Sulla pubblicità dei lavori:
Causin Andrea , Presidente ... 3
Comunicazioni del Presidente sul prosieguo dell'attività della Commissione
Causin Andrea , Presidente ... 3 ,
Piso Vincenzo (Misto-USEI-IDEA) ... 4 ,
Mannino Claudia (Misto) ... 5 ,
De Maria Andrea (PD) ... 6 ,
Morassut Roberto (PD) ... 6 ,
Santerini Milena (DeS-CD) ... 7 ,
Causin Andrea , Presidente ... 7 ,
Mannino Claudia (Misto) ... 8 ,
Causin Andrea , Presidente ... 8
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA CAUSIN
La seduta comincia alle 12.45.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
Comunicazioni del Presidente sul prosieguo dell'attività della Commissione.
PRESIDENTE. La Commissione è stata convocata per fare il punto sulle modalità con le quali proseguire i propri lavori, dopo quasi un semestre di attività particolarmente intensa e per cui ringrazio tutti i colleghi.
Nel corso del semestre, la Commissione ha svolto: cinque missioni – a Roma, presso i municipi IV e V; a Napoli, con incontri nei quartieri di Scampia e di Sanità; a Milano, con sopralluoghi; a Roma, a Tor Bella Monaca; a Bologna, con la partecipazione a un convegno in materia di periferie e sopralluoghi presso il comune di Calderara di Reno e nei quartieri del Pilastro e della Bolognina – per un totale di dodici ore di audizioni con undici soggetti istituzionali e con circa quaranta realtà territoriali tra le varie associazioni che abbiamo incontrato, con un'apertura molto forte rispetto alle istituzioni locali e alla società civile; quindici riunioni plenarie per un complesso di quaranta ore di seduta, nel corso delle quali sono stati auditi ventisette soggetti istituzionali ed esperti e ventuno associazioni e comitati rappresentativi di realtà territoriali, in modo particolare di Roma, ma anche di altre città; tredici riunioni dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
La Commissione ha inoltre acquisito al proprio archivio 142 unità documentali, per cui ringrazio anche i militari della Guardia di finanza che si occupano della gestione e della tenuta dell'archivio.
Nello svolgimento di tali attività, la Commissione, come stabilimmo a dicembre, si è concentrata su quattro aree prioritarie di indagine che hanno riguardato i seguenti ambiti: la rigenerazione sociale, la rigenerazione urbana, la sicurezza e le modalità di erogazione dei fondi di cui alle leggi di bilancio per gli anni 2016 e 2017 messi a disposizione delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia. L'attività fin qui svolta, che ha toccato quasi tutte le tematiche previste nella delibera istitutiva, ha consentito ai Commissari di avere un primo quadro delle criticità sociali, economiche e urbanistiche che caratterizzano, pur nella specificità propria di ciascuna di esse, le aree periferiche delle nostre città metropolitane, evidenziando anche le differenze evidenti tra le grandi città del nord e le città del sud che rappresentano problemi peculiari molto diversi tra di loro.
Dall'attività di inchiesta fin qui svolta ritengo che siano emersi alcuni spunti di riflessione, su cui è necessario lavorare e svolgere un approfondimento.
Con riferimento all'edilizia residenziale pubblica, sono emersi: la mancanza o esiguità dei fondi per la manutenzione straordinaria degli immobili, la cui realizzazione per molti di questi risale ad almeno 40-50 anni fa; le occupazioni illegali e l'insufficienza dell'attuale quadro normativo a garantire un tempestivo rilascio dell'immobile; la necessità, specie nelle grandi città, di implementare il numero degli alloggi Pag. 4necessari a soddisfare i richiedenti in graduatoria, ma anche, al tempo stesso, un cambiamento culturale e sociale nell'utilizzo di questi immobili, che dovrebbero configurarsi come un servizio che la collettività mette a disposizione di chi si venga a trovare temporaneamente in difficoltà; le modalità di tassazione di questi immobili e le procedure per la loro demolizione-ricostruzione, quando non sia economicamente conveniente procedere a una loro ristrutturazione.
