XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 193 di Lunedì 16 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del sindaco di Graffignano, Anselmo Uzzoletti:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Polverini Renata (FI-PdL)  ... 7 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 7 
Polverini Renata (FI-PdL)  ... 8 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 8 
Polverini Renata (FI-PdL)  ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Nugnes Paola  ... 11 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Nugnes Paola  ... 11 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Nugnes Paola  ... 11 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Nugnes Paola  ... 11 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 11 
Zibellini Enrico , Consulente legale del comune di Graffignano ... 11 
Nugnes Paola  ... 12 
Zibellini Enrico , Consulente legale del comune di Graffignano ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 
Uzzoletti Anselmo , Sindaco di Graffignano ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 

(La seduta, sospesa alle 17.25, riprende alle 18.30) ... 12 

Audizione del presidente e amministratore delegato di Sogesid, Enrico Biscaglia:
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Biscaglia Enrico , Presidente e amministratore delegato di Sogesid ... 13 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 15 
Nugnes Paola  ... 17 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 17 
Nugnes Paola  ... 20 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 20 
Bratti Alessandro , Presidente ... 21 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 21 
Bratti Alessandro , Presidente ... 22 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 22 
Bratti Alessandro , Presidente ... 22 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 22 
Bratti Alessandro , Presidente ... 22 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 22 
Bratti Alessandro , Presidente ... 22 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 22 
Bratti Alessandro , Presidente ... 22 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 22 
Bratti Alessandro , Presidente ... 22 
Braga Chiara (PD)  ... 22 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 23 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 24 
Bratti Alessandro , Presidente ... 24 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 24 
Nugnes Paola  ... 24 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 24 
Nugnes Paola  ... 24 
Mita Mario , Direttore dei lavori ... 24 
Nugnes Paola  ... 24 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 24 
Nugnes Paola  ... 25 
Alfano Giuseppe , Responsabile unico del procedimento ... 25 
Bratti Alessandro , Presidente ... 25 
Biscaglia Enrico , Presidente e amministratore delegato di Sogesid ... 25 
Nugnes Paola  ... 26 
Biscaglia Enrico , Presidente e amministratore delegato di Sogesid ... 26 
Nugnes Paola  ... 26 
Biscaglia Enrico , Presidente e amministratore delegato di Sogesid ... 26 
Bratti Alessandro , Presidente ... 26

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 16.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del sindaco di Graffignano, Anselmo Uzzoletti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Graffignano, Anselmo Uzzoletti, accompagnato dall'avvocato Enrico Zibellini, dall'avvocato Guido Saleppichi e dall'assessore Pietro Volpi, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento sulla regione Lazio.
  Abbiamo fatto qualche mese fa delle audizioni e abbiamo ascoltato anche il viceprefetto, che è venuto a riferirci sulla situazione del vostro territorio, facendoci presente li problemi derivanti dall'inquinamento da rifiuti. Uno dei motivi per cui abbiamo chiesto l'audizione, visto che si parlava di un'ampiezza di oltre 140-170 ettari dell'area, è capire qual è la situazione attuale.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti e alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque.
  Avverto infine i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Lo dico nel caso ci fossero delle informazioni che volete segretare, soprattutto se ci sono indagini coperte da segreto.
  Nel cedere la parola al sindaco Uzzoletti per lo svolgimento della relazione introduttiva, le chiedo di spiegarci qual è lo stato dell'arte. Inoltre, visto che lei ha portato dei collaboratori e può decidere di farli intervenire su sua richiesta, chiedo loro di specificare nome e cognome per la registrazione.
  Non so se le è stato già chiesto, ma lei non è indagato, vero?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. No.

  PRESIDENTE. Lo dicevo perché, essendo venuto con gli avvocati, siamo tenuti assolutamente a sapere qual è lo status giuridico della persona che viene ascoltata. Do la parola al sindaco Uzzoletti.

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Buonasera, onorevole presidente. Buonasera a tutti i membri della Commissione.
  Signor presidente, ho preparato una relazione, avente come oggetto lo sversamento di rifiuti tossici nel territorio del comune di Graffignano, nella quale menziono Pag. 4 questioni inerenti agli accertamenti dell'autorità di polizia giudiziaria, all'azione amministrativa comunale finalizzata al finanziamento e all'esecuzione della caratterizzazione per la successiva attività di bonifica e ai giudizi in corso.
  La vicenda trae origine il 18 settembre 2006, a seguito di controlli eseguiti dal Corpo forestale dello Stato e dai funzionari della provincia di Viterbo presso l'impianto di gestione della società ICI Srl in località Bivio del pellegrino, da cui emersero numerose irregolarità in ordine alla gestione dei rifiuti ed esattamente: irregolarità attinenti alla gestione della messa in sicurezza dei rifiuti e irregolarità riguardanti la discordanza tra i quantitativi di fanghi industriali presenti sul luogo e le quantità risultanti da registri e da documenti attestanti i movimenti di materiali in uscita e in entrata.
  I verbalizzanti avvertirono durante il sopralluogo un penetrante odore emanato da fanghi presenti presso il sito, che, invece, in sede di analisi allegate venivano dichiarati come inodori, così motivando la richiesta di intervento inoltrata all'ARPA Lazio affinché analizzasse i campioni di fanghi e ne determinasse l'esatta composizione.
  Il verbale si conclude segnalando l'urgenza di avviare un'attività di osservazione continua del sito con opportuna e adeguata strumentazione di videoripresa, al fine di definire la veridicità delle operazioni di gestione dei rifiuti ivi conferiti, estendendo eventualmente detto controllo anche all'impianto di trasformazione di Alviano in provincia di Terni e alla cava di Graffignano.
  Le analisi eseguite a seguito del campionamento del 21 settembre 2006 evidenziano la presenza di rifiuti con una concentrazione di cromo 186 volte superiore rispetto al massimo consentito dall'attività autorizzata sul terreno in pressione. Anche il controllo della videosorveglianza confermò che i fanghi, una volta accettati all'impianto della ICI, erano poi trasportati e scaricati sui terreni agricoli limitrofi e in quelli della società fratelli Nocchi in località Pascolaro.
  Ciò avveniva in contrasto con i registri di carico e scarico, in base ai quali, invece, i rifiuti in uscita avrebbero dovuto essere destinati all'impianto di trattamento e recupero gestito ad Alviano, sempre dai fratelli Nocchi, della società MCI Srl.
  La polizia giudiziaria esegue il controllo in data 5 novembre 2006 su terreni di proprietà della società fratelli Nocchi in località Pascolaro riscontrando la presenza di fanghi all'interno di un ampio scavo con falda affiorante sopra un'area priva dell'autorizzazione a ricevere i rifiuti.
  Ulteriori accertamenti vennero eseguiti dal Corpo forestale dello Stato nei giorni 7 e 8 novembre 2007, interessando i terreni coltivati alla cava della ICI, quelli che, in passato, la medesima società aveva sfruttato per l'attività estrattiva.
  Dal verbale risulta il rinvenimento di una grande quantità di materiale fangoso palabile, che olfattivamente poteva essere riconducibile a prodotti chimici non meglio qualificati a una profondità da 0,50 metri a quattro metri, le cui esalazioni rendevano impossibili, senza adeguate protezioni delle mucose dell'apparato respiratorio e per gli occhi, lo stanziamento sottovento del personale.
  Il personale operante sprovvisto di dispositivi di protezione individuale adeguati ha accusato leggeri malori e una forte irritazione agli occhi, nel corso dell'intervento. In ogni punto di escavazione effettuato, sia campionato sia non campionato, come da separato verbale d'ispezione, veniva comunque avvertito olfattivamente un odore acre, anche allorquando visivamente non si notava la presenza di fanghi riconducibile a uno stato di grave inquinamento ambientale.
  L'esito delle analisi eseguite dall'ARPA Lazio in data 5 marzo 2008 ha confermato il superamento dei valori CSC definiti dalla tabella 1, colonne A e B, del decreto-legge n. 152 del 2006.
  Dal giudicato contenuto nella sentenza della Corte d'appello di Venezia del 7 giugno 2010, confermata dalla Corte di cassazione e pronunciata in un processo instaurato nei confronti del signor Gianni Giommi e altri, si è appreso dei rapporti tra la Pag. 5società Nuova Esa Srl da questi amministrata e la ICI Srl facente capo ai fratelli Nocchi, in base ai quali la Nuova Esa avrebbe conferito all'impianto di trattamento gestito dalla ICI Srl ad Alviano ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi non autorizzati.
  In data 16 febbraio 2009, la provincia di Viterbo emette l'ordinanza n. 10, con la quale, sull'accertata responsabilità della ICI Srl e della Fratelli Nocchi di Nocchi Roberto & C. di aver smaltito illegalmente ingenti partite di rifiuti, diffida i signori Paolo e Roberto Nocchi, assieme al signor Gianni Giommi, ai sensi dell'articolo 244 del decreto-legge n. 152 del 2006, ad adottare i necessari interventi di messa in sicurezza di bonifica e ripristino nonché a presentare il piano di caratterizzazione entro il termine perentorio di trenta giorni dalla notifica dell'ordinanza.
  La ICI e la Fratelli Nocchi hanno impugnato il provvedimento provinciale innanzi al TAR Lazio che, con ordinanza del 6 maggio 2009, ha respinto la domanda incidentale di sospensione.
  I soggetti responsabili dell'inquinamento presentarono, a quasi due anni dall'ordinanza n. 10/2009 della provincia di Viterbo, un sedicente modello concettuale preliminare del sito, elaborato dalla società Geotecnica e Depura, basato su quattro campionamenti del suolo e cinque campionamenti delle acque sotterranee, affermando l'inesistenza di inquinamenti e negando la necessità di bonificare le aree.
  Ora vorrei illustrare l'azione amministrativa comunale. Le difficoltà economiche e finanziarie del comune di Graffignano (ben note in tutta la provincia di Viterbo) non avrebbero consentito e non consentirebbero tuttora di intervenire autonomamente anticipando le cospicue somme necessarie per l'esecuzione del piano di caratterizzazione, senza menzionare quelle per la successiva bonifica, per la quale si parla di milioni di euro.
  Tale circostanza è stata più volte ribadita, anche nel maggio 2014 in prefettura a Viterbo e fin dall'insediamento del nuovo consiglio comunale nel giugno 2014. L'azione amministrativa è stata espressamente orientata a sensibilizzare l'amministrazione regionale affinché si istituisse un apposito fondo, anticipando le somme necessarie a finanziare la caratterizzazione e la successiva bonifica del sito inquinato.
  Tuttavia, l'amministrazione comunale ha ben pensato di stanziare immediatamente, nel primo bilancio di previsione, una spesa di 15.000 euro, importo necessario per la redazione del progetto di caratterizzazione.
  In data 31 dicembre 2014 – non a caso, nell'ultimo giorno dell'anno si lavorava – il responsabile dell'Ufficio tecnico del comune, con determina n. 573, stabilì di affidare l'incarico all'Università degli studi della Tuscia, per cui, il 28 marzo 2015, il comune di Graffignano e il Dipartimento di scienze ecologiche e biologiche dell'Università degli studi della Tuscia hanno regolato le reciproche obbligazioni.
  Il 18 maggio 2016, dopo svariate conferenze di servizi e tavoli tecnici, è stato approvato il piano di caratterizzazione acquisendo il parere favorevole di tutte le amministrazioni interessate, cioè quello della regione Lazio, quello della provincia di Viterbo e quello del comune di Graffignano, con specifiche prescrizioni formulate dall'amministrazione provinciale e dall'ARPA Lazio, che sono state condivise dal comune di Graffignano e dalla regione Lazio.
  In data 5 dicembre 2016, la regione Lazio ha assegnato un primo finanziamento di 42.464,80 euro per la caratterizzazione e il comune di Graffignano, in data 22 dicembre 2016, ha approvato il computo metrico estimativo, aggiornato secondo le prescrizioni dettate dalla conferenza di servizi del 18 maggio 2016 per un importo di 220.485,29 euro nonché il quadro economico del piano di caratterizzazione per un totale di 585.817,81 euro.
  Il 28 luglio 2017, la regione Lazio ha approvato il quadro tecnico-economico dei lavori di caratterizzazione, stabilendo che l'erogazione dei fondi già stanziati dovrà avvenire secondo le procedure previste per l'utilizzo dei finanziamenti FEASR e FAS disciplinati dalla DGR n. 969 del 22 dicembre 2008. Pag. 6
  Infine, il 13 settembre 2017, presso la sede comunale di Graffignano si è riunito il tavolo tecnico per condividere ogni aspetto propedeutico all'affidamento dei lavori di caratterizzazione, della quale è attualmente in corso la procedura competitiva per la selezione dell'operatore economico.
  Tengo a precisare che, in conformità del chiaro disposto dell'articolo 253, comma 4, del decreto-legge n. 152 del 2006, le spese sostenute dall'amministrazione comunale e regionale per l'esecuzione degli interventi di riparazione, messa in sicurezza e ripristino saranno recuperati nei confronti dei soggetti responsabili dell'inquinamento, così come risultato dall'accertamento eseguito dalla provincia di Viterbo, ovvero nei confronti di coloro che risulteranno responsabili a seguito di eventuali giudicati amministrativi.
  Ove risultassero infruttuose le azioni di rivalsa, saranno chiamati a rimborso i proprietari delle aree gravate da onere reale e privilegio speciale in favore del credito erariale, entro i limiti del loro valore.
  Ora passo ai giudizi in corso. Il comune di Graffignano ha dovuto fronteggiare e sta tuttora fronteggiando i ricorsi giurisdizionali amministrativi proposti da soggetti individuati come responsabili dell'inquinamento e dai proprietari delle aree.
  Il procedimento penale a carico di Roberto Nocchi e altri cinque si è concluso con sentenza assolutoria pronunciata il 4 febbraio 2015 per intervenuta prescrizione dei reati contestati.
  Sul fronte amministrativo, oltre al ricorso iscritto al n. 7778/2008 del TAR del Lazio e avente a oggetto i provvedimenti assunti dalla provincia Viterbo, come l'ordinanza n. 10/2009, con i quali sono stati individuati i responsabili dell'inquinamento, i signori Nunziante Di Mottola e Marco Tonci Ottieri, quali i proprietari, hanno impugnato l'ordinanza sindacale n. 6/2014, con la quale è stato vietato di autorizzare l'area interessata dall'inquinamento a scopi agricoli, di allevamento o movimento terra.
  Il TAR del Lazio ha rigettato la domanda incidentale di sospensione del provvedimento e il ricorso è tuttora pendente, in attesa che venga fissata l'udienza pubblica di discussione.
  Sono pendenti innanzi al giudice amministrativo alcuni giudizi aventi a oggetto l'annullamento degli atti amministrativi, a mezzo dei quali il comune di Graffignano ha incaricato il Dipartimento di scienze ecologiche e biologiche della Università degli studi della Tuscia di redigere il piano di caratterizzazione, come richiesto dalla normativa ambientale, approvandolo e proseguendolo con l'adozione degli atti necessari ad affidare all'operatore economico privato l'esecuzione delle prescritte attività di bonifica.
  Con ricorso al TAR Lazio della Fratelli Nocchi notificato al comune di Graffignano il 9 aprile 2015, è stato chiesto l'annullamento della delibera della giunta comunale n. 110 del 31 dicembre 2014, l'atto di indirizzo per l'affidamento di incarico per l'attività di elaborazione del piano di caratterizzazione dell'area sita in località Pascolaro, Cassettone e bivio del Pellegrino e della determinazione del responsabile del settore ambiente n. 573 del 31 dicembre 2014 inerente all'impegno di spesa dell'affidamento del servizio di elaborazione del piano di caratterizzazione all'Università degli studi della Tuscia.
  Con altro ricorso, sempre innanzi al TAR Lazio, è stata impugnata la determinazione del responsabile del settore ambiente del comune di Graffignano n. 180 del 3 maggio 2016 inerente all'approvazione del verbale di conferenza di servizi del piano di caratterizzazione per il sito potenzialmente contaminato.
  Infine, con ricorso al TAR Lazio notificato al comune di Graffignano il 7 aprile 2007, è stato chiesto l'annullamento della deliberazione della giunta comunale n. 92 del 22 dicembre 2016 inerente all'approvazione del computo metrico e del quadro economico e l'annullamento della determinazione del responsabile del settore ambiente n. 472 del 28 dicembre 2016 inerente ad assunzione, impegno e spesa di controllo ed esecuzione del piano di caratterizzazione all'ARPA Lazio di Viterbo e, per oneri di conferimento, alla provincia di Viterbo. Pag. 7
  Gli ultimi tre ricorsi giurisdizionali e amministrativi tra loro collegati sono stati formulati dalla ricorrente Fratelli Nocchi, nella pretesa inesistenza di inquinamento ambientale evidentemente incompatibile con tutti gli accertamenti finora eseguiti dalle autorità di polizia giudiziaria e dall'ARPA Lazio.
  In ogni caso, non avendo la parte ricorrente presentato domanda per misure cautelari sospensive degli atti impugnati, questi vengono limitati alla loro efficacia esecutiva.
  Signor presidente, vorrei infine aggiungere che le aree di cui si discute, come tutti sappiamo, sono state inserite nell'elenco regionale dei siti inquinati, ma la gravità della situazione e il perdurare dell'inquinamento, oltre a provocare un danno ambientale, potrebbero causare gravi disagi di natura sanitaria.
  Chiedo a lei e a tutti i presenti di essere portavoce presso gli organi competenti per trovare le risorse finanziarie necessarie alla conseguente bonifica dei siti inquinati.
  Per ciò ringrazio anticipatamente lei e tutti i componenti di questa Commissione, a nome della comunità di Graffignano e dell'amministrazione comunale, con la speranza di portare, dopo tanti anni di incertezza, la soluzione definitiva al problema.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Cedo ora la parola ai commissari che intendono fare delle domande.

