XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 222 di Martedì 12 settembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per lo sport, Luca Lotti:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Lumia Giuseppe  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Di Lello Marco (PD)  ... 10 
Mirabelli Franco  ... 11 
Falanga Ciro  ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
Consiglio Nunziante  ... 13 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 13 
Manfredi Massimiliano (PD)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 14 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 18 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 18 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 18 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Lotti Luca (PD) , Ministro per lo sport ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. Sono lieta di comunicare che il Santo Padre, Papa Francesco, ha accordato un'udienza speciale a tutti i componenti e i collaboratori della Commissione parlamentare antimafia, accogliendo la richiesta formulata da me in occasione della presentazione del lavoro dedicato alla memoria del giudice Rosario Livatino e della relazione sui testimoni di giustizia.
  L'udienza si svolgerà presso il Palazzo Apostolico Vaticano il prossimo giovedì 21 settembre 2017 alle ore 12.30, in occasione del ventisettesimo anniversario dell'assassinio del giudice Livatino, del quale è in corso la causa di beatificazione.

Audizione del Ministro per lo sport, Luca Lotti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per lo sport, Luca Lotti. Il Ministro è accompagnato dal capo di gabinetto, Nicola Centrone, dal capo ufficio settore legislativo, Leonardo Ferrara, dall'esperto del settore legislativo, Federico Orso, e dal capo ufficio sport, Luigi Sant'Andrea.
  L'audizione rientra nel filone di inchiesta dedicato al tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso nel mondo dello sport, in particolare del calcio professionistico, e conclude il lavoro avviato con la costituzione del Comitato mafia e manifestazioni sportive, e sviluppato attraverso una lunga serie di audizioni di rappresentanti delle istituzioni e delle società sportive, tra cui da ultimo i presidenti di alcune importanti società di calcio, il capo della polizia, il Ministro dell'interno, i vertici della Figc e del CONI.
  L'incontro di oggi è pertanto volto a fare il punto con il Ministro per lo sport sugli indirizzi del Governo, per fare fronte alle criticità del sistema emerse nel corso del lavoro (sicurezza, ordine pubblico, gestione degli impianti sportivi, bagarinaggio, scommesse, riciclaggio, assetti societari), allo scopo di prevenire e contrastare ogni forma di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso nel mondo dello sport nel suo complesso.
  Ringrazio pertanto per la disponibilità il Ministro Lotti e gli cedo volentieri la parola.

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. Grazie, presidente, una precisazione: al posto del capo dipartimento Luigi Sant'Andrea c'è il capo del legislativo Leonardo Ferrara.

  PRESIDENTE. Lo avevo detto.