Circa la rigenerazione urbana, molte delle criticità emerse dal punto di vista dell'abbandono di alcune aree, della loro desertificazione e del conseguente peggioramento delle condizioni di vita di quanti vi risiedono sembra che possano ricondursi alla cessazione per i motivi più diversi di importanti attività economiche che insistevano in quelle aree. Le città cambiano e la loro struttura urbanistica in Italia, fatta salva forse Milano, ha più difficoltà, al di fuori dei centri storici, ad adattarsi a un mondo in mutamento, il che forse richiederebbe un deciso coraggio, anche da parte del legislatore, nel regolare la demolizione e ricostruzione degli edifici. In questo caso, è stato trattata anche la qualità e la riqualificazione del patrimonio privato.
Con riguardo ai fondi pubblici per il risanamento delle periferie, è emerso come, in alcuni casi, i comuni abbiano presentato progetti non in linea con le finalità della legge, perché riguardanti altre zone della città. Questo tema è stato sollevato anche in presenza del Sottosegretario Boschi ed è emerso che la premialità dei progetti esecutivi ha sacrificato, a volte, la qualità dei progetti di riqualificazione delle periferie.
Con riferimento alle tematiche sociali, molte difficoltà nascono in ragione dell'impoverimento materiale e spirituale di larghe fasce di popolazione delle zone periferiche, non solo dal punto di vista topografico. In merito, è stato affrontato il tema delle marginalità di cui si è parlato anche a Bologna. Tra le cause riscontrate, si evidenziano: la disoccupazione, la dispersione scolastica, l'assenza di reti sociali, pubbliche o private, e la carenza di servizi adeguati soprattutto nei trasporti. Da molti viene invocata una normativa organica che affronti i problemi della povertà nel Paese. Non da ultimo, c'è la questione della rapida inversione demografica, ma anche la difficoltà da parte della politica di gestire il fenomeno di una maggiore presenza di persone straniere nelle periferie delle nostre città.
Circa la sicurezza urbana, si registra spesso tra gli abitanti delle periferie un divario tra la sicurezza percepita e quella rilevata, forse anche dovuto a un preoccupante sottodimensionamento degli organici delle forze dell'ordine, in particolare della polizia di Stato. Inoltre, non va trascurato il possibile incremento dei conflitti interetnici e il frequente utilizzo degli immobili pubblici occupati a luogo di traffici illeciti. D'altra parte, il recente decreto sicurezza ha previsto il pieno turn over degli agenti di polizia locale che potrebbe arrecare benefici su questo fronte. Tuttavia, va sicuramente indicata da parte della Commissione una strada da seguire dal punto di vista degli interventi e della legislazione.
Ho voluto citare queste quattro o cinque aree di analisi perché, dal materiale raccolto e da queste intuizioni, dovremmo iniziare a dare degli indirizzi abbastanza stringenti ai nostri consulenti, ma anche capire come la Commissione possa supportare questo lavoro, al fine di arrivare quanto prima a una relazione di carattere preliminare, per cui aprirei la discussione per capire se abbiamo toccato tutti gli argomenti o abbiamo lasciato fuori qualcosa e che cosa può essere o non essere una linea di indirizzo.
VINCENZO PISO. Sulle linee di carattere generale, fermo restando che, perlomeno per quanto mi riguarda, mi riservo di leggere con più attenzione quello che ci ha oggi rappresentato e magari di sviluppare un ragionamento rispetto a questi temi, credo che alcuni argomenti sollevati siano assolutamente condivisibili, quando si parla di urbanistica o di edilizia residenziale pubblica essendo tutti argomenti che concorrono a determinare uno stato di fatto non ottimale. Credo ci sia la necessità di cucire insieme questi diversi argomenti e questi diversi aspetti, cercando peraltro anche di Pag. 5distinguere le periferie che fanno riferimento alle grandi realtà urbane e le periferie di realtà più piccole. Non credo che le periferie possano essere effettivamente assimilate in tutto e per tutto, per cui cercherei di fare dei distinguo.
Ho la necessità di riflettere su questo scritto per poi dare anche un eventuale contributo in termini di integrazione perché, su due piedi, sinceramente non mi sento di esprimermi a 360 gradi, però mi impegno a farlo nel giro di pochi giorni per non essere da impedimento all'attività della Commissione, che comprendo ha la necessità di correre.
La cosa che voglio dire e che già ho accennato poc'anzi è che, al netto di questa settorializzazione, spero che riusciremo a tirare fuori un lavoro capace di dare una visione di assieme interdisciplinare e linee di tendenza chiare, che comprendano questi argomenti, non rappresentandoli come singoli «moloc» incapaci di dialogare.
