XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 174 di Lunedì 24 luglio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione dell'assessore all'ambiente del comune di Adria, Giorgia Furlanetto (Svolgimento e conclusione) :
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 4 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 4 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 5 ,
Puppato Laura  ... 5 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 5 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 5 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 6 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 7 ,
Puppato Laura  ... 8 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 8 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 9 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 9 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 11 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 12 ,
Puppato Laura  ... 12 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 12 ,
Puppato Laura  ... 12 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 ,
Puppato Laura  ... 12 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 12 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 12 ,
Puppato Laura  ... 13 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 13 ,
Puppato Laura  ... 13 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 13 ,
Puppato Laura  ... 13 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 13 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 13 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 13 ,
Orellana Luis Alberto  ... 14 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 14 ,
Orellana Luis Alberto  ... 14 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 14 ,
Orellana Luis Alberto  ... 14 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 14 ,
Orellana Luis Alberto  ... 14 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 14 ,
Puppato Laura  ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Furlanetto Giorgia , assessore all'ambiente del comune di Adria ... 15 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 16.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'assessore all'ambiente del comune di Adria, Giorgia Furlanetto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'assessora, o assessore, all'ambiente del comune di Adria, Giorgia Furlanetto, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna è stata richiesta dall'interessata e rientra nell'ambito dell'approfondimento sulla vicenda della società Coimpo, di cui la Commissione si era interessata all'inizio della sua attività in questa legislatura, recandosi in missione ad Adria. È stata, di fatto, la prima missione svolta (andammo un paio di giorni dopo che successe quel tragico incidente). Abbiamo quindi riportato le risultanze di quell'ispezione, a fronte delle indagini in corso, all'interno della relazione sulla regione Veneto. La vicenda ci riguardava per gli aspetti attinenti alla distribuzione dei fanghi in agricoltura, per quelli collegati alla ragione sociale di quest'azienda e anche per il fatto che, già da allora, ci risultava che l'azienda avesse altre proprietà fuori dal Paese. La vicenda ha poi trovato spazio, come ho detto, nella relazione territoriale sul Veneto, che abbiamo approvato il 23 giugno 2016.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  Avverto la nostra ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte dal segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata nella parte finale della seduta.
  Tenga presente che, in caso di segretazione, ovviamente non potremo utilizzare il documento come se fosse in forma libera. Rispetto a quella vicenda, è molto interessante per noi capire come le questioni siano andate avanti, quale sia lo stato dell'arte e la situazione che il comune di Adria si trova ad affrontare.
  Io ritengo che questa sia una situazione abbastanza prototipale di altre che cominciano a essere molto diffuse nel Paese, in questo caso di una particolare gravità. Per esempio, abbiamo visto – è qui presente il senatore Orellana – una stessa situazione in un paesino in provincia di Pavia, dove l'azienda ha chiuso e ha lasciato lì solventi à gogo. Oggi, il piccolo comune si dovrà a doversi sobbarcare quel tipo di iniziativa. Come dico sempre, non vorrei che mentre siamo occupati a risolvere i problemi delle vecchie bonifiche, per coloro che invece verranno dopo, stiamo creando delle situazioni, non dico più o meno analoghe – forse meno grandi – ma comunque molto Pag. 4più diffuse di prima e di difficile risoluzione, il tutto gravando sulle spalle del pubblico.
  Giudicavo importante ascoltare l'assessore Furlanetto non solo per le questioni specifiche del caso, ma anche perché ritengo che questo tema, che sarà oggetto poi della relazione sulle bonifiche, possa essere affrontato dalla nostra Commissione, che si può anche far carico di trasmetterlo al Governo. Penso che la preoccupazione sia abbastanza condivisa. Assessore, può illustrarci lo stato dell'arte con una breve relazione introduttiva. Potrà poi esserle rivolta qualche domanda da parte dei colleghi.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Innanzitutto, ringrazio il presidente e la Commissione tutta per l'opportunità che mi è stata offerta di esporre le ultime vicende, le ultime evoluzioni sulla questione Coimpo. Ne approfitto anche per depositare una serie di atti e documenti, sulla base della quali esporrò. Premetto che il mio insediamento risale a luglio 2016, sono quindi assessore presso il comune di Adria da un anno. Ho iniziato a occuparmi della vicenda Coimpo sin dai primissimi giorni del mio insediamento con la partecipazione a delle riunioni presso la sede provinciale, in quanto erano in corso, proprio a luglio dell'anno scorso, delle conferenze di servizi inerenti il programma di svuotamento dei silos, imposto a Coimpo dalla provincia (uno svuotamento che, nonostante tutto, non è mai avvenuto).
  Le operazioni, infatti, sono state immediatamente sospese, sul nascere, a seguito di un sopralluogo effettuato da Arpav il 18 luglio, in quanto producevano vapori di acido solforico, con pericolo per gli addetti ai lavori. Sono state, quindi, immediatamente sospese. Tuttavia, tali operazioni non sono state solo sospese poiché, in realtà, non sono mai riprese, facendo così decorrere i termini imposti dalle determine provinciali.
  A ciò si aggiunga che, poche settimane dopo, sono state disposte dal gip di Firenze le misure cautelari nei confronti dei vertici della Coimpo, che hanno portato successivamente alla sospensione delle autorizzazioni, sospensione concordata insieme ai legali di Coimpo dalla provincia.
  Nell'estate 2016, perveniva alla mia attenzione una serie di segnalazioni da parte dei cittadini di Ca’ Emo, frazione del comune di Adria, che lamentavano forti odori e temevano per la propria salute a seguito dell'incidente occorso nel 2014. Tuttavia, va notato che nessuna nota – nulla – era giunta al comune di Adria a sostegno dei pericoli per la salute pubblica. Si sosteneva che l'attività odorigena non fosse collegata, in realtà, ad alcun tipo di pericolo per la popolazione. Al contrario, richieste in più occasioni informazioni alla provincia, sia personalmente sia tramite l'ufficio ambiente del comune di Andria, ho sempre ottenuto delle rassicurazioni sul punto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Scusi, ha ottenuto rassicurazioni dalla provincia?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Sì, dalla provincia: io personalmente. Preciso, peraltro, che nelle prime settimane del mio insediamento le mie uniche informazioni e conoscenze sulla questione Coimpo, erano unicamente quelle ricavabili dalla stampa perché non avevo alcuna documentazione sul punto, nonostante le richieste fatte ad Arpav, all'ASL e alla provincia su eventuali analisi e campionamenti condotti. Mi veniva sempre opposto un diniego, trattandosi di atti di indagine. Formalmente, quindi, non possedevo assolutamente nulla per fare delle valutazioni sul punto.
  Con una lettera del 7 settembre 2016, ad esempio, il comune faceva richiesta alla provincia di una relazione, che era stata resa dal consulente tecnico del pm, il dottor Alessandro Iacucci, depositata a maggio 2016, quindi qualche mese prima in provincia, da parte di un comitato all'interno delle osservazioni AIA: era quindi in possesso della provincia.
  La richiesta veniva però respinta sostenendo che si trattasse di documenti facenti parte di un procedimento penale in corso e non essendo atti prodotti dall'amministrazione. Ancora una volta, il comune di Adria Pag. 5si trova ad affrontare una situazione senza alcun tipo di documentazione sul punto. Qualche giorno dopo sono state disposte dal gip di Firenze le misure cautelari nei confronti dei vertici della Coimpo e sono stati disposti gli arresti domiciliari per...