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. Sì, però non c'è Luigi Sant'Andrea, quindi specifico Pag. 4 che c'è lui. Grazie, buongiorno a tutti, grazie a voi, grazie per il vostro lavoro. Per essere meglio organizzato mi sono scritto l'intervento che ovviamente poi consegnerò, in modo tale da avere la possibilità di interagire tutti insieme per il prosieguo dei lavori.
  Prima di tutto è doveroso dare atto alla presidente e a voi commissari del lavoro svolto in questi mesi, per aver dedicato un apposito filone di inchiesta al tema della legalità nello sport e più specificatamente alla questione delle infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso nel mondo del calcio professionistico. Mi auguro anziché la decisione di istituire un Comitato su Mafia e manifestazioni sportive possa essere confermata anche nella prossima legislatura. Il Comitato può diventare il collettore delle proposte legislative finalizzate a rafforzare la legalità nel mondo dello sport.
  Il merito del vostro lavoro sta certamente nell'aver saputo evidenziare quelle zone grigie, nelle quali possono annidarsi fenomeni criminali di una certa rilevanza. Cosa forse ancor più importante però è aver saputo sensibilizzare, coinvolgere in prima persona e responsabilizzare alcuni dei principali attori del mondo sportivo e in particolar modo – lasciatemelo sottolineare – del mondo del calcio.
  I fenomeni che sono all'attenzione di questa Commissione, infatti, non riguardano solo le istituzioni, gli organi deputati all'ordine pubblico e la magistratura, ma possono essere combattuti se accanto alle azioni di controllo e repressione si rafforza una diffusa responsabilità alla legalità di ogni attore del mondo dello sport, dagli atleti ai tecnici, dalle famiglie alle società sportive, dalle istituzioni alle forze di polizia.
  In questa sede, avendo avuto già modo di confrontarvi con il Ministro Minniti e il prefetto Gabrielli, sarà mia intenzione affrontare il tema della sicurezza e della legalità nello sport soprattutto dal punto di vista sociale e politico. Queste sono anche le linee guida che ci siamo dati dalla costituzione del Ministero dello sport lo scorso dicembre.
  Entrando in argomento tengo a fare una premessa: è mia convinzione da sempre, ancor più da quando ho questa responsabilità istituzionale, che lo sport sia lo strumento più immediato, efficace e diretto per prevenire e combattere fenomeni come la devianza sociale, l'esclusione e la marginalità. Questo è ancor più vero in quelle aree del nostro Paese dove le istituzioni, la scuola e lo Stato in generale sono meno presenti, come nelle periferie delle nostre città.
  Sulla base di questa semplice considerazione, prima da Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Renzi e ora da Ministro per lo Sport, ho sostenuto con determinazione l'assegnazione straordinaria di specifiche risorse per l'impiantistica sportiva nelle aree periferiche. Nel 2015, con il decreto-legge n. 185 abbiamo istituito un fondo dedicato al piano sport e periferie con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro. Quest'anno, attraverso il fondo per gli investimenti istituito dall'ultima legge di bilancio, abbiamo rifinanziato il piano con ulteriori 100 milioni di euro, con l'obiettivo di riuscire a rendere permanente questo strumento eccezionale a disposizione dello sport e non solo.
  Può sembrare un'inezia, ma vi garantisco che investire in meno di tre anni 200 milioni di euro nell'impiantistica sportiva da parte dello Stato è un impegno che non si vedeva da molto, mi verrebbe da dire da troppo tempo. Si tratta di un investimento non solo nella pratica sportiva, ma anche nella sicurezza degli impianti, gravati spesso da una scarsa manutenzione e soprattutto sulla sicurezza delle nostre periferie, delle quali magari ci ricordiamo esclusivamente quando succede qualcosa di negativo.
  Tra i primi interventi che abbiamo voluto finanziare con queste risorse ne voglio citare alcuni particolarmente simbolici: palazzetto dello sport di Corviale e stadio Giannattasio di Ostia a Roma, il centro sportivo Boscariello di Scampia, a Napoli, del quale dovrebbero partire a breve i lavori, il polo sportivo Piazza della Pace di Reggio Calabria e il palazzetto dello sport del quartiere Zen a Palermo, tanto per citare alcuni esempi. Ogni faro acceso su Pag. 5un campo di periferia è una zona d'ombra in meno alla mercé della criminalità.
  Lo sport è un antidoto al crimine, perché chi ama lo sport rispetta le regole, rispetta la lealtà, la convivenza con gli altri nelle regole e rispettando le regole. Sempre per stare sul tema delle periferie (scuserete la divagazione, ma solo per definire la cornice nella quale il Governo si è mosso) ricordo le risorse investite con il Bando periferie, che ha assegnato oltre 2 miliardi di euro a progetti, molti a finalità sportiva (troppo spesso non vengono ricordati) per le città metropolitane e i capoluoghi di provincia, oltre al piano per la riqualificazione sociale e culturale delle aree degradate previsto nella legge di stabilità 2015.
  Il nostro compito primario resta combattere quello spazio di degrado e marginalità nel quale si iniziano a formare i comportamenti criminosi o si stabiliscono i rapporti di fidelizzazione con le criminalità. Anche per questo a giorni presenteremo un bando da 2 milioni di euro insieme al dipartimento Pari opportunità, per sostenere progetti sportivi finalizzati all'integrazione sociale. L'alleanza tra istituzioni e associazionismo, di cui il mondo dello sport fa parte a pieno titolo, è una chiave essenziale per un'efficace lotta alla criminalità.
  In questi pochi mesi da Ministro ho avuto modo di conoscere alcuni luoghi simbolo di questo impegno, alcuni animati da comunità religiose, altri dall'associazionismo laico. Ovunque mi viene confermata l'importanza di questa alleanza che si tratti da spazio reale a Firenze al calcio sociale a Corviale o della comunità di frontiera di Mola di Bari, tanto per citare esempi che ho avuto la fortuna di poter conoscere in questi mesi.
  Dietro a questa lunga premessa (mi scuso se l'ho fatta più lunga del previsto) c'è la base della seconda parte del nostro ragionamento come Ministero dello sport, quella che finora abbiamo descritto come una forza dello sport che può paradossalmente essere strumentalizzata dalla criminalità. Lo ha certificato in più occasioni la stessa Direzione nazionale antimafia: come molte attività economiche per lo sport e soprattutto per il calcio possono rappresentare per le organizzazioni criminali un giro diretto d'affari, oltre che uno strumento per il riciclaggio di capitali di origine criminale.
  Ancor più preoccupante è lo sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali dello sport come strumento di radicamento e consenso sociale. Gestire un impianto sportivo, essere proprietari di una società, organizzare le scuole calcio per i piccoli o infiltrarsi in un gruppo di ultras possono essere strumenti di grande efficacia a disposizione della malavita per rafforzare il proprio controllo sul territorio. È su questa forza/rischio che si innesta il fenomeno dell'infiltrazione criminale nel mondo sportivo, che la Commissione sta analizzando, avendo letto gli atti delle persone che mi hanno preceduto.
  Come è ovvio che sia, durante i vostri lavori molto spesso è stata evocata la parola «stadio», il luogo in cui si svolge la manifestazione sportiva, l'epicentro della pratica sportiva nelle relazioni sociali delle transazioni economiche. La sicurezza e la legalità in particolar modo nel mondo del calcio non sono certo indipendenti dalla sicurezza e dalla legalità dei luoghi in cui il calcio si pratica, si manifesta e si celebra.
  L'obiettivo strategico che ci siamo dati su questo argomento è sintetizzabile in un semplice slogan: stadi più moderni e aperti, stadi più sicuri. Investire in impianti sportivi più capienti, tecnologicamente più avanzati, più confortevoli per il pubblico allarga il bacino sociale di riferimento dello sport, riduce la capacità di controllo militare dei tifosi, favorisce l'introduzione di sistemi più innovativi di controllo e aiuta ad abbattere quel muro invalicabile che spesso si definisce tra il mondo del tifo attivo e la società civile.
  Uno stadio moderno garantisce più sicurezza, uno stadio più sicuro garantisce certamente più divertimento. Lo ha detto in questa sede anche il presidente della Figc Tavecchio, denunciando un livello degli stadi italiani certamente inferiore alla media europea per efficienza, per agibilità e per gli standard di sicurezza.
  Per rispondere a questa esigenza nella cosiddetta «manovrina» con il decreto- Pag. 6legge n. 50 del 2017 abbiamo introdotto alcune norme che intendono favorire gli investimenti privati negli impianti sportivi, rendendo più snelle le procedure amministrative, più semplice la bancabilità dei progetti, più sostenibili economicamente i progetti stessi. Ha un impianto sulla sicurezza anche la previsione di riservare un'area di 300 metri intorno agli impianti sportivi alla società, ad essa viene riconosciuto il controllo e lo sfruttamento commerciale dell'area proprio per tutelare la sicurezza dell'area e il decoro degli impianti, superando quella zona ibrida rappresentata dalle aree limitrofe dello stadio, nelle quali si scontrano attività lecite con attività illecite.
  Anche questo è contenuto nella parte di modifica che abbiamo apportato con la cosiddetta «manovrina», che purtroppo ancora non è molto conosciuta.
  Se vogliamo che lo stadio non sia appannaggio solo del tifo organizzato o peggio, come è emerso in certi casi, di gruppi criminali che strumentalizzano il tifo organizzato, dobbiamo avere il coraggio di aprire gli stadi rendendoli permeabili alla società. Gli stadi devono essere chiusi per i delinquenti, ma spalancati per gli sportivi e per i tifosi.
  In quest'ottica stiamo operando da anni. Reprimere con più fermezza la violenza e favorire al massimo la partecipazione. Sul primo dei due aspetti il nostro intervento si è concretizzato già nel 2014 con il precedente Governo, quando decidemmo di rafforzare gli strumenti di polizia per il controllo degli stadi con un decreto-legge specifico, il 119 del 2014, sul contrasto ai fenomeni di violenza nelle manifestazioni sportive. In quell'occasione abbiamo esteso lo strumento del Daspo introducendo anche il Daspo di gruppo per i tifosi violenti, ne abbiamo allungato la durata a tre anni nei confronti dei responsabili di violenze di gruppo e da cinque a otto anni nel caso dei recidivi.
  Abbiamo ampliato la platea dei potenziali destinatari, oltre ai casi di reati contro l'ordine pubblico e altri delitti gravi, quali rapina, detenzione di esplosivi, spaccio di droga. Abbiamo introdotto il Daspo anche per chi sia denunciato o condannato per l'esposizione di striscioni offensivi, violenti o razzisti.
  Ricorderete poi che abbiamo destinato una quota degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei biglietti a finanziare i costi sostenuti per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico in occasione degli eventi stessi e per la copertura dei costi delle ore di lavoro straordinario e dell'indennità di ordine pubblico delle forze di polizia.
  Tra i primi provvedimenti assunti abbiamo quindi deciso di usare il pugno duro contro chi sfrutta lo sport per favorire il disordine e la violenza. Già in quell'occasione abbiamo provato a sensibilizzare le società sportive ad una maggiore apertura degli impianti verso il tipo sporadico e familiare, promuovendo la vendita dei biglietti on-line e introducendo la Family Pass e gli sconti under 14 e over 60, oltre alla creazione di specifici progetti di fidelizzazione che alcune squadre hanno infatti messo in pratica.
  A distanza di tre anni, raggiunti sensibili risultati in termini di riduzione della violenza negli stadi, abbiamo ora inaugurato una nuova fase che va a completare questa strategia complessiva. Il primo atto simbolico di questa nuova stagione è stato – lo dico a livello personale, come Ministro dello sport – la rimozione delle barriere allo Stadio Olimpico. Può sembrare oggi una cosa semplice, ma vi garantisco che dietro c'è stato un enorme lavoro da parte del Ministero dell'interno e dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, e un rinnovato coinvolgimento delle società sportive, in questo caso ovviamente Lazio e Roma, fino ad arrivare ad una piena responsabilizzazione delle tifoserie.
  Lo scorso 4 agosto, insieme al Ministro dell'interno Minniti, al capo della polizia, prefetto Gabrielli, e agli attori istituzionali del calcio italiano abbiamo compiuto un ulteriore, importante passo in avanti firmando il protocollo d'intesa Rilancio della gestione tra partecipazione e semplificazione. Siamo così definitivamente passati da una logica del divieto con eccezioni alla logica della libertà con eccezioni. Il protocollo ha per obiettivo dichiarato quello di Pag. 7realizzare un rinnovato modello di gestione degli eventi calcistici, in grado di realizzare la finalità calcio uguale passione, divertimento e partecipazione.
  Intenzione di tutte le parti firmatarie è quella di promuovere la dimensione sociale del calcio, far tornare le famiglie allo stadio, contenere i costi sociali, passare da un sistema di esclusione ad un sistema di inclusione. Tra le principali novità del protocollo c'è il superamento di quella che finora abbiamo conosciuto come la tessera del tifoso.
  Sia chiaro che il superamento della tessera del tifoso non rappresenta in nessun modo un cedimento sul profilo della sicurezza negli stadi. La tessera non sarà più necessaria per l'acquisto degli abbonamenti e può diventare un semplice strumento marketing per le società, una carta di fidelizzazione. Per le partite ad alto rischio le società potranno richiedere il possesso della carta e, in caso di violazione di uno specifico codice etico, potranno prevedere la sospensione o il ritiro del gradimento della persona per una o più partite successive.
  Questo processo potrà anche aiutare le società a definire uno storico dei tifosi a rischio, al fine di individuare gli strumenti per limitare il loro impatto negativo sulla tifoseria sana e in particolare sui giovani.
  Con le nuove regole è prevista l'apertura della biglietteria nel giorno della gara, tranne che per il settore ospiti. I biglietti saranno nominativi e il titolo sarà incedibile per le partite a rischio. Si rilancia la figura dello SLO, il Supporter Liason Officer, che da figura individuale passa a vero e proprio ufficio della società, dedicato alla relazione con la tifoseria.
  Un piccolo passo in avanti cui tengo molto dal punto di vista simbolico è il ritorno tra gli spalti e negli spalti e nelle nostre curve dei tamburi e dei megafoni. Può apparire una banalità, ma la ritengo un'evoluzione culturalmente fondamentale, perché conferma che il buon tifo anche rumoroso è una parte importante dello spettacolo sportivo e un ingrediente a mio modo di vedere irrinunciabile nel gioco del calcio.
  Vorrei chiarire un concetto che rischia di perdersi in questo nostro approfondimento: non dobbiamo mai fare l'errore di criminalizzare a prescindere e a priori i tifosi, il nostro compito è difendere le curve dall'infiltrazione criminale, non di difendere il calcio dalle curve. Il tifo è l'essenza del calcio, i nemici del calcio sono i delinquenti, non i tifosi.
  Abbiamo parlato di partecipazione dei tifosi e di sicurezza degli impianti, ma manca un altro elemento essenziale perché il calcio mantenga la sua genuinità: il rispetto del risultato. Quando l'andamento di una partita o di un campionato è artefatto o condizionato da interessi economici di singoli o società, in quel momento muore l'essenza stessa dello sport.
  Quello del cosiddetto match-fixing, la manipolazione dei risultati sportivi, è sempre più un fenomeno globale e sempre meno localistico. Accanto al giocatore non professionista che, su minaccia di tifosi o perché corrotto dalla squadra avversaria, condiziona l'esito di una partita esistono attori transnazionali che, alterando l'esito delle partite, alimentano un flusso enorme di denaro a favore delle organizzazioni criminali.
  Questo fenomeno è ancor più favorito dall'esplosione delle scommesse on line e dall'estendersi delle possibilità di giocate, che vanno ben oltre il semplice risultato delle partite. Ormai le combinazioni (immagino che su questo siate molto più preparati di me) possono essere quasi illimitate.
  Anche in questo caso abbiamo provato a dare una prima risposta, seppur parziale, con il già citato decreto del 2014. Abbiamo aumentato la pena con la reclusione da 2 a 6 anni in caso di frode per chiunque offra o prometta denaro o altro vantaggio al partecipante ad una competizione sportiva organizzata da enti sportivi riconosciuti dallo Stato e dalle associazioni ad essa aderenti, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e reale svolgimento della competizione. Se il risultato della competizione è influente ai fini dello svolgimento di concorsi, pronostici e scommesse regolarmente esercitati, Pag. 8la pena della reclusione aumenta fino a 9 anni complessivi.
  È però evidente che questo fenomeno non può essere fronteggiato esclusivamente con misure nazionali. Sono emersi già dalla straordinaria indagine della procura di Cremona «Last Bet» il carattere assolutamente internazionale del fenomeno e la complessa ramificazione degli attori che agiscono per ottenere la manipolazione dei risultati sportivi e la loro valorizzazione economica.
  Nelle precedenti audizioni sono stati già descritti gli strumenti innovativi di monitoraggio e segnalazione delle scommesse anomale, che consentono spesso in tempo reale di individuare dove possano nascondersi intenti criminali. Come il prefetto Gabrielli ha esposto, la polizia ha maturato competenze investigative specifiche anche grazie all'investimento nella polizia dei giochi e delle scommesse e all'Unità informativa dedicata alle scommesse sportive. Raccolta dati, scambio di informazioni e cooperazione internazionale sono gli elementi che possono consentirci di prevenire e reprimere i fenomeni illegali legati alle scommesse.
  Questo lavoro di prevenzione ci ha portati ad essere il Paese attualmente più avanzato nelle politiche in materia, tanto da essere noi italiani coordinatori del progetto comunitario Anti match fixing formula, cofinanziato dalla Commissione europea. Questa è una delle notizie che troppo spesso non passano agli onori della cronaca, ma che tenevo a sottolineare in questa importante Commissione.
  Obiettivo generale di questo progetto è sviluppare un modello pubblico/privato a livello europeo per la prevenzione del fenomeno del match-fixing, attraverso la selezione di buone pratiche europee e nazionali in grado di soddisfare e rafforzare l'attuale computazione.
  Il progetto Anti match fixing formula ha preso lo spunto dalle azioni in corso contro la corruzione nel mondo dello sport da parte degli attori italiani, con particolare riferimento all'Agenzia dei Monopoli di Stato e fin dal 2011 agli operatori di scommesse attraverso l'Unità informativa scommesse sportive.
  Mi fa piacere informarvi che l'evento conclusivo del progetto, momento di presentazione delle attività realizzate, sarà ospitato dal Governo italiano con una conferenza internazionale denominata «Sistemi di segnalazione protetta, una leva chiave per il contrasto al match-fixing e alle infiltrazioni del crimine organizzato nel settore dello sport», che si terrà il prossimo 27 settembre a Roma e al quale, compatibilmente con gli altri appuntamenti, approfitto per invitarvi.
  Per l'occasione abbiamo anche elaborato uno spot promozionale, Sport pulito Italia, che verrà veicolato attraverso le reti nazionali RAI come strumento di sensibilizzazione e informazione dei nostri cittadini. Partecipazione, impianti, risultati sportivi (per riassumere gli elementi fin qui trattati) restano i tre cardini su cui si giocano l'affidabilità e la genuinità dello sport. Intorno a questi ci sono naturalmente mille altre sfaccettature, che richiederebbero però molto più tempo.
  Senza dilungarmi ulteriormente, però, tengo in conclusione a citare un ultimo argomento: l'importanza strategica della formazione degli atleti e delle famiglie che sono alle loro spalle. Riconoscere i propri risultati senza cercare con sostanze dopanti il superamento dei propri limiti, accettare lealmente l'esito di un confronto sportivo, riconoscere una dimensione di vita oltre lo sport, vivendo l'attività sportiva come un'esperienza anche professionale temporanea e parziale sono alcuni aspetti centrali nella formazione di chiunque pratichi sport nella propria vita o di chiunque insegni sport come educazione di un modello di vita, oltre che sportivo.
  In questa direzione molto può e deve fare l'istruzione. Per questo stiamo puntando molto al rapporto positivo tra sport e scuola. Il prossimo 23 settembre firmerò infatti con la Ministra Fedeli un protocollo di intesa per finanziare congiuntamente dei progetti nelle scuole. Lo abbiamo definito ironicamente un armistizio tra scuola e sport, perché troppo a lungo i due mondi si Pag. 9sono guardati con sospetto, senza mai avere dei punti di contatto.
  Lo sport può insegnare allo studente il valore della sconfitta, l'esperienza del sacrificio, l'ebbrezza del traguardo e la scuola può dare all'atleta le competenze e la maturità per vivere lo sport come un'esperienza unica, ma pur sempre parziale. Noi vogliamo che questo rapporto tra scuola e sport non si limiti alla formazione dei bambini, ma continui lungo tutto il percorso di vita.
  A questo proposito nelle prossime settimane presenteremo con Niccolò Campriani un progetto innovativo (non svelerò altri particolari) sui gruppi sportivi universitari nell'ambito della problematica della cosiddetta dual career degli atleti. Tra l'altro, Niccolò è stato insignito da poco di un importante riconoscimento e andrà a ricoprire presso il CIO a Losanna un importante ruolo proprio su questo settore.
  La finalità è proprio rendere l'integrazione tra formazione e attività sportiva, anche agonistica, possibile e sostenibile anche in età avanzata e offrire l'opportunità a chi ha dovuto dedicare anni determinanti allo sport di costruire un'altra vita oltre lo sport.
  L'attività sportiva professionistica è un'attività che rispetto alla maggioranza delle altre professioni raggiunge l'apice ben prima dei trent'anni, e questo può indurre molti atleti impauriti dall'incertezza del proprio futuro a cercare guadagni illeciti e percorsi poco limpidi. Aiutare gli atleti a costruire la propria vita oltre lo sport è un impegno prima di tutto culturale, che intendiamo perseguire fino in fondo e sul quale investiremo buona parte del restante tempo da qui alla fine della legislatura.
  Mi fermo qui, spero di non avervi annoiato e di avervi offerto il quadro di insieme di quello che abbiamo fatto in questi pochi mesi e di quello che abbiamo alle spalle, ma soprattutto di ciò che ci aspetta da qui ai prossimi mesi di legislatura.
  Ovviamente esprimo la mia massima disponibilità a sostenere come Governo le proposte che emergeranno dalla vostra relazione finale, per dare, naturalmente nell'ambito dei tempi e degli strumenti disponibili negli ultimi mesi di legislatura, un effetto concreto e immediato al prezioso lavoro che avrete egregiamente condotto in questi mesi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Ministro. Credo che la relazione sia stata esaustiva e passerei alle domande dei commissari. Il senatore Lumia ha chiesto di intervenire per primo, perché ha impegni al Senato.

