XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Martedì 11 luglio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Causin Andrea , Presidente ... 3 

Audizione della sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi:
Causin Andrea , Presidente ... 3 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 3 
Montuori Luca , assessore all'urbanistica e alle infrastrutture ... 11 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 14 
Meleo Linda , assessore alla città in movimento ... 14 
Rampelli Fabio (FdI-AN)  ... 17 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 17 
Miccoli Marco (PD)  ... 17 
Saltamartini Barbara (LNA)  ... 18 
Causin Andrea , Presidente ... 18 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 18 
Causin Andrea , Presidente ... 18 
Morassut Roberto (PD)  ... 18 
Causin Andrea , Presidente ... 21 
Saltamartini Barbara (LNA)  ... 21 
Miccoli Marco (PD)  ... 22 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 24 
Rampelli Fabio (FdI-AN)  ... 25 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 27 
Causin Andrea , Presidente ... 27 
Rampelli Fabio (FdI-AN)  ... 27 
Gasparini Daniela Matilde Maria (PD)  ... 27 
Morassut Roberto (PD)  ... 28 
Causin Andrea , Presidente ... 28 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 28 
Causin Andrea , Presidente ... 29 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 29 
Causin Andrea , Presidente ... 30 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 30 
Causin Andrea , Presidente ... 30 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 30 
Causin Andrea , Presidente ... 31 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 31 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 34 
Causin Andrea , Presidente ... 34 
Miccoli Marco (PD)  ... 34 
Causin Andrea , Presidente ... 34 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 34 
Causin Andrea , Presidente ... 34 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 34 
Causin Andrea , Presidente ... 34 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 34 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 34 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 34 
Causin Andrea , Presidente ... 34 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 35 
Causin Andrea , Presidente ... 35 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 35 
Causin Andrea , Presidente ... 35 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 35 
Causin Andrea , Presidente ... 35 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 35 
Causin Andrea , Presidente ... 35 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 35 
Causin Andrea , Presidente ... 35 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 35 
Montanari Giuseppina , assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale ... 35 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 40 
Montanari Giuseppina , assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale ... 40 
Morassut Roberto (PD)  ... 40 
Montanari Giuseppina , assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale ... 40 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 41 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 42 
Meleo Linda , assessore alla città in movimento ... 42 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 42 
Meleo Linda , assessore alla città in movimento ... 42 
Piso Vincenzo (Misto-UDC-IDEA)  ... 42 
Meleo Linda , assessore alla città in movimento ... 42 
Morassut Roberto (PD)  ... 42 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 43 
Montini Emanuele , responsabile della segreteria tecnica dell'Assessorato alla persona, scuola e comunità solidale ... 43 
Montuori Luca , assessore all'urbanistica e alle infrastrutture di Roma Capitale ... 45 
Causin Andrea , Presidente ... 46 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 47 
Causin Andrea , Presidente ... 47

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA CAUSIN

Sulla pubblicità dei lavori.

  La seduta comincia alle 10.15

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in seguito, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione della sindaca di Roma
Capitale, Virginia Raggi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono inoltre presenti: l'assessore alla città in movimento, Linda Meleo; l'assessore al bilancio e al patrimonio, Andrea Mazzillo; l'assessore alla sostenibilità ambientale, Giuseppina Montanari; l'assessore all'urbanistica e alle infrastrutture, Luca Montuori; la vice capo di gabinetto vicario, Gabriella Acerbi, ed Emanuele Montini, responsabile della segreteria tecnica dell'Assessorato alla persona, scuola e comunità solidale, che ringrazio per la loro presenza.
  Do il benvenuto alla sindaca di Roma Virginia Raggi, che ha accettato di venire a interloquire con la Commissione d'inchiesta che si occupa del disagio e del degrado delle periferie urbane. La Commissione ha anche il compito di elaborare nei prossimi mesi una relazione che darà prescrizioni, indicazioni e raccomandazioni a Parlamento e Governo in ordine alla necessità di costruire una strategia di investimento di lungo termine, affinché il tema delle periferie ritorni al centro dell'agenda politica dello Stato e anche delle amministrazioni locali. Come abbiamo avuto modo di comunicare alla sindaca di Roma, la Commissione ha svolto una visita in alcuni quartieri periferici della città e ha interloquito con diverse realtà associative, che hanno segnalato varie situazioni di complessità che riguardano i quartieri periferici della città.
  In Ufficio di presidenza abbiamo provveduto a inviare alla sindaca una scheda con domande e sollecitazioni emerse durante il lavoro della Commissione, che riguardavano alcuni approfondimenti che in modo specifico sono stati svolti riguardo alla città di Roma. Ringrazio gli assessori per la presenza numerosa, visto che il tema sarà complesso e articolato.
  Abbiamo convenuto con la sindaca di darle la parola per una introduzione, che durerà circa 40 minuti, con successivi interventi di alcuni assessori per questioni specifiche. Dopodiché, darò la parola ai commissari, che avranno la facoltà di porre domande e chiedere approfondimenti.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Grazie, presidente Causin. Buongiorno a tutti. Vi ringrazio anche per aver sollecitato la nostra partecipazione a questa nuova Commissione, importante perché per noi le periferie sono al centro delle nostre politiche.
  Non vi sfuggirà che Roma è una città di fatto quasi tutta periferica, perché a eccezione del centro storico abbiamo ormai un'espansione talmente vasta che il concetto di periferia è molto aumentato. Peraltro, c'è anche chi ritiene che la periferia non vada definita solamente con riguardo Pag. 4alla distanza dal centro, ma anche con riguardo all'assenza di servizi, quindi abbiamo un concetto di periferia che sostanzialmente concerne sia una situazione geografica sia una scarsità di servizi. Il nostro slogan è che le periferie devono tornare a essere un centro storico. Questo significa andare a esaminare e poi piano piano sistemare tutte quelle situazioni che abbiamo trovato e che vanno da una sorta di far west a livello urbanistico a una sorta di far west nei servizi e alla totale assenza dell'amministrazione nella regolamentazione del territorio e delle politiche, che ha prodotto un abbandono totale di moltissimi luoghi. Peraltro, proveniamo dalle periferie e io stessa abito in periferia, quindi è una situazione che conosciamo, purtroppo, molto bene.
  Permettetemi di fare una piccola panoramica sulla città di Roma, che, come sapete, ha una popolazione di circa 2,9 milioni di abitanti residenti, ma che di fatto ogni giorno arriva a 4,3-4,4 milioni se pensiamo ai pendolari, ai turisti e agli studenti. In realtà, la popolazione che usa, che vive e che circola a Roma è molto più abbondante. Si tratta chiaramente dell'area più popolosa d'Italia, è il quarto comune in Europa come numero di abitanti ed è anche una delle aree urbane più estese al mondo: abbiamo circa 1.287 chilometri quadrati, una città che è stata paragonata alla somma delle otto grandi città italiane. Tanto per capire, un esempio può essere facilmente riferito al fatto che, se vogliamo andare dalle sponde del Lago di Bracciano fino alle rive del Tirreno, dove peraltro si affaccia un municipio, dobbiamo percorrere circa 60 chilometri. Parliamo di un'area molto vasta, peraltro con una densità abitativa media abbastanza bassa, quindi con una popolazione non concentrata, ma molto distribuita su un territorio estremamente ampio.
  Un altro dato importante è il progressivo spostamento della popolazione dal centro verso le periferie, che negli ultimi anni ha comportato l'urbanizzazione anche selvaggia di altre zone. Dico «selvaggia», ma chiaramente per chi conosce la materia significa «spontanea», con tutta una serie di necessità che di fatto non sono state rispettate e che debbono seguire un'assenza di pianificazione. In base ai dati Istat, si nota che i quartieri prossimi al raccordo anulare hanno visto un aumento degli abitanti anche superiore al 100 per cento. Molti di questi quartieri (Ponte di Nona, San Vittorino e Magliana) hanno raddoppiato la popolazione.
  L'obiettivo della Giunta e dei consiglieri del Movimento 5 Stelle è stato di ripartire dalle periferie per far rinascere la città, ed è sulle periferie che abbiamo investito moltissimi fondi e stiamo investendo moltissimi sforzi amministrativi. L'azione della Giunta è partita chiaramente da un'analisi quantitativa, grazie alla raccolta di dati aggregati sulle periferie e all'approfondimento di ricerche e analisi. Abbiamo effettuato una serie di iniziative, che magari non sono strettamente correlate alle periferie, ma che iniziano un percorso di ascolto e studio. In questo caso è interessante l'iniziativa «Roma ascolta Roma», promossa dall'assessore alla persona, Laura Baldassarre, che ha portato l'amministrazione a fare incontri sul territorio, in ogni Municipio, per parlare di tutte le fragilità relative alle politiche sociali, dalla povertà all'immigrazione, dagli anziani ai bambini fragili, dagli immigrati alle violenze. Abbiamo riallacciato un rapporto con i cittadini che mancava da tempo.
  Un'altra operazione di ricucitura è stata quella avviata con l'iniziativa che abbiamo chiamato «Roma facile». Sono in sostanza dei centri aggregativi: credo siano venti, ma sono in costante aumento. Sono punti al cui interno abbiamo creato un'area internet liberamente consultabile da tutti, nella quale ci sono persone, tendenzialmente volontari, che svolgono il servizio civile o anziani nei centri anziani, che insegnano ad altre persone a navigare in internet e, quindi, a essere maggiormente connessi. Si va dalla conoscenza delle iniziative del Comune alla possibilità e alla capacità di iniziare a navigare in rete. Senza entrare nello specifico, faccio un esempio pratico di un'azione avviata su una periferia che riguarda il quartiere ex Bastogi nel XIII municipio. Forse molti di voi, quantomeno Pag. 5le persone che vivono a Roma, hanno sentito parlare nel tempo di quest'area. A livello giuridico stiamo cercando di capire cos'è, perché non è ERP (edilizia residenziale pubblica) e non sono residenze di diverso tipo; è un immobile pubblico, ma non si sa bene come siano state concesse le abitazioni. A livello giuridico, stiamo studiando questa cosa, per cercare innanzitutto di sbrogliare e soprattutto siamo intervenuti per iniziare a risolvere i problemi. Ex Bastogi è un complesso di immobili nei quali vivono persone in stato di fragilità. Moltissimi, peraltro, hanno anche avuto problemi con la giustizia e sono agli arresti domiciliari. Nel corso del tempo la zona è stata abbandonata. Sicuramente si trova in un'area periferica non ben servita. È stata abbandonata e le istituzioni si sono completamente dimenticate di Bastogi. Le cantine dei palazzi sono diventate vere e proprie discariche e non sono mai stati effettuati interventi di bonifica all'interno dei palazzi. Quando siamo arrivati lì, oltre a metterci le mani nei capelli, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a ripulire e a bonificare tutte le cantine e a effettuare interventi immediati di ripristino delle fognature e delle tubazioni dalle quali perdeva l'acqua. Abbiamo già avviato un lavoro importante proprio sul ripristino delle condutture d'acqua, che sino a oggi ci costavano circa 400.000 euro annui. Nel momento in cui saranno ultimati i lavori, ritorneremo ad avere un consumo di acqua stimato sui 200.000 euro annui, con un risparmio netto di 200.000, ossia del 50 per cento. La nostra amministrazione ha già investito 100.000 euro per tutti gli interventi del SIMU, che è l'ex dipartimento lavori pubblici. Tutto questo comporterà altresì un risparmio di ulteriori lavori. Chiaramente ci sono altri lavori da effettuare proprio sugli immobili. Alcuni lavori sono già stati effettuati all'interno degli appartamenti per ammaloramenti molto gravi. Siamo andati a intervenire immediatamente sulle situazioni più gravi, ma la lista delle cose da fare è molto lunga. Adesso stiamo installando un campo sportivo all'esterno di quest'area per poter iniziare a dare un servizio. Siamo focalizzati anche sul potenziamento delle linee di trasporto.
  Dunque, ci sono tanti interventi da fare, però questo è – permettetemi di dirlo – un esempio di come abbiamo affrontato uno dei temi più scottanti, proprio perché probabilmente rispetto a tanti altri – mi riferisco alle zone O, agli articoli 11, ai piani di zona che mai nessuno ha toccato, però hanno una loro identità giuridica – ci trovavamo davanti a un mostro che a tutt'oggi non si sa bene come definire.
  Abbiamo dato vita a un'iniziativa che abbiamo chiamato «Fabbrica Roma», che prevede l'apertura di un dialogo e di un confronto dell'amministrazione capitolina con le altre istituzioni e con i sindacati, con i quali abbiamo lavorato benissimo su tutto il tema – non riguarda le periferie – del personale all'interno di Roma Capitale. Abbiamo risolto il problema del contratto decentrato, siamo stati la prima amministrazione a siglare il contratto decentrato, dopo anni di mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, come sapete bene, e abbiamo risolto il problema del salario accessorio. Abbiamo voluto elevare a modello questo rapporto con i sindacati, per riaprire un dialogo con tutte le forze, che vanno dagli imprenditori alle associazioni datoriali e ai cittadini, per lavorare su Roma, creando un grande laboratorio dove si possa ragionare di investimenti e di prospettive, con tutti gli attori che debbono prendere parte alla rinascita di Roma.
  Inoltre, molto importante è tutto il discorso che abbiamo fatto sul bando delle periferie. Come sapete, il bando sostanzialmente arriva nel momento in cui ci insediamo ed è strutturato come bando diretto sulla città di Roma e come bando sulla città metropolitana, a cui Roma comunque partecipa. Abbiamo presentato un progetto che abbiamo chiamato DeSiRe (decoro, sicurezza e resilienza nelle periferie romane). Il bando periferie ha rappresentato per noi una grande opportunità di promuovere modelli trasversali e unificanti di rinnovamento e innovazione sociale, il terreno su cui costruire una possibile strategia di intervento che vada dall'autopromozione Pag. 6sociale alla gestione delle aree verdi, fino agli investimenti nelle imprese tecnologiche per la cura dei beni comuni. Quello dei beni comuni, peraltro, è un tema sul quale stiamo lavorando moltissimo, soprattutto in relazione alla questione della delibera 140, che prova a mettere mano a tutto il comparto delle concessioni date nel corso degli anni totalmente in assenza di regole. Ciò ha determinato, secondo la Corte dei conti, un notevole danno erariale, ragione per la quale nel corso del tempo sono avvenuti una serie di sgomberi cosa avvenuta in maniera indiscriminata, con l'accetta, e questo non è tollerabile. Pertanto, anche lì abbiamo rimesso mano, lavorando proprio sulla riorganizzazione dell'intero comparto. Sostanzialmente avevamo immobili che venivano dati in concessione, che invece non dovevano essere dati e facevano parte del patrimonio indisponibile, altri che in teoria potevano essere dati in locazione e sono stati assegnati, altri occupati. Abbiamo anche su questo una bella materia magmatica nella quale l'assessore e il suo team hanno messo pesantemente le mani, per riorganizzare il tutto. Considerate che, non solo sulla 140, ma su tutto quello che stiamo facendo, tutto ciò interviene dopo anni di immobilismo che hanno determinato anche l'incardinarsi di quelli che vengono tradizionalmente chiamati «diritti quesiti». Abbiamo situazioni che nel tempo si sono stratificate e hanno creato diritti e doveri.
  Tornando al bando delle periferie, abbiamo cercato di concentrarci su una serie di caratteri del progetto che abbiamo proposto: miglioramento della qualità del decoro urbano, consentendo il recupero all'uso collettivo di spazi pubblici attualmente degradati, in funzione, non solo della loro fruibilità, ma anche di una maggiore sicurezza sociale dei luoghi; manutenzione e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, per riorientarne l'utilizzo pubblico verso funzioni di sicurezza territoriali e riqualificazione di infrastrutture destinate a servizi educativi e scolastici; ampliamento delle azioni di mobilità sostenibile per ridurre gli spostamenti privati, diffondendo le buone pratiche di mobilità dolce, come oggi viene definita, e migliorando la manutenzione e la sicurezza dei percorsi di avvicinamento agli istituti scolastici. Gli interventi progettati si sviluppano prevalentemente lungo due direttrici. La prima è relativa ad azioni di sistema per l'innovazione sociale, che possono trovare piena finalizzazione anche nel coinvolgimento diretto della cittadinanza, da attivare nella progettazione e nella gestione degli spazi pubblici e dei servizi una volta riqualificati. La seconda è quella relativa a progetti d'area di sperimentazione rafforzata, che nascono da specifici fabbisogni di alcuni quartieri periferici pilota.
  Alle azioni di sistema afferiscono i seguenti interventi. Da un lato, abbiamo il recupero del complesso ex Gil a Ostia. Su proposta del commissario prefettizio del Municipio di Ostia, è stato avanzato un progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione della struttura ex Gil, per la realizzazione della sede del comando della polizia locale di Roma capitale di zona e degli uffici del giudice di pace, nonché per inserire all'interno del complesso servizi di smart city per il territorio del litorale. Noi riprendiamo un edificio sostanzialmente abbandonato, che viene rifunzionalizzato in funzione di un consistente interesse pubblico prevalente e poi aperto al pubblico per quanto riguarda tutta la parte di smart city. L'immobile risente chiaramente di un lunghissimo periodo di inutilizzo e quindi di degrado, pur rappresentando una potenzialità eccezionale sotto il profilo dell'utilizzazione di spazi pubblici, perché consta di oltre 4.000 metri quadrati. L'immobile è di proprietà della Regione Lazio. Nell'ambito delle iniziative assunte in preparazione della partecipazione di Roma capitale al bando periferie, è oggetto di un protocollo d'intesa tra la nostra amministrazione e la regione, che consentirà la stipula di un'apposita convenzione che regolerà le modalità di utilizzazione del bene da parte dell'amministrazione capitolina nell'ambito di una concessione di valorizzazione di durata almeno quarantennale. Un ulteriore beneficio atteso dall'intervento è quello dell'eliminazione del considerevole peso finanziario dovuto oggi alle numerose locazioni Pag. 7passive finora sostenute dall'amministrazione di Roma capitale per gli spazi attualmente utilizzati dal gruppo municipale del corpo di polizia locale.
  Non fa parte del bando periferie, ma avendo toccato il problema delle locazioni passive, segnalo che l'assessore Mazzillo, assessore anche al patrimonio, ha fatto una ricognizione delle numerose locazioni passive che Roma capitale sta sopportando per l'utilizzo di spazi di terzi dove sono collocati gli uffici, il palazzo dei gruppi capitolini e tante altre funzioni. Stiamo cercando di trovare nostri immobili. Abbiamo un patrimonio sterminato, il cui censimento peraltro non è ancora completato. Stiamo cercando di trovare nostri immobili all'interno dei quali progressivamente spostare i nostri uffici, per abbattere anche il grandissimo problema delle locazioni passive, che pesano molto sui nostri bilanci. È un'altra attività che a latere stiamo svolgendo.
  Come abbiamo detto, stiamo facendo azioni di sistema quali il recupero dell'ex Gil e iniziative di promozione della mobilità dolce nelle scuole primarie. Tutto questo va nel senso di un aspetto che questa amministrazione intende promuovere e sta promuovendo molto: non solo l'aumento della mobilità dolce, ma anche l'aumento del trasporto pubblico, il progressivo abbattimento delle auto private e, quindi, del trasporto privato, il progressivo spostamento verso metodi di trasporto a basso impatto ambientale, nel quadro di città (ormai il mondo si muove in quella direzione) sostenibili dal punto di vista ambientale, inclusive e resilienti. Parlavamo delle iniziative relative alla mobilità dolce nelle scuole primarie. Molti spostamenti giornalieri effettuati con veicoli motorizzati privati, infatti, sono originati dalla necessità di accompagnare i figli a scuola, creando notevoli ingorghi, doppie e triple file, perché le mamme e i papà fermano la macchina dove possono e portano i bambini. La mobilità dolce e le linee di trasporto pedonali per noi costituiscono la naturale risposta a questo fenomeno. Tuttavia, numerosi istituti scolastici nelle periferie romane presentano forti criticità nella sicurezza dei percorsi di accesso. Pertanto l'iniziativa sostiene la realizzazione di nuove banchine protette, anche con l'abbattimento delle barriere architettoniche, di percorsi per ipovedenti, di attraversamenti pedonali di accesso alle scuole mediante riqualificazione della segnaletica orizzontale e verticale, il tracciamento di itinerari, per esempio con l'iniziativa che si chiama bike to school, e la realizzazione di parcheggi per le bici. Inoltre, si prevede la riattivazione del servizio Pedibus e bike to school. Il Pedibus, per chi non lo sapesse, è quella sorta di autobus a piedi che prevede una serie di tappe, chiaramente da realizzare attraverso un mobility manager della scuola, che capisca quale sia il bacino di utenza delle famiglie. Si tratta di fermate vere e proprie, come quelle di un autobus, alle quali i bambini possono salire. Ovviamente questo autobus pedonale viene guidato, chiuso e assistito da una serie di adulti, che, attraverso un percorso pedonale protetto, portano i bambini a scuola. Chiaramente ciò avviene per tutte quelle distanze che sono assolutamente fattibili per i bambini. Molto spesso il problema è che anche distanze minime (200, 300, 400 metri) sono comunque percorse con un mezzo privato, creando ingorgo e traffico. L'azione potrà rappresentare un modello pilota replicabile nel tempo in tante altre scuole.
  Oltre ai progetti per l'innovazione abbiamo progetti d'area di sperimentazione, come l'ambito Corviale, per il quale si prevede la realizzazione di interventi di riqualificazione dell'arredo urbano e del verde pubblico, nonché il recupero e la messa a norma di un edificio scolastico, con l'inserimento di un teatro e spazi per la cultura. Ciò costituisce il necessario completamento di programmi integrati di riqualificazione con la partecipazione del privato – questo è evidente – purtroppo promossi in passato ma rimasti completamente incompiuti, in particolare del piano di rigenerazione urbana Corviale e dell'omonimo contratto di quartiere.
  Un altro progetto riguarda l'ambito San Basilio – so che siete stati in visita proprio a San Basilio – in cui è prevista la realizzazione di interventi di riqualificazione dell'arredo Pag. 8 urbano e del verde pubblico, in sinergia con l'azione di sistema legata al verde pubblico e a iniziative di impresa, nonché al potenziamento delle infrastrutture per la viabilità e la sosta necessarie alla riconnessione del quartiere al tessuto urbano. Anche in questo caso gli interventi costituiscono il necessario completamento del piano di recupero urbano San Basilio avviato nel 2005, per investimenti complessivi pari a 48 milioni di euro, mai completato.
  L'individuazione delle aree periferiche di Roma capitale risale in realtà a una delibera di Giunta comunale, la n. 89 del 2005, che stabilisce le zone urbanistiche ammissibili in attuazione della legge n. 266 del 1997 e del decreto ministeriale n. 225 del 1998. Gli interventi fin qui descritti e in particolare le azioni di sistema ricadono in diversi quartieri, tra i quali quelli che compongono la vasta corona periferica del territorio romano come Ostia (mentre Corviale e San Basilio sono quartieri interessati da progetti d'area) rappresentano gli ambiti intercettati dal complesso degli interventi proposti e, per tale ragione, possono essere considerati a pieno titolo come aree target prioritarie. I beneficiari del progetto sono costituiti dalla popolazione residente nelle aree interessate dagli interventi e, vista la maggiore concentrazione delle attività, dagli oltre 26.000 residenti a San Basilio, gli oltre 16.000 di Corviale e i circa 200.000 di Ostia. Il risultato complessivo prodotto dalla strategia integrata del progetto può essere riassunto in termini di miglioramento della qualità urbana e della sicurezza percepita nei quartieri periferici di riferimento e di consolidamento di un'identità positiva basata sui valori presenti nel territorio.
  Questi dati forse possono essere utili. In termini quantitativi aggregati, i risultati possono essere misurati come segue. Abbiamo 6.500 metri quadri di edifici pubblici e spazi pubblici riqualificati, 3.000 metri quadri di aree verdi, 1.500 metri quadri di parcheggi e quindici interventi di sicurezza pedonale e mobilità sostenibile. Ovviamente stiamo parlando solo del progetto periferie di Roma capitale, quindi non siamo ancora andati a esaminare il progetto periferie della Città metropolitana, al quale comunque abbiamo partecipato e abbiamo anche vinto. Il piano finanziario di Roma capitale configura un programma di investimenti per un finanziamento di 18 milioni di euro, provenienti da risorse messe a disposizione, come sapete bene, dal bando promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo poi una sorta di previsione pluriennale, con ripartizione dei fondi per anno (2017, 2018, 2019, 2020).
  Passiamo agli interventi nell'ambito della Città metropolitana. In questo caso, le linee di intervento sono state un po’ diverse. Sono stati seguiti quattro progetti internazionali che con la partecipazione di Roma hanno individuato come sfida importante la rigenerazione urbana e il recupero e riuso di strutture dismesse. Abbiamo il progetto 100 Resilient Cities (cento città resilienti) finanziato dalla Rockefeller Foundation; Smart mature resilience e Smart participate, entrambi nel programma Horizon 2020; TUTUR (Temporary use as a tool for urban regeneration network) con Roma capofila. Anche questo è un programma dell'Unione (Urbact). La rigenerazione del forte Trionfale, del forte Boccea e del quartiere Massimina costituisce un progetto pilota di azioni integrate, replicabile anche questo in altre aree periurbane di Roma e anche nelle città che fanno parte della rete internazionale della resilienza urbana, nonché in altri contesti del Mediterraneo.
  Andiamo a vedere più nel dettaglio. La strategia proposta promuove l'innesco di processi di rigenerazione secondo molteplici linee di azione. Da una parte, abbiamo la rifunzionalizzazione di aree pubbliche per servizi. Parliamo di Massimina, la spina di servizi nel fondovalle, e del forte Boccea, il mercato nell'area esterna. Dall'altra parte abbiamo la rifunzionalizzazione di strutture edilizie esistenti. Per forte Trionfale si è pensato a spazi di co-working e smart community, attraverso processi di co-governance, avviati già per l'area di Massimina con il LabGov dell'Università LUISS, e di e-participation, in corso su forte Trionfale mediante il progetto europeo Smarticipate del programma Horizon 2020. Per ciò che Pag. 9concerne l'accrescimento della sicurezza territoriale e della resilienza urbana, a forte Trionfale si pensava alla messa in sicurezza dei percorsi pedonali carrabili per l'apertura al pubblico e ai sistemi di smart lighting nei nuovi percorsi, mentre su Massimina a percorsi di chiusura dei principali anelli viari e carrabili a fondo cieco e al water square presso via Garrone a presidio di eventi alluvionali. Per ciò che concerne la mobilità sostenibile su Massimina e le infrastrutture stradali di collegamento, si pensava alla linea di attività per la mobilità green, ossia isole ambientali e percorsi ciclopedonali, in coerenza con la nuova fermata ferroviaria di Massimina sulla linea Roma-Pisa, per favorire il passaggio dall'auto privata al trasporto pubblico, a stazioni di ricarica per la mobilità elettrica, al servizio di trasporto pubblico a chiamata tra la fermata ferroviaria e il quartiere di Massimina.
  Anche su questo faccio un inciso. A proposito di mobilità elettrica, non solo abbiamo avviato un progetto per la collocazione entro il 2020 di almeno 700 colonnine di ricarica elettrica all'interno della città (speriamo che saranno molte di più), ma abbiamo anche implementato i partner per il car sharing elettrico (ovviamente stiamo cercando di portarli ancora di più nelle periferie) e di scooter sharing elettrico. Adesso abbiamo avviato un progetto pilota con un'azienda, che ci ha dato già 250 scooter elettrici. Per noi la mobilità elettrica è un obiettivo importante da perseguire e ovviamente nelle periferie non lo è da meno.
  Per ciò che concerne il trasporto pubblico, parlavamo di mobilità sostenibile a Massimina. Prevediamo pedane e attrezzaggio con pensiline per 21 fermate ed eliminazione delle barriere architettoniche. Questo è un altro grande tema sul quale stiamo lavorando. Roma, purtroppo, è piena di barriere architettoniche, quindi stiamo valutando tutti gli investimenti necessari per poter innanzitutto abbattere e poi anche implementare. Prevediamo altresì: trasporto pubblico a chiamata da e per la fermata di Massimina sino alla stazione Cornelia e alla stazione Aurelia accessibile a tutti gli utenti a mobilità ridotta; mobilità dolce; riconnessione tra percorsi viari degli insediamenti self-made (quelli spontanei); qualificazione paesaggistica dei percorsi viari degli insediamenti spontanei; piano finalizzato alla circolazione in sicurezza di ciclisti, pedoni e utenti deboli; realizzazione di zone 30 e isole ambientali; misure di moderazione del traffico in alcuni ambiti critici, quali strade con funzioni e strutture locali attualmente completamente prive di marciapiedi; stazioni di ricarica per mezzi elettrici all'interno della zona di Massimina.
  Altri interventi riguardano la qualificazione paesaggistica dei percorsi viari e degli insediamenti spontanei e progetti di community governance, inclusione sociale e nuovi modelli di welfare, come l'organizzazione della partecipazione dei cittadini per nuove opportunità di lavoro legate alla green economy, l'inclusione, l'integrazione sociale e la resilienza.
  Il nostro progetto Fabbrica Roma, al quale stanno aderendo associazioni e categorie, ci sembra uno degli strumenti attraverso cui la partecipazione dei cittadini può trovare una continuazione, affinché non resti fine a sé stessa. Purtroppo, infatti, nel passato abbiamo assistito a ipotesi o a princìpi di partecipazione che sono nati e si sono chiusi all'interno di un cerchio che non ha prodotto alcun tipo di effetto. Dobbiamo evitare di ripercorrere questo modello, che chiaramente ha fallito. Prevediamo azioni d'iniziativa dei cittadini in sinergia con il progetto europeo Horizon 2020 Smarticipate, attraverso l'uso di una piattaforma tecnologica, di app dedicate e di open data, verso i quali peraltro stiamo andando.
  Un altro punto è l'attuazione di progetti per un uso temporaneo degli spazi pubblici: orti urbani, sociali e terapeutici; eventi culturali e didattici; sensibilizzazione sulla resilienza urbana, sul patrimonio e sulla storia dei forti di Roma, in particolare dei forti Trionfale e Boccea, prevedendo altresì azioni di aumento della comunicazione con la comunità locale.
  L'azione riguarda il quadrante nord-ovest di Roma. Uno dei tre poli è il forte Pag. 10Trionfale su via Trionfale, più interno anche relativo alla Valle dell'inferno. Oltre agli edifici, abbiamo un hangar degli anni 1920 che costituisce un bene di interesse culturale, con una copertura di 15 metri di altezza. È uno dei pochissimi al mondo ancora intatti. Gli edifici hanno potenzialità di trasformazione in servizi di livello urbano locale. Il forte Boccea, sulla via di Boccea, è parte, insieme al forte Trionfale, del Campo trincerato, una cinta di circa 37 chilometri con quindici forti e quattro batterie, strutture dismesse, spesso purtroppo in condizioni di degrado, che però possono essere fondamentali per lo sviluppo policentrico di nuovi servizi per i quartieri e per gli abitanti. In particolare il forte di Boccea, costruito tra il 1877 del 1881, è stato dismesso nel 2008. Purtroppo dal 2008 a oggi è stato anche questo completamente abbandonato, quindi gli interventi sono particolarmente importanti.
  Infine, il quartiere Massimina, che si trova nel XII municipio, è composto dall'insediamento spontaneo e da una nuova centralità urbana. L'area target riguarda questi insediamenti spontanei, con una popolazione di circa 8.700 abitanti, che purtroppo sono caratteristici delle frange urbane periferiche. Massimina, peraltro, è parte di un progetto di rigenerazione innescato dalle diciotto centralità urbane e metropolitane, che sono punti chiave della nuova organizzazione policentrica delle città proposta del piano regolatore generale, attraverso l'insediamento di strutture per il tempo libero, spazi espositivi, centri commerciali, centri turistici e alloggi. Stiamo avviando un importante lavoro di ridefinizione e di riqualificazione sulle centralità urbane. Da questo punto di vista, credo che il piano regolatore sia rimasto inattuato per troppo tempo. L'individuazione di un'area come centralità urbana, a nostro avviso, non può essere un processo che prescinde dalle esigenze del territorio, dalle domande e dai bisogni dei cittadini, perché per essere centralità e per poter essere utilizzata deve essere creata e costituita con un percorso condiviso con la comunità locale. Parlo di comunità, perché di fatto ormai Roma è talmente estesa che ognuno di questi poli costituisce una vera e propria comunità a sé stante.
  Come sapete, il piano finanziario per cui Roma partecipa è di 12,688 milioni di euro e i tempi di realizzazione degli interventi sono contenuti in 36 mesi.
  Se volete, possiamo approfondire il tema dell'urbanistica. Magari su questo potrei passare la parola all'assessore, che potrebbe andare un po’ più in profondità. Si potrebbe approfondire qualcosa sull'urbanistica che vada oltre i progetti dei quali vi ho parlato sul piano periferie.
  Abbiamo poi il tema della mobilità, sul quale stiamo lavorando molto. Anche su questo vorrei sollecitare l'intervento dell'assessore.
  In seguito possiamo parlare del tema dei campi rom. So che è molto sentito e ha costituito una parte importante del vostro esame. Abbiamo finalmente concretizzato le linee guida europee, recepite anche in Italia sulla strategia nazionale per il superamento dei campi rom, utilizzando fondi europei, appositamente stanziati per queste iniziative. È evidente che in questi campi, che voi avete visitato, ci sono condizioni assolutamente intollerabili, non solo per le persone che ci sono, ma anche per la città circostante. I campi sono una zona di assoluto degrado. I roghi tossici continuano, nonostante l'attività di contrasto che stiamo svolgendo, peraltro in maniera sperimentale da febbraio, con una nuova attività di monitoraggio e presenza della polizia in alcuni casi h24 e in altri casi con una vigilanza dinamica, per cui si va varie volte al giorno all'interno dei campi. Sono stati sequestrati un numero notevole di autoveicoli, di merce rubata e in parte anche di copertoni. La polizia continua ad andare, però è evidente che la soluzione reale ed efficace al fenomeno è il progressivo superamento dei campi. Nel frattempo, dobbiamo e stiamo aumentando il monitoraggio anche con la videosorveglianza, perché la sperimentazione che abbiamo fatto in questi mesi, che pure ha dato i suoi frutti, non è sufficiente, e rafforzeremo ulteriormente il presidio, con più occhi presenti h24. Pag. 11
  Potremmo poi parlare, assessore, sempre se lei è d'accordo, anche del lavoro che stiamo facendo sui Piani di zona, non ultima la creazione di una commissione consiliare d'indagine sui piani di zona, che, come sapete, nel corso degli anni sono stati creati, probabilmente con l'intento lodevole di dare a persone non abbienti un alloggio a condizioni economiche vantaggiose. Purtroppo, l'amministrazione per decenni si è dimenticata di verificare il rispetto delle pattuizioni, ossia che i consorzi di fatto cedessero questi immobili a prezzi economicamente vantaggiosi, rispettando il tetto massimo per il prezzo di cessione. Nonostante i costruttori, in questo caso le cooperative, avessero beneficiato di contributi pubblici, in particolare regionali, l'amministrazione si è dimenticata di verificare che i consorzi rispettassero le pattuizioni prese, non solo con i privati, ma anche con l'amministrazione stessa con riguardo alle urbanizzazioni primarie e secondarie. Pertanto ci troviamo palazzi che sono immersi praticamente in un deserto di terra e fango. Con molto coraggio, abbiamo preso in mano questa situazione, costituendo questa commissione, alla quale con rammarico purtroppo non hanno partecipato molti consiglieri di altri schieramenti politici. Francamente è un peccato, perché noi dobbiamo dare una risposta ai cittadini al di là della nostra connotazione politica, perché quello è uno scandalo che ha riguardato l'amministrazione. Scusate, so che la cosa vi fa borbottare, ma la cosa ci indigna in modo particolare.
  Un altro grosso scandalo che abbiamo trovato riguarda il Piano di zona di Monte Stallonara, approvato e costruito tra il 2004 e il 2008, che, grazie all'intervento di un magistrato, abbiamo scoperto essere stato costruito su una discarica, quindi l'amministrazione non si è minimamente preoccupata di capire dove concedeva la possibilità di edificare. Abbiamo immediatamente attivato tutti gli uffici e adesso stiamo effettuando tutte le indagini e i campionamenti, proprio per capire come intervenire, anche perché lì nel frattempo le case sono state costruite e le persone ci abitano. Ci ritroviamo, come dicevo prima, all'interno di situazioni che nel frattempo hanno creato e hanno costituito anche diritti di fatto in capo a persone, quindi dobbiamo intervenire cercando di mantenere, però, questa situazione o quantomeno di garantire quello che le persone sono riuscite ad acquistare nel tempo. Anche il lavoro sui Piani di zona va forse approfondito. Se il presidente concorda, lascerei la parola all'assessore Montuori per entrare un po’ più nel dettaglio.