  PRESIDENTE. Scusi, assessore, nel frattempo l'impianto era chiuso o lavorava?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Nel frattempo c'era un piano di svuotamento dei silos, in realtà mai avvenuto, nel senso che, a seguito del sopralluogo dell'Arpav, non si è mai...

  PRESIDENTE. Continuavano a ricevere materiale e a lavorarlo?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. A dirle la verità, quello che succedeva là dentro non lo so.

  LAURA PUPPATO. Lo stabilimento era fisicamente aperto, nel senso che ci lavoravano delle persone, cioè, ci entrava qualcuno?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Lo stabilimento era fisicamente aperto. Lo so per certo perché, proprio in quel periodo, a seguito delle pressanti richieste di controllo da parte della popolazione, chiedevo contezza in merito alle operazioni di svuotamento dei silos: mi veniva risposto che stavano procedendo. Mi sono recata personalmente presso il sito della Coimpo – non ricordo la data – e ho avuto notizia del fatto che, in realtà, queste operazioni non erano mai avvenute, nel senso che erano state bloccate sul nascere. Mi sono recata personalmente presso l'impianto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Lei sa che c'è la parte delle vasche – che abbiamo visto durante l'ispezione – e poi c'è la restante parte dell'impianto degli stoccaggi: lei non può escludere che la parte di stoccaggio di materiali meno importanti sia andata avanti almeno fino alle indagini pubbliche di Firenze?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Non ne sono a conoscenza.

  PRESIDENTE. Lo chiederemo, probabilmente, alla procura.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. A seguito delle misure cautelari, in accordo con i legali delle due società, sono state sospese le autorizzazioni in essere in capo a Coimpo e ad Agribiofert.
  Arriviamo, così, a novembre, quando il comune di Adria si costituisce parte civile all'interno del processo Coimpo dinanzi al tribunale di Rovigo. Entro in possesso anche della relazione che era stata richiesta a settembre alla provincia. Dalla relazione del consulente tecnico del pm emergono, peraltro, importanti osservazioni. Emerge, infatti, non solo la violazione delle autorizzazioni rilasciate sulla base delle indagini del Corpo forestale, ma anche che quanto è stato autorizzato dalla provincia non corrisponderebbe a quanto previsto dal dato normativo. Le autorizzazioni necessiterebbero, pertanto, di una rideterminazione: questo è quanto conclude il consulente. Vado a dare lettura di una parte della relazione. A pagina 254, ai dice: «Altro elemento rilevante che la pubblica amministrazione dovrebbe considerare è quello relativo alla produzione del correttivo gesso di defecazione attraverso l'uso dei rifiuti. Sotto questo profilo, l'autorizzazione rilasciata alla società non appare sia in linea con il dettato normativo. Nell'autorizzazione si è derogato dalle previsioni normative di cui al decreto legislativo n. 75 del 2010, senza che tali deroghe fossero previste nel succitato decreto legislativo. Quanto autorizzato dalla provincia di Rovigo circa l'ottenimento del gesso di defecazione attraverso l'uso di rifiuti costituiti da fanghi non corrisponde al gesso di defecazione previsto dalla legge. Di fatto, nelle condizioni autorizzate dalla provincia di Rovigo, l'attività svolta si configura come mera miscelazione Pag. 6 di più tipologie di rifiuti, taluni contenenti anche calce e solfati, anche solo zolfo e calcare, al fine di raggiungere il titolo espresso in percentuale di ossido di calcio, ovvero in percentuale di anidride solforica. In conclusione, gli elementi assunti nel corso delle indagini danno evidenza che le attività, così come autorizzate, non possono essere esercitate, sia da parte di Coimpo, sia da parte di Agribiofert, per carenze impiantistico-strutturali e per carenza di processi debitamente testati».
  Le conclusioni a cui si giunge sono che: «Le autorizzazioni rilasciate a Coimpo e ad Agribiofert devono essere oggetto di rideterminazione e riassegnazione, e l'attività può essere ripresa solo a valle del conseguimento di autorizzazioni pertinenti e in presenza di un impianto in cui vengano svolti processi standardizzati e dotati di sistema di controllo». Questa relazione era in possesso della provincia, di sicuro da maggio 2016, perché depositata.
  Nonostante le evidenti e palesi violazioni alle autorizzazioni riscontrate dal Corpo forestale nella relazione, riassunte anche nella relazione del CTU, la provincia non ha mai revocato le autorizzazioni a Coimpo e non sono state mai revocate neanche di fronte a numerose diffide emesse dalla stessa provincia, sempre disattese. Oltre a questo, la provincia si è costituita parte civile all'interno del processo Coimpo, così come il comune, quindi è in possesso di tutti gli atti, di tutta la documentazione.
  Come dicevo, a settembre le autorizzazioni risultavano sospese. Alla luce della relazione di Iacucci e del Corpo forestale, tra novembre e gennaio sono andata personalmente in provincia per chiedere aggiornamenti sulla vicenda. Ricordo, almeno in un paio di occasioni, di essere stata accompagnata dallo stesso dirigente dell'ambiente del comune di Adria, l'ingegner Carlo Gennaro, mentre in un'altra occasione dal consigliere provinciale, Daniele Ceccarello.
  Nel corso degli incontri che si sono tenuti, in un'occasione con il responsabile del procedimento, dottor Marco Ruin, e in un altro caso con il dirigente del settore dell'ambiente, Bellonzi, ho chiesto la possibilità di valutare l'escussione delle polizze, di cui non avevo alcun tipo di notizia perché, appunto, la documentazione in mio possesso era assolutamente nulla. In entrambe le occasioni la risposta della provincia è stata di attendere in ogni caso gli sviluppi della vicenda. Veniva, infatti, riferito di alcuni incontri avvenuti presso la provincia di Rovigo con Mauro Luise, che voleva riprendere l'attività ed era in contatto con degli investitori.