  RENATA POLVERINI. Grazie, presidente. Grazie, sindaco. Più o meno, conosciamo questa situazione e abbiamo prodotto, come lei sa, anche diverse interrogazioni. Ci siamo anche fatti carico di chiedere quest'audizione per conoscere fino in fondo quale sia la situazione al momento, che ci pare di capire essere molto ingarbugliata per quanto riguarda il terreno già inquinato.
  Più o meno, ho capito che sta per partire, come immagino, il piano di caratterizzazione, anche se siete ancora in una fase di produzione di carte, cosa che credo lei possa confermare.
  Questo è un fatto, dopodiché c'è tutta la parte che riguarda l'isola ecologica, sulla quale credo ci sia un dibattito anche sul territorio, in particolare, in merito alla discarica e all'impianto di vagliatura degli asfalti, che, come tutti sappiamo, sono considerati rifiuti speciali, anche in considerazione del fatto che quest'isola ecologica confina con terreni agricoli che producono prodotti biologici.
  Vorrei capire soltanto rispetto a quest'isola ecologica qual è la situazione attuale e che tipo di impatto c'è effettivamente, considerando che mi dicono che questa cadrebbe sulla zona artigianale, confinante con questi terreni agricoli, sui quali appunto ci sono diverse coltivazioni biologiche.

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Innanzitutto do la risposta su come siamo messi con il piano di caratterizzazione.
  Abbiamo presentato i documenti al SUA, che sarebbe la provincia di Viterbo. Avuti gli incartamenti, ora il SUA ci ha chiesto di formulare un capitolato, che purtroppo non era stato formulato. Dopodiché si farà il bando.
  Sotto quest'aspetto, stiamo procedendo con l'ufficio tecnico per fare il capitolato.
  Per quanto riguarda l'isola ecologica, posso dirle che questa è stata spostata, ma inizialmente era in un terreno agricolo, un po’ distante dal Paese e vicino a una villa, la cui proprietaria, tramite il suo avvocato, aveva fatto un esposto al comune.
  Il contratto effettuato tra il comune e i proprietari del terreno era stato fatto, secondo me, non molto a favore del comune, in quanto c'era una clausola che diceva che, dopo vent'anni, il proprietario avrebbe potuto prendersi tutti i beni costruiti dal comune oppure darli in affitto direttamente al comune stesso.
  Per tale motivo, non abbiamo ritenuto di farla in quella posizione. Poi, era già pendente un contributo da parte della provincia di 119.000 euro, se non erro, o una cifra simile, che sa stavamo quasi per perdere.
  Allora, abbiamo pensato – e ritengo che abbiamo fatto la cosa giusta – di portarla Pag. 8nella zona artigianale. In quale zona migliore di quella artigianale fare l'isola ecologica?
  Poi, bisogna anche capire come si gestisce un'isola ecologica: se diciamo che quella ecologica è un'isola di prossimità, non sono d'accordo perché un'isola ecologica deve essere gestita come un'isola ecologica.
  In pratica, nella nostra isola ecologica non ci sono trattamenti di rifiuti né smaltimenti, quindi c'è soltanto la raccolta dei rifiuti.
  Ultimamente, abbiamo chiesto 200.000 euro per un finanziamento, di cui mi sembra il comune beneficerà per il 21 per cento, anche se adesso non ricordo quale sia la cifra.
  Nel progetto, abbiamo indicato al progettista che l'isola ecologica non deve fare alcun trattamento dei rifiuti, quindi, sotto quest'aspetto, non penso che ci siano problemi.
  Per quanto riguarda l'altra domanda sugli asfalti, posso dire che, nella zona artigianale, abbiamo dato accesso all'attività di un imprenditore, che conosciamo tutti quanti e che è molto corretto. In quell'attività, si fa soltanto la vagliatura, quindi non si fa triturazione e non si fa altro se non la vagliatura.
  Noi del comune, insieme all'assessore Volpi, siamo stati in una conferenza effettuata presso la provincia, in cui abbiamo delle prescrizioni ben precise. Abbiamo deciso che, sul nastro trasportatore, i rifiuti vengano bagnati in modo automatico, cosa che prima non c'era perché i rifiuti si bagnavano manualmente.
  Poi, abbiamo chiesto la protezione dal rumore e loro hanno messo delle piante per il momento, però abbiamo detto che comunque il comune, se non fosse sufficiente la piantagione degli alberi, avrebbe dato esecuzione alla ditta di fare altri tipi di progetti.
  Noi abbiamo cercato di produrre lavoro. Poi se abbiamo sbagliato non lo so.

  RENATA POLVERINI. Potrebbe inviarci le prescrizioni?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Abbiamo un fascicolo, ma non ci sono quelle, non lo sapevamo ...

  RENATA POLVERINI. Può inviarle anche in seguito.

  PAOLA NUGNES. La ringrazio molto. La sua amministrazione si è insediata nel 2014, giusto?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Dalla fine maggio 2014...

  PAOLA NUGNES. Lei già ha risposto a una domanda che le volevo fare su quali sono gli atti messi in essere dall'amministrazione a seguito delle risultanze della relazione l'ARPA insieme al Corpo forestale dello Stato. Lei mi ha detto che si è attivato affinché la regione trovasse i fondi per la caratterizzazione. In pratica, questo è l'unico atto che lei...