  LUCA MONTUORI, assessore all'urbanistica e alle infrastrutture. Buongiorno a tutti. Ho preparato alcuni appunti, anche prendendo a riferimento le questioni su cui si erano richiesti alcuni approfondimenti. Comincio dalla fine, spendendo due parole sul tema dei Piani di zona, che è un problema che investe la città ormai da più di dieci anni, dalle prime attuazioni, e che evidentemente vede fasi di criticità e di fragilità che non dovrebbero interessare soltanto un intervento da parte della città. Occorre un intervento che ci permetta di arrivare ad avere un quadro organico della situazione e che ci aiuti a fermare situazioni di sgombero o di estromissione di persone che abitano dentro case che hanno pagato quasi interamente, che oggi si trovano di fronte a richieste, che non possono affrontare, da parte di chi le ha realizzate di superamento dei prezzi massimi di cessione e a chiare situazioni di illegalità, nelle quali stiamo cercando di entrare. La situazione è molto complessa, per cui sarebbe interessante riuscire ad avere una sorta di moratoria e di momento di interruzione di una fase molto delicata, per permetterci quantomeno di riallineare le persone che sono nei termini della legge e le persone che non stanno seguendo i termini della legge, per le quali c'è bisogno di un intervento che non può essere semplicemente dell'amministrazione. Significa cause, avvocati, delibere, soprattutto sulle spalle di cittadini che hanno – lo ripeto – pagato le case in cui abitano e che oggi si vedono estromessi da quelle stesse case. È una situazione gravissima, che ovviamente ereditiamo. Ripeto che ci sono anche situazioni in cui è difficile ricostruire la storia stessa, perché i fascicoli sono incompleti e Pag. 12le situazioni stesse non sono mai state verificate e controllate fino a oggi.
  Per quanto riguarda le questioni più specifiche che erano state poste, parto dalle prime, cioè dal recupero delle aree produttive dismesse, che spesso si trovano in zone periferiche di Roma. Da quando abbiamo iniziato il mandato, uno degli intenti principali è stato quello di rifotografare la situazione del piano regolatore, che arriva, come ben sapete, a circa dieci anni dalla sua approvazione e capire quali sono state le parti che effettivamente si sono attuate, quali sono le parti per quali le attuazioni sono iniziate e quali sono le parti chiaramente in deroga. Veniamo da un periodo di piano casa, che abbiamo subìto come comune, i cui effetti – aggiungerei «nefasti» – vedremo tra cinque o sei anni. Dare la possibilità di attuare il piano casa anche in aree in cui c'erano strumenti attuativi, ancorché semplicemente approvati, significa trasformare intere aree per le quali erano previsti progetti complessi e programmi integrati per intervento diretto. Gran parte di queste proposte sono arrivate nell'ultima settimana, guarda caso, prima della fine del periodo di presentazione del piano casa, per cui occorre tempo prima di cominciare a capire esattamente le cose. Molte persone che incontro in questi giorni dicono di aver agito come buoni padri di famiglia, di aver avuto questa possibilità e di non poter non sfruttarla, ed è stata sfruttata appieno, spesso sovradimensionando gli interventi. Di conseguenza, la fatica dell'amministrazione è doppia, perché bisogna andare a ricostruire in ognuno di questi interventi quali siano le effettive legittimità che li giustificano.
  Per quanto riguarda l'amministrazione, abbiamo voluto rassicurare gli operatori che è nostra intenzione dare seguito a tutti quegli strumenti che il piano regolatore ci dà. Penso ai PRINT (programmi integrati di intervento) e ai PRU (programmi di recupero urbano). Nel PRINT di Pietralata per la prima volta in circa dodici anni sono i proponenti a dover inseguire l'amministrazione piuttosto che il contrario, per stessa ammissione dei proponenti, quindi ce ne facciamo per una volta un vanto. Sono loro in ritardo rispetto alle richieste. Infatti, è nostra intenzione dare un segnale chiaro che il rapporto tra la realizzazione della città e i servizi non può che avvenire in un regime di partecipazione tra pubblico e privato che individui le giuste sinergie e definisca con chiarezza l'interesse pubblico degli interventi. È chiaro che l'amministrazione comunale fa la sua parte. Se fossero possibili operazioni di sinergia con incentivi, ad esempio c fiscali o finanziari, che ci permettessero di definire che demolire e ricostruire in aree particolarmente degradate è economicamente più vantaggioso piuttosto che consumare nuovo suolo, gli investitori sarebbero ben più contenti di demolire e ricostruire all'interno di aree abbandonate piuttosto che chiederci di realizzare nuove edificazioni. Sicuramente al riguardo siamo pronti a un dialogo su incentivi fiscali e di governo. Quello che possiamo fare è dare un segnale forte che demolire e ricostruire, quindi consolidare parti di città già infrastrutturate, è una delle operazioni fondamentali su cui lavorare.
  Stesso dicasi per il patrimonio edilizio pubblico e privato di Roma, per la qualità edilizia generale, gli standard costruttivi e la relativa vetustà dei predetti immobili. È evidente che in Italia, rispetto ad altre nazioni europee quali la Francia, dove si assiste a interventi anche centrali sullo stock edilizio, dal momento che i piani di edilizia pubblica hanno un'età media tra i 40 e 50 anni, se non andiamo indietro all'INA-Casa, ci troveremo nei prossimi 10-20 anni davanti a un problema molto grave. Ricordo che il cemento, se fatto bene, ha una vita media di cento anni, altrimenti anche meno. In fondo la storia italiana non è una storia di prefabbricazione pesante. Questo implica che oggi ci troviamo con quartieri che hanno subìto processi di invecchiamento molto accelerati, di fronte ai quali il comune non può agire da solo, non ha evidentemente le risorse e deve per forza ricorrere a piani che investano una politica di livello nazionale.
  Siamo pronti anche su questo a strutturare tavoli di lavoro: penso agli abitanti di Corviale. Un po’ di tempo fa un abitante Pag. 13mi ha detto: «Il problema più grande è che quando mi metto a letto devo mettermi il cappello, perché entra il vento dalle giunture dei pannelli che chiudono la facciata esterna». Si può sorridere, ma capisco che sia un problema per chi ci deve abitare quotidianamente. È chiaro che, come ricordava la sindaca, su interventi di particolare fragilità quali Bastogi stiamo lavorando anche con il contributo – questo è importante nella situazione storica in cui ci troviamo – di fondazioni no profit, come la Fondazione Green city, che finanzia volentieri iniziative per la valorizzazione sociale di alcuni luoghi. È evidente che un pensiero su Bastogi non possa prescindere da interventi anche strutturali molto importanti. Oggi possiamo tappare delle falle, ma una possibile collaborazione pubblico-privato ha bisogno di interventi molto più strutturali.
  Per ciò che concerne l'edilizia condonata e il suo recupero, è evidente che ereditiamo una situazione in cui Roma è cresciuta in maniera spontanea in molte delle sue aree. È il caso, per esempio, dei sessanta nuclei di toponimi individuati, di cui molti giustamente perimetrati, nei quali si possono attivare e sono state attivate azioni di consolidamento, di densificazione e di realizzazione di servizi. Bisogna dire che forse in molte aree non c'era bisogno di questa perimetrazione, quindi va rivalutata, in quanto si tratta di insediamenti talmente dispersi che fornirli di infrastrutture primarie quali fognature ed elettricità è molto complesso e andare anche ad ampliarli non ci sembra il caso. È molto importante, invece, dare seguito ai piani esecutivi delle zone O e anche a ciò che riguarda tutte le associazioni consortili di recupero urbano. Quella fascia periferica sulle cui basse densità, come ricordava prima la sindaca, si fonda gran parte della periferia romana, non ha solo il problema di essere raggiunta dai servizi come l'urbanizzazione primaria, ma ha anche un problema di trasporti e di bacini di utenza. Per poter portare un autobus o un mezzo di trasporto in quelle periferie i costi fisici sono talmente elevati che generano una difficoltà, e di questo ci dobbiamo ovviamente fare carico. Sono situazioni che – lo ripeto – sono congenite alla città di Roma. Rileviamo che l'operazione sui toponimi è ben diversa a nostro modo di vedere da quella che fu l'operazione Petroselli di riqualificazione delle borgate e delle cosiddette «aree periferiche romane». In alcuni casi dobbiamo capire, anche in accordo con la regione, perché i toponimi sono oggetto di approvazione da parte della regione, a quali dare seguito e in quali, invece, forse non è necessario avvengano ulteriori densificazioni. Peraltro, in molti toponimi abbiamo registrato il fastidio per il fatto che il condono edilizio non fosse già arrivato, perché si pensava di poter attuare il piano casa sul condono edilizio, cioè un condono sopra un condono, che forse non era proprio il caso. Mi sono potuto permettere di dire che non ero proprio preoccupato per questa mancanza di diritti.
  La possibilità di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio e la contestuale messa in sicurezza è un tema che non può non riguardare incentivi, come dicevamo precedentemente, come possono essere il Sisma bonus e l'Ecobonus. Infatti, c'è uno stock di edilizia privata per cui esiste un problema e le interazioni pubblico-privato sono state rese più complesse negli ultimi dieci anni dalle problematiche relative alla trasparenza, alla modalità di densificazione, al perché alcuni privati sì e altri no. Sono tutte procedure molto complesse da attivare. Stiamo lavorando, anche in accordo con altre associazioni, per quel che riguarda la possibilità di realizzare operazioni di demolizione e ricostruzione, anche in attuazione di alcuni diritti edificatori, che continuano ad aleggiare su Roma. Ogni tanto scopriamo qualcuno che ha diritti compensativi per centinaia di migliaia di metri cubi totalmente inaspettati.
  Abbiamo fatto una trattativa, per esempio, con l'ATER per quel che riguarda i diritti edificatori acquisiti per le compensazioni di Casal Giudeo. All'interno di un'operazione di rottamazione di alcune cartelle pazze, con l'assessore Mazzillo siamo riusciti a limitare in parte l'atterraggio di alcune cubature, ma soprattutto le cubature devono atterrare in maniera sensata all'interno di zone di completamento, di Pag. 14ricostruzione di margini e soprattutto di densificazione di aree già infrastrutturate. È impensabile andare a realizzare nuovi insediamenti.
  Per quanto riguarda gli appunti che avevo preso relativamente alle domande, mi sembra di aver risposto. È evidente che tutto questo sistema di azioni si basa su situazioni ereditate, sulle quali stiamo lavorando, da un lato per rimettere a posto e dall'altro per capire come sviluppare politiche che ci permettano di volgerle in chiave positiva. Non giochiamo solo «in difesa». C'è una nostra visione di città, che abbiamo già applicato. Ad esempio, per quel che riguarda la riqualificazione dello stadio, abbiamo chiesto che gli edifici venissero realizzati con i più elevati standard di sostenibilità ambientale. Infatti, uno dei temi maggiori che secondo noi devono essere curati nell'espansione della città, oltre alla riduzione del consumo di suolo, è non dotare più la città di un'edificazione di scarsa qualità, come è avvenuto spesso, guardando semplicemente al profitto immediato. Per questo motivo oggi ci troviamo davanti a situazioni che è già necessario riqualificare, prima che la vita media degli edifici sia giunta a metà del percorso normale. Guardiamo a un futuro nel quale l'equilibrio ambientale è uno dei temi centrali dello sviluppo.
  Credo di aver toccato in maniera esaustiva i temi che erano stati proposti. Siamo ovviamente a disposizione per domande di approfondimento.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Passerei la parola agli altri assessori, sempre per aree di competenza, incluso l'assessore Mazzillo, che prima non ho indicato. Anche lui, come assessore al bilancio e al patrimonio, potrà fornire un quadro esaustivo degli interventi, anche da un punto di vista economico-finanziario, nonché con un particolare focus sul patrimonio. Se vogliono autogestirsi, possono intervenire chi prima e chi dopo.