Per esempio, è stato accennato ai servizi, che per me rappresenta uno degli snodi fondamentali, vista la carenza degli stessi, cosa che caratterizza in maniera significativo lo stato di periferia, al di là del fatto che si vogliano considerare le periferie in maniera più attuale ovvero non semplicemente limitate alla fascia esterna delle città. La carenza di servizi è uno degli elementi che secondo me caratterizza oggi, purtroppo, in negativo le nostre periferie.
Tutto questo deve essere messo in connessione con gli altri ambiti che stiamo toccando, cioè si dovrebbe riuscire a fare un lavoro che riesca effettivamente ad avere una sua organicità. Altrimenti, c'è il rischio – ribadisco che sto pensando a voce alta – di presentare, visto che ne abbiamo le competenze, un bel trattato sull'edilizia residenziale pubblica e che questo sia sconnesso da un discorso d'assieme sullo stato reale delle nostre periferie e su come la Commissione intenda dare indicazioni complessivamente intese a chi governa. Il mio timore è che si possa arrivare a una relazione che risulti, alla fine, poco organica. Questo è il mio timore, mentre dovremmo cercare di fare in modo di arrivare a una relazione veramente integrata in tutti i suoi aspetti e capace di dare una visione d'assieme forte perché ritengo che questa Commissione abbia lavorato bene e abbia anche le competenze per poter dare indicazioni importanti.
CLAUDIA MANNINO. Anch'io mi riservo di leggere dettagliatamente la sintesi di questo documento, però vorrei porre l'attenzione su quattro aspetti.
Mi piacerebbe che il documento conclusivo di questa Commissione potesse dare massimo risalto ai progetti, quindi al metodo che riusciamo a estrapolare dai progetti presentati. Vanno bene le criticità, però ci eravamo anche dati l'obiettivo di sollevare e sottolineare esempi virtuosi o anche scrivere chiaramente quei casi in cui l'attività destinata o comunque finanziata dai bandi è andata decisamente fuori strada, quindi metterei costantemente in evidenza quest'aspetto. Insieme alla questione dei fondi per le manutenzioni ordinarie e straordinarie del patrimonio residenziale, metterei parallelamente una conseguenza di questa questione che, secondo me, è legata ai trasporti. In merito, ricordo che l'ex assessore Berdini ci aveva raccontato di come un edificato residenziale molto periferico comporti un costo di gestione e programmazione dei trasporti molto impegnativo per qualsiasi realtà, quindi questo è un aspetto che secondo me dovrebbe essere sottolineato.
Un aspetto che mi pare di non aver sentito dalla sintesi condivisa è quello relativo agli strumenti di pianificazione urbanistica, cioè se la gestione delle periferie sia o meno coordinata o sempre in deroga agli strumenti di pianificazione a vari livelli perché, in realtà, ci sono livelli molto piccoli ed esecutivi, ma anche livelli molto grandi che devono essere coordinati con la pianificazione quantomeno regionale.
Infine, credo che debba essere inserito un aspetto su cui ci dovrebbe essere di forte supporto la disponibilità che l'Istat ci aveva dato, quando abbiamo svolto l'audizione, ossia la definizione di periferie. Ci siamo sempre detti che ci sono periferie in quanto tali dal punto di vista geografico, cioè della distanza, e ci sono periferie in termini di qualità all'interno dei nostri tessuti. Pag. 6 Poi, ci sono aree degradate che vengono interpretate come periferie. Credo che ci voglia una definizione chiara per incorniciare il nostro lavoro perché, altrimenti, si rischia di avere indirizzi su qualsiasi argomento, come la demolizione, la ricostruzione, gli oneri ovvero le manutenzioni, senza mai inquadrare l'obiettivo.
Sono valutazioni da una prima interpretazione di quello che ho ascoltato.
ANDREA DE MARIA. Nella relazione che faremo con una parte di analisi e una parte di proposta – poi dirò di questo aspetto – e che mi pare, seguendo il filo del testo letto, sia una base buona di lavoro, prima di tutto si dovrebbe dare il messaggio e l'idea di una politica complessiva sulle periferie, cioè che noi pensiamo che il tema delle periferie si affronti incrociando politiche diverse, sia nell'analisi sia nella proposta, dal welfare alla sicurezza, all'urbanistica. Forse, anche nel lavoro che abbiamo fatto, questo è uno dei punti che emerge.