  GIUSEPPE LUMIA. Presidente, la ringrazio e ringrazio il Ministro. Ha presentato una relazione ricca, che ci dà il senso di un cammino che è iniziato fecondo, ricco di tanti aspetti e di buoni primi risultati.
  Io condivido che non bisogna criminalizzare il mondo dello sport e in particolare del calcio, in particolare ancora le tifoserie. Bisogna nello stesso tempo evitare l'altro male, che è altrettanto devastante e corrosivo: la minimizzazione o addirittura il negazionismo della presenza della criminalità organizzata o meglio delle mafie nel mondo dello sport e in particolare del calcio. Sono entrambi pericoli e in particolare la seconda è una minaccia reale che va combattuta con tutte le nostre forze.
  Una prima considerazione più di tipo preventivo e amministrativo, Ministro: sarebbe il momento per sottoporre a setaccio le società sportive, per vedere se nella loro composizione siano presenti soggetti riconducibili ad organizzazioni mafiose, come si fa per tutte le imprese che hanno una presenza nei nostri territori. Così anche i procuratori e così bisognerebbe sottoporre a setaccio le società che organizzano il fenomeno ambiguo e complesso delle scommesse, che lei ha ben dettagliato.
  Questo lavoro a setaccio andrebbe fatto nel settore che lei ha già individuato dello sport dilettantistico e semiprofessionista, gestione degli impianti, scuole calcio, società, e a seguire curve. Questa azione, se fatta bene, programmata con le prefetture e le forze dell'ordine, sarebbe in grado di eliminare periodicamente il fenomeno, dimostrando che qualunque presenza viene individuata e colpita per tempo. Pag. 10
  La seconda questione che vorrei sottoporle è il tema della cosiddetta «responsabilità oggettiva». Forse è il caso di rivedere questo strumento che in apparenza dava un giusto senso al richiamo al lavoro e alla responsabilità delle società, perché alcuni ultras sanno che fare cori razzisti e violenti può comportare una squalifica in capo alla società, quindi scatta un fenomeno di ricatto nei confronti delle società.
  Rivedere la responsabilità oggettiva e potenziare la responsabilità soggettiva potrebbe essere una strada da valutare, in modo tale da evitare una sorta di controllo delle curve da parte delle organizzazioni mafiose. A questo proposito sarebbe interessante che lei fornisse alla Commissione antimafia il dato di quanti Daspo siano stati elargiti in questi anni e di quanti di questi abbiano coinvolto soggetti direttamente o indirettamente legati alle organizzazioni mafiose. Ci darebbe il senso della presenza e potrebbe farci capire l'estensione del fenomeno.
  L'ultima questione è il controllo, in questi anni sempre più affidato all'auto-responsabilità delle società, degli impianti, degli stadi di calcio. Lo Stato non può rinunciare a un controllo e cedere alla presenza delle mafie, non è possibile che in alcune curve questo controllo veda arretrare lo Stato. Lo Stato deve esserci con l’intelligence, con un'azione mirata, non tanto con la divisa, e deve fare in modo che all'interno delle curve quella presenza sia estirpata, in modo mirato, attraverso delle direttive. Si è fatto molto, ma siamo ancora lontani dalla possibilità di far sventolare la bandiera della libertà delle curve da queste presenze che ancora possono esercitare un condizionamento.
  L'ultima cosa: fuori dagli stadi, Ministro, ci sono contraffazione, consumo di alcol e di droga e scommesse negli spazi limitrofi. Lei diceva della giustissima misura dei 300 metri, ma mi chiedo cosa impedisca allo Stato italiano di esercitare un controllo legale del territorio e di vietare questa attività economica che spesso è fuori dal controllo di legalità e sottoposta al controllo diretto o indiretto delle organizzazioni mafiose.
  Sabato o domenica vada in uno stadio di calcio e vedrà come fuori si consumi di tutto, dalla droga alla contraffazione, alle scommesse, al bagarinaggio. Perché lì fuori non c'è un controllo dello Stato in grado di bloccare questo tipo di attività? Sarebbe anche questo un segnale forte e dirompente, preventivo ed immediato.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Di Lello, coordinatore con l'onorevole Attaguile, che però ci ha lasciato, del Comitato sulle infiltrazioni nello sport.

