mi pare il metodo giusto, cioè darci da qui in avanti i giorni di tempo che decideremo. Ognuno da domani avrà la bozza, si farà una scheda e dirà quello che ha da dire. Cerchiamo di presentare per la prossima riunione il materiale per la chiusa.

  PRESIDENTE. Sul piano del metodo, mi pare di capire che riusciremo in tempi molto brevi ad avere una bozza, su cui possiamo aprire un termine per gli emendamenti per la Commissione. Che termini ci diamo?

  ROBERTO MORASSUT. Domani, rapportandoci tramite gli uffici trasmettiamo la bozza via informatica. Per i giorni, decidiamo. Oggi è 23, avevamo detto che avremmo chiuso il 29, poi abbiamo spostato mi pare al 5. Se ci diamo una settimana di tempo per avere le integrazioni, il 5 saremo in grado di poter discutere. Valutiamo insieme.

  PRESIDENTE. Questa potrebbe essere una proposta di metodo, inviare domani un «semilavorato» a tutti i commissari e dare un tempo di una settimana per eventuali integrazioni della parte analitica.
  Rimane il tema più delicato, quello delle conclusioni. Anche qui mi pare che tu abbia fatto una proposta di metodo, una riunione dei commissari. Partiamo da una proposta, partiamo da una bozza?

  ROBERTO MORASSUT. Possiamo elaborare una proposta di indice delle problematiche, in questa riunione la discutiamo, la integriamo, e poi la consegniamo a un gruppo di redazione che scegliamo.

  PRESIDENTE. Affidiamo ai consulenti un indice politico, che va un po’ rielaborato con proposte puntuali e precise, che secondo me non deve essere la Treccani, ma quattro o cinque cartelle, qualcosa di assolutamente individuabile e leggibile. Che tempi ci diamo?

  ROBERTO MORASSUT. Mentre si raccolgono gli emendamenti sulla relazione, possiamo fare una riunione più ravvicinata possibile, anche martedì.

  PRESIDENTE. Martedì 28 ci potremmo dedicare...

  ROBERTO MORASSUT. Alla discussione politica sulle conclusioni.