  PRESIDENTE. Chi sarebbe Mauro Luise?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. So per certo che a oggi è l'amministratore, ovvero il rappresentante legale della società. Venivamo comunque rassicurati sulla presenza delle polizze, di cui ci venivano anche comunicati l'importo e la data di scadenza: il 2020. Saltiamo qualche mese. Il 4 aprile 2017 succede una cosa importante poiché viene inoltrata al protocollo del comune di Adria, da parte della provincia, comunicazione del fatto che il 23 marzo era stato avviato un procedimento amministrativo relativo all'emanazione del procedimento di voltura delle autorizzazioni in capo a Demetrafert, una nuova società. In questo procedimento il comune non solo non era stato minimamente coinvolto, ma non eravamo stati neppure informati: abbiamo appreso la notizia unicamente il 4 aprile.
  Ricordo, peraltro, come a seguito della notizia mi sono recata personalmente presso gli uffici della provincia e ho parlato con il dirigente Bellonzi (ad essere sincera ero anche un po’ infastidita per la mancata collaborazione, nel senso che erano stati frequenti gli incontri che avevo avuto in provincia per ottenere aggiornamenti sul punto e vedersi protocollata una richiesta di volturazione, addirittura del 23 marzo, solo in data 4 aprile ritenevo che fosse un po’ il sintomo di una mancata collaborazione con il comune di Adria). In quell'occasione, a Bellonzi, il dirigente della provincia, comunico la mia volontà di esprimere parere sfavorevole alla volturazione, per le motivazioni che poi illustrerò. Immediatamente percepisco da parte della Pag. 7provincia un estremo disappunto sull'eventuale parere sfavorevole del comune.
  Il 14 aprile viene inoltrata al nostro dirigente un’e-mail da parte del responsabile del procedimento, il dottor Marco Ruin, con la quale viene anticipata la proposta di determina di volturazione. Apprendo che l'intenzione della provincia era quindi quella di volturare a questa nuova società, Demetrafert, le autorizzazioni in capo a Coimpo. Soprattutto, il procedimento doveva avvenire nel più breve tempo possibile. A seguito dell'accesso agli atti, valutando il contratto d'affitto d'azienda, emerge una clausola: l'articolo 23 del contratto d'affitto prevede proprio che «entro il 18 aprile del 2017, all'ottenimento della volturazione alla parte affittuaria delle autorizzazioni citate in premessa, la parte concedente procederà all'incasso della somma di 200.000 euro». All'interno del contratto d'affitto d'azienda, quindi, era inserito proprio un termine: il 18 aprile 2017.

  LAURA PUPPATO. È anche un importo spropositato per un contratto d'affitto del genere. Stiamo parlando di un'azienda...