  MARCO DI LELLO. Grazie, signora presidente, e grazie davvero al Ministro, un grazie non formale per il lavoro fatto, ma anche per il riconoscimento che ha voluto fare all'attività di questa Commissione.
  Mi auguro davvero che un lavoro comune possa continuare anche nelle prossime settimane. In questo contesto sarebbe molto utile per noi conoscere l'opinione del signor Ministro su alcuni punti che sono emersi come particolarmente significativi dall'attività di indagine di questi mesi. Lei ne ha parlato centrando il tema. C'è la questione del bagarinaggio, del secondary ticketing.
  Con la scorsa legge di stabilità un emendamento ha portato multe e sanzioni fino a 180 mila euro, però l'opinione che ci siamo fatti in questi mesi è che senza l'inquadramento in una logica penale e quindi senza l'introduzione di una fattispecie autonoma di reato diventano complicate anche le attività di indagine, visto che ormai il bagarinaggio per grandi numeri avviene attraverso la rete e non con il singolo bagarino, come accadeva venti o trent'anni fa. Lei ritiene che l'introduzione del reato possa essere utile per aumentare gli strumenti in grado di perseguire questo insopportabile fenomeno non solo nel calcio?
  In materia di scommesse credo che tutti dobbiamo essere orgogliosi come italiani del riconoscimento avuto a livello europeo. A cominciare dai principali attori (mi riferisco all'Associazione italiana calciatori, ma abbiamo sentito anche i vertici della Lega) è stato posto con grande forza il problema della permeabilità delle serie minori rispetto Pag. 11 al fenomeno del match-fixing. Non ritiene che possa essere utile arrivare al divieto assoluto di scommesse nelle serie minori per quanto riguarda il calcio dalla Lega Pro in giù?
  Non so se questi due temi possano essere affrontati già nella prossima legge di stabilità, ma ci piacerebbe fare un percorso insieme. Personalmente ho apprezzato la scelta effettuata nel protocollo che avete sottoscritto agli inizi di agosto che va verso il ridimensionamento della tessera del tifoso, che mi piace leggere come un'inversione rispetto all'approccio di dieci anni fa, per cui si riconosce il tifoso buono attraverso la tessera del tifoso in modo da consentirgli di seguire anche le trasferte.
  In questi anni sono emersi con chiarezza i limiti di questo strumento e siete già intervenuti per aumentare il Daspo, quindi mi domando se non possa essere utile immaginare il Daspo come pena accessoria ai reati. Il capo della polizia ci ha infatti raccontato, statistiche alla mano, che più di un abbonato su quattro della curva della Roma (senza criminalizzare nessuno, ma sono numeri ufficiali che ci ha fornito il capo della polizia) è pregiudicato. Questo inevitabilmente cozza con l'ambizione, che noi condividiamo, di avere stadi per le famiglie. L'introduzione del Daspo come pena accessoria per alcuni reati forse ci può garantire anche in questa direzione.
  Si fa un gran parlare – perché piace ai media – dell'importazione nel nostro Paese del modello inglese, degli strumenti posti in essere per eliminare l'odioso fenomeno degli hooligans temuti in tutta Europa: arresto in flagranza differita, che abbiamo reintrodotto nel nostro ordinamento alcuni mesi fa, e celle di sicurezza negli stadi sono stati i primi strumenti scelti dall'ordinamento inglese, mi domando se non possano essere importati positivamente anche nel nostro Paese, tra l'altro con esborsi assolutamente irrisori, perché anche nei nostri stadi si sono create le salette per VAR nel giro di un'estate, non credo che sia particolarmente complicato prevedere la realizzazione di ipotesi del genere.
  Per quanto riguarda le infiltrazioni nelle società è emerso nei mesi scorsi il caso Mantova e, senza voler colpevolizzare nessuno, è apparsa eclatante l'acquisizione di quote societarie al 9 per cento, che è esattamente la soglia massima per non incorrere nel limite del 10 che prevede la produzione della certificazione antimafia. È opinione mia, ma mi pare condivisa, che si potrebbe abbassare quel limite del 10 per cento, in modo da avere maggiori margini di protezione dal rischio di infiltrazioni nelle società. C'è il fenomeno del riciclaggio che per noi è un reato spia, che ci preoccupa e può riguardare l'acquisizione di quote societarie o addirittura la compravendita di calciatori all'estero.
  L'ultima domanda è non da coordinatore del Comitato, ma da commissario napoletano. Lei prima ha fatto riferimento alla caserma Boscariello, quindi approfitto della sua disponibilità, perché considero di grandissimo impatto quel progetto. Leggo però dai giornali che «con il consenso del Ministero della difesa» in questi giorni si sta lavorando per realizzarvi un campo – per quanto provvisorio – di rom che sono stati sfrattati, quindi fatico a immaginare che possano convivere un campo rom e l'avvio dei lavori per la realizzazione della Cittadella dello Sport, che invece è tanto attesa in un'area marginale di periferia come quella su cui insiste la caserma Boscariello. Se sul punto mi potesse fornire qualche ulteriore elemento, gliene sarei grato. Grazie.