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Dal punto di vista operativo, ho sentito che il dottor Storto sta tenendo conto degli ulteriori contributi sul tema casa, chiudendo la relazione sulla casa. Tra oggi e lunedì, ma probabilmente già oggi, arriverà il documento, che potrà essere meglio emendato anche dai colleghi.
  Restava aperto – avevamo fatto una discussione con la collega Mannino – la questione che hai posto relativamente all'abusivismo, se trattarla nel dossier casa o nel dossier rigenerazione. A questo punto, nel dossier casa tratteremo sicuramente le occupazioni abusive di case. Credo che il tema relativo alla gestione allegra dell'urbanistica, gli abusi edilizi, sia meglio metterlo, come è già, nella rigenerazione urbana. Mi sembrava giusto evidenziarlo, perché Pag. 7 è stato più volte sollevato, ma è un tema anche drammatico di alcune realtà del Paese, e credo che un ragionamento sia necessario.
  Vorrei anche chiedere di far sì che la bozza sia mandata a tutti i consulenti. Alcuni consulenti non sono stati più sentiti, non hanno ricevuto gli inviti. In maniera particolare, parlo di Calvaresi e Laino, che conosco, perché hanno lavorato con Milena Santerini, con la quale però non hanno più avuto contatti e neanche con noi. Vale la pena fare una verifica, niente di grave. Si tratta di far sì che quella parte sia meglio messa in coerenza con tutto il resto della relazione. Alcuni colleghi, come Milena Santerini, sono impegnati anche nel Consiglio europeo e capisco che hanno tempi e modalità di presenza in Commissione certamente diversi, visto appunto l'impegno europeo.
  Considero molto importante, invece, definire velocissimamente il documento finale. Per esperienza, credo di tutti noi, sappiamo che di documenti significativi, importanti, di merito sulla casa, sulla legislazione, ce ne sono tantissimi. La nostra è anche la certificazione di un'esperienza e di un impegno, ma da noi credo che si aspettino delle risposte.
  Dal punto di vista delle analisi, sono le nostre analisi, sono le nostre testimonianze, ma lì c'è dentro tutto. Come ho detto in Assemblea, le periferie sono il luogo del disordine: non sono sicuramente i bordi delle città, sono ovunque. Così com'è, abbiamo toccato tutto, dalla scuola alla sicurezza, a tutti i temi urbanistici che da quarant'anni non si affrontano. Alla fine, potrebbe essere una cosa che produce poco. Insisto – con alcuni ho già parlato – sul cercare invece di capire subito quale sia la scaletta metodologica e concettuale con la quale andiamo nel documento finale. Ho detto queste cose a me stessa e le ripeto ad alta voce. Credo che dobbiamo dire al Parlamento quali siano gli strumenti per riuscire a mettere in coerenza certe politiche. Quello che emerge è proprio questo. Mi ha molto colpito – il dottor Storto me lo ha regalato l'altro giorno, non l'avevo mai avuto – il librone realizzato vent'anni fa dal Ministero delle infrastrutture sui Contratti di quartiere: dice le stesse cose che stiamo dicendo oggi, e non è successo nulla in vent'anni.
  Credo che sarebbe importante capire se siamo d'accordo nell'inquadrare, così come Anci ci ha indicato, tutto ciò in un discorso che va da un coordinamento interministeriale e un diverso rapporto Stato-regioni. Uno dei temi di fondo su tutte le politiche anche di riqualificazione fatta negli anni passati è stato una competizione, un conflitto tra Stato e regioni. Ricordo il primo Contratto di quartiere: scelta di bando statale, e la regione Lombardia disse che loro non c'entravano, che l'aveva fatto lo Stato. Fu recuperato in extremis con grande fatica. Ci vuole una struttura che abbia chiaro che, per raggiungere dei risultati, in una Costituzione che vede materie concorrenti, una Costituzione oggi quasi fluida... Se il Veneto e la Lombardia con il referendum avranno competenze diverse, ruoli diversi e diverse funzioni rispetto ad altri, bisogna che lo Stato centrale si dia delle regole e dei metodi. Il coordinamento interministeriale, un dipartimento – su questo va discusso l'indirizzo che diamo – che si interfacci con l'Europa, cooperi con le regioni e aiuti i comuni a progettare, credo sia particolarmente importante.