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Quello non è l'unico perché abbiamo fatto circa sette conferenze e tavoli tecnici.
  Il primo atto è stato di 15.000 euro, che noi abbiamo messo nero su bianco perché senza quello non si faceva nulla...

  PAOLA NUGNES. I 15.000 euro erano per l'Università...

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Dobbiamo essere chiari perché noi...

  PAOLA NUGNES. Riformulo la mia domanda. Lei ha letto la relazione con attenzione, quindi sa che, per esempio, le sostanze con un odore acre erano state trovate anche nell'azienda agricola Il cassettone...

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. L'ho nominata...

  PAOLA NUGNES. Vorrei sapere se è stata messa in atto qualche ordinanza per la sicurezza della catena alimentare. Da dieci anni, c'è questo inquinamento in una Pag. 9zona franosa al fianco di un fiume e sappiamo anche che, in alcune aree, la falda è molto superficiale, quindi, al di là degli atti amministrativi per avviare quella che sarà una caratterizzazione e quella che potrà essere in futuro una messa in sicurezza e bonifica, quali atti per la messa in sicurezza immediata e la sicurezza della catena alimentare dei cittadini sono stati attuati?
  Da quello che ci ha raccontato con molta dovizia di particolari, anche se il processo penale è andato in prescrizione, è accertato che i fratelli Nocchi siano i responsabili dell'inquinamento.
  A noi risulta che i fratelli Nocchi abbiano fatto richiesta per la coltivazione di altre cave. È vero che c'è un iter in corso per quanto riguarda queste richieste?
  Come si porrà l'amministrazione rispetto a una possibile autorizzazione? So che, almeno per quello che mi è stato detto, che il comune prende concessioni per 30.000 euro annui per la coltivazione di cave, quindi quella potrebbe una condizione poco favorevole per la...

  PRESIDENTE. Collega, faccia le domande; il commento non va bene, non è corretto...

  PAOLA NUGNES. Il commento ci pone in una condizione, chiaramente...

  PRESIDENTE. Se lo tenga per dopo, adesso faccia la domanda. Se non ho capito male, la domanda è: questi hanno fatto richiesta per l'autorizzazione, come vi ponete su questo?

  PAOLA NUGNES. Infatti, mi ero fermata a quello e poi avevo fatto una nota circa un piccolo conflitto di interessi che si può creare.
  La dottoressa Amalfitano della prefettura parlò in audizione di un milione di euro. Lei valuta che quella sia stata una valutazione sicuramente esagerata per quanto riguarda le caratterizzazioni o lei ritiene che la cifra stimata sia al di sotto del necessario?
  Dei 185.000 euro, ben 170.000 euro sono per le competenze della provincia, quindi, materialmente, per le caratterizzazioni c'è ancora meno. Lei ritiene che quelli saranno sufficienti?
  In pratica, mi ha preceduta dicendo che non si ricevono fondi per le bonifiche. È in atto qualche trattativa con la regione, per cui si apre qualche scenario?
  Per le indagini epidemiologiche che lei stesso sollecitava, si è aperta qualche strada? Lei ha instaurato qualche tavolo per queste?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Per quanto riguarda il discorso sulla catena alimentare, forse non le hanno detto tutto. Comunque, glielo comunico io: l'anno scorso, a giugno o luglio, abbiamo bloccato la trebbiatura e abbiamo fatto fare un'indagine e un esame all'ASL, quindi è stata trebbiata in due punti diversi una striscia, che è stata esaminata. Abbiamo raccolto otto quintali di grano, che sono stati esaminati. L'esame è andato perfettamente, quindi il grano è stato messo in vendita e in circolazione normalmente.
  Dopodiché, sono state controllate anche le acque di due pozzi e quelle dei laghetti. Anche le acque sono risultate non affette da alcuna cosa.
  Questo è stato un movimento nostro. Per quanto riguarda la messa in sicurezza, lei capisce che cosa significhi mettere in sicurezza 142 ettari e sfido chiunque a trovare le risorse per fare una cosa del genere. Il comune di Graffignano, quindi, non si può permettere di recintare o mettere in sicurezza 142 ettari.
  Questa è l'area per la quale il professor Piscopo dell'università di Viterbo ha determinato si faranno i carotaggi.

  PAOLA NUGNES. Non è stata neanche delimitata l'area? Lei hai detto che non si può perimetrare l'area. Non c'è un divieto per accedere?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Le ricordo che, già nel 2009, la provincia fece l'ordinanza di sequestro.

  PAOLA NUGNES. È ancora in piedi quest'ordinanza di sequestro dopo dieci anni?

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  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Certo.

  PAOLA NUGNES. Questo sequestro non è delimitato da una recinzione o cartelli di divieto? La gente ha cognizione che quell'area è altamente inquinata?
  Non me la sto prendendo con lei. So benissimo che il sindaco è un cittadino che ha difficoltà economiche...

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Noi tutti sappiamo che quella zona è inquinata. Nonostante ciò, le dico che miei amici, ma anche alcuni consiglieri, vanno a pescare in quel posto, dove le acque sono normalmente pulite.
  Non potevo fare altro che quello che ho fatto perché, per quanto riguarda la parte alimentare, l'ho controllata in tutto e per tutto. Ho controllato anche le acque.
  C'è stata una questione con l'ARPA, che non ha voluto controllare i bacini, cosa che non spettava all'ASL, ma all'ARPA, che non lo ha voluto fare nonostante la mia richiesta.
  Quello non è un mio problema perché i bacini si sono creati con gli scavi dell'acqua piovana e del Tevere, che ha esondato almeno due o tre volte nel periodo dal 2006 a oggi, quindi si sono formati normalmente.
  Per quanto riguarda le cave, abbiamo rimandato una riunione alla regione, cui eravamo stati invitati perché c'era la richiesta da parte dei Nocchi di aprire un'altra cava.
  Sono passati nove mesi da gennaio del 2017 e siamo senza responsabile. Ho inviato una lettera alla regione per rimandare la riunione in quanto desideriamo dimostrare che il comune e la comunità, ma anche io personalmente, non vogliamo più cave nel nostro territorio.

  PAOLA NUGNES. C'è stata una risposta dalla regione?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. No, ancora dobbiamo decidere il giorno perché il primo ottobre abbiamo assunto la persona responsabile, cui abbiamo dato tutti i documenti. Il responsabile li sta controllando, però già sa che deve rispondere in questa maniera, anche perché non si può dare la concessione ai fratelli Nocchi dopo il disastro già ottenuto.
  Il comune è contrario, ma, se la regione volesse dare l'autorizzazione, non posso ammazzare quelli della regione e non posso fare nulla, o almeno questo penso perché, se poi si possa fare qualcosa, me lo dite e la faccio con gioia.

  PAOLA NUGNES. Lei dice che si va a pescare nel fiume e che l'acqua è buona perché ha fatto fare gli accertamenti su due pozzi, però so che, nell'area che il viceprefetto ha dichiarato essere una bomba ecologica, è stata autorizzata una nuova azienda faunistico-venatoria, quindi si sta continuando ad allargare e non si delimitando e circoscrivendo un rischio, anche perché, se si danno altre autorizzazioni alla pesca e alla caccia o con finalità venatorie, si può tendere a far aumentare il rischio.

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Per quanto riguarda l'azienda agricola, l'autorizzazione è stata data dalla provincia e non dal comune, tanto per essere chiari.
  Per quanto riguarda quell'azienda venatoria, posso dire che si fa caccia in questa maniera: l'azienda prende gli animali e li getta, per cui gli animali vengono tutti uccisi entro la sera della giornata di caccia.
  Non so se mi sono spiegato.

  PAOLA NUGNES. Cioè non vengono...

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Li rilasciano al mattino e, entro la giornata, gli animali vengono tutti totalmente uccisi, come dichiara il rappresentante legale di questa società.
  Certamente, non sono andato a vedere se succede questo, anche perché non sono un cacciatore né voglio esserlo in nessuna maniera.

  PRESIDENTE. Voi avete fatto un piano di caratterizzazione, ma non avete nessun risultato su che tipo di inquinamento potrebbe Pag. 11 esserci? Lo chiedo perché credo che questo sia fondamentale.
  I dati dell'ARPA...

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. I dati dell'ARPA sono devastanti perché emerge un inquinamento pesante da idrocarburi, zinco e cromo.

  PAOLA NUGNES. Dovrebbe finire di dire se ha messo in atto già qualche tavolo per trovare i fondi per le bonifiche e per lo screening sulla popolazione.

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Certo, è mio dovere.

  PAOLA NUGNES. Lei ha espresso la preoccupazione di trovare fondi per le bonifiche e per uno screening sanitario sulla popolazione. Si è messo in atto qualcosa e si è aperto qualche tavolo con la regione su questi temi o è ancora tutto in sospeso?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Non ho aperto al riguardo alcun tavolo. Spero di bonificare il più presto possibile quei territori perché quelli rappresentano una ricchezza fondamentale per il nostro paese, la cui economia è basata soltanto ed esclusivamente sull'agricoltura. Adesso, c'è solo la cultura monoprodotto perché abbiamo soltanto gli olivi e hanno tolto il territorio vicino al fiume, che per noi era una ricchezza enorme, per cui non possiamo più coltivare ortaggi, come si faceva una volta. Vorremmo che i nostri territori si riqualificassero e ritornassero come prima.

  PRESIDENTE. I fratelli Nocchi sono i proprietari di quest'azienda?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. I fratelli Nocchi sono proprietari e affittuari.

  PRESIDENTE. Chi è il proprietario della società ICI?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. L'ICI, se non erro, è per il 50 per cento dei Nocchi e per il 50 per cento di un'altra società, mentre la MCI è sempre riconducibile ai fratelli Nocchi.

  PAOLA NUGNES. E il bando di gara?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Il bando è di 285.000 euro, però 220.000 euro riguardano soltanto la caratterizzazione e, come diceva lei, gli altri sono oneri o servizi, nel caso dell'ARPA e della provincia.

  PAOLA NUGNES. C'è un'idea su quando questo bando potrà essere pronto?

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Speriamo di fare il più presto possibile il capitolato, che serve in modo urgentissimo. Io speravo si riuscisse a fare il bando entro dicembre perché ho assicurazione da parte del tecnico della provincia che, in un termine di 40 o al massimo 50 giorni, avrebbe fatto il bando. Poi, passerà un'altra mesata circa per aggiudicare il bando.
  Speravo che ce la potessimo fare per dicembre, ma siamo un po’ stretti con i tempi.