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Stiamo parlando di un'azienda e ho il contratto che prevedeva – vado a memoria – un importo di 50.000 euro al mese d'affitto. Che cosa prevedeva la proposta di determina? Autorizzava Demetra allo stoccaggio dei rifiuti presenti nelle vasche e allo spandimento in agricoltura dei fanghi già condizionati e stabilizzati. È da notare, peraltro, che queste attività, immediatamente autorizzate con la volturazione, venivano autorizzate – almeno così nelle intenzioni poiché questa era la proposta – in totale assenza di qualsiasi garanzia finanziaria, nel senso che non era allegata alcuna garanzia, alcuna polizza, che sarebbe stata presentata successivamente. La questione delle polizze è un argomento che affronterò più nel dettaglio successivamente.
  Il giorno successivo, il 15 aprile, il comune di Adria ha inoltrato, a firma mia e del sindaco, una propria nota, esprimendo parere sfavorevole alla volturazione: quali erano i motivi?
  Innanzitutto, la mancata presentazione di idonee garanzie economico-finanziarie: non erano presenti le polizze. Si era, infatti, in presenza della mancanza di un'adeguata capacità economica da parte della nuova società, costituita solo l'8 marzo, quindici giorni prima dell'avvio del procedimento di volturazione, il cui capitale sociale era di 10.000 euro di cui 2.500 versati. Sostenevo anche la mancata dimostrazione dei requisiti di idoneità tecnica professionale in capo al responsabile tecnico, indicato nel signor Francesco Crepaldi, figlio di Mario Crepaldi, dipendente della Coimpo, nonché imputato all'interno del processo pendente dinanzi al tribunale di Rovigo.
  C'era anche un altro dato rilevante, ossia il fatto che si parlava di voltura di autorizzazioni quando avevamo letto benissimo che nella relazione del CTU le autorizzazioni dovevano essere rideterminate. Con la nota del 15 aprile chiedo una riunione urgente in provincia, alla presenza di Arpav e dell'ASL, stante la perdurante volontà della provincia, da quello che apprendevamo, di procedere con la voltura delle autorizzazioni. Della riunione non è stato redatto alcun verbale. Si è tenuta il 20 aprile presso gli uffici della provincia, alla presenza mia, dell'Arpav, dell'ASL, del nostro dirigente e, se non sbaglio, anche di un tecnico del nostro ufficio. Durante la stessa ribadivo il parere negativo alla volturazione. Veniva, invece, rimarcata da parte della provincia l'opportunità di procedere alla volturazione delle autorizzazioni: sulla base di quali elementi?
  Innanzitutto, del fatto che Demetra si era resa disponibile a effettuare le operazioni di svuotamento e che avrebbe presentato successivamente delle polizze a garanzia, polizze che, appunto, in ogni caso sarebbero state successive. Veniva, peraltro, fatta notare dai dirigenti anche l'opportunità di procedere con la volturazione poiché la mancata volturazione avrebbe portato come possibile conseguenza alla necessità, da parte dell'amministrazione, di intervenire con le operazioni di bonifica, che sarebbe stata compito del comune di Adria. Su questo Arpav, che era presente, ha specificato che prima di qualsiasi intervento Pag. 8 di volturazione era necessario comunque provvedere a una bonifica del sito, con lo svuotamento delle vasche e dei silos. In quel caso, venne chiesto, appunto, di valutare l'escussione delle polizze, come era già stato richiesto a suo tempo durante alcuni incontri da noi, tuttavia non c'è mai stato un procedimento per valutare l'escussione delle polizze di Coimpo. Ci siamo lasciati, in quell'incontro, con la provincia che si assumeva l'impegno di interrogare l'avvocatura provinciale sull'eventuale possibilità di escussione delle polizze.
  Il 2 maggio, successivamente a quest'incontro, venuta a conoscenza del fatto che il comune aveva espresso un parere negativo sul punto, Demetrafert, la nuova società, fa pervenire al comune delle osservazioni estremamente importanti perché sono un po’ la chiave di svolta della situazione. Ve ne do lettura: «Assunto che la scrivente società è consapevole di non essere stata vincolata all'allontanamento dei fanghi attualmente stoccati presso l'insediamento di Ca’ Emo, la stessa ha consentito di assumere a proprio carico, con la stipula del contratto d'affitto di azienda, l'attività di allontanamento dei sopracitati materiali, anche nella convinzione che ciò corrisponde all'interesse pubblico, in quanto, diversamente, tale incombenza ricadrebbe sulla pubblica amministrazione, e nella fattispecie sul comune di Adria».
  Qui c'è l'inciso che ci interessa: «... attesa anche l'oggettiva difficoltà di procedere all'escussione delle garanzie fideiussorie a suo tempo prestate da Coimpo e Agribiofert». Questo pone tutti in allarme: noi non avevamo neppure i contratti di polizza!

  LAURA PUPPATO. Contratti di polizza stipulati con società italiane o straniere?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Adesso arrivo alla questione delle polizze. Le polizze presentate da Coimpo e da Agribiofert sono state sottoscritte il 16 ottobre 2013 con la società Fideas. Le autorizzazioni rilasciate dalla provincia a Coimpo e ad Agribiofert, che appunto riportano nelle premesse le fideiussioni, sono di dicembre 2013. È emerso, però, un dato successivamente a questa nota e abbiamo immediatamente appurato che cosa significasse quell'inciso che ci ha tanto allarmati: è emerso che nel 2014, esattamente il 19 giugno, la Fideas è stata dichiarata fallita. Stavamo parlando, quindi, di polizze emesse da una società fallita. Non solo la Fideas era fallita nel 2014, quindi, comunque, successivamente all'emanazione delle autorizzazioni ma, precedentemente all'incidente avvenuto a settembre del 2014, c'è un altro dato: il 9 ottobre 2013, precedentemente al rilascio delle autorizzazioni da parte della provincia, la Fideas veniva cancellata dal registro degli intermediari finanziari da parte di Banca d'Italia.
  Questo significa che, quando ha rilasciato le autorizzazioni, non c'è stato alcun tipo di istruttoria sul punto, cioè non sono state minimamente valutate le polizze presentate da Coimpo e da Agribiofert da parte della provincia, che quindi non ha controllato non solo quando ha rilasciato le autorizzazioni, a seguito dell'incidente del 2014, ma non ha fatto ciò neppure quando è stata chiesta l'escussione. A fine 2016 avevo chiesto di valutare la possibile escussione e ci era stata data contezza dell'importo e del termine delle garanzie. Non è tutto. Il 5 maggio 2017 la provincia si rende finalmente conto che queste polizze sono inesigibili ed emette due note, una indirizzata a Coimpo e una ad Agribiofert, in cui invita le due società a provvedere entro 15 giorni alla sostituzione dell'atto fideiussorio. Viene precisato che, in carenza di nuove polizze, le autorizzazioni sarebbero state revocate, venendo meno il requisito dell'articolo 208 del codice dell'ambiente. Tutto sommato, una volta decorsi i termini e nonostante la mancata presentazione delle polizze, le autorizzazioni non sono comunque state revocate.
  Nel frattempo, il 17 maggio è stato convocato da parte del presidente della provincia un incontro presso la sede provinciale, che io ho trovato disarmante. Ancora una volta, infatti, l'atteggiamento della provincia era quello di valutare come possibile Pag. 9via d'uscita la volturazione in capo a Demetrafert.
  Peccato che, per l'ennesima volta, la provincia non avesse minimamente fatto un'istruttoria sul punto. Solo in quell'occasione è emerso un altro dato estremamente rilevante, sollevato da me e dai nostri uffici, cioè la documentazione presentata da Demetrafert, evidentemente per l'ennesima volta non controllata dalla provincia, che intendeva o riteneva preferibile volturare le autorizzazioni a Demetra, che riguarda le bozze di polizza presentate dalla nuova società, appunto Demetrafert.
  Queste bozze di polizza, che ho allegato alla documentazione, appartengono a una società bulgara, una certa Nadejda, che nel febbraio 2017 era già stata a attenzionata dall'Ivass; era anche già stato emesso un comunicato che ne comunicava lo stato di deficit patrimoniale. Per l'ennesima volta, quindi, mi sembrava che l'istruttoria sul punto non fosse stata compiuta. Fortunatamente, risolutivo è stato – non ho visto neanche particolare stupore da parte della provincia quando abbiamo sollevato la questione – l'atteggiamento dell'Arpav, che ha chiesto comunque di procedere immediatamente con la valutazione dello stato dei luoghi, ovvero di pensare, anziché alla volturazione, allo svuotamento dell'area, ponendo la questione della volturazione non come priorità, ponendo invece l'attenzione sulla necessità di procedere con la bonifica del sito, o comunque con lo svuotamento. Solo successivamente è stata emessa, a seguito di un sopralluogo dell'Arpav, una diffida della provincia che impone lo svuotamento dei silos e delle vasche.