  LINDA MELEO, assessore alla città in movimento. Colgo l'occasione di intervenire a valle dell'assessore Montuori riprendendo le considerazioni finali che ha presentato: avere una città che abbia uno standard di vita migliore e sia ispirata ai criteri della sostenibilità.
  Mi riaggancio perfettamente a quest'ultima osservazione, dicendo che anche per Roma capitale dobbiamo recuperare un disegno di città che possa renderla effettivamente nel futuro una città a misura d'uomo, in cui tutti i cittadini e tutti i fruitori possano utilizzare efficacemente i servizi e le opportunità offerte dalla città stessa e dove gli standard di vita possano essere adeguati ai servizi offerti nelle altre capitali europee.
  Dal punto di vista delle infrastrutture, quello che posso dirvi è che, come è noto a tutti, la situazione di partenza è certamente abbastanza critica, per tutta una serie di motivazioni legate alla storia e alle scelte effettuate nel passato, ma anche alle caratteristiche intrinseche di una città come Roma, con un sottosuolo, come sappiamo, ricco di archeologia e di un patrimonio storico non presente in altre realtà a livello mondiale. Stante questo, noi come giunta Raggi abbiamo deciso quest'anno di stanziare ben 430 milioni di euro per le infrastrutture per la mobilità. Tra questi importi evidentemente ci sono anche opere che riguardano la periferia.
  Vi faccio un esempio. Abbiamo recuperato il progetto dei corridoi filoviari nella parte dell'Eur – parliamo di Eur Tor Pagnotta e di Eur Tor de’ Cenci – i cui lavori, iniziati ormai quasi dieci anni fa, erano bloccati da molto tempo per problemi legati all'appalto. Il primo obiettivo è stato quello di recuperare l'esistente e di dare un nuovo impulso a opere che sicuramente servono per accorciare le distanze tra centro e periferia, e su questi corridoi stiamo concentrando le forze. Tra l'altro, il corridoio di Tor Pagnotta dovrebbe essere terminato entro il settembre del 2018, quindi questo sarà un ottimo intervento.
  Altre risorse sono state destinate al miglioramento dei servizi di metropolitana. Parlo delle risorse dedicate al rafforzamento e all'ammodernamento del deposito Magliana, uno dei depositi in cui i treni della metro B transitano quotidianamente Pag. 15e in cui viene fatta manutenzione. Questo era un passaggio fondamentale soprattutto per quanto riguarda il tema dell'elettrificazione, perché consente di far transitare i treni in maniera più veloce e più sicura sull'intera tratta, assicurando i collegamenti caratterizzati dalle fermate della metro B.
  Un altro intervento importante riguarda la Metro C. Stiamo portando avanti con grande forza e abbiamo dato nuova accelerazione al completamento dei lavori della stazione metro di San Giovanni, la cui apertura è prevista entro fine anno. Questa apertura sarà molto importante per le periferie, perché vi ricordo che metro C ha il capolinea a Pantano, una zona di Roma che è ben oltre il raccordo anulare, quindi va a coprire una zona della città che è particolarmente popolata e ha necessità oggettive di spostamento.
  Oltre a questo, abbiamo messo sul campo un nuova progettazione, che riguarderà anche le periferie, attraverso il Piano urbano della mobilità sostenibile, in corso di redazione. Questo sarà un piano importante perché andrà a identificare alcuni progetti per la città del futuro su diversi fronti, il fronte della logistica e del trasporto pubblico locale, ma anche degli interventi legati a una mobilità più accessibile e inclusiva, nonché all'identificazione di una mappa di corsie ciclabili e di aree pedonali. Noi ci teniamo profondamente e abbiamo già chiesto la collaborazione dei Municipi, soprattutto quelli di cinta, quelli più periferici, affinché diano un contributo fattivo rispetto alle esigenze del territorio. L'idea è quella di tracciare un piano di intermodalità, che possa includere tutti e dare un segnale importante nelle parti più periferiche. Questo risponde anche all'esigenza di spostamenti, conosciamo tutti il fenomeno di sprawl urbano che abbiamo sperimentato come Roma Capitale negli ultimi anni e ha dettato nuove esigenze di mobilità. Come ricordava prima la sindaca, infatti, sulla carta abbiamo 2 milioni 900 mila abitanti qui a Roma, ma nella realtà gli utilizzatori della città son ben più numerosi e provengono anche dal bacino prossimo a Roma capitale.
  Ciò detto, accanto al PUMS (Piano urbano della mobilità sostenibile) abbiamo anche fatto una selezione di opere infrastrutturali che abbiamo ritenuto invarianti, che sicuramente saranno contenute all'interno del PUMS. Tra queste abbiamo dato priorità a opere destinate alla connessione periferia/centro. Vi ricordo ad esempio il prolungamento della metro B1 da Conca d'Oro a Bufalotta, per agevolare i collegamenti della parte più ad est della città che, come sapete, negli ultimi anni è stata sede di un insediamento abitativo importante, quindi di un'attività di costruzione edilizia abbastanza significativa. Parlo anche dei tram di connessione che stiamo già progettando e che andranno a unire anche parti periferiche, come ad esempio il tram su Palmiro Togliatti che unirà la parte di via Tuscolana fino alla metro di Ponte Mammolo, nonché il progetto funivia che, come sapete, collegherà una parte ultraperiferica della città alla Metro A Battistini, progetto apprezzato, di cui anche altre città come Milano hanno deciso di verificare l'utilità e che è risultato un progetto interessante e piuttosto innovativo, che ha attirato anche l'attenzione di altre amministrazioni. Accanto a questo programma di opere «pesanti», che riguardano il breve, ma anche il medio e lungo termine, perché ricordo che il PUMS è un piano con un orizzonte temporale di 5-10 anni, stiamo avviando tutta una serie di attività per quanto riguarda il rilancio del trasporto pubblico locale.
  Per quanto concerne il discorso dei bus di superficie abbiamo sbloccato tutta una serie di procedure, che hanno consentito di portare in città 159 bus, che abbiamo chiesto espressamente come indicazione politica di destinare soprattutto alle aree periferiche, dove normalmente sono collocati mezzi più obsoleti. Abbiamo fatto anche un'opera di recupero di altri mezzi pubblici a disposizione dell'amministrazione, che non erano mai stati utilizzati. Parlo dei 45 filobus che erano fermi a Tor Pagnotta ed erano legati all'appalto del corridoio filoviario a Tor Pagnotta, come sapete, anche oggetto di indagini per presunte tangenti. Questi mezzi, fermi da anni in questo Pag. 16deposito periferico della città, sono stati messi a disposizione della filovia Nomentana che, come chi conosce Roma sa, collega una parte molto periferica della città, la parte est (Tufello, per intenderci), al centro città, fino alla stazione Termini.
  Oltre questo posso dirvi che è in arrivo un'altra partita di 15 nuovi autobus, acquistati con i fondi del Giubileo, e l'amministrazione ha specificato di volerli dedicare al sostegno delle linee più periferiche.
  Sempre per quanto riguarda il trasporto in periferia, da qualche mese abbiamo avviato un tavolo tra Roma servizi per la mobilità, che è la nostra agenzia per la mobilità, e i Municipi, per effettuare un lavoro di razionalizzazione del trasporto pubblico nelle parti più periferiche, con particolare attenzione alle linee notturne. Questo aggiornamento negli ultimi anni non era stato più realizzato e quindi alcune linee soprattutto in periferia non erano adeguate agli sviluppi a livello urbano. Questa attività di razionalizzazione e di riorganizzazione delle linee periferiche sta cominciando a dare i suoi frutti, nel Municipio IX ad esempio abbiamo attivato delle deviazioni e dei cambi di percorso di alcune linee, la 797, la 071, la 708 e la 709, linee dedicate al trasporto studentesco verso Spinaceto, la deviazione dello 048 per consentire a 400 famiglie in emergenza abitativa, residenti a Borgo Sorano, di poter raggiungere la stazione ferroviaria di Santa Palomba, per non parlare della 071 che collega una parte di quel quadrante del IX Municipio alle stazioni ferroviarie. Sempre in tema di riorganizzazione delle linee TPL abbiamo istituito una nuova linea circolare, la 052, inaugurata a febbraio, che è già in grado di collegare le zone di Borghesiana Finocchio, zone ultraperiferiche, alla fermata Pantano della metro C, nonché l'attivazione della nuova linea bus 068, che consentirà il collegamento dalla stazione di Acilia alle spiagge di Ostia e Castelporziano, per consentire un decongestionamento delle aree più periferiche e dei flussi in uscita verso il litorale.
  Il lavoro con i Municipi, anche con quelli ultraperiferici, è stato molto attivo non soltanto sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale, ma anche come progettazione. Sono stati coinvolti anche loro nella stesura del PUMS, ma hanno anche presentato una serie di progetti a valere sui fondi comunitari. Parliamo in particolare dei fondi Horizon 2020. Sottolineo con orgoglio che un progetto del IX Municipio ha ricevuto finanziamenti proprio nell'ambito dei finanziamenti Horizon 2020 per l'attivazione di un processo sperimentale di hub dedicato al bike sharing, un hub multimodale molto innovativo, che prevede una serie di stazioni all'interno del IX Municipio per verificare l'utenza e per testare nuove tecnologie in una città come Roma. In questo modo Roma si rende sede di sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche.
  Senza essere troppo prolissa posso dirvi che abbiamo tutta un'altra serie di azioni da mettere sul campo. Parlo delle mappe delle piste ciclabili e ne cito due tra tutte: la pista ciclabile di via Nomentana, i cui lavori partiranno entro fine agosto, che collegherà via Val d'Ala, zona periferica dopo Montesacro, al centro città, fondamentalmente a Porta Pia, nonché la pista ciclabile di via Tuscolana. Quella sarà un'occasione non soltanto per mettere in città mobilità sostenibile e quindi consentire alle aree più periferiche di raggiungere attraverso un mezzo come la bicicletta aree più centrali, ma anche per riqualificare via Tuscolana. Tutti conoscete il caos nella gestione di quell'arteria, basato su densità abitativa sicuramente elevata, su doppie file, su uno sviluppo poco ordinato di quel quadrante. Questa sarà un'occasione per ridisegnare la carreggiata, quindi renderla più fruibile e anche più sicura, perché qui c'è anche un tema spesso trascurato soprattutto nelle periferie, legato alla sicurezza stradale, e tutti questi interventi si inseriscono perfettamente in quest'ottica.
  Abbiamo stanziato risorse e abbiamo progetti pronti da realizzare entro fine anno anche per la messa in sicurezza di alcune fermate bus e pensiline soprattutto nelle aree periferiche della città. In termini di shared mobility, come ricordava prima la sindaca, abbiamo fatto un grande lavoro che ha portato un nuovo investitore in Pag. 17città, ma come amministrazione abbiamo voluto attraverso il car sharing comunale implementare nuove opportunità di utilizzo soprattutto nelle zone periferiche. Mi riferisco all'implementazione di nuovi stalli di sosta nel VI Municipio, che a breve avvieremo anche nel III e nel IV. Abbiamo una mappa di corsie preferenziali, l'obiettivo è sempre quello di stabilire percorsi privilegiati per il trasporto pubblico locale, in modo da creare migliori connessioni non soltanto in città, ma anche tra centro e periferia.
  Un progetto di cui andiamo molto fieri è quello legato alla preferenziale Marconi, che si inserisce perfettamente in un'occasione di riqualificazione di quella via. Il progetto, su cui abbiamo sottoposto un questionario alla città, prevede una riorganizzazione intera, per cui viale Marconi includerà una corsia per il trasporto pubblico, una pista ciclabile e una parte più ampia dedicata ai pedoni, questo perfettamente in linea con gli schemi più efficienti di mobilità.
  Stiamo realizzando una serie di investimenti anche sui parcheggi di scambio, perché sappiamo quanto sia importante migliorare i parcheggi di scambio nelle aree più periferiche, per consentire quell'intermodalità necessaria a garantire il transito e l'utilizzo della città. Per questo abbiamo anche dei fondi europei che stiamo spendendo e uno dei progetti che stiamo realizzando riguarda l'ampliamento di Ponte Mammolo.
  Questo in estrema sintesi, se poi ci saranno domande specifiche, prego di porle. Grazie.

  FABIO RAMPELLI. Sull'ordine dei lavori, presidente, pensavo di dare un suggerimento per consentire la migliore partecipazione di tutti i colleghi: se qualche altro assessore vuole integrare l'illustrazione della sindaca Raggi, sarebbe opportuno che lo facesse anche rispondendo alle osservazioni dei parlamentari subito dopo un giro di loro opinioni, facendo intersecare domande e risposte, altrimenti c'è il rischio che si consumi tutto il tempo con la presentazione degli assessori.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Non abbiamo ancora ultimato l'esposizione perché, come può immaginare, a parte l'urbanistica e i trasporti, c'è tutta la parte relativa al sociale, la parte relativa agli interventi sul verde e sui rifiuti, nonché la parte relativa al patrimonio, che a nostro avviso sono estremamente importanti sul tema periferie, per cui avevamo pensato a un'illustrazione innanzitutto più in generale.
  Sicuramente le domande che ci avete posto le abbiamo svolte, come illustravo prima al presidente, all'interno di tre fascicoli piuttosto corposi che abbiamo fatto a partire dalle esperienze municipali dei singoli assessori e da una tabella di sintesi, che vi daremo in settimana perché finiamo di reimpaginarla. Sono fatte a tabella per essere consultate con più facilità, però qui gli interventi sono effettivamente molto puntuali, anche gli interventi urbanistici sono individuati con i riferimenti ai codici, quindi per voi potrebbe essere molto semplice trovarvi qualunque risposta alle domande che ci avete formulato, tuttavia per non appesantire il discorso con una lettura un po'ostica pensavamo di fare una sorta di esposizione discorsiva su alcuni punti.
  In teoria, potevamo chiamare anche l'assessore allo sport che sta svolgendo un ottimo lavoro sulle periferie, cercando di costituire dei playground nelle periferie, però avevamo pensato a un'esposizione più discorsiva per non appesantire il lavoro. Se però ci chiedete di riferire sulle domande, per me va bene, però a questo punto ci riserviamo il diritto di aprire questi libroni e di leggervi puntualmente cosa è stato fatto, il che è un po’ ostico.

  MARCO MICCOLI. Sempre sull'ordine dei lavori, presidente, dobbiamo però prendere atto di un fatto, ossia che siamo una Commissione d'inchiesta sul degrado delle periferie, in questi mesi ma direi in queste ultime settimane, se non in questi ultimi giorni, ci sono anche novità sulla vicenda del degrado delle periferie, c'è un aggravarsi di alcune situazioni che credo debba essere oggetto di un dibattito oggi in questa Commissione. Pag. 18
  Siamo favorevoli a leggerci tutto, le relazioni degli assessori sono sicuramente utili, così come è stata utile l'esposizione che la sindaca ci ha fatto, però per il lavoro che dobbiamo svolgere, con la tempistica che abbiamo di fronte, per noi è necessario affrontare alcuni temi di attualità che riguardano proprio le periferie e che stanno sulle cronache di questi giorni, quindi chiederei di cambiare i lavori e di consentirci di svolgere il nostro ruolo di commissari nell'inchiesta che stiamo svolgendo.

  BARBARA SALTAMARTINI. Credo che le osservazioni sollevate dai colleghi che mi hanno preceduto vadano proprio nella direzione dell'impegno e del compito che abbiamo in questa Commissione. Al di là delle interessanti esposizioni non soltanto della signora sindaco, ma anche di alcuni assessori, è però indubbio che su alcuni temi abbiamo la necessità di entrare nel merito e in base a questo porre delle domande, che non necessariamente sono già state fatte pervenire alla Giunta, perché l'emergenza che sottolineava il collega Miccoli non era prevedibile nella prima tranche di domande, però sentiamo l'esigenza di confrontarci su questa.
  Al presidente della Commissione, laddove ritenga che non sia possibile oggi completare l'iter a cui siamo chiamati a tener fede, vista la tempistica che abbiamo come Commissione d'inchiesta, il mio Gruppo politico chiede di riconvocare per martedì della prossima settimana, perché già abbiamo aspettato molto, perché questa audizione era prevista tempo fa ed è stata rinviata per naturali e improrogabili impegni del sindaco, però noi il lavoro lo dobbiamo fare e abbiamo bisogno di entrare nel merito di alcune problematiche urgenti delle periferie romane, così come abbiamo fatto riguardo alle periferie delle altre grandi città.

  PRESIDENTE. Farei questa proposta. Dal momento che la Giunta, come diceva la sindaca, ha fatto un lavoro molto corposo e dettagliato che la Commissione acquisisce, di cui ringraziamo e che verrà trasmesso anche su formato elettronico e reso disponibile ai commissari per entrare nel dettaglio, credo che molte domande che desiderano fare i commissari incrocino il lavoro che avete svolto e state esponendo.
  Se quindi non è un problema, proverei a utilizzare questa ora e mezza, che altrimenti viene esaurita da un'esposizione unidirezionale, e a dare ai commissari la possibilità di interagire con la sindaca e la Giunta, visto che c'è una richiesta unanime.

  VINCENZO PISO. Per una questione di correttezza vorrei comprendere se adesso possiamo svolgere delle domande esclusivamente in rapporto alle relazioni che ci sono state illustrate su determinati argomenti o anche su altri temi che non sono stati toccati.

  PRESIDENTE. Penso che prerogativa dei commissari sia di poter intervenire su qualsiasi tematica, come abbiamo sempre fatto in ogni occasione. Passiamo quindi direttamente alle domande e agli interventi dei colleghi.