Secondo me, nell'analisi emerge il tema che veniva posto ora e che condivido molto. Anche vedendo i sopralluoghi che ci propongono, le realtà su cui si ragiona sono molto diverse, quindi è necessaria una riflessione su cosa sono oggi le zone periferiche nelle città, cioè se intendiamo le zone a rischio di povertà, di tensione sociale, di scarso coinvolgimento nelle politiche di comunità e così via. Credo che sia giusto aver presente questo elemento.
Tra le proposte che avanziamo accanto all'aspetto analitico, penso potremmo ragionare su due aspetti, cioè, se abbiamo questioni da segnalare sulla legislazione vigente, anche noi possiamo scrivere le proposte di legge, però dovremmo scrivere quali sono gli indirizzi su cui costruire un'azione legislativa e, forse, fare un ragionamento sull'organizzazione della pubblica amministrazione nel suo insieme e in particolare su dove si concentrano le competenze. Dall'esempio che abbiamo visto, a me convince molto un'idea per cui presso la Presidenza del Consiglio dei ministri si possa realizzare un luogo dove incrociare le varie politiche. Accanto alle proposte sulla legislazione, segnalo che, oltre a un'azione delle pubbliche amministrazioni, si dovrebbe ragionare sul luogo in cui a livello governativo si collocano queste politiche, per una loro maggiore omogeneità rispetto all'allocazione del luogo che si decide.
Sui sopralluoghi che abbiamo fatto e sul rapporto con i territori, nella relazione questo sarà un punto delicato perché c'è anche un tema di ricaduta sui territori di quello che scriviamo nella relazione.
Nella parte che è stata letta oggi, eliminerei esempi di città specifiche, se ragioniamo su capisaldi. Nella relazione organica, secondo me, facciamo bene a citare esempi positivi e negativi, ma anche esempi per motivare i ragionamenti e le proposte che facciamo, come il fatto di costruire bandi che poi non possono essere utilizzati per finanziare opere che, in realtà, i comuni hanno già, ma fuori da un progetto specifico.
Nel testo con i punti che facciamo girare, non metterei citazioni di città. Dentro il ragionamento generale, quando facciamo la relazione organica, dobbiamo, anche se si tratta di un punto da valutare con la giusta delicatezza, usare certamente le audizioni e i sopralluoghi che abbiamo fatto per citare delle esperienze che confermino un ragionamento, cercando, se possibile, appunto di tenerle dentro un discorso generale e, comunque, di vederle con il giusto equilibrio.
ROBERTO MORASSUT. Abbiamo ancora qualche giorno, anche se questi sono giorni complessi, per cui possiamo fare qualche emendamento o qualche proposta. Poi, magari i consulenti ci daranno anche una mano in fase di relazione.
Abbiamo un modello lontano nel tempo, ma, secondo me, ancora valido per certi aspetti. Mi riferisco al modello della Commissione d'inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla, che risale al 1953. Certo, sono passati sessant'anni ed è cambiato tutto, però lo schema di costruzione del documento è, secondo me, ancora valido per certi aspetti, per cui può essere pensato il tomo che dovremo produrre in quattro sezioni.
Una prima sezione potrebbe essere di descrizione generale del tema periferie, Pag. 7quindi una sezione introduttiva dei fenomeni e della sicurezza, ossia delle macroquestioni che interessano la dimensione delle periferie metropolitane o dei contesti urbani e rurali.
Una seconda sezione potrebbe disaggregare questa visione generale in quattro o cinque aspetti tematici che riteniamo comuni: edilizia residenziale pubblica; infrastrutture; sicurezza; riqualificazione urbana; patrimonio; marginalità.
Una terza sezione potrebbe, secondo me, disaggregare in forma orizzontale, cioè la prima disaggregazione può essere in forma verticale e la seconda in forma orizzontale per città perché ci sono differenze: Roma ha delle cose e Bologna ne ha altre.
Questa sezione potrebbe entrare nelle specificità delle cose che abbiamo visto, mentre una quarta sezione potrebbe essere di appendice e di documentazione. Tutto il materiale che abbiamo raccolto può rientrare in un'appendice dove ci sono le comunicazioni dei comitati di quartiere, le segnalazioni, le relazioni, le testimonianze, le interviste e quello che è più di documentazione.