  ENRICO ZIBELLINI, Consulente legale del comune di Graffignano. Sono l'avvocato Zibellini.
  Signor presidente e signori onorevoli, solo a chiarimento di quanto spiegato dal sindaco, vorrei rappresentare, visto che si è parlato di sequestro, che, al momento, l'area non è sotto sequestro assolutamente, ma è stata sotto sequestro giudiziario nella fase in cui sui fatti era pendente il procedimento penale nei confronti dei soggetti imputati.
  Al momento della dichiarazione di prescrizione, l'area ovviamente è stata liberata dal sequestro dal giudice penale. A quel punto, il sindaco precedente a quello dell'amministrazione attuale emise un'ordinanza immediata per bloccare l'utilizzo a scopi irrigui, di movimento terra e di coltivazione dell'area stessa.
  Parliamo di un'area importante, però parliamo anche del 2014 perché i fatti – Pag. 12vorrei ricordarlo a tutti – risalgono al 2006-2007. Trattandosi di un'area a evidente vocazione golenale, dove, per sua natura, il fiume Tevere straripa quando piove molto, ci sono stati dei periodi, intorno al 2010-2011, in cui il fiume Tevere non solo è straripato, ma addirittura ha costituito un nuovo letto di fiume, travolgendo i laghetti della federazione sportiva per la pesca eccetera.
  Il contenuto di tale inquinamento probabilmente, a voler essere ottimisti, si è approfondito, però – questa non è una mia area perché non sono un tecnico – è possibile anche che si sia spostato, quindi è chiaro che, quando il sindaco ha fatto fare l'analisi del grano di cui parlava precedentemente per aggiornare la situazione perché l'ordinanza del precedente sindaco era del 2014, ciò che è emerso è che, quantomeno nella parte superficiale, visto che il grano ha una radice molto superficiale, non c'era più niente di cui preoccuparsi.
  Probabilmente anche queste famosi pozze o laghetti che si formano come esito degli straripamenti del fiume risultano dilavati da idrocarburi e metalli pesanti, che probabilmente sono in una posizione più bassa rispetto a quella dei precedenti prelevamenti o, forse, sono purtroppo anche in una posizione più elevata.
  L'attività che il professor Piscopo farà nei prossimi mesi sarà anche quella di delimitare. Ecco perché ad alcune domande non si riesce a dare risposta: non sappiamo se c'è stato uno spostamento o un approfondimento o addirittura una scomparsa e un dilavamento che ha modificato quantomeno alcune presenze, quindi ad alcune domande è difficile dare delle risposte, se non, probabilmente, fra qualche mese.

  PAOLA NUGNES. Quindi è presumibile che la prefettura sia caduta in errore dicendo che, una volta delimitata l'area nella sua estensione effettiva, sarà necessario un milione di euro per fare le caratterizzazioni?

  ENRICO ZIBELLINI, Consulente legale del comune di Graffignano. È impossibile prevederlo oggi.

  PAOLA NUGNES. ... che è più ampio di quello che è stato stanziato. Sindaco, le ho fatto già la domanda se, secondo lei, i soldi stanziati erano sufficienti per il livello di inquinamento, considerando che sono trascorsi dieci anni e che, come giustissimamente diceva il suo avvocato, il livello di inquinamento è sicuramente peggiorato in profondità e in larghezza.

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Io vorrei dare un'altra notizia che non abbiamo detto.
  In pratica, il terreno inizialmente interessava 50 ettari. Il professor Piscopo li ha portati a 142 ettari per il controllo, ma lo stesso Piscopo dice: «naturalmente, se a valle non trovo più nulla, mi fermo». Quella è stata una precauzione sia nostra sia del professore per dire: «prendiamo un vasto territorio, dopodiché c'è sempre tempo per ridurlo».
  Per quanto riguarda i costi, non sono un tecnico. Ecco perché l'ha fatto il professor Piscopo: che cosa c'era di meglio del professor Piscopo dell'università degli studi della Tuscia? Io non sono tecnico, per cui, se lei mi dice mi dice come costruisce un palazzo e che cosa serve, può darsi glielo possa dire, ma questo qui non è un mio compito.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre domande, preciso che cercheremo di capire che tipo di segnalazione fare per questa situazione abbastanza imbrigliata, su cui bisogna anche capire una serie di elementi, che magari chiederemo alla procura.

  ANSELMO UZZOLETTI, Sindaco di Graffignano. Signor presidente, ho portato tutti i documenti fotocopiati e ho portato il CD con tutti i documenti dei terreni inquinati.
  Inoltre, per qualsiasi cosa, siamo sempre a vostra disposizione, anche perché vorremmo al più presto definire e risolvere il problema.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio e dichiaro sospesa la seduta.

  La seduta, sospesa alle 17.25, riprende alle 18.30.

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Audizione del presidente e amministratore delegato di Sogesid, Enrico Biscaglia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente e amministratore delegato di Sogesid, Enrico Biscaglia, accompagnato dall'ingegner Giuseppe Alfano, responsabile unico del procedimento, e dall'ingegner Mario Mita, direttore dei lavori, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento sulla regione Campania, ma, come credo vi sarà stato specificato, riguarda soprattutto il tema della messa in sicurezza, bonifica, appalto della ex Resit di Giugliano.
  Come voi sapete, noi abbiamo fatto un sopralluogo in discarica per verificare l'attuale situazione; inoltre, il Commissario ha riferito circa l'evolversi dei fatti e ha inviato il materiale cartaceo necessario alla comprensione del fenomeno.
  In seguito, visto che il Commissario ci ha paventato una situazione problematica che si era venuta a creare tra le imprese aggiudicatarie dell'appalto, abbiamo sentito la Tre Erre in audizione. La Italrecuperi ci ha già scritto mandandoci una memoria, ma facendoci anche richiesta di un'audizione, quindi, sapendo che avremmo audito anche voi come stazione appaltante, non potevamo esimerci dal farlo.
  Non vi sfugge infatti l'importanza di quell'appalto, nel senso che per tutta la storia, oltre alle problematiche reali dal punto di vista ambientale, c'è anche un tema generale che ha la sua importanza, perché, come è noto, quella è una discarica simbolo di un periodo molto nero che riguarda il ciclo illecito dei rifiuti in questo Paese, e di conseguenza come Commissione non potevamo non occuparcene. Non vi nascondo che rimane una grande preoccupazione al riguardo, perché avremmo piacere per mille motivi che quella situazione venisse a risoluzione.
  Pur comprendendo tutte le problematiche, è chiaro che il desiderio che questo problema venga definitivamente chiuso è molto forte in tutti i commissari.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connesse al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cederei la parola a lei, dottor Biscaglia per farci un quadro della situazione attuale. Chiaramente poi qualche domanda vi verrà fatta; ve ne anticipo un argomento di interesse: ci piacerebbe capire quali sono stati i criteri sui quali è stato impostato l'appalto.

  ENRICO BISCAGLIA, Presidente e amministratore delegato di Sogesid. Grazie, presidente, un saluto a tutti i commissari. Mi presento: sono il presidente di Sogesid e anche l'amministratore delegato a partire dal 17 luglio di quest'anno, quindi sono di nuova nomina e sono ancora in una fase in cui sulle vicende della società sto acquisendo i contorni e le questioni che nel merito si pongono.
  Lo dico perché è stata una delle questioni che mi è stata rappresentata nelle prime settimane proprio la realtà di un complesso mondo, il mondo della Resit, perché era la storia di un appalto che aveva avuto tante vicissitudini in casa Sogesid, in quanto in seguito all'assegnazione dei lavori all'ATI di cui oggi parliamo si era provveduto in varie fasi a sospendere questa assegnazione sulla base di una segnalazione che l'ANAC faceva a Sogesid.
  Questa sospensione, questa non assegnazione dei lavori ha visto naturalmente ricorrere la parte a cui i lavori non venivano assegnati, il ricorso ha avuto successo per loro, quindi noi abbiamo ripreso il cammino, ma poi successivamente c'è stata un'altra azione, un'interdittiva antimafia, che ci ha fatto di nuovo interrompere l'attività. Alla fine coloro che hanno ricorso hanno avuto nuovamente ragione, pertanto nel 2016 è iniziata l'assegnazione, è stata Pag. 14data l'area a chi doveva cominciare a lavorare, tre anni dopo l'inizio del film.
  Dico che me l'hanno raccontata, perché nel farmela raccontare mi sorgevano tante domande, ossia come sia possibile che sulla base di questi fatti, in una situazione così critica e così urgente, in cui l'intervenire ha a che fare con la salute delle persone, si potesse accumulare una somma di fatti che ritardavano l'azione, però questa è la storia della Resit.
  Parte – per quanto tratta questa Commissione oggi – invece da una fase che ha visto, da metà del 2016 ad oggi, un cantiere che ha operato e nella sostanza ha realizzato tutte quelle opere di messa in sicurezza che l'area richiedeva. Come voi sapete, perché è la terza volta che trattate nella vostra Commissione questo argomento, siamo superiori al 30 per cento dei lavori che sono stati realizzati, però è rilevante il fatto che in quel 30 per cento c'è la messa in sicurezza dell'area.
  Qui con me ci sono l'ingegnere Alfano alla mia destra, che è il responsabile del procedimento, il RUP, e l'ingegner Mita, che è il direttore dei lavori. Lascerò poi la parola a loro, perché vi diano una descrizione nel merito e anche più tecnica di qual è lo stato dell'arte.
  Introduco solo il fatto che è evidente che, finché i lavori sono proceduti essendo un'ATI formata da due soggetti, la Tre Erre che avete già audito nella persona della Fiorani, e Italrecuperi, rispettivamente la seconda mandataria e la Tre Erre mandante, a metà di agosto queste due società si sono trovate nelle condizioni di non andare più di comune accordo e quindi, per farla breve, a metà di agosto la società Tre Erre ha proceduto a recedere dall'ATI e si è assunta la responsabilità, ha dichiarato la volontà di proseguire da sola nei lavori.
  Da metà agosto ad oggi noi stiamo gestendo questo aspetto, che nella vicenda è una crisi e costituisce un problema da risolvere tenendo conto di diversi fattori che questa problematica comporta.
  Prima di descrivere come affrontiamo questa crisi, vorrei che il responsabile del procedimento vi desse un dettaglio tecnico per capire di cosa stiamo parlando e fare chiarezza (almeno così desidereremmo) sulle diverse informazioni che avete raccolto dagli altri attori.

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Buonasera, mi presento: sono l'ingegner Giuseppe Alfano, responsabile del procedimento dal 1° dicembre 2015.
  Sulla prima domanda, per rispondere al presidente sulla tipologia, su come si è proceduto a fare questo affidamento, Sogesid, a seguito di una convenzione con l'allora Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica dell'area di Masseria del Pozzo, ha redatto un primo progetto definitivo, che è stato poi valutato in una conferenza di servizi con la regione e il Ministero dell'ambiente, perché all'epoca l'area ricadeva nel sito di interesse nazionale (SIN). Approvato il progetto definitivo, è stato posto a base di gara un appalto integrato, prima redazione del progetto esecutivo e poi realizzazione degli interventi.
  L'avvio della procedura è avvenuto il 15 luglio 2013, successivamente ci sono state tutte le valutazioni, la ricezione delle offerte e le verifiche delle anomalie. Siamo arrivati, con una procedura di affidamento al massimo ribasso, al 6 maggio 2014. L'ATI aggiudicataria era costituita dalla mandataria Tre Erre e dalla mandante Italrecuperi S.r.l., queste società raggruppate in ATI hanno avviato una revisione della progettazione definitiva, perché, come ben sapete, il progetto definitivo come presentato in fase di gara non risponde a tutti i requisiti e devono essere dissociati alcuni elementi, quelli previsti dal 207 vigente...

  PRESIDENTE. Questa del massimo ribasso è stata una scelta o c'erano anche degli aspetti tecnici da considerare all'interno dell'appalto?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Io sono entrato successivamente, però è stata una scelta della società questa del massimo ribasso.

  PRESIDENTE. La domanda che vi faccio, perché so che al tempo non c'eravate, Pag. 15è se abbiate fatto una verifica delle modalità con cui è stato realizzato l'appalto inizialmente. È una scelta strategica, perché è chiaro che gli appalti sono fatti per legge, però un appalto si può costruire in vari modi, si possono mettere varie richieste all'interno di un appalto, quindi la domanda che pongo è: avete verificato o vi siete posti il tema di come fosse stato impostato allora l'appalto? Voi avete ereditato il pezzo a valle...

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Molto a valle.