  ROBERTO MORASSUT. Grazie, presidente, grazie, sindaca. Farò anche domande non strettamente inerenti alla relazione e ai contributi presentati, ma credo siano domande di contenuto talmente generale, seppur con una radice specifica, che non necessiteranno di documentazioni ulteriori, forse possono presupporre una risposta immediata. Sono tre questioni generali e poi due osservazioni su questioni puntuali.
  Tra le emergenze più sentite dai cittadini soprattutto in periferia vi sono alcune questioni che hanno assunto negli ultimi tempi un carattere particolarmente drammatico, la principale è l'emergenza rifiuti, che immagino sarebbe stata una comunicazione dell'assessore, ma l'anticipo, tanto sono questioni alle quali potrà rispondere benissimo. Ho dato un'occhiata al piano industriale dell'AMA recentemente presentato: l'intelaiatura di questo piano si basa su alcuni presupposti, il primo è l'obiettivo dell'aumento della differenziata dal 43 al 70 per cento, c'è chi ritiene che Roma abbia perso qualche punto nell'ultimo periodo Pag. 19 e sia scesa intorno al 38, ma la questione è irrilevante, ammettiamo che il livello della differenziata e del porta a porta attualmente sia intorno al 43 per cento e che il vostro obiettivo dichiarato è quello di passare entro il 2021 al 70 per cento. Questo obiettivo viene perseguito però attraverso un piano di costi che riduce nello stesso arco di anni più o meno i costi dei ricavi del contratto di servizio di circa 40 o 50 milioni, anche al fine (questo è giusto) di una riduzione della tariffa, oggi particolarmente onerosa per i romani. Si prevede anche una riduzione dell'indebitamento dell'azienda dagli attuali 500 milioni a circa 270, quindi questa manovra prevede un miglioramento del servizio e anche un ammodernamento con il porta a porta, ma non prevede un aumento degli investimenti, anzi riduce di due terzi il piano degli investimenti per impianti del precedente piano, che era di circa 330 e scende a 111. In tre anni pensate quindi di ridurre gli investimenti sull'impiantistica, laddove per impiantistica intendiamo impianti di trattamento, ma anche, se non si vogliono prevedere nuovi impianti di termovalorizzazione (uso questo termine generico per capirci), l'implementazione, l'ammodernamento e il potenziamento di quelli esistenti, quindi si riducono i costi, si riducono gli investimenti, ma si intende potenziare il porta a porta, tanto che nella tabella disaggregata dei dati si vede un aumento di 17 milioni di euro per il porta a porta, quindi maggiori risorse.
  La domanda è questa: il porta a porta comporta maggiori costi e notoriamente anche un impegno di risorse umane maggiore, si può pensare che razionalizzando, come dice il piano industriale, quindi riducendo gli sprechi, si possa non avere nuova forza lavoro o non impegnare straordinari per aumentare la produttività e la resa della forza lavoro esistente, però questo è molto difficile onestamente, basti citare un dato, ossia che un operaio che svolge quella funzione costa intorno ai 20-25.000 euro l'anno tra stipendio e costi aggiuntivi, arrivare quasi al raddoppio del porta a porta, ipotizzando un piano di assunzioni di 500 persone, ha un costo di 12,5 milioni di euro, però voi non prevedete questo. Voglio però citare un dato: Berlino, città leader nel porta a porta, nella differenziata, è una città più piccola di un terzo di Roma, ha un'azienda che impegna circa 5000 dipendenti, quasi come l'AMA, e fa il 44-46 per cento di differenziata. La domanda è d'uopo: come ritenete di potenziare così fortemente la raccolta differenziata senza investimenti, riducendo i costi, riducendo gli investimenti sugli impianti? Perché poi c'è un problema di conferimento e, com'è noto, l'Europa ci dice che dobbiamo conferire e smaltire nel territorio, tra l'altro con una trattativa con la regione abbastanza complicata dal punto di vista di individuare una discarica di servizio temporanea e del piano degli investimenti sugli impianti. Da ultimo, prevedete anche un intervento sul patrimonio di AMA, dove mettete a bilancio 137 milioni per la valorizzazione dell'area del Centro Carni, che – mi preme ricordarlo – lei ha contestato in campagna elettorale, ritenendolo una bieca speculazione edilizia (ci sono tracce su internet di questo), però la mettete nel piano industriale di AMA come una voce importante per il recupero degli investimenti. Dato che nel 2010 quel bene è stato messo dentro un fondo immobiliare e quindi è stato tagliato a fette di salame, vorrei sapere se quei 137 milioni siano ancora veri, se ci sia un progetto, una destinazione urbanistica, un percorso che li rende credibili, perché altrimenti il piano industriale diventa carta straccia. Chiudo sui rifiuti, cinque minuti solo per le altre questioni.
  La dottoressa Meleo ha fatto un quadro sulle questioni della mobilità, non so se ho letto bene il piano investimenti del comune, però ci dà questo quadro: è un piano di circa 600 milioni di euro di investimenti in tre anni (290 sul 2017, 180 e 120), laddove non è responsabilità della vostra amministrazione però abbiamo avuto un crollo degli investimenti in tutte le città, a Roma in particolare. Qui però un'osservazione la debbo fare: questo crollo degli investimenti e della rifotografazione del problema del debito pregresso non può più essere materia di polemica politica – glielo dico, sindaca Pag. 20 – qui si deve affrontare un punto: se quel fardello fissato nel 2009 era vero o no, perché la dottoressa Scozzese in Commissione bilancio ci ha detto che è possibile affrontare il ripiano del debito anche con strumenti ordinari, perché all'epoca furono innaturalmente calcolati anche i mutui e i debiti commerciali con le banche accesi per opere pubbliche, cosa che ha dato una dimensione di questo debito che oggi deve essere completamente rivista. Lo dico non per un fatto di polemica politica, ma perché, finché si continua a stare con quel fardello e non ci si guarda dentro bene, il vostro Piano investimenti sarà sempre un terzo di quello del 2008, cioè non si potranno fare investimenti, allora l'invito è: coordinate, incontrate e andiamo a vedere bene come possa essere riletta questa questione del debito, perché altrimenti non esce fuori niente, tant'è vero che fate un piano un po'esangue (ripeto: non è responsabilità vostra, però ci sono scelte che vorrei capire bene) perché quando si mette, altra emergenza delle periferie, 3 milioni di euro sulla manutenzione stradale della grande viabilità (gli 800 chilometri che sono in gestione al comune di Roma, più o meno altrettanti distribuiti sui Municipi) della rete cittadina, significa che voi nel 2017, a cinque mesi dal termine dell'anno, avete già progetti e appalti pronti, altrimenti questi 3 milioni scavallano agli anni successivi. Vorrei quindi capire se ci siano questi progetti e quali siano le grandi strade, e anche osservare che basta una valutazione di spanna molto elementare per comprendere che con 3 milioni per 10 metri di ampiezza strada media ci fai 400-500 chilometri di grande viabilità, non di più. Allora, è un investimento importante questo sulla viabilità? Che tempi ha, quali progetti, quali appalti e quali scadenze? Questo mi pare importante chiederlo.
  Sulla mobilità posso fare solo un'osservazione: in quei 430 milioni di investimenti ci sono tanti fondi nazionali e regionali che sono quelli per i nodi di scambio e per le metropolitane, ma non è una critica. Voglio dire che ho sentito dire tante belle cose, ho sentito parlare di tram, di funivie, ma non ho trovato le risorse per la progettazione di queste opere, intanto il progetto bisogna pagarlo e poi non è che si mette come un bel libretto sullo scaffale, bisogna avere i soldi per fare le opere. La mia domanda è questa: tutti questi bei discorsi che abbiamo sentito, di fronte alla pochezza delle risorse disponibili, che non è una critica perché sono la linea C, sono i nodi di scambio, dove stanno questi tram, queste funivie? Sulla Boccea fate una funivia, ma vogliamo allargare la Boccea, c'è un progetto che ha dieci anni per l'ampliamento di Boccea? Con 3 milioni pensiamo di fare la grande viabilità, facciamo una funivia, ma non allarghiamo Boccea?
  Situazione di ATAC: fate o non fate le gare? Perché nel 2019 c'è una scelta che non potete fare a settembre del 2018, dovete fare adesso e decidere se fate le gare per il servizio e trasporto pubblico, se l'ATAC viene messa in condizione di concorrere per quelle gare o se avete deciso di fare l'affidamento in house. Attenzione, però, perché la legge vi consente di fare l'affidamento in house solo a condizione che sia conveniente, se non è conveniente dovete fare le gare, e fare le gare significa prepararle. La mia domanda quindi è questa: che intenzioni avete sul futuro di ATAC?
  L'ultima questione è l'urbanistica. Sull'urbanistica ho apprezzato moltissimo la comunicazione dell'assessore Montuori, penso abbia fatto una cosa seria e lo ringrazio, posso fare solo un'osservazione preliminare, fuori dal protocollo: ho sentito parlare bene del Piano regolatore, lei ha detto che è uno strumento che va attuato, che le centralità debbono avere un percorso partecipato e le centralità sono un asse fondamentale del piano. Lei sa benissimo che nelle norme del piano è previsto che per ogni centralità ci sia un processo partecipativo preliminare, quindi mi fa piacere che questa grande propaganda elettorale sia stata poi parzialmente fugata dalle sue parole. Voglio però fare alcune osservazioni, che sono queste: toponimi, zone O, opere a scomputo non è che sono cose che si dovranno vedere, perché potranno anche non essere tutti toponimi che ritenete giusto approvare, ma sono 80 nuclei e in un anno non ne è stato approvato nessuno, Pag. 21non so che fine abbiano fatto i programmi di recupero urbano dell'articolo 11, che erano tantissime risorse di opere pubbliche (non parlo degli interventi privati), non ho sentito nulla su questo, e la mia domanda riguarda anche le opere pubbliche nelle convenzioni e nelle opere a scomputo dei nuclei non perimetrati, perché c'è nei consorzi per le opere a scomputo una cassaforte di quasi 70-80 milioni di euro di progetti già pronti per fare fogne, strade, urbanizzazioni primarie e secondarie nelle zone non perimetrate, ma debbono essere approvati. C'è un'organizzazione per approvare questi progetti? C'è un piano finanziario per le opere pubbliche? Perché è vero che non ci sono soldi, ma ci sono i fondi europei, non so se il comune abbia un ufficio per l'utilizzo dei fondi europei soprattutto per le Smart Cities. C'è un ufficio che fa questo lavoro? C'è un piano di dismissioni per finanziare il piano investimenti?
  Infine, domanda precisa: l'amministrazione applica l'articolo 16 d-ter del 380, Testo unico dell'edilizia? Visto che parlate molto spesso di lotta alla rendita (ho visto il vostro programma a fine di un anno ed è uno dei titoli), la lotta alla rendita si fa con delle azioni, e le azioni sono applicare l'articolo 20 delle norme tecniche del Piano regolatore sul contributo straordinario ai privati, che è stato sempre applicato ma non so se adesso si faccia, e l'articolo 16 d-ter del 380, che impone il contributo straordinario per legge nazionale, per un emendamento presentato e approvato dal sottoscritto, lotta alla rendita, cioè far pagare a chi trasforma la giusta parte di contributi.
  Fiera di Roma: benissimo, su Tor di Valle questo progetto è stato spogliato di opere pubbliche con una riduzione di cubatura (non si capisce bene, c'è una grande incertezza comunicativa all'esterno su come stia andando), quindi vi chiedo: applicate lì il 16 d-ter del 380? Ve lo chiedo in una Commissione d'inchiesta.
  L'ultima cosa riguarda Centocelle e i roghi tossici. La zona di Centocelle, Roma est, Roma sud è tempestata, so che c'è stato un incontro con il Ministro Minniti, che vedrò, c'è un lavoro sicuramente difficile da fare insieme, ma vorrei domandare dove sono le risorse in bilancio per gli interventi di messa in sicurezza e di videosorveglianza, perché sul Dipartimento V non ho trovato queste risorse, ammesso che siano appostate al Dipartimento che chiamo ancora Dipartimento V, ma è quello del sociale.
  Sul parco di Centocelle avete respinto una mozione del collega Fassina, non del PD, giustissima, che diceva che bisogna rimuovere le aree dei demolitori, fare un programma, ci sono abusi edilizi, c'è un degrado e credo che l'intervento e lo sblocco di quelle risorse sul parco di Centocelle sia doveroso per quel quadrante di città.
  Infine, non togliete i nasoni in periferia, vi prego, c'è gente che prende l'acqua dalle fontanelle, ci sono migliaia di famiglie a Roma che vedono ancora la rete idrica come un sogno, hanno bisogno delle fontanelle, quindi su questo una prudenza sociale sarebbe importante.

  PRESIDENTE. Raccoglierei le domande dei commissari e poi darei la parola per la replica. Di solito facciamo così anche per contenere i tempi.

  BARBARA SALTAMARTINI. Faccio un intervento flash perché credo che con un altro intervento come le domande poste dall'onorevole Morassut scappiamo tutti, nel senso che il tempo è poco. Purtroppo si ripeteranno alcuni temi perché qui siamo chiamati a segnalare le criticità che ci arrivano dai cittadini, sulle quali chiediamo di capire come vorrà intervenire l'amministrazione comunale.
  C'è un'emergenza che è stata appena tracciata dall'onorevole Morassut, perché a Roma c'è una vera e propria Terra dei fuochi, che è nel quadrante di Roma est, dove non c'è soltanto Centocelle, ma c'è Tor Sapienza, c'è Casilino, c'è Collatino, c'è Prenestino, ci sono interi quartieri dove i cittadini sono ostaggi nelle proprie case per i roghi tossici che si propagano non solo dai campi rom, ma da un'infinità di insediamenti abusivi di altra natura, che nascono, muoiono, si ricollocano; è ormai una situazione Pag. 22 diventata impossibile da gestire. Riteniamo che non sia un fenomeno casuale, che sia frutto non solo dello stato di degrado e di abbandono in cui versano alcune zone, ma anche di una volontà criminale di investire in quei determinati territori per tirar fuori il cosiddetto «oro nero», e da lì quindi tutta una serie di roghi che derivano dalla volontà di bruciare di tutto per ricavare rame o altre sostanze ritenute preziose sul mercato nero, che finanziano la criminalità più o meno organizzata, ma di sicuro danno risorse a chi occupa abusivamente quei luoghi. Sta di fatto che la situazione da un punto di vista ambientale e di sicurezza ormai è a livelli altissimi, che le telecamere di videosorveglianza non possono affrontare perché dovrebbero coprire un territorio così vasto, quindi sono da pensare come misura limitata, posto che vorremmo capire eventualmente anche su una misura limitata dove siano i soldi appostati in bilancio, perché altrimenti è una bella iniziativa ma poco realizzabile.
  Rifiuti. C'è una continua emergenza rifiuti che si alterna di zona in zona e che passa avanti, il problema dei rifiuti è enorme, sappiamo che c'è un tema molto vasto, che riguarda anche un monopolio cui è stata per quasi vent'anni sottoposta la città di Roma, ma abbiamo bisogno di sapere e di dire ai cittadini come si intende risolvere il problema oggi, nel presente, perché ovviamente tutte le iniziative che si possono programmare da qui a tre anni, da qui a quattro anni con la costruzione di qualsiasi inceneritore o comunque si voglia ipotizzare la soluzione generale dei rifiuti, c'è una situazione di emergenza attuale, che passa da municipio a municipio. Il municipio in cui abito, Tor Marancia, che tra l'altro proprio la signora sindaco presiede perché il suo presidente si è dimesso, è uno di quei municipi molto vasti e periferici che vivono una situazione di raccolta dei rifiuti assolutamente drammatica.
  Terzo e ultimo argomento che volevo sollevare per capire cosa si stia facendo è la questione dei rom, dove abbiamo visto l'alternarsi di dichiarazioni abbastanza contraddittorie, perché da una parte si vuole addirittura rendere legali i mercatini abusivi che si possono realizzare grazie alle merci rubate dai rom, quindi attraverso un fenomeno di illegalità diffusa, dall'altra abbiamo sentito esprimere (e riguarda ovviamente anche la popolazione migrante) la volontà politica da parte dell'amministrazione Raggi di dire stop all'ingresso di nuovi immigrati a Roma, perché la situazione è oggettivamente fuori controllo. Segnalo il caso (sicuramente ne siete a conoscenza) dell'area della stazione Tiburtina dove dalle 20 è impossibile girare perché viene distribuito cibo all'aperto senza garanzie igieniche per chi lo riceve e per chi vive in quella zona ed è costretto a vivere disagi, perché quel tratto di città è invaso da topi e da qualsiasi altra cosa derivi da un accumulo di sporcizia incontrollata. Abbiamo chiesto un incontro con il prefetto, i comitati di quartiere sono giustamente sul piede di guerra, c'è la sopraelevata che alla stazione Tiburtina è un ricovero per sbandati, tossici, barboni, immigrati, clandestini e spacciatori, c'è una richiesta di ordinanza anti-alcol in quella zona precisa formulata dai comitati di quartiere da valutare e da vagliare, però sicuramente la zona della stazione Tiburtina è una zona al momento fuori controllo.
  Questi tre temi che ho sollevato mi spingono a dire che qui c'è quasi un'autorizzazione che viene data a tutto ciò dal silenzio delle istituzioni tutte (non soltanto ovviamente quella comunale), sulle quali ci aspettiamo che il comune faccia la sua parte e imponga la sua voce.
  L'ultimo punto, essendo il sindaco Raggi anche il presidente della Città metropolitana ed essendo stata formulata la richiesta di far arrivare gli sbarchi dei migranti anche a Civitavecchia, sul quale c'è la nostra totale contrarietà, vorremmo capire l'amministrazione e la signora sindaco cosa intendano fare su questo.

  MARCO MICCOLI. Grazie, presidente, grazie, sindaca. Fortunatamente il collega Morassut ha anticipato temi che riguardavano alcuni aspetti amministrativi, però c'è un punto che non è stato toccato se non velocemente dalla sindaca nella sua esposizione, che è quello che riguarda la crisi di Pag. 23Roma, o meglio la sindaca ha fatto un passaggio sulla rinascita di Roma.
  A Roma, però, sta succedendo qualcosa di grave che si sta verificando in maniera esponenziale con numeri straordinari soprattutto negli ultimi sei mesi. La crisi di Roma è ovviamente ereditata dalla crisi economica e finanziaria internazionale, che sta facendo pagare ai romani un prezzo altissimo, da cui non si sta uscendo, ma che credo abbia implicazioni anche dal punto di vista amministrativo, sebbene molti pensino che le prerogative di un sindaco e di un'amministrazione comunale c'entrino poco con una crisi economica finanziaria e soprattutto occupazionale in questa fase. Abbiamo il difficile compito di essere chiamati a un'inchiesta sul degrado delle periferie, che l'Istat ci ha spiegato che si nasconde dietro a numeri importanti, che riguardano l'istruzione, che riguardano i nuclei familiari, la povertà, ma che riguardano anche il lavoro. A Tor Cervara, a Tufello, a San Basilio, a Torre Angela, a Ottavia i tassi di disoccupazione sono di tre volte superiori a quelli delle zone centrali e semicentrali. Si tratta di un fenomeno che colpisce quei territori che dal punto di vista demografico sono più giovani, il IV, il V, soprattutto il VI e il VII municipio di Roma, e, come ci dicono l'Istat, il Censis e gli altri istituti di ricerca, c'è un collegamento tra il livello di istruzione, i nuclei familiari, i livelli di immigrazione e i quartieri più giovani e questo tasso di disoccupazione.
  L'ultimo grido di allarme è stato dato qualche giorno fa dalla Confcommercio: 600 imprese che chiudono nell'ultimo anno, ci sono i casi eclatanti dell'abbandono di importanti aziende che scappano da Roma, alcune dichiarando che non vedono prospettive dal punto di vista degli investimenti, del futuro della Capitale, alcune perché vivono una crisi di settore (penso ad Almaviva) che riguarda le gare al massimo ribasso, gare che sono state oggetto di scelte che hanno visto protagoniste anche le amministrazioni comunali (potrei citare Sky e Mediaset).
  A tutto questo si aggiunge una desertificazione commerciale nei quartieri periferici enorme, grave, e assistiamo a tensioni sociali inedite, nuove. Non ci sono infatti solo le manifestazioni delle organizzazioni sindacali dei lavoratori che subiscono la crisi, ma ci sono delle risposte che, se non governate, degenerano in tensioni sociali. Ritengo, sindaca, che gli episodi di questi giorni, le aggressioni al padre di famiglia di origini bengalesi perché gli era stata assegnata una casa, altri episodi dello stesso tipo avvenuti a San Basilio o in altre parti della città per altri motivi siano anche figlie di questa crisi, di una guerra tra poveri, non tutte siano figlie di razzismo.
  Il razzismo è quello che abbiamo visto manifestarsi ieri a Ostia dalle squadracce di Casapound, che si sostituiscono alle forze dell'ordine e vanno sulla spiaggia a fare gli sceriffi, o le manifestazioni annunciate qualche tempo fa che danno ragione a quei pestaggi.
  Noi pensiamo che quella crisi stia insinuandosi in quelle periferie degenerando in questo. Un'amministrazione comunale non ha le prerogative per risolvere tutto, ma può dare degli indirizzi, può fare delle battaglie, può parlare di modello di sviluppo della città.
  Ricordo che alla fine degli anni ’90 e all'inizio degli anni 2000 Roma cresceva più delle altre zone d'Italia, perché a Roma c'era una visione dal punto di vista dell'amministrazione che a cavallo di quegli anni invertiva la tendenza dei numeri in Italia sia a livello di occupazione sia a livello di reddito sia a livello di PIL. Ci sono i grandi eventi, le grandi manifestazioni che questa Giunta da lei guidata ha scelto di non perorare in alcuni casi (penso alle Olimpiadi e ad altre scelte a cui si è rinunciato, ad altre scelte come quella dello stadio della Roma che stanno prolungando i tempi, facendo scelte che tagliano risorse importanti), e abbiamo sentito in questi giorni il sindacato più importante del Paese, la CGIL, chiedere un tavolo nazionale per la crisi di Roma, per aprire una vertenza Roma a livello nazionale, perché la crisi della capitale in questi termini è questione nazionale. Abbiamo sentito gli esponenti delle associazioni imprenditoriali dire un po’ la stessa cosa, ma in tutta la sua esposizione – mi permetta, sindaco – non Pag. 24ho sentito il richiamo a tutto questo, non ho sentito l'idea di un modello di sviluppo alternativo, che possa far concepire ai romani, alla città quali sono le linee di indirizzo di un'amministrazione che deve stare in campo 5 anni, che può condizionare tutto questo, che deve dare risposte, che si mette a capo della sua comunità quando succedono queste cose e quando i numeri diventano questi. Vorrei sapere se voi, al di là dell'esposizione che è stata fatta oggi, abbiate qualche idea in merito, cosa pensiate di tutto questo e se condividiate le illustrazioni che non un membro della Commissione lavoro o un partito politico, ma le organizzazioni sindacali e imprenditoriali e la preoccupazione dei cittadini evidenziano, dei tanti che abitano in periferia, specialmente quelli più giovani che non vedono in prospettiva alcuna possibilità di futuro occupazionale.

  VINCENZO PISO. Sarò direttissimo e non farò discorsi di carattere generale, proprio per evitare perdite di tempo. Iniziamo da un problema che riguarda un impianto industriale, AMA Salaria. Prima domanda: AMA Salaria intende chiuderlo e, se sì, quando? Seconda domanda: è stato accertato anche da AMA che per quanto riguarda questo impianto c'è un inquinamento olfattivo non indifferente, pur rendendoci conto che la chiusura immediata probabilmente non è possibile per una serie di motivi, intendete intervenire per porre almeno rimedio a questi problemi di inquinamento olfattivo, che sono dovuti a una serie di malfunzionamenti interni, come ad esempio quello del biofiltro? Su questo vi chiederemmo una risposta precisa.
  Peraltro, considerando che il sindaco di Roma è anche il presidente della Città metropolitana, vorremmo capire quale sia il vostro indirizzo rispetto alla termovalorizzazione, perché da una parte si dice basta, ma poi a Colleferro si fa il ragionamento del revamping della linea di termovalorizzazione, per cui su questo vorremmo avere chiarimenti.
  Campo rom di via Salviati. Non ci sembra, da quanto abbiamo letto, sia una delle emergenze che riguardano questa amministrazione o quantomeno non viene ravvisato in via Salviati un problema che invece in base agli ultimi accadimenti mette a rischio una serie di situazioni in termini di sicurezza ma non solo, peraltro la Commissione ha fatto un sopralluogo in questo campo e ha potuto constatare lo stato dell'arte. Anche qui potete darci delle scadenze rispetto alla possibilità di ovviare a questa situazione, che indubbiamente grida vendetta?
  Roghi tossici. L'ARPA si è impegnata nel marzo di quest'anno a fare dei controlli sulla qualità dell'aria, perché sembrerebbe uno dei parametri che mancano per poter intervenire. Rispetto a questo intervento dell'ARPA che, come è risaputo, dipende dalla regione, il comune come intende attivarsi?
  Castel di Guido. Ultimamente abbiamo avuto l'ennesimo incendio a Castel Fusano, probabilmente dovuto a una serie di insediamenti abusivi in loco. Purtroppo non è il primo, ne abbiamo già avuto uno devastante durante le passate amministrazioni ed è un tema che rischiamo di veder ripetersi anche in altre situazioni come Castel di Guido, dove abbiamo una tenuta agricola con una serie di insediamenti abusivi all'interno, rispetto alla quale la regione sembra aver predisposto un bando che riguarda anche il Comune di Roma che credo gestisca l'azienda agricola. Rispetto a questo bando cosa si propone di fare il Comune di Roma?
  Arriviamo al TPL. È di oggi la notizia sui giornali (speravo che l'assessore competente ci fornisse una qualche indicazione) di questa vera e propria bomba di 2000 potenziali esuberi dentro ATAC. Rispetto a questo, qualora la notizia fosse confermata, si è pensato a come intervenire attraverso la cassa integrazione, esistono coperture, si è aperto un canale di dialogo con la regione? Mi chiedo come sia possibile che all'improvviso esploda una situazione del genere quando fino a qualche tempo fa l'amministratore unico ci aveva detto che questo non era un problema all'ordine del giorno. Sempre rimanendo in ambito in trasporto pubblico per asciugare al massimo le domande, si sta predisponendo la gara europea, gara europea che, Pag. 25se non verrà esplicitata, potrebbe comportare una serie di sanzioni pesanti?
  Abbiamo sentito dire che rispetto al trasporto pubblico di periferia c'è la possibilità di esternalizzare tutta una serie di altri chilometri, ma forse abbiamo capito male, oggi siamo a 30 milioni di chilometri; quello che fa ATAC, al di là di quello che dice il contratto di servizio, sta intorno ai 90 milioni di chilometri, si è parlato della possibilità di aprire a più operatori, mi permetto di segnalare che questa strada è già stata tentata in passato e non ha dato risultati eccezionali, questo non vuol dire che si debba ripetere la stessa storia, però richiede un minimo di riflessione.
  Trasporto elettrico. Avete parlato della linea ferma per le famose tangenti, esiste un'altra linea, come avete ricordato, che è la linea del 90, lì basterebbe operare sulle batterie che non sono state ricomprate, ad oggi l'efficienza di quella linea è al 50 per cento, in quanto risultano 11-12 mezzi in grado di muoversi fruendo della trazione elettrica, esiste una potenziale forza mezzi superiore, forse con un esborso minimo si potrebbe intervenire.
  Ad oggi, sempre rimanendo in ambito trasporto pubblico, ci viene detto (ma su questo cerchiamo conferma da voi) che sarebbero 1.000 gli autobus che a fine giornata sono in grado di muoversi sulla città, a fronte di una forza necessaria di circa 1300-1400 mezzi, essendo in vigore l'orario estivo abbiamo la possibilità di coprire questo tipo di situazione, ma immagino che a partire da settembre avremo una situazione completamente diversa. Come intendete sopperire a questa carenza che rischia di diventare sempre più grave?
  Avete fatto un passaggio importante sulla metro B1, altra infrastruttura che riguarda la periferia: se ho capito bene, proponete un prolungamento della linea metropolitana B1 verso Bufalotta con un sistema leggero, ovvero con un sistema a trazione di superficie, ma su questo mi avete quindi già risposto.