  LAURA PUPPATO. Praticamente, dal punto di vista temporale siamo a giugno?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Siamo a maggio.

  LAURA PUPPATO. Del 17 maggio è l'incontro che avete avuto?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Sì, è del 17 maggio, l'incontro. Subito dopo c'è stato...

  LAURA PUPPATO. Il sopralluogo.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Il sopralluogo dell'Arpav e la provincia ha emesso questa diffida. La diffida imponeva quale termine per l'inizio delle attività di svuotamento 30 giorni, un termine, questo, ampiamente decorso senza che questo abbia comportato, ovviamente, la revoca delle autorizzazioni. Vorrei aggiungere che queste diffide si inseriscono in coda a una lunga serie di diffide di svuotamento emanate dalla provincia. Successivamente all'incidente del 2014 sono state numerose le diffide da parte della provincia nei confronti sia di Coimpo, sia di Agribiofert, che imponevano gli svuotamenti dei silos e delle vasche.
  Dinanzi alla perdurante inosservanza da parte di Coimpo e Agribiofert, il 13 gennaio 2016 la provincia ha preannunciato la revoca delle autorizzazioni alla gestione dell'impianto di trattamento dei rifiuti. Più precisamente, facendo un excursus delle diffide precedenti della provincia, c'era stata una serie di diffide, culminata il 13 gennaio 2016, tutte non rispettate. La volontà da parte della provincia era di procedere con la revoca delle autorizzazioni, sennonché, successivamente, il 29 gennaio 2016 con una nota revoca in autotutela quella del 13 gennaio 2016. La provincia fa, quindi, clamorosamente un passo indietro. Le motivazioni rese dalla provincia sulla volontà di rivedere tutte le precedenti diffide sono ben espresse nel verbale di un incontro che si è tenuto il 3 febbraio 2016 tra provincia, Coimpo, Agrobiofert e i legali delle aziende.
  Dopo una breve introduzione del dirigente volta a chiarire la volontà da parte della provincia di supportare la ripresa dell'attività lavorativa della ditta, si è proceduto a presentare l'iter amministrativo predisposto dagli uffici al fine di delineare un nuovo indirizzo gestionale con l'annullamento delle diffide con prescrizioni ancora pendenti. Veniva, inoltre, prevista una nuova proroga per lo svuotamento dei silos al 31 marzo. Eravamo al 3 febbraio 2016. Ad oggi, luglio 2017, la situazione è ancora quella. I silos e le vasche sono ancora da Pag. 10svuotare e siamo di fronte all'ennesima diffida. Io trovo estremamente interessante – perché chiarisce l'atteggiamento della provincia – una nota del 21 marzo 2016 con cui la provincia risponde al comitato in merito alle osservazioni che questo presenta, proprio in merito al dietrofront della provincia stessa, a voler revocare tutte le diffide sino allora presentate nei confronti di Coimpo e Agribiofert.
  «A partire dall'evento tragico occorso nel settembre del 2014, la ditta Agribiofert è entrata in una fase di stallo operativo, dovuto in prima battuta per consentire alla procura di Rovigo di svolgere le necessarie indagini. La situazione di difficoltà a fine 2015 era tale da prospettare solamente due possibili scenari: il fallimento della ditta, con conseguente abbandono della struttura nello stato di fatto nella quale si trovava, quindi vasche di fanghi e silos contenenti rifiuti, stoccaggi rifiuti di diversa tipologia, oppure la revisione dell'intera procedura sino ad allora applicata. La determina n. 245 del 2016 è stata adottata in conseguenza alla intrapresa rivalutazione delle possibilità di gestire la delicata situazione esistente dal punto di vista giuridico-ambientale. Si è, quindi, acconsentito a una parziale ripresa dell'operatività della ditta Agribiofert quale misura straordinaria e temporanea, tesa – si badi bene – ad attivare esclusivamente le operazioni di svuotamento delle vasche, in ossequio a precise condizioni».
  Sono diverse pagine e si prosegue così: «È di fondamentale importanza scindere l'evento incidentale collegato ad aspetti di sicurezza sul lavoro e al vaglio dell'autorità giudiziaria da quelli di tipo autorizzativo ambientale. Non si tratta di una benevola concessione, ma di una concreta azione per risolvere una situazione critica, che avrebbe comportato un potenziale danno ambientale. In quest'ottica, è stato necessario ridefinire e calendarizzare le numerose diffide emesse nel corso del tempo, cui hanno fatto seguito una serie di altre note, contenenti a loro volta prescrizioni o solleciti. Pertanto, alla luce del principio di coerenza degli atti amministrativi, si è richiamata la necessità di sospendere tali prescrizioni e di procedere mediante l'annullamento degli atti di diffida collegati». Questo è quanto. A mio avviso, questo illustra il reale atteggiamento della provincia di Rovigo. Aggiungo solo un'ultima nota, ossia il fatto che, a seguito della sentenza della Cassazione, emessa il 29 giugno, con la quale si prendeva posizione in merito agli arresti domiciliari di Pagnin, ma si facevano anche importanti osservazioni in merito al dato normativo applicabile sui fanghi, è stata inoltrata dal comune di Adria una nota alla provincia in cui si chiedeva se, alla luce della sentenza, i rifiuti stoccati presso lo stabilimento si dovessero considerare pericolosi. È stata inoltrata il 29 giugno e a oggi non abbiamo ancora ottenuto alcun riscontro di quanto richiesto. Questa è una sintesi delle vicende dell'ultimo anno.

