XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 213 di Mercoledì 21 giugno 2017

INDICE

Pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 2 
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 2 
Bindi Rosy , Presidente ... 3  ... 3 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4  ... 4 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 4 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 4 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 4 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 5 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 5 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
Buemi Enrico  ... 8 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 8 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
Giovanardi Carlo  ... 8 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
Giovanardi Carlo  ... 8 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
Giovanardi Carlo  ... 8 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 10 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 10 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 10 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 10 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 11 
Carbone Ernesto (PD)  ... 11 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Buemi Enrico  ... 12 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 12 
Buemi Enrico  ... 12 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 12 
Buemi Enrico  ... 12 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 12 
Carbone Ernesto (PD)  ... 12 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 12 
Carbone Ernesto (PD)  ... 12 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 13 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 13 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 13 
Magorno Ernesto (PD)  ... 13 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 13 
Magorno Ernesto (PD)  ... 13 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 13 
Molinari Francesco  ... 14 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 14 
Garavini Laura (PD)  ... 14 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 14 
Garavini Laura (PD)  ... 14 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 15 
Buemi Enrico  ... 15 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 15 
Buemi Enrico  ... 15 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Vaccari Stefano  ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Vaccari Stefano  ... 16 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 16 
Garavini Laura (PD)  ... 16 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 16 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 16 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Giovanardi Carlo  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Giovanardi Carlo  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Buemi Enrico  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Buemi Enrico  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Buemi Enrico  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Buemi Enrico  ... 18 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 18 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 19 
Giarrusso Mario Michele  ... 19 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 19 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 19 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 14.25.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. Prima di iniziare l'audizione, comunico che i deputati Elvira Savino, gruppo Forza Italia – il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, è stata designata dal Presidente della Camera quale membro della Commissione in sostituzione della deputata Maria Rosaria Carfagna, dimissionaria. Ringrazio, pertanto, la deputata Carfagna per l'attività svolta e formulo un augurio di buon lavoro alla deputata Savino.
  Infine, informo i colleghi che domani, 22 giugno, alle ore 11, presso la Sala degli atti parlamentari della Biblioteca del Senato, si svolgerà la presentazione della relazione annuale della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo insieme al Procuratore nazionale Franco Roberti, al professor Isaia Sales e al giornalista Giovanni Bianconi.

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri.
  L'audizione odierna è dedicata a un aggiornamento sulle recenti inchieste della procura distrettuale di Catanzaro, con particolare riferimento alla gestione del CARA di Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Nel ringraziare, pertanto, il procuratore Gratteri per la sua consueta disponibilità nel corso di questa legislatura – si tratta della quarta audizione in sede, a cui vanno aggiunte le altre quattro in missioni – anche certificata dai numeri, gli cedo volentieri la parola.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Ormai, sapete dalla cronaca fino a oggi. Io vi posso aggiornare sul fatto che il tribunale del riesame nel 99 per cento dei casi ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice di Catanzaro. Noi abbiamo proceduto con i fermi. Questo è un dato importante.

  PRESIDENTE. Ieri, procuratore, giusto?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì. Ha confermato. Per uno, mi pare, c'è stata una scarcerazione; un altro è stato mandato agli arresti domiciliari. Pag. 3Era proprio uno della polizia penitenziaria mandato agli arresti domiciliari, che era addetto a portare le imbasciate nel carcere di Crotone. Si incontrava nel bunker in cui facevano gli accordi su chi doveva vincere le gare, chi doveva gestire il catering.
  Vedevamo questo poliziotto della polizia penitenziaria che in modo sospetto andava presso questo CARA e poi tornava in carcere, faceva la spola. Ci ha meravigliato molto, perché è stato mandato agli arresti domiciliari. Comunque, rispettiamo ovviamente le decisioni dei giudici.
  L'indagine sta continuando.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. In vista dell'audizione del presidente della confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia nella prossima settimana, credo che sarebbe opportuna per noi una sintesi, su quest'aspetto soprattutto.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. I collaboratori di giustizia, due in particolare, ci hanno spiegato il ruolo di Sacco, vicepresidente della Misericordia nazionale, e il ruolo del prete Scordio.
  I due collaboratori di giustizia ci hanno spiegato che sia Sacco sia Scordio hanno garantito alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto l'ingerenza nella gestione del centro di accoglienza.
  Ovviamente, quando parlo di Arena di Isola Capo Rizzuto, parlo di una famiglia di ’ndrangheta di serie A. Pensate che circa un mese fa abbiamo sequestrato alla stessa cosca il più grande o il secondo più grande parco eolico d'Europa, del valore di 350 milioni di euro.
  Questo è per capire lo spessore di questa famiglia, naturalmente oltre al dato che nell'indagine «Jonny» il CARA è solo un episodio di un'associazione di stampo mafioso. Questi si interessavano anche del controllo dei videogiochi in provincia di Crotone e nella parte ionica della provincia di Catanzaro. Si interessavano del controllo della vendita di reperti archeologici nella zona tra Capo Colonna e Isola Capo Rizzuto. Si interessavano di controllare i videogiochi d'azzardo on line con una società avente sede a Malta, dalla quale Malta stiamo aspettando i risultati di una rogatoria internazionale.
  Tra l'altro, presidente, è molto sospetto il dato che a Malta ci sia questa concentrazione di società che fanno gioco on line. Tutto questo interesse... Non è tanto comodo andare a Malta, quindi c'è qualcosa che non va sul piano normativo, legislativo e sul piano dei controlli a Malta. Siccome Malta non si trova molto lontano dall'Italia, abbiamo rapporti continui, sarebbe il caso di approfondire il perché, non solo sul piano giudiziario, su cui ce la metteremo tutta. Una maggiore sensibilità sul piano amministrativo e politico non guasterebbe, visto che si parte da Crotone per andare proprio a Malta, o anche da altre parti del mondo.
  Relativamente a queste dichiarazioni di collaboratori di giustizia per il catering e per le pulizie del CARA di Isola Capo Rizzuto, abbiamo controllato che fino al 2006 c'era una modesta capitalizzazione, erano piccole aziende di poco conto, quindi con un'attività quasi minima.
  Nel 2011, è intervenuta la società Quadrifoglio, della quale è emerso dalle intercettazioni telefoniche che Leonardo Sacco, vicepresidente della Misericordia nazionale e presidente della Misericordia della sede di Crotone, era socio occulto, assieme a Poerio Antonio e a Poerio Ferdinando, i quali, sempre da quanto ci risulta dalle intercettazioni telefoniche, hanno consegnato denaro contante a esponenti della famiglia di Isola Capo Rizzuto, secondo un piano ripartito e concordato tra le famiglie. L'indagine ha riguardato esclusivamente il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Da quest'indagine è emerso che Antonio Poerio, Ferdinando Poerio e Leonardo Sacco hanno avuto la gestione di questo catering.
  Per quanto riguarda il collegamento con il centro di accoglienza di Lampedusa, abbiamo Pag. 4 mandato degli atti alla procura competente.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Per quanto riguarda le indagini, già vi ho accennato che la prima indagine è del 2004, poi del 2007. Già in queste indagini vi sono contatti telefonici diretti tra Sacco e gli esponenti della famiglia Gentile, della provincia di Crotone, e incontri tra lo stesso Sacco ed esponenti della famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto, ma si trattava di indizi sufficienti solo all'iscrizione. Tra due minuti vi dirò perché sto facendo cenno a questo dato dell'inizio delle indagini.
  Il dato più interessante è relativo alla dazione di denaro da parte delle tre persone citate, i due Poerio più Sacco, a questi ’ndranghetisti. Era chiara la ragione di questa dazione di denaro, perché non c'era un rapporto sottostante.
  Le indagini hanno avuto una svolta il 21 luglio 2015, quando la procura di Crotone ha trasmesso il procedimento n. 4147/13 Modello 21. Nell'ambito poi di quest'indagine, le investigazioni hanno avuto un nuovo impulso, perché si è riusciti a fare delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Nello stesso tempo, abbiamo delegato la Guardia di finanza per una quantificazione di questa distrazione di denaro o una quantificazione dei soldi che andavano a finire alla cosca Arena.
  I ROS centrali dei Carabinieri di Catanzaro si interessavano della parte relativa al reato di cui all'articolo 416-bis. La Guardia di finanza ha controllato l'aspetto fiscale. La Guardia di finanza di Crotone ha fatto un buonissimo lavoro, di grande qualità, ed è riuscita a quantificare fino all'ultimo euro le somme che sono state elargite e arrivate nelle mani della cosca Arena.
  Nel 2016, iniziarono a collaborare Giglio Giuseppe e Santo Mirarchi. Hanno reso dichiarazioni di estremo interesse, che hanno confortato quello che era già il contenuto delle intercettazioni telefoniche, ma soprattutto ambientali. Ci hanno spiegato e ci hanno fatto capire il sistema delle fatturazioni per operazioni inesistenti, le imprese eroganti, e il servizio catering che emettevano al fine di creare fondi neri da destinare alla criminalità organizzata.
  Le informative del ROS sono state depositate il 5 e il 24 aprile 2017, redatte dal ROS di Catanzaro e dalla Guardia di finanza di Crotone. Dopo poco meno di un mese, cioè il 15 maggio 2017, noi abbiamo aggiornato l'iscrizione al Reg e fatto i fermi.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Io ringrazio veramente non formalmente il procuratore Gratteri per quest'indagine. Tra l'altro, quando ho letto la notizia, la mattina, per me è stato veramente un sospiro di sollievo. Da due anni denunciavo queste cose. Sono stata anche querelata da Sacco per diffamazione.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Buono.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Buono, ma fino a qualche tempo fa non sembrava buono, appunto perché era una specie di muro insormontabile denunciare questa vicenda di Crotone. A un certo punto, mi sono detta che veramente forse stavo sbagliando. Allora, avevo parlato anche con il presidente Migliore, che era andato e non aveva trovato nessuna anomalia, perché comunque era tutto a posto.
  Io ho fatto due visite a Crotone, una prima, anche questa, annunciata. Come è mio costume, nonostante non avessi trovato grandissime Pag. 5 anomalie, anche se qualcuna c'era (soprattutto, c'erano state le denunce di alcuni giornalisti), ho fatto comunque un'interrogazione parlamentare, ma più conoscitiva che altro, e questo è bastato perché la mia interrogazione fosse considerata da Sacco una lesa maestà.
  Soprattutto, la cosa più strana che già notai allora, nonostante non avessi fatto il blitz, fu la copertura della prefettura, a cominciare dal pocket money. Sostanzialmente, queste cifre erano ballerine, andavano dai 2.000 ai 20.000 euro, mentre facendo i calcoli erano cifre molto più alte. Soprattutto, queste cifre molto più alte uscivano fuori dal fatto – questo è un tema che mi permetto di segnalare – che non c'è un sistema informativo che gestisce il numero delle entrate e delle uscite. Si può dichiarare anche che ci sono 1.200, ma magari invece ce ne sono mille, e quelle 200 persone sono utile puro, perché sono 35 euro al giorno, ancor di più se, anziché fare 1.200 pasti, ne fai 600, quindi è un ulteriore guadagno. Non bastava e anche sul pocket money si rubava, con una copertura evidente della prefettura, che mi ha tampinato durante tutta la visita.
  Proprio per questo ho deciso di fare una seconda visita, questa volta come blitz. Lì la situazione è stata veramente drammatica, anche perché abbiamo scoperto l'apertura di un CIE, che nessuno sapeva fosse stato riaperto, quando il CIE era stato chiuso, perché era morto un ospite in condizioni non meglio identificate. Poi viene riaperto.
  La cosa più grave – lo dico in maniera neutra, perché capisco che Morcone all'epoca si basava sulla documentazione della prefettura, che ha citato anche nell'audizione che abbiamo avuto – è che è stata fatta quest'audizione a ottobre 2015. Lei dice che c'è stata un'accelerazione a luglio 2015. Evidentemente, che ci fosse questa situazione era nella sensibilità anche di chi in qualche misura poteva controllare queste cose, la prefettura, ma non solo la prefettura.
  Non solo, invece, di fronte alla mia domanda esplicita sulla questione La Vecchia Locanda/Quadrifoglio (La Vecchia Locanda chiusa per interdittiva antimafia, Quadrifoglio affidata con la stessa parentela) ...