  FABIO RAMPELLI. Mi auguro che ci possa essere una prosecuzione, altrimenti c'è una sorta di squilibrio nella domanda e nell'offerta. Penso sia indispensabile se vogliamo approfondire le questioni che riguardano le periferie urbane e in questo caso la periferia romana avere il tempo necessario per interloquire con la signora sindaco e con la sua Giunta.
  L'impressione, soprattutto in base al titolo di questa audizione da tempo rincorsa, è che, mentre a Roma si discute, Sagunto brucia, e mai metafora fu più significativa, visto che l'argomento è proprio quello delle periferie che stanno letteralmente, non metaforicamente bruciando.
  Prima di addentrarmi negli argomenti trattati anche dai colleghi che mi hanno preceduto, vorrei, se fosse possibile, fare un focus sull'attuale situazione di emergenza che c'è nelle zone limitrofe ai campi nomadi in un'estate torrida come quella che si sta manifestando in queste settimane, con zone della città dove i cittadini residenti non hanno l'aria condizionata e quando fa caldo aprono le finestre, e devono decidere se morire soffocati dal caldo o morire soffocati dai fumi tossici che penetrano nelle loro abitazioni. Questo è un fenomeno di cui ci siamo occupati per quota parte, perché non abbiamo competenze specifiche come parlamentari della Repubblica italiana, possiamo farlo prendendo spontaneamente l'iniziativa, partecipando all'assemblea ove invitati, prendendo impegni ad ascoltare, a capire, a verificare, a fare sopralluoghi, a interfacciarci con le istituzioni competenti, non solo quindi l'amministrazione comunale, ma anche le altre, questura e prefettura in testa.
  Esistono variegate competenze sui campi nomadi. Penso che la risposta che fin qui è stata data (oggi non è stata sottolineata e rilanciata, ma l'abbiamo potuta leggere sui giornali e quindi ce ne è rimasta viva memoria) di procedere gradualmente all'eliminazione dei campi nomadi attraverso l'assegnazione di case (vedremo se accadrà), con la scusa che l'Europa ci darebbe dei fondi per consentire questa discriminazione nei confronti dei cittadini italiani che sono economicamente talvolta nelle stesse condizioni, talvolta peggio dei nomadi, ma non hanno evidentemente questa possibilità di accedere all'assegnazione diretta Pag. 26 delle abitazioni, sia un discorso che ci porterebbe lontano, per quanto i campi nomadi siano interconnessi con le periferie e destinati comunque a determinare la qualità della vita della periferia stessa. C'è certamente un problema culturale, ma guardiamo il problema operativo e concreto, come vorrebbero e come ci chiedono i cittadini. Perché ci sono i roghi tossici? Come è stato detto da qualche collega, sono frutto di un'attività illecita fatta dai nomadi che rubano tutto quello che c'è da rubare in termini di cavi elettrici, e per poter depurare la gomma dal rame e poter vendere sul mercato nero il rame sviluppano questi incendi. Il problema però è più complesso, perché a questa attività totalmente illecita si è aggiunta di recente un'attività altrettanto illecita che compiono non soltanto i nomadi, ma anche i cittadini italiani, che conferiscono rifiuti straordinari e talvolta tossici, a cominciare dall'amianto per arrivare ai frigoriferi, alle lavatrici, a tutto ciò di cui ci si debba liberare a prezzi modici rispetto alle tariffe e alle procedure imposte dal Comune di Roma. C'è questa sorta di combinato disposto o anche di comodità, non deve necessariamente attenere alla questione se convenga chiamare l'AMA o i nomadi, cosa che capita e non soltanto a Roma, sindaco, visto che mi ha guardato perplessa e sorridente io le restituisco il sorriso, perché in tutta Italia accade esattamente questo.
  Ho fatto un question time in diretta televisiva mercoledì scorso e ho citato l'esempio di una località in provincia di Napoli dove sono stati bruciati 700 frigoriferi con denunce fatte precedentemente dai comitati nei mesi trascorsi, che sono state evidentemente ignorate, perché per arrivare a 700 frigoriferi qualcuno si dovrà pure accorgere come ci siamo accorti noi, il presidente in testa e tutta la Commissione, quando ci siamo recati in località La Rustica e abbiamo trovato un immobile occupato in maniera abusiva, circondato da montagne di rifiuti, una città nella città, di cui le persone che erano con noi (non faccio nomi e cognomi e non cito neanche le autorità preposte presenti) ignoravano l'esistenza. Cosa si può fare per passare dai massimi sistemi alla quotidiana efficienza? Quei rifiuti da lì vanno tolti subito, questa è una competenza del sindaco, non è una competenza della questura, della prefettura, del Governo nazionale, del capo del Governo, dei parlamentari, è una competenza del sindaco. Si può gentilmente dire all'AMA che deve sgomberare tutti i rifiuti presenti nei campi nomadi in tempo reale, eventualmente accompagnandoli, qualora non conoscessero la strada? Perché se ci sono rifiuti accumulati, ci saranno dei roghi tossici, e non si può inventare scusa che tenga, ossia c'è la distrazione, manca la prevenzione, le forze dell'ordine non intervengono. Basterebbe questo: si può gentilmente chiamare, se non il Servizio giardini che temo sia stato praticamente smantellato (era ovviamente ironico), le cooperative che si occupano di sfalciare l'erba, per evitare che questi roghi si diffondano trovando sterpaglia alta più di un metro, e il fenomeno da quello del fumo tossico e quindi del fastidio per le vie respiratorie non diventi quello dell'inquinamento del terreno, delle coltivazioni, forse anche delle falde? La Terra dei fuochi di cui si parlava non è in questo caso una metafora, c'è una Terra dei fuochi su cui sta indagando la Procura della Repubblica anche a Roma, ed è una Terra dei fuochi paradossalmente più inquietante di quella campana, perché è diffusa a macchia di leopardo e non salva nessuno, in ogni angolo della capitale esiste nella periferia urbana il tema di cui stiamo discutendo. Anche questa è una competenza comunale, non regionale, né nazionale, né internazionale, non attiene alle competenze dell'ONU, attiene al Servizio giardini e a chi ha sostituito il servizio di manutenzione del verde, all'AMA. Se vogliamo andare incontro alle esigenze drammatiche dei cittadini della periferia romana in queste ore, da qui al mese di agosto (purtroppo come al solito si lavora in emergenza come se non fosse prevedibile), penso che si debba fare questa azione.
  Mi rendo conto di aver consumato molto tempo, ma vorrei aggiungere qualcosa, in particolare da un punto di vista della gestione del territorio, quindi esulando la materia dei roghi, finestra che ho dovuto Pag. 27aprire perché ce lo chiede la gente e non possiamo trincerarci nei nostri discorsi quasi di natura elettoralistica, altrimenti facciamo un altro dibattito, mentre la campagna elettorale è finita un anno fa e penso che sia fuori tempo massimo, e nella gestione del territorio ci sono altri episodi. Non voglio criticare, sindaco e assessori, il vostro operato, perché sappiamo tutti che Roma è una città estremamente complessa, che siete arrivati un anno fa, che è necessario fare tutto quello che serve per prendere confidenza con la città (speriamo che vi sbrighiate) e poi magari saranno altrettanto complicati gli interventi, però qui ci dovete dire come intendete non fare le petizioni di principio, ma, se c'è un problema, quali sono le risorse, quali sono non gli obiettivi che sono sempre abbastanza fumosi, ma i risultati che intendete raggiungere e quando. Questo lo dovete fare, perché altrimenti comincio io un convegno di urbanistica applicata adesso e finiamo tra una settimana. La campagna elettorale è finita, quindi come, quando e perché, ci sono i toponimi, sono attivati, perché non avete approvato le delibere? Ci sono le opere a scomputo, esistono da non so quanto tempo, ci sono i soldi in pancia, perché non avete approvato le delibere e non avete rimesso in moto l'economia della città? Non lo volete fare? Benissimo, quali sono i processi sostitutivi per urbanizzare, per portare i servizi?
  Chiedo scusa, ma, siccome abbiamo ascoltato molto con grande attenzione e molto altro penso che ascolteremo quando parleranno gli altri assessori, tutto molto interessante, ovviamente sono molto rispettoso del ruolo del presidente della Commissione e spero che lo siano tutti, quindi deciderà lui quando e come, ma sono pronto a venire qui anche altre volte per ascoltare, mi farebbe particolarmente piacere, però, se non c'è il tempo, non bisogna fare melina, come si dice in gergo calcistico, ma bisogna dire dove, come, con quali risorse e quando.
  Questo è il compito, se vogliamo parlare di periferie, di questa Commissione. Se invece si fanno programmi elettorali fuori tempo massimo...

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Direi che questo non è accettabile... Noi non siamo venuti qui...

  PRESIDENTE. Mi pare che il collega non mi sembra aver offeso, ha espresso un'opinione politica a cui potrà replicare successivamente.

  FABIO RAMPELLI. Mi scusi, qual è l'insulto? Sono veramente curioso di saperlo. Non so se devo chiedere autorizzazione a lei per esprimere le mie opinioni, non ho insultato nessuno, non ho fatto accuse sconvenienti, esprimo le mie opinioni, sono libero di farlo, ci mancherebbe! Se a lei dà fastidio, è lei l'ospite qua, sia chiaro!

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Sono lombarda e quindi non entro nel merito della questione Roma, anche se ovviamente come cittadina italiana mi sta particolarmente a cuore la nostra capitale, ho fatto anche il sindaco per 13 anni e conosco la complessità di gestire una situazione così difficile come nelle varie audizioni fatte ho colto essere Roma, perché è fuori dal mondo per quanto mi riguarda sentir dire che c'è gente che deve prendere l'acqua delle fontanelle e non ci sono le opere di urbanizzazione.
  Tutto questo ragionamento mi porta a fare delle domande che si intrecciano sulla gestione delle città. Non a caso il bando periferie si è rivolto alle Città metropolitane, riconoscendone la complessità La questione si intreccia con la riforma della legge 56 sulla gestione delle Città metropolitane e quando parliamo di partecipazione dei cittadini, di controllo, è abbastanza assurdo (lo dico da ex sindaco) domandarsi chi ha controllato e chi ha dato le concessioni edilizie, perché è da anni che i sindaci o gli assessori non firmano una concessione edilizia, non partecipano, quindi c'è il problema della difficoltà di gestire una città così grande e così complessa. Come sindaca della Città metropolitana avete messo le problematiche sulle periferie, quindi sicurezza, casa, l'abitare, case popolari ma non solo, capacità di analizzare sistemi complessi Pag. 28 e dare risposte multilivello, nel Piano strategico Città metropolitana e pensate di andare oltre i confini di Roma? Certamente Roma è particolare, però gli altri comuni hanno comunque relazioni con la città di Roma e oltretutto dentro la sua responsabilità come sindaca della Città metropolitana.
  La seconda questione vale anche per Milano che ha fatto uno Statuto Città metropolitana dove parla di elezione diretta del sindaco metropolitano e mi pare anche a Roma (mi piacerebbe saperlo) e in qualsiasi caso i municipi credo debbano diventare dei comuni, con autonomie forti e con risorse per avere soggetti eletti che facciano da front office ai cittadini, ma anche un sistema di controllo e di definizione di politiche coerenti, perché in una città come questa ci sono quartieri che hanno storie diverse, hanno vocazioni diverse, hanno bisogni diversi, quindi richiedono governi diversi. Mi piacerebbe molto capire, a distanza di un anno dal vostro insediamento, cosa state pensando su questo dal punto di vista istituzionale.
  Ritiene infine che la legge Roma Capitale sia sufficiente o c'è bisogno di altro? Questo è importante perché abbiamo approvato la settimana scorsa mozioni in Assemblea che in parte sono state condivise da tutte le forze politiche e al centro c'era di mettere mano alla legge 56 nel più breve tempo possibile, quindi Città metropolitane e strumenti per poter governare la complessità che oggi le amministrazioni locali devono affrontare.

  ROBERTO MORASSUT. Sui piani di zona giustamente questa Commissione, che se ne è occupata, ha convocato tanti comitati, abbiamo inviato pareri alla magistratura, ma, dato che lì credo che ci sia un problema di coordinamento di tante procedure diverse, perché ci sono urbanizzazioni e convenzioni non rispettate, perché non chiedete al Governo di darvi poteri di commissario straordinario? Il Governo può dare a lei, sindaca, il potere di essere commissario straordinario: ho fatto questa proposta non perché lo faccia un'altra persona, ma perché lo faccia la sindaca che ha poteri generali di coordinamento di questa materia insieme al Governo, perché altrimenti non se ne esce perché è una vicenda tentacolare. È un suggerimento che mi sento di dare, visto che il Parlamento ha approvato un ordine del giorno e credo possa essere utile come proposta operativa.

  PRESIDENTE. Do la parola al sindaco Raggi per la replica. Non so se gli assessori vogliono integrare.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Direi di sì. Grazie, le domande sono molte e complesse, alcune a mio avviso esulano ampiamente dal tema della Commissione che, per quanto vasto, ha a che vedere con le periferie. Oggi abbiamo portato gli assessori che pensavamo maggiormente competenti, quindi probabilmente oggi non toccheremo tutti i temi perché alcuni assessori non sono presenti, però è evidente che io e la mia Giunta faremo del nostro meglio, se poi serviranno ulteriori approfondimenti, li manderemo senza problemi. C'è da dire una cosa: innanzitutto non credo (ve lo dico con il cuore) che abbiamo fatto qui una illustrazione fumosa o sui massimi sistemi o abbiamo fatto melina, siamo venuti qui a fare una presentazione discorsiva di quelli che sono gli interventi che al momento sono riassunti in questi tre fascicoli, in tre faldoni: sono molto, molto complessi e danno risposte a una prima tranche di 13 domande che ci era stata fornita. Questo per dirvi che non veniamo qui a perdere tempo, né a farlo perdere a voi, questo che sia chiaro. Durante il corso dell'esposizione ci avete detto di interromperci per fare ulteriori domande che non erano comprese all'interno di queste 13, il presidente ha chiaramente ammesso queste domande e noi rispondiamo, ma che sia chiaro: siamo qui per rispondere, non stiamo perdendo tempo e pretendiamo che questo ci venga riconosciuto.
  Parlate di molti temi, sui temi specifici interverranno gli assessori, però qualcosa va detta. La legge di Roma Capitale è sufficiente? No, non lo è, non lo è (le dico un dato che secondo me è indicativo) perché Roma Capitale ha circa 2.900.000 residenti, Pag. 29 che pagano le tasse, diciamo tutti o in parte, ammettiamo anche tutti, pagano le tasse per una città che deve di fatto erogare servizi se va bene a 4/4,5 milioni di cittadini. Rivolgo a voi questa domanda: secondo voi 3 milioni di cittadini possono pagare servizi per 4,5 milioni? Questa è la domanda da cui nasce tutto perché, se per voi è sufficiente, è evidente che la legge 56 resta valida, noi in un anno di lavoro abbiamo cercato con l'assessore al bilancio di fare economie, di tagliare gli sprechi, e continueremo perché ancora qualcosa c'è da tagliare, ma – attenzione – senza tagliare i servizi, perché una delle prime cose che abbiamo fatto è stata dare più fondi alle politiche sociali, che tendenzialmente venivano sempre relegate in fondo, quindi sempre senza tagliare servizi, però spremere più di così (tra l'altro, abbiamo una tassazione ai massimi livelli grazie al debito, grazie alla gestione commissariale) non si può fare. Allora, forse è il caso di guardarsi tutti negli occhi e di dire che la legge 56 per Roma non va bene, perché Roma è la capitale, a Roma ci sono i ministeri, a Roma ci sono le manifestazioni, a Roma c'è il turismo, a Roma c'è tutto. Il grado di usura delle strade, che richiede investimenti straordinari almeno per 50 milioni di euro l'anno per i prossimi dieci anni per rifare in via straordinaria tutte le strade, Roma non ce li ha, ma non ce li ha perché materialmente, anche se avessimo un indebitamento pari a zero, sarebbe difficile destinare 50 milioni di euro solamente agli investimenti sulla manutenzione stradale, senza andare a intaccare altri fondi per altri investimenti che pure sono fondamentali, sia perché invece noi partiamo da una situazione di meno 13 miliardi, a cui contribuiamo, come sappiamo tutti, con 500 milioni di euro l'anno, in parte noi, in parte tutti gli italiani, e lo stiamo facendo ogni giorno.
  Chiaramente per noi quello è un dato di partenza. Quando si dice «bonifiche subito», io la ringrazio perché io la bonifica la faccio anche oggi, purtroppo qualcosa che probabilmente non tutti sanno è che le bonifiche straordinarie non rientrano nel contratto di servizio che Roma Capitale ha stipulato nel corso degli anni con AMA, che è la nostra azienda municipalizzata di rifiuti. Ovviamente stiamo intervenendo sul contratto per modificare il perimetro dei servizi, ma cosa significa questo? Che attualmente le bonifiche straordinarie, quindi quelle che si richiedono al di fuori del contratto, sono servizi extra TARI, il che significa che costano di più. Peraltro il prelievo dei rifiuti e dei rifiuti combusti costa ancora di più. Se quindi parto da una situazione patrimoniale, economica e finanziaria di deficit, la bonifica la faccio anche domani o la ordino domani, ma AMA mi dice: «se non mi paghi, io non ci vado», e siccome per anni abbiamo pagato 30 milioni di euro l'anno ai campi rom, oggi non mi trovo nelle tasche un po’ di soldi che magari per le bonifiche immediate sarebbero stati utili.
  Allora, quando mi si viene a dire che l'Europa discrimina gli italiani perché decide di destinare fondi al superamento dei campi rom (mi scusi, faccio un po’ di politica, perché ho notato che le domande non erano secche, quindi mi consenta anche di dare una spiegazione un pochino più articolata)...

  PRESIDENTE. Tra sindaco e deputato credo che il ruolo comprenda anche che si possa parlare di politica.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Ma non c'è dubbio, però pensavo che questa Commissione avesse più un ruolo tecnico, cosa sulla quale eravamo un po’ più tagliati. Non intendo entrare in polemica politica, perché non mi interessa e non interessa agli italiani che chiedono al Parlamento un ruolo costante di guida e di legiferazione sulle materie della vita quotidiana.
  Quando mi si viene a dire che l'Europa discrimina gli italiani perché destina un certo numero di risorse, in questo caso i fondi europei, al superamento dei campi rom, mi chiedo: ma chi è che ha discriminato gli italiani quando per dieci e passa anni Roma Capitale ha destinato 30 milioni al mantenimento dei campi rom, sottraendoli ai servizi che potevano essere usufruiti Pag. 30da tutti i cittadini, l'Europa o l'hanno fatto le amministrazioni precedenti? La mia risposta è che lo ha fatto esattamente l'amministrazione capitolina negli anni precedenti.
  Adesso poi gliela dirò la datazione, ma da quant'è che ci sono i campi rom, me lo dica.

  PRESIDENTE. Collega Morassut, lasciamo concludere il sindaco.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. A me non sembra che da quando sono stati costituiti i campi rom ci sia stata una volontà di superarli, ma i soldi sono sempre stati dati, quindi se oggi a me mancano dei soldi nelle tasche, è perché forse quei soldi sono stati spesi male.
  Quando l'onorevole Miccoli dice che Roma negli anni ’90 e 2000 cresceva a dismisura, aveva una buona crescita economica (ha ragione non ha detto «a dismisura», però aveva una buona crescita economica in controtendenza), le posso dire che anche negli anni ’60, quando ci fu l'esproprio per le Olimpiadi, Roma crebbe, però quel miliardo di espropri noi ce l'abbiamo in gestione commissariale e lo stiamo pagando oggi.
  Allora, mi lasci parlare, perché le vostre considerazioni valgono tanto quanto le nostre...