  PRESIDENTE. Esatto, però la domanda è: avete fatto o avete intenzione di fare questa verifica, che magari non serve a voi, ma a noi probabilmente serve di più? Vi siete posti questo problema?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Il responsabile del procedimento dell'epoca si era posto questo problema e aveva fatto le sue valutazioni con il Commissario straordinario, per quanto riguarda tutte le motivazioni che sono a supporto di questa decisione non sono entrato nel dettaglio, perché sono entrato a dicembre 2015, quando c'erano già state l'aggiudicazione definitiva e una prima progettazione definitiva approvata in conferenza di servizi, presentato un progetto esecutivo, tutta una serie di revisioni di questo progetto esecutivo, fino ad arrivare a una prima segnalazione dell'ANAC, quella a cui accennava prima il presidente, con ricorsi e controricorsi.
  L'ANAC all'epoca suggerì a Sogesid di sospendere in autotutela l'affidamento e di procedere con una nuova procedura di gara, Sogesid in quel momento in collaborazione con ANAC ha redatto un progetto esecutivo finale, messo a gara per inviti, chiedendo l'elenco dei partecipanti all'ANAC stessa (l'ANAC ci ha segnalato 56 ditte), quindi abbiamo avviato una nuova procedura di gara.
  Di queste 56 richieste di offerta ne sono arrivate 8; questa procedura è stata impugnata dall'ATI, in particolare dalla Tre Erre e anche su questa l'ATI ha avuto la sospensiva da parte del TAR, poi ha avuto giudizio favorevole e quindi il TAR ci ha intimato di riprendere l'affidamento con l'ATI affidataria del precedente percorso. Analogamente c'è stata un'ulteriore interdittiva con il prefetto Gabrielli, quindi poi un'altra volta sospensione.
  È importante dire che questo progetto è stato sviluppato con quelle che erano le disponibilità tecniche di forniture del 2013, le offerte fatte dalle imprese nel 2013 (questo serve per le valutazioni successive) valutavano anche la disponibilità di materie quali terreni o geosintetici, ed essendo un mercato abbastanza vivo in quel momento, c'erano delle disponibilità e quindi si potevano ottenere dei prezzi. Lo stesso prezzario di riferimento era quello della Campania 2012; oggi siamo nel 2017, cinque anni dopo.
  Quando sono entrato, a dicembre 2015 (da questo momento mi sento pienamente forte di rispondere), è arrivata la sospensiva da parte del TAR, ho sospeso la procedura di gara, quando è uscita la sentenza definitiva da parte del TAR ho annullato in autotutela quella procedura di gara, perché a quel punto ci era stato imposto di ricominciare l'esecuzione dei lavori con l'ATI Tre Erre e Italrecuperi, un'ATI di tipo orizzontale, 51 per cento da parte della mandataria, 49 per cento da parte della mandante.
  Il contratto di ATI delegava in maniera esclusiva tutta una serie di rapporti alla rappresentante della mandataria, la signora Emilia Fiorani, demandava compiti di interloquire con la stazione appaltante alla sola mandataria, demandava alla mandataria i contratti di subappalto e di approvvigionamento, non dichiarava come in altri quali fossero precisamente le attività che avrebbe svolto materialmente l'una e l'altra società, però era un contratto di ATI registrato presso un notaio, quindi ci era stato consegnato.
  A questo punto, dopo tutte le procedure, tutti i ricorsi e i controricorsi, Sogesid può completare l'iter di approvazione del progetto esecutivo sulla parte tecnica e sulla parte economico-amministrativa e quindi Pag. 16procedere al riavvio dei lavori (siamo a giugno 2016).
  A giugno 2016 iniziamo quindi a tambur battente tutta una serie di attività di acquisizione dei POS, di consegna delle aree, di sopralluoghi, chiediamo conferma all'impresa della sua disponibilità a eseguire i lavori, anzi l'impresa ci intima: «noi siamo pronti, possiamo partire». Il 28 luglio c'è una prima consegna di carattere formale con il presidente della regione Campania, De Luca, successivamente io do mandato al direttore dei lavori, che il 1° agosto 2016 consegna le aree e avvia i lavori.
  Un altro elemento che va segnalato è che quest'area, come ben sapete, è un'area sotto sequestro, quindi ogni volta che qualcuno deve entrarvi all'interno deve essere chiesta un'autorizzazione, all'epoca alla Corte d'Assise di Napoli con una procedura abbastanza lunga.
  Per accordi con la Corte d'Assise, noi come stazione appaltante dovevamo avanzare richiesta alla struttura commissariale, che la girava alla Corte d'Assise che dava l'ok e il Commissario ci dava... Quindi chiaramente un po’ di lungaggini, ma abbiamo cercato sempre di essere veloci e di anticipare i tempi.
  C'è un primo step, una prima pausa dei lavori, perché a fine agosto finisce il mandato del Commissario De Biase, che si inventa una sorta di prorogatio, comunque ci aiuta, però poi a settembre, quando dobbiamo rinnovare perché non facciamo le richieste a tempo indeterminato fino a fine lavori, ma diamo delle scadenze, anche per essere abbastanza pressanti, compulsivi sulle imprese, per poterle seguire e avere il polso reale della situazione, per cui a metà settembre scadono queste prime autorizzazioni, a questo punto il Commissario non è più in funzione e si sospende tutta la procedura, come RUP sono costretto a sospendere i lavori per circa un mese per mancanza di autorizzazioni di accesso alle aree sottoposte a sequestro.
  La situazione si sblocca, il Commissario riesce a fare uno scatto in avanti, riesce ad ottenere il mandato per rilasciare le autorizzazioni e si velocizzano tutte le procedure. Come stazione appaltante cerchiamo di essere molto presenti sul cantiere, di essere veloci nel rilasciare autorizzazioni ai subappalti, verifiche antimafia e tutto ciò che c'è da fare, anche se chiaramente per le verifiche antimafia da fare ex novo purtroppo dobbiamo aspettare almeno 35 giorni che la prefettura risponda o, in caso di silenzio, diamo l'avvio sotto tutela e, laddove nasca l'articolo 92 del 159, ritiriamo l'affidamento.
  Invitiamo le affidatarie a individuare, se possibile, società già iscritte nella white list, così da poter accelerare, e devo dire che da questo punto di vista l'impresa, con sforzo e con tutte le difficoltà del caso, di volta in volta ci sottopone società già iscritte o che hanno comunque formulato richiesta di iscrizione alla white list, perché si cerca di accelerare i tempi.
  Non entrando nel dettaglio, da ottobre a gennaio le imprese, nonostante questo pressing da parte del direttore dei lavori della stazione appaltante, vanno abbastanza a rilento, anche perché nelle fasi preliminari di lavorazione si verifica un primo problema, che poi il direttore dei lavori dettaglierà meglio, nella fase di ripresa dei cosiddetti «teli di fondo».
  Mi spiego: si sapeva che le discariche avevano un telo che copriva il fondo, bisognava attaccare il nuovo, ripartire con il nuovo telo in HDPE per completare il capping, il telo era a vista in alcuni punti, quindi tutti convinti, fatti dei saggi a poca profondità, quindi procediamo, procediamo, procediamo, invece no, il telo è stato trovato bruciato in alcuni pezzi, era stato mal posto in esecuzione e quindi era lacerato. Questo ci ha costretto, invece di scavare 50 centimetri, a fare sbancamenti di 4-5 metri nel periodo dicembre-gennaio, quindi lascio immaginare come fossero questi sbancamenti.
  In questo caso abbiamo dovuto avviare una procedura di perizia di variante per ulteriori lavori, non abbiamo inteso sospendere i lavori, il direttore dei lavori ci ha dato mandato: «continuate perché non si può lasciare il rifiuto scoperto, non si può lasciare questa voragine in modo che entri altra acqua e si produca altro percolato, Pag. 17tuteliamo l'ambiente, tuteliamo la salute pubblica» e siamo andati avanti.
  Hanno approvvigionato i geosintetici, hanno approvvigionato i teli in HDPE, però il problema vero (ritorno all'incipit) è che non si trovava più terreno disponibile per fare il capping, la copertura del metro, perché chi aveva all'epoca il terreno non aveva aspettato quattro anni, se l'era venduto, trattandosi di un bene prezioso che si vende subito, chi aveva lavori in corso aveva dovuto fare piani di smaltimento del terreno e quindi questo terreno a volte era andato in discarica invece di poter essere utilizzato, quindi c'erano delle problematiche.
  Un primo step l'abbiamo risolto per il livellamento sotto telo approvvigionando materiale di recupero, e, sempre in un'ottica ambientale, invece di fare una cava per prendere materiale da mettere a contatto con i rifiuti, utilizzando materiale di categoria adeguata, come consente anche la norma, e facendo riciclo, cioè puntando ad una massimizzazione dal punto di vista ambientale.
  Fatto il livellamento, riusciamo quindi a trovare un cantiere in corso, che si chiama Ex Birreria Peroni, dove si stavano facendo dei lavori. Nasce un problema: questo terreno dalle analisi presentava berillio e tallio, due parametri fuori norma, quindi ci confrontiamo con il Ministero dell'ambiente, con la regione Campania, con l'ARPA ed emerge che ad un tavolo tecnico del Ministero erano stati individuati come valori di fondo e davano delle deroghe per questi valori, quindi consentiamo l'approvvigionamento di questo materiale però, essendo materiale di struttura non buona, diciamo che questi valgono per i primi 50 centimetri che sono una prima fase di ricoprimento.
  Da quel momento le imprese incominciano ad approvvigionare questo terreno, su un fabbisogno di 60.000 metri cubi siamo a circa 35.000 metri cubi che da calcolo più o meno ci consentono di coprire tutto il corpo discarica per i primi 50 centimetri che dicevo prima.
  Sempre difficoltà a interloquire con la Tre Erre, che fa sempre riserve, ma si tratta di una normale diatriba all'interno di un cantiere. Sono in forte ritardo, vengono richiamati più volte, vengono richiamati ad accelerare per quanto possibile i lavori, che dovevano finire il 31 luglio 2016, però per quanto ho detto prima, vuoi la sospensione per la mancanza di accessi per 22 giorni, vuoi per il problema legato alla variante, diamo una proroga di 88 giorni e quindi trasliamo la fine dei lavori...

  PAOLA NUGNES. Scusi, lei ha detto 31 luglio 2016...