  PRESIDENTE. Ringraziamo l'assessore. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni, anche se l'esposizione mi sembra molto puntuale, quindi procederei con delle domande specifiche.

  ALBERTO ZOLEZZI. È emerso, per quello che può sapere, che ci siano altre imprese, magari con nomi un po’ più importanti, collegate a questa vicenda, imprese che devono smaltire questi fanghi e altro? Inoltre, le risulta che Luise Mauro incontri frequentemente il sindaco, addirittura nella sede comunale? Ci sembra di capire un po’ il suo parere su questa vicenda, ma che cosa pensa il resto della maggioranza della voltura dell'autorizzazione? Soprattutto, mi risulta che ci sia stata una riunione di maggioranza in cui si è deciso di dare i costi della bonifica in carico ai cittadini. Vorrei sapere qualcosa su questi aspetti.

  PRESIDENTE. L'ultima cosa non può essere decisa da una riunione di maggioranza: che una riunione di maggioranza decida chi deve pagare la bonifica, mi sembra un po’ eccessivo. Comunque, la prego, per quello che può, di rispondere.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. In merito Pag. 11agli incontri con Luise, abitiamo in un piccolissimo paese, di 20.000 persone, quindi il sindaco e Luise si conoscono personalmente.

  PRESIDENTE. Non è mica reato.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Si conoscono personalmente e so che ci sono stati degli incontri, ma non alla mia presenza, quindi non posso assolutamente riferire. Mi sono stati accennati e presumo siano stati relativi alla vicenda della volturazione, ma non posso riferire sul punto perché non ero presente: non so assolutamente nulla su questo.

  PRESIDENTE. Forse il tema della domanda dell'onorevole Zolezzi, che può essere interessante, è capire se la sua posizione è la posizione dell'amministrazione o è una posizione personale. Voi avete mandato i documenti di diniego, o comunque di non assonanza con la provincia e li avete mandati formalmente.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Li abbiamo mandati formalmente e riportano la firma sia mia sia del sindaco.

  ALBERTO ZOLEZZI. C'è qualche notizia, che a lei risulti, su qualche strategia della giunta su come far bonificare. Prima mi sono espresso dicendo «...a carico dei cittadini», ma avete iniziato a pensare a che cosa fare relativamente a chi pagherà la bonifica?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. No, non abbiamo minimamente iniziato a ragionarci. Fino ad oggi era in corso comunque una diffida in capo a Coimpo e ad Agribiofert per bonificare l'area. Fino all'ultimo scongiureremo il fatto che sia il comune a doversene prendere carico. Questa è la speranza, quantomeno.

  LAURA PUPPATO. Ho due domande. Ringrazio l'assessore, che è stata senz'altro molto puntuale e molto chiara. Quanto alla relazione che avete scoperto, anche quella segretata dalla provincia, in quella pagina 254 dove si accennava...

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Non era stata segretata, non ci era stata trasmessa!

  PRESIDENTE. Magari perché è oggetto d'indagine.

  LAURA PUPPATO. Nonostante le richieste...

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Nonostante le richieste e il fatto che fosse stata comunque...

  LAURA PUPPATO. Già conosciuta?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Era stata allegata all'interno del procedimento AIA.