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. È la moglie.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Appunto.
  La cosa strana è che, quando faccio questa domanda – ci sono gli atti scritti – mi viene scritto che la prefettura ha detto che è tutto a posto.
  Ancora più grave è quando, sempre in quest'audizione, Lumia chiede se il contratto è in scadenza e si risponde che sì, lo è, e che stavano preparando le carte perché fossero messi dei paletti. Per questo contratto, nonostante ci fosse una gara che vedeva sia Misericordia sia Croce Rossa, con la furbata che Sacco era stato messo però in quest'ultima partita completamente da parte, chi vince di nuovo la gara? Misericordia.
  Abbiamo avuto, mi pare, la prefetta Pantalone che ci ha raccontato come nei fatti da dieci anni, e non attraverso una continuità di contratto ma con vari aggiustamenti, il CARA di Crotone sia rimasto sempre nelle mani di questi personaggi. La cosa strana è che gli sia stato riaffidato anche dopo ottobre 2015.
  Il vero problema è non solo chi non ha controllato in prefettura. Siccome si sono succeduti diversi prefetti, probabilmente bisognerebbe andare a guardare all'interno proprio della burocrazia e forse andare a guardare anche chi fa le gare e chi affida i contratti, per esempio, visto che c'è una certa continuità in questo tipo di presenza. Soprattutto, bisognerebbe capire come Sacco e Quadrifoglio siano inseriti all'interno proprio del sistema crotonese.
  Io non so se è vero, ma ho addirittura letto su un giornale che la Quadrifoglio avrebbe vinto una gara anche presso la Polizia. Non so se è vero. C'era, quindi, una credibilità di questa struttura, che tra l'altro era quella che a me creava più ostacoli anche nella mia denuncia. Lì poi ci sono 400 persone che lavorano, un territorio che accoglieva.
  Fermo restando quest'indagine che ha colpito i responsabili principali, le chiedo come si può fare per individuare le coperture, dalla Misericordia alla prefettura e forse anche ad altri livelli. Non è il problema delle fotografie. Io sono una garantista, quindi o c'è effettivamente il reato o Pag. 6non può essere una fotografia che fa diventare il politico un complice. Se, però, c'è la copertura, certamente questo tema in qualche misura va affrontato come tema di rilevanza penale.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Parlavo della fotografia non perché volessi insinuare su nessuno. Ho parlato delle fotografie per spiegare come il soggetto fosse pronto a muoversi e ad essere presente in ogni manifestazione con dei leader, dei big nazionali, di qualsiasi partito. Non è che lui facesse distinzione tra destra, sinistra e centro, d'accordo?

  PRESIDENTE. Per non parlare della gara da parte dei politici nel recarsi alle manifestazioni al CARA.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Lei faceva riferimento agli articoli di giornale: non ha idea del danno che ci hanno fatto quegli articoli di giornale, di che danni abbiamo avuto da un'inchiesta fatta da un settimanale.

  PRESIDENTE. L'Espresso?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Si è bloccato tutto. Come i trafficanti di cocaina, lasciavano i telefoni a 30 metri... È stato un grosso danno.
  Io sarei curioso di conoscere il suggeritore, sapere se ci fosse qualche altro centro di potere interessato ad accendere i riflettori sul CARA, non solo per informazione; chi è stato a dare notizie così dettagliate, precise, al punto da indurre Sacco e company... che erano sotto, che erano intercettati. Noi abbiamo avuto per mesi il buio.
  Poi siamo riusciti, partendo da altri punti, a fare intercettazioni e a riprendere il filo d'Arianna, ma quell'articolo...

  PRESIDENTE. Procuratore, il problema non è il giornale. Il problema sono gli informatori del giornale.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Ho detto: quale centro di potere. Io ho parlato pure di centro di potere, non di informatore del giornale, non di amico del giornalista, ma di centro di potere con l'interesse a..., qualche altro centro di poter interessato a. Ho aggiunto un'altra cosa.
  Comunque, per quanto riguarda...

  PRESIDENTE. Sul fatto che L'Espresso sparì dalle edicole c'è stata qualche inchiesta?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. No.