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Scusi, 31 luglio 2017, mi perdoni: dal 1° agosto 2016 sono 365 giorni di durata dei lavori, quindi 31 luglio 2017, grazie.
  Diamo quindi una proroga fino al 27 ottobre 2017. Mentre le imprese approvvigionano il terreno, si nota un rallentamento su alcune lavorazioni; l'unica lavorazione che continua con una certa frequenza è la fornitura di questo terreno. Si richiama alle imprese di rispettare i tempi, si chiede loro più e più volte un cronoprogramma in cui si faccia vedere il rispetto dei tempi. Ci mandano un cronoprogramma che noi rigettiamo perché inapplicabile, perché eccepiscono una serie di causali, ci richiedono una serie di riserve sui tempi: vuoi per il deposito al genio civile, che non dipende da noi; vuoi per l'accesso..., ma non dipende da noi; vuoi perché richiedono una proroga di 150 giorni perché l'approvvigionamento del terreno non era disponibile all'atto dell'avvio dei lavori, ma non è recepibile una richiesta di tal genere.
  Noi sollecitiamo l'impresa a redigere e a presentarci questo cronoprogramma, l'impresa è sempre restia a redigere, perché a questo punto sente di essere messa alle strette con una tempistica abbastanza scadenzata, con un controllo abbastanza scadenzato.
  Arriviamo ai primi problemi che sono oggetto dell'incontro di questa sera. Nella settimana dal 18 al 24 luglio e precisamente in data 24 luglio l'impresa Italrecuperi porta via tutti i propri uomini e i propri mezzi dal cantiere, a meno del suo Pag. 18preposto, che individua come capo cantiere ma è un preposto, il geometra Perrotta. Lascia i baraccamenti (lui presiede i baraccamenti), però non fanno nessuna altra attività in cantiere.
  Come RUP, dovendogli autorizzare per l'ennesima volta gli accessi, formulo loro una richiesta: comunicatemi uomini e mezzi, durata e attività che devono svolgere, per una durata massima di quindici giorni. In questo caso, siccome siamo a fine luglio, abbiamo inteso prorogarla fino al 26 agosto, perché potevano esserci ritardi perché mancava uno, mancava un altro per ferie, e poi c'era il periodo di caldo esagerato, avevamo allerta meteo, quindi in questo singolo caso abbiamo chiesto fino al 26 agosto.
  La mandataria, quindi l'unica con cui noi interloquiamo ufficialmente, formalmente, ci inoltra questo cronoprogramma di dettaglio di 15 giorni, che io giro al commissario per autorizzare. C'era una serie di lavorazioni, tra cui il completamento del telo, stesura del terreno di ricoprimento e realizzazione della canaletta perimetrale per la raccolta delle acque.
  Intanto in questi mesi (poi sarà il direttore dei lavori a fare il dettaglio preciso) l'impresa riesce a realizzare i pozzi per la raccolta del biogas e a rifare i pozzi di percolato, perché i pozzi di percolato da verifica fatta in situ (nel progetto iniziale non c'era, erano solo un riallestimento) si è verificato che erano franati, quindi questo franamento non consentiva il loro utilizzo e quindi sono stati riperforati i pozzi per la raccolta del percolato. Erano inseriti nella variante che andiamo a firmare insieme agli altri lavori, ossia il 20 luglio l'atto di sottomissione da parte dell'impresa, mentre la determina di approvazione da parte del presidente, che quindi dà formalmente avvio alla perizia di variante, il 4 agosto.
  Siamo quindi tra luglio e agosto, e l'ATI deve eseguire questi lavori. Entrano in cantiere semplicemente alcuni addetti della mandataria e gli operai di un subappaltatore, che era lo specialista per l'esecuzione e la posa in opera di telo in HDPE, Nuova ecologia.
  Chiediamo conto all'impresa, la mandataria a fine agosto ci rimanda l'elenco (sempre quindicinale a questo punto) per l'accesso in cantiere e per le lavorazioni, e in questo elenco la mandataria non mette gli uomini e i mezzi della mandante, perché l'11 agosto la mandataria, dopo un iter interno civilistico tra di loro avviato il 19 luglio, aveva risolto il contratto di ATI con la mandante. A quel punto noi chiediamo conto di quest'atto, che è un atto monocratico, unilaterale.
  Il 1° settembre (da quella data noi prendiamo formalmente atto di questa procedura) mandano un atto notarile in cui la mandataria comunica di aver risolto il contratto di ATI per inadempienze e per altre motivazioni da parte della mandante, motivazioni che non consentono il prosieguo dei lavori.
  A questo punto come stazione appaltante ci siamo posti i primi quesiti: che cosa vogliamo fare, che cosa è importante per noi, salvaguardare la prosecuzione del lavoro, l'atto, e quindi tutelare i cittadini, tutelare l'ambiente, tutelare per quanto possibile, anche prendendo atto che a quell'epoca i lavori stavano comunque proseguendo e si stava procedendo? A quel 32 per cento, a cui faceva riferimento prima il presidente con il SAL di agosto, praticamente il telo in HDPE era stato posto tutto in essere, a meno di parti pavimentate in asfalto, quindi comunque impermeabilizzate (non la cosa migliore, però comunque impermeabilizzate).
  Erano stati posti in essere i pozzi di estrazione del percolato, erano stati messi in opera i pozzi di biogas e chiusi, quindi a questo punto i primi obiettivi di messa in sicurezza d'emergenza, evitare la formazione di ulteriore percolato per l'infiltrazione di acqua zenitale e acqua meteorica, l'uscita di biogas perché non era chiuso o i pozzi di biogas costituivano dei cammini in via preferenziale, il controllo dei livelli di percolato perché con i pozzi di percolato abbiamo fatto dei monitoraggi, andavamo a controllare il livello di percolato all'interno e quindi controllavamo la situazione che non si presentava emergenziale, tale da intervenire perché poteva fuoriuscire il percolato, Pag. 19 quindi abbiamo inteso valutare la possibilità di venire incontro a quello che ci richiedeva la mandataria.
  Come RUP prendo quindi atto di questa risoluzione dell'ATI e chiedo all'impresa, riservandomi di verificare se la mandataria avesse i requisiti di partecipazione sia all'atto della gara, sia allo stato attuale. Verificato che la mandataria avesse i requisiti di partecipazione come unica affidataria, ho chiesto se la mandataria fosse in grado di eseguire i lavori, quindi ho fatto richiesta di informazioni tecniche per una sorta di verifica dei requisiti di esecuzione, cioè sono andato oltre: voglio essere sicuro che tu mandataria possa realmente eseguire i lavori.
  Ho chiesto quindi ancora una volta il cronoprogramma, ho chiesto contratti, ho chiesto elenchi di uomini e mezzi eventualmente disponibili, ho chiesto quali erano i fornitori, ho chiesto tutta una serie di informazioni: ditemi come intendete strutturarvi da oggi a domani per poter proseguire i lavori, perché dal punto di vista amministrativo come RUP la cosa più semplice è chiudere il contratto.
  L'impresa mi fa una prima comunicazione, mi manda una serie di informazioni (depositerò queste mie richieste con le risposte delle imprese e altri allegati), quindi mi risponde mentre il direttore dei lavori le contesta di nuovo tutti gli ordini di servizio, le chiediamo come intenda ottemperare a quegli ordini di servizio ai quali non aveva ottemperato o la mandataria accusa la mandante di non aver ottemperato: uno dei motivi è che non hai eseguito i lavori, il direttore dei lavori ti ha fatto degli ordini di servizio ai quali tu non hai ottemperato, mettendo in grave difficoltà l'ATI stessa.
  Chiedo quindi all'impresa, mi manda questi primi documenti, ma non mi soddisfano, quindi gliene richiedo altri e mi impunto su un particolare, il cronoprogramma, perché nel frattempo la mandataria Tre Erre, che a questo punto si propone come unica affidataria, chiede una proroga di 240 giorni che, uniti agli 88 precedenti, porta a 330 giorni. Al di là del mio parere personale, chiedo il parere tecnico al direttore dei lavori e poiché, come vi rappresentavo prima, molte di queste richieste erano contenute nelle riserve formulate dall'impresa e di volta in volta rigettate e motivate dal direttore dei lavori.
  Rigettiamo quindi questa richiesta di 240 giorni, però riconosciamo che nel corso dei lavori ci sono stati dei motivi oggettivi: ad esempio, l'ondata di calore non consentiva sopra i 40 gradi di lavorare alla saldatura dei teli, che è fatta ad alta temperatura su teli neri, quindi era a forte rischio la salute del lavoratore; le giornate di pioggia, laddove stavamo facendo gli scavi, e la pioggia non riguarda solo il giorno in cui ha piovuto, ma anche i giorni successivi, in quanto non consentiva ai mezzi di operare in maniera adeguata; l'approvvigionamento di una tale quantità di terreno fatto velocemente, che ci ha creato anche difficoltà, perché la mandante in pochi giorni ha approvvigionato 20.000 metri cubi di terreno, un valore enorme di terreni che provocava polveri, quindi abbiamo chiesto di bagnarli.
  Non vi nascondo che loro hanno avuto da parte di un coltivatore di fragole limitrofo alla discarica una richiesta di risarcimento danni, perché non hanno adottato gli accorgimenti necessari e quindi si è alzata questa polvere che ha deteriorato la raccolta delle fragole in un periodo di massima produzione. Ci siamo poi adoperati per trovargli ulteriore acqua.
  Abbiamo quindi riconosciuto motivi reali, non imputabili alla stazione appaltante o all'affidataria, per 94 giorni, e chiesto all'impresa di darmi un cronoprogramma con 94 giorni. L'impresa Tre Erre dichiara una serie di elenchi di uomini, società con cui ha accordi per le varie lavorazioni e in particolare evidenzia che ha un pre-accordo con la Astaldi, che sta eseguendo una stazione della metropolitana di Napoli a Capodichino, per ricevere parte di questo terreno durante lo scavo (poi bisognerà depositare il piano di gestione delle materie e delle terre e rocce da scavo alla regione Campania e all'ARPA, che lo dovrà approvare e quindi pianificare).
  Ultima risposta dell'affidataria, datata l'11 ottobre: «ti do tutto, a meno di un cronoprogramma, così come viene richiesto Pag. 20» in cui dà tutta una serie di lavorazioni e ne subordina altre a un atto integrativo, ossia tu, stazione appaltante, mi devi riconoscere come unico affidatario, quindi un atto integrativo che modifichi l'interlocutore del contratto, subordinato poi al piano di approvvigionamento dei terreni, che verrà a seguito della presentazione da parte di Astaldi in regione Campania del piano di gestione delle terre e rocce.