  FRANCO MIRABELLI. Grazie, presidente, sono già state fatte molte domande e riflessioni sulle questioni che riguardano le tifoserie, la serie A, il grande calcio, però il Ministro nella sua bella relazione ha notato e raccontato che c'è un problema che riguarda anche, da quanto vediamo in giro sui territori, dal nord al sud, il tentativo della criminalità organizzata di penetrare il mondo dello sport dilettantistico ma non di un certo livello, quindi entrare nelle piccole società di quartiere per condizionare alcune scelte.
  Si tratta di un tema già emerso dai lavori e molto serio, su cui credo possa incidere il lavoro che il Ministro ha preannunciato nel rapporto con le scuole, però penso che ci sia un problema di monitoraggio, Pag. 12 sostegno e definizione di regole più stringenti per le piccole società di quartiere, quelle che sono sui territori, perché non è solo un caso, ma sono diversi che ci raccontano di criminalità organizzata che, in cambio di poche migliaia di euro, assume il controllo di società che le garantiscono consenso e possibilità di avere un ruolo.
  Io penso che questo sia un tema e che, a parte le scuole, sia necessario fare una valutazione di questo tipo di società sportive su come dare loro delle regole che guardino anche ai rischi che stiamo verificando.
  La seconda questione. Io sono d'accordo sui pericoli che, come il Ministro ha indicato, vengono dalla crescita esponenziale di opportunità e offerta di scommesse sportive. Abbiamo fatto il riordino, c'è stata l'intesa Stato-regioni, penso che su questo ci sia un tema che riguarda tutti, che interviene anche sulle questioni che poneva il ministro.
  Possiamo giustamente aumentare le pene e fare i ragionamenti che qui sono stati fatti, però dobbiamo anche intervenire rispetto alla dimensione dell'offerta, perché basta accendere la televisione su qualunque canale durante gli avvenimenti sportivi per accorgersi che c'è un livello di pubblicità di offerte di scommesse che non ci possiamo permettere e che possono favorire anche una serie di interventi della criminalità organizzata.
  L'ultima questione la pongo perché nella discussione di questi mesi abbiamo verificato più volte un tema di debolezza delle regole interne al mondo dello sport e una relazione complicata e non sempre definita tra i diversi mondi, tra le diverse istituzioni (il CONI, il Ministero, le federazioni).
  Penso che impianto di regole e di controlli e quindi una più efficace relazione tra queste diverse istituzioni potrebbero rispondere positivamente a una serie di questioni che sono venute alla luce, oltre a una serie di altre questioni che però non riguardano questa Commissione. Vorrei capire se su questo tema ci sia una riflessione aperta al Ministero. Grazie.

  CIRO FALANGA. Grazie, presidente, grazie, signor Ministro. Sulla premessa che nell'ambito delle attività sportive uno dei reati più da attenzionare, perché più appetibile alle organizzazioni criminali, è quello del riciclaggio, credo che lei sappia, Ministro, che la FIFA ha adottato una delibera di liberalizzazione, invitando tutti i Paesi membri a liberalizzare le attività dei procuratori sportivi. L'Italia ovviamente con la Figc si è adeguata, non si è adeguata per esempio la Francia perché ha eccepito che nel proprio ordinamento giuridico vi è una legge che regolamenta la figura professionale del procuratore sportivo.
  L'Italia questa legge non ce l'ha. È in discussione alla Camera un disegno di legge che va a realizzare la premessa della delibera della FIFA, perché la FIFA ha detto che, non avendo una legge nazionale che ne disegni la figura, è evidente che questa liberalizzazione ha comportato casi di cronaca di cui credo abbia conoscenza, per cui due società sportive nominano procuratore senza alcun titolo magari una semplice casalinga che vive in Brasile, alla quale spetta un compenso di 9 milioni di euro, e i 9 milioni di euro vanno in quel Paese a questa ipotetica ed anonima signora.
  Io vorrei sapere da lei, signor ministro, su questa legge che è in discussione alla Camera, che peraltro non è da me sottoscritta, quindi non è un argomento di Cicero pro domo sua, ma è una cosa che condivido, quale sia l'atteggiamento del Governo. I tempi della legislatura sicuramente non lo consentiranno, come sappiamo bene, ma sappiamo anche che il fenomeno è particolarmente delicato e c'è anche chi la avversa per ragioni che potrebbero anche essere attenzionate.
  Vorrei chiederle quindi se non ritenga di intervenire con provvedimenti di legge che passano portare ad una celere e immediata approvazione. Grazie.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, presidente. Ringrazio il signor Ministro per essere qui con noi. Volevo sapere se ritenga sufficiente il contrasto al traffico di farmaci contraffatti e doping o se si possa fare di più. Qualora ritenesse che si possa fare di più per combattere questo terribile fenomeno, Pag. 13il suo Dicastero cosa ha intenzione di fare nel breve e medio termine (capiamo che questi sono i tempi al momento)?
  Per quanto riguarda le piccole e piccolissime società sportive, ci risulta che queste società sono tante e hanno dei bilanci non sempre controllati. In assenza di controlli, con i bilanci si possano fare tante belle cose e si può anche utilizzare la società sportiva per fare riciclaggio, cosa più che possibile. Il suo Ministero ha preso in esame questo fenomeno, ed eventualmente cosa ha intenzione di fare per combatterlo? Grazie.