  Dentro questo scenario, secondo passaggio, indichiamo l'esigenza che lo Stato italiano si doti di un'agenda urbana? Io dico di sì. Ho letto tutti i dodici punti dell'Agenda urbana europea, che è il punto di riferimento, e alcuni argomenti che abbiamo trattato non sono così esplicitamente trattati e indicati. Vale la pena dire che c'è un'agenda urbana italiana che mutua quella europea, anche perché i finanziamenti vengano dati attraverso quelle linee di obiettivi, e integra altri obiettivi, specifici e diversi. Credo che dobbiamo capire se questa è una traccia per ognuno di questi argomenti. Nell'Agenda europea e nella nostra, per i nostri temi, credo che dobbiamo individuare due o tre argomenti. Sarebbe opportuno che ognuno di noi politicamente, prima di darlo ai consulenti – questo è un documento proprio tutto politico – indicasse i tre, quattro punti che Pag. 8per ogni argomento giudichiamo importanti. Può essere fatto per argomento, ma anche per città.
  Se prendiamo Palermo e prendiamo Milano, sono due cose veramente diverse. Per Palermo, può essere indispensabile trovare una soluzione per l'abuso edilizio: impossibile, o possibile, non lo so. Per Milano, c'è la questione della rigenerazione molto forte, del recupero. Penso a tutto lo sforzo sugli scali ferroviari, alle bonifiche. Ci sono sicuramente situazioni diverse, che ripeto potrebbero essere trattate per tema (sicurezza, rigenerazione, casa), ma anche per città, che sono poi regioni, per le differenze.
  Altro punto che secondo me sarebbe importante capire – è sempre una questione di strumenti – riguarda le competenze. Come dossier casa, individueremo come problema, anche per le politiche della casa, la frammentazione tra Stato centrale e regioni e tra regione e regione. Serve un riordino, certo dentro una Costituzione che non ci aiuta, ma è possibile farlo. Diversamente, non esistono politiche strategiche del Paese. Alla fine, si arriva sempre in ritardo a rispondere ai problemi, perché di fatto dovrebbero esserci venti soggetti che studiano il cambiamento e poi fanno l'analisi. È un disastro.
  Sempre relativamente al dossier casa, considero centrale, alla luce anche del fatto che comunque il Parlamento ha votato la mozione secondo cui bisogna mettere mano alla legge 56, che dentro questo scenario diamo indicazioni su cosa vuol dire la riforma della legge 56 sui contenuti. Quali funzioni deve avere una città metropolitana per poter guidare questo processo? È il punto di riferimento per quanto riguarda la pianificazione. Non ho ombra di dubbio sui sistemi strategici, ma anche sul tema della riqualificazione dei sistemi urbani e via discorrendo. Non mi soffermo, ma credo che questo sia importante. Infine, mi sono permessa di anticipare nella mia dichiarazione in Assemblea, ma ne sono profondamente convinta, e so che tutti siamo d'accordo, che si deve chiedere che sia istituita una Commissione bicamerale nella prossima legislatura, con la certezza che sia una Commissione non più d'inchiesta, ma bicamerale. Rispetto a quegli obiettivi (coordinamento ministeriale, agenda urbana, obiettivi che daremo noi come Commissione, che speriamo possa votare già il Parlamento adesso, cosa di cui dubito, ma probabilmente sì), essa deve verificare l'attuazione di questi indirizzi. L'obiettivo politico tra tutti noi è di arrivare a un documento condiviso.
  Ultima cosa, ho letto come un fatto molto positivo nei confronti delle associazioni dei cittadini il fatto che il Parlamento sia andato nelle strade. Credo dovrebbe essere l'aspetto principale del Parlamento, che non è tanto fare le leggi – ne facciamo troppe, spesso e male – ma quello di capire e controllare se le politiche messe in campo funzionano, per poi fare modifiche legislative. Una Commissione bicamerale che controlla l'attuazione di alcuni indirizzi, ma tiene anche i rapporti con i territori, quindi con le loro rappresentanze, mi sembrerebbe molto importante da segnalare.
  Mi sono permessa di fare questa scaletta che già avevo fatto, perché se ci diamo un obiettivo, e con i nostri consulenti stabilire tre o quattro punti che consideriamo prioritari per ogni tema, almeno cominciamo a estrapolarli. Diamo ai consulenti poi la riscrittura, ma credo che politicamente uno, due, tre e quattro lo dobbiamo dire noi.