  PRESIDENTE. Chiederei ai deputati di lasciare intervenire il sindaco, perché in modo rispettoso ha lasciato... Onorevole Miccoli, non è un dialogo, bisogna far intervenire il sindaco.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Io posso anche dire una cosa: questa amministrazione poteva anche scegliere, come altre amministrazioni in generale hanno deciso di fare, di creare ulteriore debito e finanziare opere a dismisura, per far vedere che a Roma c'è gente che piccona, c'è gente che scava, ci sono le escavatrici che lavorano, per far vedere che tutto gira e scaricare tutto sulle generazioni future. Siccome noi siamo le generazioni future che stanno pagando i debiti del passato, sinceramente ci siamo guardati allo specchio e non ce la siamo sentita. Allora tutto quello che può portare ricchezza a Roma con i fondi esistenti, con i fondi privati viene fatto e viene accolto a braccia aperte. Esempio ne è la Formula E, abbiamo trovato una fantastica sinergia con la FEO, con Eur, con altri soggetti, per riuscire a realizzare questo evento praticamente a costo zero per l'amministrazione che mette a disposizione i servizi, con investimenti privati che addirittura hanno una ricaduta positiva sul territorio (vedi il rifacimento delle strade, vedi l'installazione delle colonnine elettriche, vedi l'aumento del Wi-Fi all'interno dell'area interessata).
  Questi sono eventi che portano indotto, perché poi c'è anche un indotto notevole, e questi sono gli eventi sui quali vogliamo puntare, non su eventi che creano ulteriore debito per la città ospitante, si veda le Olimpiadi, ma questo non lo dice Virginia Raggi che è del Movimento 5 Stelle, lo hanno detto anche altre città che si sono ritirate dalla candidatura, o allora siamo tutti vittime di un'allucinazione oppure, anche andando a vedere i risultati di Londra e i risultati più recenti di Rio, forse qualcosa è sfuggito dal controllo, ma basta vedere in casa nostra a Torino, dove ci sono tantissime opere che sono costate e adesso stanno ricadendo sulle amministrazioni presenti.
  Ricordiamoci sempre quando diciamo: «quando li fate gli interventi?» che, se voi ci date i fondi necessari, noi iniziamo a fare gli interventi, ma se partiamo da meno 13 miliardi e un debito strutturale di 1,2 miliardi, probabilmente il «quando» deve essere leggermente elastico, perché dobbiamo capire le priorità.
  L'assessore all'urbanistica ha deciso di intervenire su alcuni dossier che stavano in scadenza, sicuramente la questione stadio che abbiamo cercato di accelerare il più possibile e adesso la palla è passata in campo della regione e abbiamo di nuovo la Conferenza dei servizi, sicuramente ci sono altri dossier importanti che abbiamo ereditato e che devono essere chiusi, perché vengono da 12 anni (mi riferisco ai mercati generali, a piazza dei Navigatori, alla Fiera Pag. 31di Roma, ma anche a tantissimi di questi dossier importanti), abbiamo il tema dei Piani di zona che è urgente, perché c'è gente che è sfrattata, che viene sgomberata, quindi dobbiamo quantomeno tamponare quella che è una evidente (è un po’ difficile parlare con questo chiacchiericcio, presidente)...

  PRESIDENTE. Chiedo di rispettare l'intervento del sindaco, poi se qualcuno vorrà replicare ulteriormente potrà farlo.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Mi rendo conto che sto dicendo cose scomode. Nel momento in cui c'è gente che perde casa perché viene sgomberata, perché l'amministrazione non ha controllato negli anni il rispetto delle norme, ci siamo allarmati e abbiamo detto che, dovendo scegliere prioritariamente su cosa intervenire, saremmo andati sulle emergenze, e questa per noi è un'emergenza.
  Attenzione: non che le zone O, gli articoli 11 e i toponimi non lo siano, però la giornata è fatta di ventiquattro ore anche per noi, quindi dobbiamo cercare di fare le cose secondo le priorità. Tra l'altro, il nuovo assessore è entrato da 4-5 mesi, per cui abbiamo una scala di programmazione degli interventi, però direi che in cinque mesi abbiamo già iniziato a mettere le mani su una serie di dossier scottanti.
  Roghi tossici e Terra dei fuochi è un tema importante che purtroppo non riguarda solo la zona di Roma e l'area metropolitana di Roma, dico purtroppo perché, come sicuramente vedrete dai giornali dai quali mi sembra che attingete a piene mani per le vostre informazioni, l'Italia è attualmente di nuovo, come quasi ogni estate, in una situazione di gravissimo rischio incendi, abbiamo incendi a Messina, ci sono incendi ovunque. Abbiamo avuto giusto ieri un incontro in prefettura con il prefetto, con i vigili del fuoco, con tutte le forze dell'ordine, con la regione e tutti gli altri soggetti interessati per capire come intervenire. Innanzitutto è vero che Roma capitale si deve curare del suo verde, non c'è dubbio, è nostra competenza, purtroppo abbiamo trovato un Servizio giardini, come ha riconosciuto l'onorevole Rampelli, smantellato, perché con 180 persone operative, che sono scese a 175, per gestire e curare 44 milioni di metri quadri di verde, non so con quale coraggio si possa ipotizzare che riescano a fare tutto e a tenere il prato all'inglese, peraltro con una situazione di gravissima carenza di mezzi perché i magazzini erano vuoti, non era mai stato gestito l'inventario di cosa c'è, cosa esce, chi lo prende e quando lo riporta, quindi magazzini evidentemente aperti, e con un attacco, perché nell'arco di meno di un mese abbiamo subìto 8 o 9 danneggiamenti a mezzi anche grossi, che sostanzialmente ci ha paralizzato. Tutto questo in primavera, quando si sa che l'erba ricomincia a crescere e quindi è necessario tagliarla. Moltissimi dei nostri consiglieri anche municipali ogni sabato e/o ogni domenica vanno in giro per la città a sfalciare, per riuscire ad aiutare e a supportare, lo fanno anche molti cittadini (lo devo ammettere) per supportare l'amministrazione che in primavera è stata falcidiata, quindi già avevamo 160 risorse, in più ci hanno tolto pure mezzi, a meno di non portare le forbici da casa era evidente che avevamo una grossissima crisi.
  Devo dire che a questo si aggiunge una politica nazionale (permettetemi di dire) un po'inadatta e inadeguata dal punto di vista del turnover, perché, se quando mandiamo in pensione le persone non le possiamo sostituire se non all'x per cento di chi va in pensione, è evidente che di fatto stiamo impoverendo un'amministrazione. Considerate che nel famoso concorsone del 2010 bandito da Alemanno la categoria dei giardinieri non era considerata, non era prevista, non era inclusa, e per una città come Roma che è il comune verde più grande d'Europa questo è un insulto, perché vuol dire che il verde deve continuare a essere gestito mediante appalti esterni, che purtroppo Mafia Capitale, se e quando sarà accertata, ci ha insegnato comunque che non venivano gestiti mediante appalti regolari, ma mediante commesse date tramite affidamento diretto alle solite cooperative. Allora, quello evidentemente era un disegno specifico per evitare di appesantire Pag. 32– mettiamola così – il Servizio giardini e, probabilmente, portare il lavoro fuori. Siccome Roma offre quest'immensità di verde, a nostro avviso il Servizio giardini di Roma deve essere potenziato. Siamo riusciti a trovare 30 giardinieri dal collocamento, l'Oref ci ha appena dato parere positivo per la loro assunzione. Certo, che cosa sono 160 più 30? Niente, ma è qualcosa. Nel frattempo, li stiamo gestendo con appalti esterni da 9 milioni di euro, che – scusatemi, lo sapete, perché il codice degli appalti l'avete scritto voi, non noi – purtroppo durano qualche mese. Quando ci siamo insediati abbiamo cercato i soldi. Sapete che prima di bandire un appalto quanto meno bisogna cercare i soldi, perché non posso affidare il servizio che costerà x, non si può fare. Abbiamo cercato i soldi, abbiamo bandito le gare e abbiamo adesso due appalti per il verde orizzontale e il verde verticale da 9 milioni di euro in tutto. In più, abbiamo messo a gara ed è stata aggiudicata la manutenzione di almeno 80.000 alberature (ne abbiamo 330.000) per la verifica della stabilità. Stiamo facendo il massimo con l'assenza di risorse che abbiamo e con l'assenza di personale che purtroppo abbiamo ereditato.
  Se a livello parlamentare si volesse aiutare le amministrazioni locali, si potrebbe ipotizzare per esempio una rivisitazione della normativa sulle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Ci stiamo sbrigando ad assumere il più possibile i vincitori del «concorsone», che vanno peraltro a sopperire a carenze strutturali dell'amministrazione, come per esempio quelle nel dipartimento urbanistica. Abbiamo situazioni di «incaglio» – permettetemi il termine atecnico, perché qui non siamo in ambito economico – dovute all'assenza di personale, e quindi tramite i tecnici stiamo andando a rinforzare quei comparti, perché siamo riusciti a trovare qualche tecnico nel concorsone. Se ci sbloccate le procedure di assunzione e di turnover, probabilmente riusciremo a fare meglio, meglio e di più, e a rispondere ai bisogni di una città che è stata impantanata per anni.
  Ancora, il tema dei migranti è fondamentale. Come sapete, però, non è un tema del comune. Non è un tema di livello comunale. Poi lo affrontiamo, ma per quanto – vedo – i migranti facciano parte delle vostre competenze, è evidente che non possiamo essere gli interlocutori unici di questo problema. Quello dei migranti è un problema nazionale. Peraltro, visto che anche noi ci informiamo sui giornali, abbiamo appena visto che sostanzialmente alcuni politici hanno raccontato di come nel corso degli anni precedenti sia stato detto all'Europa «non vi preoccupate, facciamo che tutte le persone che vengono recuperate in mare le portate in Italia e le gestiamo noi». Oggi, quella politica scellerata ci sta portando in Italia persone che non siamo in grado di gestire con tempestività. Non dico che non siamo in grado di gestirle in assoluto, ma con tempestività: le commissioni che devono esaminare i migranti, invece di metterci due o tre mesi, come dovrebbe essere, ci mettono anni, quindi abbiamo sul nostro territorio la presenza di individui, peraltro talvolta neanche identificati, estremamente elevata. Che cosa devono fare i sindaci? I sindaci in qualche modo devono aiutare quantomeno le persone più fragili a trovare una collocazione. Da gennaio ho chiesto al prefetto Morcone, sulla base di dati ufficiali che mi sono stati forniti dalle prefetture, di bloccare le quote su Roma. Se parliamo di quote e non di persone, non ci rendiamo conto che, mentre la quota a livello ufficiale probabilmente è ancora più bassa del previsto, nel frattempo però il numero di persone, che in teoria non rientrano nella quota di Roma (rientrano nella quota di altre città, ma vengono a Roma) esiste, e dobbiamo farci carico anche di quelle persone. Non perché non hanno il cartellino in testa di quota non sono persone. Sono persone eccome!
  Che cosa chiedo e che cosa chiede quest'amministrazione, soprattutto, o meglio ancora di più alla luce del traffico messo in luce dall'inchiesta, del traffico che veniva fatto sui migranti, che rendono più della droga? Così è stato detto. Abbiamo detto «non vogliamo replicare quel modello». La legge ci dà la possibilità di chiedere fondi al ministero, ma ci dice che i fondi devono Pag. 33essere gestiti in maniera regolare, quindi con il codice degli appalti, che avete emanato voi e avete, peraltro, modificato con un correttivo quest'anno, che ci ha imposto lo stop e il rallentamento di alcune procedure per riadeguarle alle nuove norme, quindi con allungamento dei tempi. Fatecele gestire come chiede la legge e con i fondi esistenti. Se poi l'Europa ci volesse dare anche di più, chiaramente non ci tireremo indietro, è evidente. Per fare le cose regolari, vanno fatte bene. Se continuiamo a immettere persone su Roma, non è facile. Abbiamo fatto dei bandi, mi sembra, per il reperimento di immobili: alcuni sono andati deserti. Dove le mettiamo, queste persone? Anche noi siamo assolutamente contrari agli assembramenti spontanei, come ora abbiamo a Tiburtina, ma per evitarlo dobbiamo dare un luogo alternativo. Attenzione, però, il tema dei migranti, sul quale io e la nostra amministrazione siamo particolarmente attenti, o lo affrontiamo a livello nazionale e a livello europeo, o tutte le misure che potranno mettere in campo i sindaci con estrema difficoltà non serviranno. Anche reperire immobili per i migranti non è facile, perché i privati non te li danno, gli immobili. Attenzione, non basta schioccare le dita, «datemi gli immobili», e si trovano. I privati non te li danno nella realtà dei fatti, quando si esce dal Parlamento e si va a vedere come funziona la città realmente. O l'Europa e l'Italia, quindi il Governo, ci aiutano, o questa situazione la risolviamo con estrema difficoltà.
  Ancora, sui roghi tossici abbiamo fatto un tavolo in prefettura con tutti questi soggetti per capire – eravamo partiti da lì e poi sono passata a parlare del verde – come potessimo prevenire. Innanzitutto, all'interno di Roma esistono aree verdi molto estese, dal parco del Pineto, che è centrale, al parco dell'Appia Antica, a zone più periferiche, come il parco di Veio, il parco dell'Insugherata, che non sono di competenza – udite udite – del comune di Roma, ma della regione e dei vari enti, RomaNatura o altro, che devono provvedere alla loro gestione. Paradossalmente, lì non posso neanche andare a tagliare un filo d'erba, perché non è mia competenza. Allora, o ci mettiamo tutti congiuntamente a fare il nostro lavoro o non se ne esce. Questo ho chiesto. Ho chiesto a tutti di fare il loro lavoro. Ho chiesto un presidio rafforzato a tutte le Forze dell'ordine per presidiare i campi rom. Mi potrà esser detto che le telecamere non sono sufficienti, non c'è dubbio, ma è un inizio. Adesso in variazione, che sarà approvata entro il 31 luglio, giusto ieri abbiamo rivisto complessivamente, e c'è una prima tranche da 500.000 euro per l'installazione di telecamere nei municipi. Dovrebbero essere circa 10-15 a municipio? Vorremmo iniziare a metterle, quantomeno all'interno dei municipi più critici, intorno alle aree dei campi rom e degli insediamenti abusivi. Stiamo intervenendo anche sugli insediamenti abusivi, ma non vi immaginate che sugli insediamenti abusivi ci possa essere una soluzione definitiva. Come dice giustamente il comandante della Polizia, loro vanno, sgomberano, magari si tolgono, queste persone vanno via da quel posto, ma – diciamoci la verità – la notte successiva si accampano in un altro luogo, perché sono persone che devono comunque dormire. Allora, o la risposta gliela danno l'Italia e l'Europa – questi insediamenti abusivi per la maggior parte delle volte sono fatti da migranti – e che sia una risposta seria, o noi, per carità, gli insediamenti abusivi li togliamo, ma poi tornano. Dobbiamo fare un discorso serio, non un discorso politico.
  Qualcuno ci viene a dire che siamo venuti a fare melina: melina niente, melina proprio niente. Noi siamo qui molto arrabbiati. Abbiamo fatto un calcolo e l'abbiamo rifatto per l'agenda Roma per capire quanto servirebbe a Roma per riuscire a rimettere in moto tutto, e parliamo di 1.800.000.000 euro l'anno di fondi extra, che non riesce a produrre Roma capitale, che ha già una tassazione al massimo. Ce li date perché siamo la capitale o non ce li date? Ci volete dare poteri speciali perché siamo la capitale o ci dobbiamo ogni volta interfacciare con 877 istituzioni? Oggi, stiamo cercando di amministrare al meglio e senza creare ulteriore debito, e senza creare ulteriore debito – oggi, qualcuno dirà «però potevi Pag. 34fare le Olimpiadi», ma i nostri figli forse ci ringrazieranno – quello che abbiamo, e che purtroppo alcune amministrazioni precedenti, che sono riuscite a fare una crescita in controtendenza, fantastico, negli anni ’90 e 2000, ci hanno scaricato sulle spalle: i debiti, ce li hanno scaricati sulle spalle.
  Desertificazione commerciale nelle periferie? È vero. Peccato che a fronte della desertificazione commerciale spuntano come funghi i grandi centri commerciali, e il comune di Roma da questo punto di vista, a meno che non ci siano dei vincoli urbanistici che lo impediscano, non può dire «no, tu lì non costruisci». Probabilmente, ci vorrebbe una politica più lungimirante a livello centrale, probabilmente: io direi questo, altrimenti non se ne esce. Se arriva il grande privato e dice che quell'area è edificabile, è commerciale, e lui ci vuole fare il centro commerciale, non ho strumenti per dire che lì non lo voglio. A livello di PRG, quel tipo di esercizio si può sostenere, e non basta la mia politica a dire «mettiamo mano e diamo fondi ai mercati rionali per farli rinascere». Per adesso, abbiamo trovato 4 milioni. Sono pochi? Sì, ma l'anno prossimo ce ne saranno altri. Quest'anno è quasi finito, sono sei mesi. Non basta questo. Purtroppo, serve una politica centrale che dica che dobbiamo iniziare a proteggere le nostre botteghe commerciali, le nostre botteghe artigiane, i nostri commercianti, i nostri piccoli negozianti: che cosa possiamo fare a livello normativo per aiutare i sindaci e magari scoraggiare un po’ le multinazionali che vengono a mettere ’sti «casermoni»? Se lo fate, noi vi diamo qualche indicazione, ve la diamo, perché ne abbiamo bisogno come il pane...

  VINCENZO PISO. Scusi, ma lei pensa che i sindaci che l'hanno preceduta...

  PRESIDENTE. Onorevole Piso, intervenite dopo. Non è mai accaduto che abbiamo interrotto un ospite della Commissione!

  MARCO MICCOLI. Ci fa solo lezioni!

  PRESIDENTE. Onorevole Miccoli, poi interverrà!

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Questo per quanto riguarda una premessa di ordine generale. Se poi vogliamo parlare di rifiuti – lo avete chiesto in più persone, quindi immagino che la risposta possa essere unica per tutti – potrà intervenire benissimo l'assessore Montanari. Quando vogliamo parlare di PRG, può intervenire benissimo l'assessore Montuori. Se vogliamo parlare di rom, può intervenire benissimo l'avvocato Montini. Se vogliamo parlare di roghi tossici, vi ho detto che c'ero io presente, quindi posso dirvi io. Per quanto riguarda Castel di Guido, in teoria non è un tema delle periferie, ma se vuole intervenire l'assessore Montanari, è liberissima di farlo. Anche la scelta su Colleferro non è un tema di questa Commissione. C'è un'idonea Commissione, la Commissione rifiuti.

  PRESIDENTE. Scusi, mi permetto, ma non è «se vogliono intervenire». Se sono state fatte domande specifiche e sono qui per rispondere, devono dare delle risposte. Non esiste «se si vuole intervenire».

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. E interverranno, ma quanto ai temi come Ama-Salaria (che cosa intendiamo fare), Colleferro e la nostra politica sui rifiuti, voi qui siete su periferie e su questo rispondiamo...

  PRESIDENTE. Onorevole Piso, finiamo l'esposizione, poi interverrà.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Non si riscaldi, perché...

  VINCENZO PISO. No, io mi riscaldo.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Allora, si riscaldi e poi si raffreddi. Guardi, qui nessuno prende in giro nessuno...

  PRESIDENTE. Non interloquisca con i deputati.

Pag. 35

  VINCENZO PISO. Non mi deve prendere in giro.

  PRESIDENTE. Onorevole Piso, per favore.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Guardi, anche Colleferro è in periferia, ma vede il punto è... Vede, non mi serve che mi spiega il perché, perché lei ha il diritto di chiedere quello che vuole. Chiaramente, qui interveniamo sul tema delle periferie. Se l'assessore Montanari vuole fare una disquisizione più ampia parlando non solo del nostro programma dei rifiuti sulle periferie, ma vuole andare un po’ più nel dettaglio sul piano industriale di Ama, può farlo, ma mi scusi – lei, giustamente, dice che deve intervenire – lei interviene, come deve, sui temi della Commissione. Il piano industriale di Ama...

  PRESIDENTE. Collega Piso, se vuole chiedere la parola sull'ordine dei lavori, lo faccia.

  VINCENZO PISO. Presidente, sono una persona notoriamente corretta, ma a fronte di un intervento che il sindaco di Roma ha incentrato su una serie di richiami, anche giustissimi, al Parlamento...

  PRESIDENTE. Sta intervenendo sull'ordine dei lavori?

  VINCENZO PISO. Sì, sto intervenendo sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Perfetto.

  VINCENZO PISO. Mi scuso per la concitazione del mio intervento, ma ribadisco che, se il sindaco, anche giustamente, ha posto l'attenzione relativamente alla città di Roma su interventi ad hoc del Parlamento...È chiaro che il problema della capitale d'Italia non può essere demandato esclusivamente sulle spalle dell'ente locale e che c'è necessità di un intervento intergovernativo se vogliamo che la capitale d'Italia diventi veramente trainante, come tutte le altre capitali europee, per il PIL e per una serie di situazioni in cui adesso non voglio entrare. Non mi si può poi, però, venire a dire che le domande che stiamo ponendo, che riguardano la città di Roma, che riguardano la periferia di questa città, sono non pertinenti. È una cosa inaccettabile, mi scusi.

  PRESIDENTE. Lasciamo concludere il sindaco e poi facciamo intervenire gli assessori.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Preciso il mio pensiero. Se siamo qui per parlare di Roma, tutto è pertinente, ma visto che questa è una Commissione sulle periferie, chiedere dettagli sul piano industriale Ama e sul piano industriale Atac purtroppo a mio avviso non è... Guardi, glielo dico molto onestamente, a mio avviso non è pertinente, ma lo deciderà il Presidente.
  È stato fatto cenno all'articolo di questa mattina, secondo il quale Atac avrebbe circa 2.000 esuberi. È intervenuta Atac stessa a smentire questa «bufala», dicendo che la notizia è destituita di ogni fondamento. È intervenuta questa mattina alle 10.30. Lo dico semplicemente per togliere uno dei temi all'attuale discussione. Se vogliamo iniziare a parlare di rifiuti un po’ più approfonditamente, visto che poi sarebbe stato l'intervento dell'assessore Montanari, se il presidente concorda, cederei la parola a lei.