Io l'ho immaginata divisa in quattro sezioni articolate in questa forma. Poi, magari su questo discuteremo ulteriormente, tenendo presente che, a questo punto, il tempo è padrone e signore. Il tempo è padrone, il che significa finire questo lavoro – lo sapremo tra poco – entro l'estate.
MILENA SANTERINI. Anch'io sono interessata alla struttura della relazione. Naturalmente, le aree che il presidente ha detto mi sembrano quelle che abbiamo toccato finora. Anch'io mi concentrerei sulla struttura. Da un lato, teniamo presente che i materiali sono enormi, quindi dovremmo, secondo me, dare molta attenzione all'aspetto che riguarda le raccomandazioni, in modo asciutto e possibilmente efficace. Dovremmo partire dalla fine, cioè la parte descrittiva sarà interessante, come gli esempi di buone pratiche, ma probabilmente dovremmo fare attenzione anche alle raccomandazioni.
In questo momento, stiamo facendo un rapporto sull'odio in un'altra Commissione, la Jo Cox, e ci stiamo ponendo gli stessi problemi. Abbiamo scelto questo tipo di suddivisione: dati e linee di tendenza; aspetti normativi; raccomandazioni; appendice con gli esempi. Non sto dicendo che questa suddivisione possa valere per noi perché si tratta di due fenomeni molto diversi, però anche questa potrebbe essere una possibilità.
La parte importante è costituita dalle raccomandazioni, cioè quali sono le politiche che proponiamo da questo osservatorio privilegiato, avendo intrecciato, come si diceva, le politiche e avendo visto, nel livello locale e nazionale e nel livello normativo e amministrativo, quali sono i punti di sintesi e di caduta. È un lavoro molto complesso, quindi partirei dalla sostanza e da cosa vogliamo veramente indicare, anche perché la parte descrittiva è la più facile.
Raccomandiamo tutti noi di tenere molto vicini gli aspetti sociali con quelli di tipo urbanistico e di tipo politico perché sono fortemente intrecciati.
PRESIDENTE. Vorrei porre due questioni metodologiche per chiedere una condivisione e anche un parere a voi.
Pensate che sia opportuno – questo era un po’ anche il mio orientamento – fare una tappa intermedia, cioè una sorta di un documento che fotografi lo stato dell'arte del lavoro della Commissione e che potesse essere, per esempio, presentato anche in un momento di lavoro comune con il Governo, che sta finanziando a scorrimento gli ulteriori 96 progetti. Lo dico anche per non disperdere, in caso di interruzione anticipata della legislatura, tutto il lavoro fatto finora e perché questa potrebbe essere una tappa intermedia che ci porta al documento finale.
Con le indicazioni che avete dato, invece, si potrebbe lavorare sulla parte redazionale, come se potessimo arrivare alla fine della legislatura e potessimo svolgere effettivamente la relazione finale.
Lo chiedo perché, se immaginiamo una tappa intermedia, è chiaro che dobbiamo lavorarci nel giro di qualche settimana e dobbiamo programmarla prima della pausa estiva, mentre, se ipotizziamo che i lavori rimangano con tempi ordinari, si può mettere mano allo schema che vi ho dato oggi, Pag. 8per ampliarlo ed emendarlo nel giro di qualche settimana e per far partire il lavoro redazionale con i consulenti.
Lo chiedo come opinione, anche per condividere il metodo di lavoro.
CLAUDIA MANNINO. Anche in relazione alle missioni che dobbiamo compiere e a eventuali contributi, visto che abbiamo chiesto agli amministratori di relazionarci sui progetti che hanno presentato e su come intendono attuarli, credo sia opportuno un momento intermedio e anche di confronto con i tecnici che abbiamo chiamato ad aiutarci nel redigere questa relazione conclusiva.
PRESIDENTE. Credo che la Commissione abbia svolto un lavoro importante, forse anche superiore alle aspettative iniziali nel momento in cui l'abbiamo avviata: si potrebbe utilizzare questa tappa intermedia per non disperdere un lavoro che potrebbe essere vanificato nella misura in cui ci fosse un'accelerazione della fine della legislatura, per essere molto chiari.
Dichiaro conclusa la seduta.
La seduta termina alle 13.15.