  LAURA PUPPATO. Esatto. In ogni caso, quando avete avuto modo di leggerla, la questione fondamentale evidenziava, come lei ha ben detto, come fosse stata data un'autorizzazione senza che quell'impianto potesse goderne, vista la carenza impiantistica. La carenza di processo, infatti, è evidentemente relativa a una carenza impiantistica. Inoltre, lei ha parlato di autorizzazioni che prevedevano deroghe non previste a livello normativo, e quindi in una condizione sostanziale di illegittimità. Tutto questo, se non ho mal compreso – le pongo la questione – senza che fatti di questa rilevanza enorme, vorrei dire anzi sostanziale abbiano portato a modifiche dell'atteggiamento della provincia anche in relazione alla voltura: la sostanza è lì.
  Come faccio a volturare qualcosa che, dal punto di vista delle autorizzazioni, risulta già inefficace – se non nulla – e come faccio a volturare qualcosa autorizzando un impianto che, dal punto di vista impiantistico, si è ritenuto inidoneo e carente?
  Questo stato di cose, quantomeno dal punto di vista degli incontri che avete avuto, Pag. 12si è mai evidenziato con chiarezza anche da parte di Arpav, mettendo in rilievo anche come poter procedere alla semplice modifica di una società, quando evidentemente manca dei requisiti essenziali?
  Inoltre, relativamente alle numerose diffide di svuotamento, qui non stiamo neanche parlando ancora di bonifica. Chiarirei meglio anche le due questioni. La bonifica, evidentemente, richiede una procedura, una caratterizzazione e così via. Lo svuotamento dovrebbe risultare a tutti gli effetti, anche da parte di un profano, come un elemento indispensabile a dare quel minimo di capacità autorizzativa da parte degli enti preposti all'azienda che lo richiede, a mo’ di buona fede: intanto, procedi allo svuotamento delle vasche!
  Mi pare di aver colto che non è stato fatto neppure quello. Non stiamo parlando di bonifiche, ripeto, ma solo di svuotamento. Quali motivazioni, a sua conoscenza, hanno addotto per non procedere neppure allo svuotamento dopo, di fatto – mi corregga se sbaglio – un anno e mezzo di diffide? Si va da gennaio 2016 a luglio 2017, quindi si parla di 18 mesi di diffide!
  Vengo all'ultima questione. Non c'è una copertura assicurativa, quindi non c'è un impegno economico da parte di terzi che mettano gli enti preposti, comune e provincia in particolare, nella condizione di sentirsi garantiti da danni futuri. Alla luce dell'ulteriore beffa della presentazione di una bozza di assicurazione bulgara, già inadempiente dal punto di vista delle coperture assicurative, come evidenziato da Ivass, questo dovrebbe rappresentare che, probabilmente, è utile anche procedere a un'indagine delle condizioni economiche dei soggetti che hanno le varie società in campo, anche per l'eventuale previsione della messa in sicurezza di quanto necessario.
  Da questo punto di vista, avete fatto qualche indagine come comune? Siete nella condizione di capire se, autonomamente, questi soggetti possono disporre di quelle condizioni economiche necessarie a raggiungere il risultato nell'eventuale necessità di bonifica?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Spero di ricordare tutte le domande. Inizialmente mi aveva chiesto dell'atteggiamento della provincia.

  LAURA PUPPATO. Sì, relativamente alle deroghe, che non erano previste. Sostanzialmente sull'illegittimità dell'operatività dell'azienda. È stranissima una situazione per cui un'azienda risulta illegittima nell'operatività e si chiede il trasferimento a un'altra azienda, che evidentemente, salvo che lei non mi comunichi altri elementi, risulta avere le stesse caratteristiche, operando in condizioni di inoperatività. L'Arpav, per esempio...

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Le risposte che ho sempre ottenuto dall'Arpav sono state che lei fa i controlli sulla base di quanto autorizzato dalla provincia.

  LAURA PUPPATO. Sì, ma siccome la stessa provincia ha in mano i documenti che attestano...

  PRESIDENTE. Scusate, ho una considerazione. La senatrice dice una cosa giusta e lei, assessore, prima ha detto che questo è un elemento assolutamente anomalo. Il fatto che si trasferisca un'autorizzazione già considerata non sufficiente a un altro organismo, è un elemento – così credo di aver capito – di «incongruenza» rispetto alle considerazioni fatte dal comune.

  LAURA PUPPATO. Di totale illogicità!

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Sì, abbiamo assolutamente sollevato questa criticità nei confronti della provincia.

  PRESIDENTE. L'altra domanda era se avessero verificato le condizioni economiche della nuova azienda.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. La nuova azienda, la Demetrafert, è appena nata, Pag. 13quindi diventava difficile. Il capitale sociale è di 10.000 euro, 2.500 versati. Non presentava garanzie.

  LAURA PUPPATO. Lo avevo capito, lo aveva spiegato bene prima. Alla luce degli elementi che abbiamo – gli elementi che ha messo in fila sono drammatici, di una chiarezza spaventosa – quello che è davvero del tutto incomprensibile è l'atteggiamento della provincia. Al di là di questo, c'è stato un anno e mezzo di richieste di svuotamento, non di bonifiche e neanche quello è stato messo in campo: è la condicio sine qua non per dare garanzia a chiunque, per dare un minimo di fiducia, per partire da un'iniziativa che possa far concedere un'autorizzazione a un'azienda che domani dimostri di essere nelle condizioni di effettuare un'attività legittima e, appunto, autorizzabile.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Scusi, non ho capito.

  LAURA PUPPATO. Quali motivazioni adducono per non svuotare le vasche?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Inizialmente, le motivazioni, ricordo dai primissimi incontri in provincia – sono stata nominata il 7 luglio e penso di aver affrontato la questione il 10 – riguardavano il fatto che si trattava di interventi estremamente costosi per la società. Anche sulle modalità dell'intervento si è intervenuti a più riprese. Prima la provincia chiedeva determinati procedimenti, che in seguito sono stati completamente rivisti. Si parlava di centrifugazione e sembravano comunque operazioni complesse.
  Per quanto riguarda lo svuotamento delle vasche, alla data del mio insediamento si parlava di svuotamento dei silos, non delle vasche, ma nella nota che le leggevo prima si diceva: «Le attività di svuotamento delle vasche non riguardano in alcun modo la vasca D – oggetto dell'incidente di settembre 2014 – ma è in parte finalizzato a reperire le risorse economiche per procedere successivamente allo svuotamento del contenuto dopo il vaglio di tutte le soluzioni tecnico-economiche possibili per procedere in condizioni di sicurezza del personale e ambientale».
  In realtà, lo svuotamento delle vasche veniva messo in secondo piano. Ora, non avendo partecipato a tutti i lavori precedenti, mi risulta anche difficile fare delle valutazioni sul punto. Io so solo che in più di un'occasione si è parlato dei grandi costi degli svuotamenti, che la società in più di un'occasione ha sostenuto di non avere i fondi e che fosse necessario per questa cominciare a lavorare un po’ per poter svuotare.

  LAURA PUPPATO. Non hanno neanche questa capacità di spesa?

  PRESIDENTE. Servono un sacco di soldi per svuotare dei silos. Vi ricordate Sona? Vi faccio l'elenco! Costa un mucchio di soldi perché vuol dire portar via la roba, andare a smaltimento e quindi, alla fine, si deve pagare lo smaltimento di acido solforico. Se non hai i soldi come si fa? Questi sono falliti, hanno fatto la cessione del ramo d'azienda, hanno dei problemi di tutti i tipi!