  GIUSEPPINA MONTANARI, assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale. Cercherò di essere molto sintetica nelle risposte. Parto dalle prime domande che sono state poste, iniziando da una premessa. Abbiamo elaborato da subito, in circa sei mesi, un piano di gestione sostenibile dei materiali post-consumo, perché a nostro avviso è necessario rispondere anche ai problemi concreti dell'emergenza con una pianificazione che rifletta una visione della città, cioè dove vogliamo andare. Questo è il tema centrale. Credo che stia a cuore a tutti i cittadini. Dove vogliamo andare? Qualcuno di voi ha fatto riferimento a una determinata impiantistica, Pag. 36 a termovalorizzatori, a inceneritori. Non vorrei subito soffermarmi su questo argomento, ma vorrei dire che nelle premesse del nostro piano c'è una visione, che è quella dell'economia lineare: in questo secolo, dobbiamo superare un modello di economia lineare, che ha creato del valore perso. Il vecchio modello di gestione dei rifiuti creava, non dal punto di vista ambientale né sociale, ma da quello economico, del valore perso, che andava a finire appunto a Malagrotta (500 miliardi di tonnellate di rifiuti buttati lì, che forse qualcuno poi recupererà, come già stanno facendo negli Stati Uniti e in altri Paesi). Si creava valore perso con materiali anche pericolosi. Bisogna, invece, arrivare a un modello, che è quello approvato dalla nuova direttiva europea – noi siamo molto convinti di questo – che è quello dell'economia circolare. Il nostro modello, quindi, cioè la vision su cui abbiamo costruito le risposte concrete – arrivo subito alla concretezza, perché so che a Roma c'è bisogno di concretezza, ed è giusto, perché i cittadini hanno bisogno di quello – il piano che abbiamo impostato prevede tre livelli, tre profili di intervento.
  Il primo è quello di quelli che chiamiamo materiali post-consumo. Vogliamo creare l'opportunità di una nuova economia, una nuova green economy, in cui tutto il frutto del nostro consumo possa diventare oggetto di nuove attività industriali. Questa è l'ottica in cui ci muoviamo, e ci muoviamo con seri investimenti. Come primo investimento, forse anche prioritario, come ci insegna la Commissione europea, ci siamo mossi nell'ottica del rispetto rigoroso della gerarchia da essa indicata nella gestione sostenibile dei rifiuti. La Commissione europea dice che dobbiamo, al primo posto, lavorare per la riduzione della produzione di rifiuti. Il nostro piano prevede la riduzione, rispetto a 1.700.000 tonnellate, che sono i rifiuti prodotti a Roma, di 200.000 tonnellate. Come lo facciamo? Lo facciamo in modo scientifico. Già il primo dato di questi sei mesi – sono qui da sei mesi – è una riduzione del 30 per cento di produzione dei rifiuti, e il nostro piano prevede 12 azioni misurabili. Credo che in ogni contesto sia giusto anche capire se le azioni che si stanno mettendo in campo sono efficaci o meno con strumenti di misura e di calcolo degli effetti veri della nostra attività. Non vi riporto le 12 azioni che abbiamo messo in campo, ma ci sono mercati a impatto zero. Oggi, che cosa troviamo in giro per Roma? Troviamo carte e cartoni, troviamo cassette. Stiamo lavorando in modo molto serio su due aspetti: la riduzione della produzione dei rifiuti nei mercati, ad esempio attraverso l'utilizzo delle cassette ripiegabili; l'intervento in generale su una serie di azioni che ci consentano di combattere lo spreco alimentare. In alcuni mercati, soprattutto in ambito periferico, nell'VIII municipio, al quale stiamo prestando molta attenzione anche con la collaborazione dei cittadini, stiamo mettendo in campo una serie di azioni, che contribuiranno in parte – è tutto in questo piano, assolutamente valutato e misurabile – in modo percentuale alla riduzione, per arrivare alla fine alla riduzione di 200.000 tonnellate. Questo è il primo profilo.
  Il secondo profilo è quello dell'estensione della raccolta differenziata. A Roma, l'attuale raccolta differenziata è del 44,3 per cento. È una raccolta differenziata che, però, purtroppo si basa su un modello che ha presentato diverse aspetti critici. Le realizzazioni del modello di porta a porta che abbiamo trovato, in particolare a Trastevere, nell'area del ghetto, in altre zone della città, sono state non funzionanti come i porta a porta che anch'io ho realizzato in passato, cioè molto efficienti, molto capaci di raccogliere immediatamente tutto quello che viene esposto. Magari quello che viene esposto deve esserlo secondo criteri rigidissimi. Stiamo revisionando il sistema di porta a porta, lo stiamo estendendo sul VI, lo stiamo progettando per l'VIII. Soprattutto, stiamo intervenendo – questo è un altro aspetto che è stato toccato – su un problema enorme, ossia quello dell'ottimizzazione della due diligence di Ama, che abbiamo visto aveva e ha grandi inefficienze, dovute peraltro non a responsabilità dei lavoratori, ma a responsabilità di un sistema logistico e organizzativo che non risponde a esigenze di efficienza. Ci sono, Pag. 37ad esempio, operatori che per andare nel luogo di lavoro, per portare nel luogo strumenti e mezzi per ottenere determinati risultati, devono perdere due ore ad andare e due ore a tornare. Stiamo studiando un sistema, lo stiamo mettendo in pratica, di cosiddette Ama di municipio, che sono la risposta perché l'efficacia degli interventi sia immediata. Roma ha 8.600 chilometri di strade, a fronte di Milano che ne ha 1.700. Potete immaginare cosa significhi organizzare il servizio di raccolta per 8.600 chilometri di strade. Stiamo efficientando in modo molto serio, molto attento questo sistema con una riorganizzazione completa del modello di raccolta di Ama.
  Naturalmente, ci sono altri aspetti molto importanti. Stiamo intervenendo sulle utenze non domestiche, soprattutto in viale Marconi, quindi con circa 2.000 utenze commerciali. Abbiamo fatto un accordo con Comieco per la raccolta di tutti i cartoni. Questo progetto, peraltro partecipato, è già oggetto – lo dico semplicemente perché ve lo potete andare anche a leggere – di una reportistica scientifica, che valuta tra l'altro oggettivamente e molto positivamente quest'esperienza che abbiamo avviato in questi mesi di raccolta della differenziata porta a porta per le utenze non domestiche. Il risultato è stato del 16 per cento di incremento di raccolta.
  Certamente, estendere tutto questo alla città è un impegno molto gravoso, significativo, ma lo stiamo facendo soprattutto in quest'ottica delle Ama di municipio.
  Accanto a queste azioni vogliamo mettere in campo, però, altre azioni. Abbiamo trovato, ad esempio, un porta a porta che doveva rispondere alle necessità di tipologie abitative enormi, per cui abbiamo deciso di trovare la soluzione di un porta a porta dedicato: anziché migliaia di cassonetti e bidoncini piccoli fuori da questi condomini, abbiamo deciso di istituire le domus ecologiche, spazi riservati ai condomìni, dove è possibile anche applicare la tariffazione puntuale per i cittadini. Questo è molto importante, perché con la tariffazione puntuale i cittadini pagano per quello che producono, e quindi sono anche più invogliati a ridurre la produzione di rifiuti.
  Oltre alle domus ecologiche, stiamo realizzando, in sei mesi – io vengo da altre amministrazioni, dove ci abbiamo messo molto più tempo – sette isole ecologiche. Roma aveva solo 14 isole ecologiche, quando sapete benissimo che lo standard medio in una città è quello di un'isola ecologica ogni 50.000 abitanti. Stiamo cercando di rincorrere la situazione attraverso una pianificazione molto puntuale.
  Il terzo livello è quello che riguarda l'impiantistica sostenibile. Stiamo investendo per realizzare da subito impianti aerobici per il trattamento dell'organico. Certamente, la nostra risposta è quella anche di investimenti sull'impiantistica.
  Per quanto riguarda Colleferro abbiamo fatto un ragionamento molto importante. Sappiamo benissimo che a Colleferro ci sono due linee, di cui una al 100 per cento della regione, l'altra al 60 per cento della regione e al 40 per cento di Ama. Abbiamo messo in sicurezza dal punto di vista economico la situazione di Ep Sistemi, e questo – ribadisco – è stato un obiettivo economico; poi abbiamo fatto un ragionamento di tipo gestionale industriale dei rifiuti. Ci siamo chiesti – le abbiamo viste anche in tutta Europa – che cosa funzionasse bene per recuperare anche quelle 449.000 tonnellate di rifiuti che restano dopo aver raggiunto comunque quest'ambizioso, e dico che è ambizioso, progetto di raggiungere il 70 per cento di raccolta differenziata. Se andate in un TMB, che cosa trovate ancora? Trovate ancora tanto materiale che potrebbe essere recuperato e destinato a diventare materia prima seconda per nuove attività industriali, quindi per nuove occupazioni cosiddette «green». Lì si trovano ancora frazioni legno-cellulosiche, metalli, plastiche leggere, plastiche di pregio, si trova ancora materiale organico che può essere recuperato. La nostra posizione è che siamo favorevolissimi a realizzare una fabbrica dei materiali. Questa è la fabbrica dei materiali, cioè quella che intercetta, dopo la raccolta differenziata, ulteriori frazioni, come stanno facendo tutti i Paesi dove questo è un modello abbastanza avanzato di gestione sostenibile, e industriale soprattutto, dei rifiuti. Pag. 38 Questa è la nostra risposta su Colleferro.
  Per quanto riguarda l'Ama Salario, se rispetteremo il percorso che abbiamo indicato per la raccolta differenziata, per l'impiantistica sostenibile, siamo assolutamente favorevoli alla chiusura del Salario nel 2019. Attenzione, però – scusi, ma lo devo proprio dire – la prima considerazione che ho fatto quando sono andata al Salario è stata: «Ma come, un impianto realizzato circa dieci anni fa è stato realizzato con criteri così vecchi, dove c'è una bassissima perdita di massa?». Voi sapete che, su 100 chili, se facciamo il trattamento meccanico-biologico, possiamo ottenere una consistente perdita di massa, che sono soldi in meno da pagare per il trattamento. Qui abbiamo un impianto che purtroppo è stato costruito con tecnologie non efficienti, ed è questa la ragione per cui, non essendoci la perdita di massa, ha questi problemi. Oggi, però, esistono per fortuna tecnologie innovative, che possono consentire tecnicamente, attraverso la creazione di tunnel, di controllare gli odori. Al di là, quindi, del nostro impegno di chiusura al 2019, la prima cosa che stiamo facendo con grande attenzione è intervenire sulle emissioni odorigene attraverso i tradizionali sistemi che si usano in tutte le tipologie di impiantistica, verificandone l'efficacia, anche con l'utilizzo eventuale di nuove molecole, purché naturali.
  In secondo luogo, facciamo interventi di tipo tecnologico che in tre o quattro mesi possano consentire di far fronte al problema della perdita di massa, e di riportare correttamente quest'impianto alle funzionalità necessarie perché funzioni in modo efficace. Certamente, l'altra considerazione che faccio è che ho visitato tantissimi impianti, anche in Germania, ma non ho mai visto un impianto costruito in mezzo alle case. È ovvio che un impianto costruito attaccato a una via di grande comunicazione...questa è la grande questione: la popolazione ha profondamente ragione nel rivendicare la necessità di questo tipo di interventi.
  Vorrei fare altre considerazioni sui rifiuti RAEE, di cui si è parlato. Ha perfettamente ragione l'onorevole che interveniva, sulla necessità di affrontare seriamente il tema dei RAEE, che ho anche molto studiato con la mia università. Effettivamente, è un problema serissimo. Abbiamo una normativa nazionale avanzatissima, che si chiama «Uno contro zero». Chiunque oggi può portare, in qualsiasi attività commerciale dalla superficie superiore ai 400 metri quadrati, qualsiasi tipo di apparecchio elettrico ed elettronico, gratuitamente, e l'impresa è obbligata a prenderlo. Ora, questo non è conosciuto. Stiamo cercando di diffondere l'informazione, che viene da una normativa nazionale, dell'uno contro zero, che è molto importante, e non solo. Oltre a questo, come Ama ritiriamo gratuitamente, esiste un servizio a chiamata per cui è possibile effettuare il ritiro gratuitamente. Stiamo cercando di contrastare in modo molto efficace il fatto che questi rifiuti siano oggetto di interventi di tipo illegale: in primo luogo, però, a mio avviso dovrebbe essere fatta conoscere più possibile, anche attraverso i consorzi di filiera, questa normativa, che è importantissima, proprio per ridurre a monte il problema degli AEE, che diventano appunto RAEE, pericolosissimi per la salute e per l'ambiente. Vorrei anche ricordare che, come abbiamo già detto in Commissione di inchiesta sui rifiuti, in Italia si producono 12 chili l'anno per abitante di RAEE, ma ne vengono raccolti in Italia soltanto 4,5 chili, perché il resto di materiali RAEE viene sottratto a una gestione legale. Qui c'è da fare un grande lavoro di contrasto alla criminalità che probabilmente si inserisce in questo fenomeno. D'altra parte, anche studi della BBC e altri studi di agenzie europee internazionali hanno dimostrato che questo fenomeno è molto serio.
  Quanto alle bonifiche, nonostante gli interventi extra Tari, abbiamo fatto – l'assessore Mazzillo lo sa – 60 interventi di bonifiche, che costano tantissimo ai cittadini romani per il problema degli insediamenti abusivi. Attraverso la collaborazione dei PICS e di Ama si interviene, si pulisce. Sul verde vorrei dire che, nonostante la situazione gravissima che abbiamo trovato, soprattutto in mancanza di mezzi... Per 2 Pag. 39milioni di metri quadrati di verde ho trovato un trattore e un decespugliatore. Penso che a casa vostra ne abbiate di più. Questa è stata la situazione che abbiamo trovato dopo Mafia capitale a Roma. Abbiamo già acquistato un centinaio di mezzi. Stessa cosa, peraltro, stiamo facendo con Ama: abbiamo già acquistato 90 mezzi per raccogliere. A volte, i rallentamenti nella raccolta sono dipesi dal fatto che in un'azienda, la più grande d'Europa, mancava un sistema di officine tale per cui, se un pezzo si rompe, si deve cambiare subito, mentre purtroppo questo non accadeva. Ugualmente non accadeva nel Servizio giardini, totalmente carente, avendo affidato tutto all'esterno: abbiamo comprato trattori e decespugliatori. Stiamo dotando ogni municipio, quindi con una visione di municipio per essere vicini al territorio, per dare una risposta efficiente alle necessità concrete che la popolazione ha di vedere sfalciato tutto. Abbiamo anche un piano, ma molto serio. Voglio vedere ogni settimana la pianificazione degli interventi, voglio vedere il prima e voglio vedere il dopo. E lo diffondo. Se andate a vedere nelle pagine di comunicazione del comune, tutti i nostri interventi sono rigorosamente dettagliati.
  Certamente, come diceva la nostra sindaca, abbiamo 44 milioni di metri quadrati, oltre a 330.000 alberi, ma con le nuove gare che sono espletate adesso certamente almeno riusciremo, i più importanti, a metterli in sicurezza.
  Aggiungo cose veloci su Castel di Guido. Anche in questo caso, abbiamo trovato una situazione interessante. A Castel di Guido vi sono circa 2.000 ettari di fasce collinari di Agro romano interessantissimo, purtroppo anche in questo caso totalmente abbandonati a sé stessi. Il nostro impegno è stato quello di fare uno studio immediato per capire come intervenire. Abbiamo già individuato delle linee di intervento: innanzitutto, un lavoro di messa in sicurezza dei luoghi. Premetto che stiamo lavorando con la regione per ottenere il canone ricognitorio e anche per avere dalla regione una gestione unitaria. Abbiamo colloquiato con l'assessore competente in modo molto serio per applicare una visione unitaria di intervento rispetto alle tenute agricole dell'Agro romano, con una visione non frammentaria, ma unitaria, con interventi di lavoro di messa in sicurezza dei luoghi, di ripristino delle recinzioni aziendali, di sistemazioni forestali proprio per il contenimento degli incendi. Abbiamo destinato venti giardinieri proprio al piano antincendi di Roma. Se Castel Fusano non è bruciato, è perché c'è stato l'intervento pronto del servizio giardini, la vedetta presente ha segnalato immediatamente l'inizio dell'incendio, purtroppo per un'area come quelle che avete detto voi.
  Vogliamo soprattutto rilanciare. Questa è un'azienda che potrebbe guadagnare. Secondo i dati che abbiamo, la verifica della produzione aziendale basata su criteri etici dovrebbe dare risultati straordinari in termini di produzione di latte e di foraggio. L'oliveto, completamente abbandonato a se stesso, lo abbiamo messo con un ripristino dell'oliveto aziendale da tempo abbandonato, che con una corretta gestione agronomica potrebbe prevedere una riproduzione di circa 70 quintali di olive per ettaro. Ancora, c'è la messa in cultura di 45 ettari di agro di Palidoro, attualmente non coltivati a niente, un po’ di erba medica, mentre potrebbero essere suscettibili di diversificate produzioni orticole. C'è la predisposizione di un'area per il compostaggio fatto lì, perché così il compost si usa anche per andare a dare vigore a questi terreni, che, a fronte dei cambiamenti climatici, oggi sono nelle condizioni in cui sono.
  C'è la valutazione del ripristino del caseificio aziendale. Quando sono andata a visitarlo, ho visto un caseificio ottimo, ma solo perché manca un collegamento non è in funzione. Vorremmo, nella nostra pianificazione, rimetterlo in funzione, ripristinare il punto vendita aziendale, e poi c'è ancora il marchio aziendale, che possa valorizzare i prodotti, si possono ampliare le colture presenti in azienda e dar vita, anche in collaborazione con enti di ricerca, attività di sperimentazioni innovative nell'ambito dell'agricoltura biologica, che oggi possono essere di grande interesse. Vorremmo fare questo, come pensiamo, in Pag. 40profonda sinergia con la regione Lazio, che è proprietaria, come sapete, sia degli immobili sia del terreno. Occorrerà lavorare in stretta sinergia con la regione.
  Infine, vorrei ricordare che aspettiamo ancora i 20 milioni di euro dal Ministero dell'ambiente per potenziare la raccolta differenziata. Siamo ancora in attesa. Questo è necessario, perché con le risorse oggi a disposizione questi 20 milioni di euro, peraltro già garantiti, ancora non sono arrivati.

  VINCENZO PISO. Innanzitutto, la ringrazio, perché la sua parlata è molto simpatica. Come emiliana, forse ci ha aiutato a ridare un po’ di serenità. Una precisazione e una domanda. Roma ha 5.500 chilometri di strade, perlomeno a me risulta questo e risulta anche sul sito istituzionale di Roma, ma poco importa.
  A me risulterebbe che l'Enea su questo discorso dei RAEE avrebbe un progetto molto interessante che riguarda le miniere urbane, che potrebbe essere una risorsa per la città. Non so se su questo vi state muovendo.

  GIUSEPPINA MONTANARI, assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale. Abbiamo approvato in Giunta un protocollo d'intesa con Enea per sviluppare una serie di tipologie di studi, ma anche di applicativi, per il territorio del comune di Roma, per sviluppare percorsi di recupero dei RAEE (oro, argento, terre rare, tutto quello che oggi è necessario recuperare, se no diventano pericolosi per la salute e per l'ambiente, e quindi sarebbero in contrasto con l'indicazione della Commissione europea) e anche per studiare altri materiali, che appunto Enea sta studiando, a mio avviso molto interessanti, come il materiale legato ai materassi. Roma ogni tanto si riempie di materassi, che possono essere utilizzati come isolanti per l'industria edilizia. Enea sta studiando questi processi industriali. Possono essere isolanti sia per le piattaforme petrolifere sia per l'edilizia anche i materiali delle cicche di sigaretta. Ci sono studi un po’ di nicchia, che però possono dare risultati industriali interessanti. Una cosa che non ho detto è la creazione dei Cric. In ogni municipio creeremo un centro di ricerca e un centro di attività di riciclo creativo, che ci consentirà di dar vita a delle specie di hub, o incubatori di idee, in cui i giovani possano andare a sperimentare anche nuove tecnologie e, con il supporto di quel mondo della conoscenza di cui Roma è assolutamente ricca, possano sviluppare attività di impresa. Questi incubatori di idea saranno proprio questi luoghi, i nostri cosiddetti Cric, centri di riciclo creativo.

  ROBERTO MORASSUT. È molto interessante, ma non ho capito una cosa: come si fa a conseguire quest'innovativo programma, anche ambizioso, riducendo di due terzi la capacità di investimento dell'azienda? È scritto nel piano che passate da una previsione di piano di investimenti di 328 milioni di euro a 111. Al contempo, però, tornate a un'idea dell'azienda carrette e mani, perché potenziate enormemente l'investimento sui mezzi, di 200 milioni. C'è qualcosa che non funziona nella politica degli investimenti dell'azienda rispetto alla grande, ambiziosa innovazione che proponete, che però comporta semmai una rimodulazione del piano degli investimenti, non una riduzione delle risorse. Questo non riesco a capirlo.

  GIUSEPPINA MONTANARI, assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale. Relativamente al piano industriale, come abbiamo detto più volte, ne abbiamo licenziato una prima parte e ci riserviamo con la nuova governance di Ama di analizzare in modo molto più articolato il piano stesso. Quello che oggi abbiamo messo in campo sono sicuramente investimenti per la raccolta. Contiamo molto anche sulla riduzione dei rifiuti. Quando parliamo di riduzione dei rifiuti, parliamo di riduzione dei costi di smaltimento, dei costi di raccolta, ma anche dei costi di trattamento. Quello che oggi paghiamo 142 euro a tonnellata, nel momento in cui realizzeremo i nostri impianti, ci verrà a costare 32 euro a tonnellata. In realtà, contiamo anche di ottenere dei risultati economici significativi. Pag. 41
  Quanto al piano industriale, quello precedente era un piano che riguardava gli ecodistretti. Abbiamo deciso di realizzare un'impiantistica e stiamo facendo il percorso partecipato per realizzarla, ma che vede due impianti di 50.000 tonnellate quindi con adeguati investimenti, per il trattamento dell'organico; impianti di separazione della plastica; l'ottimizzazione, comunque, in generale di un sistema più complessivo. Ci riserviamo di documentare ulteriormente la risposta in modo scritto.
  Abbiamo seguìto con grande attenzione la questione del parco di Centocelle. A proposito, abbiamo creato l'Osservatorio ambiente e salute, che ritengo ogni amministrazione dovrebbe istituire. Siccome il parco di Centocelle ha segnalato una serie di problemi di esposizione che vanno presi con grande serietà, abbiamo voluto creare l'Osservatorio: accanto agli organi tradizionali, fondamentali, importantissimi, che danno le risposte ai cittadini, abbiamo creato la presenza di un importante ruolo dell'università, degli epidemiologi, dei medici per l'ambiente. In questo modo, tutte le valutazioni sulle diverse situazioni che i cittadini denunciano possono trovare una risposta. Il compito di quest'osservatorio è fare raccomandazioni dopo aver analizzato scientificamente, anche in modo indipendente, la situazione, in modo che la Giunta assuma queste raccomandazioni e le metta in pratica.
  Quanto a Centocelle, la situazione che abbiamo trovato è di un'area che ha visto la realizzazione di un parco senza la bonifica. In sostanza, quando sono stata chiamata la prima volta e c'era appunto questa situazione, abbiamo visto che c'erano circa 7 metri di rifiuti interrati, per fortuna non pericolosi, come comunque stiamo vedendo e valuteremo attraverso le caratterizzazioni. Non appena avremo gli esiti dello studio che abbiamo affidato all'università per la caratterizzazione dei rifiuti, su tale base interverremo per la bonifica dell'area di Centocelle.
  Tra l'altro, come dicevo, qui c'è però un grande tema: non fu fatta una bonifica. Parliamo di 8 metri di rifiuti che sono stati semplicemente coperti. Su questi 8 mesi di rifiuti è stato realizzato un parco. Adesso, ci siamo impegnati a fare la verifica e la caratterizzazione dei rifiuti, poi interverremo, anche qui con fondi necessari e importanti, per effettuare per quell'area del parco una bonifica. Nell'altra area di parco intendiamo proseguire con la riqualificazione, anche dal punto di vista archeologico, tentando di creare punti di presidio fondamentale, anche in collaborazione con l'ex Corpo forestale dello Stato.
  Avete chiesto anche dei rottamatori. La nostra idea è che, purtroppo, le delocalizzazioni non hanno avuto un esito, da dieci anni non abbiamo assistito a delocalizzazioni. Vorremmo fare come in Germania: quelli che non hanno i requisiti dell'ambiente vengono analizzati nelle conferenze dei servizi, avranno dei mesi, pochi (tre, quattro mesi) per mettersi in regola; se non si mettono in regola, dovranno assolutamente essere chiusi. Occorrerà, però, anche investire per trovare dei capannoni chiusi. Con l'Urbanistica occorrerà agire per trovare soluzioni perché, come avviene in Germania, la responsabilità estesa del produttore si applichi anche alle automobili. È un principio sacrosanto della normativa europea, quello della responsabilità estesa del produttore: quando arriva un'automobile, come fanno in Germania, viene smontata col camice bianco e poi tutti i pezzi vengono addirittura venduti online. È un'importantissima attività di riciclo, ma che deve essere fatta nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini, quindi in un'ottica completamente diversa.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Noi avremmo ancora il tema rom, e altre due cose sono state toccate.
  Si parlava della linea 90. Anche per questa, proprio nell'assestamento che stiamo per votare a giorni, abbiamo inserito un finanziamento da circa 300.000 euro, se non vado errata, per il prolungamento della linea.
  Si parlava di nasoni in periferia. Si tratta di una misura che sapete ha adottato Acea per contribuire, in questo momento di siccità, a ridurre un po’ la dispersione di acqua. Credo che attualmente la misura riguardi otto-dieci fontanelle, che sono state Pag. 42temporaneamente chiuse anche per rinforzare le reti sottostanti, proprio di quelle fontanelle, e che saranno riaperte con l'installazione di un rubinetto. Vorremmo, in effetti, mettere i rubinetti all'interno di queste fontanelle, benché siamo consapevoli che, quando questo esperimento fu fatto dalle precedenti giunte, i rubinetti furono rubati, ma dobbiamo anche scegliere un po’ che politica fare. Io non posso mettere un poliziotto dietro ogni cittadino. Che dire? Mi auguro che questa misura migliori, da un lato, la dispersione; dall'altro, è anche vero che il flusso libero aumenta, serve anche per tenere l'acqua corrente, quindi libera. Tra l'altro, giusto perché parliamo di acqua, Acea ha immediatamente investito circa 70 milioni di euro per rafforzare le reti, che sono state definite giustamente un colabrodo, con una dispersione che va dal 30 al 40 per cento dell'acqua che passa. Già siamo riusciti a diminuire dal Lago di Bracciano la captazione per circa 500 litri al secondo. Partivamo, mi pare, da 1.600-1.700, e già siamo a 500 litri meno in un mese di interventi. È evidente che tutto la questione dell'acqua sarà poi da affrontare con la municipalizzata, che però mi sembra abbia capito esattamente le indicazioni dell'amministrazione, di presidiare e aggiustare le reti affinché non ci sia dispersione.