  NUNZIANTE CONSIGLIO. Grazie, presidente. Lo scorso giugno è stata annullata l'asta per l'assegnazione dei diritti televisivi della serie A e l’advisor della Lega Calcio continua ad essere la società Infront, che era stata oggetto di inchiesta da parte della magistratura.
  Lei, signor Ministro, già all'epoca aveva preso un impegno per rivedere la normativa inerente la vendita e la commercializzazione dei diritti di trasmissione delle partite del campionato di calcio, però da quanto risulta al momento non è ancora stato fatto nulla. Di certo l'intervento sulla mutualità e sugli impianti non può risolvere quella che è la madre di tutte le incongruenze della nostra industria calcistica e, facendo riferimento all'ultima parte del suo intervento che parlava del periodo, da qui alla fine della legislatura, ci chiediamo se lei abbia intenzione di mettere mano a tutta questa questione. Grazie.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ho apprezzato la parte iniziale della sua relazione, signor Ministro, quando faceva riferimento all'impegno che riguarda la realizzazione di impianti sportivi nelle aree più a rischio. Richiamo la sua attenzione, per evitare un'incongruenza con il suo collega Ministro della difesa che oggi sui giornali anticipava, come ha detto il collega Di Lello, la disponibilità a utilizzare l'area della caserma Boscariello per ospitare un campo rom che ha subìto danni per un incendio non di natura dolosa.
  Non so se lei conosca l'area della caserma Boscariello. Si tratta di un'area molto estesa (circa 50 mila metri quadrati) dove, se arrivasse una presenza temporanea, sarebbe molto difficile rispettare l'impegno per la creazione della Cittadella dello Sport che da moltissimi anni e senza distinzioni politiche il consiglio comunale ha inteso realizzare. La prego quindi di intervenire affinché non si verifichi quella che sarebbe veramente una follia.
  Approfitto per richiamare la sua attenzione sull'esigenza di un provvedimento che potremmo chiamare di «edilizia sportiva» che, prendendo spunto dal recupero di aree abbandonate o anche di impianti sportivi fatiscenti, il Governo potrebbe porre in essere a favore delle amministrazioni locali.
  Comprendo che dal punto di vista dello spettacolo e quindi dell’audience gli interventi per i grandi impianti sportivi hanno inevitabilmente i titoli dei giornali, però lei è il Ministro per lo sport e la cultura sportiva si crea nei campetti, nei campi di periferia, negli impianti non particolarmente famosi. Noto una disattenzione nei confronti della necessità di finanziare, trovando le risorse necessarie, interventi per i campi sportivi dove rendere possibile alle società la soluzione di problemi di questo tipo.

  MASSIMILIANO MANFREDI. Grazie, presidente, grazie, Ministro. Soltanto un flash sul passaggio che lei ha fatto sulla riunione del 4 agosto con il Ministro dell'interno sul superamento della tessera del tifoso. Convince il fatto che si parli del superamento della tessera del tifoso come un'evoluzione dei controlli, che tenda a diversificare l'atteggiamento di personaggi pericolosi presenti nelle curve dai tifosi, soprattutto i più giovani che non hanno di queste attitudini, ma mette in evidenza un fattore nuovo, che secondo me abbiamo trascurato in questa fase, ossia, a prescindere dal curriculum poco onorifico di alcuni di questi personaggi, l'utilizzo del loro potere di indirizzo verso i più giovani nelle curve durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive.
  Realizzare una banca dati dei segnalati d'accordo con il Ministero dell'interno sarebbe un'evoluzione non solo sotto il profilo Pag. 14 dei controlli, ma anche dal punto di vista mediatico e culturale nei confronti del rapporto con i giovani.
  Utilizzando il protocollo del Ministro dell'interno, nell'indagine che noi abbiamo fatto con le società sportive, semplifichiamo molto sul calcio, ma in realtà le società di calcio minori dal punto di vista economico e delle barriere sono molto legate a sport minori dal punto di vista dell’audience mediatico, dividiamo in due fattori. Le serie di calcio minori possono essere esempi di trucchi di scommesse sportive, di riciclaggio nei bilanci, fino a una squadra di calcio completamente controllata dalla camorra come il Quarto Calcio che addirittura è diventato un bene confiscato. I club più grandi, invece, ci hanno posto un problema.
  L'attenzione riguarda non il controllo del club grande, i servizi che queste società quotate in borsa generano, e sono nate due scuole di pensiero. Ci sono società (abbiamo audito Juventus, Napoli, Lazio, Genoa ed altre) che per evitare problemi decidono, come la Juventus, di internalizzare tutti i servizi, facendosi la propria società per gli SLO, e altre che invece appaltano. Essendo società pubbliche, non hanno rapporti con le prefetture per le certificazioni antimafia, ed è lì, per quanto riguarda le grandi società, che si possono addensare i poteri criminali.
  Abbiamo visto che c'erano società chiacchierate che si occupavano della manutenzione del campo sportivo o in un caso della sala di controllo della videosorveglianza dello stadio stesso.
  Si potrebbe superare questo problema con un protocollo con il Ministero dell'interno, anche sperimentando quello che diceva Cantone sul superamento della certificazione antimafia? In questo caso lo sport diventerebbe pioniere e non si accavallerebbe alle già ingolfate prefetture. Sarebbe una specie di banca dati white list centrale sui fornitori di tutto il mondo sportivo, perché noi parliamo sempre delle serie minori per quanto riguarda le scommesse e tutto il resto, ma questo riguarda anche altri sport che sono famosi dal punto di vista olimpico, ma non hanno lo stesso impatto economico. Grazie.

  PRESIDENTE. Signor Ministro, volevo sottolineare che molte delle domande che le sono state rivolte riguardano anche la competenza specifica di altri Ministri, questo è il destino di tutti i Ministri senza portafoglio, che dovrebbero avere la funzione di coordinare le competenze dei vari Ministeri e, nel darle la parola per rispondere, ho da dire un'altra cosa. Naturalmente noi esprimiamo anche l'auspicio che questo diventi sempre di più la funzione dei Ministeri con funzione di coordinamento, che il coordinamento sia effettivo, e avendone fatta un po’ di esperienza so quanto è faticoso.
  La seconda sottolineatura che volevo fare è che alcune domande invece non sarebbero specifiche delle competenze di questa Commissione (penso in particolare ai diritti televisivi), però quando c'è l'interlocuzione con il Ministro diventa l'occasione per fare una riflessione di carattere generale e sono sicura che il Ministro non si risparmierà nel dare risposte. Grazie.