  PRESIDENTE. Si è verificato anche questo.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Non c'ero all'epoca, presidente, ero a Reggio Calabria.
  Per quanto riguarda le coperture, le ripeto, ci sono le intercettazioni. Se lei va a vedere l'ultima gara aggiudicata dalla Quadrifoglio, scopre che ci sono delle intercettazioni nell'informativa, nel provvedimento di fermo o nell'ordinanza di custodia cautelare, in cui una dei componenti della commissione di gara è molto nervosa, chiama, ed esce fuori dalla commissione.
  Noi stiamo cercando di capire quale sia stata la discussione dei componenti della commissione per l'ultima gara, che non è stata una passeggiata ai fini dell'aggiudicazione della Quadrifoglio. C'è stata una grande discussione. Da quanto emerge dalle intercettazioni, una delle tre componenti non era assolutamente d'accordo. Stiamo cercando di capire per quale motivo non era d'accordo. Stiamo cercando di capire che cosa c'era dietro, chi c'era dietro e chi faceva pressione.
  Ripeto che questo è un filone d'indagine, ma non sono granché ottimista sul risultato positivo di quest'indagine. Quando si interviene dopo, è molto difficile riuscire a capire chi è stato, oppure, siccome ne abbiamo arrestati abbastanza, una cinquantina, Pag. 7 qualcuno potrebbe non reggere e chiamare.
  L'altro punto importante è quello relativo alle false attestazioni. Ce ne sono 600 e noi diciamo che sono 1.200. Questo si potrebbe tranquillamente evitare. Basterebbe, come quando si va in aeroporto a New York, mettere l'impronta digitale e fare la fotografia: si fa all'ingresso e all'uscita del CARA a pranzo e la sera e abbiamo risolto il problema. Così non sarà così allettante. La gente non sgomiterà per partecipare alle gare per le mense, per il catering dei CARA.

  ENRICO BUEMI. Che a Crotone e a Sant'Anna ci fossero questioni non chiare è una questione lontana nel tempo. Io credo che aver fatto qualche ispezione un po’ improvvisa nel 2004-2005... C'erano già dei problemi, procuratore.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  ENRICO BUEMI. Poi, ovviamente, si sono aggravati con l'aggravante numerica.
  Vorrei capire se nei confronti di queste società srl o cooperative è stata assunta qualche iniziativa di carattere commissariale o no e se la Guardia di finanza ha fatto anche una verifica di compatibilità di bilancio. I flussi finanziari erano da questi soggetti verso Lampedusa o viceversa?
  Se sono nella direzione Calabria-Sicilia, bisognerebbe probabilmente interrogarsi sul perché.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Nel 2014, si è rinvenuto un bonifico che la fraternita di Isola Capo Rizzuto ha destinato a un'impresa sociale denominata «Nuova Lampedusa Accoglienza», per l'importo di 108.000 euro.

  ENRICO BUEMI. Ecco, il flusso è da Crotone verso la Sicilia.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  ENRICO BUEMI. Ha bisogno di una spiegazione.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  ENRICO BUEMI. Al di là della fatturazione falsa. Perché c'è questo rapporto con la realtà imprenditorial-cooperativa di Lampedusa?
  Sempre ricordando una mia ispezione un po’ improvvisa a Lampedusa, le evidenze di una situazione inaccettabile sono lontana, anche lì, nel tempo.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  ENRICO BUEMI. Lei ricorderà le docce fatte con la gomma per bagnare il giardino degli immigrati e simili.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  ENRICO BUEMI. Vorrei tornare alla questione relativa alle due società, la srl e la cooperativa: queste hanno avuto una verifica anche di bilancio? Potrebbe esserci anche il rischio di un fallimento, con la bancarotta fraudolenta.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. C'è un altro dato, per completare la risposta: la Quadrifoglio srl riceveva dalla fraternita di Isola Capo Rizzuto 100.000 euro quale acconto, fatture e gestione centro di accoglienza di Lampedusa e centro di accoglienza Sant'Anna.

  ENRICO BUEMI. Faccio l'ultima considerazione sulle stazioni appaltanti.
  La questione, mi permetto di dire – l'ho detto ieri in una discussione su altra questione e lo ribadisco oggi qui – è nazionale.

Pag. 8

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Certo.

  ENRICO BUEMI. In particolare, e lo dico al procuratore distrettuale di Catanzaro, la sanità calabrese deve essere presa per le corna.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Io non parlo mai prima.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Io glielo chiesi. Si ricorda che glielo chiesi? Mi ha detto che non c'era nessuna indagine.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Che cosa voleva, che le dicessi di sì? Non volevo poi avere lo scrupolo di coscienza. L'avrei messa in difficoltà.

  CARLO GIOVANARDI. Vorrei conoscere dal procuratore se la cosca Arena ha interessi anche, oltre a quelli citati, nel traffico degli stupefacenti, se deriva la sua potenza anche da questo tipo di attività e se, visto che l'argomento è di grande attualità... Venticinque anni fa, Paolo Borsellino andava nelle scuole a dire che la criminalità organizzata sarebbe stata favorita dalla liberalizzazione della droga.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  CARLO GIOVANARDI. Sono passati venticinque anni. Adesso, in prima linea, come è lei, procuratore, ritiene che questa liberalizzazione di cui si parla danneggi o favorisca la criminalità organizzata?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Intanto, dobbiamo vedere questo dato: lei si riferisce alle droghe cosiddette leggere o alle droghe in genere?

  CARLO GIOVANARDI. Alle droghe. Anche a quelle leggere.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sa perché le faccio questa domanda? In una trasmissione televisiva, un parlamentare di questa Repubblica ha detto che lui era favorevole anche alla legalizzazione della cocaina. A quel punto, ho risposto che la cocaina è come il bergamotto, che si produce da Villa San Giovanni a Gioiosa Ionica, quindi sulla costa ionica.
  La cocaina si produce allo stato solo in Colombia, Bolivia e Perù. Siccome è controllata dai cocaleros, i cartelli colombiani, dalla mafia messicana del cartello del Golfo, chiedo: «Lo Stato italiano fa un contratto con quelli che rimangono delle FARC, delle AUC, e compriamo la cocaina?», stando alla sua risposta sulla legalizzazione della cocaina.
  Io penso che lei sia interessato, voi siate interessati alla legalizzazione della cosiddetta droga leggera. Dico cosiddetta perché la marijuana di oggi non è quella di 40 anni fa. Oggi, è modificata geneticamente, ha un principio attivo altissimo, come nelle tabelle che riguardano la cocaina o l'eroina.
  Perché io non sono favorevole alla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere? Vi elenco i motivi.
  È stato detto che legalizzando le droghe leggere allontaniamo i giovani dalla droga, dalla criminalità organizzata.