  VINCENZO PISO. Ho solo una domanda.
  A proposito della linea 90 e del prolungamento, se magari ci dice in che direzione va questo prolungamento: se vengono utilizzati quei mezzi a oggi in carico alla linea 90, come dicevamo, hanno una serie di problemi che andrebbero risolti per le batterie, che, se ricordo bene, erano abilitate per tragitti estremamente limitati di percorso, tanto che erano costretti a non utilizzare l'aria condizionata nel tratto che va da Porta Pia alla stazione Termini e dalla stazione Termini a Porta Pia. Questo è a titolo di informazione.

  LINDA MELEO, assessore alla città in movimento. A quali vetture si riferisce esattamente?

  VINCENZO PISO. Mi riferisco alle prime vetture che furono comprate...

  LINDA MELEO, assessore alla città in movimento. Quelle verdi, per intenderci?

  VINCENZO PISO. Le prime. No, non erano Breda Menarini. La linea 90, perlomeno da quello che so io, è servita da quelle che furono comprate in Ungheria, se non sbaglio. È quella che parte da Montesacro...

  LINDA MELEO, assessore alla città in movimento. Le spiego brevemente, se posso.
  Il progetto di elettrificare Roma interiormente è contenuto anche all'interno del nostro piano delle opere invariante, e sicuramente ristrutturare e potenziare la filovia di via Nomentana è uno degli obiettivi. Ci sono risorse che abbiamo stanziato in bilancio per il prolungamento della linea al momento da Porta Pia verso la stazione Termini, che è la parte di chiusura della linea 90, che fa capolinea a Termini.
  Sui mezzi a cui lei fa riferimento, in effetti, negli anni precedenti c'è stato un problema legato alla gestione delle batterie. Lo sappiamo tutti perfettamente. Sono stati fatti interventi su quei vecchi filobus e molti di questi sono stati rimessi in servizio negli ultimi mesi. A quel parco bus abbiamo aggiunto anche i filobus di cui parlavo, abbandonati, quelli a Tor Pagnotta, originariamente destinati al corridoio EUR-Tor Pagnotta ed EUR-Tor de’ Cenci... Esattamente, Laurentina. Per evitare, però, che questo spreco andasse ulteriormente avanti, li abbiamo impiegati sulla filovia Nomentana.

  ROBERTO MORASSUT. Ho una segnalazione per l'assessore Montuori, proprio per il carattere d'inchiesta della Commissione sulle periferie, che è questa. Ho dimenticato di dirlo all'inizio, ma è abbastanza importante. Valle della Borghesiana-lottizzazione Francisci, Due Colli e Colle Regillo, sono due nuclei di non perimetrato, dove c'è un antico problema di trasmissione notarile dei lotti già acquistati dalle famiglie ma mai registrati, con un Pag. 43antico contenzioso che è andato avanti e sul quale in tempo recente si è purtroppo inserita anche un'infiltrazione probabilmente di carattere mafioso. C'è un'inchiesta della magistratura – abbiamo segnalato come Commissione – che coinvolge migliaia di famiglie, che si sono anche riunite in consorzio e che hanno, naturalmente, assunto la loro difesa legale. Lo segnalo, perché è un antico problema ed è giusto che l'amministrazione prosegua un lavoro fatto in passato.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Vogliamo qualche dettaglio sul tema rom? C'è l'avvocato Montini, che può darcelo.

  EMANUELE MONTINI, responsabile della segreteria tecnica dell'Assessorato alla persona, scuola e comunità solidale. Volentieri. Cercherò di fare una disamina veloce, illustrando prima tutto l'idea, come ha fatto l'assessore all'ambiente, che muove il progetto sulla fuoriuscita dai campi rom e sull'integrazione sociale delle popolazioni rom, sinti e camminanti. L'idea è quella dell'anti-segregazione di queste popolazioni, e quindi del non individuare un luogo di rifugio su base etnica che riguarda soltanto delle popolazioni. Questo è un ragionamento assolutamente da superare, che però è quello che abbiamo trovato.
  Ci siamo rifatti alle raccomandazioni del Parlamento europeo del 2010 sulla strategia rom, sinti e camminanti, che poi è stata trasfusa all'interno della Strategia nazionale rom sinti e camminanti. Questa strategia prevede la fuoriuscita dai campi attraverso l'integrazione sociale e attraverso l'utilizzo di quattro assi: abitare, scuola, lavoro e sanità.
  Per questi quattro assi abbiamo costruito una pianificazione. Questa amministrazione, attraverso una memoria di Giunta del 18 novembre 2016, ha costruito il percorso. La prima parte è di pianificazione e la seconda di attuazione o operativa. Abbiamo superato la parte di pianificazione e siamo entrati nella fase operativa.
  La parte di pianificazione ha visto la costituzione, con delibera n. 117 del 16 dicembre 2016, del tavolo rom, sinti e camminanti, in base al quale, anche in base alle indicazioni della Strategia, deve essere valutato tutto il percorso per la fuoriuscita dai campi. Ci sono stati diversi incontri, ovviamente, circa trenta, anche con le associazioni segnalate dall'Unar, e attraverso anche tutti i municipi e gli stakeholder istituzionali. In questo modo, in tre mesi, dalla delibera di dicembre, abbiamo individuato e predisposto un piano definitivo, rimesso anche quello in valutazione, poi trasfuso all'interno dell'allegato alla delibera n. 105 del 2017. Questa delibera del 2017 approva, il 26 maggio, il piano di indirizzo per l'inclusione delle popolazioni rom, sinti e camminanti. In questo piano, di più di cinquanta pagine, facciamo tutto quello che occorre per superare il campo e per arrivare all'integrazione. Questa parte della pianificazione si è arricchita con un'altra modifica, del 28 giugno 2017, con la delibera n. 146, questa della giunta capitolina, che ha modificato il piano per arricchirlo anche dei tavoli municipali come ulteriore strumento operativo per arrivare alla fuoriuscita dal campo attraverso l'integrazione.
  Su questo apro una parentesi per rispondere ad alcune domande che sono state fatte dai commissari, in particolare dall'onorevole Saltamartini, che ha parlato di mercatini di seconda mano. I mercatini di seconda mano, nella delibera n. 105, cioè il piano di indirizzo, sono espressamente vietati al paragrafo 1.2.10: questo per rassicurare. Si parla invece di promozione di attività di artigianato proprio, con le proprie capacità, quello sicuramente sì.
  Quanto ad altri argomenti, che riguardano per esempio le assegnazioni di case, come veniva detto dall'onorevole Rampelli, non sono possibili, perché sono soltanto misure di sostegno all'abitare che hanno altre nature e si connettono alla registrazione di un contratto d'affitto, che deve essere comunque registrato, presentato, ed è un contributo qualora il soggetto non ricada nelle esclusioni, ben delineate all'interno del piano. Si parla di soggetti che risultino avere beni immobili e diritto di proprietà, superfici, usufrutto di beni immobili Pag. 44 in Italia o all'estero – sono state attivate tutte le attività e gli accordi con la Guardia di finanza per arrivare anche a uno scambio nazionale e internazionale delle ricchezze di coloro che vorranno partecipare, ovviamente su base volontaria, a questo piano – e che risultino assegnatari di alloggi edilizia residenziale pubblica (anche questi non potranno partecipare).
  Non potranno partecipare al piano neanche coloro abbiano la titolarità o il possesso di beni mobili di lusso, quindi beni mobili anche registrati, come macchine, gioielli o altro, considerati in qualche modo di lusso; coloro che abbiano la titolarità di conti correnti, depositi bancari, titoli e altri componenti del patrimonio mobiliare per un valore pari (anche mobiliare, anche beni di lusso mobiliare) o superiore a 10.000 euro; coloro che abbiano sottoscritto il patto di responsabilità, che è una parte importante. Se non sottoscrivono il patto di responsabilità, non possono partecipare a queste iniziative. Devono ad esempio mandare i figli a scuola, seguire un certo percorso lavorativo. Ci sono anche molte iniziative che possono essere messe in rete con quelle dell'ex SIA. Se dovessero non rispettare il patto di responsabilità, verrebbero meno tutte queste misure di sostegno.
  Questo è l'indirizzo nel quale si muove la pianificazione, che si muove in particolare per 2 campi dei famosi 19. Sapete che sono 19 i campi tra tollerati e legalizzati, ma questo riguarda particolarmente i nove che sono stati riconosciuti e che sono quelli oggetto anche di diverse indagini della magistratura e che danno anche molti problemi sotto tutti i profili.
  Per quanto riguarda la gestione della fuoriuscita da questi campi, si inizierà da quelli di Barbuta e di Monachina; Barbuta, vicino Ciampino, è un campo di circa 800 persone che comporta la necessità di un approccio molto sistemico, altrimenti non è possibile la fuoriuscita da un campo così esteso: il piano prevede, con finanziamenti PON Metro, la fuoriuscita da quel campo e anche da quello della Monachina. Sono stati individuati sulla base di azioni giudiziarie (tribunale ordinario civile di Roma), che hanno dato indicazioni in questo senso: la Barbuta e la Monachina con finanziamenti PON Metro, finanziamenti europei, per 3.800.000 euro. Questi finanziamenti del PON Metro sono esclusivamente destinati alla strategia per la fuoriuscita dai campi, altrimenti non possono essere utilizzati. Sono misure che hanno un termine massimo di 24 mesi, devono essere poi rendicontate all'Unione Europea, quindi i bandi devono essere fatti in maniera assolutamente coerente con le indicazioni della Commissione.
  Come vi dicevo, questa è la pianificazione. Siamo entrati nella fase attuativa dal 30 maggio. Abbiamo fatto il primo affidamento per il Camping River, un altro campo che per ragioni di urgenza si è aggiunto a quelli precedentemente detti. Il 30 maggio, c'è stato il primo affidamento. Il 3 luglio, è stato pubblicato il bando PON Metro, per la fuoriuscita dal campo della Barbuta e della Monachina, per reperire soggetti che dovranno aiutare nell'attuazione del piano, queste 50 pagine di azioni da fare su questi quattro assi (salute, scolarizzazione, lavoro, abitare). Il bando è stato pubblicato. Aspettiamo l'esito del bando per le assegnazioni.
  Altro elemento attuativo – il 30 giugno si è cominciato con questo scaletta di attività pressanti proprio per l'urgenza di questa situazione ereditata dal passato – è che il 3 luglio c'è stato il primo affidamento e il 4 luglio la pubblicazione del bando. Il 4 luglio, con l'ordinanza n. 102 è stato istituito l'Ufficio speciale per rom, sinti e camminanti. È proprio un ufficio di scopo, che seguirà passo passo l'attuazione di questo tipo di operazione, appunto quella operativa, che è la più complessa, non solo per lo sgombero, ma anche per che fine fanno i moduli, come vanno smaltiti, dove vanno inviati, per le bonifiche successive, l'utilizzo successivo di quell'area, che se possibile può essere naturalizzata, o utilizzata per altri fini. Dovrà essere fatta un'operazione di concerto forte, con tutti i soggetti e gli stakeholder.
  L'ultima domanda che ho appuntato – se ce ne sono altre, siamo qua – è quella dell'onorevole Piso su via Salviati. Ieri, si è riunita per la prima volta la commissione di aggiudicazione del SIMU, quindi del dipartimento Pag. 45 delle opere pubbliche di Roma capitale, per la gara per l'accordo di programma per gli interventi sui campi. Ovviamente, il dipartimento politiche sociali su questo ha un rapporto dialettico, per cui alla fine sarà il dipartimento SIMU che potrà fare questo tipo di opere. Una volta che saranno sviluppate le opere, tra le prime cose da fare presenti nell'accordo di programma, c'è la messa a norma, anche sotto il profilo elettrico, gli sgomberi, la disostruzione delle fogne, una cosa incredibile. Tra i primi interventi, ci viene segnalato via Salviati per le sue emergenze molto forti e molto avvertite. Sì, il SIMU interviene facendo la gara. Il soggetto dovrà disostruire tutte le caditoie, tutte le fognature, rimettere il depuratore in funzione, o perlomeno controllarne il corretto funzionamento, dopodiché c'è anche il discorso dei lavori per l'impianto elettrico, veramente qualcosa di particolare. Comunque, riguarda tutti i campi, e non soltanto Salviati, che però ci viene segnalata come particolare urgenza.
  Per quanto riguarda la scolarizzazione – lo dico a latere – stiamo lavorando moltissimo sul progetto «Scuole aperte» per cercare, contro la dispersione scolastica in generale, di dare un presidio al territorio, soprattutto nelle periferie. La scuola rappresenta spesso un fortino all'interno di certe realtà. Tenerla aperta anche nel pomeriggio diventa una ricchezza. Abbiamo finanziato con 300.000 euro l'apertura da qui a settembre. Stiamo partecipando al bando ministeriale per il PON inclusione al fine di utilizzare le scuole nel pomeriggio durante tutto l'arco dell'anno, i cosiddetti villaggi della solidarietà di antica memoria. Sono undici scuole. Su questo stiamo lavorando e speriamo bene di avere anche un po’ di aumenti di questi fondi in modo da poter implementare le iniziative a favore della scolarizzazione, non solo dei rom, ma anche in generale contro la dispersione scolastica.

  LUCA MONTUORI, assessore all'urbanistica e alle infrastrutture di Roma Capitale. È stata fatta una domanda specifica, cui tengo a rispondere, sul contributo straordinario, sullo stadio.
  Sullo stadio abbiamo agito in maniera diversa. Come sa, a maggior verifica e tutela dei princìpi di interesse pubblico, abbiamo agito tramite il valore di trasformazione, un valore che si determina con una formula molto complessa che deriva dall'applicazione dei costi di costruzione e giusto profitto e verificando sul costo di vendita presunto attraverso l'OMI, lo scenario immobiliare di contorno, che su Tor di Valle non esiste, per cui abbiamo dovuto allargare la visuale alle aree limitrofe, attraverso una tabella, che è del comune di Roma. Ho sentito tante polemiche, in questo periodo, sulla verifica del valore di trasformazione: la tabella o vale o non vale. Quando ci metto dei valori dentro, esce fuori un numero, che era inferiore a quello che abbiamo inserito in delibera, quindi crediamo che la delibera abbia tutelato l'interesse pubblico. È ovviamente molto superiore al contributo straordinario.
  Ancora mi preme solo una specifica. Quando prima parlavo di cubature impreviste e imprevedibili, non mi riferivo ovviamente a quelle assentite, ma a quelle che derivano dall'applicazione del piano casa. Mi riferisco a Fiera di Roma, piazza dei Navigatori, velodromo, alle aree ex Alitalia, alle aree nei PRINT, cioè tutte aree che grazie a una normativa regionale sono state sottratte al potere pianificatorio del comune di Roma e sono realizzate totalmente in deroga, cioè sono aree in cui doveva essere realizzato un certo tipo di ufficio e vengono realizzate abitazioni, migliaia di abitazioni. Quelli che ho citato sono soltanto tutti gli interventi che hanno più di 1.500 abitanti, su cui esistevano dei piani urbanistici, ancorché attuati, che hanno dato diritti edificatori giganteschi a ottimi padri di famiglia, che hanno pensato di utilizzarli, nonché luoghi di pregio. Nel Parco degli Acquedotti, ad esempio, dovremo effettuare le verifiche per 76 alloggi nella località dell'acquedotto Appio Claudio, che in questi giorni spopolano sui social network. Probabilmente, è un piano casa anche quello. Sono 76 alloggi in zone limitrofe ad aree tutelate. Purtroppo, questo ci è stato consegnato da una normativa nazionale e poi da un'applicazione regionale Pag. 46 particolarmente efferata nella nostra regione.
  Allo stesso modo, nei PRINT e nei PRU, che stiamo realizzando, nella relazione vedrete nel dettaglio lo stato d'attuazione di ciascuno di questi piani. Stiamo lavorando anche su Tor Bella Monaca. Ovviamente, il piano casa è andato a incidere fortemente sulla formazione di consorzi, e quindi la realizzazione di servizi pubblici, dando adito a interventi diretti di privati, ma su questo il comune ha le armi spuntate. Chi ha diritto per legge di realizzare... Anche relativamente ai toponimi e alle zone O, troverete nella relazione di dettaglio quali sono andati avanti e quali no. Ci sono state alcune delibere con cui sono stati accolti alcuni toponimi. Uno soltanto degli ultimi quattro è stato già inoltrato alla regione, con cui siamo in costante contatto. È chiaro che le previsioni di un piano di dieci anni fa a volte, in un momento di crisi come questo, sono attuali anche oggi e a volte vanno verificate. Mi sembra soltanto, anche qui, la legge del buon padre di famiglia. Visto che la applicano tutti contro il comune di Roma, stavolta vorremmo applicarla anche a tutela.

  PRESIDENTE. Ringrazio la sindaca di Roma e la Giunta per aver accordato la volontà di svolgere quest'audizione, secondo me anche in modo serio, nel senso che è stato consegnato un lavoro che poi la Commissione acquisirà.
  La Commissione rimane aperta fino a novembre, nel senso che faremo la relazione finale verso fine anno. Tutti gli elementi che possono essere forniti a questa Commissione vanno gestiti, secondo me, anche in modo relazionale continuo. La Commissione non è qui come una commissione d'esame nei confronti del comune di Roma o delle città metropolitane. Il nostro obiettivo è trovare una strategia comune per fare in modo che le aree periferiche, che sono quelle più complicate nelle nostre città, possano essere rimesse al centro dell'agenda politica. L'audizione di oggi, in modo particolare, ha fatto emergere una consapevolezza da parte dell'amministrazione di una situazione complessa, chiaramente imputabile a una stratificazione di avvenimenti, che a volte possono essere anche sfuggiti all'azione amministrativa. Le questioni sono complicate proprio anche perché – lo ripeto spesso – sono a pochi chilometri dal cuore delle istituzioni, e forse per questo motivo ancora più scandalose, non per l'amministrazione, ma per le istituzioni intese come istituzioni locali, istituzioni nazionali. Non voglio fare differenza di colore politico. Quando c'è una situazione che tocca i cittadini, è scandalosa dal punto di vista istituzionale.
  La richiesta di soldi – lo dico in modo brutale – e di poteri speciali è, secondo me, una questione corretta. Di fronte a problemi di tale entità servono investimenti ingenti e delle capacità di muoversi al di là della burocrazia. Se c'è un cumulo di rifiuti, non può essere lasciato lì perché non si sa di chi è la competenza e chi paga. Ci sono questioni di carattere superiore che riguardano la salute e la sicurezza delle persone, il decoro urbano, la qualità della vita delle nostre comunità. Sono questioni che non possono essere sacrificate alla complessità burocratica. Da questo punto di vista, anche la denuncia che viene fatta dall'amministrazione capitolina non deve essere, secondo me, assolutamente presa a cuor leggero, ma deve diventare corpo principale ed elemento di lavoro, che tocca anche poi le questioni delle altre città metropolitane.
  Chiaramente, poteri speciali e denari devono essere a fronte anche di un patto e di elementi di progettazione e programmazione che riguardano il lavoro delle amministrazioni locali. Lo dico anche perché nella vita faccio l'imprenditore: nessuno investe soldi senza un progetto o senza un obiettivo. Deve essere molto chiaro l'obiettivo, devono essere molto chiari gli strumenti. A fronte di quello, si può aprire anche una procedura negoziale e fare un patto tra Governo e amministrazioni locali. Penso che nella nostra relazione dovremo toccare questi temi.
  Vi ringrazio. Mi scuso per il calore, non solo della temperatura quotidiana. Il tema di Roma riguarda molti. Riguarda chi, come me, magari ci vive per tre giorni e chi invece ci abita, magari è stato anche amministratore. Pag. 47 È un tema molto caldo, ma siamo nell'ambito dell'agone politico, che però non deve andare oltre i diritti dei cittadini e gli obiettivi di fare meglio.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. La ringrazio a nome dell'amministrazione, degli assessori, che spero siano stati esaurienti, almeno per quanto riguarda le tematiche trattate. Vi ringrazio anche per aver preso in seria considerazione questa nostra richiesta, che è un po’ un grido d'allarme, di fondi e poteri speciali. Oggettivamente, la situazione è quella che avete descritto. L'idea di un patto è sicuramente molto interessante. Noi l'abbiamo chiamata «Agenda Roma». La stiamo sviluppando ormai da un po’, addirittura con calcoli al centesimo, quindi non abbiamo arrotondato nulla. Ci interessa molto, perché a nostro avviso è l'unico modo con il quale possiamo ovviare a una serie di situazioni, che oggettivamente, come avete notato, devono poter essere superate in maniera energica.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.