  ANDREA DE MARIA. Il percorso mi pare condivisibile e giusto come delineato da Morassut. Mi pare che stiamo facendo nei tempi dati un lavoro molto buono. Sui temi di merito, anch'io penso che questa proposta della Commissione bicamerale sia importante: la inseriamo come una delle proposte conclusive della Commissione, anche perché la Commissione è stata istituita a fine legislatura e oggettivamente un po’ schiacciata. Eppure, malgrado questo, il lavoro è stato molto importante. In questo modo credo si dia anche una continuità.
  Sul tema sicurezza, come veniva ricordato, il colonnello Nucci, che voglio ringraziare molto, perché si è insediato da poco, ma stiamo già lavorando mi pare molto bene, ha prodotto un testo ulteriore che mi pare molto ben fatto. Lo dobbiamo integrare con le due relazioni che già avevamo. Pag. 9Sono un po’ i tempi del ministero, ovviamente. So che il lavoro di sollecito viene fatto con una certa regolarità. Insieme al colonnello ci siamo organizzati. Martedì o mercoledì spero di mandare un testo integrato appunto tra il lavoro che ha fatto lui e le due relazioni, in modo da avere il materiale completo.

  CLAUDIA MANNINO. Le considerazioni che farò verranno, ovviamente, eventualmente riviste alla luce di quest'aggiornamento della relazione che avremo, penso, domani.
  Mi trovo molto d'accordo su quello che ha detto la collega Gasparini. Anche come modalità di scrittura della parte sull'abitazione, mi sono «ambientata bene». Vorrei, però, sottolineare qualcosa a proposito del metodo, almeno quello utilizzato per il primo capitolo, quello sulla rigenerazione urbana.
  Le tematiche descritte qua sono una fotografia dello stato attuale, dei dati attuali, ma mi piacerebbe, da lettore esterno, che fossero fortemente declinate sul tema delle periferie. A volte, ci sono argomenti molto interessanti, che però rientrano in un ragionamento generale. Probabilmente, o poi facciamo un focus sulla rigenerazione urbana nelle periferie o dobbiamo pensare a un concetto di rigenerazione urbana a 360 gradi, come spesso è fatto qui.
  Così come si è fatto il focus sulla rigenerazione urbana legata al recupero delle aree industriali dismesse, probabilmente varrebbe lo stesso metodo utilizzato per le periferie. Quando, ad esempio, si parla dei caratteri della rigenerazione o delle smart city, metodi che sono stati anche integrati con altre politiche, sono concetti che si applicano su scala cittadina, e possono rientrarci anche le periferie. Si parla, ad esempio, giustamente dell'illuminazione, della smart mobility, tutte cose applicabili alle periferie, ma anche al resto della città. Credo che dovremmo dare quell'indirizzo, ma magari mi sbaglio io, perché preferisco puntare direttamente al concetto, proprio per dare, anche se in maniera corposa, una relazione che focalizzi l'attenzione sulle tematiche proposte.
  In quest'ottica, ho inserito e mandato alla Commissione il mio contributo anche metodologico sulla questione dell'abusivismo. Non so se siamo qui per entrare nel merito della relazione, ma nel capitolo 2.2.2, «Patrimonio edilizio esistente e adeguamento energetico», siccome il nostro focus è sulle periferie, quindi sull'edilizia residenziale convenzionata, sull'edilizia dell'Iacp e anche su tutta l'edilizia della pubblica amministrazione, l'adeguamento energetico di cui si parla lo vogliamo focalizzare sul patrimonio del degrado delle periferie o lo stiamo focalizzando in generale sugli obiettivi delle nostre città? Resta fermo che magari faremo una revisione nel testo.
  Relativamente agli altri strumenti della Commissione, per quanto riguarda le fotografie, ognuno di noi ha mandato il suo contributo cercando di focalizzarsi sulle tematiche che volevamo evidenziare. Banalmente, proprio perché sono caratterialmente molto concreta e materiale, abbiamo un numero di fotografie da fare in base al tema o in base alla città? Ovviamente, declinandolo sull'ispezione che abbiamo fatto a Milano, se decidiamo per venti fotografie, sarebbero tutte sull'occupazione degli immobili abusivi, sulla qualità dell'edilizia, le tipologie edilizie utilizzate, le situazioni di marginalità, ma magari ci sono altre questioni che a Milano non abbiamo trattato, come il tema della sicurezza o quello delle infrastrutture. Lo stesso ragionamento vale per Palermo, dove abbiamo focalizzato l'ispezione su due tematiche, sostanzialmente: abusivismo edilizio e qualità dell'edificato in termini sia di infrastrutture sia di servizi a rete, appalti e così via. Come comportarci? Vogliamo fare un ragionamento fotografico sul tema o numerico?
  Quanto al docu-film, ci verrà poi relazionato lo schema, il metodo che si è pensato. Dico subito che posso anche essere d'accordo che ci sia qualche minuto sulle politiche che questo Governo ha tentato di mettere in piedi per affrontare il problema. Mi piacerebbe, ma non so che percorso ha fatto il progetto editoriale, ricordare che siamo una Commissione d'inchiesta. Non siamo una Commissione d'inchiesta come Pag. 10le altre, siamo più «colloquiali», ma mi piacerebbe – probabilmente, emergerà, ma dico per entrare nel merito delle questioni – che emergesse il fatto che siamo una Commissione d'inchiesta e che, sì, ci sarà quello che ha fatto il Governo, ma forse ci sarà anche una critica a quello che non ha funzionato o forse, anche lì, il docu-film farà emergere le criticità che abbiamo rilevato in questo periodo.
  Volevo condividere con voi queste questioni.

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Dobbiamo capire che cosa c'è nella legge di stabilità, che cosa il Governo intenderà mettere a disposizione per le periferie per il 2018. Siccome mi confermava che c'è un finanziamento global, in cui ci sono più o meno soldi rispetto a un progetto, sarebbe interessante, con voi in questo caso, con i consulenti e con il nostro aiuto, capire se, rispetto a tutto il ragionamento fatto sul bando attuale, è possibile dare indirizzi qualitativi, più che quantitativi, sul tema nuove risorse. Faccio un esempio. Nel gruppo di lavoro del tema casa proporremo che si faccia una sperimentazione di modelli gestionali dell'edilizia pubblica diversa. Oggi, c'è una separazione tra case pubbliche dello Stato, delle regioni, dei comuni, poi c'è l'Ers. Sarebbe importante che ci fosse un soggetto unitario che metta assieme in maniera diversa nei territori cooperative, soggetti che fanno case di edilizia residenziale sociale, quella comunale e quella regionale. Anche oggi ho visto che la Raggi ha fatto una dichiarazione sui 2.000 alloggi sulle persone fuori dai limiti, ma non li può buttar fuori, perché è difficile che ci siano i milionari nelle case Erp... Non riescono a stare sul mercato a 1.000-1.500 euro, è molto difficile, e non di botto. Siccome manca l'affitto in questo Paese, bisognerebbe avere una capacità di gradualità: scusate, mi sono soffermata sul merito. Ne manda fuori 2.000, e 2.000 vanno sotto il comune, al Campidoglio. Non è così semplice. Le situazioni sono molto differenziate. Se hanno 70.000 euro di reddito e hanno due persone anziane in casa o un soggetto portatore di handicap, le cose cambiano. Lo so per esperienza.
  Sarebbe interessante capire se riusciamo a dare subito degli indirizzi per il 2018 per quelle risorse.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti e rinvio il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.40.