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Non sono falliti.

  PRESIDENTE. Non ancora.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Non sono falliti.

  PRESIDENTE. Hanno venduto il ramo d'azienda.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. No, hanno provato a vendere il ramo d'azienda, ma non sono falliti. Hanno provato a fare un affitto del ramo d'azienda a Demetrafert destinato alla volturazione. Per quanto riguarda gli svuotamenti, si parlava addirittura di un possibile sversamento in agricoltura. Pag. 14 Dovevano essere caratterizzati, lo ricordo. Non mi sono pervenuti – l'ho richiesto – i costi reali di un eventuale svuotamento completo. Non c'è mai stato un conto per conoscere esattamente la cifra. Ad oggi non sappiamo neanche quali possano essere i costi, soprattutto alla luce della sentenza di giugno. Per questo chiedevo alla provincia contezza sul fatto che si trattasse di rifiuti più o meno pericolosi. Sono sempre stati qualificati dalla provincia come rifiuti non pericolosi.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Su questo vorrei capire meglio. Io non conosco la sentenza della Cassazione di fine giugno: si fa riferimento, per i fanghi, alla tabella 1 dell'allegato 5 della Titolo V, parte quarta, del decreto legislativo n. 152 del 2006? Anche in altre occasioni, ultimamente, la stanno utilizzando al posto del decreto legislativo n. 99 del 1992, che dovrebbe e deve regolamentare la normativa dei fanghi.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Guardi, sono sincera, non sono una tecnica del settore: mi può riformulare la domanda?

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Quando fa riferimento al fatto che possono essere considerati rifiuti pericolosi in base alla sentenza del 29 giugno, in questa sentenza, quando si fa riferimento ai fanghi, si fa riferimento all'allegato del testo unico ambientale?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Fa una distinzione anche sull'origine dei fanghi.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Vorrei fare anche una domanda più generale. Possiamo fare tante ipotesi su quest'atteggiamento, che per noi è sconcertante, da parte della provincia, ma non c'è, volendo pensare bene, una volontà di salvaguardare l'azienda anche per una questione occupazionale? Tante volte, vediamo anche un po’ questo, che si fanno cose che non si sarebbero potute fare, che diventano a posteriori del tutto incomprensibili. Possiamo pensar male in un altro modo, ma forse useremmo parole anche fuori luogo, che non si usano in un tribunale. Come Commissione d'inchiesta, cerchiamo di capire: è veramente sconcertante. Da quanto ho capito, hanno fatto di tutto e di più per salvare alcune persone. Vorrei sapere quanti lavoratori ha la Coimpo.

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Quattro sono morti. Si parla, comunque, di un'attività molto ridotta. Non conosco i numeri ma, da quanto ricordo, parliamo di meno di dieci persone.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Non c'è neanche, quindi, quest'ipotesi!

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Sono meno di dieci, tenendo conto degli stessi vertici aziendali, ma non so fornirle il numero esatto. Stiamo parlando di una realtà davvero piccolissima. Io concedo, ovviamente, il beneficio del dubbio sul fatto che di sicuro fossero nobili le intenzioni della provincia e non mi permetto assolutamente di giudicare. Quello che ho esposto è tutto documentale, nel senso che ho esposto tutto ciò che emerge da documenti e diffide.

  LAURA PUPPATO. Chiederei alla Commissione, a questo punto, se non sia opportuno avere tutte le diffide che la provincia ha emanato nel corso di questi anni.

  PRESIDENTE. Ci lasci tutto. Dopo cercheremo anche di avere la sentenza della Cassazione. Vorrei fare una domanda finale: a sua conoscenza, la procura si è occupata, al di là dell'incidente, anche di altre situazioni che riguardano la Coimpo, a parte l'altra indagine della DDA di Firenze? Parlo di quella di Rovigo. Per quello che sa, si è occupata esclusivamente dell'incidente che ha avuto quest'esito infausto dei quattro morti, o ci sono anche, a sua conoscenza, altre inchieste aperte sull'azienda relative al traffico di rifiuti, o comunque Pag. 15 allo spandimento irregolare in agricoltura e così via?

  GIORGIA FURLANETTO, assessore all'ambiente del comune di Adria. Ho appreso dai giornali che dovrebbe essere stata stralciata parte del procedimento verso la DDA di Venezia, ma le mie sono solo informazioni apprese dalla stampa. Non ho altri tipi di notizie. Io sono anche assessore all'agricoltura e proprio sulla questione degli spandimenti in agricoltura una delle prime preoccupazioni è stata quella di valutare quali fossero le incidenze sui terreni agricoli. Parliamo comunque di spandimenti avvenuti sul nostro territorio, viste anche le risultanze delle indagini nel processo toscano, se questo possa comportare, abbia comportato dei problemi per i terreni agricoli. Alcuni, da quello che mi risulta, sono coltivati.
  Avevo chiesto, già all'epoca – non so se sia all'interno di questa documentazione, ma è facilmente reperibile – una mappatura di tutti i terreni. L'avevo chiesta in provincia per avere contezza di quelli che sono stati utilizzati per gli spandimenti. Volevo capire eventuali problemi per l'agricoltura. A dir la verità, avevo chiesto una mappatura e la risposta è stata che le comunicazioni degli spandimenti – questo corrisponde al vero – venivano date anche al comune di Adria, quindi a noi le notizie sugli spandimenti pervenivano comunque. Il problema è un altro: in tanti casi, noi abbiamo quello che ci veniva comunicato!

  ALBERTO ZOLEZZI. Se erano gessi, non c'è neanche l'obbligo di comunicazione, tra l'altro.

  PRESIDENTE. La ringraziamo per le informazioni. Sarà nostra cura fare ulteriori approfondimenti e semmai trasmettere qualche dato alla procura. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.15.

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