  PAOLA NUGNES. Chiede che venga subordinato il termine dei lavori alla data di approvvigionamento del terreno? Ho capito bene?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Sì, la società Astaldi dice che i 94 giorni partiranno dal reale atto di sottomissione, però in questo periodo comunque i lavori non si sono fermati, c'è stata la settimana scorsa abbastanza attività, si è lavorato, i lavori non sono sospesi, questo sia ben chiaro, scontano difficoltà, scontano qualche rallentamento, ma la settimana scorsa abbiamo avuto addirittura un'accelerazione, mai abbiamo visto 8-10 operai che lavoravano contemporaneamente sulle due cave, era abbastanza dinamico e ci aspettiamo che continui ad essere così, il cantiere è vivo, prosegue, con i ritardi però è vivo, si sta lavorando.
  A questo punto, anche perché non vogliono presentare il cronoprogramma perché si sentono poi legati a quella data, perché per i 94 giorni sposteremmo la data di fine lavori dal 27 ottobre al 28 gennaio 2018, dicono: «non sappiamo bene qual è il piano, poi andiamo a richiedere un'altra proroga», ho detto che, se i motivi sono giusti, la proroga viene concessa tranquillamente, se a Natale siamo all'80 per cento dei lavori, quale ragione eventualmente per concedere un'ulteriore proroga?
  Nella mia richiesta ho specificamente chiesto di individuare il cosiddetto «metodo del percorso critico» nel cronoprogramma, entro in un tecnicismo un po’ particolare, ma praticamente si devono individuare quelle attività che non possono essere ridotte perché sono incomprimibili e quindi determinano la durata massima del cantiere, loro non hanno presentato questa cosa e io come RUP in collaborazione con il direttore lavori ho ipotizzato un cronoprogramma.
  Se tutto fosse partito oggi, potremmo chiudere i lavori il 28 gennaio con un piano di approvvigionamento da parte della Astaldi, cosa che sembrerebbe, dai documenti che loro ci hanno fornito, infattibile. Resterebbero da approvvigionare eventualmente da altra fonte oppure da studiare bene la problematica i cosiddetti «ultimi 30 centimetri del capping del terreno», perché, finché siamo a 70 centimetri, l'apparato radicale superficiale delle piante interagisce poco, quindi non abbiamo bisogno di un terreno molto ricco di humus o di altre sostanze nutritive, negli ultimi 30 centimetri invece deve essere un terreno di ottima qualità, un terreno di coltivo.
  Questo si può ottenere andando a scavare un campo agrario per 30 centimetri oppure approvvigionando materiale, addizionandolo con del compost o con ammendamenti. È chiaro che questo deve essere studiato insieme all'Istituto di agraria della facoltà di Napoli, che all'epoca diede lo studio posto a base di gara per la piantumazione, però questo è l'ultimo step, perché quando arriveremo a mettere la piantumazione avremo fatto tutto il capping, i pozzi di biogas e il sistema di raccolta, la gestione del biogas, il sistema di raccolta del percolato e il sistema di videosorveglianza saranno ormai funzionanti.
  Vi informo che la settimana scorsa, poiché l'impresa aveva una società di vigilanza che evidentemente vigilava poco, durante la notte ignoti sono riusciti ad entrare nell'area di cantiere, hanno tagliato 42 metri quadrati di telo in HDPE e se lo sono portati via. Il direttore dei lavori ha dato subito l'ordine di servizio di ripristinare la continuità del telo e sono stati fatti i lavori, ma sollecitiamo che quanto prima possibile questo terreno... Ecco perché la nostra idea è quanto più possibile fare, coprire e tutelare, perché se copriamo questo telo in HDPE o geosintetici, che è un valore economico reale, con 50-70 centimetri di terreno, un conto è entrare dentro con un taglierino, tagliare questo quadrato, portarselo Pag. 21 a casa e farsi un tappetino o altro (ignoro che uso ne abbiano fatto), mentre spostare cumuli di terra abbondante diventa più complicato, devi entrare con una pala meccanica, per cui qualcuno se ne accorge.
  Sono importanti anche i presìdi di sicurezza come l'antincendio, perché, siccome l'area non è manutenuta da nessuno, dappertutto ci sono le foto degli incendi scoppiati a luglio 2017. Questi incendi attaccano anche il telo in HDPE, le tubazioni e il biogas, andando a deteriorare quello che è un bene ormai è pubblico, perché con l'ultimo SAL li abbiamo pagati, ormai è un bene pubblico, e che questo bene non venga tutelato e salvaguardato è un danno all'erario, oltre al ripresentarsi di quella che oggi abbiamo tamponato come emergenza ambientale di produzione di biogas e di percolato.
  Dovremmo spendere di nuovo soldi per qualcosa che stiamo pagando con il prezzario 2012, mentre oggi dovremmo fare il prezzario 2017 con tutti gli incrementi del caso, stiamo pagando un appalto con un ribasso d'asta del 40 e passa per cento e oggi dovremmo rifarlo a prezzo pieno, poi rifai la gara, rifai tutto...
  Si sta quindi studiando la fattibilità, se sia possibile andare avanti con un'unica impresa, con l'affidataria, valutando i pro e i contro delle diverse soluzioni. Amministrativamente risolvere tutto come RUP, il 31 salvi tutti e lascio... però l'ambiente, la salvaguardia primaria della salute pubblica che è costituzionalmente riconosciuta sono le valutazioni che stiamo facendo.
  Lascio la parola all'ingegner Mita per quanto riguarda il dettaglio tecnico nell'esecuzione dei lavori e quanto ad oggi è stato già realizzato e si sta realizzando.

  PRESIDENTE. Vi chiederei brevemente di cercare di farci intendere quali sono i lavori importanti realizzati, perché anche su questo tema si è discusso, si è detto che non è ancora realizzato, il rischio che i percolati continuino a esserci è molto forte se non si va avanti. Ci dia solo queste informazioni, così sarà possibile porre qualche domanda e magari avrà occasione di ritornare sull'argomento.

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. L'impresa ha avuto un periodo di start up dei lavori, in quanto c'è stata una serie di discussioni sui materiali che dovevano essere approvvigionati, e alla fine i materiali proposti dall'impresa sono tutti risultati di ottima qualità, prodotti dalle migliori case produttrici sia italiane che tedesche.
  Il telo è stato preso in Germania, il geocomposito bentonitico – che costituisce una barriera geologica che impedisce alla goccia d'acqua di penetrare dall'esterno all'interno della discarica, con una durata di 70 anni, cioè questo tipo di argilla consente alla goccia d'acqua, nel caso in cui fosse bucato il telo, di passare dall'esterno all'interno dei rifiuti in 70 anni, quindi è una barriera che, anche se con un singolo telo con uno spessore di 7 millimetri – ha comunque un coefficiente di permeabilità di qualche ordine di grandezza superiore a quello richiesto dalla normativa.
  Inizialmente si è perso un po’ di tempo per riuscire a trovare i materiali migliori in favore della sicurezza dell'opera e il materiale è stato tutto approvvigionato, quindi, oltre al materiale che è stato posato, in cantiere sono presenti già i rotoli del materiale ancora da posare, solamente che noi non lo paghiamo da contratto finché non viene posto in opera, quindi anche se l'impresa ha sostenuto queste spese non le verrebbero riconosciute se i lavori si dovessero fermare o fossero soggetti a incendi o ad altri danneggiamenti.
  Siamo quindi riusciti a rimodellare il corpo discarica e a posare questi teli per rendere impermeabile il cumulo di rifiuti quasi al 100 per cento; era rimasto un fronte su un'area da chiudere, lo abbiamo rimodellato e tra oggi e domani con la ditta subappaltatrice che posa questi teli stavano cercando di chiuderlo. Sono rimaste ancora delle zone dove dobbiamo mettere questi teli, ma sono comunque tutte pavimentate in asfalto, quindi hanno già una certa impermeabilità.
  I lavori veri e propri sono partiti a febbraio, quando sono entrate queste ditte subappaltatrici che stendevano i teli e le ditte subaffidatarie che facevano le perforazioni dei pozzi sia di biogas che di percolato. Pag. 22 Come diceva il RUP, abbiamo riscontrato che i pozzi di percolato si erano occlusi per il crollo e quindi abbiamo dovuto inserire nelle varianti il rifacimento dei pozzi esistenti, sono stati realizzati tutti i 39 pozzi del biogas, chiusi con le teste di pozzo e la valvola di chiusura, per evitare la fuoriuscita di gas dei pozzi, e anche il telo viene sigillato intorno al pozzo, perché il pozzo è realizzato con un filtro di pietrame per fare entrare dentro il gas, un tubo sfinestrato da cui penetra il gas e poi esce fuori, però comunque anche il filtro di pietrame può fare uscire il gas, quindi viene tutto sigillato con l'argilla e poi coperto con il telo, quindi ormai dalla discarica il gas non fuoriesce più.
  Mentre inizialmente uno andava sul posto e sentiva questo forte odore che prendeva alla gola, adesso andando sulla discarica non si sente, se non quando proviene dalle discariche vicine a seconda del vento.

  PRESIDENTE. Il biogas poi viene raccolto?

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. Adesso rimane tutto all'interno, viene raccolto con delle tubazioni e portato a delle torce che devono bruciare questo gas. La posa di queste tubazioni deve essere fatta sopra al terreno, perché, siccome il biogas ha della condensa, se viene fatto sotto e ha delle deformazioni, se la condensa occlude la tubazione, poi non funzionano più, quindi necessariamente vanno fatte all'esterno e per metterle bisogna completare la copertura con il terreno.
  Per quanto riguarda il percolato, anche lì bisogna mettere delle tubazioni che pompano dal pozzo a dei serbatoi, e poi dai serbatoi, una volta analizzata l'acqua, si porta a discarica.

  PRESIDENTE. Al momento i lavori di capping e di copertura sono di fatto completati, ulteriore dilavamento non ci dovrebbe essere, manca però tutta la parte di raccolta del percolato che confluisca dentro questi serbatoi, quindi questa parte oggi non c'è.

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. Non c'è. Noi da contratto dobbiamo portare via 1200 metri cubi di percolato, con ordine di servizio adesso ho dato il programma (1200 metri tonnellate o metri cubi, più o meno la stessa cosa), non all'anno ma nel servizio che deve fare l'impresa, poi nella post-gestione dovrà essere portato via tutto il percolato che negli anni si era formato o quel poco di percolato che ancora continua a formarsi.
  La maggior parte del percolato si formava perché pioveva e poi l'acqua andava nei rifiuti, e da una stima che abbiamo fatto sui livelli del percolato che c'è nella discarica ci potrebbero essere anche 65.000 tonnellate di percolato.

  PRESIDENTE. Questo smaltimento è compreso nella...?

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. No.

  PRESIDENTE. I primi 1200 è da decidere chi poi li gestisca, è così?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Sì, dovrebbe essere individuato il gestore della discarica, Sapna o chi per essa, che dovrebbe fare la normale gestione post mortem della discarica.

  PRESIDENTE. Non è stato ancora individuato?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. No, questo per noi è un grave punto di domanda, perché non sappiamo con chi interfacciarci, perché queste cose a volte vengono decise anche insieme al gestore stesso della discarica, quindi la programmazione e quant'altro, oggi siamo con un «è Sapna, non è Sapna, è un'altra società della regione?» e non si sa.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai commissari che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  CHIARA BRAGA. Ho un paio di domande sul passato, anche se ci hanno già fatto una ricostruzione molto dettagliata. Pag. 23La prima è se dal punto di vista tecnico voi crediate che avere impostato questo tipo di appalto con la scelta dell'appalto integrato e del massimo ribasso abbia condizionato in maniera negativa tutta questa vicenda, se quindi anche in quella scelta vi sia un aspetto critico.
  Sull'aspetto dei subappalti, che avete citato, sono state fatte nel corso di questi ultimi anni, quindi quando è ripresa l'attività dell'ATI, delle verifiche specifiche sui subappaltatori? Allora la normativa non prevedeva l'obbligo di indicare una terna, però questo punto dei subappalti è un elemento critico, come mi è parso di capire?
  Ci potete dire a quanto ammonti l'importo dei lavori ancora da realizzare? Mi sembra di aver capito che lo stato di realizzazione è sul 35 per cento, ma vorrei conoscere in termini economici l'importo dei lavori ancora da realizzare.
  Se ho capito bene, non avete ancora concluso la valutazione rispetto al fatto che oggi l'unica impresa aggiudicataria rimasta abbia o no le condizioni per arrivare fino in fondo all'appalto da sola, quindi siete ancora in corso di valutazione. State valutando, anche con il supporto e l'affiancamento di ANAC, come procedere in questa fase?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Mi permetto di dire per quanto riguarda la sua prima domanda, ossia se il massimo ribasso abbia condizionato l'esecuzione dei lavori, che era un criterio di aggiudicazione molto oggettivo, consentiva di non andare nella soggettività della offerte tecnico-economiche, e dall'altro lato dava anche una visualizzazione di tutto il procedimento, dell'iter, perché si voleva essere veloci. Se questo abbia o meno condizionato questo tipo di appalto non le so rispondere, le posso dire queste come caratteristiche generali.
  Subappalti. Le posso garantire che io non verifico solo i subappalti, ma verifico nolo a caldo, nolo a freddo, subaffidamenti e subappalti, come vi dicevo prima tratto ognuno di loro allo stesso modo, mi faccio mandare la stessa documentazione camerale, iscrizione alla white list, perché, come dicevo prima, stiamo cercando di individuare società iscritte a white list, altrimenti si fa la normale procedura di verifica antimafia, contratto di affidamento anche per verificare se nel subaffidamento sia nascosto un subappalto, i controlli sui lavoratori, quindi cerchiamo di controllare tutto.
  Nella nota che depositerò c'è uno specchietto di quelli che sono ad oggi i subaffidatari, i subappaltatori, e siamo a meno dell'8 per cento in termini percentuali, quindi chi ha lavorato di più è questa Nuova ecologia, perché faceva la posa in opera dei geosintetici e quindi è stata impegnata molto, la For Earth Group, che ha fatto le perforazioni del percolato e del biogas. Qui ho segnato anche chi fornisce il calcestruzzo, la relazione geologica che, come dicevo prima, ho dovuto ordinare per fare l'analisi, e manteniamo traccia di tutto perché per quello che è la valutazione del cosiddetto «30 per cento di subaffidamento» sulla categoria prevalente a noi rientra tutto, non solo quelli che si configurano come semplici subappalti, ma anche tutti i subcontratti, quindi subaffidamento, nolo a caldo, escluso il nolo a freddo perché è una disciplina completamente diversa.
  Si tratta del 7,91 per cento, come indicato nella nota che vi lascio, perché l'ho ritenuto un aspetto fondamentale di valutazione anche per valutare la capacità dell'impresa, se possa avvalersi di altri soggetti per poter completare l'opera.
  Sull'importo dei lavori a completare lascio al direttore dei lavori la stima, mentre per la valutazione tecnica abbiamo completato, abbiamo tutti gli elementi, domani ci sarà la valutazione finale su questa verifica. Normativamente non trova la verifica di capacità di esecuzione, perdonatemi, non mi voglio sostituire al legislatore, perché riguardo alla domanda che mi fate, se il massimo ribasso sia condizionante, mi sono posto anch'io il dubbio che vi siete posti, non io RUP Giuseppe Alfano, ma come stazione appaltante. Vogliamo essere sicuri che chi prosegue completi e porti a compimento l'opera, vogliamo (con ragionevole certezza non si potrà mai avere, ma quanto più possibile) rassicurazioni che ti Pag. 24sei strutturato per completare i lavori. Se c'è questo, valutiamo, altrimenti...
  In questa fase ANAC ci ha chiesto dei documenti, stiamo rispondendo, ma non siamo ancora entrati in un dialogo diretto con l'Autorità su questa tematica, anche perché poi non rientra nella fattispecie dei quesiti a cui ANAC dà risposta, però, nel rispondere alle loro richieste di informazione, stiamo valutando anche questo aspetto.
  Lascio quindi la parola al direttore dei lavori.