  PRESIDENTE. No, sarebbe un modo per combattere la criminalità organizzata.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. No, aspetti, presidente. Io su queste cose sono attentissimo, ho la memoria degli elefanti. Quello è un altro passaggio, e poi le rispondo anche all'altro passaggio.
  È stato detto che legalizzando la marijuana e l’hashish si allontanano i giovani dalla criminalità organizzata. Questo è un primo punto.
  Io ho cercato di capire e mi sono scervellato. Se questo disegno di legge dice che la droga può essere venduta a chi ha 18 anni, siccome la marijuana si consuma nelle scuole medie e nei licei... No, nei licei si comincia a consumare cocaina. Siccome Pag. 9nelle scuole medie si consuma la marijuana, mi spiegate come i giovani starebbero lontani dalla criminalità organizzata se non possono andare a comprarla in farmacia perché non hanno 18 anni? Questa è la prima risposta a questa grande idea.
  Passo alla seconda osservazione. Se legalizziamo le droghe leggere, distogliamo la polizia giudiziaria – è stato detto – da questo contrasto, considerando la vendita della marijuana un reato bagatellare, e la polizia giudiziaria si concentra su cose serie.
  Guardate come non sta in piedi nemmeno questo discorso.
  Immaginate che quest'aula sia una piazza. L'organizzazione criminale che la controlla si comporta come un negozio di generi alimentari, nei quali si vendono pasta, pane, sale, olio, aceto, d'accordo? Un negozio di generi alimentari diversifica l'attività. Se io organizzazione criminale ho il controllo di questa piazza, mettiamo la legalizzazione di marijuana, hashish e cannabis: rimangono eroina, cocaina ed ecstasy. La piazza, quindi, la controllo lo stesso, perché vendo altri tre prodotti. Ho nel mio ventaglio altri tre prodotti da vendere. Non risolvo il problema. Non distolgo la polizia giudiziaria da quella piazza, da quell'indagine, da quel contrasto.
  Poi si dice che, se legalizziamo la marijuana e l’hashish, impoveriamo le mafie, ma impoveriamo le mafie in che percentuale? Secondo gli ultimi dati, abbiamo l'80 per cento dei tossicodipendenti che usano cocaina, poi abbiamo ormai un altro 7-8 per cento che consuma eroina, perché c'è stato un aumento del 2-3 per cento del consumo di eroina e vi dico perché.
  La guerra in Afghanistan è servita solo ad arricchire i talebani. In questo momento, in Afghanistan ci sono tonnellate di eroina ferme, in attesa di inondare l'Europa, al punto che oggi l'eroina costa 20-25 euro al grammo a fronte dei 50 euro al grammo e al punto che oggi l'eroina si aspira come la cocaina. Ha un effetto più ritardato, perché non si fa in endovena, quindi non arriva subito in circolo, ma costa talmente poco che ci possiamo permettere di aspirarla. L'eroina costa, quindi, la metà della cocaina. C'è quest'aumento dell'eroina.
  Ovviamente, il rimanente è marijuana e droghe sintetiche. Il problema delle droghe sintetiche – badate – è la cosa più difficile in assoluto da contrastare. Se ci pensate, la cosa più difficile da contrastare, forse impossibile da contrastare, sono le droghe sintetiche.
  Noi possiamo combattere il 100 per cento della produzione di cocaina. Basterebbe solo la volontà politica. Siccome si produce solo in Colombia, Bolivia e Perù e siccome quello della cocaina è un problema sovranazionale, che riguarda tutto il mondo occidentale, basterebbe che il mondo occidentale si mettesse d'accordo all'ONU, che venisse considerato un problema sovranazionale e che l'ONU mandasse i Caschi blu nella Foresta amazzonica a fare gli sradicamenti, gli affumicamenti. Potrebbero distruggere il 100 per cento delle piante di cocaina in questi tre Stati.
  Lo stesso discorso vale per l'eroina, che si produce solo in alcune parti del mondo, non si produce dappertutto.
  Ancora più complessa è la marijuana, che si produce soprattutto in Calabria, ora in Basilicata e in Albania. Oggi, metà dell'Albania è coltivata a marijuana, metà dell'Albania.
  L'Italia ha fatto degli sforzi, il comandante generale della Guardia di finanza è stato più volte in Albania, ha trattato, ha parlato, ha mandato anche degli aerei per visionare, ma per il problema della marijuana in Albania è molto difficile operare, perché c'è un'altissima corruttela, altissima.
  L'Italia ha speso tanti soldi. Pensate che anni fa l'Italia ha costruito un carcere per mandare i detenuti albanesi in Italia. Gliel'ha costruito e ora il carcere è pieno di detenuti albanesi, quindi gli abbiamo costruito un carcere gratis. In questo momento, in Albania abbiamo una grande difficoltà a operare e a contrastare. L'ultimo sequestro che abbiamo fatto di marijuana è di 6 tonnellate nel canale di Otranto.
  Si dice che impoveriremmo le mafie. Guardate, se l'80 per cento usa cocaina e Pag. 10un grammo di cocaina costa 50 euro, al mercato nero un grammo di marijuana costa 4 euro: quale sarebbe il mancato guadagno se il 10 per cento usa in modo sistematico marijuana? Impoveriremmo il 10 per cento che paga 4 euro al grammo la droga a fronte dell'80 per cento che paga 50 euro al grammo la droga. Rispetto all'affare della cocaina, per la vendita della marijuana il guadagno è ridicolo, è risibile rispetto ai guadagni per la cocaina da parte delle organizzazioni criminali.
  Poi alcuni parlamentari hanno sostenuto, purtroppo anche in delle scuole, in dei licei, che la marijuana non fa male, che la marijuana non crea dipendenza. Questo mi ha molto scandalizzato e dispiaciuto. Ero presente e ho risposto quanto ho potuto, ma è molto grave andare nelle scuole a dire... Sappiamo, invece, che non esiste studio internazionale che affermi che la marijuana non crea dipendenza. Non esiste nessuno studio.

  FRANCESCO D'UVA. Neanche che la crea.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Certo che la crea, e ora le spiego perché.
  Molti parlamentari utilizzano come argomento – forse sbagliano Stato – l'università del Colorado. Voi sapete che dal 2012 nel Colorado è stato legalizzato l'uso della marijuana. Dal 2012, è stato fatto uno studio nel 2014 per vedere che cosa fosse successo in quei due anni, poi nel 2016. Se andate su Internet, trovate questo studio. Ho dimenticato la copia. Mi ero fatto una fotocopia.
  Che cosa è accaduto in questi due anni?
  Si è verificato un aumento degli incidenti stradali del 36 per cento, di persone incensurate, cui hanno fatto il narcotest e che sono risultate sotto l'effetto di stupefacenti, di marijuana. Il 36 per cento. C'è stato un aumento degli omicidi del 6 per cento.
  Secondo questo studio dell'università del Colorado, l'uso sistematico di marijuana porta da adulti a un aumento della schizofrenia del 25 per cento. Questi sono dati scientifici di uno Stato che ha legalizzato la marijuana.

  PRESIDENTE. Con la cannabis è la stessa cosa?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Certo, perché il derivato, il principio attivo è lo stesso, la derivazione è la stessa, quindi non riesco a capire.
  Poi non riesco a capire un'altra cosa, se sul piano etico uno Stato può legalizzare ciò che scientificamente si sa far male.

  FRANCESCO D'UVA. Le sigarette e l'alcool?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Anche, ma c'è un approccio diverso: se io bevo un bicchiere di vino, non lo bevo per ubriacarmi; se io fumo una canna, lo faccio per sballarmi. È l'approccio che è diverso. Tenetelo presente, questo! Se io bevo vino, non lo bevo per forza per ubriacarmi, ma se vado a fumare droga, se vado a fumare marijuana, lo faccio per sballarmi. Qual è l'effetto della marijuana? È di stordirsi, di non ricordarsi che cosa si è fatto la sera prima.

  FRANCESCO D'UVA. Mi scusi, ma anche i superalcolici hanno lo stesso effetto. No? Gli alcolisti non esistono, non esiste dipendenza da alcol. Comunque, la dipendenza dall'alcol è fisica, la dipendenza dalla marijuana non è fisica. La dipendenza da THC è solo psicologica, o psichiatrica, per l'esattezza.

  PRESIDENTE. Fermiamoci un minuto. Onorevole D'Uva, è la prima volta che prende la parola senza chiedermela, mi meraviglio di lei, ma capisco...
  Il procuratore sta rispondendo a una domanda che gli ha formulato il senatore Giovanardi. Non era oggetto specifico di quest'audizione, ma sicuramente questa Commissione ha un interesse sull'argomento. Domani presenteremo la relazione del Procuratore nazionale antimafia dove Pag. 11si sostengono, per esempio, tesi praticamente opposte a quelle che ha illustrato, quindi non possiamo far finta di niente su quest'argomento.
  Il procuratore sta rispondendo e io pregherei che completasse. Quello che interessa molto a questa Commissione – a questo punto, mi inserisco anch'io nella domanda – è il tema della legalizzazione, procuratore. Poi ci sono considerazioni di tipo sanitario che faranno altre Commissioni. A noi interessa un tema: ha un fondamento sostenere che la legalizzazione è uno strumento per combattere le mafie?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Assolutamente, no.

  PRESIDENTE. Questo è quello che interessa in maniera esplicita noi.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. È un approccio perdente. Vuol dire: alzo bandiera bianca, ripiego nel legalizzare la droga perché non sono in grado di contrastarla. Che discorso è questo?

  ERNESTO CARBONE. Anche la rapina.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Certo. Noi dobbiamo, invece, porci un'altra domanda: se il legislatore, se i ministeri, quindi i Governi, ci danno degli strumenti proporzionati alla realtà criminale. Questa è la risposta che bisogna dare, non dire che, siccome non si è in grado di contrastarla, la si legalizza. Che discorsi sono questi? Non mi paiono discorsi che si possano fare a certi livelli. Magari si può al bar dello sport, ma non in Parlamento, non in magistratura. Non sono questi i discorsi da fare.
  Ovviamente, per rispondere, io sono contrario a ogni cosa che crei dipendenza. Dipendere da qualcosa vuol dire debolezza, vuol dire ricatto. Non sappiamo sulle nostre teste gente che è dipendente da qualche sostanza, da qualcosa, quante volte viene ricattata e quante volte firma un provvedimento sotto ricatto.