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. Grazie, presidente, assolutamente no. Grazie a tutti voi perché tutti gli interventi sono stati frutto di una riflessione fatta insieme questa mattina, ma che mi auguro possa proseguire nel corso degli ultimi mesi della legislatura con lo scopo, che è quello della stessa Commissione, di portare dei risultati fattivi, pratici, al fine di migliorare tutti gli argomenti che avete toccato.
  Io proverò a rispondere, la premessa l'ha fatta la presidente e la faccio anch'io non perché voglia tirarmi indietro da alcune risposte, anzi probabilmente andrò forse oltre quelle che sono le mie competenze di Ministro dello sport. In tal caso premetto subito che, qualora invada il campo dei miei colleghi, parlo ovviamente a titolo personale e le considerazioni sono esclusivamente di Luca Lotti, politico, membro rappresentante del Governo su alcune competenze di altri Ministeri (penso al Ministero dell'interno, ma si arriva anche al Ministero della salute, fino ad arrivare a Pag. 15quello della giustizia quando si parla di altri problemi).
  Cercherò di dare una linearità nelle risposte, partendo dal senatore Lumia, che non c'è ma al quale mi auguro verrà consegnata la risposta. Il senatore Lumia ha parlato di passare al setaccio le società sportive e poi è arrivato anche a parlare di procuratori, ma su questo arriverò con la risposta del senatore Falanga. Io credo che quando si fanno dei controlli sia sempre positivo, qualsiasi tipo di controlli in più si possono fare è positivo.
  Già il presidente Tavecchio in questa sede ha avuto occasione di parlare del certificato antimafia di una delle squadre di calcio della serie A e del tempo necessario per ottenerlo, cosa che non deve sembrare assolutamente una giustificazione o una mancata positività di accesso ad ulteriori controlli che sopra il 10 per cento (lo ricordo ai membri della Commissione che lo sanno) sono già previsti nelle società di calcio.
  Mi si chiede in un'altra domanda se sia il caso di abbassarlo al di sotto di questa soglia, io non vedo alcun problema ad abbassarlo se questa dovesse essere una delle proposte che possono venire dalla Commissione, va da sé che è una di quelle competenze però che non si fermano al mio Ministero, ma si allargano ad altri Dicasteri. In parte però ho già risposto a una delle domande dell'onorevole Di Lello.
  Parlando di responsabilità oggettiva (sempre il senatore Lumia) mi preme rispondere con una delle cose che ho sottolineato nella premessa dell'intervento, cioè che il superamento della tessera del tifoso va proprio in questa direzione di responsabilizzazione. Abbiamo parlato di superamento non a caso, proprio perché indirizziamo la nostra attenzione e responsabilizzazione anche alle società sportive insieme ai tifosi, quindi quando lo strumento è quello di controllare tramite la carta fidelizzazione o tramite tutti gli strumenti di controllo della società nei confronti del tifoso andiamo proprio in questa direzione sulla responsabilità soggettiva e oggettiva.
  L'aspetto di una maggiore o di una continua presenza da parte dello Stato e delle forze dell'ordine dentro le curve non attiene sinceramente alle mie competenze e rimando a quanto ha eventualmente detto il Ministro Minniti qualora fosse stata posta anche a lui questa domanda, mentre la parte (e chiudo con le osservazioni del senatore Lumia) del territorio extra stadio, quei 300 metri ai quali ho fatto riferimento a mio modo di vedere sono proprio la risposta per condannare questo fenomeno non tanto di bagarinaggio, quanto anche di attività illecite troppe volte commistionate tra criminalità e gestione dell'acquisto di food and beverage piuttosto della vendita di merchandising.
  La risposta è proprio lì, in questi 300 metri quadri che intorno allo stadio abbiamo previsto, e qui va da sé che la competenza del Ministero dello sport (lo abbiamo inserito nel decreto-legge della cosiddetta «manovrina» per renderlo attuale subito) vale per gli impianti nuovi ristrutturati e per quelli attuali, ferma restando una serie di considerazioni sulle concessioni in essere, sulle quali non sto a dilungarmi e ad annoiarvi. È chiaro che, se al trecentunesimo metro riparte l'attività illegale, non è che possiamo pensare di estendere quest'area ai 600 metri o al chilometro quadrato intorno allo stadio. Lì però si ferma la mia competenza e ritorniamo in un caso di illegalità che ovviamente da parte di questo Ministero e di chi vi parla va contrastato.
  Arrivo sul bagarinaggio, onorevole Di Lello. Se ci dovesse essere la proposta di introdurre una fattispecie di reato, questo Ministero non ha alcuna contrarietà in merito (anche in questo caso andiamo oltre sulle competenze). Io sull'introduzione di nuovi reati ho sempre qualche considerazione in più da fare di carattere politico più che sportivo, però in questo caso mi sento di dire che la considerazione da fare è non solo nel mondo sportivo, ma anche nelle altre manifestazioni sportive e non (penso a un teatro e a qualsiasi altro spettacolo sul quale ovviamente la legge dovrà intervenire). Per rispondere in maniera secca e diretta alla domanda mi sento però di affermare una positività rispetto a questo eventuale tipo di proposta. Pag. 16
  Sulle scommesse sportive e l'assoluto divieto nelle realtà minori e nelle leghe minori di calcio e non solo, perché si può scommettere anche sugli altri sport, ci siamo concentrati sul calcio ma l'opinione del Ministero dello sport è che, se ci dovesse essere anche su questo una proposta, non sono a priori contrario, anzi il Ministero dello sport è favorevole. Magari dobbiamo vedere come interagisce con le altre strutture degli altri Ministeri, perché anche qui l'argomento è trasversale.
  Immagino che il Ministero della giustizia e lo stesso Ministero dell'economia e delle finanze possano avere interesse a discutere di questo argomento non solo perché si tratta di un prelievo su una parte delle scommesse, ma qui mi fermo: il mio giudizio è positivo, non vado oltre sulla modalità, ma qualora questa Commissione dovesse avere dei suggerimenti, è evidente che nella positività il Ministero dello sport vedrebbe qualcosa di favorevole.
  Sono invece personalmente contrario al Daspo come pena accessoria per alcuni reati, ma qui mi fermo sulla parte personale, non è mia competenza, perché non ritengo che sia una cosa da tenere in connessione ad altri tipi di reato e di persone che si recano allo stadio. Questo per tutta la premessa fatta anche sul rapporto tra chi va allo stadio e la tipologia dell'individuazione del soggetto che fruisce dello spettacolo pubblico. Qui però – ripeto – siamo oltre le mie competenze di Ministro dello sport e ho espresso ovviamente ed esclusivamente un'opinione personale.
  Mi fermo sulla Cittadella dello Sport, così rispondo in parte anche all'onorevole Taglialatela sulla caserma Boscariello, perché do una risposta in più forse a quanto letto questa mattina su Il Mattino, che credo abbia fatto un articolo molto chiaro su questo (un'intervista, grazie, onorevole Manfredi, lei è sempre preciso).
  Per quanto riguarda il Ministero dello sport noi realizzeremo la Cittadella lì dove l'abbiamo pensata, dove l'abbiamo prevista, perché è un pezzo del programma sport e periferie che parte dalle grandi infrastrutture e arriva alle altre, ma risponderò all'onorevole Taglialatela su questo più tardi. Il Ministero della difesa ha dato una temporalità molto chiara in merito all'eventuale disponibilità di quell'area per ospitare il campo rom (non conosco esattamente la vicenda, se c'è stato un incendio o no), una temporalità che non impedisce la partenza dei lavori, che, come il Ministero dello sport ha chiesto, avrà la tempistica prevista.
  Da qui a qualche giorno (penso i primi di ottobre) partiranno quindi i lavori e faremo anche una conferenza stampa di illustrazione degli stessi, di spiegazione e di posa della prima pietra, come da tempi previsti nel bando Sport e periferie.
  Non mi nascondo dietro a un dito nel dire che è evidente che questo tipo di attività confligge con la realizzazione della Cittadella dello Sport, ma la temporaneità di un atto che il Ministero della difesa ha fatto chiaro (non so se la lettera al sindaco della città sia partita addirittura con la scadenza temporale di quanto questo spostamento deve permanere all'interno della caserma) e credo di poter dire che il Ministro Pinotti su questo ha scadenzato bene i tempi, e i lavori partiranno come previsto entro i primi giorni di ottobre.
  Vengo alla risposta al senatore Mirabelli. Sul monitoraggio delle regole stringenti e sulle scommesse sportive e l'infrazione ho già in parte risposto in precedenza, invece sulla debolezza delle regole all'interno del mondo dello sport e soprattutto sul rapporto CONI, Ministero e federazioni la riflessione del senatore Mirabelli è importantissima, è all'ordine del giorno credo in questo tipo di riflessioni.
  Non so quanto la Commissione abbia riflettuto su questo, ma è intenzione di questo Ministero fare una riflessione più ampia e, se ci sarà un cenno all'interno della relazione, sarà ben accolto perché va rivisto e certamente dobbiamo rimettere in ordine le competenze, il controllo e il rapporto semplice tra Ministero, CONI e federazioni, e come anche un passaggio di denaro in questo semplice passaggio che ho descritto deve e può essere controllato, verificato e tenuto sotto un controllo magari diverso. La riflessione, lo spunto e l'osservazione del senatore Mirabelli sono Pag. 17quindi ben accetti da parte del Ministero, anzi ben vengano.
  In questo era intenzione del Ministero rivedere anche la normativa della legge quadro n. 91/1981 che, come ho già spiegato in occasione dell'illustrazione delle linee guida al Senato, è un obiettivo di legislatura che questo Ministero non può porsi nel giro di un anno di un mandato come il nostro che ha appunto un anno di possibile sviluppo all'interno delle norme del nostro Paese, quindi dovremo obbligatoriamente, per quanto riguarda questa parte, rimandare la riforma della n. 91/1981 a un'altra occasione.
  Vengo al senatore Falanga. Non mi fa piacere che abbia fatto l'esempio della casalinga perché mia madre è casalinga e sinceramente non ho niente contro le casalinghe, ma questo glielo dirò in separata sede. Sul problema dei procuratori mi è nota ovviamente la liberalizzazione delle attività dei procuratori sportivi chiesta dalla FIFA, mi è noto anche il programma francese dove addirittura è previsto un esame e mi è noto il disegno di legge in conversione.
  Vale per questo argomento e vale per altri argomenti che verranno dopo su doping e contraffazione in risposta all'onorevole D'Uva, sui diritti televisivi sui quali rispondo dopo anche al senatore Consiglio: noi vorremmo inserire all'interno della legge finanziaria, per la prima volta nel corso degli ultimi venti o trenta anni, ma credo non ce ne sia mai stata menzione, un pacchetto che riguarda lo sport in particolare, quindi tutte quelle norme o politiche o inserimento all'interno della normazione della legge finanziaria o in altri veicoli una parte che riguarda lo sport.
  In quest'ottica il disegno di legge sui procuratori sportivi è una parte che potremo prendere in considerazione, devono ovviamente avere quelle caratteristiche da poter essere inserite semmai in legge finanziaria, ma stiamo studiando il disegno di legge e, come ha detto il senatore Falanga, non potremo probabilmente approvarlo nei due rami del Parlamento, qualora ci dovesse essere una parte per rivedere quella materia che è molto complessa, sulla quale però il Ministero vuole intervenire (l'ho già detto in sede di illustrazione delle linee programmatiche). Se ci sarà l'occasione di uno strumento in conversione interverremo in maniera chiara.
  Sul traffico e la contraffazione di doping e farmaci, la domanda del collega D'Uva è legata al «se si può fare di più». Si può sempre fare di più e, per quanto riguarda il Ministero, qualsiasi cosa in più si faccia è bene accetta. Noi abbiamo già riorganizzato l'elenco dei farmaci che sono proibiti, stiamo lavorando con il Ministero della salute per chiudere un protocollo sul doping, in quanto abbiamo lavorato alla lotta alla contraffazione e al doping all'interno delle società sportive e all'interno della formazione di coloro i quali vanno a insegnare ai nostri ragazzi cultura sportiva. È in corso un bando su progetti di ricerca e campagne informative che va in questa direzione, scade il 17 settembre, quindi come Ministero dello sport siamo attenti a questo filone.
  In merito alle piccole società sportive, siano esse di calcio o non, e ai problemi legati ai bilanci va da sé che il Ministero è favorevole, qui si va oltre le competenze del Ministero dello sport, però, qualora ci siano proposte che vanno in questa direzione, credo che anche il Ministro Orlando sia favorevole a fare degli interventi.
  Sulla vendita e la commercializzazione dei diritti il Ministero ha più volte sottolineato l'importanza di una rivisitazione della legge Melandri più per un ragionamento di carattere sportivo. Qui ho sempre sottolineato l'importanza dei tre filoni importanti per risistemare un po’ il nostro calcio e ho parlato delle infrastrutture sportive, quindi degli stadi, della governance della Lega A, che ovviamente compete non al Ministero, ma è un input e un suggerimento che ho continuamente dato in questi quattro mesi alla Lega A, e sembra che con l'ultimo Consiglio dei Ministri di mercoledì un passo in avanti forte si sia fatto. Terzo pilastro è la modifica della legge Melandri, che come Ministero abbiamo intenzione di portare all'interno della legge finanziaria.
  La risposta sul perché non ha visto attualmente provvedimenti presentati è semplicemente Pag. 18 questa: arriveranno e arriveranno con la legge di stabilità.
  In risposta all'onorevole Taglialatela sulla Boscariello credo di aver illustrato i percorsi da qui ai primi giorni di ottobre per far partire i lavori...