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. Per quanto riguarda gli importi siamo arrivati a 1,3 milioni su 3,9 milioni, che sarebbe l'importo della variante, quindi siamo sul 30 per cento e c'è parecchio materiale in cantiere da porre in opera che, nel momento in cui viene posato, si può pagare.

  PRESIDENTE. Le 63.000 tonnellate di percolato che ci sarebbero in teoria da smaltire successivamente, tutta la fase post gestione chiaramente è tutta scoperta da un punto di vista economico, dal punto di vista di chi la deve fare, quindi qui siamo proprio a una messa in sicurezza di base, com'era strutturato l'appalto in maniera originaria. È così, no?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Sì.

  PAOLA NUGNES. Quindi la verifica di capacità è a termine, perché ha detto che domani... quindi si sblocca questo punto e sembra che dovrà essere positiva da quanto ci sta dicendo, quindi anche un venirsi incontro sui tempi, perché mi è sembrato dalla relazione che vi sia una convergenza sulle esigenze di avere questo terreno...
  Volevo sapere i costi ulteriori per telecamere antincendio chi li stia sostenendo, se siano sostenuti dall'ATI per quello che resta. Lei ha detto che il biogas che corre nelle tubazioni arriva a delle torce dove viene bruciato...

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. Visto che il quantitativo di biogas non era tale da essere bruciato per recuperare energia, nel progetto si era previsto di bruciare questo gas all'interno dell'area.

  PAOLA NUGNES. Quindi non ci sarà un guadagno di energia e quindi il costo di queste 60.000 tonnellate residue è scoperto? Il percolato se fa biogas può essere incentivato...

  MARIO MITA, Direttore dei lavori. Il percolato è acqua inquinata.

  PAOLA NUGNES. Quindi non biogas.

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. No. Mi permetta, onorevole, distinguiamo: il percolato è acqua che si è arricchita del contaminante oppure, quando c'è la fase di digestione dei rifiuti, si riproduce la frazione liquida, come quando mettiamo nel sacchetto l'umido che si chiama umido per questo, perché c'è quella frazione liquida che viene rilasciata, è acqua che va a impianti di depurazione abilitati.
  La stima è chiaramente una stima fatta parametricamente sulla capacità, sulla tipologia, però consideriamo anche che è una discarica fine anni ’90, quindi il periodo di digestione, di produzione di biogas e di percolato da processi endogeni è in fase di esaurimento, e anche per questo non si è pensato (già all'epoca era una bassa aliquota, adesso sarà ancora meno) di andare verso l'impianto delle torce della GESA, che tra le altre cose sono state abbandonate e vandalizzate e avrebbero bisogno di un intervento di revamping, che da un'analisi costi/benefici risulterebbe non conveniente eseguire, non c'è un grosso guadagno di recupero economico, è stato fatto nei tempi, e infatti funzionavano bene, oggi non c'è più questa convenienza tecnico-economica.
  Per quanto riguarda la tempistica e il venirsi incontro, oggi io sono duro, il 28 gennaio 2018 per me è la data di fine e non transigo su questa data, perché, se comincio a dare la possibilità di dire che facciamo il 28 febbraio... No, 28 gennaio 2018: Pag. 25se l'atto integrativo verrà redatto è quella la data.
  Se poi, in corso di esecuzione, in corso di verifica di tutti gli approvvigionamenti si ritenesse necessario dare ulteriore proroga per motivi non dipendenti dall'impresa, dalla stazione appaltante, allora nulla osta, non è che siamo ostativi nei confronti dell'impresa e vogliamo essere vessatori, «lo devi fare entro il ... per forza», però oggi quella è la data, non possiamo accettare cronoprogrammi loro senza un fine... I contratti aperti non si fanno.

  PAOLA NUGNES. Mi aiuti però a capire meglio questa faccenda su cui prima mi sono confusa nell'esposizione: le 1200 tonnellate che sono quindi da contratto verranno gestite nel tempo del cantiere? Non c'è un tempo ulteriore per questa gestione, rientrerà nella gestione di chiusura di cantiere, quindi dal giorno dopo noi ci troveremo comunque con 63.000 tonnellate di percolato da smaltire senza avere nessun progetto in essere? La regione non ha messo in campo niente?

  GIUSEPPE ALFANO, Responsabile unico del procedimento. Diciamo che sarebbe un liquido contenuto in una vasca a tenuta (è percolato) e 1200 tonnellate verranno gestite non fino al 28 gennaio, ma fino alla fase di collaudo, cioè rientra nel servizio anche tutta l'attività successiva di collaudo che al massimo dura sei mesi, quindi, se tutto finisse il 28 gennaio, il 15 febbraio potremmo avere un camion che esce e che sta portando via percolato, questo sia chiaro.

  PRESIDENTE. Dal punto di vista giuridico, una volta avute le garanzie dalla Tre Erre, cioè dalla mandataria, di poter andare avanti, voi perseguirete questa strada? Noi sappiamo che la Italrecuperi e la Tre Erre erano un'ATI, oggi non sono più un'ATI, c'è una risoluzione, è un problema – loro dicono – loro, voi vi interfacciate con la capofila dell'ATI, quindi voi fate la verifica se siano in grado o meno di portare avanti il lavoro, quindi allo stato attuale voi pensate che loro siano in grado di farlo?

  ENRICO BISCAGLIA, Presidente e amministratore delegato di Sogesid. È chiaro che, essendo la situazione critica, come loro hanno fatto presente, se uno si vuole mettere da parte dei bottoni risolve i suoi problemi e li scarica sul resto del mondo, cioè in sostanza far saltare i lavori è la cosa più semplice. Noi ci stiamo dando da fare perché tutti cerchino di allinearsi su questo obiettivo, è chiaro che i più riottosi sono Italrecuperi, cioè chi ci rimette, perché chi non recupera è Italrecuperi, però il comportamento che può avere la Tre Erre verso Italrecuperi può aiutare al fatto che non si entri in un forte contenzioso.
  D'altra parte, se noi non vogliamo porci dalla parte di quelli che dicono «allora facciamo saltare tutto», dobbiamo puntare su una prima soluzione, che è la presa d'atto di questa rescissione, che naturalmente ha qualche caso precedente, quindi ci siamo attrezzati in modo da tutelare questa scelta, e la seconda parte è che, se facciamo una scelta di questa natura, dobbiamo essere certi, se non al 100 per cento almeno al 90 per cento, che Tre Erre sia in grado di fare in qualche mese il completamento di quest'opera.
  Questo è fondamentale, perché voi capite che, se anche ci fosse un contenzioso però l'opera è terminata, noi abbiamo chiesto una garanzia e la Tre Erre ce l'ha data che ogni contenzioso civile sarà a suo carico, come ha riportato e confermato anche qui nella sua audizione, il che vuol dire che noi ci possiamo tutelare, ma anche noi non al 100 per cento, perché dobbiamo stabilire una priorità e la priorità che abbiamo stabilito è quella di cercare di portare a termine l'opera, assumerci il rischio, e, visto che questo rischio in questa parte nasce da un contenzioso tra due privati, se lo carichino sulle spalle loro, e non abbiamo alternative, perché questa è la verità, cioè non abbiamo neanche alternativa tra Italrecuperi e Tre Erre, c'è solo Tre Erre perché Italrecuperi ha gravi problemi economici.
  Voi mi capite, non è che tutto abbia una risposta... dobbiamo fare delle scelte e per questo abbiamo lavorato in questo mese per creare la minima possibilità di rischio. Pag. 26Il rischio c'era, perché quando è venuta qui la vulcanica Fiorani era per fare tutto subito, ma tutto subito andava bene solo a lei, cioè noi rischiavamo di non tutelare la possibilità che stia in piedi fino in fondo, almeno fino alla fine del lavoro.

  PAOLA NUGNES. Lei ha detto un mese, però sono due mesi che aspettiamo questa valutazione, quindi anche questo ha preso tempo e ha rallentato sicuramente i lavori, quindi vuol dire che c'erano delle grosse criticità che avete rilevato.

  ENRICO BISCAGLIA, Presidente e amministratore delegato di Sogesid. Non tutto era dall'inizio come è oggi, quindi è chiaro che la rottura tra le due aziende poteva essere una rottura recuperabile, quindi un po’ di questi tempi ai fini di... dopo ci sono state le azioni tecniche invece, ed è stato un braccio di ferro, perché quello che vi raccontava sul cronoprogramma vuol dire convincere la controparte a prendersi una responsabilità vera, seria, non a dire «a me conviene rimanere e prendere i soldini anche dell'altra parte, e va bene così». Noi adesso quest'opera l'abbiamo completata.

  PAOLA NUGNES. Vuol dire che avete stressato un po'la situazione per verificarla e per prendere atto di una capacità?

  ENRICO BISCAGLIA, Presidente e amministratore delegato di Sogesid. Sì, per verificare che potesse esserci questa alternativa per non far saltare l'operazione.

  PRESIDENTE. Vi ringraziamo, vi chiederemo la documentazione sull'appalto originario, siamo convinti che sia stato fatto assolutamente in regola, però il dubbio che viene è che forse, con una situazione del genere per il simbolo che quella discarica poteva rappresentare, qualche ritardo in più, meno sul massimo ribasso e più sull'offerta tecnica... però è stato fatto così e faremo una verifica.
  Vi ringraziamo per tutte le specifiche che ci avete dato e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 19.50.