  PRESIDENTE. L'altro aspetto che interessa, credo, la Commissione è quello per cui lo Stato che legalizza entra in competizione con le mafie.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Guardi, secondo uno studio, legalizzando la marijuana, in farmacia costerebbe 12 euro al grammo. Andando a regime, possiamo scendere a 10 euro al grammo. Ma se al mercato nero costa 4 euro, ma se il tossicodipendente non ha i soldi per comprare le sigarette e si compra le cartine e il tabacco perché le sigarette fatte a mano costano meno, immaginate se il tossicodipendente va in farmacia a comprare la marijuana a 10 o a 12 euro quando al mercato nero sotto casa ce l'ha a 4 euro.

  PRESIDENTE. Se, però, procuratore, questa fosse una scelta internazionale, qualche risultato lo otterremmo o no? Una sorta di scelta...

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Ci sarebbe una diminuzione del guadagno possiamo dire del 50 per cento di quel 10 per cento che usa marijuana. Allora, per analogia legalizziamo la cocaina. Mettiamoci d'accordo con le FARC e con le AUC colombiane e facciamo arrivare delle navi di cocaina qui, con l'Italia capofila per l'Europa e tutto il mondo occidentale. E risolviamo il problema del debito pubblico.

  PRESIDENTE. Do la parola a Buemi, che me l'ha richiesta. L'argomento del CARA? Le ho già dato la parola o no? Il senatore Giovanardi non ha altre domande da fare. Sull'argomento l'onorevole D'Uva voleva fare una domanda? Vorrebbe fare un intervento, confutare le tesi: da chimico o da...

  FRANCESCO D'UVA. Da chimico, presidente.

  PRESIDENTE. Questa, allora, la fa in Commissione affari sociali.

Pag. 12

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, semplicemente sulla dipendenza fisica non c'è alcuna prova assoluta. C'è su quella psicologica... Non c'è, non c'è alcuna prova...

  PRESIDENTE. Io direi di concludere qua. Onorevole D'Uva, chiudiamola qua. Torneremo su questo. Torniamo al tema del procuratore distrettuale di Catanzaro, Isola Capo Rizzuto e tutto il resto. Sul tema darei prima la parola a Carbone, a Magorno, a Molinari...

  ENRICO BUEMI. Vorrei avere qualche indicazione in più sulla questione evocata dell'interesse a partecipare alla gara.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì, nell'intercettazione è emerso quest'interesse, ma poi non hanno partecipato alla gara.

  ENRICO BUEMI. Quale era il soggetto che voleva...

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sempre questi della Quadrifoglio.

  ENRICO BUEMI. Proprio la Quadrifoglio.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì, era interessata a partecipare.

  PRESIDENTE. La Quadrifoglio partecipò anche alla società sportiva?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. No, quella era un'altra società, quella dei videogiochi. Le era stato chiesto di sponsorizzare la squadra di Isola Capo Rizzuto, che poi quest'anno è anche salita.

  ERNESTO CARBONE. Dottor Gratteri, lei ha fatto riferimento ai primi fatti del 2004, quindi sto parlando di tredici anni fa. Poi ha chiaramente detto che sicuramente c'è stata, nel corso di questi 12-13 anni, una responsabilità, probabilmente per omesso controllo, della prefettura, e di conseguenza di tutti i prefetti che si sono poi succeduti negli anni a Crotone.
  Le faccio due domande, poi una terza. In questi 13 anni, le procure di Crotone e di Catanzaro dove erano?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Ancora sono in vita. Li convochi e glielo chieda.

  ERNESTO CARBONE. Perfetto. Grazie per la risposta.
  In secondo luogo, si è parlato di prefettura, ma, come ho detto, sono poi i prefetti che si sono susseguiti negli anni: secondo lei, è verosimile una responsabilità anche indiretta a livello nazionale per omesso controllo sulla prefettura stessa, che a sua volta non controllava il CARA?
  In ultimo, ho una curiosità: chi gestisce oggi il CARA; chi controlla la gestione attuale del CARA di Crotone?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Io ho avuto grandi difficoltà coi miei colleghi a raccapezzarmi, a capire questi tredici anni di storia giudiziaria e paragiudiziaria del CARA di Isola Capo Rizzuto. Ripeto che era una delle cose più importanti a Catanzaro, ma anche sul piano etico mi disturbava sapere che si speculava su chi ha bisogno, su chi è in difficoltà. È una cosa brutta anche sul piano etico.
  Guardate che abbiamo fatto uno sforzo titanico in quest'anno. L'indagine non l'ho fatta solo io. L'hanno fatta il dottor Ruberto, il dottor Guarascio, il dottor Prontera, il dottor Capomolla. È una cosa enorme. Ognuno ha fatto un pezzo. Il mio compito è stato quello di tirare la rete, ma soprattutto di stare addosso ogni mattina in modo ossessivo per chiudere e chiudere, perché quest'indagine non si chiudeva mai.
  Per me, sul piano tecnico non è un'indagine perfetta come mi sarebbe piaciuto avere o fare. State tranquilli che ci sono prove, non gravi indizi di colpevolezza – ci mancherebbe altro – su chi abbiamo arrestato, Pag. 13 ma è ovvio che si poteva fare di più e si poteva anche chiudere anni orsono. Io non ero a Catanzaro, non ero procuratore di Crotone, né ero procuratore di Catanzaro.
  Quello che ho fatto, salendo a Roma anche a spese mie, è stato andare dal comandante generale dei Carabinieri, dal comandante del ROS, dal comandante generale della Guardia di finanza a chiedere uomini capaci, intelligenti, preparati, e più uomini. Li ho avuti. Li ho ottenuti, e li ringrazio ancora per questa grande sensibilità del comandante generale dei Carabinieri e del comandante generale della Guardia di finanza, che ci hanno consentito di cambiare quasi tutti i vertici di quattro province del distretto di Catanzaro, un'operazione in un anno incredibile, mai fatta, mai avuta, ovviamente oltre al vostro contributo, che avete dato come Commissione antimafia, alla sensibilità del Ministro Orlando, del capo di gabinetto Melillo per l'aumento della pianta organica. Anche voi ci avete aiutato, e io vi ringrazio di questo.
  Capisco queste domande. Me le sono fatte pure io. Ovviamente, io non posso andare lì a vedere se il procuratore ha fatto o non ha fatto. L'articolo 11 del codice di procedura penale me lo impedisce, ma è ovvio che sulla prefettura sto attento e cercherò di capire che cos'è accaduto.

  PRESIDENTE. Ricordo che c'è un'inchiesta disposta dal Ministro Minniti, come ci ha detto qui.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Il giorno dopo gli arresti, ho detto al direttore dello SCO di andare a vedere che succedeva alla prefettura di Crotone, proprio perché ho ancora nelle orecchie l'intercettazione di quella componente della commissione che è uscita alterata dalla commissione stessa.
  Quanto alla gestione del CARA, noi abbiamo nominato degli amministratori giudiziari per tutte queste attività che sono state sequestrate, anche le cooperative e la gestione di questo Quadrifoglio, di queste aziende. Ci sono i commissari che si stanno interfacciando con la prefettura...

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. La Misericordia c'è sempre?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. La Misericordia c'è come associazione al CARA, ma non gestisce più queste società. I soldi sono nel catering.

  PRESIDENTE. Un'amministrazione giudiziaria.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sì.

  ERNESTO MAGORNO. Sarò brevissimo.
  A proposito di dipendenza, mi sembra, anche per le cose che ho ascoltato dai colleghi, ma soprattutto per le cose che ha detto lei, dottore Gratteri, che ci sia una sorta di dipendenza dal CARA di Isola Capo Rizzuto nella provincia di Crotone più in generale. Mi sorge un dubbio. Glielo chiedo, non so se mi può rispondere: i ritardi forse non sono stati anche dovuti a questa dipendenza che c'era da chi gestiva il CARA e dalla mole di reddito che «produceva» il CARA da quelle parti? Anche per le reazioni o per le mancate reazioni subito dopo i fatti, credo che lei abbia chiuso quest'indagine tirando la rete, ma fa capire che questa rete poteva essere tirata anche prima se qualcuno l'avesse tirata.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Certamente.