  MARCELLO TAGLIALATELA. Per prevedere l'inizio dei lavori ai primi di ottobre, quindi tra due settimane, e contemporaneamente permettere la presenza temporanea di centinaia di persone penso che qualche problema logistico ci sia.

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. Non mi sfugge, onorevole. Il punto è che noi abbiamo fatto uno scadenzario dei lavori molto chiaro da un anno a questa parte, dove c'è la previsione di un abbattimento di una parte, che è quella che inizierà, c'è la divisione netta tra le due aree e c'è un caso che oggi ci porta alla luce un imminente problema veramente temporaneo, un'emergenza, una fase emergenziale.
  Io su questo ho condiviso con il Ministro Pinotti lo stop alla temporaneità, poi è evidente che sarà il pubblico a farsi carico di un eventuale altro spostamento, che non compete a me. Questo però non può impedire lo sviluppo di un progetto che io vedo importante e che non può essere fermato con una motivazione che – ripeto – è temporanea...

  MARCELLO TAGLIALATELA. Mi affido al buonsenso...

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. Io mi affido non solo al buonsenso, ma anche al fatto che sono convinto che come Ministeri e come Ministri competenti sapremo trovare altre risposte qualora si dovesse andare oltre il dicembre 2017, ma – ripeto – personalmente non credo che sia opportuno dare uno stop ai lavori di uno di quei progetti. Ne ho citati cinque, da Scampia passando per lo Zen a Palermo, a Reggio Calabria, a Barletta o gli altri grandi eventi come Roma Corviale od Ostia, per citare quelli grandi.
  Lei, onorevole, ha fatto riferimento ai piccoli investimenti sportivi e il bando Sport e periferie già assegnato prevede investimenti nei campi di periferia e interventi su impianti sportivi di periferia da 30 mila euro in su, quindi io ho citato i primi cinque che sono i più grandi, ma in realtà l'intervento del bando Sport e periferie va esclusivamente ai circa 160 piccoli o grandi interventi da 100 mila euro fino ad arrivare a 1 milione di euro. Credo che si tocchi il massimo con il palazzetto sportivo di Fasano, in Puglia. Gli stessi criteri saranno replicati con il bando Sport e periferie nei prossimi dieci, quindici giorni e avranno le stesse caratteristiche.

  PRESIDENTE. Posso approfittare per chiedere se tra i fondi stanziati ci sono anche progetti per la formazione, o solo per la costruzione di impianti?

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. In questa parte di risorse non per la formazione.

  PRESIDENTE. Ma altre risorse per la formazione ci sono?

  LUCA LOTTI, Ministro per lo sport. Per le altre dovremo lavorare sulla finanziaria, all'interno del pacchetto sport, però non fanno parte delle infrastrutture per i 100 milioni di euro ai quali invece ho fatto riferimento per i piccoli interventi fino ad arrivare alle grandi cifre e ai grandi progetti.
  Finisco con l'onorevole Manfredi. Sui servizi e sugli appalti del protocollo del Ministero dell'interno per quanto mi riguarda sono favorevolissimo, anzi sottolineo come dall'abbattimento delle barriere sulle curve dello Stadio Olimpico fino ad arrivare alla tessera del tifoso con l'Osservatorio manifestazioni sportive la collaborazione sia totale e continua.
  Ben venga se ci può essere anche sulle osservazioni per i servizi e gli appalti di manutenzione, addirittura se c'è la possibilità o il suggerimento di creare una white list per quanto riguarda questo Ministero (qui faccio una riflessione sia personale, sia politica, sia da Ministro dello sport), non vedo perché non possa essere presa in Pag. 19considerazione e non si debba continuare con questo rapporto che con gli altri Ministeri, in particolare il Ministero dell'interno, sta funzionando e sta dando buoni risultati.
  Credo di aver risposto a tutti. Se ci sono comunque ulteriori sottolineature, osservazioni o domande, ovviamente gli uffici del Ministero sono a disposizione di tutti i componenti della Commissione. Grazie.

  PRESIDENTE. Ministro, la ringraziamo. Personalmente ho apprezzato soprattutto l'intenzione di mettere mano a una riforma dell'ordinamento sportivo perché, proprio come lei ha sottolineato nella parte introduttiva della sua relazione, la funzione della nostra inchiesta è soprattutto quella di responsabilizzare tutti gli attori del sistema, tra i quali prima di tutto i soggetti che sono direttamente responsabili dell'organizzazione sportiva nel nostro Paese.
  La ringraziamo e le auguriamo buon lavoro.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.