  ERNESTO MAGORNO. Quando questa dipendenza ha provocato i ritardi che ci sono stati nella chiusura di quest'indagine?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Mediamente, un'indagine dura due anni, anche perché il codice non lo consente. L'indagine di distrettuale antimafia dura al massimo due anni. Oltre i due anni non si può andare. Pag. 14
  Quando si inizia un'indagine, tuttora, dopo due anni la chiudi. Io penso che sicuramente si potesse chiudere prima, ovviamente se ci fossero stati più uomini e più mezzi. Calcolate che nella procura di Catanzaro ogni sostituto ha 1.150 fascicoli, mentre a Palermo ogni sostituto ha 200 fascicoli, a Locri ogni sostituto ne ha 200, e nessuno mai ci ha messo mano, nessuno dei ministri che si sono succeduti, dei parlamentari che c'erano, hanno fatto le barricate per potenziare la procura distrettuale di Catanzaro.
  Voi conoscete i vuoti di organico che ci sono delle Forze dell'ordine. Queste cose contribuiscono, ma è ovvio che il CARA è un indotto non solo sul piano economico, ma anche su quello elettorale. È ovvio che tutti si attaccano al CARA, che è un'attività, certo.

  FRANCESCO MOLINARI. La ringrazio per il lavoro che sta facendo, soprattutto di carattere organizzativo, da quanto capiamo, per cui ha dovuto riorganizzare un po’ tutto.
  Vorrei sapere se questa finestra che ha aperto sulla Misericordia si sta portando anche agli appalti che ha sul settore emergenza, 118 e caro estinto. Da quello che sappiamo, è uno degli imprenditori più presenti in quella zona, soprattutto per quanto riguarda tutta la fascia che arriva fino al vibonese e interessa la Misericordia.
  In secondo luogo, relativamente al parco eolico, conosciamo la storia. Chi aveva iniziato adesso sta facendo il sindaco a Napoli: vorrei sapere se questo avrà dei risvolti, visto che si è rimesso mano. Adesso sappiamo che c'è stata la confisca, quindi abbiamo tolto tutto, e si avranno anche altri riscontri.
  Vengo alla terza questione, non legata alla vicenda su cui oggi è venuto qui a relazionarci, ma ne approfitto: sta cominciando a mettere mano sull'infiltrazione ’ndranghetista sul Tirreno cosentino?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Le posso rispondere solo alla seconda domanda, e le dico che, per quanto riguarda il parco eolico, questa è la terza volta, ma per tre volte è stato sequestrato e poi dissequestrato. Questa volta nell'arco di un anno siamo riusciti a sequestrarlo e a farlo confiscare, quindi è entrato nel patrimonio dello Stato, per un valore di 350 milioni di euro. Ha un reddito di cui non avete idea, grande redditività. È un grande guadagno per lo Stato.
  È un grande successo anche sul piano della procura distrettuale di Catanzaro. La provincia di Crotone sembrava un buco nero. Non si riusciva a «portare a casa» un successo. Ogni cosa andava male.
  Per il futuro, le posso dire che molte cose cambieranno. Cambierà anche un po’ di mentalità in Calabria, soprattutto da parte degli uomini delle istituzioni. Cambieranno passo e approccio. Per certi versi, esagerando, possiamo dire che la ricreazione è finita.

  LAURA GARAVINI. Procuratore, ci può dare qualche dettaglio aggiuntivo su quest'eccesso di aziende che si occupano di gioco a Malta, sui contatti relativamente all'inchiesta che avete svolto? Quando faceva quest'appello, o questo preciso richiamo, anche all'amministrazione e alla politica di maggiore attenzione, a che cosa faceva riferimento in particolare?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Abbiamo fatto una rogatoria internazionale con Malta e ancora non ci ha risposto. L'abbiamo sollecitata anche attraverso la Procura nazionale antimafia. Proprio ieri, ho partecipato a una riunione, perché non è concepibile che un Paese così vicino, con cui si hanno rapporti così cordiali, così intimi, non ci risponda. Io ho più facilità con la Colombia e col Perù che non con Malta. Non riesco a capire. Mi riferivo a questo.

  LAURA GARAVINI. Diceva poi che la politica e l'amministrazione devono essere maggiormente sensibili proprio su questa questione: in che modo noi potremmo sollecitare...

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  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. «Sensibile» con riferimento, ad esempio, all'organico delle Forze dell'ordine.
  Immagini il distretto di Catanzaro come una grande prateria dove non si è mai piantato niente. C'è tanto da fare, creda, c'è tanto da fare. Molte indagini non le posso fare perché non ho con chi farle. Ora anche la Polizia di Stato – in un giorno, hanno cambiato tre dirigenti di squadre mobili e il questore di Cosenza – è in grande difficoltà. Ora, come la manna dal cielo stiamo aspettando che si concluda questo concorso di ispettori per avere qualche ispettore, ma c'è un problema di pianta organica. Se io avessi 100 uomini in più... È anche una questione di distribuzione di uomini.
  Bisognerebbe anche cominciare – voi ne avete il potere – a entrare nel merito delle cose, a capire per quale motivo. Se andate in certi uffici giudiziari, alle ore 14 non trovate nessuno, e ogni magistrato ha 200 fascicoli. A Catanzaro, io ho cinque o sei colleghi che il sabato e la domenica sono in ufficio, e questi ragazzi hanno da 800 a 1.150 fascicoli, dati aggiornati di ieri. Vi sembra serio in uno Stato, vi sembra giusto, continuare ad avere queste disparità?

  ENRICO BUEMI. Fascicoli antimafia?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Notizie di reato.

  ENRICO BUEMI. Di competenza della distrettuale?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Della distrettuale e della procura ordinaria del circondario di Catanzaro. Questa è la grande difficoltà.
  Oggi, se avessi più uomini e più mezzi... Pensate che il 2 novembre arriveranno sei sostituti in più e nel mentre arriverà l'altro aggiunto, quindi avrò 24 sostituti e 12 aggiunti. Il giorno in cui mi sono insediato c'erano sei sostituti della DDA, il 16 maggio 2016. Il 2 novembre 2017 metterò alla DDA 12 sostituti, quindi raddoppierò i sostituti, ma non ho cancellieri, non ho con chi lavorare, quindi devo prendere le sezioni di polizia giudiziaria, che, anziché fare indagini, verranno in ufficio e faranno i segretari, i cancellieri e i commessi, altrimenti devo chiudere la procura.
  Stiamo pagando oggi i ritardi degli anni passati, quando non si sono fatti più concorsi. Una volta, si facevano concorsi per i carabinieri di 1000-1.200 l'anno; ora, si fanno concorsi per 400 carabinieri. Non si riesce a coprire quelli che vanno in pensione. Queste sono le cose sulle quali discutere.
  Bisogna cominciare a pensare a dove si consumano soldi, a dove si può fare a meno e a dove, invece, c'è da spendere, cominciare a rivedere la distribuzione dei magistrati e delle forze dell'ordine in Italia. Non possiamo campare in nome di Falcone e Borsellino. Mi rendo conto di dire cose pesanti. Io penso che Falcone e Borsellino fossero due fuoriclasse, due persone superiori alla media, che hanno capito le cose vent'anni prima degli altri, per questo erano invidiati da tutti e combattuti da tutti in vita, anche dai magistrati del distretto di Palermo.
  Detto questo, però, punto e a capo, non è possibile che in Sicilia ci siano quattro corti d'appello con 5 milioni di abitanti e non è possibile che ci sia ogni 40 chilometri un tribunale. Cominciamo a razionalizzare le spese, anche come forze dell'ordine. Non ne parliamo di forze dell'ordine. Andate a vedere quanti sono i ROS in certi posti e quanti sono a Catanzaro. Io vi posso dire che a Catanzaro sono 48 persone, e stiamo facendo tante cose belle e importanti. Andate in altri posti e vedete quanti uomini del ROS ci sono nei centri ROS.

  PRESIDENTE. Procuratore, secondo me, se non sbaglio, l'onorevole Garavini faceva riferimento forse anche alla poca sensibilità proprio sul tema dei giochi. Oltre all'aspetto repressivo, se ci sono anche delle regole...

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Quello che posso dire...

  PRESIDENTE. Credo che questo interessi anche il senatore Vaccari.

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  STEFANO VACCARI. Posso integrare?

  PRESIDENTE. Sì.

  STEFANO VACCARI. Nell'ultima audizione che abbiamo fatto del dottor Peleggi, il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, è emersa la questione che lei giustamente ci ha ricordato. Abbiamo chiesto anche a lui quali potevano essere gli sforzi che come Commissione potevamo fare, oltre che sollecitare loro come Agenzia delle dogane a intensificare i rapporti di collaborazione con le autorità maltesi. La domanda, per integrare quella che ha fatto la collega Garavini, è: in che modo come Commissione possiamo essere d'aiuto sul tema?
  Noi abbiamo fatto una fotografia importante con la relazione sui giochi che abbiamo prodotto e con le proposte di correzione della normativa, ma le chiedo se ci sono secondo lei alcune cose nello specifico che possiamo fare.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Le rogatorie sono soprattutto la volontà politica, l'indirizzo che si dà a rispondere o a non rispondere. Se Malta decide di non collaborare con l'Italia e mi risponde dopo sei mesi, un anno, dopo che ho chiuso l'indagine, non mi serve a nulla. Questo è un tipo di risposta che si dovrebbe dare on line: non credo che a Malta ci sia tanto da fare, tanto da lavorare. È solo una scelta quella di non rispondere. Sul piano procedurale, non abbiamo problemi. È la volontà, è la sensibilità da parte di Malta di rispondere su questo tema.
  Stiamo facendo anche delle indagini sul gioco on line. Ci sono delle organizzazioni criminali che intervengono non solo sul racket delle macchinette da imporre negli esercizi commerciali – non vi dico niente di nuovo – ma anche sul truccare queste macchinette. Il 90 per cento di queste è truccato.

  LAURA GARAVINI. Quello relativo alle rogatorie internazionali è un problema che riscontrate soltanto con Malta o è più legato alla modalità stessa dell'ottenimento delle rogatorie internazionali?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Ovviamente, in Europa utilizziamo il trattato di Schengen, quindi parliamo direttamente con la procura del luogo e bene o male riusciamo ad avere contatti. Con gli Stati Uniti non abbiamo problemi, perché abbiamo un trattato bilaterale. Ora speriamo che si concluda la procedura per questo trattato bilaterale con la Colombia molto importante, che è fatto molto bene.
  È solo questione di tempo e di sensibilità. Sul piano normativo, l'unica modifica che si potrebbe fare sono le rogatorie passive. È una cosa che non siamo riusciti a far cambiare, una cosa così banale.
  Pensate che quando una procura straniera fa una richiesta di rogatoria per mettere i telefoni sotto controllo in Italia o per acquisire un documento, non la può fare alla procura. Vi rendete conto? La fa alla corte d'appello. E prima che arrivi sul tavolo giusto fa dieci giri, e si perdono due mesi. È una cosa banale da modificare, questa, sul piano normativo, non ci vuole nulla. Ogni volta ho cercato di farla infilare in qualche pacchetto dove si parla di modifiche normative. Le rogatorie passive sono di una farraginosità spaventosa, anche perché spesso capita al magistrato sbagliato, viene dato a un magistrato della procura ordinaria e si tratta di processi di mafia. Facciamo pure brutte figure con l'estero.

  RICCARDO NUTI. In merito ad amministratori giudiziari, sequestri e confische, ci può dare una sua opinione sul testo che si sta votando, il nuovo codice antimafia riguardo ai beni confiscati e tutto il mondo dei sequestri, considerando che mancano parti come la destinazione anticipata, strumenti che nel lavoro che aveva fatto la sua commissione c'erano?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Io non conosco nel dettaglio il lavoro che state votando. Le posso dire, però, che già nell'articolato di legge della mia commissione, prima ancora che succedessero i cosiddetti fatti di Palermo, ci eravamo posti il problema degli amministratori giudiziari. Pag. 17Avevamo pensato di creare un albo unico nazionale e di distribuire gli incarichi non in modo numerico (uno a te, uno a te, uno a te), ma per quote di valore.
  Se io magistrato voglio favorire un mio amico commercialista o avvocato, che cosa faccio? Do l'amministrazione della bottega a quello che non conosco. Il giorno dopo sequestriamo il grande supermercato e lo do da gestire al mio amico, e poi gli liquido un milione, 2 milioni, 3 milioni di euro.
  Dobbiamo stare attenti, nella gestione, a diminuire il potere discrezionale del magistrato, in modo che il magistrato sia vincolato, obbligato a creare delle quote, non dico all'euro, ma a non creare una grande sproporzione, a non avere questa grande fisarmonica e a evitare concentrazioni, centri di potere. Poi bisogna assolutamente stare attenti a impedire qualsiasi tipo di contatto anche parentale, amicale, anche a fine anno alla festa di Capodanno, tra il magistrato e l'amministratore giudiziario. Si tratta di somme enormi. Si tratta di nuovi mestieri.
  La gestione del sequestro dei beni confiscati andrà ad aumentare a mano a mano che passeranno gli anni. Grazie a voi parlamentari, c'è stata una grande evoluzione e una grande possibilità di sequestrare i beni ai mafiosi. Negli ultimi dieci anni, avete fatto passi da gigante, siete andati certe volte anche oltre quello che noi magistrati speravamo. Su sequestro e confisca l'Italia è molto avanti rispetto a quasi tutti i Paesi. Questa per noi è una cosa importante. Speriamo si possa conservare. Io ho paura che qualche giorno si alzi la CEDU e ci faccia qualche sorpresa. Per ora, va bene così, ma l'Agenzia dei beni confiscati e gli amministratori giudiziari vanno affinati, bisogna intervenire in modo serio per evitare che succedano cose spiacevoli.

  PRESIDENTE. Ringrazio il procuratore anche per questa risposta.
  Vorrei precisare, primo, che abbiamo introdotto nelle nomine degli amministratori giudiziari i criteri di incompatibilità; secondo, anche se contro il parere della Commissione è stato introdotto un criterio quantitativo nell'assegnazione agli amministratori giudiziari, c'è un esplicito riferimento al volume di affari, di valore.
  Quando si introducono criteri quantitativi, immediatamente si sminuiscono quelli qualitativi, quindi la Commissione era contraria, ma siccome era un momento post-Palermo, allora si pensava che mettere il numero tre, tre pizzerie contro il sequestro di una grande azienda, fosse sullo stesso piano. Abbiamo messo la rotazione, ma c'è un esplicito riferimento al volume degli affari.
  Per quanto riguarda l'Agenzia, tutti noi avremmo auspicato e auspichiamo tuttora investimenti sull'Agenzia, che ha bisogno di personale qualificato per agire in questo senso. Naturalmente, intanto è importante che il provvedimento passi, perché ci sono passi avanti molto importanti. Ci auguriamo che nella prossima legge di bilancio si possa fare interventi per fare degli investimenti nell'Agenzia e per la ristrutturazione degli immobili, per la gestione delle aziende, dopo un'accurata indagine e dopo che l'amministratore giudiziario è stato obbligato/coadiuvato dall'Agenzia a presentare entro 30 giorni un piano di rilancio della stessa impresa.
  Noi avevamo letto bene le proposte della commissione Gratteri. Giudico tardive, fuori posto e anche sbagliate e fuorvianti alcune critiche che stanno arrivando in questo momento da parte di chi fa parte di questa Commissione, fa parte del Parlamento, ha potuto partecipare alla discussione alla Camera, e non si può permettere in questo momento di insinuare che tutto questo lavoro non è stato fatto con serietà e stando proprio attenti anche alle anomalie che si erano verificate.
  Credo che l'approvazione in questo momento sia un fatto molto importante. Se c'era qualcuno che voleva migliorare il provvedimento, aveva tempo per farlo, soprattutto quando era nella propria Camera, e non adesso che è in un'altra.

  CARLO GIOVANARDI. Aiuta, però... spendere tutto questo meccanismo speciale e anche tutti i reati contro la pubblica amministrazione, come prevede l'articolo 1?

Pag. 18

  PRESIDENTE. Abbiamo previsto nel nostro disegno di legge che venga estesa la corruzione...

  CARLO GIOVANARDI. A tutti i reati.

  PRESIDENTE. Sì. Credo che, per quanto riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, debba essere inserita l'aggravante mafiosa. Se non c'è quella, io credo che quello possa anche essere tolto. Su questo punto credo che avessimo trovato anche un accordo, in qualche modo. Che sia stato previsto per la corruzione, però, credo che sia sacrosanto e che non debba essere toccato. Sbagliamo?
  Siccome nel disegno di legge era previsto che il sequestro e la confisca fossero previsti anche per i reati contro la pubblica amministrazione... Ci dica il suo parere.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Ovviamente, si può anche applicare il 12-sexies. Ogni qualvolta c'è una condanna, è possibile sequestrare e poi confiscare i beni ancora col 12-sexies, è facilissimo. È più facile l'applicazione del 12-sexies che non la misura di prevenzione. È molto più facile. È molto più lineare e trasparente.
  Quando ero a Reggio Calabria e ora che sono a Catanzaro, in automatico in ogni processo, prima ancora che con la misura di prevenzione, che è più lenta, io procedo con il 12-sexies, sequestro tutto quello che è sproporzione tra reddito e patrimonio effettivo dell'arrestato.

  PRESIDENTE. Se al Senato correggeste il numero tre degli amministratori e rafforzaste... Che sanzioni? Se rafforzaste i criteri qualitativi e quantitativi dal punto di vista del volume degli affari, anziché semplicemente il numero tre, penso che si farebbe un servizio. Io ho votato contro. In Aula, io mi sono alzata e ho votato contro l'emendamento dei tre. Quando si introduce un criterio quantitativo, si neutralizza quello qualitativo, nonostante quelli qualitativi siano stati messi. Si può sempre dire che... tre non è discrezionale, è tre, punto... Siete in grado, se volete, di cambiarlo.

  ENRICO BUEMI. Il problema è se si vuole modificare, presidente, ma io vorrei tornare un attimo sul punto precedente della confisca per reati relativi alla pubblica amministrazione. Ci vuole l'aggravante mafiosa.

  PRESIDENTE. L'abbiamo detto.

  ENRICO BUEMI. Se non c'è quella, allora facciamo un regime speciale per una serie di situazioni...

  PRESIDENTE. Sembrava che facesse parte di una sorta di...

  ENRICO BUEMI. Questo... giustificare quelli che non appartengono a organizzazioni mafiose, ma fanno i corrotti e corrompono.

  PRESIDENTE. La corruzione resta. Il sequestro e la confisca per la corruzione restano.

  ENRICO BUEMI. Attraverso un procedimento di altro tipo, non questo.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. È possibile anche applicare il 12-sexies, per corruzione, concussione, peculato, si può fare.

  PRESIDENTE. Qualcosa in più non guasta.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Io avrei due o tre precisazioni. La prima è una curiosità.
  Perché l'indagine si chiama «Jonny»? Ho letto qualcosa, e allora mi fa piacere avere informazioni più precise.
  Sono poi confortata dal fatto che ci sono prove che non si basa sulla denuncia giornalistica.
  Ribadisco la domanda dell'onorevole Carbone. Oggi, chi gestisce gli accessi, quindi chi conta il numero di persone che entrano ed escono, e quindi anche tutta la gestione della richiesta di asilo? Pag. 19
  Complimenti per la nomina all'OSCE. Ho letto la sua intervista, l'altro giorno, sulla Gazzetta del Sud. La condivido molto, soprattutto la parte che riguarda le verifiche da fare, al di là della partenza dalla Libia, su chi controlla la partenza dal Paese d'origine e l'attraversamento del deserto.
  Sono d'accordo anche sul fatto che forse questa presenza all'OSCE può finalmente aiutare quello su cui anche noi stiamo lavorando, che ci sia un riconoscimento effettivo a livello europeo del reato di associazione mafiosa.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Per quanto riguarda «Jonny», era il miglior investigatore che c'era in quest'indagine, morto di tumore. Fino agli ultimi giorni ha lavorato. Ci veniva normale dedicargli questo lavoro.

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. Come si chiamava?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Al ROS non ci si chiama mai per nome e cognome, sempre col soprannome. Il vero nome di Jonny era Giovanni Tropea.
  Per quanto riguarda la gestione, in questo momento ci sono quattro o cinque amministratori che stanno controllando e gestendo tutto il catering, quindi le spese con cui effettivamente si può guadagnare.
  Per quanto riguarda la Libia...

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Chi gestisce gli arrivi, la permanenza e l'uscita dal CARA?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Non glielo so dire.
  Per quanto riguarda la Libia, penso che il problema dell'immigrazione non sia emergenziale. È sbagliato pensare a un'emergenza. Tra dieci anni, ancora avremo questo «problema». Non è un'emergenza. Con questa situazione geopolitica, l'immigrazione continuerà fino a quando non si svuoterà il Centro Africa.
  Il 98 per cento delle migrazioni parte da quattro Stati del centro Africa. Io sono abituato mentalmente a ragionare sempre a monte, all'origine del problema, non a valle, e concentrarsi sulla Libia per me è un errore.
  Dico che dobbiamo andare in questi quattro Stati del centro Africa, in due modi, anzitutto mandando l'AISE, i servizi segreti che si preoccupano della sicurezza dell'Italia all'estero, e controllando, capendo lì quali sono le organizzazioni criminali che organizzano l'attraversamento del deserto. Noi sentiamo solo parlare dell'attraversamento del Mediterraneo, e invece c'è un problema di attraversamento del deserto.
  Noi abbiamo Frontex che ci conta i morti in mare, ma non abbiamo nessuno che ci conta i morti nel deserto. Dobbiamo andare nel centro Africa a vedere chi organizza queste partenze, quindi interagire con quegli Stati, alcuni dei quali molto corrotti, capire chi organizza e se ci sono delle cointeressenze di quegli Stati, di chi amministra, di chi gestisce quegli Stati. Questa è una cosa difficile e pericolosa. Per questo finora penso non si sia fatta, perché non penso di essere più intelligente degli altri a dire questo. Sono solo meno prudente a dire queste cose.
  Poi bisogna andare con un altro approccio, non con l'approccio coloniale dei Paesi europei, come sempre abbiamo fatto. Bisogna andare rispettando quelle culture come base e con un sesto della spesa di questo pessimo servizio taxi che stiamo facendo nel Mediterraneo e costruire aziende agricole, ospedali, scuole per infermieri, università e rendere lì una vita vivibile. Vi assicuro che gran parte di questa gente non partirà più. Il posto più bello è il posto dove si nasce. Se ci sono dei livelli minimi di vivibilità, la gente starà lì.
  Se lavoro bene nel centro Africa, io non ho un problema in Libia. Nel momento in cui ci sono dieci tribù che controllano le coste della Libia, quando io ho fatto gli accordi con tre Califfati, gli altri sette che dicono? «Venite qui, passate da qui, così l'Italia tratterà anche con noi». Non risolvo il problema con la Libia. Se riesco a saturare, a chiudere la Libia, io vado dall'Egitto, Pag. 20 io vado dalla Tunisia, vado dalla Nigeria, vado in un altro posto, ma creo solo un tappo nel Nord Africa. Io devo andare nel Centro Africa.
  Poi, ovviamente, quando arrivo in Italia c'è tutto il problema dei CARA che vanno rivisti, dei centri di accoglienza. Vanno messi dei sistemi di controllo, degli automatismi, come l'impronta digitale e la fotografia. Perché tutta questa gente è disponibile? Perché tutta questa grande accoglienza e generosità?

  PRESIDENTE. Vorrei aggiungere un aspetto dopo questa lezione sull'immigrazione.
  Procuratore, quando entrano gli Arena a Isola Capo Rizzuto?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sul piano giudiziario, a noi risulta già nel 2006.

  PRESIDENTE. Chi cerca chi?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. I due collaboratori di giustizia, Giglio Giuseppe e Santo Mirarchi, ci spiegano che questa cointeressenza di Sacco... Scordio è il prete, che ha un ruolo attivo. Il prete è un attore protagonista in questa vicenda. Ha un grande potere decisionale, una grande forza, al punto che ad esempio – la cosa più banale – 183.000 euro, che dovevano andare per comprare i giornali ai migranti, sono stati stornati per darli a Scordio perché facesse assistenza spirituale.

  PRESIDENTE. È lui che mette in contatto due realtà?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. È Sacco che mette...

  PRESIDENTE. Che cerca gli Arena.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Cerca gli Arena attraverso Poerio Antonio.

  PRESIDENTE. Che è consigliere comunale.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. E Muraca Angelo. Prima, aprono l'attività. Quando poi viene contestata l'operatività, si apre la Quadrifoglio, che intestano a una delle mogli.

  PRESIDENTE. Ringrazio molto il procuratore. Oggi ci siamo concentrati soprattutto su Isola Capo Rizzuto, poi ci sono stati questi temi sia sui beni confiscati sia sulle droghe leggere cosiddette. Io penso che ci sarà la nona audizione del procuratore Gratteri, qui o a Catanzaro. A noi risulta un numero enorme di inchieste.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. E che volete, che...

  PRESIDENTE. Non le abbiamo chiesto niente oggi per non farci rispondere in un certo modo, ma tutto questo avrà degli sviluppi, e noi ci auguriamo che possiamo usufruirne per la nostra relazione finale. Grazie, procuratore.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.